ONOMÀSTICA 4 (2018): 49–62 | RECEPCIÓ 7.1.2018 | ACCEPTACIÓ 27.7.2018

Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano Giacomo Giuntoli [email protected]

Abstract: Nel 2006 Mondadori pubblica Gomorra, libro di Roberto Saviano che presto diventa un caso editoriale fnendo per varcare anche i confni nazionali. Alcuni fra gli aspeti a torto meno studiati di questo romanzo sono i nomi presenti in esso e un con- ceto che merita di essere con atenzione analizzato, quello di “contronome”, cioè il soprannome che gli afliati alle cosche mafose danno ai membri di spicco. Questo è un conceto fondamentale per comprendere la rifessione onomastica che sta alla base del libro di Saviano. L*obietivo di questo saggio è spiegare questo conceto complesso atraverso alcuni esempi sia onomastici che toponomastici come quelli di Francesco Schiavone, deto “Sandokan” o di Las Vegas, una zona degradata di Napoli Nord che prende il nome dalla famosa cità americana. Parole chiave: Roberto Saviano, onomastica leteraria, toponomastica, “contronome”, soprannome, leteratura italiana

On the Concept of “Countername” in Roberto Saviano’s Gomorra Abstract: In 2006 Mondadori published Gomorra, a book by Roberto Saviano that soon became a literary sensation and thanks to which the young Italian writer became fa- mous all over the world. Some of the least studied aspects of this fction are prop- er names and a concept that deserves to be carefully analyzed, that of “contronome” (countername). “Contronome” refers to the nickname that the members of the mafa gangs used to give to their most important members. Tis is a fundamental concept to understand the onomastic refection that underlies Saviano’s book. Te aim of this essay is to explain what “contronome” is through some examples such as those of Francesco Schiavone, called Sandokan, or Las Vegas, a blighted area of North that takes its name from the famous American city. Keywords: Roberto Saviano, onomastics, toponomastics, “contronome”, nicknames, Ital- ian literature

49 Giacomo Giuntoli 1 I nomi di Gomorra. Un- introduzione

Roberto Saviano è, forse, uno degli scritori italiani più noti al mondo. Molti hanno scrito su di lui e sono state fate numerose trasposizioni, sia flmiche che teatrali, delle sue opere.1 Ma, di certo, un aspeto della sua produzione che è stato lasciato in disparte è il suo rapporto con i nomi. Lo scritore campano, infati, ha parlato di “contronome” per indicare i nomi che usano gli afliati alle cosche mafose cresciuti nell*epoca di Internet e della pay tv. La teoria dello scritore campano che, di primo acchito, può sembrare solo leteratura e non una ponderata teoria linguistica (è noto- rio che i soprannomi degli afliati esistono da prima che Roberto Saviano nascesse) invece ha motivazioni difcilmente criticabili. In efeti non si può negare che l*onomastica contemporanea sia pesantemente infuenza- ta da alcune nuove tendenze della comunicazione di massa e dell*intrat- tenimento globale tra cui il metaverso2 e la familiarità con i nuovi media. Ma c*è dell*altro oltre questo. Vediamo come e perché: Gomorra non solo è stato un best-seller di grande caratura leteraria che ha scosso le coscien- ze di molti ma è anche stato il libro che ha raccontato una nuova modalità di nome che stava già nella realtà e che includeva in sé tuti gli input che la cultura di massa riceve dalla tecnologia, in special modo dall*uso che le persone fanno –nella vita di tuti i giorni– di eletrodomestici come la Tv o il Computer. Si può dire che l*uomo è leteralmente bombardato di informazioni ed immagini non fltrate e plagianti, con cui non riesce ad avere un rapporto pacifcato. L*uomo viene quasi assorbito dal tubo ca- todico e dalla rete informatica fno a diventarne parte, quasi rinunciando ad una porzione della propria identità a tal punto da far nascere un nome nuovo: “il contronome”.

