Il Fascismo E Le Biblioteche Scolastiche a Treviso (1922-1943)

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Fascismo E Le Biblioteche Scolastiche a Treviso (1922-1943) Corso di Laurea Magistrale In Storia e gestione del patrimonio archivistico e bibliografico Tesi di Laurea Il fascismo e le biblioteche scolastiche a Treviso (1922-1943) Relatore Prof.ssa Dorit Raines Laureando Nello Schiavinato Matricola 827568 Anno Accademico 2017 / 2018 Indice Introduzione 3 I. Le biblioteche nazionali scolastiche. (Legge Casati 1859) Biblioteche scolastiche, popolari, rurali e circolanti 8 Scopo e obiettivi della biblioteca scolastica 11 Iniziative private biblioteche scolastiche 11 Considerazioni di Guido Biagi 16 Iniziative dello Stato 17 II. Le riforme per la Scuola (1923-1943) Gentile prima dell’incarico 18 La riforma Gentile: 1923 26 La rettifica della riforma da Fedele a Bottai 43 Giuseppe Bottai: la carta della scuola 56 III. (ENBPS) Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche Primo periodo fascista: dal 1922 al 1926 65 Secondo periodo fascista: dal 1927 al 1935 67 Terzo periodo fascista: dal 1936 al 1943 72 IV. Sguardo d’insieme delle biblioteche scolastiche di Treviso L’impatto del fascismo nelle biblioteche scolastiche 77 1. Biblioteca Liceo Ginnasio “Antonio Canova” 80 Armadio storico annuari scolastici (1923-1937) 83 Registro d’ingresso (1928-1957) 137 Influenze e condizionamenti del regime nella biblioteca scolastica 142 Tabelle riassuntive e diagrammi delle influenze e condizionamenti 152 2. Istituto Riccati: Annuari scolastici 154 1 3. Istituto Magistrale: Annuari scolastici 175 4. Istituto Besta: Annuari scolastici mancanti 189 Tabella confronto fra i tre Istituti degli annuari scolastici dei prestiti e degli acquisti durante il periodo fascista 190 V. Fondi fascisti degli Istituti esistenti (verificato nel 2017) Fondo speciale ventennio fascista Ist. Riccati 194 Fondo periodo monarchico fascista Ist. Magistrale 205 Fondo speciale del ventennio fascista Ist. Besta 213 Tabella confronto fondi fascisti 227 Conclusione 253 Bibliografia 259 Tesi di laurea 263 Periodici 263 Sitografia 265 Allegati 268 Appendice 1. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Riccati 457 Appendice 2. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Magistrale 480 Appendice 3. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Besta 495 2 Introduzione La ricerca ha come obiettivo quello di dimostrare la trasformazione della biblioteca scolastica in Italia e in particolare negli Istituti medi superiori esistenti a Treviso: Liceo Ginnasio “Antonio Canova”, Istituto Tecnico “Jacopo Riccati”, Istituto Magistrale “Duca degli Abruzzi”, Istituto Tecnico “Fabio Besta” avvenuta durante il ventennio fascista, incominciando ad analizzare il percorso della sua nascita con la legge “Gabrio Casati nel 1859” e passando attraverso la legislazione dei vari governi in carica, dall’ unità d’Italia (1861 - 1922) al governo fascista (1922 - 1943). Il motivo della scelta dell’argomento è verificare l’atteggiamento del regime fascista nei riguardi della scuola e della biblioteca scolastica, diverso dai governi che lo avevano preceduto, soprattutto per i contenuti del materiale che entra nella biblioteca. Vengono messi in evidenza in questi due periodi storici di rapidi cambiamenti politici e specialmente durante il fascismo: la trasformazione delle biblioteche, la loro gestione, il loro compito sociale, il loro contenuto, l’interessamento alla lettura, l’intervento economico dello Stato per lo sviluppo delle biblioteche scolastiche e il nuovo ordinamento scolastico. Questo lavoro di ricerca del cambiamento viene suddiviso in quattro parti. Si inizia dal 1861 analizzando la rapida diffusione e diversificazione delle biblioteche scolastiche e popolari, la loro gestione e