La Nobiltà Di Seggio Napoletana E Il Riuso Politico Dell'antico Tra Quattro
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Monica Santangelo Regna Testi e studi su istituzioni, cultura e memoria del Mezzogiorno medievale 5 La particolare attenzione riservata all’«umanesimo civile» fiorentino e l’af- fermarsi nella storiografia anglo-americana del paradigma “repubblicano” hanno contribuito, in forme diverse, a limitare l’interesse degli storici per i contesti principeschi e monarchici della penisola italiana nel tardo Medio- evo. Questa tendenza, unita alle gravi perdite documentarie dell’Archivio di Stato di Napoli, ha relegato finora le élites ascritte ai Seggi di numerose città del Regnum ai margini del dibattito storiografico internazionale. Nel corso del Quattrocento il riuso dell’Antico non trasformò solo i lin- guaggi di legittimità e l’azione dei principi, ma anche quelli delle élites e Cinquecento Quattro tra dell’Antico politico riuso e il napoletana Seggio di La nobiltà urbane dell’intera penisola. A quali auctores essi s’ispirarono? Qual è il rapporto tra il classicismo e i progetti di riforme istituzionali? Il volume prova a rispondere a tali quesiti, soffermandosi sul contesto napoletano, finora poco indagato, attraverso l’analisi e l’edizione critica La nobiltà di Seggio napoletana del Libro terczo de regimento de l’Opera de le medaglie di Pietro Jacopo de Jennaro. Si tratta di un’opera composta tra il 1500 e il 1504, come libero e il riuso politico dell’Antico commento in medaglie agli Ab urbe condita libri di Livio, per ridefinire la preminenza politica della più antica nobiltà dei Seggi e per proporre un tra Quattro e Cinquecento nuovo modello di governo misto. Attraverso l’esame di tale opera si riper- corrono i dibattiti relativi al rapporto tra rappresentanza e obbedienza, tra Il Libro terczo de regimento de l’Opera consenso e legittimità negli ultimi anni del regno dei Trastámara, offrendo nuovi spunti per ripensare il classicismo politico umanistico e i processi di de li homini jllustri sopra de le medaglie chiusura oligarchica tra Quattro e Cinquecento. di Pietro Jacopo de Jennaro Monica Santangelo è dottore di ricerca in Storia e assegnista post-doc presso l’Uni- versità Federico II di Napoli. I suoi interessi di ricerca spaziano dalla storia sociale a quella istituzionale e culturale tardomedievale. Ha approfondito, in particolare, i temi della distinzione sociale, del classicismo politico e dei linguaggi politici delle Monica Santangelo nobiltà civiche, soprattutto dei Seggi di Napoli e delle altre città del Mezzogiorno continentale. ISBN 978-88-6887-036-2 ISBN 978-88-6887-036-2 DOI 10.6093/978-88-6887-036-2 ISSN 2532-9898 REGNA Testi e studi su istituzioni, cultura e memoria del Mezzogiorno medievale 5 Direzione scientifica Cristina Andenna (Technische Univ. Dresden), Claudio Azzara (Univ. Salerno), Ignasi J. Baiges Jardí (Univ. Barcelona), Guido Cappelli (Univ. Napoli L’Orientale), Pietro Corrao (Univ. Palermo), Fulvio Delle Donne (Univ. Basilicata), Roberto Delle Donne (Univ. Napoli Federico II), Chiara De Caprio (Univ. Napoli Federico II), Bianca de Divitiis (Univ. Napoli Federico II), Amalia Galdi (Univ. Salerno), Giuseppe Germano (Univ. Napoli Federico II), Benoît Grévin (CNRS-LAMOP, Paris), Antonietta Iacono (Univ. Napoli Federico II), Vinni Lucherini (Univ. Napoli Federico II), Olivier Matteoni (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, Tanja Michalsky (Bibliotheca Hertziana, Roma), Joan Molina Figueras (Univ. Girona), Francesco Montuori (Univ. Napoli Federico II), Francesco Panarelli (Univ. Basilicata), Eleni Sakellariou (Univ. Crete), Francesco Senatore (Univ. Napoli Federico II), Francesco Storti (Univ. Napoli Federico II) I contributi originali pubblicati nei volumi di questa collana sono sottoposti a doppia lettura anonima di esperti (double blind peer review) Monica Santangelo La nobiltà di Seggio napoletana e il riuso politico dell’Antico tra Quattro e Cinquecento Il Libro terczo de regimento de l’Opera de li homini jllustri sopra de le medaglie di Pietro Jacopo de Jennaro Federico II University Press fedOA Press La nobiltà di Seggio napoletana e il riuso politico dell’Antico tra Quattro e Cinquecento. Il Libro terczo de regimento de l’Opera de li homini jllustri sopra de le medaglie di Pietro Jacopo de Jennaro / Monica Santangelo. – Napoli : FedOAPress, 2019. – 648 p. ; 24 cm. – (Regna. Testi e studi su istituzioni, cultura e memoria del Mezzogiorno medievale ; 5) Accesso alla versione elettronica: http://www.fedoabooks.unina.it ISBN: 978-88-6887-036-2 DOI: 10.6093/978-88-6887-036-2 ISSN: 2532-9898 In copertina: Pietro Jacopo de Jennaro, Libro terczo de regimento, Palermo, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, B.C.R.S., ms. I C 17, c. 1r. © 2019 FedOAPress – Federico II University Press Università degli Studi di Napoli Federico II Centro di Ateneo per le Biblioteche “Roberto Pettorino” Piazza Bellini 59-60 80138 Napoli, Italy