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CENTRO STUDI POLITICI E SOCIALI

LA POLITICA MEDITERRANEA ITALIANA

(CLAUDIO MOFFA E LA PIAGA CHE CI PERSEGUITA) Danilo Stentella1

Nell’epoca della imbarazzante questione che si trascina da Marco Polo alla Nuova via della seta irrompe con spassoso tempismo l’ultimo libro del professor Claudio Moffa, “La politica mediterranea italiana”, che forse solo la irrinunciabile signorilità dell’autore ha impedito che si intitolasse “La piaga che ci perseguita”, una ancora attualissima frase di Amintore Fanfani riportata all’inizio del quinto capitolo, che sembra essere il filo conduttore di quasi tutta la narrazione sulla politica estera italiana. Se il professor Pietro Ratto qualche anno fa analizzava, con molta sobrietà, il ruolo delle grandi famiglie finanziarie ebraiche nelle strategie che hanno mosso il mondo almeno negli ultimi cento anni (P. Ratto, 2015), Moffa, sempre fedele al rigore metodologico della documentazione scientifica delle affermazioni, ma senza tergiversare, va dritto alla “piaga”, descrivendo una serie lunghissima di ingerenze, anche criminali, che hanno mosso le pedine di Israele sul territorio italiano, a danno dei legittimi interessi italiani, compromettendo una propensione geografica, naturale e storica, del nostro paese a ordire relazioni non solo commerciali, anzi prima di tutto culturali, con il Nordafrica, il Medio Oriente e l’Oriente. La lista delle interferenze di servizi segreti stranieri in Italia, tra i quali spicca costantemente l’intelligence di Israele, è lunghissima, con operazioni che vanno dagli attacchi mediatici contro Mattei, il principale competitore delle Sette Sorelle del petrolio, opportunamente alimentati anche dal nostrano Indro Montanelli, passando per i sospetti più che fondati di una responsabilità del Mossad nell’attentato di Piazza Fontana e nell’esplosione dell’aereo sul quale viaggiava lo stesso Mattei, e poi ancora ci sono gli infiltrati nelle Brigate Rosse, che avrebbero avuto un ruolo strategico nel rapimento e uccisione di .

1 Direttore Centro Studi Politici e Sociali “F. M. Malfatti” (www.centrostudimalfatti.eu)

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Il libro di Moffa approfondisce l’analisi, pure minuziosa, formulata da Geronimo a proposito del cosiddetto golpe bianco di Tangentopoli e della fine della Prima Repubblica (P. C. Pomicino, 2000 e 2002), con passaggi maliziosi sul sospetto sdoganamento del PCI di Occhetto da parte dei Rockefeller e della conseguente bislacca e servile cacciata dello stand palestinese dalla festa dell’Unità per sostituirlo con quello dell’Amicizia Italia Israele, e poi ancora della sostituzione della falce e martello con il simbolo massonico della quercia nell’emblema del PDS, la creatura di Occhetto pensata come succedaneo del PCI, quindi dell’asservimento alla dittatura del diritto internazionale esportatore di democrazia, che ha esportato solo tante guerre, secondo l’autore utili in primis ancora a Israele. La lista delle ingerenze descritte da Moffa è lunga e, aimè, sembra essere la trama di una storia eterodiretta, dai soliti servizi stranieri che sul territorio italiano pare abbiano fatto come e peggio di Garibaldi nel meridione d’Italia, rompendo ormai in modo quasi irreparabile una storica linea euromediterranea a favore di una ortodossia euroatlantica, la insensata guerra di Libia per rovesciare Gheddafi ne sia una evidenza, emblematica di un disegno perverso che proprio in questi giorni sta interessando l’Algeria e continua a insidiare i rapporti tra Italia ed Egitto. L’autore senza esitazioni ha analizzato il ruolo di appoggio di uomini politici italiani e dei paesi del blocco NATO, oltre che delle grandi istituzioni finanziarie internazionali nel sostenere gli interessi principalmente israeliani in Italia, contro quelli italiani, ad ogni costo, spingendosi fino a riflettere su taluni giudizi che hanno definito il “sionismo il nazismo contro cui dovremo combattere in Europa”2. Claudio Moffa conclude il suo saggio con un provocatorio invito ai politici italiani a fare outing sulle ingerenze del lobbismo proisraeliano e con un giusto monito per tutti i non ebrei a non rispondere al sionismo con l’ideologia etnocentrica del sionismo stesso.

2 A p. 128 l’autore riporta un passo dell’articolo di Sergio Cararo, Sarà il sionismo il nazismo del prossimo secolo? Dopo la guerra dei Balcani l’orribile dubbio, 1999.

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BIBLIOGRAFIA

Geronimo (), Strettamente riservato, le memorie di un superministro della prima Repubblica, Milano, 2000; Geronimo (Paolo Cirino Pomicino), Dietro le quinte, la crisi della politica nella seconda Repubblica, Milano, 2002; Pietro Ratto, Rothshild e gli altri, dal governo del mondo all’indebitamento delle nazioni: i segreti delle famiglie più potenti, Bologna, 2015;

Danilo Stentella

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