utilizzazione risultante non conforme su tutto il territorio nazionale. L’intervento finanziario dello Stato non era sempre tempestivo e adeguato, specialmente nei primi anni dell’unificazione e si lasciava ai Comuni il compito di stipendiare i maestri delle elementari e garantire il funzionamento della scuola. Questo era stabilito dalla legge Casati. Più avanti, nel 1868, con un intervento legislativo lo Stato incomincia a stanziare ai Comuni per l’istruzione elementare lire 500 mila e per l’istruzione universitaria 5 milioni. Si tratta di assegnazioni inadeguate per gestire anche una biblioteca scolastica. Questa scarsa disponibilità economica dello Stato per gli acquisti del materiale della biblioteca e gestione della scuola porta di conseguenza alla nascita di circoli, consorzi e associazioni private, come quella di Clara Archivolti Cavalieri nel 1904 a Ferrara e poi a Bologna, Antonio Bruni nel 1861 a Prato, Filippo Turati e Ettore Fabietti nel 1904 a Milano, Desiderio Chilovi nel 1901 a Pistoia, che si pongono come obiettivo rispettivamente: quello della biblioteca scolastica gratuita per le scuole elementari, quello della biblioteca circolante popolare ( un circolo privato che si sostiene con i propri mezzi per combattere 3 l’ analfabetismo), quello del consorzio delle biblioteche popolari a Milano in un primo periodo che poi si trasforma nella Federazione italiana delle biblioteche popolari favorendo anche la diffusione di altre biblioteche compresa quella scolastica e quello del tentativo di espansione delle biblioteche rurali per non lasciare i coltivatori isolati dopo la scuola elementare. Nella seconda parte si mette in evidenza l’implicazione di Giovanni Gentile – che si considera per ora liberale di destra – nella scuola prima della riforma, dove già esprime il suo pensiero di come dovrebbe essere la scuola, nel comizio del 1907 a Castelvetrano e nei congressi degli insegnanti delle scuole medie tenuti a Roma nel 1904 e a Napoli nel 1907. Si analizza come Gentile giudichi l’insegnamento laico non educativo, sostenendo che solo la filosofia e la religione possono dare una morale per educare il pensiero. Si esamina la proposta di una svolta nella scuola, dove Gentile propone l’idealismo filosofico al posto del positivismo, e che dà alla religione un compito marginale nella scuola elementare e il cambiamento per ottenere l’obiettivo di una edificante cultura nelle scuole medie mediante la selezione degli alunni e la riduzione delle scuole. Si evidenzia il cambiamento politico di Gentile, che accetta la tessera del PNF nel 1922, il percorso dell’incarico a ministro della Pubblica Istruzione, si illustra come avviene la riforma della scuola nel 1923, successivamente all’incarico dato dallo stesso Gentile a Radice per elaborare i nuovi programmi per le scuole elementari, le sue dimissioni il 14 giugno del 1924 – indipendentemente dal delitto Matteotti – e il rimanere volutamente dentro il partito fascista fino al 1943 per difendere la sua riforma dalle critiche e dai cambiamenti portati dal progressivo inserimento della fascistizzazione nella società e nella scuola, soprattutto dai 3 ministri della Pubblica Istruzione fino al 1929 e dai 6 ministri dell’Educazione Nazionale subentrati nel ventennio fascista fino al 25 luglio del 1943, data della caduta del fascismo. La terza parte indaga gli interventi, gli acquisti e i controlli nelle biblioteche scolastiche. Si verifica la modalità dell’intervento crescente della fascistizzazione nella scuola e nella biblioteca scolastica nell’arco del ventennio fascista dai ministri incaricati (in ordine: Gentile, Casati, Fedele, Belluzzo, Balbino, Ercole, De Vecchi, Bottai, Biggini e Severi). Si inizia da Gentile, che ripristina gli annuari scolastici nel 1923 con un contenuto diverso dai precedenti: quelli del ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Borghi nel 1876 e con il nuovo ordinamento degli Istituti della scuola media del R. D. del 30 aprile 1924 n. 965 art. 121, il quale deliberava che in tutte le scuole 4 superiori dovevano esserci la biblioteca dei professori e quella degli alunni, indicando un responsabile per la gestione (art 129). Si mette in evidenza la fascistizzazione della Federazione italiana delle biblioteche popolari, dove Ettore Fabietti (socialista) viene sostituito nel 1926 da Leo Pollini, uomo del regime che introduce delle direttive sulla funzione della biblioteca popolare sotto il controllo centralizzato della Direzione generale delle Accademie e biblioteche, con esito poco soddisfacente per la mancanza di un numero sufficiente di lettori. Nel 1929, per ovviare a questa situazione, si istituisce l’Associazione nazionale fascista delle biblioteche italiane che sostituisce l’Associazione delle biblioteche scolastiche di Clara Cavalieri Archivolti del 1903 gestita da Ugo Spinelli. Anche questo tentativo fallì. Per superare queste difficoltà nel 1932 la Federazione italiana delle biblioteche popolari fu sostituita dall’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche (ENBPS) di orientamento fascista. Si analizza poi il percorso della politica fascista dal 1936 al 1940 che controlla la stampa, la lettura, le biblioteche e soprattutto la propaganda ideologica per creare uno spirito nazionalista imponendo una cultura di regime totalitario. Si tratta dell’era Starace che completa la fascistizzazione di massa della società. Si analizza il lavoro di Bottai per le biblioteche, poco incisivo nei primi anni del suo incarico. Solo alla fine del suo mandato, dopo le proteste dei partecipanti al congresso di Roma del 1940 che aveva come oggetto “La biblioteca nella scuola”, interviene proponendo una lettura differenziata negli istituti scolastici secondari e la formazione di una biblioteca di classe rinnovata annualmente in modo volontario da parte degli alunni stessi della classe. La quarta parte si occupa
Recommended publications
  • Download File
    Italy and the Sanusiyya: Negotiating Authority in Colonial Libya, 1911-1931 Eileen Ryan Submitted in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Graduate School of Arts and Sciences COLUMBIA UNIVERSITY 2012 ©2012 Eileen Ryan All rights reserved ABSTRACT Italy and the Sanusiyya: Negotiating Authority in Colonial Libya, 1911-1931 By Eileen Ryan In the first decade of their occupation of the former Ottoman territories of Tripolitania and Cyrenaica in current-day Libya, the Italian colonial administration established a system of indirect rule in the Cyrenaican town of Ajedabiya under the leadership of Idris al-Sanusi, a leading member of the Sufi order of the Sanusiyya and later the first monarch of the independent Kingdom of Libya after the Second World War. Post-colonial historiography of modern Libya depicted the Sanusiyya as nationalist leaders of an anti-colonial rebellion as a source of legitimacy for the Sanusi monarchy. Since Qaddafi’s revolutionary coup in 1969, the Sanusiyya all but disappeared from Libyan historiography as a generation of scholars, eager to fill in the gaps left by the previous myopic focus on Sanusi elites, looked for alternative narratives of resistance to the Italian occupation and alternative origins for the Libyan nation in its colonial and pre-colonial past. Their work contributed to a wider variety of perspectives in our understanding of Libya’s modern history, but the persistent focus on histories of resistance to the Italian occupation has missed an opportunity to explore the ways in which the Italian colonial framework shaped the development of a religious and political authority in Cyrenaica with lasting implications for the Libyan nation.
