Cosche D'italia
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Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 6 - Numero 21 - Palermo 28 maggio 2012 ISSN 2036-4865 Cosche d’Italia Placido Rizzotto, eroe della Repubblica Vito Lo Monaco l 24 maggio 2012, dopo 64 anni, sono stati celebrati i funerali di stato casuale che tutto ciò sia avvenuto, sempre alla presenza Stato per Placido Rizzotto, alla presenza del Presidente della di Napolitano, dopo la celebrazione del trentennale dell’ucci- IRepubblica, dei rappresentanti della Camera, del Senato, dei sione di La Torre e il ventennale delle stragi di Capaci e via Governi, nazionale e regionale. Nella Chiesa Madre di Corleone D’Amelio. Il messaggio che ricaviamo dall’insieme di queste hanno officiato il Vescovo di Monreale, i parroci e i frati delle chiese manifestazioni, nel momento in cui riprende la strategia della locali, Luigi Ciotti. Solenne riconoscimento per un eroe della Re- tensione, è che per sciogliere i nodi del presente occorre ta- pubblica, proposto qualche mese fa tramite il web da Art21 e da gliare quelli del recente passato condividendo l’analisi storica e L’Unità, rilanciato da uomini politici, associazioni antimafia, sem- politica che mafia, terrorismo, P2, P3, P4, nelle loro diversità plici cittadini e prontamente accolto dal Governo Monti che ne ha strutturali e organizzative, sono tutti frutti avvelenati e illegali di riconosciuto la forte valenza democratica. Ora bisogna estendere quella parte della classe dirigente che non ha mai accettato la il riconoscimento di eroi della Patria a tutti gli altri quarantasei uc- democrazia. cisi dalla mafia nella lotta per la riforma agraria, perché essi come Placido Rizzotto, contadino povero che andato in guerra, di- i partigiani del CentroNord, battendosi contro il latifondo e il suo si- venta partigiano, matura una coscienza di classe che lo porta stema di potere politico e mafioso, hanno contribuito a unire l’Italia a dirigere i suoi compagni contadini verso i diritti, la terra, la de- e a costruire la Repubblica. Con i funerali a Placido, la Repubblica mocrazia, la libertà sociale e politica. Facendo questo percorso fa un grande passo avanti nel superamento delle cause politiche da autodidatta si ricollega al grande alveo democratico dei mai che allora schierarono, invece, gran parte dello Stato contro il mo- dimenticati Fasci Siciliani di fine Ottocento. Il riscatto dal ser- vimento contadino e democratico. Fa un passo avanti anche la vaggio antico del latifondo è una lotta sostenuta dalle masse gerarchia ufficiale della Chiesa che sessantaquattro anni fa sco- socialiste, comuniste e cattoliche, ma osteggiata dalle gerarchie municava i socialisti, i comunisti, cattolici, e della Chiesa, da gran parte dell’apparato quanti li votavano e li frequentavano. E la ria- statale e giudiziario che arriva a giustificare pertura delle indagini decisa dalla Procura Ora bisogna estendere i delitti e la mafia quale guardia bianca. Riz- della Repubblica di Palermo fa sperare che si zotto rappresenta quella sinistra di classe arriverà finalmente alla verità. il riconoscimento di eroi che non si lascia intimidire, pur conoscendo Allora mai fu celebrata una messa in suffragio della Patria a tutti gli i rischi di morte che corre. La Torre che degli uccisi dalla mafia nemmeno del piccolo corre a sostituirlo dopo la sua scomparsa Letizia, dimenticato testimone innocente del- altri quarantasei uccisi alla direzione della Camera del Lavoro di l’uccisione di Placido e a sua volta ucciso dal Corleone è altrettanto consapevole come medico capomafia Navarra. Ieri il vescovo di dalla mafia nella lotta tutti gli altri giovani dirigenti e militanti di Monreale ha riconosciuto pubblicamente che per la riforma agraria, quel tempo dell’impegno titanico necessario Placido, caduto per il suo impegno sindacale per consolidare la giovane Repubblica. In- e politico, è un onore per la sua città. Stato e che hanno contribuito a fatti, La Torre è arrestato un anno dopo Chiesa, dunque, riparano un torto storico unire l’Italia e a co- mentre è alla testa dei contadini che met- verso la democrazia repubblicana che, nata tono a coltura il feudo non coltivato del ba- dalla Resistenza, non è riuscita a difendere i struire la Repubblica rone Inglese. suoi migliori figli, ne ha subito il martirio, co- Sono stati eroi della Patria tutti coloro che si perto gli assassini e i mandanti, accettato i de- batterono per la riforma agraria e per i diritti pistaggi voluti dagli apparati infedeli per destabilizzare il paese. del lavoro e caddero sotto il piombo mafioso come lo furono Le varie strategie della tensione vissute dalla Repubblica, dalla quei politici e funzionari dello Stato i quali, fedeli alla Costitu- strage di Portella della Ginestra del 1947, al terrorismo rosso e zione, hanno creduto nella possibilità di cambiare in meglio il nero alle uccisioni di Moro e Mattarella, di La Torre e Dalla Chiesa, paese con più libertà e giustizia sociale. Nessuno di loro va di- dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio del 1992 a quelle di queste menticato. Tra essi Moro, Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, settimane con gli attentati degli anarchici e la tentata strage di Chinnici, Falcone, Borsellino che da caduti hanno vinto. Senza Brindisi, indicano che opera sempre una volontà destabilizzatrice il loro sacrificio non ci sarebbero stati la prima legge antimafia, in ogni fase critica del Paese. la confisca dei beni ai mafiosi, le condanne all’ergastolo di mi- Non è stato un caso che il Presidente Napolitano dopo Corleone gliaia di mafiosi, giudici schierati contro la mafia a difesa dei si sia soffermato presso il Sasso di Barbato, a Portella della Gine- deboli in nome dell’uguaglianza dei cittadini di fronte la legge. stra, a deporre un corona di fiori sul luogo dell’eccidio compiuto Anche grazie a loro, oggi, i giovani italiani scendono in piazza dalla banda Giuliano, comandato dalla mafia, dai pezzi infedeli a manifestare il loro sdegno contro la mafia e la politica che la dello Stato e della classe dirigente del paese. Così come non è genera e la alimenta impedendo che vincano. Gerenza ASud’Europa settimanale realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 6 - Numero 21 - Palermo, 28 maggio 2012 Registrazione presso il tribunale di Palermo 2615/12 - Stampa: in proprio Comitato Editoriale: Mario Azzolini, Mario Centorrino, Gemma Contin, Giovanni Fiandaca, Antonio La Spina, Vito Lo Monaco, Franco Nicastro, Bianca Stan- canelli, Vincenzo Vasile. Direttore responsabile: Angelo Meli - In redazione: Davide Mancuso - Art Director: Davide Martorana Redazione: Via Remo Sandron 61 - 90143 Palermo - tel. 0913482866 - email: [email protected]. II giornale è disponibile anche sul sito internet: www.piolatorre.it; La riproduzione dei testi è possibile solo se viene citata la fonte In questo numero articoli e commenti di: Giuseppe Ardizzone, Gaetano Armao, Matteo Barbero, Daniela Del Boca, Melania Federico, Michele Giuliano, Tano Gullo, Franco La Magna, Salvatore Lo Iacono, Antonella Lombardi, Vito Lo Monaco, Davide Mancuso, Nino Mannino, Gerardo Marrone, Raffaella Milia, Carlo Milani, Angelo Napoli, Giuseppe Nicoletti, Angelo Pizzuto, Francesca Scaglione, Gilda Sciortino, Maria Tuzzo, Alberto Vannucci, Giuseppina Varsalona, Vincenzo Vasile. Il procuratore di Reggio Calabria, Gratteri: “La ‘ndrangheta al Nord è sempre più forte” Antonella Lombardi a 'Ndrangheta che fa affari? Si muove tra Reggio, Mi- lano e il Belgio e parla almeno quattro lingue. Ci è ca- “Lpitato di arrestare uno di questi boss che addirittura parlava il fiammingo, difficilissimo anche per chi è madrelingua". Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, non smette di ripeterlo: per combattere le pervasive infiltrazioni ma- fiose al Nord, occorre liberarsi da ogni stereotipo e ragionare da businessman. "c'è un inspiegabile black out che sembra aver col- pito tutti su quanto avvenuto negli ultimi decenni al Nord - ha detto - ma oggi le mafie al Settentrione sono più forti perché più ricche e chi ha soldi comanda, mentre noi al massimo stiamo pareg- giando, non stiamo vincendo nessuna guerra". Il magistrato pun- tualizza anche quale sia l'incidenza del fenomeno al Nord: "Chi dice che la 'Ndrangheta è arrivata in Lombardia o in Piemonte da un paio d'anni è, nella migliore delle ipotesi, in malafede oppure ignorante - spiega Gratteri - perchè l'omicidio del magistrato Bruno Caccia in Piemonte è del 1983 e perché ci sono stati magistrati ste una cura sulla politica uguale a quella utilizzata per il si- fuoriclasse come Alberto Nobili che già 25 anni fa hanno dimo- stema delle estorsioni". Un'attenzione tale da richiedere ai rap- strato l'esistenza di decine di 'locali' di 'ndrangheta, hanno inda- presentanti oltre alla fedeltà assoluta, la massima discrezione: gato sul loro governo dell'edilizia nel Milanese, ad. Esempio". Una all'esterno non doveva apparire alcun collegamento diretto tra potenza certificata dalla Direzione distrettuale antimafia che nella i politici e i vertici della cosca. sua relazione nota: "In Piemonte la 'Ndrangheta ha una sua con- Un copione simile è stato scoperto in Piemonte, com l'opera- solidata roccaforte che è seconda, dopo la Calabria, solo alla Lom- zione 'Minotauro' che ha smantellato, con 172 indagati, i clan bardia. E' la 'Ndrangheta la protagonista della scena criminale calabresi di stanza a Torino. Un'organizzazione che si articola piemontese, tanto sul versante del traffico di droga, quanto su in un gruppo detto 'crimine' che si occupa di forza armate, nove quello del controllo del territorio, quest'ultimo in fase di sicuro raf- 'locali' ( che devono essere composte da almeno 49 'cristiani'), forzamento". Una mafia così liquida da ridurre al minimo "i con- e una 'bastarda', cioe' una locale che non ha ancora il ricono- trasti interni, risolti raramente con la violenza, che realizza scimento ufficiale dalla casa madre. Cifre che porterebbero a estorsioni più con il condizionamento e l'intimidazione ambientale 500 gli affiliati della 'ndrangheta nel Torinese.