Il Dizionario Della Mafia [Archivioantimafia]

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Il Dizionario Della Mafia [Archivioantimafia] 27 MARTEDÌ 1DICEMBRE 2009 IL DIZIONARIO DELLA MAFIA CORAGGIO/1 Falcone e Borsellino Due giudici contro Amici d’infanzia, coetanei e colleghi Foto Ansa AMANINUDE CONTRO LA VIOLENZA IL COLPO PIÙ DURO ACOSANOSTRA Nicola Tranfaglia STORICO oraggio è una parola che non è faci- le usare quando si scrive di mafia. Il C mondo mafioso, infatti, per rag- giungere i suoi obiettivi, piuttosto che il coraggio utilizza l’astuzia e, contro chi non si adegua, la violenza. Una violenza im- provvisa e oscura. Ma di coraggio bisogna parlare quando raccontiamo la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno perduto la vita perché hanno combattuto fino all’ultimo la mafia siciliana. Erano coscienti di quello che li aspettava. Sapevano per l’esperienza accumulata nella loro breve vita che non c’era da farsi illusio- ni. Cosa Nostra, questo è il nome che in Sici- lia è stato assunto dalla mafia, aveva identifi- cato in quei due giudici i nemici principali dell’organizzazione. Questo perché negli an- ni Ottanta il cosiddetto «maxi-processo» - che da Falcone e Borsellino era stato istruito -avevasferratoaCosaNostrauncolpodeci- sivo: decine di capi e sottocapi erano stati condannati come agenti di un potere che comminava pene anche mortali, senza ap- pello, a chi provava a opporsi. Anche a don- ne e bambini se si ribellavano o, semplice- mente, avevano avuto la sfortuna di vedere qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. Falcone e Borsellino lottarono fino all’ulti- mo, in un certo senso attesero la morte, con- tro un’organizzazione che ormai era diventa- ta parte dello Stato e delle istituzioni pubbli- che. Eproprioquestafulaloroangoscia:era- Da Capaci a via D’Amelio no perfettamente consapevoli che l’Italia sa- LE DUE STRAGI Entrambi palermitani del quartire della Kalsa e quasi coetanei, Giovanni Falcone rebbe precipitata nel baratro se non fosse riu- (18 maggio 1939-23 maggio 1992) e Paolo Borsellino (19 gennaio 1940-19 luglio 1992), furono uccisi da scita a interrompere per sempre quella coa- dueattentati dinamitardi a 56 giorni l’uno dall’altro. Con Falcone morirono la moglie Francesca Morvil- bitazione nata in circostanze drammatiche lo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro Rocco Di Cillo. Con Borsellino, gli agenti negli anni tra il 1943 e il 1947 e andata avan- Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi. ti per l’intero periodo repubblicano. ❖ 28 MARTEDÌ 1DICEMBRE 2009 Ilibripercapirelamafia «COSE DI COSA NOSTRA» Il testo scritto da Giovanni Falcone e Marcelle Padovani, edito dalla CORAGGIO/1 Rizzoli. Vite parallele Il gioco delle parti di due magistrati d’onore in lotta contro la mafia Si erano messi in testa che con Cosa nostra non doveva essere cercata alcuna forma di convivenza. Così scardinarono il mondo segreto dei boss fine - veri amici. Il che, in una terra conto le cronache. dove il sospetto è un tarlo che prima Giovanni Falcone, Paolo Borselli- La storia opoicorrodetutto,eraunfattoche, no. Ci si lasci dire: furono coerente- da solo, aveva quasi dello straordi- mente, e sino alla fine, «magistrati SAVERIO LODATO nario. d’onore». Un «onore» che, a chiac- PALERMO [email protected] chiere, era stato sempre appannag- Che due vite parallele come gio esclusivo di quell’ altro mondo, ipotrebbedirechesicono- quelle di Giovanni Falcone e Paolo duro e con altri codici, che loro, si scevano da sempre. Duran- Borsellino, si siano concluse come da piccoli avevano imparato a cono- S te l’infanzia avevano divi- tutti sappiamo, non fa parte, come scere e detestare. E questo capovol- so lo stesso quartiere, es- comunemente si crede, della storia gimento di ruoli, che poi, grazie a sendo entrambi nati a Piazza Ma- della mafia; fa parte, semmai, di loro, avrebbe fatto scuola e proseli- po? Che scoperchiarono un santua- gione, in una Kalsa brulicante quel loro modo intransigente, e sin- ti, fu vissuto dai criminali come un rio dietro l’altro? Che non rimasero d’umanità e presto segnata irrime- tonico, di volere fare le cose per be- affronto inaccettabile. Entrambi pa- spettatori passivi della guerra di ma- diabilmente, lo é ancora oggi, dai ne, con molto scrupolo, senza mez- garono con la vita, in moneta assai fia anni ‘80, mentre in passato gli in- bombardamenti americani; l’azio- ze misure e sino in fondo. Poiché tut- sonante, per le stesse cose. Entram- vestigatori tiravano un sospiro di ne cattolica, nella chiesa di San to questo lo facevano dichiarata- bi commisero lo stesso errore imper- sollievo perché «i mafiosi si ammaz- Francesco d’Assisi, le prime amici- mente contro la mafia, la mafia, con donabile: l’essersi messi in testa che zavano fra loro»? zie, le prime letture, i primi germi piglio gelidamente notarile, non fe- con la mafia non doveva essere cer- di