ORIZZONTI 27 mercoledì 26 settembre 2007

RIVELAZIONI Il me- moriale di Giuseppe Monticciolo a cura di La mafia sconfitta dalla sua stessa infamia Vincenzo Vasile. La storia allucinante rac- no cercò il ragazzo presso tutti Il libro tuitamente sullo stesso aereo crocosmo mafioso conchiuso, gli ospedali. Ma quando, il 1˚ di- che da portava a Fiumi- innervato da una ferrea catena contata dall’interno cembre 1993, giunse un bigliet- cino l’on. Luciano Violante, ex di comando che l’ha portato fi- to, un con scritto «Tap- Arriva nelle librerie, edito da Bompiani, sequestro e dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, presidente della Commissione no ai vertici. Ammazzava da pro- del sequestro e del- paci la bocca» (tappa la bocca, Era il figlio di un , scritto da Vincenzo il ragazzo di rapito, strangolato e antimafia. Tornato a casa, Bru- vetto killer, costruiva bunker da cioè, al padre pentito) e due foto Vasile e Giuseppe Monticciolo. Il volume (pagg. disciolto nell’acido dalla mafia. Il testo, raccolto sca confida ai suoi, presente esperto muratore figlio d’arte, l’omicidio del piccolo del piccolo ostaggio con in ma- 210, euro 15) ruota attorno al e rielaborato da Vasile, è preceduto da una Monticciolo, che quella coinci- tornava ad ammazzare con una no un giornale del 29 novem- racconto-confessione di quest’ultimo, un «guida alla lettura» redatta dall’inviato de l’Unità, denza un giorno potrà forse esse- freddezza e una determinazione Giuseppe, figlio del bre, fu chiaro che il rapimento collaboratore di giustizia che fu «regista» del di cui anticipiamo alcuni brani. re messa a frutto. Ha annotato che impressiona per contrasto ri- aveva lo scopo di spingere Santi- orario e numero del volo: se per trovare oggi, nella sua vita di do- pentito Di Matteo no Di Matteo, il padre, a ritratta- caso cadesse nelle mani della po- po, vissuta dall’altra parte della re. Stava svelando agli inquiren- lizia il capomafia si ripromette barricata, non solo dal punto di ■ di Vincenzo Vasile ti i segreti del nucleo più chiuso di dettare a verbale una frottola vista giudiziario. Quel bambino e ritenuto più pericoloso di Co- con cui prendere due piccioni è l’inizio della fine per quel grup- sa Nostra, quello dei Corleonesi. con una fava. Cioè delegittima- po di mafia fino allora egemo- Nomi, cognomi, circostanze, de- re in un colpo solo i pentiti di ne: secondo Monticciolo, con il litti, affari. Il 14 dicembre France- mafia e un avversario politico suo sacrificio «ha sconfitto la sca Castellese, moglie di Di Mat- della notorietà e del peso di Vio- mafia». (...) teo, si risolse a denunciare la lante, rivelando che su quell’ae- Più precisamente quell’azione Q scomparsa del ragazzo. In serata reo sarebbe stato avvicinato dal- disumana, culminante di una se- uesto libro contiene il resoconto fu recapitato un altro messag- lo stesso parlamentare che gli rie di altri e numerosi delitti spie- di un incubo. Parla di un bambi- gio, stavolta a casa del suocero avrebbe chiesto di testimoniare tati, ha sconfitto uno specifico no rapito, maltrattato, un bam- (Giuseppe Di Matteo, padre di falsamente contro Giulio Andre- gruppo di mafia, ha mandato in bino in prigione, che dimagri- Santino): «Il bambino lo abbia- otti, proprio in quelle ore accusa- galera i Riina, i Bagarella, i Bru- sce ogni giorno, e che impara a mo noi, e tuo figlio non deve fa- to dal pentito Balduccio Di Mag- sca, uomini-simbolo di quella odiare suo padre, e a fidarsi dei re tragedie», nel senso di tragge- gio di avere incontrato Totò Rii- tattica più aggressiva, e Cosa No- suoi futuri assassini. Parla della die. Dopo un iniziale crollo psi- na. Non c’è nulla di vero, ovvia- stra ha in risposta rinfoderato (fi- tragedia di un ragazzino che pa- cologico, Di Matteo non si pie- mente: Violante non conosce no a quando?) l’arma dello stra- gò con la vita il torto di essere il gò al