    [Show full text]
  • Aiello Calabro (CS) Italy
    Dr. Francesco Gallo OUTSTANDING FAMILIES of Aiello Calabro (CS) Italy from the XVI to the XX centuries EMIGRATION to USA and Canada from 1880 to 1930 Padua, Italy August 2014 1 Photo on front cover: Graphic drawing of Aiello of the XVII century by Pietro Angius 2014, an readaptation of Giovan Battista Pacichelli's drawing of 1693 (see page 6) Photo on page 1: Oil painting of Aiello Calabro by Rosario Bernardo (1993) Photo on back cover: George Benjamin Luks, In the Steerage, 1900 Oil on canvas 77.8 x 48.9 cm North Carolina Museum of Art, Raleigh. Purchased with funds from the Elizabeth Gibson Taylor and Walter Frank Taylor Fund and the North Carolina State Art Society (Robert F. Phifer Bequest), 98.12 2 With deep felt gratitude and humility I dedicate this publication to Prof. Rocco Liberti a pioneer in studying Aiello's local history and author of the books: "Ajello Calabro: note storiche " published in 1969 and "Storia dello Stato di Aiello in Calabria " published in 1978 The author is Francesco Gallo, a Medical Doctor, a Psychiatrist, a Professor at the University of Maryland (European Division) and a local history researcher. He is a member of various historical societies: Historical Association of Calabria, Academy of Cosenza and Historic Salida Inc. 3 Coat of arms of some Aiellese noble families (from the book by Cesare Orlandi (1734-1779): "Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie", Printer "Augusta" in Perugia, 1770) 4 SUMMARY of the book Introduction 7 Presentation 9 Brief History of the town of Aiello Calabro
    [Show full text]
  • Irredentismo
    I percorsi dell’ Irredentismo e della Grande Guerra nella Provincia di Trieste a cura di Fabio Todero Volume pubblicato con il contributo della Provincia di Trieste nell’ambito degli interventi in ambito culturale dedicati alla “Valorizzazione complessiva del territorio e dei suoi siti di pregio” e con il patrocinio del Comune di Trieste Partner di progetto: Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Trieste Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia Istituto regionale per la cultura istriana, fiumana e dalmata Associazione culturale Zenobi, Trieste © copyright 2014 by Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia Ricerche fotografiche: Michele Pupo Referenze fotografiche: Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste; Michele Pupo; Archivio E. Mastrociani, F. Todero; Archivio Divulgando Srl Progetto grafico: Divulgando Srl Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia Villa Primc, Salita di Gretta 38 34136 Trieste Tel. / fax +39 040 44004 www.irsml.eu e-mail: [email protected] I percorsi dell’ Irredentismo e della Grande Guerra nella Provincia di Trieste a cura di Fabio Todero 2| Indice Introduzione I percorsi dell’Irredentismo e della Grande Guerra di Fabio Todero 1. Le Rive di Fabio Todero 2. Il Palazzo della Prefettura di Diego Caltana 3. Il Colle di San Giusto di Fabio Todero 4. Il Civico Museo del Risorgimento e il Sacrario Oberdan di Fabio Todero 5. Il Liceo-ginnasio Dante Alighieri di Fabio Todero 6. I cimiteri di S. Anna e di Servola di Fabio Todero 7.
