Il Fascismo E Le Biblioteche Scolastiche a Treviso (1922-1943)

Il Fascismo E Le Biblioteche Scolastiche a Treviso (1922-1943)

Corso di Laurea Magistrale In Storia e gestione del patrimonio archivistico e bibliografico Tesi di Laurea Il fascismo e le biblioteche scolastiche a Treviso (1922-1943) Relatore Prof.ssa Dorit Raines Laureando Nello Schiavinato Matricola 827568 Anno Accademico 2017 / 2018 Indice Introduzione 3 I. Le biblioteche nazionali scolastiche. (Legge Casati 1859) Biblioteche scolastiche, popolari, rurali e circolanti 8 Scopo e obiettivi della biblioteca scolastica 11 Iniziative private biblioteche scolastiche 11 Considerazioni di Guido Biagi 16 Iniziative dello Stato 17 II. Le riforme per la Scuola (1923-1943) Gentile prima dell’incarico 18 La riforma Gentile: 1923 26 La rettifica della riforma da Fedele a Bottai 43 Giuseppe Bottai: la carta della scuola 56 III. (ENBPS) Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche Primo periodo fascista: dal 1922 al 1926 65 Secondo periodo fascista: dal 1927 al 1935 67 Terzo periodo fascista: dal 1936 al 1943 72 IV. Sguardo d’insieme delle biblioteche scolastiche di Treviso L’impatto del fascismo nelle biblioteche scolastiche 77 1. Biblioteca Liceo Ginnasio “Antonio Canova” 80 Armadio storico annuari scolastici (1923-1937) 83 Registro d’ingresso (1928-1957) 137 Influenze e condizionamenti del regime nella biblioteca scolastica 142 Tabelle riassuntive e diagrammi delle influenze e condizionamenti 152 2. Istituto Riccati: Annuari scolastici 154 1 3. Istituto Magistrale: Annuari scolastici 175 4. Istituto Besta: Annuari scolastici mancanti 189 Tabella confronto fra i tre Istituti degli annuari scolastici dei prestiti e degli acquisti durante il periodo fascista 190 V. Fondi fascisti degli Istituti esistenti (verificato nel 2017) Fondo speciale ventennio fascista Ist. Riccati 194 Fondo periodo monarchico fascista Ist. Magistrale 205 Fondo speciale del ventennio fascista Ist. Besta 213 Tabella confronto fondi fascisti 227 Conclusione 253 Bibliografia 259 Tesi di laurea 263 Periodici 263 Sitografia 265 Allegati 268 Appendice 1. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Riccati 457 Appendice 2. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Magistrale 480 Appendice 3. Foto della prima pagina di copertina dei libri del fondo fascista Istituto Besta 495 2 Introduzione La ricerca ha come obiettivo quello di dimostrare la trasformazione della biblioteca scolastica in Italia e in particolare negli Istituti medi superiori esistenti a Treviso: Liceo Ginnasio “Antonio Canova”, Istituto Tecnico “Jacopo Riccati”, Istituto Magistrale “Duca degli Abruzzi”, Istituto Tecnico “Fabio Besta” avvenuta durante il ventennio fascista, incominciando ad analizzare il percorso della sua nascita con la legge “Gabrio Casati nel 1859” e passando attraverso la legislazione dei vari governi in carica, dall’ unità d’Italia (1861 - 1922) al governo fascista (1922 - 1943). Il motivo della scelta dell’argomento è verificare l’atteggiamento del regime fascista nei riguardi della scuola e della biblioteca scolastica, diverso dai governi che lo avevano preceduto, soprattutto per i contenuti del materiale che entra nella biblioteca. Vengono messi in evidenza in questi due periodi storici di rapidi cambiamenti politici e specialmente durante il fascismo: la trasformazione delle biblioteche, la loro gestione, il loro compito sociale, il loro contenuto, l’interessamento alla lettura, l’intervento economico dello Stato per lo sviluppo delle biblioteche scolastiche e il nuovo ordinamento scolastico. Questo lavoro di ricerca del cambiamento viene suddiviso in quattro parti. Si inizia dal 1861 analizzando la rapida diffusione e diversificazione delle biblioteche scolastiche e popolari, la loro gestione e utilizzazione risultante non conforme su tutto il territorio nazionale. L’intervento finanziario dello Stato non era sempre tempestivo e adeguato, specialmente nei primi anni dell’unificazione e si lasciava ai Comuni il compito di stipendiare i maestri delle elementari e garantire il funzionamento della scuola. Questo era stabilito dalla legge Casati. Più avanti, nel 1868, con un intervento legislativo lo Stato incomincia a stanziare ai Comuni per l’istruzione elementare lire 500 mila e per l’istruzione universitaria 5 milioni. Si tratta di assegnazioni inadeguate per gestire anche una biblioteca scolastica. Questa scarsa disponibilità economica dello Stato per gli acquisti del materiale della biblioteca e gestione della scuola porta di conseguenza alla nascita di circoli, consorzi e associazioni private, come quella di Clara Archivolti Cavalieri nel 1904 a Ferrara e poi a Bologna, Antonio Bruni nel 1861 a Prato, Filippo Turati e Ettore Fabietti nel 1904 a Milano, Desiderio Chilovi nel 1901 a Pistoia, che si pongono come obiettivo rispettivamente: quello