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CLAUDIO MAGRIS pendolare dell’eterno presente

Fotografi e di DANILO DE MARCO CHI È DANILO DE MARCO Claudio Magris a commuter of the eternal present Ci sono fotografi e-oggett o, e sei tu a guardarle; ci sono fotografi e An authoritative contributor to our maga- che invece prendono l’iniziativa, e a guardarti sono loro. zine was born in on 10th April 1939. Above all, he is one of the most significant Le fotografi e di Danilo De Marco, reporter ma anche giornalista, sono contemporary writers, an insightful and bril- di questa seconda specie. Il suo obiett ivo non ingoia quel che inquadra, liant scholar of “Mitteleuropean” literature non lo tiene per sé; è solo mediatore fra gli occhi di qui e gli occhi di là. and the heir of the great cultural tradition Per questo sono fotografi e che piacciono agli antropologi, che hanno of Trieste: we are talking about the writer and German studies specialist Claudio Ma- smesso la pretesa dell’osservazione oggett iva e accett ano di essere presi gris. In the special pages that the “No- in mezzo nel gioco degli sguardi reciproci. Così anche Danilo De Marco. tiziario” has dedicated to him to celebrate È un fotografo di parte, e non bara. Ha camminato mezzo mondo: dalla his seventieth birthday, there is a series of Cina al Messico, dalle montagne dei Kurdi in Turchia e Iraq alle selve contributions – kindly granted by the Au- degli U’wa in Colombia, fi no alle Ande dell’Ecuador. Dalla valle della thors and by Forum Editrice Universitaria Udinese, which published in April 2009 the Narmada in India ha raggiunto i Tamil dello Sri Lanka. Dai campesinos book Claudio Magris. Argonauta edited by della Bolivia al Brasile dei Sem Terra, fi no a raggiungere dall’altra parte Danilo De Marco and J. A. Gon zález Sainz degli oceani l’Uganda e i bambini in fuga chiamati “pendolari della – by well known essayists and writers but, nott e”, per poi perdersi nelle foreste del Congo. Ha maturato una above all, a group of friends and “col- leagues” who in this – definitely singular esemplare esperienza comparativa, ha condiviso cibo e giaciglio con – way wanted to honour the Professor. In tante culture. Non le ha att raversate e non le ha consumate; una alla these pages, where the tangible leitmotiv is volta, le ha fatt e sue e se le porta dentro tutt e. Bocconi amari. a feeling of affection and undeniable es- Andare di là, condividere, tornare poi (diversi da come si era partiti) teem for the honoured guest, there are those who dwell on his original and pen- a raccontare quel che si è visto e quel che si è riusciti a capire. etrating style, on his ductile narration, on his intense sensibility – and on his capac- www.danilodemarco.it ity to be moved –, on his being an all-round literary figure which has not prevented him from keeping great humanity and great Si ringraziano Gian Luigi Beccaria, Francesca Cernia Slovin, simplicity, on his civil commitment (he has Gianluigi Colin, Mauro Corona, Maria Carolina Foi, been a Senator of the Republic), on his J. A. González Sainz, Nadine Gordimer, Giovanna Ioli, vital humus, together with the historical Predrag Matvejevic´, Alessandro Melazzini, Enrico Palandri, Antico Caffè San Marco and Caffè Tom- Gianandrea Piccioli, Pino Roveredo, Corrado Stajano maseo, where he has spent and continues e Danilo De Marco, che ha immortalato il Nostro in ogni dove to spend time reading and writing. Magris appears to be very deeply rooted in Trieste, e in ogni situazione. a frontier city with many ethnic groups and cultures, and much of his exceptionality in I contributi presenti nelle pagine seguenti sono tratti da: being and feeling a man comes from this Claudio Magris. Argonauta city. As well as Trieste, water, the sea and a cura di Danilo De Marco e J. A. González Sainz its horizons – together with the topic of Forum Editrice Universitaria Udinese, Udine 2009 travel – are the main elements that are Formato cm 20x24, pagine 256, stampa in bicromia, con dvd found in the unforgettable pages of this ISBN 978-88-8420-548-3 great protagonist of world literature, with Prezzo di copertina € 30,00 incomparable talent, and mark the extraor- Il volume si può acquistare in libreria o attraverso il sito internet dinary youthfulness of his seventy years… della casa editrice: www.forumeditrice.it Happy Birthday, Claudio!

UNA MOSTRA PER CLAUDIO MAGRIS Lunedì 4 maggio, ore 16,30, presso le sale della Biblioteca mortalano il “festeggiato” in molteplici luoghi e situazioni. “Luigi Credaro” della banca, in Lungo Mallero Armando La mostra, aperta sino al 6 giugno 2009, è visitabile nei Diaz n. 18 a Sondrio, inaugurazione, alla presenza dello consueti orari della biblioteca (da martedì a venerdì: ore scrittore triestino, della rassegna fotografi ca “Claudio Ma- 9-12 • 14-18; sabato 9-12 • 14-17. Chiusura il lunedì e fe- gris, pendolare dell’eterno presente”. Eloquenti e sugge- stivi). Ingresso libero. Per informazioni: Biblioteca Luigi Cre- stive immagini, opera del fotografo Danilo De Marco, im- daro - tel. 0342 562 270 - [email protected]

74 AUGURI CLAUDIO Presentazione del Presidente della Banca Popolare di Sondrio

Mesi addietro il professor Francesco Magris, fi - glio dello scritt ore professor Claudio, di concerto con il fr atello dott or Paolo, ci contatt ò, proponendo, in occa- sione del sett antesimo compleanno del suo illustre geni- tore – aprile 2009 –, delle iniziative, tra cui quella di ospitare sul nostro Notiziario degli articoli di cono- scenti e amici di penna che avrebbero approntato per la circostanza. Accett ammo molto volentieri, sia di pubblicare i contributi e sia di allestire una mostra fo- tografi ca, riconducibile al festeggiato, presso la nostra Biblioteca Luigi Credaro. Non solo. Memori dell’elo- cuzione di Claudio dell’aprile 2000 presso noialtri a Sondrio sul tema “Capitalismo e linguaggio” e dell’in- contro culturale del sett embre 2005, il cui spunto fu dato dal suo libro Alla cieca, gli esprimemmo il desi- derio di avere un’altra sua pubblica conversazione nel- la nostra sala Fabio Besta: sarebbe stata il coronamen- to dei festeggiamenti del suo genetliaco. Ott enemmo risposta aff ermativa, concordando la conferenza per l’inizio di maggio 2009; il testo integrale viene inserito nel numero della nostra rivista di agosto 2009. È per noi un onore e una gioia essere stati coin- volti nelle iniziative in discorso. Siamo quindi lieti di poter dedicare parte del primo numero 2009 del Notiziario a un personaggio di tanta levatura qual è quella di Claudio Magris, che, oltre a essere scritt ore di fama e autorevole editorialista del , è “vicino” a questa banca, a cui riserva partico- lare att enzione, ed è un’apprezzata fi rma del periodi- co stesso. Claudio Magris è persona di vasta cultura, di esperienze, di rara saggezza, di ammiranda forza e Paolo per aver pensato a noi, dando un concreto appor- d’animo. Incontrarsi e stare con lui è un dono ed è to quanto a idee e consigli. Ringrazio gli estensori degli occasione di arricchimento dello spirito. scritt i, lucidi e piacevoli, dove traspare anche l’aff ett o, in È uno dei più grandi saggisti contemporanei e onore del festeggiato, estensori con i quali vivamente mi profondo conoscitore e studioso di lett eratura mit- compiaccio. teleuropea, in ciò facilitato dalle sue origini triestine Finalmente, i rallegramenti per l’anniversario, qua- – Trieste è notoriamente citt à di ontierafr multietnica le eco del tempo, con l’augurio fervidissimo che giunga e multiculturale – e dall’esperienza professionale ma- “fi nalmente” il meritato premio lett erario – pure se non è turata negli ambienti culturali torinesi. indispensabile – per una ormai acquisita celebrità. Esprimo sentimenti di calorosa gratitudine all’amico Claudio per il privilegio e ai fi gli Francesco Piero Melazzini

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Il mare, è una grande prova dell’anima Ma l’epico mare insegna la libertà di riconoscersi sconfi tti, pur lottando; libera dalla smania di aff ermazione e di vittoria che è segno dell’ossessione di impotenza. E quel fulgore talora troppo intenso è puro invito ad abbandonarsi, a dormire; quella grande acqua spegne la sete, aiuta a capire che non è poi troppo tragico se la risacca cancella l’orma sulla spiaggia.

Da: Microcosmi - Garzanti GIAN LUIGI BECCARIA Ordinario di Storia della lingua italiana presso l’Università di Torino, ha pubblicato numerosi volumi dedicati alla lingua italiana antica e moderna, fra cui i più recenti: Sicuterat. Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell’italiano e nei dialett i (1999-2002), Tre più due uguale zero (a cura di, 2004), Per difesa e per amore (2006), oltre a Elogio della lentezza (2004) e Tra le pieghe delle parole (2007). È socio nazionale dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia delle Scienze di Torino. Altri mari

acqua, fi ume o mare, è l’elemento portan- Punta Salvore, punto più te delle pagine di Claudio Magris. A parte occidentale L’ Danubio, è l’elemento che intride i due ro- dell’Istria. manzi brevi che più amo, Un altro mare e Il Conde. Punta Salvore, Il primo è un libro di mare e di vento, di colori most westerly point chiari, luminosi, pochi in realtà, tre-quatt ro, puri of Istria. ed essenziali, come piacciono a me, e sono quelli forse che si trovano dalle parti di Pola, costeggian- do l’Istria, «colori assoluti, platonici, pietra bian- ca, terra rossa, acqua turchese con chiazze blu in- daco sul fondo, trasparenza del puro presente». A questo mare assoluto corrisponde la durezza del protagonista, personaggio aspro e tragico, Enrico Mreule, inaridito e disumano, diventato alla fi ne un grande accidioso dopo essere stato prima un forte, l’amante degli estremi e della vita avventu- rosa, un sensuale e vitale personaggio. Ma l’arido suo fondo già trapela negli anni in cui campava facendo l’insegnante: era un eccezionale grecista che si fermava esclusivamente sulla grammatica, mai che si aprisse a un commento storico o esege- tico o estetico, mai una parola sul pianto di Achil- le, sulla nostalgia di Ulisse per la patria lontana. Non voleva sedurre nessuno. Mi piace Un altro mare anche perché quest’ari- da durezza Magris l’ha saputa tradurre in stile, sorprendente per chi s’era abituato al Magris sag- gista e al Magris di Danubio: prima, un lavorare con larghe avvolgenti pennellate, chiaroscuro e sfumato, ora invece un lavorìo di spatola e pennel- late rapide, secche, un procedere “a stazioni” (così Spitzer defi niva lo stile dell’epica), a blocchi, senza avvolgimenti e prospett ive, sintassi senza ipotassi, senza troppe subordinate, una sintassi tutt a para- tatt ica, un raccontare con tratt i brevi e balenanti

78 AUGURI CLAUDIO illuminazioni liriche, sopratt utt o quelle destinate E siamo tornati al mare, che domina il rac- ai brividi di colori del mare. È proprio il caso di conto, un mare che come la sintassi è anche lui dire che qui il personaggio diventa stile, si fa sin- assenza di tempo, movimento apparente, un bloc- tassi. Una sintassi immobile, scolpita, che disegna co statico, un non movimento, un elemento che (sembra un paradosso) un libro pieno di spazi, muove ma che non si riesce mai a possedere: la pieno di mare. nave lo solca ma quello si chiude su di sé‚ e quel

AUGURI CLAUDIO 79 80 AUGURI CLAUDIO solco non lo ara, né le braccia di chi nuota ne pren- rad, per il quale il mare è come la vita («incanto e dono, ne muovono qualcosa. orrore, abbandono e naufragio, consunzione, im- Sono più d’uno i mari in questo Un altro mare. mortalità, distruzione» leggo ora in Alfabeti). Nel Uno è l’Oceano sudamericano, il secondo il mare romanzo di Magris il mare è l’immobilità della dell’Istria, l’Adriatico, il mare di Salvore, il luogo in morte, ma anche la pienezza della vita, quello dove cui Enrico ha vissuto le sue ore più intense, più si- sono nati gli dei e tutt e le storie; il mare è simbolo gnifi cative, e lì torna a vivere i suoi ultimi trent’anni, della libertà, del non bisogno, è il pieno del colore, senza muoversi più, dopo la fuga in Patagonia. Due ma di tale concentrazione che il risultato può essere mari geografi ci dunque, l’oceano e il mare istriano. il bianco, il vuoto. La storia di Enrico si svolge ac- Ma in defi nitiva nessuno dei due è l’altro mare. Al- canto a due mari concreti, ma si specchia sopratt ut- tro, oltre, compaiono spesso nei titoli di Magris, to in quell’altro metafi sico mare. La sua vita è stata schegge simboliche che indicano sempre una di- una fuga colma di eventi, un’avventura e una pie- mensione metafi sica, un “al di là”, un “oltre”. Qui nezza di incontri, ma insieme una pienezza immo- l’altro mare non è uno dei due mari concreti, ma un bile, che sfocia nell’immobilità di un personaggio mare metaforico: un mare immobile, il mare senza testardo e coriaceo che a un certo punto decide di moto e senza onde, dall’altra un mare assoluto, il non muoversi più, si piazza a Salvore, dopo aver va- mare pienezza e vita. Il mare come simbolo della gato negli immensi spazi della Patagonia, si abbar- vita stessa di Enrico Mreule: da una parte la vita bica come una conchiglia sulla roccia, e dallo sco- vera e piena, dall’altra la sua nuova vita che è l’im- glio sta a guardare il mare, estraneo agli altri, proprio mobilità e il nulla. Magris ha nel sangue tanto Con- come il mare a chi vi nuota e a chi lo solca. Non gli succederà più niente. Paula lo viene ancora a trova- re, gli ultimi anni, prima che muoia, ma pensa che Il baule dopo tanto lei non ha ancora alcuna familiarità con quest’uomo, perché non è accaduto niente tra loro, Una sera d’ottobre, insieme a Tommaso Calarco, allora anche se la vita la si è trascorsa insieme. Enrico è studente, discendente della famiglia dei Lini, siamo andati a Salvore ed entrati nella vecchia casa, facendoci luce con una stato bravo soltanto a scansare le relazioni. lampadina tascabile. In quella casa avvolta nel buio e nel rumore di vento e di mare, abbiamo aperto un vecchio baule Già l’ho dett o. Accanto a Un altro mare, il ro- chiuso da decenni, che aveva attraversato insieme ad Enrico manzo di Magris che ho amato è Il Conde; anzi, lo due volte l’oceano, da Trieste in Argentina e tredici anni dopo direi il più amato. Romanzo breve, o meglio rac- dall’Argentina a Trieste, un vecchio baule che assomigliava a conto lungo collocato in un non meglio precisato quello del capitano Billy Bones dell’Isola del Tesoro. Da quel Occidente, al nord della penisola iberica, tra il baule sono uscite fuori una zithara, due o tre metri di lazo, nord del Portogallo e la Galizia. Come in Un altro alcuni classici greci ammuffi ti e scarabocchiati, una stella, mare, pochi i personaggi, appena due i principali: pezzi di carta scribacchiati qua e là, ma assai poco, un coltello il Conde, pescatore di morti, e un narratore-ano- rotto, altri libri e piccole cose; cose di per sé insignifi canti, ma nimo, barcaiolo del Douro, che in realtà è il vero che per me erano importanti per cercare di capire chi era stato protagonista del libro, secondo il modo caro a Enrico, per tenere in mano i libri o il coltello che lui aveva Magris di centrare il racconto sui personaggi che visto, così come sentivo quel rumore della risacca che lui aveva vivono all’ombra dei grandi, fanno loro da spalla. sentito per tanti anni... I due vivono sul fi ume, tra foce e mare, non com- ... quei piccoli dettagli nei quali possono emergere, come in piono lunghi tragitt i, si lasciano appena trascinare una rivelazione, il senso, lo stile, la melodia di una vita, così dalla corrente, stanno in barca a pescare morti, come uno sguardo o un gesto ci possono rivelare il modo con per seppellirli in terra benedett a. Poco identifi ca- cui un uomo attraversa l’esistenza... bile è il paesaggio, desolato, come fuori dal mon- do: tra mare e fi ume non c’è, sulla riva, albero o Da: Tracce di un’assenza - Danilo De Marco - Claudio Magris casale degno di essere descritt o, nulla che non sia acqua. Vi si staglia il Conde, ritratt o nella durezza

AUGURI CLAUDIO 81 Durezza vs. bontà, impassibilità vs. abbandono: il romanzo mi sembra strutt urato su opposizioni binarie, dicotomie quali il tremendo/sereno della morte da un lato e, dall’altro, la grazia dell’uomo; da un lato gli slanci vitali, dall’altro il destino ine- sorabile che travolge. L’acqua è oblio, l’elemento che tutt o distrugge, anche il ricordo; è immobili- tà, morte, e insieme tomba silenziosa, culla, prote- zione. L’acqua come coperta leggera, o come “su- dario” marcio e oleoso. L’acqua è indiff erenza, elemento impassibile come lo è il Conde. Protagonista del primo romanzo era il mare, qui il fi ume, ma ancora, come sempre, l’acqua, l’epicità dell’elemento acquoreo. Che cala anche dal cielo. Le pagine del Conde sono intrise d’ac- qua, si aprono e si chiudono con una pioggia in- Salvore. In basso, cessante che viene dal mare, e che inzuppa ogni lo scrittore accanto alla tomba del cosa, non si capisce più dov’è il cielo, dov’è il fi u- grecista Enrico me e dov’è il mare, e anche il fi ume si fonde a trat- Mreule, di cui ha narrato la storia, ti nel mare. Non ritroviamo più, qui, il mare istria- vera e immaginaria no di Magris, quel mare classico, a tratt i divino e insieme, aspra di personaggio tragico, come un impassibile in Un altro mare. antico, ma un mare soltanto come massa d’acqua. Caronte («Lui mi off riva da fumare, la sigarett a L’acqua è tutt o, è la vita, è il destino. Il destino dei Salvore. Below, gli accendeva gli occhi, due carboni sott o le so- the writer next protagonisti e il destino dei morti si compendia pracciglia bianche»), impassibile come un tronco to the tomb of nell’acqua. L’acqua, e non già l’aria e le altezze dei the Hellenist Enrico (gli occhi «li chiudeva e stava immobile come un Mreule, whose cieli e le nuvole: l’acqua, invece, come una sorta di tronco corroso, o un coccodrillo di quei fi umi che story, true paradiso alla rovescia, come mondo di sott o, il re- and imaginary ci sono in Africa»), come un azteco scolpito nella together, he told gno dei morti, dove tutt o si muove appena, lenta- pietra o nel legno, senza mai un’allegria, o ilarità, in Un altro mare. mente, o resta immobile. Sulla sua superficie speranze, dolcezze, amabilità. Soltanto, lo guida una profonda pietas verso i morti, fa quello che nessuno vuole fare, pesca gli annegati perché li si possa seppellire. Li riporta al ricordo. Demone e insieme sacerdote delle acque. Forte, durissimo e crudele nocchiero. Non ha le tenerezze del suo barcaiolo, rivelate specialmente in una parentesi che più rileva perché ritagliata su un mondo total- mente aspro, quando s’innamora perdutamente di Maria. Il barcaiolo non è un arido come il suo infero, sinistro, insondabile padrone, questa spe- cie di falco che corre il fi ume tastando il fondo con una stanga uncinata perché gli annegati, i suicidi, a volte si impigliano, restano sott o, e allora occor- re aff errarli, non lasciarli scivolare via, anche per- ché si adagiano sul lett o scuro del fi ume, o s’imbu- cano, e lì stanno, dice Magris, buoni come in una culla, con l’acqua distesa sopra come una coperta.