http://www.fedoapress.unina.it/ Published in Italy Prima edizione: febbraio 2019 Gli E-Book di FedOAPress sono pubblicati con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International INDICE Introduzione 11 PARTE PRIMA IL DE REGIMENTO E LA CULTURA POLITICA DEI SEGGI 1. Il manoscritto 27 1.1. Caratteri codicologici 27 1.2. Caratteri paleografici 32 1.3. Fenomenologia della copia e datazione 42 1.4. Contenuto del codice 49 2. L’auto re 53 2.1. L’appartenenza aristocratica 53 2.1.1. Mediano genere nati 56 2.1.2. Jennari/Januari 59 2.1.3. I de Jennaro nel tardo medioevo 65 2.2. L’experientia ed il confronto 74 2.2.1. La giovinezza e gli incarichi extra regnum 75 2.2.2. La maturità e la catastrofe aragonese 86 2.3. La produzione letteraria 95 2.4. La dedica al Sánchez 103 3. L’opera e le sue fonti 109 3.1. Morfologia del testo 114 3.1.1. I volgarizzamenti della storia antica nel milieu aragonese 114 3.1.2. L’Opera de li homini jllustri e il De regimine principum del de Jennaro 118 3.1.3. La struttura per medaglie 123 3.2. Il riuso degli Ab urbe condita libri 129 3.2.1. Livio, “riferimento principale” del libro 129 3.2.2. Cenni sulla ricezione medievale e umanistica di Livio 138 5 La nobiltà di Seggio napoletana e il riuso politico dell’Antico tra Quattro e Cinquecento 3.3. Il dittico Livio-Valerio Massimo 150 3.4. Gli altri auctores 156 3.5. Agostino e le fonti cristiane 162 4. Il riuso dell’Antico 167 4.1. La nobiltà di Seggio napoletana tra Quattro e Cinquecento 172 4.1.1. Seggi, città, Regnum 172 4.1.2. Antico, élites e distinzione 183 4.1.3. Rappresentazioni aristocratiche e genealogie storiografiche 194 4.2. L’experentia di Roma 202 4.2.1. De Jennaro e l’Antico prima del libro terczo 202 4.2.2. Gli homini jllustri 207 4.2.3. La logica collettiva dell’esemplarità illustre 211 4.3. I regimenti e la costruzione della repubblica 220 4.3.1. Dalla I Decade 225 4.3.2. Dalla III e IV Decade 236 4.4. Arme e conquista 243 5. Il regimento de li nobili 251 5.1. L’institutio al bon regimento 251 5.1.1. L’institutio bifronte 254 5.1.2. Il prencepe e la città 259 5.1.3. Le virtù politiche 270 5.2. Senatus/Sedile 278 5.3. Identità cittadina e autocoscienza aristocratica 285 5.4. L’assuefacione 293 6. L’optimo regimento 307 6.1. Pessimo, anci nullo regimento: le patologie del potere 310 6.2. L’accordanza e la republica 324 6.3. Il corpo della cità e il governo misto 338 6.4. Il progetto politico 352 Conclusioni 369 6 Indice PARTE SECONDA EDIZIONE DEL MANOSCRITTO Criteri editoriali 375 Libro terczo de regimento 382 Note di commento 457 Sigle e abbreviazioni 543 Fonti e bibliografia 547 Indice dei nomi e dei luoghi 629 Figure 635 7 LA NOBILTÀ DI SEGGIO NAPOLETANA E IL RIUSO POLITICO DELL’ANTICO TRA QUATTRO E CINQUECENTO INTRODUZIONE Questo studio affronta il rapporto tra le forme dell’autorappresentazione poli- tica, il riuso dell’Antico e le pratiche di potere del nucleo più antico della nobiltà ascritta ai Seggi napoletani alla fine del medioevo, attraverso una prospettiva ben precisa: quella offerta dall’analisi e dall’edizione critica del Libro terczo de regimento del nobile del Seggio di Porto Pietro Jacopo de Jennaro (1436 ca. – post 1512 [?]). Il Libro (d’ora in poi De regimento) è tràdito da un unico codice palermitano, privo di formule di congedo, ed è l’unica parte sopravvissuta di una più ampia Opera de li homini jllustri sopra de le medaglie, forse mai interamente compiuta. È scritto alla fine della parabola aragonese del Regno di Napoli, all’incirca tra il 1500 e il 1504, da un de Jennaro ormai anziano, già prolifico poeta, ufficiale, ambasciatore e presidente della Regia Camera della Sommaria, e si presenta come un trattato storico-politico nella forma di un agile commento discontinuo per medaglie alla narrazione storica più celebre dell’antica repubblica romana, gli Ab urbe condita libri di Tito Livio. Nel contesto delle gravi perdite documentarie napoletane il De regimento appare una testimonianza particolarmente preziosa, perché consente di riflettere sul significato che assume il riuso dell’Antico nei meccanismi di legittimazione e di riproduzione della preminenza politica dell’antica nobiltà di Seggio a cui appartiene il de Jenna- ro. Inoltre, permette di aprire uno squarcio nell’attuale conoscenza di un dibattito teorico dalla valenza pragmatica sulla natura del regimento napoletano, che guarda al “nuovo” con un’inedita progettualità delle istituzioni della capitale e che prende forma con la fine della dinastia dei Trastámara. Mi sembra utile discutere in via preliminare alcuni problemi, al contempo, sto- riografici e metodologici, per illustrare il tipo di approccio adottato. Innanzitutto, il problema storiografico dei Seggi: i temi della preminenza urbana nel Mezzogior- no continentale sono ancora in parte ai margini delle problematiche storiografiche relative alle dinamiche di classificazione e di gerarchizzazione delle società, e alla circolazione dei modelli della distinzione nel Mediterraneo del basso medioevo1.