Il Patto Mafia-Stato Nelle Carte Di Riina

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Patto Mafia-Stato Nelle Carte Di Riina Il patto mafia-Stato nelle carte di Riina 26 maggio 2003 — pagina 23 sezione: CRONACA PALERMO - Cosa nascondeva Totò Riina nel suo covo? Perché il generale Mario Mori e quegli altri ufficiali del Ros non perquisirono la tana del boss di Corleone e non la sorvegliarono mai? Cosa c' era dentro quella cassaforte scardinata da un muro, aperta con la fiamma ossidrica da una mezza dozzina di mafiosi che entrarono indisturbati nella villa appena qualche giorno dopo la cattura del loro capo? Il sospetto che avanzano alcuni pentiti è che nel covo ci fosse il "papello", quelle richieste che Cosa Nostra inoltrò a pezzi dello Stato a cavallo delle stragi del '92 e del '93 per fermare le bombe mafiose. Pace in cambio di un regime carcerario meno duro, pace in cambio della revisione del maxi processo. Nell' inchiesta giudiziaria sullo "svuotamento" della villa di un boss che era rimasto latitante per un quarto di secolo, tra testimonianze di colonnelli e generali, ci sono infatti anche le confessioni di tre collaboratori di giustizia. Uno è Giovanni Brusca, l' altro è Santino Di Matteo, il terzo è Balduccio Di Maggio. Raccontano dei misteri del covo e delle «carte scottanti» che poteva aver occultato lo «zio Totò», ciascuno di loro però offre una sua verità sui segreti di almeno vent' anni di mafia che custodiva il capo dei capi. Brusca parla del boss di Corleone e subito ricorda «che aveva l' abitudine di conservare i documenti in una cassaforte». Poi aggiunge: «Io stesso, quando Riina abitava alla Molara (è una borgata di Palermo, ndr), l' ho visto varie volte aprire e chiudere una cassaforte a muro, dentro la quale vi erano conservate molte carte». La dichiarazione che segue è molto significativa per capire come "ragionano" i boss e come, fino a quel 15 gennaio 1993 - giorno della cattura di Riina - si usava fare indagini a Palermo. Spiega infatti Brusca: «Quando arrestano un latitante noi ci attiviamo sempre al fine di eliminare, dai luoghi frequentati dallo stesso, tutte le tracce che possono comunque metterlo in relazione con altre persone. Ovviamente tale nostra abitudine è ben conosciuta dalle forze di polizia che, naturalmente, perseguono un interesse opposto». A questo punto Giovanni Brusca punta direttamente sul covo: «Parlando con Leoluca Bagarella e con Leonardo e Vito Vitale (al tempo erano tutti latitanti, ndr), siamo perciò giunti alla conclusione che i carabinieri non sono voluti entrare subito nell' abitazione del Riina in quanto temevano che all' interno della stessa potesse trovarsi traccia del papello». Il pentito fa riferimento poi alla famigerata «trattativa» e conclude: «Posso dire che se fosse stata scoperta traccia del papello sarebbe stata compromessa l' immagine dell' Arma dei carabinieri». Fin qui le rivelazioni di Brusca. Passiamo a Mario Santo Di Matteo. Il suo racconto si apre così: «Ho appreso da Balduccio Di Maggio che era stato portato dalle forze dell' ordine con un aereo a Palermo, per essere interrogato in Procura, in relazione a un omicidio verificatosi a San Giuseppe Jato...». Di Matteo sta ricordando la vicenda di Balduccio Di Maggio che ritorna in Sicilia per consumare da pentito le sue vendette, regolamenti di conti contro gli sgherri del clan Brusca. Continua il collaboratore di giustizia: «Di Maggio, nel timore di essere arrestato per i traffici che aveva organizzato al suo paese, disse a suo figlio che se ciò fosse accaduto egli doveva parlare con il generale Delfino avvertendolo che se qualcosa gli fosse successa lui avrebbe 'spiattellato' tutto...». Il generale Delfino è Francesco Delfino, comandante dei carabinieri della "Regione Piemonte" all' epoca della cattura di Totò Riina. Fu proprio Di Maggio, arrestato una notte di quel gennaio 1993 in provincia di Novara, a chiedere subito di parlare con il generale e a svelargli in pochi minuti la "via" per prendere Totò Riina. Ma torniamo a Di Matteo e alla sua confessione: «Di Maggio mi accennò che al momento dell' arresto nella casa di Riina si trovavano documenti scottanti, di cui lui non poteva parlarmi...il Riina venne arrestato sulla circonvallazione e, nel frattempo, qualcuno dei carabinieri era andato a svuotare la casa dei documenti più rilevanti». E infine, sempre Di Matteo: «Era questo il segreto fra Di Maggio e il generale Delfino, sulla base del quale voleva ricattare l' alto ufficiale». A parte la smentita del generale Delfino su tutto il fronte, un' altra smentita a Santino Di Matteo è arrivata proprio da Balduccio Di Maggio, il mafioso che ha raccontato quel "bacio" tra Totò Riina e il senatore Andreotti. Ribatte Balduccio: «Di Matteo si è invenato tutto, di questa storia non so niente». Viene messo confronto con Di Matteo, i magistrati intuiscono che mente sul grado di conoscenza che ha con il generale Delfino, ma alla fine non cambia di una virgola la sua prima versione dei fatti: «Di Matteo inventa e il generale Delfino l' ho visto mezza volta solo quando mi hanno arrestato». Questi i racconti dei pentiti. Di alcune ricostruzioni i magistrati della Procura di Palermo dicono che fino ad ora non c' è stato un «adeguato riscontro», di altre spiegano che sono «tutt' altro che prive di una connessione logica con tutte le altre risultanze esaminate». In conclusione i procuratori stanno finendo di scrivere la storia del covo in due capitoli. Nel primo hanno accertato ormai la «condotta anomala» di alcuni alti ufficiali del Ros, quelli che non vollero fare la perquisizione e poi abbandonarono la vigilanza senza «avvertire» né Caselli né i loro colleghi del reparto operativo. Il secondo capitolo è quello che riguarda le carte «scottanti». Da una parte osservano: «Non è stato acquisito alcun concreto riscontro in ordine alla presunta sottrazione di documenti che possa ricondurre all' Arma dei carabinieri». E dall' altra precisano: «E' incontestabile, su un piano logico, che la presunta sottrazione dei documenti di Totò Riina sarebbe stata praticamente irrealizzabile se, subito dopo il suo arresto, fosse stata effettuata un' irruzione nella villa». ATTILIO BOLZONI.
Recommended publications
  • STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
    STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose.
    [Show full text]
  • Processo Bagliesi
    CORTE DI ASSISE DI APPELLO PALERMO IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DI ASSISE DI APPELLO DI PALERMO N° 31/2008 Sent. SEZIONE PRIMA N 19/2008 R.G. L’anno duemilaotto il giorno nove del mese di dicembre composta dai Sigg.ri : Notizie di Reato N° 15489/2005 1 Dott. Innocenzo LA MANTIA Presidente Proc. Rep. PA 2 Dott. Alfredo MONTALTO Consigliere Art.___________ Camp. Penale 3 Sig. Gregoria MAURO Giudice Popol. 4 Sig. Vito PAMPALONE “ “ Art.___________ 5 Sig. Pietra MESSINEO “ “ Campione Civile 6 Sig. Giuseppa RE “ “ Compilata scheda 7 Sig. Simone LI MULI “ “ per il Casellario e 8 Sig. Emanuele FANARA “ “ per l’elettorato Addì___________ Con l’intervento del Sost. Procuratore Generale Dott.ssa DANIELA GIGLIO e con l’assistenza del Cancelliere Antonella FOTI Depositata in ha pronunziato la seguente Cancelleria Addì___________ S E N T E N Z A Irrevocabile il ______________ nei confronti di BAGLIESI Salvatore nato a Partinico (PA) il 06.02.1958 ivi res.te in Via delle Capre n.118 (dom. eletto) Arr. il 04.11.2005 scarc. il 18.12.2007 PRESENTE DIFENSORI: Avv. Mario Maggiolo Foro di Pisa Avv. Lucia Indellicati Foro di Termini Imerese con studio in Palermo Via Terrasanta, 93. PARTE CIVILE: LA CORTE Iolanda, nata a Monreale il 02.01.1970 ivi res.te in Via Verdi n.14, in proprio e n.q. di genitore esercente la potestà sui figli minori: PAGE 1 - ROSSELLO Provvidenza, nata a Palermo il 18.08.1990; - ROSSELLO Francesco, nato a Palermo il 18.02.1995; - ROSSELLO Elena, nata a Palermo il 17.07.1999; Tutti rappresentati e difesi dall’avv.