della biblioteca scolastica gratuita per le scuole elementari, quello della biblioteca circolante popolare ( un circolo privato che si sostiene con i propri mezzi per combattere 3 l’ analfabetismo), quello del consorzio delle biblioteche popolari a Milano in un primo periodo che poi si trasforma nella Federazione italiana delle biblioteche popolari favorendo anche la diffusione di altre biblioteche compresa quella scolastica e quello del tentativo di espansione delle biblioteche rurali per non lasciare i coltivatori isolati dopo la scuola elementare. Nella seconda parte si mette in evidenza l’implicazione di Giovanni Gentile – che si considera per ora liberale di destra – nella scuola prima della riforma, dove già esprime il suo pensiero di come dovrebbe essere la scuola, nel comizio del 1907 a Castelvetrano e nei congressi degli insegnanti delle scuole medie tenuti a Roma nel 1904 e a Napoli nel 1907. Si analizza come Gentile giudichi l’insegnamento laico non educativo, sostenendo che solo la filosofia e la religione possono dare una morale per educare il pensiero. Si esamina la proposta di una svolta nella scuola, dove Gentile propone l’idealismo filosofico al posto del positivismo, e che dà alla religione un compito marginale nella scuola elementare e il cambiamento per ottenere l’obiettivo di una edificante cultura nelle scuole medie mediante la selezione degli alunni e la riduzione delle scuole. Si evidenzia il cambiamento politico di Gentile, che accetta la tessera del PNF nel 1922, il percorso dell’incarico a ministro della Pubblica Istruzione, si illustra come avviene la riforma della scuola nel 1923, successivamente all’incarico dato dallo stesso Gentile a Radice per elaborare i nuovi programmi per le scuole elementari, le sue dimissioni il 14 giugno del 1924 – indipendentemente dal delitto Matteotti – e il rimanere volutamente dentro il partito fascista fino al 1943 per difendere la sua riforma dalle critiche e dai cambiamenti portati dal progressivo inserimento della fascistizzazione nella società e nella scuola, soprattutto dai 3 ministri della Pubblica Istruzione fino al 1929 e dai 6 ministri dell’Educazione Nazionale subentrati nel ventennio fascista fino al 25 luglio del 1943, data della caduta del fascismo. La terza parte indaga gli interventi, gli acquisti e i controlli nelle biblioteche scolastiche. Si verifica la modalità dell’intervento crescente della fascistizzazione nella scuola e nella biblioteca scolastica nell’arco del ventennio fascista dai ministri incaricati (in ordine: Gentile, Casati, Fedele, Belluzzo, Balbino, Ercole, De Vecchi, Bottai, Biggini e Severi). Si inizia da Gentile, che ripristina gli annuari scolastici nel 1923 con un contenuto diverso dai precedenti: quelli del ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Borghi nel 1876 e con il nuovo ordinamento degli Istituti della scuola media del R. D. del 30 aprile 1924 n. 965 art. 121, il quale deliberava che in tutte le scuole 4 superiori dovevano esserci la biblioteca dei professori e quella degli alunni, indicando un responsabile per la gestione (art 129). Si mette in evidenza la fascistizzazione della Federazione italiana delle biblioteche popolari, dove Ettore Fabietti (socialista) viene sostituito nel 1926 da Leo Pollini, uomo del regime che introduce delle direttive sulla funzione della biblioteca popolare sotto il controllo centralizzato della Direzione generale delle Accademie e biblioteche, con esito poco soddisfacente per la mancanza di un numero sufficiente di lettori. Nel 1929, per ovviare a questa situazione, si istituisce l’Associazione nazionale fascista delle biblioteche italiane che sostituisce l’Associazione delle biblioteche scolastiche di Clara Cavalieri Archivolti del 1903 gestita da Ugo Spinelli. Anche questo tentativo fallì. Per superare queste difficoltà nel 1932 la Federazione italiana delle biblioteche popolari fu sostituita dall’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche (ENBPS) di orientamento fascista. Si analizza poi il percorso della politica fascista dal 1936 al 1940 che controlla la stampa, la lettura, le biblioteche e soprattutto la propaganda ideologica per creare uno spirito nazionalista imponendo una cultura di regime totalitario. Si tratta dell’era Starace che completa la fascistizzazione di massa della società. Si analizza il lavoro di Bottai per le biblioteche, poco incisivo nei primi anni del suo incarico. Solo alla fine del suo mandato, dopo le proteste dei partecipanti al congresso di Roma del 1940 che aveva come oggetto “La biblioteca nella scuola”, interviene proponendo una lettura differenziata negli istituti scolastici secondari e la formazione di una biblioteca di classe rinnovata annualmente in modo volontario da parte degli alunni stessi della classe. La quarta parte si occupa

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