Direttive, Strutture E Strumenti Della Propaganda Fascista Negli Stati Uniti D'america (1922-1941)

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Direttive, Strutture E Strumenti Della Propaganda Fascista Negli Stati Uniti D'america (1922-1941) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE CAMPOBASSO DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANISTICHE, SOCIALI E DELLA FORMAZIONE ____________________________________ CORSO DI DOTTORATO IN STORIA DELL'EUROPA (XIV-XX SECOLO) CICLO XXVII S.S.D. M-STO/04 L'aquila e il littorio: direttive, strutture e strumenti della propaganda fascista negli Stati Uniti d'America (1922-1941) Tutor/Relatore: Coordinatore: Chiar.mo Prof. Chiar.mo Prof. Giovanni CERCHIA Giovanni CERCHIA Candidato: Francesco DI LEGGE Matricola 146083 _____________________________________ Anno Accademico 2013/2014 INDICE ABBREVIAZIONI 3 INTRODUZIONE 4 CAPITOLO I LE DIRETTIVE DELLA PROPAGANDA 1.1 I fasci negli Stati Uniti 11 1.2 La Lega Fascista del Nord America 28 1.3 Una propaganda indiretta 51 1.4 La guerra d’Etiopia 62 1.5 Verso la seconda guerra mondiale 72 CAPITOLO II I TEMI DELLA PROPAGANDA 2.1 I valori fascisti 85 2.2 L’efficienza economica e il corporativismo 92 2.3 L’italianità 102 CAPITOLO III LE STRUTTURE DELLA PROPAGANDA 3.1 Il press office di Edgar Sisson 113 3.2 L’ufficio stampa della Italy-America Society 124 3.3 L’Italian Library of Information 136 CAPITOLO IV GLI STRUMENTI DELLA PROPAGANDA 4.1 La stampa etnica 154 4.2 La propaganda cinematografica 178 4.3 La propaganda radiofonica 195 4.4 L’Italia fascista in mostra: l’esposizione mondiale di Chicago 1933-34 209 CONCLUSIONI 223 BIBLIOGRAFIA 229 Abbreviazioni ACS Archivio Centrale dello Stato CPC Casellario Politico Centrale MCP Ministero della Cultura Popolare DGSP Direzione Generale per i Servizi della Propaganda NUPIE Nuclei di propaganda all’interno e all’estero MI Ministero dell’Interno AAGGRR Divisione Affari Generali e Riservati DGPS Direzione Generale Pubblica Sicurezza PCM Presidenza del Consiglio dei Ministri SPD, CR Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato ASMAE Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri AP, 1919-1930 Affari Politici, 1919-1930 AP, 1931-1945 Affari Politici, 1931-1945 AW, 1909-1924 Ambasciata di Washington, 1909-1924 AW, 1925-1940 Ambasciata di Washington, 1925-1940 DDI Documenti Diplomatici Italiani CMS Center for Migration Studies DBFP De Biasi Family Papers ML Morgan Library MEP, 1898-1935 Martin Egan Papers, 1898-1935 NARA National Archives and Record Administration RG Record Group TL Tamiment Library GVP Girolamo Valenti Papers fasc. Fascicolo sf. Sottofascicolo 3 Introduzione I primi tentativi di analizzare le attività fasciste negli Stati Uniti risalgono agli stessi contemporanei. Di grande rilevanza, sebbene inserito nel contesto della lotta politica, è uno studio condotto da Gaetano Salvemini durante la seconda guerra mondiale 1 . Il noto intellettuale, rifugiatosi in America nel corso degli anni Trenta, decideva di condurre un’indagine per smascherare le trame degli agenti del governo italiano e dei loro sostenitori sul territorio statunitense, basandosi soprattutto sulla stampa italo-americana filo- mussoliniana. Da questo scrupoloso spoglio emergeva il quadro di una fitta rete propagandistica che coinvolgeva diplomatici, funzionari di partito, personalità di rilievo della comunità italo-americana, associazioni etniche e culturali, tutti impegnati nel sostenere la causa fascista in America. Dopo questa prima iniziativa e alcuni fugaci