Cronache Parlamentari

Anno XI - n. 21 - 15 novembre 2012 Quindicinale dell’Assemblea Regionale Siciliana Edito dalla Fond azione Federico II

Speciale Autono mia Cronache Parlamentari soMMArIo Numero 21 - 15 novembre 2012

2 La conquista di una classe politica eccezionale di Francesco Cascio

6 Necessario riformare lo Statuto di Giovanni Tomasello

8 Siamo quello che ricordiamo di Franco Nicastro

o L’Autonomia fa parte della storia d’Italia

r 18

e di m

u 20 Un dovere ripensare l’Autonomia

n di Mario D’Acquisto

o

t 22 Lo Statuto della nostra Regione in fase di stallo s di Antonino Giuffrida e u

q 24 La nostra Costituzione non va abolita di Enrico La Loggia n i 26 L’Autonomia sull’onda di ricordi

di Ignazio La Lumia

28 La Biblioteca dell’Ars custode della memoria

di Antonio Purpura

Cronache Parlamentari Quindicinale Direttore Redazione editoriale PubblIcItà e banDI Anno XI - n. 21 - 15 novembre 2012 Quindicinale dell’Assemblea Regionale Siciliana Edito dalla Fond azione Federico II dell’Assemblea Francesco Cascio Via Nicolò Garzilli, 36 Regionale Siciliana 90141 Direttore responsabile Tel. +390916262833 edito dalla Fondazione Federico II Lelio Cusimano Fax +390916262962 [email protected] In redazione Sergio Capraro Stampa Registrazione presso Clara Salpietro Officine tipografiche il Tribunale di Palermo n. 21 Aiello & Provenzano Srl Progetto grafico Via del Cavaliere, 87g

Speciale Autono mia del 13 novembre 1962 Rosy Ingrassia Bagheria Repubblica Italiana Assemblea Regionale Siciliana

Sicilia

 1812    

la societa’la cultura le arti

Palazzo Reale di Palermo dal 26.5.2012 al 31.10.2012 La conquista di una classe politica eccezionale

di Francesco Cascio (*)

riforma che faceva degli organi politici intermedi - regioni, province e comuni considerati la più le - gittima espressione della volontà popolare - un’unità organica per aprire il più possibile lo Stato unitario e centralizzato alla concezione democratica, con - vergente e non divergente dallo Stato, sussidiaria rispetto alla vita della nazione. E chiedeva al governo centrale che il Meridione potesse amministrarsi autonomamente, stabilire da sé la propria politica finanziaria, distribuire i propri tributi, assumere la responsabilità delle proprie opere, trovare i rimedi ai mali locali. Il rigido centralismo fascista mise in sonno il progetto che ritrovò vigore con il ritorno della democrazia, si affermò in campo nazionale e venne accolto nella Costituzione italiana. Nel frattempo era stato approvato e inserito nella Carta costituzionale lo Statuto siciliano che rappresenta la creatura isti - tuzionale eccelsa di Sturzo, il prodotto più concreto della sua concezione autonomistica. L’Autonomia, dunque, è l’approdo di un obiettivo ideale, di una elaborazione politico-culturale maturata nel tempo e che, facendo superare prevenzioni politiche e riserve ideologiche, nell’Isola ha trovato disponibili in momenti diversi ma ravvicinati tutte le forze politiche e sociali che non condividevano la pro - 1. Nell’«appello al Paese» del 18 gennaio 1919 spettiva della cesura dal resto del Paese auspicata don Luigi Sturzo affermava: «Ad uno Stato ac - dal separatismo. centratore, tendente a limitare e a regolare ogni Nello Statuto era stata inserita l’Alta Corte per potere organico e ogni attività civica e individuale, la Sicilia concepita da Sturzo come punto istitu - vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno zionale di mediazione tra Regione e Stato. Essa Stato veramente popolare, che riconosca i limiti infatti non era uno strumento di parte, come ge - della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi neralmente si crede, ma un organismo che garantiva naturali - la famiglia, le classi, i comuni –, che la Regione da provvedimenti legislativi che ledessero rispetti la personalità individuale ed incoraggi le i suoi poteri, e lo Stato da provvedimenti eccedenti iniziative private». E nel 1921 concepiva una le prerogative statutarie. Comunque principalmente

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Don Luigi Sturzo nel suo studio insieme a Benedetto Croce