    [Show full text]
  • Sources for Genealogical Research at the Austrian War Archives in Vienna (Kriegsarchiv Wien)
    SOURCES FOR GENEALOGICAL RESEARCH AT THE AUSTRIAN WAR ARCHIVES IN VIENNA (KRIEGSARCHIV WIEN) by Christoph Tepperberg Director of the Kriegsarchiv 1 Table of contents 1. The Vienna War Archives and its relevance for genealogical research 1.1. A short history of the War Archives 1.2. Conditions for doing genealogical research at the Kriegsarchiv 2. Sources for genealogical research at the Kriegsarchiv 2. 1. Documents of the military administration and commands 2. 2. Personnel records, and records pertaining to personnel 2.2.1. Sources for research on military personnel of all ranks 2.2.2. Sources for research on commissioned officers and military officials 3. Using the Archives 3.1. Regulations for using personnel records 3.2. Visiting the Archives 3.3. Written inquiries 3.4. Professional researchers 4. Relevant publications 5. Sources for genealogical research in other archives and institutions 5.1. Sources for genealogical research in other departments of the Austrian State Archives 5.2. Sources for genealogical research in other Austrian archives 5.3. Sources for genealogical research in archives outside of Austria 5.3.1. The provinces of the Austro-Hungarian Monarchy and its “successor states” 5.3.2. Sources for genealogical research in the “successor states” 5.4. Additional points of contact and practical hints for genealogical research 2 1. The Vienna War Archives and its relevance for genealogical research 1.1. A short history of the War Archives Today’s Austrian Republic is a small country, but from 1526 to 1918 Austria was a great power, we can say: the United States of Middle and Southeastern Europe.
    [Show full text]
  • Il Fascismo Da Movimento a Regime
    1919 1926 IL FASCISMO DA MOVIMENTO A REGIME Edizioni Fondazione Anna Kuliscioff Collana “La memoria degli uomini” Con il contributo di 1919 1926 IL FASCISMO DA MOVIMENTO A REGIME Pubblicazione a cura di Edizioni Fondazione Anna Kuliscioff via Vallazze, 34 20131 Milano www.fondazioneannakuliscioff.it [email protected] Progetto grafico e impaginazione Antonio Garonzi [email protected] Stampa T&D Service srl Corso Roma, 116 20811 Cesano Maderno (MB) [email protected] DIFFUSIONE GRATUITA ISBN 9788894332094 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza autorizzazione della casa editrice 1919 1926 IL FASCISMO DA MOVIMENTO A REGIME INTRODUZIONE on la pubblicazione di questa “cronologia ragionata” di un periodo cruciale della storia italiana, che accompagna la Mostra: “1919 - 1926. Il fascismo da movimento a regime”, la Fondazione Anna Kuliscioff intende offrire a chiunque ne sia interessato, in particolare ai giovani, una selezione Ctemporale degli eventi più significativi che accompagnarono il nascere e l’affermarsi del fascismo con il commento di protagonisti di quel tempo e con l’opinione di alcuni dei più importanti storici. Ci è sembrato utile presentare i materiali documentari che illustrano come il fascismo, da composito movimento rivoluzionario come appare evidente dal programma del marzo del 1919 di piazza San Sepolcro a Milano nel 1919, si trasformi definitivamente al congresso dell’Augusteo a Roma nel novembre 1922, in cui viene costituito il Partito Nazionale Fascista, in una forza conservatrice, non solo antisocialista ma anche antiproletaria. L’appoggio degli agrari e di una parte degli industriali, ma soprattutto il consenso di vasti settori dei ceti medi costituì la base sociale del fascismo su cui esercitò una notevole attrazione l’ideologia stessa dello stato totalitario che il fascismo andava costruendo.
    [Show full text]
  • Sicily and the Surrender of Italy
    United States Army in World War II Mediterranean Theater of Operations Sicily and the Surrender of Italy by Albert N. Garland and Howard McGaw Smyth Assisted by Martin Blumenson CENTER OF MILITARY HISTORY UNITED STATES ARMY WASHINGTON, D.C., 1993 Chapter XIV The Climax Sardinia Versus the Mainland The successful invasion of Sicily clarified strategic problems and enabled the Allies to turn from debate to decision. The Combined Chiefs of Staff at the TRIDENT Conference in May had directed General Eisenhower to knock Italy out of the war and contain the maximum number of German forces, but they had not told him how. Preparing to launch operations beyond the Sicilian Campaign, AFHQ had developed several outline plans: BUTTRESS, invasion of the Italian toe by the British 10 Corps; GOBLET, a thrust at the ball of the Italian foot by the British 5 Corps; BRIMSTONE, invasion of Sardinia; and FIREBRAND, invasion of Corsica. But a firm decision on the specific course of action to be taken was still lacking.1 The four plans, Eisenhower had explained to Churchill during the Algiers meetings in June, pointed to two broad alternative courses. If the Axis resisted vigorously in Sicily, thereby forecasting high Italian morale and a bitter and protracted struggle for the Allies, then BRIMSTONE and FIREBRAND, insular operations, were preferable. Otherwise, operations on the Italian mainland were more promising. Despite Churchill's articulate enthusiasm for the latter course, Eisenhower had made no commitment. He awaited the factual evidence to be furnished in Sicily. Meanwhile, the Americans and British continued to argue over strategy.