82 AUGURI CLAUDIO scivolano il mitico Conde e l’ano- nimo barcaiolo, due personaggi di grande tristezza ma anche do- tati di una forza e di una imper- turbata, singolare, impassibile vi- talità di fronte al caos della vita. Personaggi robustamente risolti nella loro elementare dimensione fi sica, biologica, che si abbando- nano al ritmo, al fl usso della vita. Non passa loro mai per la testa che la vita sia bella o brutt a: è la vita e basta. Anche in queste pagine la scritt ura di Magris si adegua stu- pendamente alla situazione. Se Un altro mare imponeva un suo stile secco, rapido, “a blocchi” di- cevo, senza prospett iva e subordinazioni, ora pre- Sulle “tracce” del mo compendiarsi una vita intera, anche quando, professor Mreule, domina un avvolgente, liquido procedere fl uviale, nei luoghi dove come qui, essa trascorre quasi tutt a su un fi ume, e leggero, increspato appena da un’onda lunga di questi ha vissuto sempre a pescare morti e morti. Una vita senza – sino alla sua discorso indirett o o indirett o libero: frasi amplis- morte, avvenuta relazioni o quasi, e senza dolcezze, una vita di so- sime, fl uenti, anacolutiche perché quasi parlate, nel 1959 – per più litudine totale quella del Conde, duro coi vivi, pie- secondo modelli non nostrani. Forse Magris ha di trent’anni. toso coi morti, crudele col compagno barcaiolo voluto prestare l’orecchio all’amata narrativa On the “traces” (gli gioca il tremendo scherzo del matrimonio ispano-americana, all’ampio respiro di García of Professor Mreule, beff a con la povera Giba). in the places where Márquez e all’epicità di Guimarães Rosa del he lived – until Soltanto alla fi ne il mondo crudele e ferino si Grande Sertão. Prevale la coralità sulla soggett ività his death in 1959 – illumina come d’incanto, quando pescando un for more than del narrare. So bene che, quanto alle allusioni o thirty years. morto lo trovano avviticchiato a una polena bel- alle fonti, ogni indicazione potrebbe parere azzar- lissima, rivelazione misteriosa che l’acqua restitui- data, sopratt utt o di fronte a un autore onnivoro e sce con il morto aggrappato ad essa. Che sarà que- di sterminate lett ure come Magris. Confesso, pe- sta polena? Diffi cile a dirsi. Sembra per un verso rò, all’amico che mi piacerebbe se una suggestio- voler mostrare che è più facile amare quel che ve- ne gli fosse giunta da quel bellissimo racconto di diamo in effi ge che non fare i conti con la durezza Beppe Fenoglio che Lorenzo Mondo pubblicò della realtà. Rimanda comunque a ciò che viene nei primi anni della rivista alla quale Claudio, io e dal mare: la malinconia, la sensualità e la bellezza tanti amici comuni collaborammo, «Cratilo»: il della vita. La vita come avrebbe potuto essere racconto sul barcaiolo, traghett atore di fi ume che quella del barcaiolo. Per quel legno scolpito di ripesca l’annegato, adagiato sull’acqua nella sere- donna egli compirà un att o estremo di ribellione nità della morte, sul quale «il Supremo» tiene verso il Conde, che vorrebbe distruggere la magi- «gli occhi addosso». ca effi ge. Si porterà a casa la polena per contem- Comunque sia, accanto alle decise novità sti- plarne in pace il misterioso sorriso. In quel dolce listiche di questo intenso romanzo breve, ritrovia- volto il barcaiolo troverà compendiata la propria mo quella a noi già familiare rapidità fulminea del vita, i suoi amori, e il mare. E forse anche già vi raccontare di Magris, il quale è maestro nell’in- intravede il sorriso della morte, ora che si è ritirato ventare pagine essenziali in cui sembra non suc- e non naviga quasi più. Aspett erà la fi ne, accanto ceda nulla o quasi… e invece, in pochi att i, vedia- al sorriso della sua bellissima polena.

AUGURI CLAUDIO 83 FRANCESCA Vive a New York dove insegna Storia della fi losofi a alla New School University. Membro del Cda del “Council for the CERNIA SLOVIN Humanities” e consulente del “Center for Jewish History”, con Marsilio Editore ha pubblicato il saggio Aby Warburg. Un banchiere prestato all’arte (1996, II ed., Premio Selezione Comisso), L’ultima passeggiata (1999), In principio… Dove aff ondano le radici di Israele (2003).

Ritornare e ritrovarsi

stato dietro le parole che scoprii Claudio Magris per la prima volta. Fu una rivelazio- È ne. Chi era quell’intellett uale così raffi nato che sapeva scrivere in punta di penna e con tanta sostanza allo stesso tempo? Ancora una studentessa entusiasta e appas- sionata, cominciai a seguirlo nelle sue peregrina- zioni di allora e non ho mai cessato di seguirlo in quelle odierne. Magris mi prese per mano e mi portò caval- cando lontano lontano fi no al Danubio. Che viaggio Al Molo Audace, sulle rive aff ascinante, lungo quel fi ume, dalle sorgenti fi no dell’amata alla foce, seguendo la sua prosa lieve e incisiva, città natale. assorbendo la sua erudizione tanto vasta quanto At Molo Audace, rigorosa! Divenne presto per me un vero mito, on the banks of his come quello asburgico nella lett eratura austriaca beloved hometown. moderna, di cui aveva scritt o tanti anni addietro. New York, nella “Grande Mela”, e fu la prima volta E asburgico lo immaginavo, intimidita: un che lo chiamai “Claudio”. triestino “tutt o d’un pezzo”, inaccessibile e irrag- Così lontano (ma lontano da dove, si sarà chie- giungibile. sto) lo accogliemmo come “uno di noi”. “Noi” co- Che felicità quando, all’uscita del mio primo me la mia piccola famiglia, in cui fu subito il ben- libro (di cui gli mandai una copia), non solo mi venuto, e “noi” come Center for Jewish History, il più rispose, con mia grande sorpresa, ma si off rì an- grande centro di cultura ebraica del mondo, di cui che di presentarlo per un premio lett erario a Tre- mio marito è il fondatore e il presidente. viso. Ecco che in questa citt à, ben più provinciale Fu quella sera, tra gli ebrei della diaspora, che rispett o alla Trieste imperiale, provai l’emozione Claudio mi disse di Marisa e del suo lutt o. Mi rac- di stringergli la mano. contò la storia sott ovoce, lentamente, con uno Ed emozione fu davvero. struggimento misurato e discreto. Fu da quella Non fu un incontro casuale, né una vuota sera che sentii tutt o il suo dolore e lo stupore per conversazione accademica: sentii in quella strett a una solitudine improvvisa. di mano una promessa di amicizia. Ma poi arrivarono i fi gli, Francesco e Paolo, Pochi mesi dopo, Claudio Magris att errò a uomini fatt i e uomini belli, illuminati dalla stes-

84 AUGURI CLAUDIO sa intelligenza e umanità paterna. Anche loro e un tubett o di dentifricio all’emporio locale. Fi- viaggiatori indefessi, accademici di fama, amici nalmente, le valigie furono ritrovate in un aero- “tra noi”. porto di destinazione sconosciuta. Claudio, oramai, arriva a New York come la Claudio è curioso di natura, animato non so- celebrità. Una celebrità cementata con il ricono- lo da una curiosità intellett uale – come ci si aspet- scimento e il successo che merita. Farrar Straus ta – ma da una curiosità a tutt o tondo: la stessa di Giroux, la più autorevole casa editrice del Paese, Il cimitero ebraico Ulisse, Rousseau, Holderlin o Kleist, i “deambu- di Praga, uno pubblica in traduzione eccellente i suoi saggi e ro- dei più celebri lanti” per eccellenza. manzi. Sì, è un successo d’oltreoceano, un succes- d’Europa. Esplorazioni, scoperte, incontri, amicizie di- so che si aff accia suun altro mare. Lo stesso dei The Jewish ventano allora una miscela che lo rende “un classi- Chatwin e dei Kerouac, i pionieri della globalizza- cemetery co” e una lett ura presente, seppur nella sua assenza. of Prague, one zione, i pirati alla cieca, dove il mondo diventa il of the most famous I suoi interventi pubblici hanno sempre una macrocosmo ma la vita vera rimane racchiusa tra in Europe. vena di suspense e – cosa molto più importante – infi nitimicrocosmi . Tempo e spazio, passato e presente, diventa- no allora i punti cardinali della bussola di Clau- dio, i labirinti della sua odissea individuale. Sebbene il mondo tutt o ormai sia noto […] trat- tandosi di una sola Provincia, diffi cilmente trovasi a dovere descritt a. Dedicati i Microcosmi a Marisa, parla e mo- stra i suoi macro e micro orizzonti come un Archi- tett o Misuratore ed Estimatore. Un giorno d’estate di tanti anni fa, Claudio volle mostrarmi la “sua” Trieste. Arrivando da Ve- nezia (per questioni editoriali), proposi un ap- puntamento a colazione che – di nuovo con sor- presa – fu accett ato. Mi portò dapprima lungo il sentiero di Dui- di ironia: «Arriverà Magris? Ma è davvero a New no, dove Rilke aveva composto le sue Elegie. Su York? È tornato?», si chiede il pubblico. Ma la sua quella stradina sterrata, a picco sul mare color ac- tempra triestina non lo ha mai tradito. Lui è sempre ciaio della costiera, ciuffi di fi ori selvatici spunta- presente e puntuale quando e dove deve essere. vano d’improvviso tra il verde dei cespugli. Nel Le sue conferenze, i suoi interventi, lezioni, suo passo vorace e nel portamento solenne, cre- discorsi, aneddoti sono tinti ad acquerello con dett i di leggere l’orgoglio di appartenere a quella l’umorismo di una mostra o pièce teatrale: para- citt à, quella cultura, quel passato. dossi della realtà, ossimori della logica, rappresen- Nel pomeriggio, la meta obbligatoria fu il tanze della sua specie… Caff è San Marco, un altro simbolo asburgico, di Alle pagine Tra le più recenti conferenze a New York, è cui riconobbi i dett agli dalle sue descrizioni lett e- seguenti, lo storico stato al PEN, l’associazione internazionale degli Ponte Carlo rarie e dove persino le famose maschere appese ai a Praga, scritt ori, con un intervento su Cervantes, di fronte muri mi sorridevano come complici silenziose. sulla Moldava. a centinaia di partecipanti: un grande successo. La sua costruzione E poi di nuovo negli Stati Uniti, per un corso risale al 1357. La volta successiva, per un omaggio personale tra di lett eratura comparata al Bard College con un ammiratori e amici, con lett ure alternate di brani On the following “incidente di percorso”. Perse i bagagli e rimase pages, the Charles dei suoi libri. senza una camicia fresca per alcuni giorni. Seppe Bridge in Prague, Ecco che il suo ritornare diventa un “ricono- on the Moldova recuperare il tutt o con l’ott imismo pragmatico River, dates back scerne” la consapevolezza, l’emergere di qualcosa di del viaggiatore, acquistando un paio di indumenti to 1357. magari ignorato sino a quell’att imo, ma accolto come

AUGURI CLAUDIO 85 proprio. E chissà se quella ballata di Rilke che cita ne L’infi nito viaggiare – «Perché cavalcate per que- ste terre? Chiede l’alfi ere al marchese che procede al suo fi anco. Per ritornare, risponde l’altro» – non sia anche appropriata per un Don Chisciott e che Magris legge e interpreta con incantamento. Alla fi ne dell’ultimo giorno trascorso insie- me a New York, nel lasciarci per il suo nuovo viag-

Praga Praga off re al poeta un’atmosfera, l’atmosfera ideale per la sua poetica dell’indicibile, dell’agonia e del dissolvimento dell’io nelle cose...... il rigoroso bianco e nero, anch’esso frutto di una scomposizione chimica della lingua naturale, col quale i più grandi poeti passano al fi ltro la spettralità che li circonda sino a distillare l’essenza, inattingibile e inestinguibile come la luce della legge nella parabola kafkiana.

Da: Alfabeti - Garzanti gio, mi disse: «Non perdiamoci». Lo presi sul serio, ma ogni volta che lo chiamo, quando sono di passaggio in Italia, lui è altrove. Altrove. Atlanta o Beijing, Calcutt a o Düsseldorf… e così fi no alla Patagonia o, meglio, fi no allo Zaire. A volte credo proprio di averlo perso, ma quando ritorna e lo ritrovo è sempre un’emozione. Buon compleanno, inaccessibile e irraggiun- gibile Claudio.

86 AUGURI CLAUDIO AUGURI CLAUDIO 87 GIANLUIGI COLIN Nato nel 1956, da anni aff ronta i temi della comunicazione contemporanea. Ha esposto in citt à italiane e all’estero. Art director e responsabile immagine del Corriere della Sera, si occupa di critica della fotografi a e scrive di design. Fra i suoi libri: Il disegno delle parole (Rizzoli, 1994), Imprimatur (Mott a Ed., 1998), La fabrique du present (Crac, 2000), Assenze (Fotografi a Italiana Edizioni, 2007).

Stare dalla stessa parte

88 AUGURI CLAUDIO uando la storia sarà fi nita la racconterò. Chissà, forse prevalse la necessità della distanza, Ogni capitolo avrà il titolo di un’opera. quel rispett o del tempo “grande scultore” che re- QUno per ogni anno: Lohengrin, Ernani, stituisce la verità e il valore alle cose. Certo, molte Turandot. Tre prime della Scala, tre anni di Cor- storie avrebbe potuto raccontarle davvero. Storie riere. Che ne dici?». Alberto Cavallari parlava len- di tre anni intrepidi, massacranti, densi di lacera- tamente, lo sguardo att ento a ogni reazione, la zioni e att acchi personali, non solo politici, dove mano appoggiata sulla spalla in un gesto d’aff et- lui, in prima linea, difese il giornale dal fallimen- to, quasi di protezione. Ma quel libro su una sta- to restituendolo al Paese come “istituzione” indi- gione avventurosa, tormentata e insidiosa del pendente. Corriere della Sera, Cavallari non lo scrisse mai. Avrebbe potuto raccontare lo scandalo della P2, la chiamata di Pertini («Non puoi tirarti in- Martinsc´ic´a, piccolo borgo di pescatori, dietro»), la dura batt aglia combatt uta nelle stanze sull’isola di Cres, di via Solferino e quella con i politici che volevano nell’arcipelago del Quarnero. chiudere la bocca al quotidiano, ma sopratt utt o, avrebbe potuto scrivere di un momento storico Martinsc´ ic´a, a small fishing village caotico e di un Paese al bivio. E il Corriere della on Cres island, Sera, in uno stato di vero assedio, era diventato il in the Quarnero archipelago. simbolo di un’Italia vitt ima di poteri forti e molto spesso occulti. Fuori c’era la protervia del decisio- nismo craxiano, la mafi a dei collett i bianchi, un azionista del giornale impiccato sott o un ponte a Londra. Mancava addiritt ura l’inchiostro e i cre- ditori bussavano alla porta. Dentro, uno sparuto gruppo di giornalisti e di collaboratori che, come i soldati della Fortezza raccontata da Buzzati, di- fendevano come potevano le mura. E Claudio Magris faceva parte di quei pochi soldati. Non è stato Cavallari a portare Magris al Corriere (il suo primo articolo è del 15 ott obre 1967: Da Praga a Tel Aviv, un elzeviro pubblicato nella pagina domenicale del Corriere lett erario) ma è come se lo avesse fatt o. Può apparire azzardato, ma per chi era a bordo di quella barca in tempesta il triennio 1981-84 è stato un vero periodo di for- mazione, culturale e politico. Lo è stato per quella patt uglia di uomini, e forse lo è stato anche per Claudio Magris. Proprio in quel periodo il legame tra loro cresce e si salda, trasformandosi in vera amicizia che riesce a coinvolgere le personalità più diverse: dal vicedirett ore Roberto Martinelli al cardinal Silvestrini, da Cesare Merzagora e Bruno Visentini al libraio Aldovrandi e al pitt ore Cassinari, da a un gruppo di giovani redatt ori di allora, di cui anch’io facevo parte, con Marzio Breda, Andrea Bonanni, Anto- nio Ferrari, Livio Sposito, Marco Cianca, Mauri- zio Caprara, per citarne solo alcuni.