accenni in opere incentrate sulla politica estera del regime2, lo studio dell’azione fascista nella dimensione internazionale, soprattutto per quanto riguarda la diffusione dei fasci italiani all’estero, riprendeva vigore negli anni Settanta3. Per il caso specifico degli Stati Uniti, a un primo studio condotto dallo storico americano Alan Cassels4 –secondo il quale non vi era alcun dubbio che il regime si dedicò fin dall’inizio a un’assidua e sistematica opera di diffusione dei suoi ideali in America – seguiva quello di Gian Giacomo Migone sulla missione diplomatica di Gelasio Caetani, il primo ambasciatore del governo fascista a Washington, di cui era illustrata l’azione propagandistica verso le comunità italo-americane5. Nello stesso periodo l’attenzione degli storici iniziava a focalizzarsi anche su alcune istituzioni culturali utilizzate a fini propagandistici dal regime – definite da Salvemini “fascist transmission belts”6. La prima a essere studiata è stata la Casa Italiana alla Columbia 1 Cfr. G. SALVEMINI, Italian Fascist Activities in the United States, a cura di P.V. CANNISTRARO, Center for Migration Studies, New York, 1977. 2 Cfr. E. SANTARELLI, Storia del movimento e del regime fascista, Editori Riuniti, Roma, 1967, vol. 1, pp. 478- 483; G. RUMI, Alle origini della politica estera fascista, 1918-1923, Laterza, Bari, 1968, pp. 241-245; G. CAROCCI, La politica estera dell’Italia fascista (1925-1928), Laterza, Bari, 1969, pp. 24-29. 3 Cfr. E. SANTARELLI, I fasci italiani all’estero (note ed appunti), in «Studi Urbinati di Storia, Filosofia e Letteratura», 45, 1-2, 1971, pp. 1307-1328 (ora in ID., Fascismo e Neofascismo. Studi e problemi di ricerca, Editori Riuniti, Roma, 1974, pp. 113-133); A questo primo contributo sono seguiti nel corso degli anni numerosi lavori. Cfr. D. FABIANO, I Fasci italiani all’estero, in B. BEZZA (a cura di), Gli italiani fuori dall’Italia. Gli emigrati italiani nei movimenti operai dei paesi d’adozione, 1880-1940, Franco Angeli, Milano, 1983, pp. 221- 236; ID., La lega italiana per la tutela per la tutela degli interessi nazionali e le origini dei fasci italiani all’estero (1920-1923), in «Storia Contemporanea», XVI, 2, 1985, pp. 203-250; E. GENTILE, La politica estera del partito fascista. Ideologia e organizzazione dei Fasci italiani all’estero (1920-1930), in «Storia Contemporanea», XXVI, 6, 1995, pp. 897-956; L. DE CAPRARIIS, “Fascism for Export”? The Rise and Eclipse of the Fasci Italiani all’Estero, in «Journal of Contemporary History», XXXV, 2, 2000, pp. 151-183; E. COLLOTTI, Fascismo e politica di potenza. Politica estera 1922-1939, La Nuova Italia, Milano, 2000, pp. 137- 172; E. FRANZINA, M. SANFILIPPO (a cura di), Il fascismo e gli emigrati, Laterza, Roma-Bari, 2003. 4 Cfr. A. CASSELS, Fascism for Export: Italy and United States in the Twenties, in «American Historical Review», LXIX, 3, 1964, pp. 707-712. 5 Cfr. G.G. MIGONE, Il regime fascista e le comunità italo-americane: La missione di Gelasio Caetani (1922- 1925), in ID., Problemi di Storia nei rapporti tra Italia e Stati Uniti, Rosenberg & Sellier, Torino, 1971, pp. 25- 41. 6 G. SALVEMINI, Italian Fascist Activities in the United States, cit., p. 91. 