1 Il successo di Gomorra si può davvero defnire transmediale in quanto sono stati trati prima un flm (2008), per la regia di Mateo Garrone, poi una serie TV che è arri- vata addiritura a tre seguitissime stagioni ed è ancora in produzione e, infne, last but not least, uno spetacolo teatrale scrito da Saviano stesso con Mario Gelardi. 2 Per metaverso si intende una realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tridimensionale dal proprio avatar. Questo termine è stato coniato dallo scritore Neal Stephenson in Snow Crash (1992), romanzo cyberpunk del 1992. 50 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano 2 Che cos-7 il “contronome”. Alcuni esempi.

In Gomorra il nome che viene assegnato ai membri di spicco della camor- ra è chiamato da Saviano “contronome”, un termine che merita di essere analizzato accuratamente. Innanzituto occorre dire che o!contronome è una parola dialetale napoletana soggeta a varianti diatopiche. In altre pa- role se interpelli un abitante di Napoli sul suo signifcato, è possibile ot- tenere risposte lievemente diverse. Alcuni abitanti della cità partenopea lo percepiscono solo come un sinonimo di soprannome. A fare chiarez- za su questo aspeto ci pensa un prezioso contributo di Patricia Bianchi:

In area napoletana per “soprannome” si usa il termine contronome; gran parte dei contronomi otocenteschi sono da ascrivere al dialeto. Il sistema soprannominale, sopratuto nei centri più grandi, viene avvertito come un meccanismo sociolinguistico vecchio, che di conseguenza rischia di anda- re perduto, salvo essere recuperato con fnalità amicali e di coesione sociale all*interno dei gruppi giovanili. La conservazione dei soprannomi nella ca- morra urbana, e non solo, sembra dunque essere in parziale controtendenza.3

Però altri ancora, parlando di contronome, intendono un tipo speci- fco di soprannomi. Infati a Napoli è molto usato un soprannome che rovescia (da qui probabilmente il prefsso contro-) le carateristiche fsi- che o carateriali della persona di cui si sta parlando. Per esempio se una persona è magra, invece che chiamarla o*sicco, viene chiamata o*chiat (e viceversa). Questo uso del soprannome antifrastico è noto anche in altre regioni d*Italia. Ma ciò non toglie che la creazione di una parola apposita per sostituire o afancare, a seconda di quale versione dei fati sia preferita,

3 Questa autorevole testimonianza proviene dal saggio di Patricia Bianchi I sopran- nomi dei camorristi incluso nella Biblioteca digitale sulla curata dal diparti- mento di flologia moderna dell’Università degli studi di Napoli Federico II. Per un’ana- lisi particolareggiata dei soprannomi e contronomi di Gomorra si vada a consultare l’indirizzo web: htp://www.bibliocamorra.altervista.org/index.php?option=com_ content&view=article&id=200:i-contronomi-di-gomorra-&catid=47:percor- si-doc&Itemid=86. E’interessante notare come in questo lavoro i contronomi siano divisi in undici categorie. Nel presente saggio, però, pur tenendo conto di questo prezi- oso contributo, l’obietivo è tentare di comprendere accuratamente il conceto di con- tronome e atraverso di esso creare una rifessione linguistico-mediatica. 51 Giacomo Giuntoli il termine soprannome, testimoni una particolare sensibilità del popolo partenopeo alla questione onomastica. Deto questo lasciamo la parola a Saviano stesso, quando nel libro analizza i contronomi dei camorristi, assuefati all*immaginario flmico e all*impero afabulante della tecnolo- gia, e fa una lista di soprannomi classici e “contronomi”:

