Giuseppe La Loggia
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA XIII LEGISLATURA L’ATTIVITÀ PARLAMENTARE DI GIUSEPPE LA LOGGIA A CURA DI PROF. FRANCESCO TERESI DOTT. IOLANDA CAROSELLI VOLUME PRIMO 1 QUADERNI A CURA DEL SERVIZIO STUDI LEGISLATIVI E SUPPORTO ATTIVITÀ LEGISLATIVA DELL’ARS 2004 ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA XIII LEGISLATURA L’ATTIVITÀ PARLAMENTARE DI GIUSEPPE LA LOGGIA A CURA DI PROF. FRANCESCO TERESI DOTT. IOLANDA CAROSELLI VOLUME PRIMO 1 QUADERNI A CURA DEL SERVIZIO STUDI LEGISLATIVI E SUPPORTO ATTIVITÀ LEGISLATIVA DELL’ARS 2004 ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA XIII LEGISLATURA 1 QUADERNI A CURA DEL SERVIZIO STUDI LEGISLATIVI E SUPPORTO ATTIVITÀ LEGISLATIVA DELL’ARS 2004 L’ATTIVITÀ PARLAMENTARE DI GIUSEPPE LA LOGGIA A CURA DI PROF. FRANCESCO TERESI DOTT. IOLANDA CAROSELLI VOLUME PRIMO III Legislatura 1947-1951 III Legislatura 1951-1955 III Legislatura 1955-1959 ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA Assemblea Regionale Siciliana INDICE GENERALE VOLUME PRIMO Presentazione Pag. VII Introduzione » XI I Legislatura » 1 II Legislatura » 205 III Legislatura » 643 VOLUME SECONDO IV Legislatura » 981 VLegislatura » 1271 –V– Assemblea Regionale Siciliana PRESENTAZIONE La vicenda storica dell’autonomia regionale, pur tra luci ed ombre, costituisce un dato irrinunciabile con cui con- frontarsi per tracciare un bilancio della Sicilia contempo- ranea, terra dalle mille sfaccettature, ricca di contraddi- zioni e fertile di idee, speranze, risorse intellettuali, tutto- ra non adeguatamente espresse. Oggi, a distanza di quasi sessant’anni dall’avvento della Regione, i Siciliani hanno acquisito consapevolezza del- l’importanza dell’autonomia quale strumento di riscatto civile e chiedono a gran voce un rinvigorimento delle isti- tuzioni autonomistiche, unito a maggiore efficienza. Le Istituzioni regionali, la cui immagine è stata messa a dura prova dal giudizio assai critico espresso dalle cro- nache di questi anni nei confronti delle classi dirigenti politiche e burocratiche isolane, rappresentano oggi più che mai l’emblema di una sicura rinascita della Sicilia. A condizione, però, che la classe dirigente di oggi sappia cogliere, nel rinnovato assetto istituzionale che scaturirà mercè la riforma dello Statuto in discussione, l’opportuni- tà di dare ai Siciliani le risposte che essi attendono: sal- vaguardia delle tradizioni ed apertura all’innovazione, sviluppo sostenibile ed interscambio con i paesi dell’eu- romediterraneo, valorizzazione del territorio e dell’im- menso patrimonio culturale che fa della Sicilia una terra dalle rimarchevoli potenzialità di crescita in un’economia globalizzata e postindustriale. –VII– Assemblea Regionale Siciliana Autonomia quale forma di organizzazione istituzionale in grado di coniugare la salvaguardia dell’identità di una terra ed un popolo ricchi di una storia plurimillenaria con l’appartenenza ad una nazione e ad uno stato italiano in grado di fare dell’armonizzazione delle diversità il princi- pale fattore di coesione sociale, all’insegna di valori con- divisi, quali la libertà, la democrazia, la solidarietà. È stato forse questo, tra i tanti, il principale merito di quel- la élite di politici ed intellettuali che ebbero piena la con- sapevolezza che, tra le macerie ancora fumanti della seconda guerra mondiale, la fondazione della Regione siciliana costituiva l’unica risposta adatta a conciliare il glorioso passato dell’Isola e l’anelito mai sopito ad Istituzioni ad essa proprie, con l’unità politica di uno stato italiano allora fortemente provato dalle devastazio- ni della II guerra mondiale e dilaniato al suo interno da laceranti divisioni in grado di comprometterne l’esistenza stessa. Visto all’interno di tale prospettiva, lo Statuto siciliano emanato nel 1946 rappresenta una sintesi emblematica dello slancio etico, della sapienza politica e giuridica di una classe dirigente vivace e brillante, capace di coniu- gare passione civile e spirito riformatore, fantasia proget- tuale e propensione al nuovo, con illuminato ardimento e squisita adesione ai valori democratici ed unitari cui informare le istituzioni nazionali alla vigilia del varo della nuova Costituzione italiana. Di quella generazione di Grandi Siciliani, ai quali appar- tennero tra i protagonisti gli Aldisio, gli Alessi, i Restivo, e suo padre Enrico, il principale artefice del tema del “riparazionismo” ipostatizzato nell’articolo 38 dello Statuto, Giuseppe La Loggia è uno dei più fedeli conti- nuatori e principali eredi. Pur non avendo fatto parte della Consulta che elaborò lo Statuto, egli divenne un interprete di primo piano dell’at- tuazione della disciplina costituzionale regionale, parteci- – VIII – Assemblea Regionale Siciliana pando al più alto livello al delicato avviamento della fun- zionalità