ricatto, benché angosciato Brusca, è stato Brusca a indivi- gismo e dei delitti, per inabissar- figlio di un mafioso che «colla- dalla sorte del figlio, e decise di duarlo tra i passeggeri, e a proget- si. Bernardo Provenzano, altro borava» con la giustizia. Giusep- continuare a parlare. tare poi la trappola. Ma quando capo Corleonese, è colui che, do- pe Di Matteo, figlio del «penti- Le tragedie mafiose si intreccia- viene arrestato e comincia a «col- po aver condiviso la linea stragi- to» Santino Di Matteo, ha undi- no molto spesso con le tragge- laborare», il pentito Monticcio- sta (sino al 1992-93), ha poi cer- ci anni quando viene sequestra- die. Nel 1985 al primo maxipro- lo mette sull’avviso gli inquiren- cato di favorire e pilotare il rien- to. È la mattina del 23 novem- cesso contro Cosa Nostra, istrui- ti su questa intenzione che il tro nei ranghi delle tendenze mi- bre 1993 (...). Giuseppe se lo por- to da e Paolo suo ex capofamiglia sta covan- litariste risultate perdenti. An- tano via mentre sta galoppando Borsellino, nell’aula bunker del- do. E che puntualmente si verifi- che lui, Provenzano, è finito in su un cavallo di razza nel maneg- l’Ucciardone di Palermo il biz- ca al momento della cattura di carcere: ma, a detta di magistrati gio di Altofonte. Che è il paese zarro uso mafioso di questa paro- quest’ultimo. Anche Brusca si di- e investigatori, la pressione e la del palermitano dove la sua fa- la rese incomprensibile ai più ce, infatti, disposto a cooperare compenetrazione politica e so- miglia ha un importante rango l’invettiva che il primo grande con gli investigatori. E tra le sue ciale di Cosa Nostra - soprattut- mafioso, e proprio per questo pentito, Tommaso Buscetta, ri- rivelazioni inserisce anche que- to in quei luoghi della Sicilia oc- motivo può assicurare al ragaz- volse al capomafia Tano Badala- Sul monitor in alto a destra sta «polpetta avvelenata», che cidentale che hanno fatto da zo un hobby da privilegiati, la menti: «È stato sempre un gran- il pentito Giuseppe Monticciolo per merito di Monticciolo non quinta teatrale ai due anni di «se- passione equestre. Giuseppe lan- de traggediatore». Nel migliore (inquadrato di spalle) durante viene raccolta dagli inquirenti questro itinerante» del piccolo gue per 779 giorni e notti in ma- dei casi l’insulto fu tradotto nei una sua deposizione. A sinistra nonostante una violenta e coin- Giuseppe Di Matteo - rimango- no ai suoi carcerieri mafiosi. Lo resoconti giornalistici: «comme- Giuseppe Di Matteo a cavallo cidente campagna di stampa no oggi, anche dopo la sua cattu- spostano da un covo all’altro, diante». Tragedia come comme- e, a destra, in una foto scattata che dà, al contrario, credito a ra, pressoché invariate. Gli eredi bendato, legato, incatenato, in dia. Entrambi i generi teatrali, è dai rapitori durante il sequestro quel «complotto» inventato di di Provenzano, al vertice, si stan- un viaggio di chilometri e chilo- vero, hanno in comune la fin- sana pianta. Pietro Grasso ricor- no spartendo i posti di coman- metri per mezza Sicilia che assu- zione, il trucco della messa in da anche un primato poco invi- do. Gli eredi di Monticciolo, alla scena. Ma in quella traggedia diabile stabilito da Monticciolo, (con due «g») dei pentiti, che la che - il magistrato afferma - ha Un documento subcultura mafiosa irride, c’è al- ormai «tagliato tutti i ponti» die- È proprio di grande valore tro, una dimensione di sofferen- tro di sé: «È il collaboratore di a seguito za, un sottofondo tormentato, giustizia della Sicilia occidentale antropologico la crisi di un universo di prati- che ha registrato negli ultimi an- della vicenda che e di valori. Il delatore, l’«infa- ni il maggior numero di minac- che consente me», il padre di Giuseppe Di ce, intimidazioni e danneggia- Di Matteo che Matteo, Santino, nel rivelare i se- Monticciolo, che in queste pagi- stra