4 University di New York7. Questo istituto, sorto all’interno di una delle più prestigiose università del paese e diretto da Giuseppe Prezzolini, rappresentava infatti non solo un importante centro della cultura italiana in America, ma anche un canale per la diffusione della propaganda fascista. Una funzione analoga era svolta dalla Italy-America Society, un’associazione americana che riuniva personalità di spicco della politica e della finanza8. Un contributo decisivo allo sviluppo delle conoscenze sull’impatto del fascismo negli Stati Uniti è stato dato da due storici americani: John P. Diggins e Philip V. Cannistraro. Al primo spetta il merito di aver realizzato la prima opera complessiva sull’atteggiamento assunto dai vari settori della società americana nei confronti dell’intera parabola del fascismo e, soprattutto, del suo fondatore, abbracciando i campi del giornalismo, delle istituzioni politiche, dei circoli economici e dell’opinione pubblica in generale9. Inoltre, Diggins ha analizzato la favorevole reazione degli italo-americani verso il regime mussoliniano, spiegandola alla luce della loro esperienza emigratoria e del loro lungo e faticoso processo d’integrazione nella società ospite. Vittime di gravi pregiudizi che li marchiavano come elementi poco civilizzati, propensi alla delinquenza e, pertanto, inassimilabili, tanto da subire l’infamante decreto che ne limitava la quota di ingresso, gli italo-americani vedevano in Mussolini l’uomo che, innalzando il prestigio dell’Italia, riscattava anche la loro condizione di discriminati. Motivazioni psicologiche, e non politiche, erano quindi alla base del generale sostegno al regime da parte degli italo-americani. Dal canto suo, Cannistraro ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dai prominenti italo-americani, e in particolare da Generoso Pope, nella diffusione di un’immagine positiva del regime fascista nelle comunità emigrate10. Anche in questo caso, però, si trattava di un sostegno non ideologico, ma dettato dalla funzionalità del mito mussoliniano e dell’Italia rigenerata dal fascismo all’opera di coesione etnica perseguita dai prominenti, desiderosi di accreditarsi come i portavoce e i referenti politici di una comunità italo-americana sempre più influente dal punto di vista elettorale. Inoltre, a Cannistraro si deve la ricostruzione più esauriente sulle attività dei fasci in America negli anni Venti11. Tutte queste opere, per quanto rilevanti, si sono occupate solo marginalmente del problema della propaganda fascista in quanto tale. Questo tema è stato affrontato negli ultimi anni da Stefano Luconi, che si è occupato principalmente della mobilitazione politica degli italo-americani da parte del regime che intendeva sfruttare l’influenza elettorale delle masse emigrate per influire sulle decisioni del governo di Washington12. Questa strategia fu 7 Cfr. D. FREZZA BICOCCHI, Propaganda fascista e comunità italiane in U.S.A.: la Casa Italiana della Columbia University, in «Studi Storici», XI, 4, 1970, pp. 661-697. 8 Cfr. S. SANTORO, La propaganda fascista negli Stati Uniti. L’Italy-America Society, in «Contemporanea», VI, 1, 2003, pp. 63-92. 9 Cfr. J.P. DIGGINS, L’America, Mussolini e il fascismo, Laterza, Bari, 1972. 10 Cfr. P.V. CANNISTRARO, Generoso Pope and the Rise of Italian American Politics, 1925-1936, in L. F. TOMASI (a cura di), Italian Americans. New Perspectives in Italian Immigration and Ethnicity, Centre for Migration Studies, New York, 1985, pp. 264-288; P.V. CANNISTRARO, E. AGA ROSSI, La politica etnica e il dilemma dell’antifascismo italiano negli Stati Uniti: il caso di Generoso Pope, in «Storia Contemporanea», XVII, 2, 1986, pp. 217-243. 11 Cfr. P.V. CANNISTRARO, Per una storia dei Fasci negli Stati Uniti, in «Storia contemporanea», XXVI, 6, 1995, pp. 1061-1144 (ora in ID., Blackshirts in Little Italy.
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