    [Show full text]
  • Gazzetta Ufficiale Del Regno D'italia ANNO 1939 Indice Per Materia
    Conto corrente con la Posta GAZZETTA FFICIAIÆ DELREGNO D'ITALIA XI ' INDICE MENSILE - 1°-30 NOVEMBRE 1939-XVIII Pubblicažioni importanti: ORDINAM.ENTO DELLO STATO CIVILE CON LA RELAZIONE MINISTERIALE A S. M. IL RE IMPERATORE Volume di 110 del pagine formato di cm. 15,5×10,5 rilegato in brosaura con sopracopertina in - semicartoncino rosso-vino. Pubblicazione n. 1981 - . , L 5 CODICE CIVILE - LIBRO I. CON LA RELAZIONE MINISTERIALE A §. M. IL RE IMPERATORE Volume di 276 pagine del formato di cm. 15,5 x 10,5 rilegato in brossura con sopracopertina in - semicartoncino rosso-vino. - Pubblicazione n. 22504is . L. 8 DISPOSIZIONI PER L'ATTUAZIONE DEL CODICE CIVILE - LIBRO I. E DISPOSIZIONI TRANSITORIE Volume di 78 pagine del formato di cm. 15,5×10,5 rilegato in brossura con sopracopertina - in semicartoncino rosso-vino. n. - Pubblicazione 2250-6is-A . L. 4 CODICE CIVILE - LIBRO DELLE SUCCESSIONI E DONAZIONI CON LA RELAZIONE MINISTERIALE A S. M. IL RE IMPERATORE Volume di 328 pagine del formato di cm. 15,5×10,5 rilegato in brossura con sopracopertina - in semicartoncino rosso-vino. Pubblicazione n. 6 - 2399-bis. L Le suddette pubb&azioni sono tutte in prima edizione stereotipa del testo ufciale Inviare le richieste alla LIBRERIA DELLO STATO - ROMA - Piazza G. Verdi, 1() (Avviso pubblicitario n. 17). - 2 - INDICE PER MATERIE Numero Numero della della Gassetta Gazzetta Abbigliamiento, Albi nazionali. I egge 16 giugno 1939-XVII, n. 1701: Norme integrative della Decreto Ministeriale 14 ottobre 1939-XVII: Norme per la te- legge 18 gennaio 1937-XV, n. 666, sulla disciplina della pro- nuta degli Albi nazionali e per gli esami di idoneità per duzione e riproduzione dei modelli di vestiario e di l'abilitazione alla funzione di esattore e collettore delle .