AUGURI CLAUDIO 89 In un momento in cui tutt i abbandonavano presentò anche i suoi amici più cari tra cui Magris, la barca temendo il naufragio, Magris accompa- che ovviamente conoscevo per i suoi scritt i ma gna Cavallari nella diffi cile difesa del giornale con che sentivo particolarmente vicino anche per le importanti editoriali di impegno civile. E Caval- sue origini. Il fatt o che la sua famiglia venisse da lari, con la sensibilità del vecchio cronista e Malnisio, a pochi passi dalla “mia” Pordenone e dell’uomo di cultura, intuisce anche la grande po- che insegnasse a Trieste me lo faceva sentire anco- tenzialità narrativa dell’amico. Così, sullo spunto ra più vicino, come un compagno di viaggio più di un’inchiesta giornalistica per la terza pagina grande e più saggio (da guardare sempre con un del Corriere, nasce Danubio. Diventerà il grande e certo rispett o) ma più disponibile a una consuetu- illuminante aff resco di un’Europa complessa, po- dine, anche solo per il fatt o d’aver conosciuto i etica e tormentata. Metafora e profezia di un mon- colori delle montagne del Friuli o condiviso gli do in metamorfosi. stessi sapori di minestra e il vino delle “nostre” Ho incontrato per la prima volta Claudio osterie della Valcellina. nella stanza del dirett ore. A quel tempo Cavallari Tra Cavallari e Magris c’era un legame d’af- mi voleva sempre con sé per il disegno della prima fett o strett issimo, da vecchi compagni di viaggio. pagina. Così, per una sua forma di att enzione per «Sono stato dalle tue parti», mi disse un giorno la grafi ca e per l’evoluzione delle notizie, passavo sorridendo. «Con Claudio ho visto la tua terra e diverse ore nel suo studio. Ho sempre avuto l’im- incontrato un grande poeta, ». E via pressione però che avesse piacere di avermi vici- a parlare, ricercando in quella stanza, quasi in un no, quasi gli ricordassi uno dei suoi tanti studenti senso di compensazione: la semplicità, la profon- della Sorbona. Uno di quei ragazzi ai quali spiega- dità e l’umanità dell’incontro, così lontani da va i “campi di forze” che si esercitano nei giornali quelle pareti di via Solferino. «Viaggiare non per e teorizzati nel suo La fabbrica del presente (tutt ora arrivare ma per viaggiare, per arrivare più tardi fondamentale per capire qualcosa del sistema possibile, per non arrivare possibilmente mai», dell’informazione). Ero anch’io, d’altronde, uno scrive Magris. E Cavallari, nel volume Autodizio- studente e lui con generosità si comportava come nario degli scritt ori italiani con malinconica ironia gli era più naturale, spiegando a chi gli era vicino scrive un suo immaginario epitaffi o: «Visse, scris- quello che stava accadendo nel Paese: analizzava se, viaggiò, cioè inutilmente fuggì». Forse, pro- tra le pieghe delle notizie gli intrecci tra economia prio in queste parole si rivela il vero collante tra i e politica, suggeriva interpretazioni, aiutava a due. Entrambi, come Franz Tunda, il protagonista comprendere degli scenari internazionali. del romanzo di Joseph Roth Fuga senza fi ne, si so- Semplicemente era un maestro. Un grande no sempre mossi con disincanto nel labirintico maestro. E svolgeva quel ruolo in modo naturale, tormento del proprio tempo. Entrambi, cercando con spontaneità. Talvolta lo faceva addentando di comprenderlo e raccontarlo. Cavallari da co- un panino in un momento di pausa, al Tombon de raggioso giornalista di razza, Magris con lo sguar- San Marc dietro al giornale, oppure dopo la chiu- do dell’intellett uale, dello scritt ore raffi nato che sura, alla fi ne della giornata, alla tratt oria La Libe- diventa voce della società civile. ra, coinvolgendo altri giovani colleghi davanti a Il viaggio, dunque. È lo stesso Magris a ricor- una pizza al peperoncino: era lì che riconquistava dare un’altra avventura con Cavallari, non più di- energia e non fi niva mai di parlare, con il tormen- rett ore, a Vienna, che divenne qualche anno dopo to di tutt i i camerieri costrett i a tenere il locale anche un suo aff ett uoso racconto sulle pagine del aperto sino alle quatt ro del matt ino. Corriere: Alberto e Marisa non c’erano più. Solo Cavallari amava di più i giovani colleghi che una fotografi a e delle ombre. Ma come nei rove- i “vecchi senatori” del Corriere e a suo modo mi sciamenti teatrali (e nella personalità di entrambi aveva adott ato, coinvolgendomi non solo per la i protagonisti) il racconto apre uno squarcio im- fatt ura del giornale ma anche in quelle relazioni provviso verso la giocosità della vita. Così il ricor- umane che lo toccavano da vicino. Fu così che mi do passa att raverso una fotografi a dove si vedono

90 AUGURI CLAUDIO Magris e Cavallari aff rontare le fredde folate di Con Jacques Le Goff, vento sulle sponde del Danubio (l’uno altero, l’al- uno dei maggiori tro piegato e con un buff o colbacco in testa). medievalisti Quell’immagine diventa l’occasione per lo del Novecento. scherzo ordito da un’allieva di Magris, consuma- With Jacques Le Goff, one of to sul Falter, un giornale politico-culturale con the most renowned vocazioni alla burla. Il titolo si domanda: “In mis- mediaevalists of the sione segreta?”. E nella didascalia: «Il noto ger- Twentieth-century. manista doktor Claudio Magris lascia la Hof- burg, seguito dal suo assistente Alberto Cavallari, fi no a poco tempo fa dirett ore del Corriere della Sera. Secondo voci che circolano in ambienti so- litamente bene informati, i due si troverebbero a Vienna in missione segreta per far luce sui retro- In compagnia scena dell’aff are Reder (il criminale nazista con- del grande dannato per l’eccidio di Marzabott o, graziato scrittore e saggista francese dall’Italia e accolto come un eroe in Austria). George Steiner. Parrebbe, secondo le ultime ricerche, che le tanto discusse accoglienze di Reder a Graz siano da With the great French writer ricondurre a un malinteso intercorso tra l’Austria and essayist, e l’Italia. Sembrerebbe cioè che in base agli accor- George Steiner. di tra i due Paesi, a Graz dovesse arrivare non Re- der ma Craxi e ciò spiegherebbe le accoglienze uffi ciali». Alberto e Claudio fecero insieme grandi ri- sate. Lo stesso Magris si prese la briga di manda- re a Craxi, allora presidente del Consiglio, una copia del giornale con la foto dello scherzo e un Claudio Magris bigliett o da visita. Non ci fu risposta. Forse i ran- con il poeta e critico d’arte cori erano ancora troppo vivi e il gioco non è Jean-Baptiste Para. stato apprezzato. Era un modo per dire che la Fortezza poteva anche essere conquistata. Ma la Claudio Magris with the poet batt aglia per un buon giornalismo non sarebbe and art critic fi nita mai. Così come non verrà mai meno la fe- Jean-Baptiste Para. deltà al Corriere di chi si è batt uto dalla parte giu- sta in quegli anni. E lo dimostra anche la conti- nuità dei profetici e acuti interventi di Magris che ancor oggi appaiono sulle colonne del gior- nale di via Solferino. Pensando a quei giorni, tornano alla mente le parole di un fondo nel quale Cavallari scrisse di preferire i carabinieri ai ladri. A Craxi non piac- diosa insistenza: strapotere della politica, confl it- que. Ci fu un processo voluto dall’allora presiden- to di interessi, P2, corruzione, questione morale, te del Consiglio e il dirett ore del Corriere la pagò libertà di informazione. Il tempo appare incredi- cara registrando una condanna alla prigione e bilmente sospeso. E penso all’amara verità di Elias una penale di cento milioni che saldò di tasca pro- Canett i: «La cosa più dura è scoprire quello che pria. Oggi, altre parole si ripresentano con fasti- già si sa».

AUGURI CLAUDIO 91 MAURO CORONA Nato a Erto (PN) nel 1950. Per anni fa il boscaiolo e il cavatore. Frequenta lo scultore Augusto Murer e diviene un apprezzato scultore ligneo. I Salesiani, durante le medie e il liceo, gli fanno amare la lett ura. Prima di scrivere una riga legge due pile di libri, dai classici russi al cileno Francisco Coloane. Att ualmente la sua produzione conta 13 opere, da Il volo della martora (Vivalda Editori, 1997) a Storia di Neve (Mondadori, 2008). na volta Borges disse: «Lascio agli altri la gloria dei libri che hanno scritt o, la mia Non bisognerebbe Ugloria sono i libri che ho lett o». Vale an- che per me. E, per me, vale ancor di più un’altra mai dire “io” frase di Borges, questa: «Forse era meglio se mi fossi limitato a leggere». Sovente Borges demoliva il suo genio. Ma mentiva. Sapeva fi n da piccolo che il suo destino era lett erario. Per me, invece, imbratt ar carta è sta- to un caso, mai avrei pensato in seguito di fare una dozzina di libri. Devo comunque le mie fortune lett erarie, se così si può dire, a Marisa Madieri, moglie di Claudio Magris. Avevo lett o Danubio e Un altro mare e volevo conoscerlo. Lo seguivo sul Corriere della Sera da anni, credo di aver messo in cartella tutt i i suoi scritt i approdati in via Solferino (e la collezione continua). Ma incontrare Magris non era facile, lui era Magris, io un probabile seccatore. L’occa- sione capitò un giorno di pioggia. Non era piog- gia, era diluvio. Mi chiamò al telefono Aldo Co- lonnello, l’uomo del Menocchio, quello che ha cavato dall’oblio Federico Tavan, il poeta male- dett o che, al pari di Robert Walser, nell’oblio ha voluto tornare. Aldo mi disse che Magris, in matt inata, sa- rebbe venuto a Erto, per uno dei suoi pezzi sul Corriere che poi uscì col titolo Valcellina, patria orrida e tenera. Non stavo nella pelle, la fortuna mi dava una mano! Invece me la negò! Dopo un pa- io d’ore mi richiamò Aldo. Disse che il tempo era orrendo, pioveva troppo, Claudio si sarebbe fer- mato ad Andreis con la moglie Marisa e l’amico Paolo Bozzi. A quei tempi non avevo automobile. Cercai qualche amico che mi portasse giù con la sua. Uno mi disse che ero pazzo: «Con questo tempo?!». Ricordai di avere gambe buone e par- tii di corsa. In poco più di tre ore stringevo la ma- no a Magris nell’osteria di Andreis. Gli regalai un disegno ormai fradicio che avevo portato nello

92 AUGURI CLAUDIO zaino. Dopo un’orett a la scalogna sembrò cam- A Punta Salvore genti. Chi non ha lett o La radura e Verde acqua ha con la moglie, biare posto. Smise di piovere, dalla nuvolaglia di l’apprezzata perso qualcosa. piombo cadde un raggio sulla piazza del paese. scrittrice Marisa Purtroppo al tempo ignoravo le sue capacità; Allora Magris decise di proseguire il viaggio fi no Madieri. così, incauto, sprovveduto e anche superfi ciale, a Erto e Casso, ultimi avamposti di quel Friuli At Punta Salvore non avendo intuito la grandezza di chi mi stava with his wife, the dimenticato da Dio e dagli uomini. Aveva una acclaimed writer vicino, cercai l’avallo di questo famoso scritt ore. 127 verde scuro. Marisa Madieri. Tengo a precisare che non era Carlo Sgorlon. Si chiacchierò nella mia tana di scultore, se- Sgorlon mi ha sempre sostenuto e recensito con duti su ciocchi di pino cembro. Poi un’osteria là a ff e tt o. Il noto scritt ore fu piutt osto spiccio: «An- vicino ci servì pane e salame, e del Clinton che che tu – bofonchiò quasi adirato – ti sei messo a faceva storcere la lingua. Non udito dagli altri, scrivere. In Italia tutt i scrivono e nessuno legge. confessai a Marisa che avevo da parte delle robe Tu devi fare lo scultore e basta». Mi congedò sar- scritt e. Dirlo a Magris mi pareva osare troppo, ma castico con un «vai a scolpire» senza aver lett o in seguito osai anche di più. «Fammele avere» una riga. Raccolsi i miei fogli dalla sua off esa scri- sussurrò. Le feci avere poco e niente, ma qualcosa vania e sparii. L’amico Icio Duran, che aspett ava lesse e mi spronò a continuare. Alla sera ci salu- fuori, mi riportò a casa. Il viaggio fu lungo, le oste- tammo. Ero contento: avevo fi nalmente cono- rie tante e la delusione cocente. Così annegai nel sciuto Magris. Incoraggiato da Marisa continuai vino la batosta. Una volta a casa, accesi la grande (come ama dire Claudio) a scribacchiare, anche stufa di ghisa modello Arctic e bruciai tutt o quel se non ero troppo convinto. Allora, per esser sicu- che avevo scritt o in anni di tentativi. Non pago, ro del fatt o mio, cercai l’avallo di un noto scritt ore. incenerii una scatola di foto che avevo sott o ma- Ancora non sapevo che una grande scrittrice no: robe d’infanzia, cresime, prime comunioni, l’avevo sfi orata poco tempo prima, e mi aveva in- batt esimi. Poi andai di sopra a scovare l’album del coraggiato. Marisa Madieri è scritt rice di forza mio matrimonio. Cenere anche quello. Tutt o spa- unica. Dico lo è perché, anche se è scomparsa, ri- rì nella stufa, assieme all’idea di scrivere. Ripresi a mangono i suoi libri, potenti, malinconici, strug- scalpellare tronchi limitandomi a leggere, convin-

AUGURI CLAUDIO 93 94 AUGURI CLAUDIO cendomi che, forse, come diceva Borges menten- Claudio Magris dett o, che sua moglie giocò una parte fondamen- e il mare, do, sarebbe stato meglio così. In quel periodo lessi “... inesauribile tale nel convincerlo. Dedicai quel libro a Marisa, anche i libri di Marisa. e inesplicabile”. che un giorno mi disse «scrivi». Lei era morta E, come se lo avesse deciso apposta, il destino Claudio Magris poco tempo prima. mi avvicinò di nuovo a lei. Fu un giorno a Monte- and the sea, Mi accorgo che, per parlare di Claudio e Ma- “... inexhaustible reale, alla festa delle pannocchie. C’erano Claudio and inexplicable”. risa, e dell’aff ett o riconoscente che nutro nei loro Magris e Aldo Colonnello. E sempre Paolo Bozzi. confronti, alla fi ne ho tirato in ballo me stesso. E Ricordo una tett oia o un capannone, rotoli di questo non va bene. pannocchie che abbrustolivano sulle braci e del A un Premio Nonino, un giorno Claudio mi buon vino. Marisa, in disparte, mi chiese se proce- disse: «Quando si scrive non bisognerebbe mai devo nei tentativi lett erari. Le raccontai la faccen- dire “io”». Queste sono le cose che ho in mente da del noto scritt ore. E della stufa. Mi guardò co- Nella pagina prima di tutt e, cose di un tempo lontano presenti a fianco, in alto, me si guarda un povero diavolo. Poi, sott ovoce, il professore nella memoria. Ricordi di giorni belli e indimen- disse: «Vai a casa e scrivi». Non tornò mai più è ritratto con ticabili, quando ebbi la fortuna di conoscere sull’argomento. Incoraggiato da quelle parole, di- “nonna” Anka, cui Claudio Magris e sua moglie Marisa Madieri. Al- ha dedicato un rett e e senza fronzoli, pian piano riscrissi tutt i i capitolo di lora erano assieme e stavano bene assieme coi racconti, usciti poi nella raccolta Il volo della mar- Danubio. loro fi gli Paolo e Francesco. Ma la vita separa chi tora, e le altre robe incenerite. On the other page, si ama, scrisse un giorno Edgar Lee Masters. La Certo, riscrivere è come fare un trasloco, top, the professor grande signora stava per arrivare, era appena die- shown with qualcosa va perduto, ma qualcosa pure si ritrova. “grandma” Anka, tro l’angolo. Loro, però, non guardavano l’ango- Incautamente e molto sfacciatamente, ebbi poi la to whom he lo, vivevano guardando lontano, perché, come dedicated a sfrontatezza di chiedere la prefazione proprio a chapter of dice un vecchio ertano, si riparte ogni matt ina, Magris. Sono certo, anche se lui non lo ha mai Danubio. da quello che resta.