Paolo di Lauro è conosciuto come “Ciruzzo o* milionario”: un contronome ridicolo, ma soprannomi e contronomi hanno una precisa logica, una sedi- mentazione calibrata. Ho sempre sentito chiamare gli appartenenti al Sistema con il soprannome, al punto che il nome e il cognome in molti casi arriva a diluirsi, a essere dimenticato. Non si sceglie un proprio contronome, spunta d*improvviso da qualcosa, per qualche motivo, e qualcuno lo riprende. Così per mero fato nascono i soprannomi di camorra. è stato ri- batezzato “Ciruzzo o* milionario” dal boss che lo vide una sera presentarsi al tavolo da poker mentre lasciava cadere dalle tasche deci- ne di biglieti da centomila lire. Giuliano esclamò. “E chi è venuto, Ciruzzo o* Milionario?”. Un nome uscito in una serata brilla, un atimo, una trovata giu- sta. Ma il forilegio di contronomi è infnito […] ci sono i contronomi che provengono dai soprannomi degli avi di famiglia e che si appiccicano anche agli eredi, come il boss deto “o* graunar”, il carbonaio: i suoi avi vendevano il carbone e tanto era bastato per defnire così il boss che aveva colonizzato l*Argentina con i capitali della camorra vesuviana. […] Quasi tuti i boss hanno un contronome: è in assoluto il trato unico, iden- tifcatore. Il soprannome per il boss è come le stimmate per un santo. La di- mostrazione dell*appartenenza al Sistema. Tuti possono essere Francesco Schiavone, ma solo uno sarà Sandokan, tuti possono chiamarsi Carmine Alferi, ma uno solo si girerà quando verrà chiamato “o*ntufato”, chiunque può chiamarsi Francesco Verde, solo uno risponderà al nome di “*o negus”, tuti possono essere stati iscriti all*anagrafe come Paolo di Lauro, uno solo sarà “Ciruzzo *o milionario”.4

Quindi ogni soprannome si potenzia in dialetica con il vero nome dell*afliato. Facciamo un esempio: in Paolo di Lauro, secondo quanto sostiene Saviano, ci sono due persone: una è Paolo di Lauro in quanto im- prenditore che ha quel nome anagrafco; l*altra è “Ciruzzo il Milionario”. Solo atraverso di esso la persona di Paolo di Lauro arriva alla sua pienez-

4 R. Saviano, Gomorra, Mondadori, Milano 2006, p. 65-68. 52 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano za. E quindi “Ciruzzo il Milionario” non è più un nome accessorio come poteva essere un semplice soprannome un tempo, bensì quasi ciò che era il gentilizio per il nome romano. Il simbolo di una appartenenza. Si può dire che l*afliato atraverso “il contronome” arriva ad incarnarsi in un nuovo essere che sposa una nuova vita: quella del sistema camorristico con tuto ciò che questa scelta comporta. Molti diranno che quella di dare un soprannome è un*antica tradizione già in voga a metà dell*Otocento, quando la mafa siciliana soto il Regno delle due Sicilie muoveva i pri- mi passi. Ma il contronome, pur essendo un soprannome, ha qualcosa in più rispeto a quest*ultimo. Se il soprannome, infati, sostituisce il nome anagrafco grazie ad un aneddoto, il contronome non solo sostituisce quel nome, ma fnisce per completarlo atraverso il percorso mediatico a cui non può sotrarsi, come dice Saviano stesso:

Ci sono […] contronomi calibrati che possono fare la fortuna o sfortuna mediatica di un boss come quello celebre di Francesco Schiavone deto San- dokan, un contronome feroce scelto per la sua somiglianza con Kabir Bedi, l*atore che interpretò l*eroe salariano. Pasquale Tavoleta deto Zorro per la somiglianza, a sua volta, con l*atore del teleflm televisivo […].5

Certo il soprannome originario non doveva preoccuparsi della rice- zione mediatica che avrebbe avuto. E infati, a diferenza di altri luoghi della tratazione, il termine soprannome che sembra essere quasi un si- nonimo di contronome scompare. Da ciò si deduce chiaramente che è il medium a giocare un ruolo fondamentale nella distinzione fra sopran- nome e contronome. Saviano, infati, ci racconta in un brano di Gomorra come l*immaginario dei boss si sia ibridato con i flm e con la tecnologia, e così anche i loro contronomi.