una coscienza civile. Venivano ce altro che tirare la riga del dare e cata alcuna forma di convivenza. En- Che dire, ancora? Che andarono entrambi da famiglie di borghesia trambi non resistettero alla tentazio- alla ricerca delle ricchezze accumu- operosa, ma, in strada, avevano ne di smuovere le acque in Sicilia, late illecitamente nelle banche di istintivamente imparato a ricono- Niente mezze misure regione dove, quasi per definizione, Milano come in quelle svizzere? scere, oltre al proprio, un altro Si fidavano ciecamente persino un intero armamentario di Che scardinarono, dando ascolto ai mondo, diverso, più duro, con al- l’uno dell’altro. La mania proverbi aveva sempre sconsigliato pentiti, un mondo segreto e sotterra- tri codici, altri linguaggi, altri mo- qualsiasi forma di larvato cambia- neo che, grazie al «valore» del- di di concepire la vita e le relazioni di fare le cose per bene mento. Altro che il tutto cambi per- l’omertà, era rimasto da sempre im- con gli altri. Sapevano, uno dell’ al- ché nulla cambi. La mafia, dal punto penetrabile e sconosciuto alla gente tro, tutto quello che c’era da sape- dell’avere. di vista dei suoi biechi interessi, non civile? O va ricordato che, per rende- re. Si fidavano ciecamente, senza Ecco allora che, più passano gli voleva che cambiasse proprio nulla, re ancora più incisivo il loro lavoro, riserve mentali, senza tornaconti. anni e più, nell’immaginario colletti- ma davvero nulla. E che dire, ora? inventarono, sotto la guida di Anto- Si capivano con un’occhiata, un ge- vo, Capaci e via D’Amelio, i luoghi Che Falcone e Borsellino per quin- nino Caponnetto, il «pool» dell’uffi- sto della mano, il ricorso a un ricor- in cui persero la vita, sono destinati dici anni costrinsero la mafia a balla- cio istruzione? Che cascarono sem- do di quell’infanzia comune. Era quasi a identificarsi in uno solo, co- re la samba a suon di arresti, inchie- pre in piedi, anche quando sembra- naturale che fosse così, essendo me sono destinate a identificarsi, ste, perquisizioni? Che misero alle va che la manina di un certo Stato cresciuti insieme. Poi, con gli anni, nel ricordo, e a dispetto di ogni anni- corde le «famiglie» americane degli riuscisse, da sola, a fare quel lavoro avevano imparato a stimarsi da versario, persino le date. Come se Spatola, dei Gambino e degli Inzeril- sporco che tutti i mafiosi agognava- professionisti, ma questo era venu- un’unica gigantesca vampata di fer- lo? Che istruirono una sfilza di maxi no ma che non era facilissimo porta- to dopo; quando sarebbero diven- ro e di fuoco si fosse portata via due processi? Che spaccarono una magi- re a termine? O va evidenziato che tati «i colleghi della porta accan- vite troppo parallele per essere sepa- stratura che, sino ad allora, aveva sapevano anche rivolgersi all’opinio- to», nel bunker dell’ ufficio istruzio- rate, proprio in quella tragica dirit- sempre girato la testa dall’ altra par- ne pubblica per lanciare un messag- ne di Palermo. E va da sé che furo- tura d’arrivo, da quei 56 giorni dei te, forte con i deboli e debolissima gio che la sensibilizzasse finalmente no sempre – rimanendolo sino alla quali, invece, danno pedantemente con i forti, come si diceva un tem- contro la mafia? Vogliamo dirlo che Approfondimenti Per saperne di più www.antimafiaduemila.com www.interno.it 29 MARTEDÌ Sito di informazione Il sito del Ministero 1DICEMBRE su Cosa Nostra dell’Interno 2009 Il tradimento e la tragedia Gli inediti «FALCONE E BORSELLINO» di Giommaria Monti, «GIUSTIZIA E VERITÀ» Sono gli scritti Editori Riuniti. La calunnia, il tradimento, la tragedia. inediti del giudice Paolo Borsellino a cura La Corte di Cassazione nel novembre del 2004 di Giorgio Bongiovanni si pronuncia sul fallito attentato all’Addaura. (ACFB Associazione culturale Falcone e Borsellino) Iprocessi Sono ancora senza nome imandantidelleduestragi Lungo e travagliato l'iter dei processi per le stragi di Capa- ci e Via D'Amelio che hanno definito le responsabilità di molti esecutori materiali, ma non dei cosiddetti mandanti esterni. Strage di via D’Amelio Il 18 dicembre del 2000 si conclude il primo dei tre tronconi nei quali è suddiviso il processo. La Cassazio- ne rende definitive alcune condan- ne, tra cui quella a 18 anni per il penti- to Vincenzo Scarantino. Il cosiddetto Borsellino bis termi- na invece, in via definitiva, il 3 luglio Da sinistra in senso orario. Un del 2003 con 13 ergastoli nei con- momento della manifestazione fronti di mandanti ed esecutori, tra per non dimenticare la strage di cui Riina, Biondino, Graviano ed al- via D'Amelio. La «nave della tri. Mentre il Borsellino ter, giunto in legalità» 2007. Un gruppo di Cassazione nel gennaio dello stesso bambini in via D' Amelio, in anno, subisce un parziale annulla- memoria di Paolo Borsellino. La mento con rinvio alla Corte d’Appel- foto della strage.
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