è in virtù della Regione se la Sicilia è stata teatro che la colpa della deriva non è delle istituzioni ma di un progresso economico, civile e sociale quale degli eletti chiamati a gestirle. E ciò non per semplice non si era avuto in tutta la sua storia. dovere istituzionale ma per meditata convinzione. Lo Statuto speciale, in quanto tale, è stato con - Anche se non bisogna avere una visione totemica siderato un valore – e lo è – se, alla fine degli anni delle istituzioni che all’occorrenza vanno rimodulate Novanta, politici di fine palato istituzionale della con norme e regole esigite dai tempi. sofisticata Lombardia lo appetivano come con - Tale convinzione nasce da alcune certezze che tropartita dell’istanza di forte decentramento (la si sono consolidate nel corso del nostro mandato devolution ) che costituiva la ragion d’essere della di cui siamo onorati e grati all’Aula che ce lo ha presenza nella storia della Lega. Pretesa resa su - consentito. perflua, nel 2001, dalla riforma del titolo V della Costituzione con la quale si è stabilito che la com - 3. A partire dal 1994 con la destabilizzazione petenza legislativa generale spetta alle Regioni, del sistema politico e il trionfo del «pensiero per cui il Parlamento può esercitarla soltanto in debole» dettato dalla concezione postmoderna casi eccezionali. dei partiti (svincolo dalle ideologie e strutture or - Questa breve premessa era necessaria come ganizzative leggere) e celebrato con l’introduzione doveroso richiamo delle radici nobili dell’Autonomia del sistema maggioritario e l’abolizione delle pre - speciale, un blasone politico, intellettuale, sociale, ferenze, si è passati da un eccesso all’altro. Alla culturale. partitocrazia si è sostituita una conduzione ver - ticistica fondata su leader carismatici che sono 2. In un momento in cui nell’intero territorio rimasti per un ventennio alla guida delle nuove nazionale le istituzioni di qualsiasi livello sono formazioni politiche. Un patronage portato alle balzate al centro dell’attenzione per fenomeni gravi estreme conseguenze e che può essere considerato di corruzione e di dissennata gestione delle risorse, la causa prima della mancata nascita e del maturare anche l’Istituto autonomistico è stato al centro di di nuove classi dirigenti di forte cultura politica critiche severe. Nel furore di attacchi tesi persino e amministrativa da inserire nella gestione degli all’abolizione dello Statuto speciale, non abbiamo organismi legislativi e consiliari, preferendogli esitato a esprimere il nostro parere affermando espressioni spesso dilettantesche estratte dal bacino

Numero 21 - 15 novembre 2012 3 La prima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana, il 25 maggio 1947, presieduta da Ettore Cipolla (al centro in abito scuro) della cosiddetta società civile, spesso senza radici A tale proposito va detto che fa parte della culturali adeguate e solida identità politica. Il che morale pubblica non solo il rispetto delle regole ha dato luogo alla friabilità dei gruppi rappresentativi di corretta amministrazione, ma anche la coerenza e a fenomeni trasformistici senza precedenti, per politica. Il fenomeno della transumanza da un’area cui ogni forma d’insoddisfazione è stata trasformata all’altra ha assunto ovunque dimensioni talmente in un nuovo soggetto politico, con un continuo gravi che al Parlamento nazionale è stato presentato variare dell’assetto dell’assemblea e una frenetica un disegno di legge che prevede la decadenza dal mutazione delle maggioranze che toglie sostanza mandato in caso di abbandono del gruppo nelle alla stabilità governativa pretesa con l’elezione cui liste si è stati eletti. Fenomeno di altrettanta diretta del presidente della Regione. gravità è la mancata frequenza attiva delle aule

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parlamentari. La vera esigenza è dun - assemblee parlamentari. E tutti parlano del pre - que che i partiti abbiano uno scatto cipitare del gradimento dei partiti ai minimi storici di orgoglio e provvedano con una se - (3 cittadini su 10). lezione accurata delle loro rappre - Max Weber osservava che c’è chi vive per la po - sentanze a dare nuovo respiro alla litica e chi vive di politica. Da un po’ di tempo, politica e a vivificare le istituzioni. purtroppo, l’ottica valutativa è peggiorata: prima In democrazia il tradimento più grave si rubava per fare politica, oggi si fa politica per che si possa consumare ai danni degli rubare . Visione qualunquistica quanto si vuole, amministrati è il non fare. che riflette però gli umori pressoché generali. Infatti, per gestire poteri forti ci vo - gliono soggetti politici altrettanto 4. Oggi si chiede di cedere i poteri costituzionali forti, consapevoli dei problemi reali che le burocrazie politiche e amministrative e non umorali della società, con pro - centrali hanno cercato di toglierci limitando al grammi adeguati da affidare alla ge - massimo l’esercizio integrale delle prerogative stione di rappresentanze credibili. conquistate dalla Regione con lo Statuto speciale. Occorre una ricomposizione ideale È certo che se di tali poteri non si è fatto sempre delle forze politiche che crei fideliz - buon uso, spreco, essi mantengono sempre un zazione, spirito di appartenenza e valore intrinseco. coerenza. L’affidabilità si misura non Si taglino, dunque, i costi della politica, si riduca con la denuncia dei problemi ma con il numero dei deputati, si aboliscano i privilegi il modo di individuarli e la capacità veri, si perseguano gli sprechi, – come in buona di farsene realmente carico per ri - parte abiamo fatto – ma i poteri statutari debbono solverli. Problemi che, in primo luogo, essere trasformati nuovamente in risorsa per il si chiamano reperimento delle risorse bene comune e non più considerati come strumento finanziarie, disoccupazione, precariato, di perseguimento di squallidi appetiti personali. degrado cittadino e igiene civica. Pro - Si eliminino anche forme di decentramento estremo, blemi che non sono alla portata dei se si ritengono abortite, come i consigli di quartiere, «progetti» vuoti abbarbicati a semplici di cui nessuno parla perché nessuno sa niente. lemmi su cui i titolari invecchiano. L’Autonomia siciliana non fu un dono di altri È lodevole il proposito degli eletti ma una conquista non agevole, in tempi eccezionali, che nel corso della campagna elettorale di una classe politica eccezionale. Il nostro auspicio si sono impegnati a superare un si - è che la nuova Assemblea si impegni per definire stema di potere che si ritiene dege - il percorso volto a un rinnovamento e a un rilancio, nerato. Ma – si ripete - una volta che nella continuità, dell’istituto autonomistico. il campo fosse bonificato, occorre che si elaborino soluzioni per la si - 5. Abbiamo voluto dare corso a questa iniziativa tuazione generale a cui il dibattito sulla corruzione, perché il tema dell’autonomia siciliana potesse vera o presunta, ha fatto schermo. essere trattato con maggiore approfondimento e Le osservazioni sulla situazione politica attuale nella sua complessità da diverse ottiche politiche che rilevano nei commenti più autorevoli del e istituzionali sicuri dell’onestà intellettuale e della sistema informativo dicono di un Paese senza consapevole serenità con cui sarebbe stato affrontato classe dirigente, di una classe dirigente esausta, e del contributo di conoscenza che ne sarebbe di fantasmi dei partiti, di deserto dei leader , di derivato. platea politica vuota senza che gli attori se ne siano accorti, di divario tra Paese e realtà, di com - (*) Presidente plicità generale nel declino, di svuotamento delle Assemblea Regionale Siciliana

