La Sicilia e gli anni Cinquanta

Il decennio dell’autonomia Premessa: Perché una storia della Sicilia negli anni Cinquanta ?

 Un vuoto storiografico, lavori importanti sulla Sicilia del dopoguerra ma datati  Maggiore attenzione della storiografia ad alcuni aspetti, tra questi: la mafia, il dopoguerra, il separatismo, le lotte contadine, l’intervento straordinario (Cassa del Mezzogiorno)  Opportunità di studi che affrontino la storia della ricostruzione materiale, democratica e politica della Sicilia  Scarsa rilevanza attribuita all’autonomia come motore della politica siciliana  Scarsa conoscenza e consapevolezza del sistema e dell’identità autonomista, assenza di una riflessione anche in chiave comparativa Le origini dell’autonomia Separatismo: Movimento politico sorto nel 1943 che rivendicava la «separazione della Sicilia»,  L’autonomia siciliana delle origini godeva di una forte riprendendo suggestioni legittimazione politica, relazionata ai suoi obiettivi storici, a una sicilianiste (riferimenti alla classe politica regionalista e a una particolare congiuntura nazione siciliana, ai suoi diritti storica condizionata dalla complessa transizione alla storici oppressi dal Nord, alla democrazia siciliana negli anni della Guerra (1943-1945), in ricchezza dell’isola depredata seguito a: dagli stranieri)e mobilitando a) L’emersione del separatismo una militanza eterogenea. Un soggetto politico che b) La riorganizzazione dei partiti politici democratici apparirà una minaccia fino al c) La gestione dell’ordine pubblico, la riemersione 1945-1946, declinando dell’organizzazione mafiosa e del banditismo rapidamente dopo le prime elezioni democratiche d) Gli imperativi della Ricostruzione economica e della gestione degli ammassi I protagonisti del nuovo corso autonomistico

 Democrazia Cristiana (Alessi, Aldisio, Restivo, , Milazzo, ecc.): ripresa del regionalismo di Luigi Sturzo, tentativo di rendere compatibile unitarismo (unità del Paese) e sicilianismo. Presenza di correnti indipendentiste minoritarie, poi evolutesi verso un accentuato autonomismo  Comunisti (con e ) maturano un accentuato autonomismo con la graduale prevalenza di toni sicilianisti anche radicali: questione sociale e questione siciliana coincidono.  Socialisti (con Renato Panzieri) rivelano autonomismo moderato e sospettoso. Si teme che le speranze di rinnovamento sociale e democratico legate al processo costituente vengano vanificate  Dibattito politico condizionato dalle tesi di Enrico La Loggia: regionalismo mezzo necessario a favorire quel decentramento industriale ritenuto essenziale per trascinare l’economia siciliana in direzione dello sviluppo Il contesto e il processo autonomistico

 Opposizione al separatismo dei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, prevalenza di uno spirito unitario, ma sensibilità ai temi del regionalismo

 Necessità di «normalizzare» la situazione siciliana (ruolo di L’art. 38 dello Statuto come Alto Commissario, 1944) prevedeva un intervento  Istituzione della consulta regionale per la redazione dello Statuto riparatore dello Stato, di autonomia: pari al minore a) Si impone la versione riparazionista (proposta dal giurista Giovanni ammontare dei redditi Salemi) con l’art. 38 da lavoro in Sicilia, da utilizzare in lavori b) Attribuzione di amplissime competenze alla Regione in materie fondamentali per lo sviluppo dell’isola (art. 14), vero e unico pubblici obiettivo legittimante dell’autonomia c) Istituzione dell’Alta Corte per la Regione Siciliana per dirimere il contenzioso costituzionale Luigi Sturzo, Enrico La Loggia, Giuseppe La Loggia, , Girolamo Li Causi La prima stagione autonomistica (1947- 1950)

