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SOCIETÀ ITALIANA PER IL PROGRESSO DELLE SCIENZE INDICE GENERALE STORICO-CRONOLOGICO ALFABETICO E ANALITICO Lavori, contributi e quadri direttivi (1839-2005) SIPS 1839 ONLUS INDICE GENERALE Presentazione del Presidente della SIPS . 7 La SIPS e le sue attività dal 1839 al 2005 . 9 Bibliografia . 50 Nota metodologica . 53 Indice storico - cronologico . 57 Tavola sinottica: riunioni e date relative . 137 Indice alfabetico dei lavori, dei contributi e dei quadri direttivi della SIPS . 141 Indice analitico . 563 5 PRESENTAZIONE La SIPS, Società Italiana per il Progresso delle Scienze, trae le sue ori- gini dalla I riunione degli scienziati italiani del 1839 e ha rappresentato, fin da quei tempi, un punto di convergenza degli addetti alle scienze nella loro accezione più vasta (dalle scienze naturali a quelle mediche, dalla matematica alla chimica, dalla ingegneria alla fisica e all’astrono- mia, dalla geologia alla genetica e così via). Ha avuto anche un impor- tante ruolo politico nella convergenza verso l’Unità d’Italia, da più state- relli verso un grande Paese. Con la crescita esponenziale delle conoscenze scientifiche i cui vari filoni sono via via divenuti veri e propri corpi dottrinali con una miria- de di applicazioni proprie, sono nate nel tempo molte società scientifi- che, dedicate a trattare, in periodici convegni e pubblicazioni, lo svilup- po delle singole discipline. Per questo motivo, nel tempo, il ruolo della SIPS si è più propria- mente spostato ad organizzare studi e convegni su temi multidiscipli- nari e interdisciplinari di vasto interesse per la società civile. Stante il gran numero di lavori prodotti dalla SIPS dal 1839 ad oggi, si è ritenuto opportuno ed utile realizzarne gli Indici, curati dal vicepre- sidente Michele Marotta e dal segretario generale Rocco Capasso ai quali esprimo un vivo ringraziamento per la realizzazione, la cui reda- zione ha presentato non poche difficoltà in quanto dai volumi degli Atti delle riunioni tenute nel secolo XIX (dal 1839 al 1875) è emersa prevalentemente una organizzazione dei lavori congressuali per “sezioni” e “classi” per cui i presidenti e/o i segretari resocontavano sugli argomenti esposti. È risultato assai arduo indicizzarne sia gli autori e sia analiticamente le materie. Perciò, sono stati elencati in sequenza: riunioni, convegni e giornate di studio indicando i nomi dei soci in evidenza come componenti l’ufficio di presidenza, presidenti e segretari delle sezioni e delle classi scientifiche, membri dei comitati ordinatori e gruppi scientifici. 7 A partire dalla I Riunione del secolo XX (1907) è stato possibile riportare anche i titoli dei contributi e, quindi, redigere l’indice alfabe- tico degli autori e dei soci con funzioni direttive in seno alla SIPS, non- ché quello analitico, secondo le consuete procedure. A nome del Consiglio di presidenza della SIPS e mio personale rin- grazio il MiBAC – Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali – per il sostegno finanziario alla realizzazione di questa opera che renderà accessibile agli studiosi la produzione scientifica della SIPS dalle sue origini ad oggi. Maurizio Luigi Cumo Presidente della Società Italiana per il Progresso delle Scienze 8 LA SIPS E LE SUE ATTIVITÀ DAL 1839 AL 2005 1. Sulla “periodizzazione” della storiografia della SIPS 1.1 Periodizzazione Ad affrontare, sia pure sommariamente, la storia della SIPS e dei suoi contributi ai progressi delle scienze, in Italia ed in generale, dalla prima “Riunione degli Scienziati italiani” (Pisa, 1839) al 2005, va risol- to preliminarmente il problema della sua periodizzazione, problema in larga misura influenzato dalle vicissitudini, prima, degli Stati preu- nitari e poi, dal 1860, dalle vicende dell’Italia unita. In occasione delle celebrazioni del primo centenario della SIPS, nel 1939, l’allora vicesegretario ing. Riccardo Vittorio Ceccherini, in una dotta ed articolata relazione, ipotizzava1 tre periodi: “Preparazione” (1839-1847), “Maturazione” (1848-1906), “Realizzazione” (1907-1939) ricostruendone la storia e le complesse vicende. Nel 1997 il mensile della SIPS, Scienza e Tecnica, con il suo 321° numero2, riprendeva l’argomento accettando, anche se non esplicita- mente, la scansione temporale del Ceccherini dando conto, dopo un’esaustiva, ancorchè agile, nota introduttiva, delle sessantaquattro “riunioni” tenutesi fino a quella data. Accogliendo, non senza qualche perplessità, il punto di vista del Ceccherini sembra che la riunione immediatamente successiva al 1939 (Roma, 1942) vada inclusa, pur cadendo nel pieno della II Guerra Mondiale, nel periodo etichettato come “Realizzazione”. 1 Cfr. R. V. Ceccherini, "Un secolo di vita della Società Italiana per il Progresso delle Scienze", in Un secolo di progresso scientifico italiano (1839-1939), a cura di L. Silla, Roma, SIPS, 1939, v. VII, pp. 323-357. 2 "La Società Italiana per il Progresso delle Scienze. Le Riunioni, gli organi direttivi e le pubblicazioni del secolo XIX e del secolo XX”; in Scienza e Tecnica. mensile a carattere politi- co-culturale e scientifico-tecnico della SIPS, n. 321, giugno 1997. 