AUGURI CLAUDIO 95 La Bisiacaria... Turriaco, San Pier d’Isonzo, Staranzano

... è uno degli spazi paralleli, contigui alla nostra realtà quotidiana, cui si passa accanto molto spesso ma in cui non si entra quasi mai, come in certe vie della propria città o in certi paesi ai margini dell’autostrada. Da: L’infi nito viaggiare - Mondadori

MARIA CAROLINA FOI È professore di Lett eratura tedesca presso l’Università di Trieste. Ha scritt o sopratt utt o su Heine e su Schiller.

ta francamente conservatore, della facoltà di Giu- risprudenza facevano da contraltare gli esperi- Quello che è vita menti o le fughe nel buio di quella di Scienze politiche. I maestri erano molti, si potevano addi- e quello ritt ura ascoltare i maestri dei maestri, come Enri- co Opocher, il maestro di Toni Negri. Rifl ett endo che è letteratura sul fenomeno giuridico e quindi su ciò che noi saremmo stati chiamati a fare, Opocher ci spiega- va che l’evangelico nolite iudicare era il discrimine, il punto di non ritorno fra chi voleva fare il magi- ul fi nire degli anni Sett anta, precisamente strato o l’avvocato e assumersi il compito di pro- nel ’77 o giù di lì, studiare Legge a Padova nunciare parole eff ett ive che statuissero il giusto, A Gorizia, sulle rive Svoleva dire fare esperienza di mondi paral- del fiume Isonzo. e chi invece esitava, sospett ando che nella vita i leli. Per Porta Altinate, fra il Bo’ e il Santo, si cam- conti potessero non tornare esatt amente. In Gorizia, on the minava fra le ideologie, si att raversavano i fronti banks of the River A Padova ho conosciuto Claudio Magris, o caldi del politico. Allo stile di studio severo, talvol- Isonzo. meglio ho lett o un suo elzeviro del Corriere della

98 AUGURI CLAUDIO Sera sui diari di Tolstoj: c’era scritt o che alla fi ne la ma possedeva vissuta una vigile, quasi istintiva poesia appartiene a tutt i. E dunque nolite iudicare: consapevolezza della distinzione fra la persuasio- un viaggio a Trieste, per studiare lett eratura tede- ne e la retorica, fra l’essere tutt ’uno con quel che si sca, proprio quella che amavo di più, e con quel dice e l’esibirlo per convincere sé e gli altri della professore, non un altro, perché mi pareva aver sua presunta ragione superiore, la distinzione in- dett o bene quello che in fondo pensavo pure io. somma fra quello che è vita e quello che è lett era- A chi aveva ancora negli occhi i reparti di po- tura. Non si sfuggiva, anche in poesia le parole lizia della seconda celere di Padova eternamente potevano statuire a loro modo il giusto, e se non si schierati in piazza dei Signori a presidiare il cosid- capiva questo sarebbe stato più dignitoso occu- dett o gioco degli opposti estremismi, Trieste ap- parsi d’altro. Non erano neppure ammessi com- pariva allora davvero esotica: le donne della Bo- piacimenti psico-sentimentali nelle parole altrui, snia nei lunghi calzoni turchi che ti accoglievano «mitsingen ist verboten» ci ricordava con Croce, accovacciate nei corridoi della stazione, l’ultima e infi ne: bisognava saper leggere tra le righe sì, ma prima del confi ne orientale, raggiunta da un treno non sopra. che verso la meta andava spopolandosi senza ri- Ancora più sorprendente era poi scoprire un Nella Biblioteca medio. Civica di Gorizia, professore che ti prestava i suoi libri per i seminari, Cambiare facoltà, gett ar lo ius alle ortiche, che ha sede nello se la biblioteca d’Istituto, come si doveva pur am- stesso edificio ove accordo fatt o. Al confronto coi paludati giuristi è ospitata quella mett ere, non era troppo fornita. Ma l’Istituto pol- padovani era il tratt o assolutamente paritario e Statale Isontina. veroso raggiunto al fondo di un labirinto poteva insieme rispett oso della diff erenza, della distanza In Gorizia Public anche brillare di luci lontane. Erano gli aneddoti e che mi sorprendeva nel mio nuovo Doktorvater, Library, located in i racconti di Claudio, che pendolava ancora fra the same building quel darsi del tu nella sostanza senza tradire il as the Isontina Trieste e Torino allargando via via il raggio dei “lei” della forma. Lo spiegava con Michelstaedter, State Library. suoi viaggi. Erano vicende minime e storie del

AUGURI CLAUDIO 99 mondo in grande, raccontate da persone o da libri, che stavano in libri già scritt i e in quelli che sareb- bero venuti, o che stavano soltanto lì, quando era lui a raccontarle, scandite dai tempi del calendario

Il cimitero ebraico di Nova Gorica ove è sepolto Carlo Gorizia Michelstaedter, filosofo e poeta Una straordinaria stazione meteorologica della goriziano. fi ne del mondo negli ultimi anni dell’Impero, The Nova Gorica tranquilla e appartata, Jewish cemetery ma attraversata da genio e tragedia... is the resting place of Carlo Il verde acqua dell’Isonzo, Michelstaedter, il colore della mia vita, quel liceo dal quale a philosopher and allievi che si chiamavano Michelstaedter, poet from Gorizia. Paternolli, Mreule e Pocar potevano vedere, come oltre il muro di una possibile e struggente lontananza, il castello, potevano vedere il castello di Kafka...

Da: Tracce di un’assenza - Danilo De Marco - Claudio Magris accademico, dal ritmo intermitt ente delle parten- bar Linda, il bar Gina, senza trascurare il tono mari- ze e dei ritorni, della presenza e della assenza. naresco, più virile, off erto dal bar Motonave. Ci si Tra un viaggio e l’altro, oltre che a lezione, gli scambiavano lì relazioni di seminario, capitoli di tesi, incontri avvenivano non tanto nei più celebrati Caf- note bibliografi che, libri, lett ere di presentazione, fo- fè San Marco o Tommaseo, ma in luoghi improba- tocopie, sempre di corsa, con il vento in poppa; una bili, a volte persino potenzialmente sordidi, nei bar consuetudine che ancora oggi non si è aff att o persa. di quartiere del colle di San Vito intorno all’Univer- Sopratt utt o il prestito dei libri avrebbe in se- sità vecchia, bar dai nomi banali di donne placide, il guito assunto dimensioni impreviste, un altro

100 AUGURI CLAUDIO momento in cui la lezione extra moenia contò non Il muro del severo spone poi diversamente, qualcosa si perde, qual- Staatsgymnasium di poco. L’occasione fu un lavoraccio redazionale Gorizia. Sullo sfondo cosa si ritrova. Accade lo stesso nelle relazioni che si risolse in una sorta di trasloco. Le fonti da il castello, simbolo importanti della vita, qualcosa si intende, qualco- controllare affl uivano in quantità, la mia stanza si della città. sa si fraintende o si capisce forse solo molto più riempiva dei libri con le annotazioni di Claudio, The stark wall of the tardi. Alla fi ne, quella volta del gran trasloco, saltò lett ure, scoperte per me nuove, Singer, Borges, Ja- Staatsgymnasium fuori pure un libro che non apparteneva a nessu- in Gorizia. Behind kobsen. A impresa conclusa la restituzione. Come the castle, symbol no di noi due. in eff ett i avviene in ogni trasloco, il tutt o si ridi- of the city. Buon compleanno, Claudio.

AUGURI CLAUDIO 101 J. A. GONZÁLEZ SAINZ Scritt ore spagnolo, è nato a Soria nel 1956. Att ualmente vive a Trieste dopo averlo fatt o per vent’anni a Venezia. Tra i suoi libri spiccano Un mundo exasperado (Anagrama, 1995) e Volver al mundo (Anagrama, 2003). Ha ricevuto il “Premio Herralde de Novela” (1995) e il “Premio de las Letras Españolas” della Comunidad de Castilla y León (2005). Ha tradott o in spagnolo buona parte dei libri di Magris.

nante e condivisibile, limitrofo e oltrepassabile, pieno e vuoto: mi parlò del mare, del mare concre- Mare Magris to e azzurro delle sue estati nelle isole del Quarne- ro, con le loro genti e storie, e del mare fi gurato, smisurato e allo stesso tempo puntuale, specchio l giorno in cui conobbi Claudio Magris, mi Nella pagina a di pienezza e insieme vertigine del maggiore vuoto, fianco: il selvaggio parlò subito del mare. Come se si tratt asse di ambiente naturale causa di separazione come di vincolo e integrazio- un’ossessione o di un amore debordante – di dell’isola di Cres ne. Mi parlò anche dei vincoli e delle separazioni I in Dalmazia. un amore per l’ossessione o di una passione osses- con se stesso, con la sua storia e i suoi mari interni. siva –, il mare apparve più volte nelle anse della On the other page: Il mare – i mari – non è solo il luogo o lo sce- conversazione allo stesso modo in cui, fi ancheg- the wild natural nario che è raro manchi nei libri e nelle narrazioni environment giando le scogliere della costa, appare alla vista of Cres island di Claudio Magris, ma è, assieme a quella del viag- quando non lo nascondono le gallerie o le curve in Dalmatia. gio e ad alcune altre, come ad esempio la disgre- più pronunciate. gazione e la diluizione di tutt o, la sua immagine e Correvano i giorni di giugno del 1991 in cui Lo scrittore metafora fondamentale, il suo fondamentale mi- erano appena scoppiati i confl itt i nella ex Jugosla- spagnolo José crocosmo immaginativo e allegorico. È anche la González Sainz via, si scoperchiava l’inestricabile vermicaio della con la traduttrice metafora più complessa, più ambivalente, inesau- disgregazione balcanica – i giorni, anche, dell’ini- Graziella Fantini ribile e insondabile. e Claudio Magris zio dell’ignobile att eggiamento dell’Europa a ri- a Trieste. Prima di tutt o, il mare è nei suoi scritt i – nel- guardo – e Claudio Magris, mentre non nasconde- la sua vita – il paesaggio della «pienezza dell’amo- The Spanish writer va la sua preoccupazione e il disgusto per il José González re e dell’esistenza condivisa», è il luogo delle processo di dissoluzione iugoslava e per le possibili Sainz with the illusioni di michelstaedteriana persuasione perma- translator Graziella atrocità delle guerre che avrebbero potuto scate- Fantini and Claudio nente e della continua epifania della vita. È anche, narsi, mi parlò di ciò che è unito e separato, confi - Magris in Trieste. al contrario e insieme, il luogo per antonomasia del naufragio di tutt o ciò e della risacca, più o me- no crudele, della sua nostalgia. Mentre la terra riceve e sopporta materna- mente l’aratro che la solca, si dice in Un altro mare, la prua che fende l’acqua non la raggiunge, perché sembra cadere nel vuoto della fenditura che si apre sott o di essa. Il mare aperto è dunque un’im- mensa burla, un continuo e intercambiabile mi- raggio, è l’irraggiungibile per molto che si solchi, «un riso inatt ingibile» e, a diff erenza della terra, «niente vi lascia segno; le braccia che nuotano non lo stringono, lo allontanano e lo perdono, lui non si dà». Il mare è il riso, è la nostra burla; di tutt e le nostre azioni e illusioni non vi resta a breve alcu- na traccia visibile, niente lo include né lo spezza;

102 AUGURI CLAUDIO AUGURI CLAUDIO 103 le braccia del nuotatore, al volerlo stringere, non La pittoresca non cessare mai di sognarlo. Il mare è ciò che non cittadina ott engono se non di perderlo nello stesso tentati- di Rovigno, sul si dà ma non si smett e mai di pretendere che si dia vo di abbracciarlo. Così come la nostra mente, litorale occidentale e, per questo, con una comprensibile inversione, a dell’Istria. Svetta che lo perde e se lo lascia sgusciar via quando più il campanile lui si danno i personaggi più sognatori o più volen- lo stava abbracciando e cercando di comprende- di Santa Eufemia, terosi, più pretenziosi, anche, e più soggiogati simile a quello re; di qui la sua potenza di simbolo, perché è dei di San Marco. dall’assoluto o, ancora, i personaggi con maggior simboli lo sgusciare via, il mantenere sempre caos dentro, con più mare interno. Quel mare in- The picturesque aperta la breccia alla distanza tra il signifi care e il town of Rovigno, terno che è ciò che davvero si ama degli altri, al di conio, come se di moneta si tratt asse, di signifi ca- on the west coast là del loro corpo o dell’idea del loro volto. Quan- to. Da ciò, inoltre, che ogni cosa, cominciando of Istria. The Santa Eufemia bell tower, do amiamo un uomo o una donna, pensava Enri- dalle più grandi e insondabili e terminando con quite similar to co Mreule, non amiamo loro, in realtà, ma il mare le più piccole e apparentemente accessibili, sia in that of San Marco, che hanno nello sguardo e nel sorriso. reaches for the sky. fondo un mare. C’è una chiamata del mare, più che una sem- Perché il mare, al contrario della terra, mai si plice att razione, che è quella che sente per esem- dà né mai si possiede. Per questo non ci stanchiamo pio Enrico Mreule in Un altro mare, o che sente mai di guardarlo, di desiderarlo e di sentirci stre- Claudio Magris att raverso i suoi personaggi o at- gati e intimoriti, att ratt i dal prurito di solcarlo e di traverso il personaggio di se stesso: la chiamata

104 AUGURI CLAUDIO dell’immenso, dell’irraggiungibile, d e l l ’ i n fi n i t a - senza, non conserva memoria: per questo i mari mente intercambiabile ma, a sua volta, apprezza- attorno all’Australia sono più mari degli altri. bilmente immobile all’occasione; di ciò che è se «Perché gli altri conservano ancora alcune tracce stesso ma, subito dopo, può essere anche il suo della miseria e grandezza dell’uomo, della gloria esatt o rovescio, di ciò che non si riesce mai a rag- Punta Salvore, dei sovrani e ardire dei mercanti e calamità dei Istria. Il mare giungere per molto che ci si provi, alla maniera è metafora naufragi, mentre in quelli non c’è niente, né nomi delle prue che, come abbiamo visto, fendono l’ac- fondamentale né eventi. Tutt a la storia è in essi una pietra che nella narrativa qua ma non la raggiungono perché è come se ca- del grande cade in acqua senza lasciar traccia». dessero nella fenditura che si apre sott o di esse. È triestino: “...dal Il mare, inoltre, che è il luogo della felicità al mare viene la chiamata della promessa di felicità che racchiude incontro il ricordo pari di quello della sventura, incluso quello della il mare e del sogno di signifi cato, la chiamata del di un’infanzia maggior sventura della sparizione, che è l’ambito più antica luogo della ricerca di intensità e di senso per antono- di quella vissuta delle epifanie e assieme della claudicazione e della masia. Ma, al tempo stesso che alberga l’incantesi- da ognuno...”. morte, è anche la donna. Tutt e le donne delle nar- mo dell’avventura, è anche l’oscuro fascino della sventura, giacché il mare è sempre an- che “troppo” e, come ogni ricerca, ogni promessa e ogni incantesimo, facilmente può aff ogare nel suo contrario ogni traccia di felicità e di senso. Perché, oltre all’ambito della felicità e della ricerca, il mare è anche il luogo della perdita e della disdett a, dei naufragi, il luo- go “dove tutt o si perde e sparisce”, il luogo senza pietà, per niente e per nessuno. A confronto con i sogni e le illusioni della volontà, a confronto con i miraggi della persuasione e con chi non si accontenta che le cose siano come siano e ambisce a cambiarle, a confronto con le ansie rivolu- zionarie in Alla cieca, il mare è ciò che sta lì e basta, è ciò che si basta. L’unica cosa che si può Punta Salvore, razioni di Magris sono il mare e, come lui, sono la Istria. The sea is a fare davanti a lui è ascoltarlo, osservarlo – in tutt e fundamental grande traversata, l’intensità più apprezzabilmente le accezioni della parola –, dirgli di sì e tirare avan- metaphor in the durevole e la più insostenibilmente fi nita, la pie- tales of the great ti come sempre, senza pretendere che non scateni Triestine: “...from nezza più materiale e assieme più fi gurata e deli- di volta in quanto un pandemonio o che non lasci, the sea comes a quescente. È ciò che ci pone tra la spada della memory of an ogni tanto, che arrivino i pescecani a bazzicare infancy older than fi nzione e la parete della realtà, che ci porta tra la nelle nostre vicinanze. that lived by each Scilla dell’assoluto, di ciò che potrebbe essere, e la Se il mare è, da un lato, l’immensamente ugua- one of us...”. Cariddi di ciò che c’è ed è, faccia a faccia, senza le a se stesso, è anche l’essenzialmente diff erente: «Il scampo, con noi stessi: «In certe giornate di per- mare era là, blu indaco col maestrale e verdastro fett a trasparenza, in cui sembra di vedere il fondo con lo scirocco, nero col neverino che veniva giù dell’esistenza, i colori assoluti del mare ci dicono di colpo dal Velebit». Su di lui gli uomini hanno quello che la vita potrebbe e dovrebbe essere, la scritt o memorabili pagine d’avventura, ammira- sua pienezza, il suo signifi cato, la sua intensità, e ci bili racconti di tenacità ed eroismo, di giubilo e mett ono dunque faccia a faccia con la nostra pe- divertimento, e anche la Storia ha dato alcune del- nosa verità, con la falsità, con la mutilazione, con le sue pennellate più sinistre. Ma lui, il mare, è an- la miseria della nostra esistenza». che l’oblio di una e dell’altra cosa, è ciò che, in es- (Traduzione di Stefano Ballarin)

AUGURI CLAUDIO 105 NADINE GORDIMER È nata nel Transvaal, in Sudafrica, nel 1923. Premio Nobel per la Lett eratura nel 1991, è autrice di numerosi romanzi, racconti e saggi. Nelle sue opere, sempre caratt erizzate da una fi ne analisi psicologica, ha espresso la rivolta contro la politica razzista sudafricana. Nel 1987 è stata tra i fondatori del “Congress of South African Writer”, associazione di scritt ori che promuove la lett eratura tra le comunità più svantaggiate e discriminate.

l mondo è una cavità incerta, nella quale la scritt ura si addentra perplessa e ostinata». Un posto INon accade spesso che citare in un contesto diff erente qualcosa che uno scritt ore ha scritt o sia al “Caffè Magris” il modo migliore per riassumere il suo lavoro ri- spett o a qualsiasi tentativo di riassumerlo con le proprie parole. Tutt avia, all’interno di una generazione di scritt ori italiani e dei loro immediati predecessori, Lo scrittore all’antico Caffè San Marco a Trieste, di cui è un celebre “avventore”, come lo furono – in passato – anche Svevo, Saba e Joyce. nessuno è riuscito a penetrare in tale cavità più The writer in the old Café San Marco in Trieste, of which he was a famous “patron”, profondamente di Claudio Magris. like – in the past – Svevo, Saba and Joyce. Per lui, è una cavità priva di restrizioni di contenimento culturale; la capacità di penetra- zione unica e inimitabile di cui è dotato (e che ha l’ardire di usare senza piegarsi ad alcuna con- venzione rispetto all’argomento e al modo in cui ci si aspetta venga espresso) espande i confini territoriali della vita al di là di quello che è uno dei variegati luoghi d’incontro dell’Europa, Trieste, cingendo anche l’Africa, le Mauritius, l’Asia e oltre. Usa magistralmente la narrativa e la fi losofi a, la storia e l’immediatezza (il momento della scrit- tura) non in forme lett erarie separate, secondo generi codifi cati, ma come fossero un unico mo- dello di comprensione indivisibile fornito al lett o- re. Un’illuminazione att raverso il potere insonda- to della Parola Scritt a. Credo che lo splendido Danubio sia l’opera più lett a tra i lavori di Magris, ma quella a cui io ritorno spesso è Microcosmi. Ogni volta è una rivelazione, una rivelazione all’interno delle grandi “pretese” di quest’opera, di un qualcosa che non ero riuscita a cogliere nel cor- so delle lett ure precedenti. Lo si considera uno scritt ore “diffi cile”, il che signifi ca che non lo accontenta facilmente quanto vi sia di trasmissibile all’interno dell’esplorazione delle azioni, delle credenze, dei valori, delle emo- zioni, della morale privata e di quella politica.