Non è il cinema a scrutare il mondo criminale per raccoglierne i comporta- menti più interessanti. Accade esatamente il contrario. Le nuove generazioni di boss non hanno un percorso squisitamente criminale, non trascorrono le giornate per strada avendo come riferimento il di zona, non hanno il coltello in tasca, né sfregi sul volto. Guardano la tv, studiano, frequentano le università, si laureano, vanno all*estero e sopratuto sono impegnati nello studio dei meccanismi d*investimento. Il caso del flm il Padrino è eloquente.

5 Ibidem, p. 67. 53 Giacomo Giuntoli

Nessuno all*interno delle organizzazioni criminali, siciliane come campane, aveva mai usato il termine padrino, fruto invece di una traduzione poco f- lologica del termine inglese godfather. Il termine usato per indicare un capo- famiglia o un afliato è stato sempre compare. Dopo il flm però le famiglie mafose d*origine italiana negli Stati Uniti iniziarono a usare la parola padrino, sostituendo ormai quella poco alla moda di compare e compariello.6

Così, oltre a neologismi che entrano nella lingua parlata, anche il so- prannome classico e il “contronome” sono infuenzati da questi cambia- menti, arrivando ad una terza fase, quella odierna: oggi, infati, siamo di fronte a contronomi coniati nel nuovo millennio delle Mall immense nelle cità ipertecnologiche di Abu Dhabi, della camorra che si chiama sistema. E non solo. L*appartenenza al sistema, ovvero la pratica del so- prannome dentro ad un ambiente chiuso come può essere quello di una cosca mafosa, è la vera svolta per quello che, se usato al di fuori del si- stema, continuerebbe ad essere un mero soprannome. Ad implementare ulteriormente la forza caraterizzante del contronome, quindi, è questo scontro fra arcaico e ultra-moderno che avviene nella mafa di oggi.

Anche al Nord si replicano gli stessi riti di afliazione che su credono appar- tenere solo a terre arretrate, si compiono gli stessi identici rituali e si risponde allo stesso immutato codice. E non sono solo dinamiche militari, sono soprat- tuto dinamiche culturali che si alimentano di prassi ataviche, perenni, inamo- vibili, eterne. […] Troppo semplice sarebbe credere che tuto ciò sia il fruto di arretratezza medievale, profonda ignoranza e assenza di Stato. Perché non esiste arretratezza in un luogo dove, atraverso il narcotrafco, arrivano mi- lioni e milioni di euro. Sta proprio qui il nodo: il massimo grado della tradi- zione della regola arcaica, unito al massimo grado dell*evoluzione economi- ca. Web, mercato, fnanza, droga, ma tuto governato dalle regole della roba, dello sguardo basso, dei matrimoni combinati, della verginità e del sangue7

Lo scontro fra la tradizione e il nuovo porta così il soprannome ad af- fevolire le barriere identitarie e fortifcare la comunità camorristica ac- centuando gerarchie che si riverberano persino nel linguaggio. Infati nel sistema di Gomorra, dove i soprannomi che nascono in seno al clan fni-

6 Gomorra, p. 272-274. 7 R. Saviano, Vieni via con me, Feltrinelli, Bologna 2011, p. 17-18. 54 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano scono per individuare il mafoso in questione (Tuti possono essere France- sco Schiavone, ma solo uno sarà Sandokan) ma l*omissione del cognome e l*avvento di un soprannome per ognuno di loro fnisce per afermare una parentela segreta, che gli afliati inizialmente conoscono, e solo succes- sivamente sarà di dominio pubblico. Poi il soprannome atraverso il me- dium diviene contronome e potenzia o indebolisce la fama del camorrista in questione, fno addiritura a giocare un importante ruolo nella sua car- riera mafosa. E là dove il contronome fallisce, essendo magari poco evo- cativo perché il caso ha voluto che invece che Sandokan fosse, per esem- pio, “Ciccioto di Mezzanote”, i mafosi lo integrano con ateggiamenti presi in prestito da pellicole di successo per far diventare l*afliato che si distingue nel sistema-camorra un vero e proprio eroe popular. Tuti sono consapevoli della potenza di un nome ma sopratuto della costruzione mediatica a cui deve essere abbinato per arrivare a raggiungere un nuovo grado semantico che mescola la forza della parola con quella dell*adegua- ta sede mediatica in cui divulgare quella parola. E difonderla. Il contronome, ormai è evidente, atinge dall*immaginario dei flm hol- lywoodiani e così la realtà prende ispirazione dalla fction flmica e non viceversa. Una realtà irreale e al contempo reale in cui i boss si dimostrano esperti comunicatori; non a caso, infati, nel giorno della catura escono dal rifugio bunker petinati di tuto punto, mostrando befardamente il loro volto alle telecamere e ai fotograf.