Numero 21 - 15 novembre 2012 5 Necessario riformare lo Statuto

di Giovanni Tomasello (*)

Ma ancora più pressante è definire il nuovo impianto statutario all’interno del processo di progressiva costruzione dell’Unione europea, cui anche le Regioni devono concorrere con un’azione politica di impulso e di proposta. Forse su questo fronte si sconta il limite più grave dell’esperienza regionale, poiché gli apparati pubblici hanno fa - ticato (e faticano) ad agire all’interno dei mec - canismi e delle decisioni assunte a Bruxelles. È innanzitutto un fatto culturale, un habitus mentale: agire come Regione europea. È noto come ciò abbia determinato conseguenze negative su diversi piani.

Il primo: le difficoltà ad adeguare in tempo la legislazione regionale alla normativa comunitaria, di per sé complessa e straripante, hanno contribuito a rendere vieppiù sfuggente il principio della cer - tezza del diritto con gravi ripercussioni nei rapporti con i cittadini.

Il secondo: anche per effetto di tali difficoltà e dell’assenza di strumentazioni amministrative aggiornate è divenuto problematico il rispetto dei vincoli e dei tempi stringenti imposti per l’u - tilizzazione dei fondi comunitari. Ancor più che L’esigenza di riformare lo Statuto siciliano è a monte la programmazione regionale, per non avvertita da tempo, poiché il testo del 1946 tuttora essere nominale ma effettiva, va adeguatamente formalmente in vigore è frutto di un contesto sostenuta dall’elaborazione di politiche di settore sociale ed economico ormai profondamente mu - e dall’individuazione di obiettivi e priorità. tato. Un tale cambiamento è reso necessario per Il terzo: definire le politiche pubbliche e rior - reimpostare su nuove basi le relazioni e la ricerca ganizzare gli apparati amministrativi regionali di intese tra Regione e organi statali, divenute in sintonia e sinergia con le istituzioni comunitarie sempre più complesse e non sempre improntate costringe a pensare ed agire in chiave europea a criteri di leale collaborazione. e quindi internazionale.

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La missione che devono intestarsi le istituzioni assicuri un’ampia autonomia finanziaria alle Regioni, regionali, quella che appare oggi la più strategica, riserva margini a quest’ultime per l’adozione di è di internazionalizzare l’economia isolana in un misure di carattere generale volte a rendere competitivi contesto divenuto sempre più globalizzato. i territori ed attrarre investimenti. Ma anche, entro L’export italiano continua ad essere trainato certi limiti, possono dispiegarsi interventi fiscali a da poche Regioni settentrionali, con un trend po - favore delle imprese utilizzando le risorse finanziarie sitivo anche in questi anni di straordinaria crisi comunitarie già destinate alla Sicilia e quelle della finanziaria ed economica, è rivolto in maggioranza nuova programmazione 2014-2021. verso alcuni dei più importanti paesi europei e Dunque rivedere lo Statuto e tornare allo spirito progressivamente interessa le economie dei paesi dello Statuto del 1946, concepito quale strumento cosidetti emergenti. per l’autogoverno finalizzato alla crescita economica, L’export siciliano, il cui consolidato è legato sociale e culturale. prevalentemente ai prodotti petroliferi, non ha D’altronde le ragioni della specialità permangono, fatto significativi passi in avanti, poiché il tessuto conservando il loro valore le cause di ordine produttivo costituito da microimprese in un storico, culturale ed economico che ne stanno contesto generale non favorevole non riesce a de - alla base e che si fondono con la condizione di collare, per quanto si siano registrati fenomeni insularità della Sicilia determinando la sua identità. di eccellenza, nell’agroalimentare e non solo. Esiste infatti un’oggettiva e permanente situazione Non mancano le indicazioni prospettate da che determina svantaggi strutturali per alcune economisti e da rappresentanti del mondo im - regioni per il solo fatto di essere isole. Tale principio prenditoriale in questa direzione: appare parti - è stato costituzionalizzato a livello comunitario, colarmente interessante l’insistenza di quanti sul presupposto che l’insularità e l’ultraperifericità propongono di investire sul connubio cultura ed costituiscano una barriera alla piena coesione economia, tenuto conto dell’immenso e prezioso economica e sociale. patrimonio storico e artistico siciliano. Esiste dunque una rispondenza sia pure su Un recupero di efficienza ed efficacia dell’azione versanti diversi sul piano della tutela costituzionale regionale riguardo ai primi tre punti prima tra lo status accordato a livello comunitario a Re - accennati può sicuramente essere accelerato da gioni come la Sicilia e la Sardegna, e quello modifiche mirate allo Statuto, purché esse siano riservato nell’ordinamento interno. L’attuazione per l’appunto sorrette da una visione organica ed del principio di insularità assume in primo luogo adeguata ai tempi del ruolo della Regione. rilievo nelle scelte connesse alle politiche pubbliche La natura costituzionale dello Statuto, attributo in materia di trasporti, ove particolare conside - della sua specialità, costituisce una condizione razione dovrebbe assumere l’obiettivo del miglio - che favorisce la messa in campo di politiche eco - ramento strutturale dei trasporti ferroviari, ma - nomiche nella direzione auspicata. rittimi, aerei ed in generale del trasporto combinato Non vi è dubbio che la Sicilia dovrà concorrere e di interventi di particolare favore per le imprese al raggiungimento degli obiettivi di controllo della che sostengono costi aggiuntivi per il trasporto finanza pubblica e di pareggio di bilancio, resi cogenti delle merci a causa della perifericità geografica dalla novella dell’art. 81 della Costituzione e delle in cui si trovano ad operare. altre disposizioni costituzionali collegate e dalla La fase di grave crisi che stiamo attraversando nuova governance europea che ha di recente attratto e di cui non si intravedono gli esiti, dovrebbe con - la materia alla propria competenza esclusiva. sigliare di mettere a frutto e migliorare gli strumenti Occorre d’altra parte riflettere sulla circostanza a disposizione piuttosto che andare in disarmo. che il vigente ordinamento comunitario, laddove sia prevista una ripartizione costituzionale delle (*) Segretario Generale competenze all’interno degli Stati membri che dell’Assemblea Regionale Siciliana

