18 Settembre 1999
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
PRESIDENTE: Buongiorno. Vediamo i presenti. Graviano Giuseppe. è attivato il collegamento audiovisivo con Tolmezzo? ISPETTORE Colella: Buongiorno, signor Presidente, qui è Tolmezzo. Graviano Giuseppe è presente; e attualmente si trova in comunicazione telefonica col proprio avvocato di fiducia. PRESIDENTE: è nella saletta? Non lo vediamo. Non lo vediamo e… ISPETTORE Colella: sì, signor Presidente, perchè è in cabina telefonica. PRESIDENTE: Ah, c’è una cabina che non vediamo, va bene. Allora, intanto ci dà la sua qualità? Lei è ufficiale di Polizia Giudiziaria? ISPETTORE Colella: Sono l’ispettore Colella, Colella Antonio. PRESIDENTE: Bene. Nel caso che non ci sia già un provvedimento, lei è autorizzato a svolgere le funzioni di assistenza nell’udienza, ai sensi dell’articolo 146 disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale. Ecco, ci dà atto ora che non sono posti limitazioni, o impedimenti all’esercizio… Prego. ISPETTORE Colella: Do atto che non sono posti impedimenti, o limitazioni, all’esercizio dei diritti e delle facoltà spettanti all’imputato. Che è attivato il collegamento audiovisivo tra l’aula di udienza e il luogo in cui si trova l’imputato, con modalità che assicurano la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei luoghi collegati e la possibilità di udire quanto vi viene detto. Do atto inoltre che è garantita la possibilità per l’imputato di consultarsi riservatamente con il proprio difensore di fiducia. PRESIDENTE: Grazie. è presente il difensore dell’imputato, l’avvocato Giangualberto Pepi, anche in sostituzione del codifensore, avvocato Salvo. Riina Salvatore. è attivato il collegamento audiovisivo con Ascoli Piceno? VICESOVRINT. Leo: Buongiorno, signor Presidente, da Ascoli. PRESIDENTE: Buongiorno. VICESOVRINT. Leo: Sono il vice sovrintendente Leo Michele. Do atto della presenza di Riina Salvatore. Do atto che non sono posti impedimenti, o limitazioni, all’esercizio dei diritti e delle facoltà spettanti all’imputato. Che è attivato il collegamento audiovisivo tra l’aula di udienza e il luogo in cui si trova l’imputato, con modalità che assicurano la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei luoghi collegati e la possibilità di udire quanto vi viene detto. Do atto inoltre che è garantita la possibilità per l’imputato di consultarsi riservatamente con i difensori per mezzo di collegamento telefonico. PRESIDENTE: Grazie. VICESOVRINT. Leo: Prego. PRESIDENTE: Anche lei è autorizzato, nel caso non vi sia già un provvedimento della Corte, a svolgere le funzioni di assistenza nell’udienza ai sensi dell’articolo 146 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale. è presente il difensore… non ancora è presente l’avvocato Cianferoni, quindi diamo atto che è sostituito, lo difende l’avvocato Pepi, per il momento. AVVOCATO Pepi: (voce fuori microfono) PRESIDENTE: Prego. Bizzoni Alfredo: libero non comparso, assente. Difensori dell’imputato, non vi sono? AVVOCATO Batacchi: Avvocato Massimo Batacchi, in sostituzione dell’avvocato Lauro. PRESIDENTE: Avvocato Lauro e Negretti, eh? In sostituzione di entrambi i difensori. AVVOCATO Batacchi: sì. PRESIDENTE: Monticciolo Giuseppe: è rinunciante a comparire, quindi non comparso. Vi è rinuncia come da dichiarazione resa il 14 settembre del 1999. Il difensore? AVVOCATO Batacchi: Avvocato Batacchi, in sostituzione dell’avvocato… PRESIDENTE: Catanzaro. AVVOCATO Batacchi: …Catanzaro. PRESIDENTE: Possiamo procedere. PUBBLICO MINISTERO: Certo Presidente, grazie. PRESIDENTE: Ah, scusi, avvocato… AVVOCATO Ammannato: Buongiorno, Presidente. PRESIDENTE: Buongiorno, avvocato. AVVOCATO Ammannato: Allora, se può dare atto… PRESIDENTE: Scusi, avvocato… AVVOCATO Ammannato: Ammannato per le parti civili. PRESIDENTE: …Ammannato. AVVOCATO Bonifazi: Per la Regione Lombardia, avvocato Laura Bonifazi. PRESIDENTE: Anche per la Regione… Bene. Allora prosegue l’esame di Brusca Giovanni. Possiamo farlo introdurre in aula. Scusi, Pubblico Ministero. PUBBLICO MINISTERO: Prego. PRESIDENTE: può rispondere ad una richiesta che è pervenuta da un’altra Autorità Giudiziaria per lunedì. Ecco, immagino che avesse già organizzato l’istruttoria per lunedì. PUBBLICO MINISTERO: Certo, Presidente. Certo. PRESIDENTE: Non è che abbiamo vuoti, lunedì. PUBBLICO MINISTERO: No. No, no, no. Spero di no. PRESIDENTE: Ah, appunto. Per quanto ne sa, al momento… PUBBLICO MINISTERO: Per quanto è nel dominio del Pubblico Ministero, no. PRESIDENTE: Bene. *EX 210 Brusca G.: Buongiorno. PRESIDENTE: Buongiorno. Quindi, diamo atto che è presente l’imputato Brusca Giovanni, che prosegue il suo esame con le cautele già disposte. Il suo difensore oggi è presente… sì. AVVOCATO Nisticò: sì, sono sempre io, Presidente: avvocato Nisticò