    [Show full text]
  • Processo Lima
    CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv.
    [Show full text]
  • Linguaggio Della Mafia Nella Serie Tv Italiana “Squadra Antimafia – Palermo Oggi”
    Linguaggio della mafia nella serie tv italiana “Squadra antimafia – Palermo oggi” Maglica, Matea Master's thesis / Diplomski rad 2020 Degree Grantor / Ustanova koja je dodijelila akademski / stručni stupanj: University of Zadar / Sveučilište u Zadru Permanent link / Trajna poveznica: https://urn.nsk.hr/urn:nbn:hr:162:746355 Rights / Prava: In copyright Download date / Datum preuzimanja: 2021-10-02 Repository / Repozitorij: University of Zadar Institutional Repository of evaluation works Sveučilište u Zadru Odjel za talijanistiku Diplomski sveučilišni studij talijanistike; smjer: prevoditeljski (dvopredmetni) Matea Maglica Linguaggio della mafia nella serie tv italiana “Squadra antimafia – Palermo oggi” Diplomski rad Zadar, 2020. Sveučilište u Zadru Odjel za talijanistiku Diplomski sveučilišni studij talijanistike; smjer: prevoditeljski (dvopredmetni) Linguaggio della mafia nella serie tv italiana “Squadra antimafia – Palermo oggi” Diplomski rad Student/ica: Mentor/ica: Matea Maglica Doc. dr. sc. Ivana Škevin Rajko Zadar, 2020. Izjava o akademskoj čestitosti Ja, Matea Maglica, ovime izjavljujem da je moj diplomski rad pod naslovom Linguaggio della mafia nella serie tv italiana “Squadra antimafia – Palermo oggi” rezultat mojega vlastitog rada, da se temelji na mojim istraživanjima te da se oslanja na izvore i radove navedene u bilješkama i popisu literature. Ni jedan dio mojega rada nije napisan na nedopušten način, odnosno nije prepisan iz necitiranih radova i ne krši bilo čija autorska prava. Izjavljujem da ni jedan dio ovoga rada nije iskorišten u kojem drugom radu pri bilo kojoj drugoj visokoškolskoj, znanstvenoj, obrazovnoj ili inoj ustanovi. Sadržaj mojega rada u potpunosti odgovara sadržaju obranjenoga i nakon obrane uređenoga rada. Zadar, 5. ožujka 2020. Indice 1. Introduzione ........................................................................................................... 5 2. Metodologia e oggetto della ricerca .....................................................................
    [Show full text]
  • Il Dizionario Della Mafia [Archivioantimafia]
    27 MARTEDÌ 1DICEMBRE 2009 IL DIZIONARIO DELLA MAFIA CORAGGIO/1 Falcone e Borsellino Due giudici contro Amici d’infanzia, coetanei e colleghi Foto Ansa AMANINUDE CONTRO LA VIOLENZA IL COLPO PIÙ DURO ACOSANOSTRA Nicola Tranfaglia STORICO oraggio è una parola che non è faci- le usare quando si scrive di mafia. Il C mondo mafioso, infatti, per rag- giungere i suoi obiettivi, piuttosto che il coraggio utilizza l’astuzia e, contro chi non si adegua, la violenza. Una violenza im- provvisa e oscura. Ma di coraggio bisogna parlare quando raccontiamo la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno perduto la vita perché hanno combattuto fino all’ultimo la mafia siciliana. Erano coscienti di quello che li aspettava. Sapevano per l’esperienza accumulata nella loro breve vita che non c’era da farsi illusio- ni. Cosa Nostra, questo è il nome che in Sici- lia è stato assunto dalla mafia, aveva identifi- cato in quei due giudici i nemici principali dell’organizzazione. Questo perché negli an- ni Ottanta il cosiddetto «maxi-processo» - che da Falcone e Borsellino era stato istruito -avevasferratoaCosaNostrauncolpodeci- sivo: decine di capi e sottocapi erano stati condannati come agenti di un potere che comminava pene anche mortali, senza ap- pello, a chi provava a opporsi. Anche a don- ne e bambini se si ribellavano o, semplice- mente, avevano avuto la sfortuna di vedere qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. Falcone e Borsellino lottarono fino all’ulti- mo, in un certo senso attesero la morte, con- tro un’organizzazione che ormai era diventa- ta parte dello Stato e delle istituzioni pubbli- che.
