Ecco L Occhio Del Tempo: Con I Luoghi Della Memoria Della Shoah in Italia Scruta Torvo a Cura Di Elena Pirazzoli Da Sopracciglio Di Sette Colori

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Ecco L Occhio Del Tempo: Con I Luoghi Della Memoria Della Shoah in Italia Scruta Torvo a Cura Di Elena Pirazzoli Da Sopracciglio Di Sette Colori Ecco l occhio del tempo: con I luoghi della memoria della Shoah in Italia scruta torvo a cura di Elena Pirazzoli da sopracciglio di sette colori. Fuochi lavano la sua palpebra, la sua lacrima è vapore. La cieca stella vi si avventaGiovanni Borgognone a volo E fonde a quel più scottante ciglio: si fa caldoLA ilSHOAH mondo, i mortidai presupposti alla “soluzione finale” gemmano e fioriscono. Paul Celan (1920-1970) Ecco l’occhio del tempo: scruta torvo da sopracciglio di sette colori. Fuochi lavano la sua palpebra, la sua lacrima è vapore. La cieca stella vi si avventa a volo e fonde a quel più scottante ciglio: si fa caldo il mondo, i morti gemmano e fioriscono. Paul Celan, Occhio del tempo, in Poesie, trad. it. di G. Bevilacqua, Mondadori, Milano 1998 Giovanni Borgognone LA SHOAH dai presupposti alla “soluzione finale” con I luoghi della memoria della Shoah in Italia a cura di Elena Pirazzoli [email protected] 1 02/03/17 10:19 Revisione del testo: Alfredo Guaraldo Copertina: Alessandro Damin Progetto grafico: Cinzia Marchetti, Silvia Manetta Coordinamento grafico: Cinzia Marchetti Impaginazione elettronica e controllo qualità: Silvia Manetta Segreteria di redazione: Enza Menel Tutti i diritti riservati © 2017, Pearson Italia, Milano - Torino FA 6910 00273X Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche apparte- nenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. 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I PROCESSI E LA MEMORIA 35 SUGGERIMENTI FILMICI 43 STORIOGRAFIA 47 1. Memoria e storia dello sterminio 48 2. Da Buenos Aires a Gerusalemme: il dibattito su Adolf Eichmann 53 3. Il negazionismo 60 I LUOGHI DELLA MEMORIA DELLA SHOAH IN ITALIA 62 0040_FA691000273X@0003_0080.indd 3 02/03/17 10:15 0040_FA691000273X@0003_0080.indd 4 02/03/17 10:15 Ecco l’occhio del tempo: scruta torvo da sopracciglio di sette colori. Fuochi lavano la sua palpebra, la sua lacrima è vapore. La cieca stella vi si avventa a volo e fonde a quel più scottante ciglio: si fa caldo il mondo, i morti gemmano e fioriscono. Paul Celan (1920-1970), poeta romeno ebreo, sopravvissuto alla Shoah La Shoah: un sovvertimento della civiltà occidentale I termini Shoah e Olocausto si riferiscono allo sterminio pro- grammato e sistematico di oltre sei milioni di ebrei da parte del nazionalsocialismo tedesco nel periodo compreso tra il 1941-1942 e la fine della Seconda guerra mondiale. Occorre tuttavia introdurre una precisazione terminologica: di derivazione greca (con il significato letterale di “bruciato intera- mente”), Olocausto indicava, nella religione giudaica antica, una forma di sacrificio rituale consistente, per l’appunto, nell’ardere interamente la vittima; Shoah, invece, in lingua ebraica denota distruzione e sciagura (“tempesta devastante”, nella Bibbia), senza connotazioni religiose: per tale ragione viene normalmente con- siderato più appropriato dagli ebrei, essendo la persecuzione e lo sterminio perpetrati dai nazisti effetto anzitutto di un’aberrante ideologia razziale e di complesse motivazioni politiche, militari ed economiche. 5 0040_FA691000273X@0003_0080.indd 5 02/03/17 10:15 Tale evento si presenta durante la Seconda guerra mondiale come un’improvvisa e fulminea cesura nella storia. Lo storico Dan Diner ha parlato, a tal proposito, di una «frattura di civiltà» ai danni dell’umanità. Dalla seconda metà del Novecento, in effetti, la Shoah è divenuta incessantemente oggetto di riflessioni da parte di storici, filosofi, psicologi, romanzieri e artisti, nel confronto con l’angosciante interrogativo di come la civiltà occidentale moderna – discesa dalla cultura dell’Umanesimo e del Rinascimento e fondata sui principi del pensiero illuministico – abbia potuto dare luogo a un simile orrore. All’ingresso nei campi nazisti, l’essere umano vedeva cancellata la propria identità, diventando semplicemente l’esemplare di una specie privo di individualità, in una degradante riduzione a mera corporeità ed esistenza organica spogliata di qualsiasi prerogativa umana. Come è potuto accadere? E perché gli ebrei? Sono domande intorno alle quali ancora oggi continua a svol- gersi un intenso dibattito intellettuale. Dal punto di vista storico si può certamente affermare che, se da un lato la Shoah non fu fatalmente implicita nel diffuso antisemitismo presente tra la po- polazione europea, né nelle travagliate vicende dell’Europa emersa dalla Grande guerra e neppure nei piani espliciti del nazionalso- cialismo giunto al potere nel 1933, d’altro lato tutti questi fattori ne rappresentarono per molti aspetti gli indispensabili presupposti. Da qui, dunque, è necessario partire. 