106 AUGURI CLAUDIO Il lett ore è spinto a proseguire la ricerca: scar- cammino nella sua direzione, att raverso il deserto». tando, trovando – per se stesso, per se stessa. Leggere Claudio Magris è sedersi al Caff è Claudio Magris, rimestati dal senso di sfi da, deli- Il Caff è è una “Accademia platonica”. E in ziati dal fuoco e dalla grazia di come la Parola Microcosmi prosegue la citazione: «In quest’acca- Scritt a possa off rirsi e di cosa possa off rire. demia non s’insegna niente […] In questo luogo Ringrazio di avere un mio posto a uno dei del disincanto, in cui si sa già come fi nisce lo tavoli di quel Caff è. spett acolo […] non c’è posto per […] [una] re- (Traduzione di Valentina Vendrame) denzione facile ed immediata. Là fuori i falsi Messia hanno buon gioco, trascinando seguaci abbagliati da miraggi di salvezza su strade che essi non sono in grado di percorrere e avviando- li così alla distruzione». Nel Caff è San Marco, scena di una parte cen- trale di Microcosmi, «non ci si illude che il peccato originale non sia stato commesso [politico o religio- so – questa la mia interpretazione] e che la vita sia vergine e innocente; per questo è più diffi c i l e r i fi l a - re ai suoi clienti qualche patacca, un bigliett o d’in- gresso per la Terra Promessa. Scrivere signifi ca sa- pere di non essere nella Terra Promessa e di non potervi arrivare mai, ma continuare tenacemente il

AUGURI CLAUDIO 107 GIOVANNA IOLI Nata in Carnia, risiede a Torino. Come italianista non ha mai smesso di studiare Dante (nelle edizioni a più mani della Divina Commedia della SEI c’è anche la sua) e Montale (Slatkine, 1987; Salerno Editore, 1992), ma si è occupata anche di Buzzati, Svevo, Foscolo. Come narratrice ha pubblicato A giro e Giramondo (Viennepierre, 2004 e 2008).

Ëufratès e Tigri

ma i fi umi, non quelli che s’impaludano Nell’isola di Cres, uno dei luoghi come nel Conde in cui marcisce il loto, ma di riposo preferiti i precursori di viaggi sonnolenti verso il dallo scrittore e A dalla sua famiglia. mare, capaci di trascinare acqua sempre nuova e vecchie storie destinate all’oblio. Lungo le sponde On Cres island, one of the favourite del Po, dalla sorgente certa, o del Danubio, che places of the writer sfocia aggirando “la citt à morta”, Histria, un nome and his family, they che evoca quello che in origine ebbe il fi ume, ma went to relax. anche i luoghi della sua estate, Claudio ha fondato un’epica sull’acqua, dove la vera impronta d’esi- stenza sta nei riverberi di un’originale curvatura del destino, imboccata nel suo eterno viaggiare tra libri, uomini senza qualità per i quali non è previsto il ritorno e i Leopold Bloom che, invece, trovano conferme solo nei microcosmi dai quali hanno preso le distanze. Nasce così la sua “identi- tà di frontiera” e la vocazione lett eraria al doppio speculare, tra autobiografi a e lett eratura, saggisti-

108 AUGURI CLAUDIO ca e narrativa, vita e morte, Storia con la maiusco- scio e certamente non è scomparsa, ma «un rito la e “microgrammi, microcosmi”, sogni, direbbe della coesione sociale, una forza centripeta», dice lui, cose piccole, ma non minime, perché è solo nella Mostra, «una piccola stella che collassa», un nei dett agli che s’incontra una grandezza che non buco nero che risucchia verso un altrove e non sia retorica. Sì, nell’acqua lustrale dei suoi mitici permett e agli altri, così amati, di estinguersi. Farli Leté ed Eunoé persino la morte ha un suo rove- rivivere nella scritt ura è una forma di fedeltà, di

AUGURI CLAUDIO 109 «resistenza all’inaccett abile oltraggio della mor- San Marco al Fiorio, le sue offi cine, il rarefatt o ce- te», di preghiera – disse una volta –, perché nomi- nacolo di alternanze, di velate intensità colloquia- nare è anche salvare una briciola d’eternità. Perciò li che hanno acquistato nel tempo il vigore di un scava nei ricordi, nella storia, tra i fantasmi dei per- eterno domestico. Lui ricorda, citando Roth, che duti rimasti al suo fi anco proprio grazie alla luce una citt à che giace tra due fi umi è certamente abi- di specchi memoriali più intatt i del mare, dove tata da persone per bene, e Torino di fi umi ne ha l’onda solcata si ricompone perennemente, azzur- addiritt ura quatt ro, con tanti ponti inarcati sul Po ra e vergine, un’immagine del perfett o essere, co- che li raccoglie inseguendo la speranza del mare. me credevano pure Solmi e Montale. Galeott o fu Giovanni Gett o, in trasferta al Liceo Dai lidi triestini parte il suo viaggio nel tem- classico Dante di Trieste dove Claudio sostenne po unico del perenne ritorno e lì si annida la sor- l’esame di maturità nel novembre 1957. Fu lui a far gente critica della tesi di laurea sul “mito asburgi- girare la ruota del destino verso l’opposto margi- co” scritt a sull’onda della lontananza dal confi ne, ne d’Italia, il lontano ovest, che gli apparve quasi ma anche il fl uire diDanubio , appunto, il racconto un approdo al riparo dai venti di bora, con bitt e e di un fi ume come quelli di Borges, la cui fonte è gomene che i compagni del collegio di via Gallia- inconcepibile, incerta, travagliata come nel mito ri e molti allievi di quella scuola mirabile che di un Ulisse speculare, senza il miraggio del ritor- l’università aveva formato, gli avevano off erto al Tra le rocce no. A Torino, invece, si apre la vena del Tigri, l’al- carsiche e gli suo arrivo. Con loro s’imbarcò sul vascello di Sig- tra faccia della sua famiglia bifronte, idealmente accesi colori, tipici ma, il periodico trimestrale nato nell’aprile 1963 della vegetazione unita da un remoto idrovolante che negli anni mediterranea con il nome di Cratilo e, sempre insieme, comin- Venti univa la citt à giuliana al Valentino, il Caff è di Cres. ciarono come Salgari a familiarizzare con il mon-

110 AUGURI CLAUDIO do. Mezzo secolo è trascorso da allora, ma Clau- Un fi ume bifronte per lostatus viatoris, il ma- dio ha continuato a risalire instancabile il fi ume re della persuasione per restituire il possesso pie- come un pendolare dell’eterno presente e, tra le no del presente, l’offi cina fuori di casa dei Caff è molte divinità in incognito incontrate lungo la che raccolgono protett ivi altre lontananze, i mi- via, non ci furono solo persone, ma anche luoghi crocosmi dei destini in perdita, gli amici supremi e parole, rimasti nell’aria come un brusio della che allargano i confi ni della sua famiglia d’elezio- vita, un elogio dell’ombra: «El río me arrebata y ne sono, insomma, la stella polare che orienta la soy ese río. / De una materia deleznable fui hecho, sua vita, ma anche la scritt ura. Per questi specchi de misterioso tiempo. / Acaso el manantial está e stelle, che lanciano bagliori di là dalle coordina- en mí», scrisse Borges, al quale forse deve il suo te dello spazio e del tempo, Claudio non potrà mai destino di viaggiatore che scava tra le pieghe della cadere nelle trappole di un’età che si porta dietro storia universale per raccogliere destini in perdita, solo il numero degli anni. Il suo tempo persuaso come fu per Illazioni su una sciabola. Al suo fi anco gli ha permesso di restare identico a se stesso, con arrivava a Torino anche il suo doppio, impresso in gli stessi turbamenti, aff ett i, allegria, curiosità, te- libri appena nati, come per un batt esimo, una con- nerezza e il desiderio mai spento di arrivare a To- ferma di fede, con padrini consacrati da una lunga rino come un argonauta, sorvolando con un miti- fedeltà alla luce della vita condivisa, per ascoltare co idrovolante il suo mare e poi un fi ume dalla Amongst ancora una volta in loro compagnia il respiro delle the karstic rocks sorgente certa, ma che «versa da due parti aper- stagioni, tra utopia e disincanto, «petali di un sor- and strong colours, ta», al pari di «Ëufratès e Tigri», capaci di restitui- typical of the riso», «ricerca ritrosa della felicità» e consapevo- Mediterranean re memoria anche a un improbabile anfratt o di lezza che «la lett eratura non può salvare la vita». vegetation on Cres. pietra che ha permesso loro di incontrare il sole.

AUGURI CLAUDIO 111 PREDRAG MATVEJEVIC´ Nato a Mostar, in Bosnia-Erzegovina nel 1932, è ordinario di Slavistica a “La Sapienza” di Roma. Tra i suoi libri: Breviario Mediterraneo (Garzanti, 2004, ed. rivista e ampliata); Mondo ex e tempo del dopo (Garzanti, 2006); L’altra Venezia (Garzanti, Premio Strega Europeo 2003); Un’Europa maledett a - Sulle persecuzioni degli intellett uali dell’Est (Baldini-Castoldi Ed., 2005).

che introducesse Trieste in maniera non soltanto discorsiva e non soltanto poetica, ma nell’uno e Un’isola in comune nell’altro modo: un libro come Danubio, che Ma- gris poi scrisse. In quell’epoca Umberto Saba mi fu di aiuto mentre passeggiavo per le vie di Trie- li incontri con uno scritt ore e gli incontri ste, scendevo da Opicina in citt à, dal castello e con la sua opera sono più spesso diversi dalla catt edrale di San Giusto fi no al lungomare e Gche simili. Talvolta ci pentiamo di aver al molo Audace: «una scontrosa grazia» oppure incontrato l’autore del quale abbiamo apprezzato «le mani troppo grandi per regalare un fi ore» l’opera, altre volte restiamo disillusi dal fatt o che non si lasciano scoprire subito, da sole. In Svevo, l’opera non è degna di colui che l’ha scritt a. invece, non ho trovato facilmente i riferimenti le- Ho conosciuto Claudio Magris contempora- gati a Trieste che cercavo: non saprei dire in quale neamente alla sua opera. Dapprima mi capitò fra citt à sia veramente vissuto Zeno. Quando andai le mani il suo libro Trieste, un’identità di fr ontiera, più in là, per mare, fi no a Grado, mi portai in tasca che non è suo soltanto, avendolo scritt o insieme come guida una vecchia edizione di poesie di Bia- ad Angelo Ara. Questo avvenne nella prima metà gio Marin (presentato da Claudio Magris). degli anni Ott anta, epoca in cui vissi giorni tor- In quella “zona di frontiera” mi divenne chia- mentati scrivendo sul tema della “jugoslavità odierna”. Cercavo di richiamare l’att enzione sulle possibili conseguenze derivanti da cause che si celavano nelle nostre situazioni di allora, temen- do le conclusioni che ne avrei tratt o. Il concett o magrisiano della pluralità del- l’identità mi avvinceva e stimolava. Le referenze di cui si serviva mi furono utilissime. Cercai di dimostrare che tutt e le particolarità non sono a priori dei valori confermati; che i valori stessi non stanno nella diff erenza, ma nei rapporti fra le dif- A Trieste, città-frontiera, ferenze. La lett ura del libro Trieste, un’identità di crogiolo di razze, fr ontiera mi aiutò a liberarmi di certi dubbi ed esi- groviglio di fili della Storia, cui è tazioni, e a stabilire un mio approccio personale. radicato il mondo «La defi nizione di un’identità fi nisce per estrarre dell’infanzia e dell’adolescenza ed astrarre dei connotati tipici e per conferire loro di Claudio Magris. un valore esemplare e assoluto, considerando rap- In Trieste, a frontier presentativo soltanto ciò che rientra in quel valore town, a melting pot […]. La “triestinità”, come ogni defi nizione di of different cultures, a maze of un’identità culturale, è certamente una categoria historical lines, in indiff erenziata». which the infancy and adolescence Leggendo le lucide osservazioni sull’“identi- of Claudio Magris tà di frontiera”, mi resi conto che mancava un libro is deep-rooted.

112 AUGURI CLAUDIO ra un’esperienza per me importante: per la prima insieme agli scritt ori serbi Milorad Pavić e Sveta volta in un Paese straniero non mi sentivo per nul- Lukić. L’evento ebbe per teatro il celebre Club de- la straniero. Cosa che capita raramente. La mia gli scritt ori in via di Francia numero 7, un luogo conoscenza della lingua italiana era allora ancora eccezionalmente vivace in questo periodo che, piutt osto superfi ciale, e non contribuiva certa- fortunatamente, non è ancora invaso dai naziona- mente al sentimento di appartenenza. C’era qual- listi. L’opera di Magris ebbe un’ott ima accoglien- cos’altro, che non riuscivo a capire. za su giornali e riviste di tutt a l’ex Jugoslavia. Fra tante realtà insolite, meglio dire rappre- In quel momento appena la terza parte del sentazioni della realtà, venne a inserirsi la cono- mio Breviario mediterraneo era stata tradott a in ita- Oltre che a Trieste, scenza con Claudio Magris. Non fu casuale. L’edi- la formazione liano; quel dattiloscritto incompiuto finì nelle tore zagabrese del mio Breviario mediterraneo intellettuale mani dell’autore di Danubio, che di lì a poco spedì di Magris è legata (Grafi čki Zavod Hrvatske) mi chiese di leggere la a Torino, dove la sua prefazione per l’edizione italiana. Gli incon- traduzione croata del Danubio magrisiano, rile- si è laureato tri di cui sto raccontando fornirono l’occasione di vando che il libro di Magris e il mio erano legati nel 1962 in Lingua conoscerci meglio l’un l’altro. Incontrai anche e Letteratura da parentela, «quasi gemelli», disse. Delle paren- Tedesca con Marisa Madieri, ebbi l’occasione di parlare del tele, certo, esistono. La lontananza fra Trieste e Lionello Vincenti. suo libro Verde acqua a Zagabria, e poi a Pola, per Zagabria è irrilevante, le medesime stelle brillano As well as la nostra minoranza italiana dell’Istria e di Fiume, nel cielo che ci sovrasta. in Trieste, Magris la città natale della scrittrice prematuramente also developed Lessi Danubio tutt o d’un fi ato, lo raccoman- intellectually scomparsa. dai all’editore (che non ebbe bisogno di essere in Turin, where In seguito ci siamo incontrati non so quante he took his degree troppo sollecitato) e, insieme al poeta Tonko in German altre volte, in varie citt à e svariate occasioni: a Za- Maroević e all’autore (con la tradutt rice Ljiljana Language and gabria, a Trieste, Parigi, Strasburgo, Barcellona, Literature in 1962 Avirović), lo presentai al pubblico zagabrese. Suc- with Lionello Vienna, Milano, Roma, Murzia, Saint-Malo e an- cessivamente presentammo il libro a Belgrado, Vincenti. che a Penne. Claudio Magris e Raff aele La Capria