    [Show full text]
  • Quando La Mafia Si Fece Stato, Di Alessandro Di Battista
    Quando la mafia si fece Stato, di Alessandro Di Battista immagine: foto scattata in Via DAmelio qualche giorno fa, poche ore prima che Patrizio Cinque diventasse sindaco di Bagheria “DellUtri è in carcere, tuttavia giustizia sarà fatta solo quando la mafia verrà sconfitta e Cosa Nostra, la principale organizzazione criminale italiana, sarà smantellata definitivamente. Borsellino diceva che il fenomeno mafioso non si può sconfiggere delegando alla sola magistratura il dovere di combatterlo. Li abbiamo visti i risultati. Decine di magistrati, investigatori, poliziotti e carabinieri trucidati e Cosa Nostra che prosegue nelle sue attività, prima con la teatralità delle stragi, poi inabissandosi, poi accettando di scendere a patti con lo Stato per vedersi riconosciute le sue richieste. Cosa Nostra non è stata affatto sconfitta, si è trasformata, si è infiltrata, ha mostrato delle qualità camaleontiche inimmaginabili. Quando la mafia non uccide più o uccide meno evidentemente è più forte che mai. Quanti di voi sanno perché DellUtri è stato condannato? Lui ha «concorso nelle attività dellassociazione mafiosa Cosa Nostra, nel perseguimento degli scopi della stessa mettendo a disposizione linfluenza e il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario e imprenditoriale». Questo cè scritto nella sentenza, ma cosa ha fatto concretamente? In quanti lo sanno? In quanti hanno provato a leggere delle carte o fatto delle ricerche web per conoscere e capire? DellUtri è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in quanto, dal 74 al 92 ha fatto da tramite tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Il patto tra i boss mafiosi e B. venne siglato tra il 16 maggio, data dellarresto di Luciano Liggio, e il 26 maggio, giorno in cui venne arrestato Stefano Bontate.
    [Show full text]
  • 1 Dipartimento Di Scienze Politiche Cattedra Storia Dei Partiti E Dei
    1 Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra Storia dei partiti e dei movimenti politici Salvatore Riina: vita criminale e organizzazione mafiosa RELATORE Prof. Andrea Ungari CANDIDATO Priscilla Roscioli Matr. 073562 ANNO ACCADEMICO 2015-2016 2 SOMMARIO Introduzione ......................................................................................................................................... 3 Cosa si intende per il termine “Mafia”? ............................................................................................... 5 ANALISI BIOGRAFICA .................................................................................................................... 8 Infanzia ................................................................................................................................................ 8 Adolescenza: i primi reati .................................................................................................................... 9 Guerra tra Corleonesi ....................................................................................................................... 10 Verso Palermo ................................................................................................................................... 11 Struttura e organizzazione di Cosa Nostra ................................................................................................. 12 Il “sacco di Palermo” ................................................................................................................................
    [Show full text]
  • Da La Piovra a Lultimo Padrino -Sc. Della Comunicazione.Pdf
    1 Da La piovra a L’ultimo padrino Vent’anni di storie di mafia nella fiction italiana1. di Milly Buonanno 1. Le storie di mafia ‘tirano’sempre2 Alla fine di novembre 2007 gli organi d’informazione nazionali e, perfino con maggior rilievo, la stampa internazionale e i siti internet, hanno dato notizia dell’arresto nel quartiere Zen di Palermo di un boss mafioso latitante. Per quanto fosse considerato un elemento di spicco di una delle più potenti cosche siciliane, il personaggio non era di calibro tale da meritare l’attenzione dei media informativi internazionali. In realtà, gli osservatori stranieri erano soprattutto colpiti e in qualche misura divertiti dalle circostanze della cattura. Il ricercato, così abile da essere sfuggito solo poche settimane addietro a una vasta operazione di polizia che aveva portato all’arresto del capoclan e dei suoi fedelissimi, era stato sorpreso mentre, nel suo rifugio segreto, assisteva all’ultima puntata de Il capo dei capi: la miniserie di Canale 5 che ha raccontato la cruenta ascesa del clan dei corleonesi, sotto il brutale comando di Totò Riina, nella gerarchia del potere della mafia siciliana. La puntata finale, trasmessa il 29 novembre 2007, ruotava intorno alla cattura di Riina, creando in tal modo un effetto di mise en abîme dell’analogo evento in corso nella realtà effettuale. La vita reale irrompe nella fiction mafiosa, titolavano numerosi articoli. Nel caso particolare l’irruzione era già immanente nella stessa fiction, ispirata ad autentici fatti di cronaca criminale e giudiziaria. L’episodio non è così bizzarro da non poter rivestire qualche significato emblematico.