Numero 21 - 15 novembre 2012 7 Siamo quello che ricordiamo

di Franco Nicastro (*)

Ancillarità storica Sicilia greca, Sicilia romana, Sicilia bizantina, Sicilia araba, Sicilia normanna, Sicilia sveva, Sicilia angioina, Sicilia aragonese, Sicilia spagnola, Sicilia sabauda, Sicilia borbonica, Sicilia unitaria e, in ultimo, governo militare alleato ( Amgot ). È la scansione di una storia ultramillenaria vissuta in servitù, finché con il ritorno della democrazia e, nel 1946, con l’autonomia forte e pressoché unica al mondo, la gente dell’Isola diventa titolare del proprio destino. Essa è il trionfo di una grande idea politica (il decentramento amministrativo) e il successo di una grande idea istituzionale (l’au - tonomia speciale della Regione) concepite e assistite nel loro maturare dal suo esilio negli Usa da un grande sacerdote siciliano, don Luigi Sturzo, uno scienziato della politica di cultura universale. E ciò dopo secoli di tensioni, speranze, passioni, studi, esperienze, sofferenze, lotte, strumentaliz - zazioni, sogni attribuibili a diversi e svariati soggetti. Un’idea che, divenuta atto, la classe rap - presentativa del tempo, al governo o all’opposizione, seppe interpretare con spirito di servizio e ade - guatezza, pur nella vivacità di una dialettica de - mocratica consapevole e solitamente costruttiva. E i partiti politici, rinati con la democrazia e previsti nella costituzione repubblicana, erano considerati dalle varie componenti sociali come «Triste destino quello della Regione gli organismi più adatti per raggiungere i loro obiettivi e realizzare i loro sogni, e per decenni di nascere dopo li hanno gratificati con il loro consenso, in misura una guerra combattuta varia ma stabilmente. Va al contempo affermato sul proprio territorio e perduta». che quella classe politica sconfisse il separatismo, Giuseppe Alessi un movimento armato, controverso e ambiguo, ricco di passioni e idealità autentiche, ma che non esitò a mobilitare le componenti peggiori