Molti giovani italoamericani legati alle organizzazioni mafose imitarono gli occhiali scuri, i gessati, le parole ieratiche. Lo stesso John Goti si volle tra- sformare in una versione in carne e ossa di Vito Corleone. Anche Luciano Liggio, boss di Cosa Nostra, si faceva fotografare sporgendo la mascella come il capofamiglia de Il Padrino8

Quindi i contronomi degli afliati al Sistema, nonostante le innegabili diferenze che li contraddistinguono, sembrano essere entrambi infuen- zati allo stesso modo dal nuovo circuito informativo. Ci sono richiami alla net-culture, alla televisione babelica dei milioni di canali in pay per view, alle celebrità efmere che, senza sapere, si ritrovano sulla copertina di un libro, ai mafosi e camorristi hollywoodiani che danno ispirazione a quelli veri.

8 Ibidem. 55 Giacomo Giuntoli Una situazione paradossale, angosciosa e caotica. Lo specchio amaro di tempi in cui il nome proprio e la scienza che lo studia, l*onomastica, non può sotrarsi dal fare i conti con il virtuale. Un virtuale più vero del vero. Come se il nome con il suo peso identitaria e biologico non fosse autosufciente e avesse disperatamente bisogno di un mondo altro a cui sorreggersi.

3 Dal “contronome” a… Las Vegas.

L*uso di quello che fno a pochi anni sarebbe stato un mero soprannome rivendica un ruolo nuovo: ecco perché Roberto Saviano parla di questo fenomeno con un termine, quello di contronome, che sembra perdere il ruolo di mero ruolo di sinonimo dialetale per arrivare a coprire una nuova area di signifcato. Per comprendere fno in fondo questo termine occorre nuovamente chiamare in causa un altro passo di Gomorra, in cui l*autore fa una piccola digressione sulla toponomastica dei luoghi entro cui è nato il Sistema:

Arrivammo a Las Vegas. A Nord di Napoli. Qui chiamano Las Vegas questa zona per diverse ragioni. Come Las Vegas del Nevada è edifcata in mezzo al deserto, così anche questi agglomerati sembrano spuntare dal nulla. Si arriva qui da un deserto di strade. Chilometri di catrame, di strade enormi che in pochi minuti ti portano fuori da questo territorio per spingerti sull*autostra- da verso Roma, drito verso il nord. Strade fate non per auto ma per camion, non per spostare citadini ma per trasportare vestiti, scarpe, borse. Venendo da Napoli questi paesi spuntano d*improvviso, fccato nella terra uno accan- to all*altro. Grumi di cemento. Le strade che si annodano ai lati di una ret- ta su cui si avvicendano senza soluzione di continuità , , Sant*Antimo, Melito, Arzano, Piscinola, San Pietro a Patierno, Fratamaggiore, Frataminore, . Grovigli di strade. Paesi senza diferenze che sembrano un*unica grande cità. Strade che per metà sono un paese e per l*al- tra metà ne sono un altro. Avrò sentito centinaia di volte chiamare la zona del foggiano la Califoggia, oppure il sud della Calabria Calafrica o Calabria Sau- dita, o magari Sahara Consilina per Sala Consilina, Terzo Mondo per indicare una zona di Secondigliano. Ma qui Las Vegas è davvero Las Vegas. Qualsiasi persona avesse voluto tentare una scalata imprenditoriale in questo territo- rio, per anni avrebbe potuto farlo. Realizzare il sogno. […] I prodoti erano

