Braido Pietro, Don Bosco Prete Dei Giovani Nel Secolo Delle Libertà. 1 Vol
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ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 20 Nella lieta occasione del 90º genetliaco del prof. Pietro Braido l’Istituto Storico Salesiano è lieto di offrire a studiosi, amici di don Bosco e membri della Famiglia salesiana la terza e definitiva edizione, rivista dall’autore, dell’Opera, Don Bosco, prete dei giovani, nel secolo delle libertà frutto di 50 anni di attente ricerche, punto di arrivo degli studi su don Bosco all’inizio del XXI secolo, punto di partenza per nuovi approfondimenti. La circostanza risulta particolarmente felice per la contemporanea apertura delle manifestazioni culturali del centenario della morte del 1º successore di don Bosco, don Michele Rua e l’imminente celebrazione ufficiale del 150º anniversario della nascita della società salesiana. All’autore il grazie più sincero e a tutti i migliori auguri per una feconda lettura. Don Francesco Motto, direttore dell’ISS colleghi ed amici Roma, 24 maggio 2009 ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 20 PIETRO BRAIDO DON BOSCO PRETE DEI GIOVANI NEL SECOLO DELLE LIBERTÀ “Non il vero, ma il reale cioè il vero con la sua storicità, con la sua concretezza nel divenire, nel tempo” (Ch. Péguy) “Mi raccomando ancora che non si dia gran retta ai sogni etc. Se questi aiutano l’intelligenza di cose morali, oppure delle nostre regole, va bene; si ritengano. Altrimenti non se ne faccia alcun pregio” (lett. a mons. Giovanni Cagliero, 10 febbr. 1885, E IV 314) VOLUME PRIMO Terza edizione corretta e ritoccata LAS - ROMA Nel ricordo degli insigni Maestri Valentino Panzarasa e Franc Walland © 2009 by LAS - Libreria Ateneo Salesiano Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 ROMA Tel. 06 87290626 - Fax 06 87290629 - e-mail: [email protected] - http://las.unisal.it ISBN 978-88-213-0731-7 Stampa: Tipografia Abilgraph S.r.l., Via P. Ottoboni, 11 - Roma PREFAZIONE Don Bosco nasce, vive, opera nel secolo XIX, che, in Italia, come in Euro- pa, scorre nel teso confronto con “i principi del 1789”: liberté, égalité, frater- nité. È uguaglianza, largamente imperfetta, ma ci sarà chi la prefigura totale. La fraternità faticherà a farsi strada, ma, religiosa o laica, farà spesso la sua comparsa nei detti e nei fatti. Più evidente sarà l’affermazione – teorica se non sempre pratica – della libertà, nelle varie espressioni e interpretazioni: politica, religiosa, sociale, economica, culturale. Per la formazione, la cultura iniziale e la mentalità di base don Bosco si radica nell’ancien régime, restando fedele a principi altri da quelli dell’89. Eppure, la vivacità dell’intelligenza, più pratica che teorica, la sensibilità per i problemi posti dalla condizione umana, la solida aderenza al reale concreto e operabile, lo mantengono in costante apertura ai “bisogni dei tempi”. Egli, perciò, si manifesterà uomo ben ancorato alla tradizione e, insieme, nuovo e innovatore sorprendentemente libero. Egli appare figura contraddittoria, non facilmente riducibile ad unità. Si professa prete fedele al papa, incondizionatamente, e nello stesso tempo citta- dino – come scriveva – “affezionato al governo”, uomo d’ordine, in un stato chiaramente laico e con uomini apertamente laicisti e non raramente anticleri- cali. Egli è libero nella propria scelta vocazionale di “prete dei giovani” con opere che si collocano distinte e autonome entro il territorio diocesano e parrocchiale. Libero nell’operare, egli pensa che sulle norme canoniche debba avere la preminenza, non solo teorica, la “suprema lex” della “salus animarum”. Libera da vincoli, che non siano il ragionevole ossequio all’autorità costituita e in particolare l’indiscutibile dipendenza dal Supremo Capo della Chiesa, egli vuole la sua Società religiosa. Libere nel costituirsi e nell’operare egli esige le sue istituzioni educative, immuni da interferenze esterne di qualsiasi tipo, comprese quelle degli eventuali finanziatori. Devoto alla sua terra – paese, regione, patria – egli si rivelerà nella realtà ciò che era nell’animo, cittadino del mondo, specificamente di quella universale “città dei ragazzi”, che sognava estesa, al di là d’ogni confine, all’intero pianeta terra. E tuttavia, appare talora un conformista. Attribuisce cospicuo valore all’obbedienza che aggrega nell’o- perare solidale, aderisce a tutte le verità e pratiche cattoliche, promuove istitu- zioni di giovani e di adulti fortemente strutturate, è allergico a qualsiasi tipo di contestazione dell’ordine costituito. Si prodiga per i poveri e frequenta i ricchi, non mette in discussione la proprietà e la ricchezza, cerca soltanto di orientarla 6 Prefazione al bene. Non fomenta rivoluzioni politiche né sociali, non le ama, anzi aperta- mente le rifiuta. Eppure fa di tutto per elevare la sorte degli umili, mira a