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della società – e in primo luogo la mafia - a difesa drasticamente il valore dei risparmi. La mancanza di un antistorico status quo sociale. dei generi di prima necessità, reperibili soltanto In virtù dello Statuto speciale la Sicilia – intesa ad alti prezzi alla «borsa nera», induce vecchi e come società intera e non più ristretta a poche nuovi poveri ad alimentarsi con il poco consentito classi apicali – ha finalmente la possibilità di dalle carte annonarie. Scoppiano sommosse per aggredire i nodi del suo sottosviluppo e affrontare il pane; vengono assaltati municipi e uffici pubblici i problemi drammatici del dopoguerra facendo per protesta contro un insostenibile stato di cose. uso dei poteri legislativi, molti, e delle risorse fi - La disoccupazione è dilagante. Talune forme di ri - nanziarie, non sempre adeguate. bellione tralignano nel banditismo che affligge ampie contrade dell’Isola. I problemi ereditati dall’Autonomia Con la fine del secondo grande conflitto la Sicilia Il difficile impegno della Regione si ritrova ferma alle condizioni di degrado in cui Gestione feudale dei settori produttivi, distruzioni l’avevano lasciata la democrazia liberale e il ventennio belliche e tipicità dell’uomo siciliano sono gli fascista: feudale, rurale, artigianale e pressoché elementi da cui partire per dare un giudizio com - priva di industrie, immobile e immobilizzata dalle plessivo della resa della «gestione siciliana» dell’Isola, classi dominanti, distrutta dalla guerra e spossata del valore e della congruità dei suoi istituti. E per dalla storia. La Sicilia è da ricostruire moralmente, fare ciò, uscendo dalla pania delle valutazioni po - fisicamente, e nelle sue strutture politiche, istituzionali litiche, si deve dare centralità all’Assemblea regionale e amministrative. Gli assetti sociali ed economici siciliana e valutare quanto ha prodotto in termini antichi e ingiusti sono da superare attraverso una legislativi per venire incontro alle esigenze e alle nuova ricomposizione della proprietà, l’ammoder - attese delle popolazioni del’Isola. Senza volerne namento e l’instaurazione della cultura di impresa enfatizzare il ruolo, si può affermare che l’Assemblea e un maggiore rispetto dei diritti del lavoro. Molti fin dall’inizio del suo operare si è connotata come comuni sono privi di acqua potabile, fognature, luogo di confronto di culture politiche e sociali, energia elettrica. Si ha un livello di analfabetismo di dottrine giuridiche ed economiche, da cui è sca - del 39,7 rispetto alla media nazionale del 20 per turita una produzione legislativa ricca e interessante, cento. Una percentuale della popolazione, scan - talvolta anticipatrice di provvedimenti nazionali, dalosamente per un Paese civile, vive ancora in che ha consentito alla Sicilia, pur fra tante difficoltà, grotte. di colmare sul piano dello sviluppo ritardi di secoli. Basta considerare i due principali settori pro - Un risultato agevolato dal fatto che a Sala d’Ercole duttivi, per rilevare il livello di degrado in cui la i gruppi assembleari contrapposti, da subito e fino Sicilia versa. L’agricoltura è in stato di grave ar - agli anni Ottanta, hanno saputo responsabilmente retratezza; l’ordinamento produttivo poggia uni - superare le divisioni presenti nelle visioni politiche camente su un’economia estensiva e l’Isola è clas - di fondo, in occasione dell’approvazione delle linee sificata tra le aree più depresse dell’intero territorio condivise in progetti legislativi a carattere economico nazionale; i lavoratori sono remunerati a livello e sociale o istituzionale di grande interesse per la minimo di sopravvivenza. L’industria – pressoché Sicilia. Sia che le proposte partissero dal governo nulla - esce dalla guerra nelle stesse condizioni di sia dalle opposizioni più attive e ricche di cultura debolezza strutturale in cui vi era entrata, con in politica ed economica e di sensibilità sociale. più l’aggravio dei danni bellici. Alle difficoltà antiche Prima di effettuare questa breve ma essenziale si sommano ora quelle recate da un conflitto de - rassegna va posto in risalto che, nel predisporre la vastante. La Sicilia è sommersa dalle macerie. massa di provvedimenti legislativi a favore delle Il peso della drammatica situazione si estende categorie produttive, l’Assemblea «ha seguito il co - ora dalle classi più umili ad ampie fasce della media stante indirizzo di svegliare, in funzione della borghesia, penalizzate dall’inflazione che ha ridotto rinascita economica e sociale della Sicilia, le forze

Numero 21 - 15 novembre 2012 9 vive dell’Isola, di chiamarle a una collaborazione case, scuole, ospedali, strade, ponti, porti, infra - con la pubblica iniziativa, destinata a fare da guida strutture agricole, industriali e turistiche. La Sicilia e da appoggio all’iniziativa privata, per condurre si trasforma così in immensi e operosi cantieri di quest’ultima verso forme sempre più ampie, co - attività, che creano lavoro, leniscono bisogni e tra - raggiose ed esperte, di intrapresa economica». Il sformano in forma significativa e visibile l’esistente. che significa che, ai fini della ripresa generale Quindi la Regione dà luogo a una legislazione ge - dell’Isola, spettava agli operatori economici privati nerosamente incentivante che dovrebbe consentire cogliere le occasioni fornite da una legislazione agli operatori economici privati di tutti i settori di generosamente incentivante e dalle modifiche strut - cooperare per dare alla Sicilia la grande svolta che turali realizzate, e assumere il ruolo di protagonismo si attende dal regime autonomistico. Qual è stata imprenditoriale da loro ripetutamente reclamato. la risposta? Emblematicamente qui ci limitiamo Sin dal primo momento le risorse ordinarie del a esaminare quel che è avvenuto nei settori primario bilancio regionale, quelle provenienti dal fondo di e secondario. solidarietà nazionale, previsto dall’articolo 38 dello Statuto, e poi della Cassa del Mezzogiorno sono Agricoltura utilizzate interamente – come non è avvenuto e Agli inizi degli anni Cinquanta il reddito agrario non avviene con i fondi europei - per costruire siciliano è più della metà del reddito privato totale

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Il ministro dell’Interno Giuseppe Romita proclama la vittoria della Repubblica nel referendum dell’isola. Ciò non già per una economia agraria realizzando più equi rapporti sociali, prevede poi straordinariamente progredita, bensì per l’arretratezza l’obbligo di miglioramenti che smuovono un’agri - degli altri settori economici. La struttura agraria, coltura arcaica che finora ha prodotto a beneficio specie nella parte occidentale dell’Isola, è quella di una classe padronale completamente estranea arcaica di sempre. Vi domina il feudo, che ingloba a ogni interesse imprenditoriale. Sul piano politico le miniere di zolfo, in cui contadini, braccianti e quindi essa ha il merito di separare la proprietà minatori consumano la loro esistenza in condizioni dall’ignavia del padronato nobiliare e borghese, non degne di un Paese civile. Il nuovo assetto de - che ha fondato la propria esistenza parassitaria mocratico consente ora ai lavoratori della terra di sull’egoistica e dissipatrice rendita di posizione e reclamare rispetto e diritti. Si ha così la grande di farla uscire definitivamente dalla storia. epopea contadina delle marce nei feudi per la di - I grandi proprietari terrieri però non ne escono stribuzione delle terre incolte o mal coltivate. La penalizzati. Essi con la vendita delle terre migliori situazione sbocca, il 21 novembre 1950, nell’ap - prima dell’esproprio e dopo con la riforma, nono - provazione della legge regionale di riforma agraria. stante le assicurazioni della Sicindustria sulla ten - Con la riforma agraria i contadini e il bracciantato denza di «non pochi di loro a partecipare a imprese agricolo assumono centralità, registrano finalmente industriali, innovando mentalità e interessi», provvedimenti finalizzati alla loro specifica di - riversano i notevoli capitali ricavati nell’edilizia e mensione, e vengono inseriti con la dignità di nel mercato azionario anziché in agricoltura, ab - soggetti sociali attivi nella storia, da cui da sempre bandonando all’incuria le ampie estensioni di sono stati tenuti fuori. La riforma, realizzando terreno loro rimaste, che perdono valore mentre istanze secolari di giustizia economica e sociale, avrebbero potuto costituire una notevole fonte di attua lo spezzettamento delle grandi proprietà, ricchezza, di lavoro e di sviluppo del settore. L’i - con la conseguente distribuzione di piccole quote niziativa della Regione a favore del settore primario ai contadini che diventano così proprietari. Essa, si arricchirà ulteriormente con leggi per lo sviluppo