    [Show full text]
  • Copyright by Amanda Rose Bush 2019
    Copyright by Amanda Rose Bush 2019 The Dissertation Committee for Amanda Rose Bush Certifies that this is the approved version of the following Dissertation: Self-presentation, Representation, and a Reconsideration of Cosa nostra through the Expanding Narratives of Tommaso Buscetta Committee: Paola Bonifazio, Supervisor Daniela Bini Circe Sturm Alessandra Montalbano Self-presentation, Representation, and a Reconsideration of Cosa nostra through the Expanding Narratives of Tommaso by Amanda Rose Bush Dissertation Presented to the Faculty of the Graduate School of The University of Texas at Austin in Partial Fulfillment of the Requirements for the Degree of Doctor of Philosophy The University of Texas at Austin May 2019 Dedication I dedicate this disseration to Phoebe, my big sister and biggest supporter. Your fierce intelligence and fearless pursuit of knowledge, adventure, and happiness have inspired me more than you will ever know, as individual and as scholar. Acknowledgements This dissertation would not have been possible without the sage support of Professor Paola Bonifazio, who was always open to discussing my ideas and provided both encouragement and logistical prowess for my research between Corleone, Rome, Florence, and Bologna, Italy. Likewise, she provided a safe space for meetings at UT and has always framed her questions and critiques in a manner which supported my own analytical development. I also want to acknowledge and thank Professor Daniela Bini whose extensive knowledge of Sicilian literature and film provided many exciting discussions in her office. Her guidance helped me greatly in both the genesis of this project and in understanding its vaster implications in our hypermediated society. Additionally, I would like to thank Professor Circe Sturm and Professor Alessandra Montalbano for their very important insights and unique academic backgrounds that helped me to consider points of connection of this project to other larger theories and concepts.
    [Show full text]
  • 18 Settembre 1999
    PRESIDENTE: Buongiorno. Vediamo i presenti. Graviano Giuseppe. è attivato il collegamento audiovisivo con Tolmezzo? ISPETTORE Colella: Buongiorno, signor Presidente, qui è Tolmezzo. Graviano Giuseppe è presente; e attualmente si trova in comunicazione telefonica col proprio avvocato di fiducia. PRESIDENTE: è nella saletta? Non lo vediamo. Non lo vediamo e… ISPETTORE Colella: sì, signor Presidente, perchè è in cabina telefonica. PRESIDENTE: Ah, c’è una cabina che non vediamo, va bene. Allora, intanto ci dà la sua qualità? Lei è ufficiale di Polizia Giudiziaria? ISPETTORE Colella: Sono l’ispettore Colella, Colella Antonio. PRESIDENTE: Bene. Nel caso che non ci sia già un provvedimento, lei è autorizzato a svolgere le funzioni di assistenza nell’udienza, ai sensi dell’articolo 146 disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale. Ecco, ci dà atto ora che non sono posti limitazioni, o impedimenti all’esercizio… Prego. ISPETTORE Colella: Do atto che non sono posti impedimenti, o limitazioni, all’esercizio dei diritti e delle facoltà spettanti all’imputato. Che è attivato il collegamento audiovisivo tra l’aula di udienza e il luogo in cui si trova l’imputato, con modalità che assicurano la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei luoghi collegati e la possibilità di udire quanto vi viene detto. Do atto inoltre che è garantita la possibilità per l’imputato di consultarsi riservatamente con il proprio difensore di fiducia. PRESIDENTE: Grazie. è presente il difensore dell’imputato, l’avvocato Giangualberto Pepi, anche in sostituzione del codifensore, avvocato Salvo. Riina Salvatore. è attivato il collegamento audiovisivo con Ascoli Piceno? VICESOVRINT. Leo: Buongiorno, signor Presidente, da Ascoli.
