Speciale Autono Mia Cronache Parlamentari Sommario Numero 21 - 15 Novembre 2012

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Speciale Autono Mia Cronache Parlamentari Sommario Numero 21 - 15 Novembre 2012 Cronache Parlamentari Anno XI - n. 21 - 15 novembre 2012 Quindicinale dell’Assemblea Regionale Siciliana Edito dalla Fond azione Federico II Speciale Autono mia Cronache Parlamentari soMMArIo Numero 21 - 15 novembre 2012 2 La conquista di una classe politica eccezionale di Francesco Cascio 6 Necessario riformare lo Statuto di Giovanni Tomasello 8 Siamo quello che ricordiamo di Franco Nicastro o L’Autonomia fa parte della storia d’Italia r 18 e di Giuseppe Alessi m u 20 Un dovere ripensare l’Autonomia n di Mario D’Acquisto o t 22 Lo Statuto della nostra Regione in fase di stallo s di Antonino Giuffrida e u q 24 La nostra Costituzione non va abolita di Enrico La Loggia n i 26 L’Autonomia sull’onda di ricordi di Ignazio La Lumia 28 La Biblioteca dell’Ars custode della memoria di Antonio Purpura Cronache Parlamentari Quindicinale Direttore Redazione editoriale PubblIcItà e banDI Anno XI - n. 21 - 15 novembre 2012 Quindicinale dell’Assemblea Regionale Siciliana Edito dalla Fond azione Federico II dell’Assemblea Francesco Cascio Via Nicolò Garzilli, 36 Regionale Siciliana 90141 Palermo Direttore responsabile Tel. +390916262833 edito dalla Fondazione Federico II Lelio Cusimano Fax +390916262962 [email protected] In redazione Sergio Capraro Stampa Registrazione presso Clara Salpietro Officine tipografiche il Tribunale di Palermo n. 21 Aiello & Provenzano Srl Progetto grafico Via del Cavaliere, 87g Speciale Autono mia del 13 novembre 1962 Rosy Ingrassia Bagheria Repubblica Italiana Assemblea Regionale Siciliana Sicilia 1812 la societa’la cultura le arti Palazzo Reale di Palermo dal 26.5.2012 al 31.10.2012 La conquista di una classe politica eccezionale di Francesco Cascio (*) riforma che faceva degli organi politici intermedi - regioni, province e comuni considerati la più le - gittima espressione della volontà popolare - un’unità organica per aprire il più possibile lo Stato unitario e centralizzato alla concezione democratica, con - vergente e non divergente dallo Stato, sussidiaria rispetto alla vita della nazione. E chiedeva al governo centrale che il Meridione potesse amministrarsi autonomamente, stabilire da sé la propria politica finanziaria, distribuire i propri tributi, assumere la responsabilità delle proprie opere, trovare i rimedi ai mali locali. Il rigido centralismo fascista mise in sonno il progetto che ritrovò vigore con il ritorno della democrazia, si affermò in campo nazionale e venne accolto nella Costituzione italiana. Nel frattempo era stato approvato e inserito nella Carta costituzionale lo Statuto siciliano che rappresenta la creatura isti - tuzionale eccelsa di Sturzo, il prodotto più concreto della sua concezione autonomistica. L’Autonomia, dunque, è l’approdo di un obiettivo ideale, di una elaborazione politico-culturale maturata nel tempo e che, facendo superare prevenzioni politiche e riserve ideologiche, nell’Isola ha trovato disponibili in momenti diversi ma ravvicinati tutte le forze politiche e sociali che non condividevano la pro - 1. Nell’«appello al Paese» del 18 gennaio 1919 spettiva della cesura dal resto del Paese auspicata don Luigi Sturzo affermava: «Ad uno Stato ac - dal separatismo. centratore, tendente a limitare e a regolare ogni Nello Statuto era stata inserita l’Alta Corte per potere organico e ogni attività civica e individuale, la Sicilia concepita da Sturzo come punto istitu - vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno zionale di mediazione tra Regione e Stato. Essa Stato veramente popolare, che riconosca i limiti infatti non era uno strumento di parte, come ge - della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi neralmente si crede, ma un organismo che garantiva naturali - la famiglia, le classi, i comuni –, che la Regione da provvedimenti legislativi che ledessero rispetti la personalità individuale ed incoraggi le i suoi poteri, e lo Stato da provvedimenti eccedenti iniziative private». E nel 1921 concepiva una le prerogative statutarie. Comunque principalmente 2 Cronache Parlamentari Siciliane Speciale Autonomia Don Luigi Sturzo nel suo studio insieme a Benedetto Croce è in virtù della Regione se la Sicilia è stata teatro che la colpa della deriva non è delle istituzioni ma di un progresso economico, civile e sociale quale degli eletti chiamati a gestirle. E ciò non per semplice non si era avuto in tutta la sua storia. dovere istituzionale ma per meditata convinzione. Lo Statuto speciale, in quanto tale, è stato con - Anche se non bisogna avere una visione totemica siderato un valore – e lo è – se, alla fine degli anni delle istituzioni che all’occorrenza vanno rimodulate Novanta, politici di fine palato istituzionale della con norme e regole esigite dai tempi. sofisticata