Numero 21 - 15 novembre 2012 11 del settore elettrico in Sicilia. Obiettivo dell’arti - colato sistema di aiuti creditizi messo in atto dalla Regione e dallo Stato - con la costitu - zione presso il Banco di Sicilia di una Sezione per la concessione di finanziamenti indu - striali e con la creazione della Cassa per le opere straordinarie di pub - blico interesse nel Mez - zogiorno (CASMEZ), e con l’IRFIS, fondato nel 1954 per fornire credito a un tasso di (al centro) durante una visita all’Anic di Gela nel 1965 interesse inferiore a quello ordinario a so - della piccola proprietà contadina, con provvedimenti cietà di dimensioni piccole e medie - è di ridurre che estendono ai lavoratori e agli operatori agricoli il costo del capitale investito dalle imprese che si l’assistenza sociale e sanitaria, e altri volti allo localizzano in Sicilia e di intervenire al contempo sviluppo della vitivinicoltura, olivicoltura, serricoltura, nella gestione aziendale e per rimuovere prelimi - zootecnia, meccanizzazione e all’aumento delle narmente almeno le principali condizioni di in - aree boschive, allo sviluppo della viabilità inter - feriorità i cui aspetti bisogna necessariamente poderale, con l’istituzione dei consorzi di bonifica tenere presenti in una economia strutturalmente e la costruzione di dighe per assicurare ai campi debole, quale quella siciliana. l’elemento vitale fondamentale. Il veemente movimento industrialista che negli anni Cinquanta investe molti Paesi europei, nell’Isola Industria ha un grande impulso nell’Associazione degli in - Fin dalla nascita, in una visione unitaria dello dustriali siciliani (SICINDUSTRIA) nata nel 1950. sviluppo economico, la Regione opera notevoli La SICINDUSTRIA riesce a ribaltare l’attenzione interventi nel settore secondario dando corpo a dei poteri regionali dal settore primario al secondario. una legislazione che, per la portata operativa delle Essa contesta l’orientamento del sistema creditizio provvidenze, non ha precedenti in Italia. In questo dell’Isola a favore delle grandi imprese private del contesto va posto nella giusta luce l’istituzione, Nord qui operanti (i cosiddetti monopoli), ne nel 1947, dell’Ente siciliano elettricità (ESE) per reclama e ne provoca l’allontanamento. Quindi fornire alle imprese locali energia a basso costo. chiede e ottiene una legge che reca provvedimenti La sua istituzione viene riconosciuta fra le migliori straordinari per lo sviluppo industriale dell’Isola. iniziative prese dalla Regione. Le prospettive Per unanime riconoscimento, la parte più originale create purtroppo si spengono nel 1962 quando e interessante della legge consiste nella costituzione lo Stato procede alla nazionalizzazione dell’industria di una Società finanziaria di investimenti industriali elettrica e l’Ente è assorbito dall’ENEL. Vano il (SOFIS) allo scopo di promuovere lo sviluppo e il tentativo della Regione di mantenere la competenza potenziamento del settore in Sicilia. Nell’occasione,

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L’intervento della Regione con - tava sulle dichiarazioni della SI - CINDUSTRIA secondo cui ormai esisteva in Sicilia una classe im - prenditoriale moderna capace di imprimere una svolta e un’acce - lerazione importante allo sviluppo dei settori economici locali. Pur - troppo il naufragio della Finanziaria sarà assoluto, benché diretta da esponenti della SICINDUSTRIA. I motivi sono vari. Su di essi, però, campeggia la renitenza degli im - prenditori siciliani del tempo a cogliere le nuove opportunità le - gislative per allargare i loro oriz - zonti produttivi. «Con il sorgere della SOFIS e l’avvio delle sue at - tività – è scritto in un Progetto di ricerca coordinato da Filippo Tor - nambé, valido amministratore di aziende della Società - si mise in evidenza quanto fosse debole la Enrico Mattei, D’Angelo e Corallo al petrolchimico di Gela categoria imprenditoriale siciliana. Essa era tutta da costruire». Di l’Ars riesce ad accantonare riserve ideologiche e tale pochezza si ha una acuta rappresentazione in politiche per mettere a disposizione dell’imprenditoria un libro dello scrittore catanese Massimo Simili siciliana uno strumento di fondamentale importanza. intitolato Gli industriali del ficodindia . Alla formazione della SOFIS partecipano sia la Altrettanto deludenti sono state le attese riposte Regione che altri enti pubblici o di diritto pubblico dalla Sofis in una presenza solidale dell’Eni cui nonché i privati. È certo che con la costituzione aveva aperto l’ingresso nell’Isola dopo avere provocato della Società finanziaria la Regione fornisce la la diaspora forzosa dei grandi gruppi privati nel risposta più adeguata all’imprenditoria locale, che Nord. L’Eni infatti si rifiuta decisamente di fare si dichiarava soffocata dalla presenza dei gruppi da sponda alle iniziative della Finanziaria. Per cui monopolistici esterni, rivendicava un ruolo primario le uniche imprese serie e durature che la Sofis può nello sviluppo industriale e perciò reclamava di realizzare sono lo stabilimento automobilistico di poter disporre in proprio delle risorse amministrative Termini Imerese (Sicilfiat) con una delle grandi e finanziarie pubbliche regionali. L’una e l’altra imprese private nazionali: la Fiat. E, in Sicilia, con condizione s’incarnavano nella SOFIS. In sostanza un’impresa intrisa di spirito moderno, quella degli la Regione attraverso la Finanziaria costituiva con Averna, che con il loro Amaro sono tuttora presenti i privati società miste, rimanendo in posizione mi - sul mercato interno ed estero. noritaria e portando capitale fresco e agevolazioni In questo contesto un comparto a cui il giovane creditizie. E vi partecipava fino a quando l’impresa istituto autonomistico ha cercato di dare una pro - non si consolidava sul mercato, raggiungendo i spettiva è quello zolfifero. Nel dopoguerra i gestori propri obiettivi di crescita; quindi si ritirava lasciando delle miniere, da sempre renitenti ad adeguare la libero spazio al suo operare. coltivazione del minerale ai moderni sistemi di