    [Show full text]
  • Giornale Storico E Letterario Della Liguria
    Conto Corrente con la Posta ANNO XI - 1 55 Ó-XIII Fascicolo I - Gennaio-Marzo GIORNALE STORICO E LETTERARIO DELLA LIGURIA PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE Direttore: ARTURO CODIGNOLA Direzione e Amministrazione G E N O V A - Via Lomellini, 2 1 (Casa Mazzini) Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 FRATELLI PAGANO TIPOGRAFI EDITORI - S. A. V IA M O N T IC E L L I, Jl - GENOVA - TELEFONO 52004 iB«iBMBi>B»f n—«B Il B«fH »**·Μ ·Μ ·~·*.·Μ ·«*»*··*«·»ί e·*·!!·*···*·:!»·«·'··«··"»* *·»··"·*Ι ·Μ·*Ι··· ·«♦·*» »«IBII ·ΙΙ ·ΙΙ·Ι1· II· UBI!· 11*1 Ι·ΙΙ ·ΙΙ·Ι Nostre Edizioni POESIE IN DIALETTO GENOVESE di Martin Piaggio • ò* edizione, curata da Giulio Gatti - Prefazione di L. A. Cervetto . · L. 1 ö .—- LA CUCINIERA GENOVESE di Gio Batta e Giovanni padre e figlio Ratto - 1 S a edizione - Prefazione di Carlo Panseri ...··· L. ö . ANNUARIO GENOVESE FRATELLI PAGANO £ Guida di Genova e Provincia (Lunario del Signor Regina) 1 1 9 ediozione · 3 0 ,« — ; i 1 — SOMMARIO = Arturo Codignola, Il credo di Mazzini - Ferruccio Sassi, E v o lu z io n e delle forme politiche Lunigianesi dal secolo X ll e! X V I - Mario Bat- tietini, Rapporti di Mazzini con democratici del Belgio. - Paola Catel, Ancora sul congresso repubblicano del 30 a p rile 1646. - Renato Giar- delli, Saggio di una bibliografia generale della Corsica. - R A S S E G N A BIBLIOGRAFICA: Arrigo Solini, L'idea dell' unità italiane nell'età napoleonica (Vito Vitale) - Ilario Rinieri, / vesto»'/ della Corsica (Adolfo Bassi) - SPIGOLATURE E NOTIZIE. Giuseppe Bisogni Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 A n n o XI 1935*XIII F a s c ic o l o 1.° - G e n n a i o -M a r z o GIORNALE STORICO E LETTERARIO DELLA LIGURIA Direttore: A R T U R O CO D IG NO LA Comitato di Redazione : Carlo Bornate - Pietro Nurra - Vito A.
    [Show full text]
  • Il Costume E` Cambiato. Una Parte Rilevante Dei Catanesi Ha Compreso
    Camera dei Deputati —17— Senato della Repubblica XIII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI Il costume e` cambiato. Una parte rilevante dei catanesi ha compreso che avere rapporti di amicizia con personaggi dell’ambiente malavitoso non era una ragione di forza o di vanto, ma una rinuncia grave al bisogno di legalita`. Una nuova classe politica ha compreso che non e` possibile « gestire » i mafiosi come pacchetti di voti elettorali, perche´e` la mafia che ha la pretesa di gestire la politica, piegandola ai propri fini di lucro e di potere. Ma altri gravi presupposti strutturali permangono e rendono difficile lo sradicamento del sistema di potere mafioso. Sono questi i problemi legati allo sviluppo economico, alla questione minorile, alla endemica disoccupazione, ai modelli culturali di riferimento, alle problematiche di urbanizzazione, alla corruzione, al reinserimento sociale degli emarginati, per i quali qualcosa si e` fatto, ma molto e` ancora da compiersi. E` per questa ragione che tuttora la famiglia di cosa nostra e gli altri gruppi di criminalizzata sono presenti e forti sul territorio nonostante lo sforzo enorme e qualificato che ha contraddistinto la risposta dello Stato negli anni novanta (vd. Infra capitoli5e6). Camera dei Deputati —18— Senato della Repubblica XIII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI PARTE SECONDA 1. Attuale situazione della criminalita` catanese. 1.1. Il nuovo assetto della famiglia di « cosa nostra » catanese negli anni novanta. Il nuovo assetto della mafia catanese veniva a determinarsi al- l’indomani della stagione processuale conclusasi con la sentenza del processo ORSA MAGGIORE. Si e` trattato del procedimento che, meglio di ogni altro, ha riassunto le vicende di cosa nostra catanese tra gli anni 70 e gli anni 90, consentendo la condanna di tutti i componenti storici dell’organizzazione e, tra essi, dello stesso Bene- detto Santapaola, di Aldo e Sebastiano Ercolano, Vincenzo Aiello, Eugenio Galea, Natale di Raimondo.
    [Show full text]