del Foro di Roma. Grazie. PRESIDENTE: Prego, Pubblico Ministero. PUBBLICO MINISTERO: Ecco, Brusca, buongiorno di nuovo. EX 210 Brusca G.: Buongiorno, dottore. PUBBLICO MINISTERO: Allora, senta Brusca vediamo di riprendere un po’ il discorso da dove ci eravamo fermati. Ieri mi pare che una delle sue ultime affermazioni è stata quella relativa, diciamo, al chiarimento che c’era stato tra lei e Bagarella dopo quel periodo, chiamiamolo così, di raffreddamento. è così? EX 210 Brusca G.: sì. PUBBLICO MINISTERO: Ecco, io vorrei un attimino da lei semplicemente un chiarimento, una precisazione su un punto. Lei ieri quando ha spiegato ai signori Giudici, diciamo, quella diversità di vedute tra i vari capomandamento palermitani – ha fatto il nome di Raffaele Ganci, ha fatto il nome di Cancemi e di Michelangelo La Barbera, in particolare – lei poi ha affermato che, data questa presa di posizione di questi capomandamento, azioni in Sicilia non se ne potevano compiere proprio, per l’appunto, per questa presa di posizione. E che, invece, diciamo, tali vincoli non esistevano per azioni da compiere al Nord. è così Brusca? EX 210 Brusca G.: sì. PUBBLICO MINISTERO: Ecco, vorrei una precisazione, perchè mi pare che lei ieri l’abbia detto, ma non posso controllare le trascrizioni, quindi io la domanda gliela riformulo: era in questa prospettiva che si era poi, nelle famose riunioni a casa di Vasile a Santa Flavia, ripreso il progetto di Costanzo. cioè, come obiettivo che poteva essere consumato, per così dire, fuori dalla Sicilia? EX 210 Brusca G.: Il progetto era per due motivi. Uno, perchè Bagarella diceva: ‘essendo che non c’è più mio cognato, che ci dobbiamo fermare?’ Quindi, siccome questo era un progetto già iniziato con Salvatore Riina, si doveva portare a termine. E anche perchè fuori dalla Sicilia, come ho spiegato ieri, non avevamo nessun vincolo con nessuno e con niente. Ognuno poteva fare e sfare quello che voleva. PUBBLICO MINISTERO: Benissimo. Senta Brusca, nell’ambito, diciamo, di questi progetti, idee – ieri mi pare che lei lo ha detto, ma comunque io gliela riformulo la domanda – lei, quando ha affermato che azioni del genere, azioni voglio dire distruttive, non quelle di minaccia, vedi l’esempio di Boboli. Ecco, se vuole essere chiaro sulle modalità con cui queste azioni criminali dovevano essere portate a compimento. Lei ieri ha usato più volte la parola: “le stragi”, “le stragi”, ecco… EX 210 Brusca G.: sì. PUBBLICO MINISTERO: …qual era il mezzo con il quale si pensava di realizzare queste stragi? EX 210 Brusca G.: Mah, il mezzo per il dottor Costanzo era l’autobomba a telecomando, cioè il telecomando a distanza. Il progetto che io conoscevo inizialmente era quello delle, più che altro, minacce. Solo che poi quando io sono stato un po’ messo di parte, cioè estromesso, poi hanno portato l’altro gruppo, cioè il gruppo da cui facevo pure parte, hanno portato questo tipo di attentato avanti, cioè gli attentati verso i beni culturali dell’Italia con le bombe, cioè con l’esplosivo. PUBBLICO MINISTERO: Ecco, questo è un dato di fatto storico, per l’appunto, perchè questi obiettivi sono stati colpiti con l’autobomba. A me interessava conoscere, invece, proprio qual era la progettualità. Per esempio anche sull’obiettivo del giudice Grasso cui lei ha fatto riferimento. EX 210 Brusca G.: All’autobomba. PUBBLICO MINISTERO: Ecco. EX 210 Brusca G.: Autobomba… cioè, sempre con telecomando a distanza, però poteva essere… perchè, in quella occasione, non avevamo la possibilità di potere piazzare la macchina, cercavamo noi possibilmente un tombino, o una cabina telefonica dove potere piazzare l’esplosivo. Solo che non… abbiamo desistito, perchè avevamo l’imprevisto che là vicino c’è una banca; essendo che c’è una banca quindi con i sistemi di allarme che questa banca poteva avere, noi ci spaventavamo che nel momento in cui azionavamo e mettevamo in atto il telecomando, qualche frequenza poteva andare a disturbare la frequenza che dovevamo adoperare noi e rischiavamo di saltare in aria, cioè, al momento in cui veniva azionato il telecomando. PUBBLICO MINISTERO: sì. EX 210 Brusca G.: Quindi abbiamo desistito. cioè, il progetto era: o autobomba, o si metteva qualche cosa… Comunque sempre con telecomando a distanza. PUBBLICO MINISTERO: Quindi no, voglio dire Brusca, al di là del dettaglio tecnico del telecomando, eccetera, l’uso era quello sempre del fatto eclatante, dell’autobomba. EX 210 Brusca G.: sì, sì, con… PUBBLICO MINISTERO: Con l’esplosivo. EX 210 Brusca G.: sì, sì, con bombe, non… PUBBLICO MINISTERO: Benissimo. Senta, Brusca, lei – riprendo sempre un po’ le sue affermazioni dell’udienza di ieri – lei ha fatto più volte riferimento al gruppo, diciamo così, degli oltranzisti di cui lei faceva parte. E più volte ha fatto il nome di Bagarella,