 Creazione dell’apparato amministrativo della Regione: rami dell’amministrazione più direttamente coinvolti nelle politiche di ricostruzione economica (Agricoltura, Finanze, Lavori Pubblici, Enti Locali)  Creazione dell’Ente Siciliano Elettricità (1947)  Politiche di lavori pubblici con Fondi Erp (Piano Marshall), fondi statali, regionali e primi stanziamenti della Cassa del Mezzogiorno  1948, Legge che permetteva alle società di nuova costituzione in Sicilia di emanare titoli al portatore La seconda stagione autonomistica

 1950, Riforma agraria  1950 «Provvedimenti per lo sviluppo delle industrie nella Regione»  1950, «Disciplina della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi»  la legge n. 298 dell’11 aprile 1953, Irfis con compiti di credito agevolato alle piccole e medie imprese  Finanziamenti previsti dal Fondo di solidarietà nazionale (art. 38 dello statuto), prime tensioni col governo nazionale. Primo stanziamento nel 1952, 55 miliardi di lire  1953, scoperta del petrolio a Ragusa La politica e l’autonomia

 Convergenze col quadro politico nazionale e condizionamenti da guerra fredda: anticomunismo della Dc e delle destre; alleanze delle sinistre (socialisti e comunisti)  Peculiarità siciliana: sulle grandi questioni regionali intese tra tutti i partiti (p.e legge sugli idrocarburi, rivendicazioni sul Fondo di Solidarietà, riforma amministrativa ecc.).  Gli interessi economici della Sicilia elemento di mobilitazione della classe politica siciliana e di legittimazione dell’autonomia  Dimensione rivendicativa verso lo Stato centrale: si chiedono risorse per risolvere la «questione siciliana», per ricostruire, per avviare lo sviluppo La terza stagione dell’autonomia: l’imperativo è lo sviluppo industriale

 Tentativi di varare una legge sull’industrializzazione vanificati dai contrasti interni alla DC  Politica di realizzazioni materiali come strumento di legittimazione del governo, ma anche della classe politica siciliana e della stessa Regione  Le elezioni del 1955 spartiacque: l’autonomia deve favorire lo sviluppo industriale della Sicilia  Campagna elettorale tutto incentrata sui temi dell’autonomia e dell’industrializzazione: a) La Dc rivendica le proprie realizzazioni b) Socialisti e comunisti criticano la Dc, ritenuta centralista, inefficiente e corrotta, rivendicando a sé le realizzazioni dell’autonomia c) Le forze minori, in particolare di destra, cercano spazi di potere replicando in Sicilia gli schemi della politica nazionale Le narrazioni della Sicilia

 La Dc rivendica la propria azione di governo e propone il binomio «realizzazioni» (lavori pubblici- attività legislativa- fondi rivendicati)-autonomia  Le immagini della produzione documentaristica (talvolta finanziata dalla Regione) rappresentano una Sicilia come modello virtuoso della ricostruzione materiale e democratica del Paese  Una parte della Dc, però, evidenzia le tante cose da fare e alcune inadempienze del governo centrale  Le sinistre siciliane raccontano una realtà contraddittoria, fatta di miseri e di luci attribuibili alle lotte di massa e all’autonomia  La letteratura, la pubblicistica, l’opera di Danilo Dolci racconta una Sicilia della miseria, emblema dei Sud del mondo «Sicilia 1958»: come è cambiata l’isola