AUGURI CLAUDIO 113 mi aiutarono, con i loro interventi presso la Presi- che mi invitò a dare una mano nella presentazio- denza della Repubblica, a ott enere la citt adinanza ne dell’edizione francese di Danubio. Pregai l’ami- italiana, che si è aggiunta a quella croata. Per me co, ora defunto, Danilo Kiš, che aveva già abban- fu un grande aiuto: negli anni «fra asilo ed esilio», donato Belgrado per l’esilio, e il critico lett erario potei regolare la mia identità civile; la mia esisten- francese Maurice Nadeau di leggere le bozze della za divenne meno diffi cile. traduzione. Sia l’uno che l’altro non amavano Nell’autunno del 1989, nel momento in cui troppo parlare in occasione delle presentazioni di crollava il muro di Berlino – ci trovavamo a Vien- libri in pubblico: Kiš aveva già subìto un interven- na – prendemmo parte insieme a una serata lett e- to per il suo inguaribile male, mentre Nadeau era raria dedicata all’Europa centrale. L’evento mise chiamato da noi stessi l’“incorruptible”, come Ro- in agitazione la capitale austriaca. L’ambasciatore bespierre. Tutt avia, dopo aver lett o il libro, accet- italiano volle averci ospiti in casa sua. Essendo fi - tarono entrambi l’invito. Ricordo bene, Kiš mi glio di madre russa, egli conosceva bene la situa- disse: «Il tuo amico sa scrivere, ha delle belle as- zione nell’Europa orientale; discorremmo in rus- sociazioni lett erarie». Non mi att endevo un siff at- so e in italiano. Ricordo il commento che fece to complimento da uno che usava leggere gli scrit- Claudio in quell’occasione: «Non sarà bene se ti propri e altrui con vendicativo compiacimento. l’Occidente accoglierà questo avvenimento con (L’unico punto sul quale non concordò con Ma- gris durante la presentazione fu la descrizione del- A Parigi insieme con Maurice la citt à di Subotica in Vojvodina: Claudio vide del Nadeau, storico kitsch nelle facciate dei palazzi di quella citt à pan- del surrealismo francese nonica, mentre Kiš chiedeva più comprensione e fondatore per la sua citt à natale). Nadeau, a sua volta, mi pre- dell’omonima casa editrice, e la gò di procurargli la traduzione francese del rac- proprietaria della conto di Magris Illazioni su una sciabola per cono- libreria Da Colette. scere meglio l’autore. Da parte mia cercai di dire In Paris with che il Danubio – il fi ume e il libro – qua e là si re- Maurice Nadeau, historian of French stringe riducendosi soltanto alla larghezza del suo surrealism, lett o, mentre altrove si allarga ben oltre lo spazio founder of the homonymous in cui scorre, dilagando al di là della terra che ba- publishers, and gna e feconda. arroganza». A mia volta, insieme alla soddisfazio- owner of the Da Non passò molto tempo e Danilo Kiš fu Colette Bookshop. ne per l’accaduto, espressi dei dubbi: «Sta crollan- stroncato dal suo male. Maurice Nadeau si aff e- do un sistema manicheo dalle dimensioni mon- zionò a Magris in modo straordinario, incari- diali, ma un monismo indiff erenziato, politico o cando me (che già ero emigrato a Parigi) di in- sociale, può diventare ugualmente pericoloso». formarlo ogni volta che Magris fosse arrivato A diff erenza di molti altri che, seguendo la nella capitale francese. Dopo l’uscita del roman- moda in auge negli anni Ott anta, davano un si- zo breve Un altro mare ci incontrammo di nuovo, gnifi cato troppo ideologico alle specifi cità della Nadeau ci confessò di aver lett o «quatt ro volte il Mitt eleuropa – un signifi cato derivato prevalente- libro» e ne scrisse un’ampia recensione, eccezio- mente dai rapporti occasionali est-ovest –, Magris nalmente elogiativa, su La Quinzaine litt éraire. si sforzava invece di sollevare il proprio approccio Riconosco che ne fui geloso. al di sopra di simili presupposti. G. Konrad, D. Ricordo poi un lungo colloquio avuto nel ri- Kiš, P. Handke e chi scrive queste righe erano più storante “Le Philosophe” dove ci aveva condott i vicini alla posizione magrisiana che a quella basa- Maurice, non lontano dalla rue Vieille du Temple ta sull’anticomunismo a ogni costo. dove in quell’epoca si trovava la redazione della Un giorno (mi trovavo ancora a Zagabria) fui sua rivista. Gioiosamente e con la spontaneità di chiamato dal Centro italiano di cultura di Parigi, un ragazzo, Claudio ci raccontò di come era di-

114 AUGURI CLAUDIO ventato un fantomatico editore per il tramite di ammiravo Marisa Madieri, insieme a te. La sua certi problematici imprenditori. Giovane e scono- naturalezza aff ascinante e il suo talento. sciuto assistente di germanistica, pendolare fra Il modo in cui vi amavate. Torino e Trieste, non si era reso subito conto con Quando Magris mi spedì i suoi Microcosmi chi aveva a che fare e aveva perciò cominciato a era già solo. Gli inviai una breve lett era, lo ringra- contatt are dei tradutt ori. Naturalmente tutt o an- ziai per il libro mandatomi in omaggio. Se la me- dò in fumo, non se ne fece niente. Maurice Na- moria non mi inganna, gli scrissi: «Questo è il li- deau («editore di Trockij» diceva parlando di sé), bro più ben scritt o di tutt e le tue opere. Si vede che che non si era certamente arricchito con le sue nel fratt empo hai molto soff erto». numerose edizioni, ascoltò att entamente il rac- Quando lo conobbi, Claudio Magris era an- conto, sorrise sott o sott o e alla fi ne propose a cora un professore di Germanistica che scriveva Claudio di scrivere un racconto sulla sua disav- articoli per i giornali e libri. Oggi è uno dei più ventura. Ignoro se l’abbia fatt o. autorevoli personaggi della cultura e della lett era- Qualche tempo più tardi, quando il sott o- tura italiana. Nel tempo in cui tanti scritt ori, an- scritt o aveva ancora un certo “potere d’illusioni- che i più conosciuti, godono solo di un ascolto sta” di infl uenzare quelli che decidevano nel Paese dal quale sono andato via, proposi alla direzione del Teatro di Spalato di inserire lo Stadelmann di Cherso & Lussino Magris nel suo repertorio. Claudio rimase soddi- La storia viene assorbita, come la pioggia o la grandine nelle sfatt o di quell’esecuzione spalatina. Ignoro se nel fessure delle rocce carsiche, nel tempo più grande e fratt empo sia uscita anche la traduzione del Mito incorruttibile di quella luce estiva e di quelle pietre di un absburgico, la tesi scritt a dallo studente universita- bianco abbagliante; le ferite e le cicatrici ch’essa ha infl itto non rio Magris, la dissertazione più fresca dal punto di vanno in suppurazione, ma si asciugano e rimarginano, come vista lett erario che io abbia lett o nella mia vita. graffi ature sulla pianta del piede nudo che si taglia sbarcando I nostri sforzi andarono così avvicinandosi sull’isola e posandosi su quei sassi aguzzi. sempre di più. Per tutt e le traduzioni del mio Bre- ... dal mare viene incontro il ricordo di un’infanzia più antica viario mediterraneo gli editori chiedevano la prefa- di quella vissuta da ognuno o ancora di là da venire, memoria zione che Claudio Magris aveva scritt o per l’edi- o presagio di un mondo regale in cui si è a casa... zione italiana. …il mare è lì, inesauribile e inesplicabile. Nei tempi più diffi cili vissuti da Claudio, gli anni in cui andò progressivamente aggravandosi Da: Microcosmi - Garzanti il male che avrebbe stroncato Marisa, ci incon- trammo parecchie volte: incontri brevi, colloqui nazionale, lui è riuscito ad acquistare una chiara spezzett ati da pause di silenzio, imbarazzati, con fama europea e internazionale. domande o risposte sott intese, le prime non poste Chiamato a parlare di lui in una trasmissione e le seconde non att ese. «Sono stato elett o senato- televisiva a Milano, alla quale partecipava anche re, ma non intendo esserlo a lungo», mi disse una l’att ore Ovadia, evidenziai tre concett i di cui Clau- volta che lo incontrai davanti a Palazzo Madama. dio si serve spesso: la pietas, l’epifania e l’umiltà. I Mi resi conto della situazione particolarmente termini hanno connotazioni religiose, ma egli li diffi cile alla quale non riusciva a sfuggire, ma fi nsi usa con perfett a laicità. Mi diede ragione. di non accorgermi della sua malcelata disperazio- Nei Microcosmi, tra le altre cose, si trova una ne. A tratt i rincorreva un fi lo di speranza per in- descrizione di vari luoghi dell’isola di Cherso, nel gannare se stesso, un fi lo che giorno dopo giorno Quarnero. In quelle acque e isole Claudio veniva si faceva sempre più sott ile; non voleva ammett ere spesso con Marisa Madieri e i loro fi gli. Ci vengo a se stesso la propria debolezza. anch’io a lavorare e riposarmi. Ma non voglio parlare di questo, caro Clau- Pensate: abbiamo un’isola in comune. dio, no. Non sarei capace di dire quanto amavo e (Traduzione di Giacomo Scott i)

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Cherso, Crespa, Crexa, Chersinium, Kres, Cres nomi latini, illiri, slavi, italiani. La vana ricerca di purezza etnica scende alle radici più antiche, si accapiglia per etimologie e grafi e, nella smania di appurare di quale stirpe fosse il piede che per primo ha calcato le spiagge bianche e si è graffi ato sui rovi della fi tta macchia mediterranea, come se ciò attestasse maggiore autenticità e diritto al possesso di queste acque turchesi e di questi aromi nel vento.

Da: Microcosmi - Garzanti ALESSANDRO MELAZZINI Laureato in economia a Milano e in fi losofi a ad Heidelberg, vive a Monaco di Baviera come fr e e l a nce e scrive per Il Sole 24 Ore. È interessato a far conoscere la Germania come non ce la si aspett a (www.melazzini.com).

Ma come il suo prosciutt o presto sparì, anche il mio imbarazzo velocemente si dileguò. Claudio Dopo la sera Magris parlava, mi parlava di un mondo di ieri come se questo non fosse mai fi nito. Nomi, storie, aneddoti e vie di una Trieste che conoscevo solo vrei voluto assaggiarlo, quel prosciutt o. Il att raverso i libri dei suoi tanti fi gli inquieti e che rosa invitante della carne risaltava att or- ora si dipanavano davanti a me come in un’ele- Aniato dal tenero abbraccio di un bianco fi - gante danza – di sicuro un valzer – grazie alla ca- lo di grasso, un anello così discreto da poterlo cer- pacità aff abulatoria del mio interlocutore. Era co- tamente ingoiare insieme al resto senza timore di me se improvvisamente lì, in un Caff è con solo postumi sensi di colpa. Ero stanco, agitato e aff a- noi due per avventori, si fosse spalancata la porta mato, ma sopratt utt o concentrato a dissimulare il per lasciare entrare Saba, e poi Svevo, e poi ecco mio stato d’animo. Ero arrivato a Trieste dopo un anche arrivare aff annato Slataper e infi ne a picco- lungo viaggio in treno. Ora davanti a me al Caff è li passi Biagio Marin. Solo Michelstaedter manda- San Marco osservavo quel prosciutt o sparire rapi- va a dire che volentieri si sarebbe unito a noi, se damente. Avrei tanto voluto assaggiarlo, ma dia- non fosse stato indisposto. mine ci voleva contegno, lo carpiva la forchett a di La conversazione con Magris proseguì lungo Claudio Magris e io non ero venuto al suo tavolo il mare, quel mare in cui egli ogni giorno si lascia per rubargli il cibo di bocca. L’avevo conosciuto un cadere, poi al ristorante, e poi su per le scalinate anno prima, quando ormai mi ero lasciato l’Italia della citt à e infi ne a casa del mio anfi trione, fi no a alle spalle. Parlammo del vuoto, perché lo stile, co- quando non giunse la sera. me scrive von Hofmannsthal, è sopratt utt o l’arte E con la sera non scherzi, con lei la fantasia non di togliere. Gli chiesi poi dei suggerimenti di lett u- basta, se nel cuore porti il doloroso ricordo di chi ra e mi sorprese con nomi allora a me per lo più non hai più. Quella sera, lo rammento ancora come sconosciuti, scritt ori del nord, molto più a nord fosse oggi, mi colpì il generoso slancio con cui della Germania, il Paese dove mi ero trasferito per Claudio Magris non si fece riserbo di accennarmi immergermi in quella cultura di cui lui è Maestro. alla perdita irrimediabile di sua moglie Marisa, mi Conoscevo lo stile di Magris, il guizzo che ti sor- colpì la franchezza con cui indirett amente mi fece prende, il particolare inaspett ato, l’occhio grifagno capire che la lett eratura, anche quella più autentica, e il pensiero insolito che per raccontarti il concett o può riempirti la vita e lenirti il dolore, ma farlo spa- ti prende per un braccio mostrandoti ciò che non rire no, quello non va mai via del tutt o, esso alla fi ne t’aspett i. Per questo, pensavo, non mi avrebbe così rimane, è un libro che non si chiude mai. sorpreso, ma mi sbagliavo. Lui invece aveva capito Eppure è proprio così? me, e i suggerimenti si rivelarono preziosi. Se il dolore segue alla gioia, allora perché la Adesso mi ritrovavo davanti Magris, proprio gioia non può seguire al dolore? Quando pensi al tavolo del suo Caff è, nella protett a intimità di che la vita si chiuda, invece il mondo rinasce, il un luogo fi dato. Non avrei certo potuto rompere destino ti sorprende dandoti un colpett o sulla impunemente il discreto muro di pace con cui lo spalla e ti fl ett e la via che credevi segnata. Ti solle- proteggevano i camerieri a distanza per ordinare vi, guardi avanti, e scopri che non è mai troppo anch’io del cibo. tardi per ricominciare. Nemmeno a sett ant’anni.

118 AUGURI CLAUDIO L’ingresso del Caffè San Marco a Trieste. Libri e fogli sparsi sul tavolino di marmo e ghisa, in un’atmosfera d’altri tempi... assorto nella lettura e nella scrittura, Magris passa intere giornate allo storico caffè triestino, una sorta di “accademia platonica”.

The entrance of Café San Marco in Trieste. Books and notes scattered on the marble and cast iron table, in an atmosphere hailing to times gone by... absorbed in his reading and writing, Magris passed whole days in the historical café in Trieste, a sort of “Platonic academy”.

AUGURI CLAUDIO 119 Perché i suoi lett ori sanno che oggi Claudio Magris ha ritrovato il sorriso. Ai suoi lett ori più fi ccanaso, quelli che non ricordano più se il mae- stro che spezzava le penne ai bimbi prepotenti è stato un loro maestro o il maestro di Magris, a questi lett ori non è sfuggito che le mille parole del suo ultimo tumultuoso romanzo sono dedicate tutt e a una sola minuscola lett era, a una “J.” di cui non sappiamo nulla, ma di cui intuiamo molto più di quanto il punto voglia nascondere. Perché che senso ha celebrare gli indiscussi meriti e talenti di Claudio Magris nel giorno del suo sett antesimo compleanno se poi ci dimenti- chiamo che dietro allo scritt ore si nasconde un uomo, la cui prosa possente tutt avia nulla può contro le sorprese della vita vera? Per questo noi oggi non vogliamo festeggiare solo lo scritt ore che ci dà luce, ma sopratt utt o dedi- care un sorriso d’aff ett o all’uomo che ha vissuto il buio. Non vogliamo celebrare il potere della sua let- teratura, bensì gioire per le sorprese della sua vita. Per questo noi lett ori fi ccanaso siamo lieti che dietro alla prosa di Magris si nasconda oggi la nuova felicità di Claudio. È una felicità che inizia per J. E questa misteriosa lett era dimostra a tutt i noi – ma sopratt utt o lo dimostra a Claudio Ma- gris – che la storia davvero non è mai fi nita, che la vita prosegue, che l’amore ritorna. E che dopo la sera, sempre, ritorna il matt ino.

120 AUGURI CLAUDIO AUGURI CLAUDIO 121 ENRICO PALANDRI È nato a Venezia nel 1956. Ha pubblicato Boccalone (1979), Le pietre e il sale (1986), Le vie del ritorno (1990), Allegro Fantastico (1993), Le colpevoli ambiguità di Herbert Markus (1997), Angela prende il volo (2000), la raccolta di saggi La deriva romantica, (2002), L’altra sera (2003), Pier (2005). Vive a Venezia dove insegna a Ca’ Foscari e a Londra dove insegna all’University College London.