    [Show full text]
  • La Voce. Etica E Politica Per Una Nuova Italia
    TEMES La Voce. Etica e politica per una nuova Italia Simona Urso UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA a Voce rappresenta una delle riviste più feconde della stagione culturale e politica che in Italia viene definita come età giolittiana, L il periodo cioè che, a grandi linee occupa il primo quindicennio del ventesimo secolo; questa stagione della storia d’Italia è densa di produzione, in termini di progetti editoriali e di riviste culturali, ed è animata da un dibattito fondamentale per «leggere» la cultura italiana degli anni successivi. Per comprendere la ragione di tale effervescenza culturale è opportuno rammentare che l’Italia, alla svolta del secolo (La Voce nacque nel 1908), stava vivendo una profonda crisi culturale dovuta alla messa in discussione della corrente positivista, allora prevalente. Ma il paese usciva anche da una fase politica devastante, caratterizzata da una svolta autoritaria e dal fallimento italiano nell’impresa coloniale. Tale fallimento rendeva necessario, per molti giovani intellettuali che avrebbero dato vita alle riviste, un gesto di coraggio verso la svolta imperialista. E la situazione politica che si andò figurando, nei primi anni del ‘900, ne frustrò decisamente le aspettative. Dall’inizio del nuovo secolo, infatti, in particolare dal 1903 al 1914 (con occasionali dimissioni e rientri) fu al potere Giovanni Giolitti: la sua longevità politica, e le contraddizioni di quel periodo ci spingono a parlare di età giolittiana. Sono gli anni in cui nel paese, abbandonate le pretese 74 Simona Urso autoritarie di fine secolo, si affermò una linea di governo tendenzialmente progressista, caratterizzata da una nuova modalità di rapporti con le associazioni dei lavoratori e con il partito socialista, che pur non facendo mai parte del governo, spesso lo appoggiò.
    [Show full text]
  • Braido Pietro, Don Bosco Prete Dei Giovani Nel Secolo Delle Libertà. 1 Vol
    ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 20 Nella lieta occasione del 90º genetliaco del prof. Pietro Braido l’Istituto Storico Salesiano è lieto di offrire a studiosi, amici di don Bosco e membri della Famiglia salesiana la terza e definitiva edizione, rivista dall’autore, dell’Opera, Don Bosco, prete dei giovani, nel secolo delle libertà frutto di 50 anni di attente ricerche, punto di arrivo degli studi su don Bosco all’inizio del XXI secolo, punto di partenza per nuovi approfondimenti. La circostanza risulta particolarmente felice per la contemporanea apertura delle manifestazioni culturali del centenario della morte del 1º successore di don Bosco, don Michele Rua e l’imminente celebrazione ufficiale del 150º anniversario della nascita della società salesiana. All’autore il grazie più sincero e a tutti i migliori auguri per una feconda lettura. Don Francesco Motto, direttore dell’ISS colleghi ed amici Roma, 24 maggio 2009 ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 20 PIETRO BRAIDO DON BOSCO PRETE DEI GIOVANI NEL SECOLO DELLE LIBERTÀ “Non il vero, ma il reale cioè il vero con la sua storicità, con la sua concretezza nel divenire, nel tempo” (Ch. Péguy) “Mi raccomando ancora che non si dia gran retta ai sogni etc. Se questi aiutano l’intelligenza di cose morali, oppure delle nostre regole, va bene; si ritengano. Altrimenti non se ne faccia alcun pregio” (lett. a mons. Giovanni Cagliero, 10 febbr. 1885, E IV 314) VOLUME PRIMO Terza edizione corretta e ritoccata LAS - ROMA Nel ricordo degli insigni Maestri Valentino Panzarasa e Franc Walland © 2009 by LAS - Libreria Ateneo Salesiano Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 ROMA Tel.
