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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI SCUOLA DI DOTTORATO IN SCIENZE STORICHE , ARCHEOLOGICHE E STORICO -ARTISTICHE CORSO DI DOTTORATO IN STORIA INDIRIZZO “STORIA DELLA SOCIETÀ EUROPEA ” (XXV CICLO ) LA CAMORRA IN TERRA DI LAVORO: DALLA REPRESSIONE POST -UNITARIA A QUELLA DEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO DOTTORANDO TUTOR GIANNI CRISCIONE CH. MA . PROF .SSA MARCELLA MARMO COTUTOR PROF . FELICIO CORVESE a.a. 2011-2012 INDICE INTRODUZIONE............................................................................................. p. 7 I. LO STATO DEGLI STUDI SULLA CAMORRA OTTO-NOVECENTESCA............................................................................. p. 17 I. 1. Un vuoto negli studi da colmare: la camorra di Terra di Lavoro ............ p. 17 I. 2. La camorra tra Ottocento e primo Novecento. Dalle origini alla repressione fascista................................................................................... p. 23 I. 3. Intellettuali e politici: la camorra come questione morale ...................... p. 32 I. 4. Dalle “carte di tressette” ai “camorristi-imprenditori” e agli “imprenditori-camorristi”......................................................................... p. 41 I. 5. Dicotomie e continuità passato/presente ................................................. p. 52 I. 6. Gli ultimi sviluppi degli studi sulle mafie ............................................... p. 58 II. TERRA DI LAVORO: IL CONTESTO SOCIO- ECONOMICO E POLITICO-AMMINISTRATIVO DEL TERRITORIO TRA FINE OTTOCENTO E ANNI TRENTA DEL NOVECENTO......................................................................p. 64 II. 1. Il territorio e la popolazione................................................................... p. 64 II. 2. Economia e società................................................................................. p. 69 II. 3. La deputazione casertana tra Otto e Novecento..................................... p. 77 II. 4 I socialisti e le elezioni “plebiscitarie”.................................................... p. 82 II. 5. Il primo dopoguerra e l’avvento del fascismo ....................................... p. 87 II. 6. Il fascismo in Terra di Lavoro................................................................ p. 91 II. 7. Le ragioni della soppressione della Provincia ....................................... p. 99 Figura 1, p. 108; Figura 2, p. 109; Figura 3, p. 110; Figura 4 , p. 111 III. L’ITALIA UNITA. LA SCOPERTA DEL SUD TRA BRIGANTAGGIO E CAMORRA................................................................................................ p. 112 III. 1. Il Nord alla scoperta del Sud: la difficile “piemontesizzazione” ....... p. 112 III. 2. Brigantaggio e camorra: dal luglio ‘60 allo stato d’assedio............... p. 120 III. 3. Il travagliato iter della legge Pica....................................................... p. 126 III. 4. Sommosse e ribellioni: lo stato dell’ordine pubblico in Terra di Lavoro ................................................................................................. p. 135 III. 5. L’applicazione delle legge Pica a Caserta: i documenti dell’ASCe... p. 141 III. 6. Alcune informazioni su precedenti penali, attività e relazioni dei camorristi............................................................................................. p. 146 III. 7. La repressione durante lo stato d’assedio........................................... p. 152 IV. L’INDIVIDUAZIONE DEL FENOMENO CAMORRA NELLE FONTI DI POLIZIA GIUDIZIARIA DI ETÀ LIBERALE ..................................................................................p. 158 IV. 1. Dati generali sui reati in Terra di Lavoro nei primi due decenni del Novecento ........................................................................................... p. 158 IV. 2. Abigeato, furti e “conflitti di interessi”: ci sono i camorristi ma non la camorra................................................................................................ p. 163 IV. 3. Una Provincia violenta ....................................................................... p. 172 IV. 4. Lettere anonime e firmate: delazioni e minacce................................. p. 183 IV. 5. Presenza e collegamenti tra camorristi delle Province di Terra di Lavoro e Napoli .............................................................................. p. 189 IV. 6. Le associazioni per delinquere............................................................ p. 201 IV. 7. Il caso di Peppuccio Romano: l’onorevole camorrista?..................... p. 231 IV. 8. Le condizioni della p.s. nel Nolano e nei Mazzoni............................. p. 264 V. IL FASCISMO E LA CAMORRA. DAGLI ANNI VENTI AGLI INIZI DEGLI ANNI TRENTA............................................................................... p. 280 V. 1. Il fascismo e l’ordine pubblico: la repressione del Maggiore Anceschi.............................................................................................. p. 280 V. 2. La repressione da Anceschi ai processi................................................ p. 286 V. 3. La relazione del Direttore Generale di P.s. sulla camorra di Terra di Lavoro ................................................................................................. p. 291 V. 4. Le condizioni della pubblica sicurezza nei primi anni Venti del Novecento ........................................................................................... p. 299 V. 5. Le associazioni per delinquere nei fondi di polizia giudiziaria............ p. 307 V. 6. Confino di polizia e carriere criminali. Alcuni fascicoli personali ...... p. 314 APPENDICE .................................................................................................p. 325 BIBLIOGRAFIA........................................................................................... p. 502 FONTI PUBBLICISTICHE......................................................................... p. 518 FONTI ARCHIVISTICHE .......................................................................... p. 522 SITOGRAFIA ............................................................................................... p. 532 ABBREVIAZIONI ACS........Archivio Centrale dello Stato ASCe ......Archivio di Stato di Caserta b..............busta DGPS .....Direzione Generale Pubblica Sicurezza F. ............fascio f. .............fascicolo MI...........Ministero dell’Interno P .............Prefettura PG...........Prefettura-Gabinetto Q.............Questura INTRODUZIONE Al centro di questo lavoro vi è la camorra in Terra di Lavoro, fenomeno quasi del tutto trascurato dalla storiografia sulla criminalità organizzata in Campania, che si è concentrata sul fenomeno più strettamente urbano e, nella dimensione temporale, dalla strutturazione napoletana del primo Ottocento all’età liberale, e d’altra parte sulla espansione degli anni 1960-’70, che ha avuto qualche decennio dopo nel clan dei Casalesi il suo gruppo di spicco. I periodi analizzati sono tre: i primi anni post-unitari, in particolare la fase repressiva avviata durante lo stato d’assedio del 1862 e culminata con la promulgazione della legge Pica il 15 agosto 1863; il passaggio tra età liberale e il fascismo; infine la repressione fascista degli anni Venti, con la missione affidata al Maggiore dei Carabinieri Anceschi. La tesi si articola in cinque capitoli. Il primo costituisce un quadro dello stato degli studi sulla camorra, dalle sue origini ottocentesche – urbane e plebeo- delinquenziali – alle contemporanee articolazioni del fenomeno. Ho sottolineato l’ottica comparativa spesso richiamata negli studi, sia su un piano nazionale che trans-nazionale, evidenziando dunque da una parte la presenza militare sul territorio che caratterizza la criminalità di tipo mafioso, d’altra parte i diversi contesti in cui opera, con propensioni sempre di tipo oligopolistico, sino agli ingenti traffici odierni, leciti ed illeciti, che le mafie riescono a svolgere nel più ampio mercato globale. Non mancano inoltre, sia per il fenomeno ottocentesco 7 che per quello novecentesco, riferimenti alla “camorra amministrativa”, cioè alla capacità dei camorristi di inserirsi in circuiti politico-amministrativi con una presenza nel “mercato elettorale”. Il fenomeno è ravvisabile già a fine Ottocento, quando le accuse di essere collusi con la camorra si rivolsero a vari esponenti politici di Terra di Lavoro, da Rosano a Peppuccio Romano, episodi più simili alla penetrazione mafiosa nella Province rurali che al fenomeno urbano napoletano. Nel secondo capitolo si è ricostruito il contesto economico e sociale di Terra di Lavoro, con speciale riguardo agli agri nolano e dei Mazzoni, dove il fenomeno camorrista risulta radicato sia nel commercio urbano-rurale sia nelle aziende bufaline. D’altra parte ho seguito le vicende politico-amministrative della Provincia, la cui alta instabilità fu tra le cause, ma non l’unica, che portò alla soppressione o, per meglio dire, allo smembramento del territorio casertano nelle Province circostanti, avvenuto con il decreto reale del 2 gennaio del 1927. I circondari di Sora e Gaeta infatti confluiranno nelle costituende Province di Latina e Frosinone ed in parte nella Provincia di Roma, larga parte del territorio dei circondari di Caserta e Nola saranno inglobati in quella di Napoli, mentre la zona più interna sarà assorbita dal Sannio. Al lavoro bibliografico, confluito nei primi due capitoli e in parte del terzo, si è affiancata la ricerca archivistica che si è svolta presso gli