6 0040_FA691000273X@0003_0080.indd 6 02/03/17 10:15 1. I PRESUPPOSTI DELLA SHOAH 1.1 L’antisemitismo nella cultura moderna europea Il razzismo ha avuto uno spazio rilevante nella storia mo- derna europea, a partire dall’Illuminismo e dalla sua pretesa di definire “razionalmente” il posto dell’uomo nella natura. I programmi scientifici dell’Illuminismo condussero infatti, nel corso del XVIII secolo, al tentativo di fornire una classificazione delle razze umane sulla base di criteri ispirati ai metodi della scienza. Nacque così il cosiddetto “razzismo scientifico”, a opera soprattutto del tedesco Johann Blumenbach (1752-1840), autore di una catalogazione basata su analisi “craniometriche”, ossia sullo studio delle differenze nelle forme e dimensioni del cranio tra i diversi gruppi umani. Nelle loro indagini sulle razze umane, gli illuministi tesero a sovrapporre ai parametri scientifici anche considerazioni estetiche, frutto dell’eredità della cultura classica greco-romana, fondando spesso le misurazioni e i confronti sul grado di accostamento alla bellezza e alle proporzioni discendenti dai canoni dell’arte clas- sica. Fu sulla base di considerazioni di tal genere che il razzismo scientifico poté avvalersi anche del supporto della fisiognomica, la “scienza della lettura del volto umano” ideata verso la fine del Settecento dallo svizzero Johann Kaspar Lavater (1741-1801), che durante la seconda metà dell’Ottocento troverà un celebre epigono nell’italiano Cesare Lombroso (1835-1909). Sebbene gli ebrei in quanto tali non rientrassero come razza a sé nelle analisi del razzismo scientifico, la classificazione dell’uma- nità in razze – che fu accettata dalla comunità scientifica fino al secondo dopoguerra, quando venne rigettata in nome dell’unita- rietà della specie homo sapiens e della negazione dell’esistenza di razze umane nel senso fino ad allora comunemente inteso – fornì all’antisemitismo un supporto “scientifico” alla teoria della loro non assimilabilità all’archetipo “ariano”. 7 0040_FA691000273X@0003_0080.indd 7 02/03/17 10:15 LA SHOAH Nei suoi studi fisiognomici Lavater attribuì agli ebrei caratteri- stiche somatiche peculiari quali “nasi aquilini” e “menti appuntiti”, ma ammise di non sapere esattamente come classificarli in termini razziali. Fu soltanto nel corso dell’Ottocento che si cominciarono ad applicare agli ebrei sistematicamente i principi razzisti. Ai temi ora visti si aggiunse quello della lingua. I filologi, infatti, avevano cominciato ormai da tempo, nei loro studi sulle origini delle lin- gue, a sostenere che alla base di tutte quelle occidentali vi fosse il sanscrito e che esso fosse stato importato in Europa con la mi- grazione di popoli ariani, anticamente stanziati in India e in Iran. Da lì discese in molti autori razzisti dell’Ottocento la convinzione che coloro che non partecipavano delle comuni radici ariane non potessero neppure avere piena padronanza delle rispettive lingue nazionali, tanto che già nel 1816 in un testo razzista tedesco dal significativo titolo I nostri visitatori si insisteva su una presunta inabilità degli ebrei assimilati a parlare correttamente il tedesco. Un sistematico edificio intellettuale del razzismo fu poi costruito dal conte francese Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882) nel Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane, in cui per la prima volta si accostavano alle cinque diverse razze individuate dalla classificazione di Blumenbach (bianca o caucasica, rossa, olivastra, gialla e negra) le rispettive caratteristiche e peculiarità di natura intellettuale e morale. La “razza bianca”, rappresentata dagli ariani e considerata superiore a tutte le altre, era caratterizzata, secondo Gobineau, dall’“amore
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