122 AUGURI CLAUDIO laudio Magris: nome e cognome perché un amico scritt ore, al di là della dimesti- Mettersi in ascolto Cchezza che possiamo avere con lui, è per sempre, per noi e per tutt i, legato nome e cogno- me alle sue opere. Nel caso di Claudio, però, questo si mescola a qualcos’altro, perché nel suo tono di voce, nello stile in cui scrive, nell’aff abi- lità interlocutoria, aperta all’incontro, si respira una magnifi ca consapevolezza di quanto è in gioco nella lett eratura e della necessità di bilan- ciare le vett e del lavoro intellett uale con treni e aerei, l’infi nito viaggiare, i conti del gas, i vicini di casa. Una grande distanza di registri e conte- nuti, a cui credo siano particolarmente sensibili gli scritt ori che hanno lavorato con la lett eratura nelle università. Yehoshua, Sebald, Celati, Me- neghello. Autori che non hanno avuto a che fare solo con la propria opera e il proprio mondo, ma con un luogo, quello della lett eratura, att raversa- to da tanti studenti, a volte competenti e altre volte svogliati, che diventa quindi un luogo al tempo stesso estraneo e familiare. Lontano co- me la cima di una montagna o l’altra sponda del nostro mare eppure radicato nel vivere di ogni giorno, in quella lingua di piccoli gesti e piccole cose che ci scivolano tra le mani con gli anni e, pur ripetendosi, non sono mai uguali. Le univer- sità costringono a difendersi dalla retorica acca- demica: se non la si combatt e ti avviluppa come il mostro che divora Laocoonte per aver messo in guardia contro il cavallo di Troia. Per dirla con i bellissimi versi con cui Ted Hughes descri- ve la reazione alle poesie di Sylvia Plath del mon- do universitario di Cambridge: Th e Colleges lift ed their heads. It did seem A passeggio you had disturbed something just perfected con l’inseparabile Th at they were holding carefully, all of a piece, Jackson nel Giardino Pubblico Till the glue had dried. And as if di Trieste, luogo Reporting some felony to the police legato al romanzo La coscienza di Th ey let you know that you were not John Donne. Zeno di . Chi scrive romanzi e poesie e lavora nell’uni- Walking with versità sa bene che la tentazione è di considerare la his dog Jackson in the public lett eratura un mondo di morti che si rivolge ai gardens of Trieste, morti, e quindi di avvertire la poesia intorno a sé a place out of Italo Svevo’s novel La quasi come una minaccia, il disturbo del presente. coscienza di Zeno. C’è una parte del mondo universitario che dice: a

AUGURI CLAUDIO 123 Claudio Magris fronte a tutt i quelli che da Platone e Aristotele fi no gioca con Jackson, simpatico a noi hanno scritt o e insegnato. griffoncino di Questo in Claudio Magris è molto presente, Bruxelles. In una recente intervista, lui lo sa e la sua familiarità con la grande lett eratu- lo scrittore ha ra ne deve aver fatt o per i suoi allievi anche un dichiarato che quand’era bambino grande maestro. Eppure in quello che scrive, nelle la sua prima “fatica” narrativa fu me bastano Dante, Leopardi, Shakespeare, e chiu- una raccolta di de le porte a tutt o quello che si svolge tra noi. Che schede sui cani. poi sono appunto Dante, Shakespeare, Leopardi, Claudio Magris che sono morti solo per i morti. Chi vive tra gli altri plays with Jackson, sa bene che i problemi della Commedia, di Aspasia his congenial Brussels griffon. o delle Ricordanze, così come i magnifi ci personag- In a recent gi delle commedie e delle tragedie del Seicento interview, the writer declared that when inglese, sono posti con una urgenza tale da riaffi o- he was a child, his rare costantemente nel dialogo che abbiamo con first narrative “effort” was a gli altri e nel lavoro che facciamo da soli. Claudio, collection of cards però, sa anche che dall’altra parte dell’università on dogs.

lett ere private come nei romanzi e nei saggi, non c’è mai nulla di pedagogico, al contrario, c’è sem- pre la grande qualità di chi sa mett ersi in ascolto e sa parlare la lingua dei bar con i principi e quella dei principi nei bar. Ecco, nelle sue opere sento sempre questa qualità magnifi ca, di come il mon- do dei libri non sia stato aff att o il mondo dei mor- ti ma, al contrario, sia pieno delle seduzioni che sente intorno a sé, dall’allegria un po’ camerate- sca del liceo all’amore per le donne, per i fi gli, per Trieste, per il mondo che ha tanto viaggiato in lungo e in largo. Queste qualità sono lett erarie so- c’è la retorica antilett eraria e antiaccademica di chi lo se la lett eratura esce dal mondo dei morti e vorrebbe immaginare che la lett eratura è tutt a al- prende il rilievo tra le cose che viviamo, per aiutar- trove, in un discorso che si svolgerebbe da un’altra ci a piangere e ridere e sentire non solo att raverso parte, per le strade, nei giornali o non so dove. noi stessi e la nostra vita, ma con e per gli altri. Questo è altrett anto falso: non esiste un ambiente, Questa è anche la cifra intima ai miei occhi e meno che mai quello lett erario, che detenga il della straordinaria giovinezza dei suoi sett ant’an- monopolio della purezza; si possono scrivere bei ni, che celebriamo con i piccoli interventi di que- libri facendo qualunque mestiere, perché si scrive sto volumett o e nelle conversazioni con lui, consa- e non si può che scrivere senza che tutt o quello che pevoli che tutt o quello che si dice con Claudio è è stato scritt o e dett o al mondo in qualche modo sempre alto e al tempo stesso semplice e dirett o, continui a vivere att raverso noi. La retorica che si direi mai facile e sempre un po’ impegnativo, per- oppone alle università, sintetizzata nella famosa ché dalla storia delle religioni alle diffi coltà nel batt uta di George Bernard Shaw sul «chi lo sa lo fa matrimonio, dalle elezioni politiche a una discus- e chi non lo sa lo insegna», impallidisce, con tutt a sione sul fascismo e il comunismo fi no alle confi - l’opera del commediografo irlandese, non solo da- denze su un innamoramento, siamo insieme a vanti ai nomi che ho fatt o prima ma sopratt utt o di Claudio, e a Claudio Magris.

124 AUGURI CLAUDIO AUGURI CLAUDIO 125 GIANANDREA PICCIOLI Nato a Bologna nel 1942, una vita tra i libri: prima libraio, poi redatt ore e dirigente editoriale. Ormai in pensione, cerca di vivere, per quanto può, in alta montagna. O in Appennino. Conosce Claudio dal 1973 e ha curato l’uscita di molti suoi libri, a partire da Un altro mare.

laudio o della frenesia errabonda. Clau- dio o della giocosità goliardica. Claudio Lo spessore Co della fedeltà amicale. Claudio o del ri- gore etico. Claudio o dell’abbandono al piacere della leggerezza fi sico della natura. Claudio o della concentrazio- ne improvvisa. Claudio o della mercurialità. Ec- co, forse è quest’ultima la cifra che compendia ciò che è diffi cilmente arginabile: la continua mobilità psichica, sensoriale e intellett uale. Sia- mo amici da anni, e posso testimoniare che in- vecchiando è diventato ancora più inquieto e nomade. Lo chiami al cellulare, e ti risponde dal- la Grande Muraglia; lo pensi a Trieste, ed è in Spagna; gli chiedi una referenza bibliografi ca, e ti racconta di una parrucchiera conosciuta in gio-

A sinistra: a Gorizia, città natale del filosofo . A destra: un intenso primo piano a Osor, nella quarnerina isola di Cres.

Left: in Gorizia, the hometown of philosopher Carlo Michelstaedter. Right: an intense close-up taken at Osor, in the Quarnero Cres island.

126 AUGURI CLAUDIO ventù e ancora seducente; gli citi un amico co- mune, e progett a immediatamente un possibile scherzo. Ma non è dissipazione, anzi l’opposto. È fedeltà al reale, alle sue stratifi cazioni, al suo spes- sore. Poche persone ho conosciuto così att ente, come Claudio, al valore ontologico di tutt o ciò che esiste: non sacralizza nulla, rispett a ogni co- sa. E di ogni cosa si fa curioso interprete, come a volerla riscatt are, nel senso e nella parola, dalla sua caducità. Come ho già dett o in altra occasio- ne, è aristotelico, non platonico: niente ombre sulla parete della caverna, per lui. Di qui la sua passione per l’epos: nel racconto tutt o si salva, tut- to trova un senso e un ordine, una necessità. Rac- contato, anche il fi lo d’erba diventa “eterno” e Lo scrittore ripreso anche il male trova, se non una giustifi cazione, in un caratteristico caffé parigino e nei almeno una logica. Resta esclusa la soff erenza vicoli della capitale dell’innocente: quella è un residuo – e che resi- francese. duo! – tale da oscurare tutt o il resto, irredimibile; The writer in e, se forse solo un dio può salvarla, la parola, co- a characteristic Parisian café and me in certe pagine lucide e dolenti di Claudio, in the alleyways of non può che darne testimonianza. the French capital.

PINO ROVEREDO Nato a Trieste nel 1954, ha lavorato per anni in fabbrica. Nel 2005 vince la XLIII edizione del “Premio Campiello” con Mandami a dire (Bompiani, 2005). Fra le sue opere, edite da LINT, Una risata piena di fi nestre (1997), La citt à dei cancelli (1998), Ballando con Cecilia (2000). Con Bompiani ha pubblicato Capriole in salita (2006), Caracreatura (2007) e, recentemente, Att enti alle rose (2009).

Aspettaci Lubiana...

aggio ’97. Facevo ancora l’operaio, in fabbrica, turno di nott e. MRicevere una telefonata alle due del po- meriggio, quando si è abituati a infi lare la luna dentro il giorno e ad accendere il sole nei capan- noni della fabbrica, oltre a rovinarti il sogno e il sonno, riesce anche a risvegliarti in un colpo solo A Osor, antico do, cerco e fumo, si ferma una macchina, no, non paese di Cres, che tutt i gli umori agitati e maleducati che ti girano presenta vestigia è il Professore, è una piccola autovett ura gialla di dentro. Però, se dietro lo squillo di quella chiama- e testimonianze un mio collega. «Ciao Pino, aspett i qualcuno?». risalenti all’Età ta la certezza di un disturbo si rivela invece il pia- del bronzo. «Sì, sì, un professore, perché dobbiamo andare in cere di una sorpresa, allora cambia tutt o, e con un Slovenia per…». «Sì, ho capito, capito, in Slove- entusiasmo che ribalta il fastidio ci si alza agili e At Osor, nia, un professore, come no… Buona fortuna al an ancient town riposati come una domenica matt ina. on Cres, with Casinò!». «Vieni a Lubiana? C’è un convegno di scrit- remains and finds Sono le 17 e un minuto, adesso ho anche il dating back to the tori. Non facciamo tardi, magari mangiamo qual- Bronze Age. diritt o legale di lamentarmi e di soffi are l’impa- cosa al ritorno!». A Lubiana?… Ma col Professore zienza verso ogni macchina che passa. A proposi- vado fi no al Polo Sud, se serve anche a piedi, e ri- to di macchine, se verrà, il Professore, come verrà? guardo al “mangiare qualcosa”, sono disposto a Con l’austerità di una Lancia Flavia grigia scura, il ingoiarmi anche i pinguini, fi gurarsi, per quella lusso di una Mercedes, o la follia di una spider compagnia questo ed altro. Aspett aci, Lubiana… decapott abile a due posti? Pronostici tutt i sbaglia- L’appuntamento è per le ore 17 in via Flavia, ti, perché lui è appena arrivato, adesso, dentro la davanti al vecchio Dancing Paradiso. Io, per non praticità di una vecchia Golf. Meno male! Si parte. cadere dentro l’agitazione furiosa del ritardo, ho Aspett aci, Lubiana… anticipato l’arrivo di venti minuti. Fa caldo, ma Il Professore, per la logica della temperatura, non tanto perché siamo in un maggio che assomi- indossa calzoni leggeri e camicia bianca a mani- glia a giugno, quanto per la trepidazione e per una che corte, e io, per non ammett ere la mia esagera- giacca di stoff a che indosso. Me l’ha consigliata zione, off ro l’impressione dell’ammalato e tengo mia moglie: «Copriti, che dall’altra parte farà Nella pagina su la giacca. Nella vita non si può sapere, hai visto freddo!». Sudo, ma mi consolo: meglio una pre- a fianco, immerso mai che non si cambi idea e si vada davvero al Po- nella selvaggia cauzione sbagliata che l’indiff erenza. natura di Cres. lo Sud? Il traffi co è pieno di piedi nervosi che pestano Finalmente posso rilassarmi, si fa per dire, e On the other page: sugli acceleratori, perché questa è l’ora in cui le immersed in the concedermi la tranquillità dell’ospite. Andando, auto operaie scappano dalla fatica. Mentre guar- wild nature of Cres. si discorre lui del più e io del meno, su argomenti

AUGURI CLAUDIO 129 SPECIALE MAGRIS

vari. «Di’, Pino, meglio il valico di Fernett i o quel- Claudio Magris fatt i, davanti a noi si presenta una fi la incredibile di ripreso nel villaggio lo di Rabuiese?». Domanda che, con logica geo- di Grmov, poco macchine, camper, pullman, motrici e rimorchi. metrica, il Professore illustra con le dita sopra la distante dal paese Una fi la che, a provare a misurarla con l’umore, – oggi quasi polvere del cruscott o. Io, che a volte ignoro persi- spopolato – di può andare dall’ott imismo dei due chilometri al no l’indirizzo di casa mia, misuro le traiett orie Lubenice, sempre pessimismo dei dieci. Io, a voce, mi dichiaro per la segnate e azzardo un: «Fernett i è più vicina!». nell’isola di Cres. prima ipotesi, con il pensiero invece giurerei sulla Mentre parliamo e misuriamo, la strada con- Claudio Magris seconda, la stessa sostenuta dal Professore. tinua a infi larsi sott o i nostri sedili. Superiamo le photographed in «No, non ce la facciamo!». «Sì, che ce la fac- the village of indicazioni di piccoli paesi: Trebiciano, Padricia- Grmov, not far from ciamo, tranquillo Professore!». «Per arrivare alla no, Prosecco, Sgonico, tutt i disponibili a farci en- the – today almost sbarra ci vorrà un’ora!». «Ma no, neanche mez- uninhabited – hamlet trare e a portarci fi no al confi ne. Qualche chilo- of Lubenice, also z’ora! Scommett iamo?». «Scommett iamo…». metro più avanti un cartello, un segnale ci avvisa on the island La fi la si muove lenta, lenta come la sazietà di of Cres. che siamo arrivati a Sistiana mare. Sistiana? Io so un serpente che si è appena ingoiato dieci topi. poco, ma sono certo che da questa parte si va ver- Ogni tanto qualche furbo si affi anca alla lunga so Venezia. Abbiamo sbagliato strada? …Sì, ab- coda e, aspett ando che qualche tensione si di- biamo sbagliato strada! stragga, accelera e, saltando la giustizia del turno, Torniamo indietro, e paghiamo il pegno di s’infi la nella colonna e allunga l’att esa. Se guidassi venti chilometri suppletivi. L’ansia aumenta, il su- io, mi aggancerei al paraurti che mi precede e glie- dore anche, ma la speranza rimane ferma nel suo la farei vedere, a quelle volpi di quarta mano. intento. Aspett aci, Lubiana, che noi si arriva, ma- «Att ento Professore, non si faccia fregare! gari tardi, ma si arriva… Occhio a quell’Alfa a sinistra, guardi la roulott e a Entriamo a Opicina, ormai è fatt a, se non destra! Non gli dia spazio, lo ricacci indietro, che scoppia un colpo di Stato o buchiamo tutt e le noi abbiamo frett a, tanta frett a, insomma, noi ab- quatt ro ruote ci siamo. Dopo l’agitazione di Sistia- biamo Lubiana che ci aspett a!». na, siamo convinti che il pedaggio con la “sfi ga” sia Più passa il tempo e più il serpente sembra stato pagato e invece, girata la curva che ci immet- stanco. Entrambi, per dare un senso alla lentezza, te al valico, andiamo dritt i a sbatt erci contro. In- ci perdiamo nelle ipotesi. «Sarà la frontiera italia-

130 AUGURI CLAUDIO na o quella slovena?». «Si tratt erà sicuramente di e mi ripete la stessa preoccupazione: «È troppo un controllo antidroga!». «Speriamo che non sia tardi, non ce la possiamo fare!». Mentre io lì, con un incidente…». la voce e col pensiero, che continuo a insistere che Le macchine avanzano con la frequenza di ce la possiamo fare, ancora un piccolo sforzo, tre, cinque metri ogni cinque minuti. Più ci avvi- manca poco… Sento odore di Lubiana. ciniamo e più Lubiana si allontana. La marcia prosegue, cento, duecento metri, «Pino, credi che dall’altra parte, i pedaggi del- con speranza, avanti, avanti, avanti, quando di col- le autostrade si possano pagare con le lire?». «Cre- po… Ecco che la “sfi ga” di prima si risveglia e tor- do di sì, non so…». «Forse sarà meglio cambiare na a esercitare il suo malefi cio. almeno ventimila lire, basteranno?». «Sì, senz’al- La macchina. Su un tratt o di strada che ri- tro!». Che bugiardo che sono, pur di mantenermi chiede un’andatura lenta, sembra che il motore viva la speranza m’inventerei qualsiasi cosa. della vecchia Golf s’intestardisca a proseguire col Se Dio vuole, fi nalmente, raggiungiamo la giro largo della quinta marcia. Sarà la frizione? testa del serpente e arriviamo alla sospirata sbar- Dopo una lunga serie di consulti, da perfett i ine- ra. Salutiamo, esibiamo i documenti e ci fermia- sperti, concludiamo che sì, non può essere altro mo un momento all’uffi cio cambi, dove un impie- che la frizione. Sarà consumata, bruciata, persa gato ci trasforma le lire in dinari, poi ci si allaccia per strada, infi lata nel culo del diavolo, ma cosa le cinture e si parte. Sembra fatt a! Aspett aci, Lu- importa, a quel punto è inutile, ormai è fi nita. biana… Cancelliamo i disegni sul cruscott o, mi tolgo la No, non è fatt a, e non è ancora maledett a- giacca, alziamo le braccia e invertiamo la marcia. mente fi nita! Sono le 18 e 50 e l’appuntamento è Lubenice, spesso Addio Lubiana. per le 19 in punto. Che arriviamo in ritardo è pa- investito da una Senza frett a e senza ansia ripassiamo la fron- cifi co, l’avevamo anche previsto, quello che non bora possente, tiera dalla parte opposta e, dopo tanto girare, è un antico paese avevamo pensato è che, una volta lì, dobbiamo a picco sul mare aspett are e sperare, ci concediamo una sosta e ci trovare il luogo dell’incontro a noi completamen- nell’isola di Cres. fermiamo in un bar. Io prendo un caff è, il caff è del te sconosciuto, cercare un parcheggio e sperare Lubenice, rassegnato, il Professore invece una piccola birra che il ritardo esagerato non ci off ra la desolazione often windswept fresca, la birra della rinascita. Sì, perché improvvi- by the tempestuous di una sala vuota e un convegno ormai fi nito. Im- bora, is an ancient samente è cambiato, non ha più l’ansia di arrivare provvisamente l’ansia esce dalla mia giacca, gira town standing e si è messo addosso la tranquillità del ritorno. on a cliff dropping nell’abitacolo e si posa sul polso del Professore, sheer to the sea «Domani devo andare a Cividale, che dici, mi fi - che, continuando a consultare l’orologio, si ripete on Cres island. do di questa macchina?». A Cividale? Ma sarà già