prevenirne i legittimi risentimenti e le deprecate violenze. Promuove l’istruzio- ne e la cultura, ma funzionali e produttive. Non conosce se non superficial- mente il pensiero critico, se non in qualche frettolosa considerazione sulle fonti che utilizza nella compilazione di certi suoi libretti narrativi. Ama e solidarizza con la gioventù, ma non la mette in conflitto con gli adulti, semmai la piega a identificarsi con loro, con i valori da essi proposti e con la loro sag- gezza. Lo ispirano in tutto “ragione, religione, amorevolezza”, insieme alle più vive e vibranti aspirazioni dei giovani. Ma proprio per questo connubio egli pensa che esse debbano svolgersi ed esaltarsi nell’alveo di una razionalità prudente, di una religiosità che incanala e frena, di un’affettività intensa e temperata, che attivano e disciplinano in una società civile e religiosa da accet- tare e servire. È la libertà condizionata di un operatore che non dispone di una visione ampia e organica della realtà, che possa avvicinarsi a una filosofia sistematica e a una teologia riflessa. Da una parte, egli lavora per la felicità dei giovani, la meta che loro assegna, proponendosi – come si vedrà – di liberarli dal pregiu- dizio che ci sia incompatibilità tra religione e gioia di vivere, in tutte le età, dall’infanzia alla vecchiaia. Contemporaneamente è forte il suo legame con una visione teologico-morale che privilegia i comandamenti, la legge, le norme, l’ordine, i doveri, con i quali la libertà deve fare i conti, correndo il rischio di limitare gli spazi della felicità: in fondo, tributario della volontaristi- ca libertà d’indifferenza, piuttosto che della libertà di qualità, molto alfonsia- no, poco tomista. Di quest’uomo del secolo delle libertà, autentiche o fallaci, libero e fedele, tradizionale e progressista, comunicativo e riservato, ardito e riflessivo, realista e sognatore, si cerca di tracciare la storia con la cura più attenta e la più equili- brata imparzialità. Non si percorrono minutamente gli eventi della sua biogra- fia. Si tenta di individuare nel divenire storico il delinearsi dei tratti della sua personalità, in continua interazione con la molteplicità degli eventi ritenuti storicamente significativi: per comprendere lui, il suo essere e operare, le istitu- zioni giovanili gradualmente messe in essere, la ricerca e la formazione dei collaboratori più immediati, il coinvolgimento della maggior quantità di cooperatori, le modalità di inserimento nel mondo civile ed ecclesiale, le idee elaborate per una guida organica dell’attività educativa, il sistema preventivo, che investe tutte le forme di azione e di relazione. Nel rispondere all’impegno e attuare il disegno, forse troppo ambizioso, si utilizzano le sintesi su don Bosco già realizzate da studiosi di grande valore. Si suppone, anzitutto, la ricerca pionieristica di Pietro Stella, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. I tre volumi, pur elaborati in una prospettiva specifica, approdano a un essenziale profilo globale, che include la vita, la mentalità, la spiritualità, considerate anche alla luce delle valutazioni formulate post mortem da giudici esigenti. Prefazione 7 Si tien conto, in secondo luogo, della diffusa biografia di Francis Des- ramaut, Don Bosco en son temps (1815-1888), una esauriente “retractatio” del vasto disegno tentato dai compilatori dei diciannove volumi delle Memorie biografiche, Giovanni Battista Lemoyne, Angelo Amadei, Eugenio Ceria. Le innumerevoli precisazioni e considerazioni particolari sono tenute presenti, ma non sempre assunte nell’attuale ricostruzione, rivolta piuttosto a rievocare l’es- senziale dei lineamenti biografici, mentali e operativi, omettendo l’aneddotico e l’accidentale: più biografia dello studio di Pietro Stella, meno cronaca della narrazione di Francis Desramaut. Roma, 31 gennaio 2005 SIGLE E ABBREVIAZIONI AAS Acta Apostolicae Sedis. Commentarium officiale. Romae, Typis Polyglottis Vaticanis 1909 ss. AGFMA Archivio Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Roma) all. allografo ASC Archivio Salesiano Centrale (Roma) ASS Acta Sanctae Sedis… Typis Poliglottis Officinae S. C. de Propagan- da Fide, 1865-1909 aut. autografo BS Bollettino Salesiano (dal gennaio 1878); Bibliofilo cattolico o Bollet- tino salesiano mensuale (da agosto a dicembre 1877) Capitoli [G. BARBERIS], Capitoli Superiori ossia verbali delle radunanze Superiori che tenne il capitolo superiore della Congregaz. di S. Francesco di Sales cominciando dal 10 Dicembre 1875 Capitolo [G. B. LEMOYNE], Verbali delle riunioni del Capitolo superiore Superiore [a partire dal 14 dicembre 1883] Cost. SDB G. BOSCO, Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales (Motto) [1858]-1875. Testi critici a cura di Francesco Motto. Roma, LAS 1982 Cronistoria Cronistoria [dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice], a cura di I e II Giselda