56 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano tanto più riusciti quanto assemblati in silenzio e clandestinamente. Territori che da decenni producevano i migliori capi della moda italiana.9

Perché Saviano sostiene che la Las Vegas napoletana è davvero (con tanto di corsivo) Las Vegas? Ciò avviene per lo stesso motivo che con- sente a Francesco Schiavone di essere veramente Sandokan, soprannome che assurge così al grado di contronome. Vediamo come: partiamo dal termine Las Vegas: nell*insieme mondo Las Vegas sarà universalmen- te riconosciuta come una cità edifcata in mezzo al deserto famosa per il gioco d*azzardo e che ha la nomea di essere una cità in cui i sogni di- ventano realtà. A un certo punto della nostra storia accade che un posto della periferia di Napoli che sorge in una zona che somiglia ad un deser- to cominci a essere chiamato Las Vegas. Questo nome si impone grazie a un meccanismo che chiamerei “dimensione colletiva d*inveramento”. Mi spiego meglio: il Sistema consente a chi è interessato di investire in questo luogo che diviene in poco tempo considerato da tuti un vero e proprio Eldorado. Così la colletività, spendendosi in atività illegali, sperimenta su di sé ciò che primariamente è stato asserito dal Sistema: “questo luogo non è uno squallido posto periferico che somiglia a un de- serto, ma Las Vegas, dove tuti possono avverare i loro sogni”. Quindi si crea un pato fra il Sistema e la colletività che porta a un cortocircuito: alla Las Vegas “reale” se ne aggiunge una virtuale, che però, per chi vive in quella realtà, non è meno vera di quella che è situata nel Nevada, anzi la nuova Las Vegas fnirà per sostituire l*originale. Questa Las Vegas sarà falso-vera,10 così come i capi d*abbigliamento che la Camorra falsifca in modo talmente impeccabile da potersi permetere di mischiarli a quelli veri, senza che nessuno possa rendersi conto della diferenza. Questa re-