AUGURI CLAUDIO 131 una fortuna arrivare a Trieste. Mi fermo un att i- A Martinsc´ic´a, Vado, cammino, penso, e nella mia sospen- grazioso borgo mo, penso a quell’ott imismo e mi assale un dub- nella parte sione un dubbio improvvisamente mi fa sussulta- bio: ma quella del Professore era solo una batt uta occidentale e più re: e se fossi stato vitt ima di uno scherzo? mite dell’isola di spiritosa? Cres. Caratteristica Sì, uno scherzo. Magari la frizione andava Risaliamo e con grande precauzione ci av- e rinomata è la che era un piacere, ma il Professore, con un abile sua lunga spiaggia viamo sulla strada del rientro. Precauzione inuti- di sassolini. gioco di pedali e con il trucco di una marcia alta, le, perché dopo pochi metri, come un mistero ha voluto farsi gioco della mia ignoranza mecca- della vita e un miracolo della meccanica, la mac- In Martinsc´ ic´a, nica con l’intenzione di un guasto. Sì, ma il moti- a pretty village china va che è una perfezione. «Ma come può es- in the western and vo? E che ne so, forse per tutt o quello sforzo inuti- sere?». «Forse si sarà surriscaldata la frizione!». milder part of the le di dare, fare, andare, sperare, per poi vedere una island of Cres. Its «Ma perché, le frizioni si surriscaldano?». «Se long pebble beach Lubiana sempre più lontana. capita ai freni, perché no alla frizione. Caro Pino, is characteristic Be’, se fosse così, ancora meglio! tutt o si surriscalda, la terra, la vita, l’umore, la pa- and well known. Sì, ancora meglio, perché avrei la fortuna, lun- zienza, e anche la frizione…». ga come tutt a la vita, di poter raccontare di un po- Siamo arrivati a Trieste, e siamo arrivati an- meriggio di maggio, quando l’entusiasmo impe- che al momento del congedo. Tanti saluti, abbrac- gnato di una partenza è stato trasformato, con ci, speriamo nella prossima. Il Professore mi lascia l’abilità di uno scherzo, in una fregatura perfett a. augurandomi buon lavoro, e io, col mio dubbio Perfett a come il pedale di una frizione che, solle- ancora in testa, lo saluto con preoccupazione: vandosi e abbassandosi, ha accompagnato la mia «Mi raccomando, domani a Cividale…». risata fi n dentro il mio turno di nott e in fabbrica…

132 AUGURI CLAUDIO CORRADO STAJANO Ha scritt o di temi politici e culturali (Il Giorno, Corriere della Sera), è autore di documentari per la TV. Ha pubblicato, tra l’altro, da Einaudi, Il sovversivo (1975), A fr i c o (1979), Un eroe borghese (1991), Il disordine (1993). Da Garzanti: Promemoria (1997, Premio Viareggio), Patrie smarrite (2001), Maestri e infedeli (2008), La citt à degli untori (2009).

Claudio Magris, senatore della Repubblica, di Trieste, aveva un’autorità naturale in quella XII Il senatore di Trieste legislatura. Sempre in allarme, come tutt i gli uo- mini di frontiera, aveva nei suoi modi qualche ri- gidezza militare che lo faceva assomigliare a un rovavo un ammirato stupore, e anche invi- generale imperialregio, più che a un professore- dia, nel vedere con quale serenità Claudio, scritt ore, politico a termine, come anch’io ero. Pseduto sul suo seggio di Palazzo Madama, Aveva rapporti di buon vicinato con tutt i quanti, in alto a sinistra, seguitasse a lavorare, a scrivere gli uomini di nome e i galeott i travestiti, gli oligar- articoli e relazioni, a leggere manoscritt i e a cor- chi della politica e gli infi mi della terra – gli stessi reggere bozze. Ero suo compagno di banco e non che s’incontrano nel suo gran romanzo Alla cieca riuscivo a far nulla, neppure a leggere i giornali – sui quali possedeva un sicuro ascendente. Ogni nel gran trambusto dell’aula dove non pochi se- suo desiderio, neppure del tutt o espresso, era per natori tenevano la parola il più a lungo possibile loro un ordine e io, senatore della periferia di Mi- perché, come al Politburo sovietico di una volta, lano, godevo della loro benevolenza perché mi la lunghezza dei discorsi serviva a misurare il po- sapevano suo amico. tere di ognuno. (I quotidiani resoconti parlamen- C’è una fotografi a che rappresenta Claudio tari, con le loro note fi nali, “applausi vivissimi”, più di tante parole. Ha una borsa nella destra, un “congratulazioni”, gonfi avano d’orgoglio gli ora- sacchetto di plastica nell’altra mano, guarda la tori narcisisti). macchina con un mezzo sorriso. È sempre pronto Ogni giorno era una dura corvé, dalle dieci a partire, per una stazione, per un aeroporto. Deve della matt ina alle due del pomeriggio. La maggior andarsene, Rimbaud di confi ne, per tornare sem- parte degli interventi, nelle sedute di normale am- pre, però, “portandosi a casa il mondo”, nella sua ministrazione, avrebbero potuto durare dieci mi- amata citt à di cui conosce ciott oli, tett i, cortili, giar- nuti tutt ’al più. E invece i senatori non smett evano dini e, sopratt utt o, il luogo sommo della comunità, di parlare e di riparlare, compiaciuti del suono del il Caff è San Marco, una delle sue case-rifugio di loro eloquio, incuranti delle nevrosi che provoca- cui in Microcosmi ha raccontato passato e presente vano nei loro colleghi meno pazienti. Claudio riu- e ha fatt o rinascere vita e miracoli di uomini e don- sciva a nasconderle, io certe volte dovevo scappar ne comparsi, in quasi un secolo ormai, in quel fa- via, mi rifugiavo nella biblioteca, di grande fasci- moso Caff è che «assomiglia a una scacchiera e fra no, sempre deserta. i suoi tavolini ci si muove come il cavallo, girando Tornavo al mio seggio appena veniva an- di continuo ad angolo rett o e ritrovandosi spesso, nunciata qualche votazione, schiacciavo come come in un gioco dell’Oca, al punto di partenza». un automa i pulsantini rossi, verdi e bianchi, cer- È un gran teatro il Caff è San Marco, una spe- cavo di ascoltare impossibili discussioni. Clau- cie di “classe morta” dove, come ombre, convivo- dio seguitava nel suo lavoro diligente, io mi arra- no balzani scritt ori, vecchi capitani di lungo corso, batt avo, conoscevo a memoria la bella aula rossa, sfi atati poeti, belle di un tempo perduto, habitué non perdevo mai di vista le quatt ro fi gure dipin- che vengono a sfogliare i giornali infi lzati nelle te sul soffi tt o, il diritt o, la fortezza, la concordia e stecche, tutt i al loro posto ogni giorno, tra i fregi e la giustizia. i medaglioni delle pareti.

AUGURI CLAUDIO 133 Claudio non era soltanto l’intellett uale che il Nella pagina contrato nella vita. È stato lui, non comunista, a a fianco: a Gorizia, matt ino lavorava nell’aula grande alle sue carte e davanti alla commemorare, tra gli altri, Vitt orio Vidali, l’11 il pomeriggio si impegnava sulle carte degli altri Fontana novembre 1983, il giorno dei funerali, in piazza del Nettuno nell’aulett a della Commissione cultura. Spesso nella centrale San Giacomo, il quartiere rosso di Trieste. appariva enigmatico, lontano, in contrasto con il piazza Vittoria. Nato a Muggia nel 1900, Vidali era un rivolu- suo viso limpido e la sua voce cantante. On the other page: zionario professionale molto amato. Perseguitato Era anche voglioso di scherzi, di burle, per at Gorizia, in front dal fascismo, imprigionato, esule negli Stati Uniti of the “Fontana del tentar di uscire dal grigiore disumanizzante di Nettuno” in Piazza dal 1923 al 1927, poi in Unione Sovietica, combat- quei corridoi, coi padri della patria impalati l’uno Vittoria right in the tente nella guerra civile spagnola, fu il leggendario dopo l’altro nei loro busti. Si era messo le mani nei centre of the city. Carlos, commissario politico e comandante del 5° capelli quando aveva saputo di essere stato uno Reggimento, gravemente ferito nella difesa di Ma- dei possibili candidati alla presidenza del Senato. drid. Poi in Messico dal 1939 al 1947, dirigente di Ma aveva fi uto politico più di tanti professionisti gran rilievo del comunismo internazionale. Su di della politica. È stato lui l’inventore di un precoce Al Caffé San lui pesano le ombre di non essere stato estraneo, Marco, una delle “Ulivo”, a Trieste. Era infatt i riuscito a mett ere in tante case-rifugio negli anni di Stalin, alla preparazione dell’assassi- piedi un’unica lista, impresa oggi impossibile, con di Magris: primo nio di Trotzki e poi a un favoleggiato tentativo di “microcosmo” dentro i gruppi che dall’estrema sinistra arrivava- e “un luogo per uccidere Tito, sempre nel nome di Stalin. La sua no ai Popolari. Elett o, era il capogruppo di se stes- la scrittura”. vita fu davvero leggenda, fantasiosa avventura. so. A sinistra, ma indipendente. Durante le crisi di In the Café San Claudio l’aveva conosciuto negli anni Set- governo saliva anche lui al Quirinale, non ho ca- Marco, one of tanta tramite una collega d’università e l’aveva the many refuges pito mai se più ironico verso se stesso o più com- used by Magris: visto abbastanza spesso al Caff è Tommaseo, che preso nel ruolo come un suddito imperiale. first and foremost a quell’epoca era il luogo d’incontro dei comuni- a “microcosm” Claudio Magris è l’uomo meno legato and “a place sti di Trieste. Non poteva che essere att ratt o da all’ideo logia – alle ideologie – che abbia mai in- for writing”. una simile vita romanzesca. Ne aveva anche scrit-

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SPECIALE MAGRIS tutt i i suoi lunghi viaggi att raverso il mondo il più importante è stato quello su una carrett a, nella giovinezza, quando si trasferì dalla piccola citt à di Muggia a Trieste. L’ambiente del funerale era emozionante. Migliaia di persone accalcate nella piazza piangevano e applaudivano commosse. Mi è sembrato di assistere a uno degli ultimi eventi Sul fi nire degli anni ’70, precisamente il defi nibili “di popolo”, dove la massa trascende le ’77 e giù di lì, studiare legge a Padova vo- sue singole parti e dà vita a un organismo autono- leva dire fare esperienza di mondi paral- mo e dotato di pathos autentico e coinvolgente. leli. Per Porta Altinate, fra il Bo’ e il Santo, Veniva6. Sopratt quasi ancheutt o il prestito a me voglia dei libri di piangere». avrebbe in se- si1 camminava fra le ideologie, si att raversavano i guito assunto dimensioni impreviste, un altro mo- fronti caldi del politico. Allo stile di studio severo, mentoHo in saputo cui la dell’esistenzalezione extra dimoenia Magris contò nei primi non talvolta ostentatamente conservatore, della facoltà annipoco. Sett L’occasione anta. Con fu unErmanno lavoraccio Olmi redazionale lavoravo chea un di Giurisprudenza facevano da controaltare gli documentariosi risolse in una televisivo sorta di trasloco. sulla lett Le ura fonti in Italia.da con- Si esperimenti di quella di Scienze politiche. I mae- chiameràtrollare affl La uivano fatica in di quantità, leggere. Dal la mia Piemonte stanza si alla ri- stri erano molti, si potevano addiritt ura ascoltare Siciliaempiva andavamo dei libri con a interrogare le annotazioni persone di Claudio, del me- i maestri dei maestri, come Enrico Opocher, il ma- stiere,lett ure, scritt scoperte ori, editori, per me semplici nuove, lettSinger, ori. ABorges, Doglia- Ja- estro di Toni Negri. Rifl ett endo sul fenomeno ni,kobsen. nel Cuneese, A impresa Giulio conclusa Einaudi la restituzione. aveva messo Come su giuridico e quindi su ciò che noi saremmo stati unain eff bellissima ett i avviene biblioteca in ogni legatatrasloco, alla il vitatutt o sidel ridispo- paese. chiamati a fare, Opocher ci spiegava che l’evange- Unne poi vecchio, diversamente, là dentro, qualcosa cercava unsi perde,libro sugli qualcosa scaf- lico nolite iudicare era il discrimine, il punto di fali.si ritrova. «Che Accade libro le lo interessa?», stesso nelle chiedemmorelazioni impor- Er- non ritorno fra chi voleva fare il magistrato o l’av- mannotanti della e io. vita, E lui: e quella«Il mito con absburgico chi ci siamo», di Claudio cercato vocato e assumersi il compito di pronunciare pa- Magris.come maestro «Io ho è fatt tale, o la qualcosa guerra contro si intende, gli Absburgo qualcosa role eff ett ive che statuissero il giusto e chi invece esi mifraintende piace sapere. o si capisce Faccio forse il contadino: solo molto piùse avessi tardi. esitava, sospett ando che nella vita i conti potessero potutoAlla fi ne,avere quella a disposizione, volta del gran da trasloco, giovane, saltò una fuori bi- non tornare esatt amente. bliotecapure un librocome che questa, non appartenevalibri come questo, a nessuno certa- di mentenoi due. non avrei fatt o il contadino. Sanno qual è la 2. A Padova ho conosciuto Claudio Magris, o mia idea?Grazie, Di Claudio, progredire, perché di far ci meglio sei stato tutt e cio sei.quel meglio ho lett o un suo elzeviro del Corriere della cheBuon si compleanno.può, proprio per progredire». Sera sui diari di Tolstoj, c’era scritt o che alla fi ne la Non sapevo allora chi fosse Magris. Forse era poesiato con appartienerispett o sul a Corrieretutt i. E dunquedella Sera nolite, nel iudicare: 1978, e Al Giardino una sigla, il nome di un’azienda, il personaggio di Pubblico di Trieste. unVidali viaggio gliene a Trieste,era stato per grato. studiare lett eratura tede- Tra il ’94 e il ’96, un romanzo. Lessi quel suo libro, forse mentre lo sca, proprioAi funerali quella di cheVitt amavo orio Vidali,di più, aliase con Carlosquel durante la leggeva il contadino. E via via tutt i i suoi libri. Maria Poi XII Legislatura, professore,Contreras, aliasnon unJacopo altro, Zender, perché aliasmi pareva Enea Sor-aver Claudio Magris conobbiCarolina Magris,Foi ne divenni amico e seppi delle dettmenti, o bene il PCI quello aveva che inviato in fondo una delegazionepensavo pure di io. alto è stato senatore, origini di quel nome, friulano, da Malnisio, in Val- indipendente livello,A chicapitanata aveva ancora da Alessandro negli occhi Natt i reparti a, l’oratore di po- di sinistra. cellina, povero paese di emigranti dove l’ultimo uffilizia ciale, della con seconda Enrico celere Berlinguer, di Padova Arrigo eternamente Boldrini, sabato di agosto si tiene ogni anno “la fusina”, la Giulianoschierati in Pajett Piazza a, dei Antonino Signori a presidiareCuff àro. ilRafael cosid- Al- In the Trieste festa per le prime pannocchie di granoturco che Public Gardens. bertidett o avevagioco recitatodegli opposti i versi estremismi, della sua Lett Trieste era al ap- co- From ’94 to ’96, vengono abbrustolite. mandantepa-riva allora Carlos davvero, Magris esotica: aveva le sott donne olineato della l’epi- Bo- during the XII Non ho mai dimenticato il contadino di Do- parliament, Claudio citàsnia delnei personaggio,lunghi calzoni il turchisuo fascino che ti accoglievanoribelle. Nella Magris was also an gliani e sono convinto che quelle parole, che tra- piazzaacco-vacciate c’era anche nei corridoi Francesco, della il stazione, primogenito l’ultima di independent senator sformavano per me il mito absburgico nel mito Magris,prima del allora confi diciassettne orientale, enne, raggiunta ora professore da un treno di for the Left. gramsciano, rappresentano, oggi come ieri, la più Macroeconomiache verso la meta in andava una università spopolandosi di Parigi: senza «Mio ri- nobile medaglia al valore – lo scrivere per la cono- padremedio. ha ricordato l’eredità politica di Vidali, ne scenza della vita e del mondo – alla quale possa ha tracciato un breve profi lo, ha ricordato che fra ambire uno scritt ore.

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