9 1.2 La SIPS e la II Guerra Mondiale Le vicende belliche e della ricostruzione post-bellica vedono per qualche tempo silente la SIPS (come la maggior parte dei sodalizi scientifici italiani), ma non spenta, tant’è che i suoi organi di presiden- za, quasi del tutto rinnovati rispetto al 1942, sono in grado di rilancia- re la Società che nel 1949, e cioè nel primo dopoguerra, tiene la sua XLII Riunione in Roma. Va sottolineato però come un elemento della “filiera”, dall’”Ufficio di presidenza” del 1942 al “Consiglio di presidenza” del 1949, sia rimasto al suo posto; si tratta del prof. Lucio Silla3 che già “Segretario” dal 1929, subito dopo il prof. Almagià, viene eletto “Segretario perpe- tuo” mentre assume la carica di “Segretario generale” il prof. Umber- to Bajocchi. In sostanza, al forzato letargo causato dalle vicende belliche, fa seguito una sorta di “risveglio” o di reviviscenza, nel 1949, fino a giun- gere al presente. Ne consegue che le fasi da considerare sono “grosso modo” almeno cinque aggiungendo alle tre individuate dal Ceccheri- ni le due or ora ipotizzate: di “letargo” e di “reviviscenza”. 2. Dal 1839 al 1847: “Preparazione” 2.1 Sulla prima “Riunione” Le vicende delle “Riunioni” degli scienziati italiani si intrecciano, in questo periodo con quelle degli Stati pre-unitari a partire dalla prima del 1839, in Pisa, favorita da Leopoldo II, reggitore illuminato del Granducato di Toscana. I tempi erano maturi a che gli scienziati italiani si organizzassero in qualche modo in associazioni scientifiche a somiglianza di quanto era già accaduto altrove e specialmente in Europa come è stato ricor- dato4 nello scritto del 1997 “La Società Italiana per il Progresso delle Scienze. Le riunioni, gli organi direttivi, le pubblicazione del secolo XIX e del secolo XX”, menzionato agli inizi; si erano infatti già forma- te organizzazioni di scienziati non soltanto in Stati dalla secolare tra- 3 Cfr., ivi, pp. 25-26. 4 Cfr., ivi, p. 1. 10 dizione unitaria, come la Gran Bretagna (con - ad es. - la “Physical Society”) e la Francia (“Societé Chimique”), ma anche in Paesi, dalla lingua comune e da cultura omogenea, non ancora giunti ad unità nazionale, come la Germania (“Chemische Gesellschaft”). Qui, anzi, per iniziativa del naturalista Lorenz Oken e con gli auspici dei princi- pati tedeschi, fin dal 1822 si tengono assise annuali di studiosi e culto- ri di scienze naturali, precedendo addirittura la Gran Bretagna che solo dieci anni dopo (1832) tiene a York il primo convegno della “Association for the Advancement of Sciences” presieduto dal fisico David Brewstes. 2.2 La situazione politica in Italia nel 1839. Il Granducato di Toscana Sembra superfluo ricordare quale fosse la situazione politica in Italia in quel periodo. La cosiddetta “età dei nazionalismi”, caratteriz- zata dai forti impulsi impressi alla coscienza nazionale in Europa, non poteva non comprendere la frazione più evoluta, gli scienziati per l’appunto, delle popolazioni degli Stati in cui si suddivideva il nostro Paese. In siffatta atmosfera si colloca l’iniziativa di un gruppo di studiosi favoriti dal mecenatismo e dall’apertura mentale di Leopoldo II, Gran- duca di Toscana. A rendere la rilevanza di tale presenza ai fini del progresso delle scienze, la storiografia è concorde. Sia qui sufficiente ricordare come nella recente collana sugli “Antichi Stati italiani”, curata da Gianni Guadalupi (Milano, F.M.R., 1994), i due tomi sul Granducato di Tosca- na5, descrivano, in più punti, l’ “aura” che consentì, nel 1839, in Pisa, la realizzazione della prima assise degli scienziati della penisola. Scri- ve F. Diaz nella sua monografia (La Toscana dei Lorena)6 a proposito del Granducato, con speciale riguardo a Leopoldo II: “... si distinse per la tranquillità civile, un relativo benessere diffuso e certi punti di pro- gresso economico”. Secondo il Diaz qui si aveva “… il capolavoro prodotto dall’incontro della tendenza toscana alle iniziative culturali 5 G. Guadalupi, Granducato di Toscana, Milano, F .M. R., 1994. 6 F. Diaz, "La Toscana dei Lorena", ivi, To I: 13-60. 11 con il lento, ma solido, svolgimento di certi piani dell’operosità eco- nomica...”. E si potrebbe aggiungere il successo della “Riunione” del 1839. L’Antologia venne tuttavia soppressa nel 1833 su pressione di Austria e Russia. A. Dumas7, di passaggio a Firenze, scriveva, del resto, nelle sue Stagioni fiorentine: “A Firenze… tutti i miglioramenti sociali vengono dal Trono… Ancora recentemente (il Granduca) aveva voluto organiz- zare gli studi universitari sul modello francese... Firenze è l’Eldorado delle libertà individuali” (ivi, p. 149). I fratelli Edmond e Jules de Goncourt, nel loro Dolce Firenze8 parla- no della città come di “un’oasi di buon governo”. Quanto a Pisa (to. II del Granducato di Toscana) è di particolare inte- resse la monografia di Ch. Mercier Dupaty9 che già alcuni decenni prima (1785) ne descrive le aperture culturali. Il Guadalupi, nella sua Cronaca10, primo degli Apparati in calce al to.