Numero 21 - 15 novembre 2012 13 Un’antica immagine di Palazzo d’Orleans estrazione e a riconoscere e applicare i contratti e definitivamente in crisi – di idee, di capitali e di collettivi di categoria vigenti nel Paese, si presentano cultura imprenditoriale – e il carico finanziario di con un carico di debiti incolmabile e 10.000 addetti. garantire agli addetti una uscita dignitosa. Ad aggravare la situazione c’era la piaga dei gabelloti, Dopo decenni di delusioni e contrariamente alle di solito mafiosi, cui i concessionari, per infingar - attese, a partire dagli anni Settanta nasce in Sicilia daggine e quieto vivere, affidavano in sub-concessione una vitale classe imprenditoriale privata che sa fare la gestione delle zolfare. Ciononostante la Regione, impresa, affrontare la concorrenza, conquistare per evitare il tracollo del settore, ritenendo che nel spazi operativi nel Paese, produrre utili e creare passato fosse stato penalizzato dall’indisponibilità posti di lavoro, suscitando al contempo riserve di capitali, dal 1949 al 1960 eroga risorse per com - anche legittime. Essa raggiunge il massimo livello plessivi 135 miliardi 369 milioni di lire. I finanzia - di sviluppo negli anni Ottanta e muore nei Novanta menti erano destinati all’ammodernamento degli travolta dalle doverose iniziative antimafia della impianti, a ripianare le esposizioni con il sistema magistratura. Nell’imprenditoria bonsai sopravvissuta, creditizio, al pagamento dei salari, nonché a studi a mezzo degli anni, Novanta Francesco (credo) e ricerche. Ma i criteri di coltivazione, le relazioni Averna, delegato di Confindustria per le regioni dei sociali, la redditività e la puntualità nella corre - Sud, rileva la propensione ad avere «conti aziendali sponsione dei salari non ne traggono alcun beneficio. in rosso e portafogli privati imbottiti». Per cui alla fine la Regione sarà costretta ad assumersi Nel corso degli anni provvedimenti analoghi a la responsabilità di chiudere un settore irrecuperabile quelli dei due settori sono stati adottati all’Ars per

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tutti i comparti economici e sociali dell’Isola. Anche Una storia poco nota questi presi in genere con voto bipartisan o comunque La storia della Regione è più articolata e complessa con l’intesa della maggioranza con partiti dell’op - di quello che traspare dai rilievi spesso strumentali posizione. Uno dei momenti più alti di questo con - della storiografia e del sistema informativo. Restituire corso di volontà si ha nel 1962 con la richiesta al alla Regione i suoi connotati autentici è operazione Parlamento, attraverso una legge-voto unanime, storica doverosa e non difficile sol che si abbia il di costituire una Commissione nazionale di inchiesta buon senso di raccontare le vicende per come si sul fenomeno mafioso. Va anche ricordato che sono svolte, senza forzature ideologiche o di parte l’Assemblea, nella prima metà degli anni Cinquanta, o obbedendo alle emozioni dettate dalle vicende aveva avvertito l’esigenza di abolire le province e degli ultimi vent’anni. Da quando cioè si è voluto statuito la loro concentrazione in più moderni e dare spazio alla società civile ritenuta luogo di omogenei consorzi di comuni. Iniziativa bloccata tutte le virtù rispetto alla società politica, luogo di da poteri politici e burocratici centrali. tutti i mali. La società politica è specchio della Ma la diaspora dalla vicenda autonomistica società civile, e non viceversa. La politica è un pro - non riguarda soltanto il mondo imprenditoriale. dotto della società libera, un suo riflesso costante. È l’intera società ci - vile a riguardare la Regione con spirito egoistico e parassi - tario. Compreso il mondo culturale, e in modo speciale gli atenei siciliani. In - fatti, dopo l’iniziale collaborazione per la stesura dello Sta - tuto, gli atenei, che in altra occasione abbiamo definito tre fari spenti, Una buona società produce una buona politica, si ritirano nel loro recinto, salvo a cercare con - una società che fugge dalle proprie responsabilità venzioni personali e di dipartimento per studi genera e subisce cattiva politica. Occorre, sì, evitare senza storia. Viene così a mancare una comunità che la politica diventi una monade chiusa. Essa culturale che con la ricerca dia un efficace contributo però diventa tale se la si lascia passivamente agli al sistema produttivo isolano e si adoperi a stimolare altri e la si riguarda soltanto come un terminale le professioni atte alla formazione di una classe dei propri particolari bisogni, delle proprie insod - dirigente moderna e spendibile, anziché limitarsi disfazioni, delle proprie delusioni pubbliche e a sfornare lauree in facoltà umanistiche che sul private, come alibi delle proprie insufficienze. piano della competitività finiscono per pareggiare Ha scritto Ernesto Galli della Loggia, autorevole gli altri prodotti dell’Isola, e hanno un’area di espressione della cultura liberale, che «l’esaltazione sbocco grama, ristretta e pressoché casalinga. della società civile, che la società politica ha celebrato Difetta il sistema informativo, che si trova gene - fino al suicidio, ha decretato la fine, non tanto dei ralmente schierato su posizioni governative e si partiti, quanto della politica». E aggiunge: «Abbiamo limita a criticare soltanto talune varianti della di - vissuto per anni in un’orgia di discorsi sulla “società namica partitica e assembleare. Difetta anche il civile”, sulla sua intrinseca superiorità rispetto alla potere spirituale, che lascia correre molti aspetti corrotta società politica (come se la corruzione della vita politica che prefigurano le future de - della seconda potesse esistere senza quella della generazioni. prima, e viceversa), in una ridda di chiacchiere a