consentendo, non solo il se- zo Brusca». E quelle che hanno menti. I suoi beni immobili esi- di far luce greti e i delitti di Cosa Nostra ne definisce qualche volta an- questro del più micidiale e forni- consentito di «individuare un stenti nel territorio di San Giu- vi fu una riscossa sui «corleonesi» (tra l’altro, indica i responsabili che «un’anomalia», «una farsa» to arsenale di cui Cosa Nostra ab- pericolosissimo gruppo di fuoco seppe Jato ciclicamente sono sta- dello Stato della strage di , dove peri- - termini certamente inappro- bia mai avuto la disponibilità, la operante a Misilmeri». Ma an- ti fatti oggetto di attentati incen- rono Giovanni Falcone e France- priati - la spirale di ferocia che cattura di latitanti del calibro di che le sue conoscenze sulle tra- diari e dinamitardi e hanno ri- me i ritmi frenetici di una corsa sca Morvillo) mette in scena, se- conduce , il suo Bernardo Bommarito e Biagio me politiche della mafia: la cam- portato danni per decine e deci- base, continuano a imporre il sempre più disperata. E infine condo il punto di vista del grup- «capo», a sequestrare il bambi- Montalbano, l’arresto e la con- pagna di bombe e di intimida- ne di milioni». E «a conferma ge- racket del «pizzo» all’ottanta per Giuseppe sparisce nel nulla: la po mafioso che è il bersaglio del- no, e dopo mesi e mesi di prigio- danna a decine di ergastoli e ad zioni nella campagna elettorale nuina e inequivocabile della sua cento delle attività economiche mafia l’ha strangolato, il suo cor- le rivelazioni, una «falsa trage- nia, a decidere che di lui «non ri- alcune centinaia di anni di reclu- del 1993; e - pure - un episodio volontà di ferma rottura con imprenditoriali e commerciali. po è stato dissolto nell’acido. Il dia». Che provocherà drammi mangano neanche le ossa». (...) sione dei responsabili di effera- di particolare rilievo e significa- l’ambiente di Cosa Nostra, va se- Tacciono mitra, Kalashnikov e sequestro, concepito inizialmen- veri e propri nell’organizzazione L’attuale superprocuratore anti- tissimi fatti di sangue (tra cui il to, che merita qualche riga. gnalato come il Monticciolo di lanciarazzi, la mafia torna a «ri- te come arma di crudele ricatto criminale che scompagina. Fino mafia, Pietro Grasso, quando sequestro e la soppressione del Monticciolo ha permesso di sua spontanea volontà si sia of- spettare» donne e bambini. Nel per convincere il pentito a una a determinare un terremoto di era a capo della Direzione distret- piccolo Giuseppe Di Matteo). «neutralizzare ab origine ipiani ferto di cedere gratuitamente i silenzio della mafia rischia di ri- ritrattazione, culmina nell’esito coscienze tra i gregari di mafia, il tuale di Palermo, definì in un do- Ma soprattutto l’acquisizione di di depistaggio investigativo e suoi beni di origine lecita al Co- tornare il silenzio sulla mafia: più disumano. proliferare di altri pentiti, che cumento ufficiale le rivelazioni preziosissimi dati informativi in processuale elaborati da Giovan- mune di affin- quel vuoto pneumatico cultura- A redigere il manoscritto da cui sentono letteralmente la terra di Giuseppe Monticciolo «uno merito alle dinamiche, alle alle- ni Brusca, tra cui la vicenda ine- ché venissero utilizzati per fini le e mediatico che faceva dire a prende le mosse questo libro è venir meno sotto i piedi. E que- dei momenti più significativi e anze e alla composizione del so- rente l’on. Violante in merito al- sociali». E non abbia esitato «nel- Giuseppe Monticciolo negli an- stato uno di loro, i carcerieri e gli sto sisma non è detto che si tra- rilevanti nell’opera di contrasto dalizio mafioso nel periodo la quale, già prima della stessa l’accusare di gravissimi delitti ni novanta, che nella sua vita assassini spietati di un ragazzo. sformi in un crollo immediato, a Cosa Nostra». Grasso ha scrit- compreso tra il 1993 e il 1996. cattura di Brusca, Monticciolo (tra cui alcuni omicidi e il seque- «non c’è stata altra scelta» se E lavorare sul testo di Giuseppe in un ravvedimento repentino e to il 30 ottobre 2003 in una rela- Le indagini sviluppate a seguito aveva messo in preavviso que- stro del piccolo Di Matteo) an- non quella di aggregarsi alla ma- Monticciolo, un ex mafioso, istantaneo, tra i comprimari o i zione indirizzata al giudice di della sua collaborazione hanno sto Ufficio». Monticciolo ne fa che i suoi più stretti congiunti, fia. E che la «sua» San Giuseppe che fu il responsabile logistico e caporali che fino ad allora, co- sorveglianza di Bologna, che di fatto gravemente incrinato il cenno in queste pagine. La vi- come il suocero, Giuseppe Agri- Jato «mezza mafiosa e mezza col- uno dei gestori della feroce carce- me «il tedesco» esecutore Giu- «Monticciolo con le sue prime dominio Corleonese in seno a cenda ha fatto intuire agli inve- gento, e il cognato, Romualdo lusa» altro non era che una me- razione del piccolo Giuseppe, seppe Monticciolo, hanno lavo- indicazioni e dichiarazioni - do- Cosa Nostra e le dichiarazioni stigatori la presenza, accanto ai ». Anche nella confes- tafora della Sicilia, e quest’ulti- correggerlo e integrarlo con col- rato (a colpi di delitti atroci, di tate di elevatissima attendibilità che lo stesso ha reso e continua vertici di Cosa Nostra, di consu- sione consegnata a queste pagi- ma una metafora dell’Italia in- loqui e riflessioni, ha significato stragi e di affari sempre più cospi- e sempre quasi integralmente ri- a rendere risultano di straordina- lenti e complici di livello e am- ne, Monticciolo non minimizza differente o acquiescente, o col- interrogarsi duramente su una cui) senza batter ciglio. scontrate da elementi di prova rio interesse». «Preziosissime», bienti diversi, in grado di conce- il suo ruolo, le sue colpe, terribi- lusa. Giudizio duro, sicuramen- tragedia terribile, sulle sue dina- Gli opposti si toccano, la frana di tipo oggettivo - ha permesso secondo Grasso, sono, per esem- pire e alimentare densi polvero- li, nella cornice di tanti altri cri- te parziale e sbagliato, ma in- miche, sul suo significato. Con mafiosa appare uno smottamen- lo smantellamento dell’area co- pio, «le notizie che hanno porta- ni politici e mediatici. Nel 1991 mini orrendi ed efferati. Descri- quietante, come aspra e ango- qualche, non banale, problema to progressivo, nelle parole di siddetta Corleonese di Cosa No- to alla cattura di Giovanni ed En- Giovanni Brusca si è trovato for- ve la vita quotidiana di un mi- sciante fu la vicenda del seque- di «traduzione». Tragedia è uno stro e della soppressione di un ra- di quei termini che dalla lingua gazzo, cui «partecipò un centina- italiana al dialetto siciliano mu- LUTTO È morto l’editore inventore di testate e collane come «Isabella», «Zora» e delle parodie «porno» di celebri fiabe. Fu giornalista e romanziere di successo io di persone», così ha valutato tano di senso. Si sente dire in Si- il mandante Giovanni Brusca. cilia alle mamme per strada, Quel calvario di 779 giorni non quando si rivolgono impazienti si svolse, infatti, sulla Luna, av- ai loro bambini: «’Un fari tragge- Barbieri, quando il fumetto diventò «per adulti» venne in mezzo alle case e alle die, e camina». La frase risulta in- campagne, a due passi da caser- decifrabile nella sua trasposizio- me, tribunali e pattuglie, tra la ne letterale: «Non fare tragedie, gente. Il suo ricordo ci richiama e cammina». Traggediare (con ■ di Alberto Gedda costume. Ci siamo conosciuti Ediperiodici che pubblica i primi di Biancaneve, Cenerentola. E an- Barbieri, ha pubblicato Il Panina- all’attenzione e alla vigilanza an- due «g») significa tante cose: in quand’era giornalista e iniziava a albi di fumetti «per adulti» con cora altre collane ispirate alla cro- ro, I ragazzi della 3C, Preppy ispirati cora adesso, anche negli «anni quel