9 Gomorra, p. 27. 10 “Gli abiti contrafati dei clan secondiglianesi quindi non erano la classica merce tarocca, la pessima imitazione, il simile spacciato per autentico. Era una sorta di falso- vero. Al capo mancava solo l’ultimo passaggio, l’autorizzazione della casa madre, il suo marchio, ma quell’autorizzazione i clan se la prendevano senza chiedere niente a nessu- no. […]. La marca c’era, la qualità pure. Nulla di diferente quindi. […] I clan secondi- glianesi atraverso il falso-vero e il danaro del narcotrafco erano riusciti a compare ne- gozi e centri commerciali, dove sempre più spesso i prodoti autentici e quelli vero-falsi venivano mischiati, impedendo ogni distinzione.” Ibidem, p. 49-53. 57 Giacomo Giuntoli altà modifcata dal media camorristico è fction, poiché atraverso il po- tere del sogno camorristico unito a quello di chi tenterà la fortuna in quel luogo, Las Vegas esisterà davvero. Sarà diversa da Sahara Consilina o Ca- labria Saudita che rimangono sempre e comunque soprannomi. Questo processo d*inveramento che avviene atraverso un pato fra il Sistema e la colletività, porta Las Vegas a essere un “contro-luogo”, cioè un luogo che riscrive la realtà atraverso un immaginario fno a modifcar- la nel profondo e irrimediabilmente. Lo stesso dicasi, quindi, per il con- tronome Sandokan. In questo caso abbiamo nella realtà un camorrista di nome Francesco Schiavone e nel mondo fantastico il famoso eroe creato dalla penna di Salgari, ovvero Sandokan. Proprio quest*ultimo sarà il so- prannome che verrà afbbiato a Schiavone dai componenti del suo clan. Grazie alle gesta eroiche che Schiavone compie, per il pato fra Sistema e colletività, allora, anche questa volta, il soprannome arriverà al grado di inveramento che abbiamo già visto in Las Vegas. E, quindi, proprio per questo, arriveremo a dire che Sandokan non è un soprannome, ben- sì un contronome, una particella di fction che fnisce per impadronirsi del reale. Questa dimensione del falso-vero che si impone sulla realtà, modifcandola, è il vero cuore batente che muove ogni singola parola di questo libro. Altresì, dopo questa rifessione, mi sento di poter dire che le vibranti polemiche intorno alla fatidica domanda: “…Ma Gomorra è più un romanzo o uno scrito giornalistico?” siano state assolutamente sterili, in quanto Gomorra racconta la realtà, e per questo può essere fe- dedegno alla pari di un saggio sulla Camorra, ma per raccontare nella sua totalità quello che avviene veramente in occorreva scrivere di Sandokan e di Las Vegas riuscendo a entrare nell*intimità “falso-vera” di due termini che, senza la analisi di Saviano, rischiavano di rimanere un eroe di Salgari e una cità del Nevada, così come è evidente dallo schema proposto in questo saggio. Ecco perché il libro di Saviano ha fato guadagnare allo scritore cam- pano una condanna a morte, così com*era successo alcuni anni prima a Salman Rushdie per i suoi Versi satanici. Infati, oltre a vivere in prima per- sona i meccanismi di Gomorra Saviano li disvela, riuscendo a indebolirli grazie alla forza disarmante della parola. Proprio come nella macchina del fango, un monologo che ha recitato nel programma televisivo Vieni via con me e incluso nell*omonimo libro: 58 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano Sento che la democrazia è leteralmente in pericolo. Può sembrare esagerato, ma non lo è. La democrazia è in pericolo nel momento in cui, se ti poni con- tro certi poteri, se ti poni contro il governo, quello che ti aspeta è l*atacco di una macchina che ti geta addosso fango: un atacco che parte dalla tua vita privata, da fati minuscoli della tua vita privata, che vengono usati contro di te. C*è diferenza fra difamazione e inchiesta. L*inchiesta raccoglie una mol- teplicità di elementi per mostrarli al letore. I giornalisti sognano di avere più informazioni possibile per poter approfondire, per poter trovare elementi che dimostrino, inchiodino, difendano. La difamazione prende invece un elemento dal contesto, una cosa privata che non ha relazione alcuna con la cosa pubblica, e lo usa contro la persona che si è deciso di difamare. […] la confusione fra difamazione e inchiesta è un metodo. E* il modo di difendersi di chi difama. Lo scopo è poter dire: “Lo fate anche voi”, “Lo facciamo tuti.”11

Reale Fictionale o “del falso vero” Virtuale Las Vegas (cità del Periferia di Napoli edifcata Nevada) = desertifcata = in mezzo al deserto cità dove tuti i sogni si possono avverare

Dimensione colletiva di inveramento

Las Vegas = cità di Napoli edifcata in mezzo al deserto dove tuti i sogni si possono avverare

Las Vegas (cità del Periferia di Napoli in cui Nevada), a cui si associa ci si arricchisce atraverso il mito dell’arricchimento atività illecite istantaneo

Morte della nuova Las Vegas

11 Vieni via con me, p. 39-41. 59 Giacomo Giuntoli Questo ato del distinguere, del chiamare le cose e le persone con il loro nome, del poter dire “Non tuti siamo uguali” oppure “Las Vegas è una periferia di Napoli, non è la cità del Nevada”, fnisce per metere in serio pericolo gli oliati meccanismi di Gomorra. La leteratura dimostra tuta la sua forza disvelando agli occhi dei letori i lati deboli di una for- tezza che sembrava inataccabile. Proprio quando la costruzione del falso vero si incrina, Las Vegas ritorna a essere non il nuovo Eldorado ma una periferia napoletana in cui ci si arricchisce atraverso atività illegali. Lo scritore campano, infati, acutamente specifca che il contronome è “La dimostrazione dell!appartenenza al Sistema”. Il disvelamento della realtà che avviene in Gomorra (2006) atraver- so il suo sistema onomastico trova un degno successore in ZeroZeroZero (2013), libro che atraverso il trafco di stupefacenti (la cocaina soprat- tuto) descrive con minuzia di particolari gli andamenti della criminalità globale. Già nella parte incipitaria lo scritore campano palesa il suo for- te interesse per i nomi: Saviano nella fnzione romanzesca ha un appun- tamento a Batery Park con un polizioto newyorkese che gli fa ascoltare una registrazione in cui un boss spiegava ai nuovi afliati come farsi largo nel mondo della malavita organizzata. La missione di Saviano è verifca- re, scrivendo quanto ascolta e divulgandolo poi nel suo nuovo libro, se la registrazione è autentica oppure no:

Se ne scrivi e nessuno fa niente, allora o è una gran balla di qualche atore di serie B e il nostro chicano ci ha presi in giro oppure… nessuno crede alle cazzate che scrivi e in quel caso ci hanno fregato12

ZeroZeroZero inizia là dove è fnito quello precedente: la parresia ri- prende come se non fossero passati sete anni dall*esordio e sei e mezzo dall*assegnazione di una scorta che accompagna note e giorno la vita del coraggioso scritore. Mentre ascolta la registrazione viene colto per ben due volte da un desiderio squisitamente onomastico. Conoscere il nome del boss:

12 R. Saviano, ZeroZeroZero, Feltrinelli, Bologna 2013, p. 15. 60 Sul conceto di “contronome” in Gomorra di Roberto Saviano Avrei voluto sapere il suo nome e così provavo a chiederlo al polizioto fn- gendo una curiosità momentanea e causale. Il polizioto non provava nem- meno a rispondermi, C*erano solo le parole del boss.13

Io lo ascoltavo e setacciavo le parole come fossero sabbia per trovare la pe- pita, il nome.14

4 Conclusioni Il nome, quindi, è davvero un prezioso e imprescindibile strumento nell*opera di Saviano perché il desiderio di conoscenza non si placa solo con il raccontare minuziosamente le azioni criminose ma solo quando, se possibile, conosce chi ha commesso quei crimini collegando a un corpo il gesto e traducendolo in vibrante parola di sdegno e denuncia. Non forse Linneus diceva: Nomina si nescis, perit et cognitio rerum. Le nuove porzioni di realtà si possono defnire acquisite solo atraverso la loro nominazione e un*atenta catalogazione delle stesse. Così Saviano, atraverso una serrata rifessione linguistico-mediatica proseguita peraltro anche nei suoi ultimi romanzi (La paranza dei bambini e Bacio feroce), ha potuto contare non solo sulla forza della narrazione ma anche su quella del nome, potente mezzo che evidenzia i contorni di una realtà irreale che, spesso, andando al di là delle parole di uso comune, ha bisogno di risemantizzazioni e nuo- ve prospetive teoriche per essere adeguatamente analizzata e descrita.

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13 Ibidem, p. 16. 14 Ibidem, p. 17. 61 Giacomo Giuntoli Rushdie, S. 2004. Versi satanici. Milano: Mondadori. Saviano, R. 2006. Gomorra. Viaggio nell!impero economico e nel sogno di dominio della camorr. Milano: Mondadori. 3. 2009. La Bellezza e l!inferno. Scriti 2004-2009. Milano: Monda- dori. 3. 2010. La parola contro la camorra. Torino: Einaudi. 3. 2011. Vieni via con me. Bologna: Feltrinelli. 3. 2013. ZeroZeroZero. Bologna: Feltrinelli. 3. 2016. La paranza dei bambini. Bologna: Feltrinelli. 3. 2017. Bacio crudele. Bologna: Feltrinelli. Stephenson, N. 1992. Snow Crash. Spectra. Van Langendonck, W. 2007. Teory and Typology of Proper Names. Ber- lin: De Gruyter. Vaxelaire, J. L. 2005. Les noms propres, une analyse lexicologique et histori- que. Paris: Champion.

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