degli organi e degli uffici di Palazzo dei Normanni e di Palazzo d’Orleans, e sostenendo sagace- mente la Regione nel confronto dialettico con lo Stato. Permeato da forti idealità liberali e cattoliche, sorretto da una illustre tradizione familiare e da una solidissima pre- parazione culturale di giurista, Giuseppe La Loggia è stato impegnato per cinque legislature nelle file dei gover- ni centristi della Regione, coronando la sua carriera poli- tica regionale con le cariche di Presidente dell’Assemblea e di Presidente della Regione, prima di trasferire la sua esperienza nell’Aula di Montecitorio, che lo vide presti- gioso parlamentare per oltre quindici anni. Fautore di un autonomismo unitario rigoroso e concreto, filone culturale e politico che si richiamava a Sturzo e al meridionalismo liberale, Giuseppe La Loggia ha saputo interpretare coerentemente la missione storica a cui fu chiamato quale esponente di rango della classe dirigente della “prima Regione”. Occorreva porre riparo ai torti subiti dall’Isola a causa di un centralismo amministrativo ed economico che in ottan- t’anni di unità aveva drenato risorse economiche dalla Sicilia a favore dell’apparato industriale del Nord del Paese; occorreva porre mano alla riforma agraria e rea- lizzare infrastrutture di prima necessità per le città e le campagne; occorreva creare le condizioni per uno svilup- po irreversibile del tessuto economico al fine di incremen- tare il reddito regionale. A questi e ad altri compiti si dedicò con squisito impegno politico e rara perizia tecnica Giuseppe La Loggia, nei cinque rami di amministrazione cui fu preposto quale membro del governo regionale per circa un ventennio. E tali qualità traspaiono con chiarezza dai discorsi parla- mentari all’Assemblea Regionale Siciliana che egli pro- nunciò nell’arco di cinque legislature e che questa Presidenza è oggi orgogliosa di presentare, ringraziando –IX– Assemblea Regionale Siciliana in primo luogo il prof. Franco Teresi per la serietà e la puntualità con cui ne ha curato l’edizione. Quel che è necessario recuperare, nel clima di attesa per l’esito delle riforme che attraversa oggi il Paese e la Sicilia, è quella tensione ideale che pervase la prima generazione di dirigenti politici che diede vita alla Costituzione repubblicana ed allo Statuto della Regione siciliana. Una fede nell’avvenire che consentì di dialoga- re al di là delle divisioni ideologiche e spesso del puro opportunismo elettoralistico, nel nome di un’unità da sal- vaguardare e a cui guardare per superare le sfide che la società ed il mondo di allora ponevano. Confidiamo dunque nella capacità con cui le nuove gene- razioni di Siciliani impegnati nelle attività politiche, cul- turali, imprenditoriali e sociali, sapranno guardare al valore esemplare del patrimonio ideale che uomini come Giuseppe La Loggia rappresentano, per vincere insieme con rinnovato entusiasmo le sfide di una Sicilia progredi- ta, crocevia di un’Europa integrata ed aperta alle esigen- ze del Sud del mondo. Guido Lo Porto Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana –X– Assemblea Regionale Siciliana INTRODUZIONE Giuseppe La Loggia nasce alla politica giovanissimo, alla scuola del padre, Enrico La Loggia, antifascista, demola- burista, autore di un fortunato libretto, “Ricostruire”, dove si teorizza il “riparazionismo”, e che diventa “il manifesto degli autonomisti unitari”1. Subito dopo la liberazione firma la dichiarazione antise- paratista del 24 ottobre 1943 del Fronte unico siciliano redatta da Enrico La Loggia, dove si riafferma, “nel sicu- ro auspicio della più rapida e totale liberazione della Patria”, la volontà della Sicilia “che sia mantenuta intat- ta l’unità d’Italia”2. Professore di diritto del lavoro alla Facoltà di Economia e commercio dell’Università di Palermo, il giovane La Loggia aderisce alla Democrazia cristiana, non poco sug- gestionato dall’insegnamento di Luigi Sturzo, del quale diventa in seguito discepolo e amico. Di Sturzo e del padre eredita il rigore morale e l’habitus alla meticolosa e puntigliosa dimostrazione di quanto 1 R. MANGIAMELI, La regione in guerra 1943-’50, in Storia d’Italia. Le regioni italiane dall’Unità a oggi. La Sicilia, a cura di M. Aymard e G. Giarrizzo, Torino, Einaudi, 1987, 536 ss.; G. BIANCO, Introduzione, in Giuseppe La Loggia, discorsi parlamentari, a cura di G. Malgari, Camera dei deputati, Roma, 2002,XIII. 2 La dichiarazione può leggersi in E. LA LOGGIA, Autonomia e rina- scita della Sicilia, Palermo, IRES, 1953, 58 e in F. RENDA, Storia della Sicilia dal 1860 al 1970, III, Palermo, Sellerio, 1987, 104. –XI– Assemblea Regionale Siciliana sostenuto, alla luce delle norme giuridiche e della concre- tezza. Da ciò i suoi continui riferimenti ai dati legislativi e statistici, di cui vi è larga testimonianza negli interventi e nei discorsi all’Assemblea