caso, attardarsi a frignare o enzo Barbieri, l'inventore pensare ai fumetti che sarebbero donnine discinte e l'indovinato naca nera: Attualità gialla, Sbarre, alle tivù degli anni Ottanta. E poi del silenzio». Deve, semmai, col- a svagarsi con la fantasia in mez- del fumetto «per adulti» poi diventati una parte importan- formato tascabile. Arrivano Gol- Mondo Corrotto, e persino una te- un western, Colt, e il giallo Donna pire la specularità tra quel dispe- zo al marciapiede. Ma anche, R(Zora, Isabella, Goldrake, te della sua vita, insieme ai ro- drake eIsabella che spopolano nel- stata ecologica, Draculino, e una Blu. Nel frattempo c’è il successo rato giudizio di Monticciolo e la nel linguaggio degli adulti: rac- Sukia…), è morto nella notte tra manzi». le edicole e, per definizione, dai per bambini, Tuttumpò. «Sul pia- dei suoi romanzi: I re Bamba, La rassegnata enunciazione pro- contare frottole, esagerazioni. E sabato e domenica scorsa dopo Secondo alcune biografie era na- barbieri e nelle caserme. Le donni- no morale ognuno può pensarla principessa, La sfilata, La vergine grammatica di un ministro del- si sa quanto il confine tra verità una lunga malattia. I suoi funera- to a Milano il 10 marzo 1940, ma ne si svestono sempre di più e le si- come vuole, naturalmente - ci dis- d'oro, Il Vincente dedicato all'ami- la Repubblica, che negli anni su- e invenzione possa essere labile; li si sono svolti l’altro ieri a Mila- pare che l'anno esatto fosse il tuazioni sono sempre più esplici- se una volta - Però se questi albi co di sempre Sergio Bonelli. Tutti bito seguenti al «caso Di Mat- conseguentemente, nel linguag- no con pochi amici, per volere 1930. Cronista per La Notte e poi te mentre si moltiplicano le testa- vendevano 80-100.000 copie e nati dall'osservazione attenta del teo» affermò che «con la mafia gio mafioso (che è un gergo dello stesso Barbieri. Tra di loro redattore de Il Corriere della Sera, te per le quali lavorano molti dise- avevano un passamano intenso quotidiano. «La cronaca supera bisogna coesistere». E l’inade- estremo, segnato da un conti- l’editore Sergio Bonelli, protago- Barbieri era un grande lavoratore gnatori, alcuni dei quali, poi, sa- qualcosa vorrà pur dire. Quando abbondantemente il quotidiano guatezza attuale di una risposta nuo slittamento di significati), nista del fumetto popolare d’auto- della penna. L’esordio nel fumet- rebbero diventati famosi: da Milo ho provato a pubblicare fumetti - ci confidò - Basta leggere gli arti- di mero ordine pubblico e di traggediare diventa: riferire cose re italiano. Che ricorda. «Con to è con l'editore Torelli: Il Piccolo Manara a Leone Frollo, da Sandro più raffinati, come Lo Sconosciuto coli di nera e di rosa per capire in «emergenza» al cospetto di riservate, fare il delatore, il dop- Renzo eravamo amici da quarant' Sceriffo, Lupo Bianco, Coyote, Ko- Angiolini a Stelio Fenzo. Nel e Necron dell'ottimo Magnus, ho che mondo siamo. Non c'è nulla un’endemica e ancora radicata piogiochista. E questa è una sto- anni, seppure fossimo profonda- ko… Il primo libro è un romanzo 1972 Barbieri si mette in proprio fatto un buco. Meglio continuare da inventare». Negli ultimi tempi «mafia che non spara». Sotto ria, insieme, di tragedia e di trag- mente diversi. Lui era molto esu- senza successo dal quale venne con la Edifumetto e pubblica la con Jolanda de Almaviva, Lando e aveva espresso il desiderio di una «programma di protezione» fi- gedie, di dolore e di bugie. berante, intraprendente, attento tratto il film La banda del sole. Nel collana cui teneva di più: le sexy così via». mostra antologica dei suoi fumet- no al 1999, Giuseppe Monticcio- La famiglia Di Matteo quel gior- a cogliere tutte le sfumature del 1966 la svolta: con altri fonda la favole con la versione «proibita» Dopo il successo con i «porno» ti. Ma ormai, la farà altrove. lo non è più tornato in Sicilia.