 Costruite le dighe del Disueri a Gela, quella del Carboj, di Trinità, di Ancipa, di Fanaco; era in costruzione quella di Pozzillo  Costruita la litoranea Catania-Siracusa, il circuito di Pergusa e le circonvallazioni realizzate in 45 comuni, tra cui Agrigento, Catania e oltre a 1.650 km di rete stradale  Costruiti 356.242 nuovi vani per l’edilizia popolare. Gli interventi più importanti nei quartieri popolari Noce-Notarbartolo e Villa Tasca a Palermo; nel quartiere Nesima e San Berillo a Catania, nel villaggio Giostra a Messina e nelle grotte abitate di Modica e Scicli  Creati posti letto per il turismo: dai 6.151 del 1949 ai 20.398 del 1957. Costruiti i villaggi turistici regionali di Erice e Taormina, mentre erano in costruzione quelli di Aspra, Pergusa, Stromboli  La spesa globale per consumi privati in dieci anni passava da 292 miliardi di lire a 658 miliardi di lire  Produzione di energia più triplicata in dieci anni, passando da 274 milioni di KWh del 1947 a 963 milioni di KWh; la produzione di petrolio da 142.925 tonnellate del 1955 alle 1,15 milioni di tonnellate del 1957  La spesa globale per consumi privati in dieci anni passava da 292 miliardi di lire a 658 miliardi di lire

Alessi, La Loggia, Milazzo

 Dopo le elezioni del 1955 fase di instabilità politica dovuta alle tensioni interne alla DC  L’autonomia diventa il collante per la creazione di coalizioni eterogenee si intensifica la tensione rivendicativa col governo nazionale: a) Governo Alessi, centrista appoggiato inizialmente dai socialisti in nome dell’autonomia e dello sviluppo. Illusione di un centro-sinistra autonomista che non si realizza b) Governo La Loggia, coalizione di centro destra e battaglia per l’industrializzazione (legge per l’industrializzazione, Eni in Sicilia, nascita della Sofis..) c) Governo autonomista di Milazzo con l’appoggio delle sinistre e del Msi (prima delle elezioni del 1959). «La Sicilia al di sopra dei partiti», Dc all’opposizione, battaglia per la moralizzazione della politica, massima tensione con il governo nazionale Lo spartiacque: le elezioni del 1959

 Dal 1959 nascita di un partito autonomista in Sicilia: l’Unione Siciliana Cristiano Sociale  Elezioni decisive: la Dc per la prima volta all’opposizione  Le sinistre auspicano un governo di unità autonomista, ovvero un centro-sinistra su base territoriale senza esclusioni (dei comunisti)  Narrazioni contrapposte: a) la Dc e l’anticomunismo b) Le sinistre (soprattutto il Pci) e l’autonomismo tradito dai governi democristiani A destra, Ignazio Buttita, Sicilia all’Addritta, dei fratelli Taviani https://www.youtube.com/w atch?v=XDMCR8Wo_hk Un epilogo: il fallimento del milazzismo dopo le elezioni del 1959

 L’Unione Siciliana Cristiano Sociale, il partito autonomista siciliano attrae un personale politico alla ricerca di opportunità, ma si sfalda poco dopo le elezioni  I governi di Milazzo dall’estate del 1959 al febbraio 1960 sono coalizioni fragili ed eterogenee tenute insieme dal passaggio di singoli esponenti dall’opposizione  Bilancio di quei governi modesto rispetto alle aspettative  Nel febbraio del 1960 l’esperienza milazziana si conclude in seguito ad uno scandalo: il tentativo di «comprare» l’appoggio di un deputato democristiano  La situazione siciliana si normalizza gradualmente con il ritorno a un governo di transizione di centro-destra La Regione senza regionalismo

 Il milazzismo punto conclusivo del «decennio dell’autonomia», anche in seguito al disfacimento del partito regionalista (USCS)  Normalizzazione della politica siciliana, riflesso e articolazione periferica della politica nazionale  Si va verso l’alleanza tra Dc e socialisti e una nuova stagione: quella della Regione imprenditrice (creazione di enti regionali già cominciata negli anni cinquanta)  L’autonomia smette di essere il motore della politica siciliana per divenire solo rivendicazione di risorse dal governo centrale  La classe politica regionalista protagonista di quegli anni (Restivo, La Loggia, Alessi, Macaluso ecc.) si sposta a Roma o scompare dalla scena (come Milazzo)  Una Regione senza regionalismo che gradualmente smarrisce il legame tra obiettivi storici, legittimazione originaria e identità peculiare che aveva caratterizzato il decennio precedente