Lombardia lo appetivano come con - Tale convinzione nasce da alcune certezze che tropartita dell’istanza di forte decentramento (la si sono consolidate nel corso del nostro mandato devolution ) che costituiva la ragion d’essere della di cui siamo onorati e grati all’Aula che ce lo ha presenza nella storia della Lega. Pretesa resa su - consentito. perflua, nel 2001, dalla riforma del titolo V della Costituzione con la quale si è stabilito che la com - 3. A partire dal 1994 con la destabilizzazione petenza legislativa generale spetta alle Regioni, del sistema politico e il trionfo del «pensiero per cui il Parlamento può esercitarla soltanto in debole» dettato dalla concezione postmoderna casi eccezionali. dei partiti (svincolo dalle ideologie e strutture or - Questa breve premessa era necessaria come ganizzative leggere) e celebrato con l’introduzione doveroso richiamo delle radici nobili dell’Autonomia del sistema maggioritario e l’abolizione delle pre - speciale, un blasone politico, intellettuale, sociale, ferenze, si è passati da un eccesso all’altro. Alla culturale. partitocrazia si è sostituita una conduzione ver - ticistica fondata su leader carismatici che sono 2. In un momento in cui nell’intero territorio rimasti per un ventennio alla guida delle nuove nazionale le istituzioni di qualsiasi livello sono formazioni politiche. Un patronage portato alle balzate al centro dell’attenzione per fenomeni gravi estreme conseguenze e che può essere considerato di corruzione e di dissennata gestione delle risorse, la causa prima della mancata nascita e del maturare anche l’Istituto autonomistico è stato al centro di di nuove classi dirigenti di forte cultura politica critiche severe. Nel furore di attacchi tesi persino e amministrativa da inserire nella gestione degli all’abolizione dello Statuto speciale, non abbiamo organismi legislativi e consiliari, preferendogli esitato a esprimere il nostro parere affermando espressioni spesso dilettantesche estratte dal bacino Numero 21 - 15 novembre 2012 3 La prima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana, il 25 maggio 1947, presieduta da Ettore Cipolla (al centro in abito scuro) della cosiddetta società civile, spesso senza radici A tale proposito va detto che fa parte della culturali adeguate e solida identità politica. Il che morale pubblica non solo il rispetto delle regole ha dato luogo alla friabilità dei gruppi rappresentativi di corretta amministrazione, ma anche la coerenza e a fenomeni trasformistici senza precedenti, per politica. Il fenomeno della transumanza da un’area cui ogni forma d’insoddisfazione è stata trasformata all’altra ha assunto ovunque dimensioni talmente in un nuovo soggetto politico, con un continuo gravi che al Parlamento nazionale è stato presentato variare dell’assetto dell’assemblea e una frenetica un disegno di legge che prevede la decadenza dal mutazione delle maggioranze che toglie sostanza mandato in caso di abbandono del gruppo nelle alla stabilità governativa pretesa con l’elezione cui liste si è stati eletti. Fenomeno di altrettanta diretta del presidente della Regione. gravità è la mancata frequenza attiva delle aule 4 Cronache Parlamentari Siciliane Speciale Autonomia parlamentari. La vera esigenza è dun - assemblee parlamentari. E tutti parlano del pre - que che i partiti abbiano uno scatto cipitare del gradimento dei partiti ai minimi storici di orgoglio e provvedano con una se - (3 cittadini su 10). lezione accurata delle loro rappre - Max Weber osservava che c’è chi vive per la po - sentanze a dare nuovo respiro alla litica e chi vive di politica. Da un po’ di tempo, politica e a vivificare le istituzioni. purtroppo, l’ottica valutativa è peggiorata: prima In democrazia il tradimento più grave si rubava per fare politica, oggi si fa politica per che si possa consumare ai danni degli rubare . Visione qualunquistica quanto si vuole, amministrati è il non fare. che riflette però gli umori pressoché generali. Infatti, per gestire poteri forti ci vo - gliono soggetti politici altrettanto 4. Oggi si chiede di cedere i poteri costituzionali forti, consapevoli dei problemi reali che le burocrazie politiche e amministrative e non umorali della società, con pro - centrali hanno cercato di toglierci limitando al grammi adeguati da affidare alla ge - massimo l’esercizio integrale delle prerogative stione di rappresentanze credibili. conquistate dalla Regione con lo Statuto speciale. Occorre una ricomposizione ideale È certo che se di tali poteri non si è fatto sempre delle forze politiche che crei fideliz - buon uso, spreco, essi mantengono sempre un zazione, spirito di appartenenza e valore intrinseco. coerenza. L’affidabilità si misura non Si taglino, dunque, i costi della politica, si riduca con la denuncia dei problemi ma con il numero dei deputati, si aboliscano i privilegi il modo di individuarli
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