    [Show full text]
  • Vedimento (ASP, PNF Di Mon- Tecatini Val Di Cecina, B
    “La Spalletta”, 12 settembre 2015 DALLA MARCIA SU ROMA ALLA MVSN «Vittoria Fascista»: era questo il titolo di un articolo di fondo pubblicato il 5 novembre 1922 su “Il Corazziere” (a. XLI, n. 45): foglio che mai – occorre dirlo – aveva fatto mancare il suo sostegno al movimento fondato da Mussolini il 23 marzo 1919, prima, e poi al partito nato il 7 novembre del 1921: Il nostro giornale che ha seguito, con simpatia, con fiducia, con ammirazione fervida e sincera, il fascismo, fino dal suo sor- gere, ne celebra oggi la piena e assoluta vittoria con la più grande letizia e con la ferma sicurezza che esso saprà ottimamente ricostruire come efficacemente ha saputo compiere l’opera di santa demolizione. Alle Camice nere, al genio di Benito Mussolini – duce romanamente grande – l’Italia deve la sua salvezza e dovrà la sua rina- scita e il definitivo trionfo. I primi atti del nuovo Governo infondono un ritmo nuovo alla vita nazionale: il ritmo dei forti. Finalmente – dopo l’avvicendarsi di governi abulici, inerti, tentennanti, deboli – l’Italia – per merito di Vittorio Emanuele III – ha oggi alla sua testa un Uomo dal pugno di ferro e dalla mente superiore, un Uomo che è espressione pura e genui- na della nostra razza imperiale! Salutiamo in Benito Mussolini il continuatore dell’Italia di Vittorio Veneto; diamo a Benito Mussolini adesione piena, completa, entusiastica, incondizionata; stringiamoci concordi intorno al Fascismo trionfante: questo è il dovere di quanti hanno amore e rispetto per la Patria, affetto e devozione per il Sovrano: chi non sente questo dovere è un traditore.
    [Show full text]
  • JENS PETERSEN the Italian Aristocracy, the Savoy Monarchy, and Fascism
    JENS PETERSEN The Italian Aristocracy, the Savoy Monarchy, and Fascism in KARINA URBACH (ed.), European Aristocracies and the Radical Right 1918-1939 (Oxford: Oxford University Press, 2007) pp. 91–110 ISBN: 978 0 199 23173 7 The following PDF is published under a Creative Commons CC BY-NC-ND licence. Anyone may freely read, download, distribute, and make the work available to the public in printed or electronic form provided that appropriate credit is given. However, no commercial use is allowed and the work may not be altered or transformed, or serve as the basis for a derivative work. The publication rights for this volume have formally reverted from Oxford University Press to the German Historical Institute London. All reasonable effort has been made to contact any further copyright holders in this volume. Any objections to this material being published online under open access should be addressed to the German Historical Institute London. DOI: 6 The Italian Aristocracy, the Savoy Monarchy, and Fascism JENS PETERSEN What political role did the aristocracy play in the early decades of a unified Italy? Researchers are widely divided in their opin- ions on this question. They range from the rose-tinted view of Arno Mayer, who regarded the ancien regi,me nobility as still at the core of Italy's social and political system, to opinions that speak of a rapid and unstoppable decline. 1 Although aristocratic values continued to shape the path of upward mobility for the middle classes, nobility as such did not play an important role in the Italian nineteenth-century social structure, because it did not constitute a well-defined group in itself, due to its regional more than national status.
    [Show full text]
  • Download PDF (526.3
    Andrea Brait University of Innsbruck, Department of Contemporary History and the School of Education War museums at the former frontline between Austria-Hungary and Italy during World War I Abstract: The Great War as reflected by three permanent exhibitions on display in the war museums located along the former Isonzo Front Line� The author focuses on contemporary exhibitions whose objective is to focus on the daily life of the soldiers at the front and on killing and being killed� 1. On the significance of World War I 100 years after the beginning of the fights Following Jan and Aleida Assmann’s definition of a communicative or social memory, which they indicate as having a lifespan of about 80 to 100 years1, a 100-year-anniversary is a particularly interesting point in time for taking a look at a historical event� Contemporary historians are currently discussing the boundaries of their own subject, these being defined by Rothfel as an “epoch of contemporaries”2 and as such are based on communicative memory� Nevertheless, the enormous amount of attention paid to World War I in 2014 raises the ques- tion of whether it might be more appropriate to speak of an “epoch of empathy”3� With regard to World War I, however, numerous other facts besides the time span have had an influence on the way this event is perceived today: the collec- tive and cultural memory regarding the war was shaped to a great degree by later decisive events of the 20th Century� Consequently, in many states, the memory of 1 Cf� Assmann, Jan: Das kulturelle Gedächtnis.
    [Show full text]