Numero 21 - 15 novembre 2012 15 ruota libera contro il professionismo politico e dando alla Dc il 42,35 per cento dei suffragi, al contro il politico di partito, in barba alle conclusioni Psi il 15,16 e al Pds (già Pci) l’11,87. a cui da almeno un secolo sono giunti gli scienziati Non può essere sottaciuto che la classe rap - sociali di mezzo mondo». presentativa del passato, espressione di grandi Sovrapporre all’intera vicenda autonomistica famiglie dotate politicamente e culturalmente e le degenerazioni degli ultimi anni – che peraltro di partiti a trazione autenticamente democratica non sono un’epidemia siciliana ma una pandemia e non lideristica o carismatica, seppe tradurre le che affligge le strutture amministrative dell’intero esigenze del tempo in leggi e opere che consentirono Paese - è un atto di ignoranza voluta o reale e alla Sicilia, pur in una fase permanente di progresso un’ingiustizia storica. Comunque un atto di su - senza sviluppo, di vivere la sua stagione consumista perficialità irresponsabile. Che fa torto in particolare negli anni Ottanta, sopperendo alla fuga dalle re - all’opera di governi guidati da Giuseppe Alessi, sponsabilità dei settori produttivi cui spetta in Franco Restivo, , Giuseppe primo luogo di fare impresa, creare ricchezza e D’Angelo, , Angelo Bonfiglio, Piersanti occupazione. Mattarella, Mario D’Acquisto e - siamo alla metà Prima di unirsi al coro, invero modesto, dei degli anni Ottanta – da Rino Nicolosi. E a partiti piromani che vogliono mandare al rogo lo Statuto che fino alla drammatica svolta del 1992– al di speciale, sarebbe bene che «uomini di cultura» là dei comportamenti di alcuni personaggi o e «imprenditori» riflettessero sulla loro storia. gruppi che hanno timbrato in negativo l’intera La storia dell’industria isolana non è quella scritta storia della prima Regione - seppero proporsi recentemente da alcuni imprenditori siciliani come strumenti su cui i siciliani posero le loro veri, affermatisi dopo il comportamento vile nei speranze, se è vero che alle elezioni regionali del - confronti di Libero Grassi. A essi va riconosciuto l’anno precedente, dopo il logorio istituzionale di avere ingenerato nell’associazione regionale di decenni, andò a votare il 74,36 per cento degli – attraverso un’opera di autentico apostolato - elettori, e nonostante le campagne demonizzatrici, una svolta etica e ope - Speciale Autonomia

rativa e uno spirito di contrasto alla mafia che che la Sicilia si sia saputa conquistare in millenni fa bene sperare in un contributo reale degli ope - di storia ancillare, dopo tante sterili rivolte ete - ratori alla crescita economica della Sicilia. Va ro-dirette. inoltre loro riconosciuto di avere saputo portare una ventata di aria nuova anche nei comportamenti Lo scrittore latino Quinto Tertulliano chiedeva non certo virtuosi dell’ambiguo mondo dell’impresa all’imperatore romano di conoscere i cristiani nazionale. prima di mandarli al rogo. Secondo lo scrittore Ma ciò non basta a sanare un passato di pavida tedesco Johann Wolfgang Goethe si ama soltanto insufficienza imprenditoriale, di fughe dalla mo - quello che si conosce. Sui muri di Auschwitz è dernità e in particolare dalla logica di mercato. scritto che i popoli che non conoscono la loro A questi ultimi indignati, peraltro non privi di re - storia sono destinati a ripeterne gli errori. A oltre sponsabilità nelle vicende dell’ultimo quinquennio, sessant’anni di vita l’autonomia siciliana ha una va ricordato che – come ha rilevato il presidente storia poco o affatto conosciuta, ed è uno dei prin - dell’Ars Francesco Cascio – non si possono coin - cipali motivi perché è poco amata. volgere le istituzioni, che sono le prime a soffrine, nelle insufficienze e negli errori degli uomini che (*) Nato a Bivona (Agrigento), Franco Nicastro vive le rappresentano. Le istituzioni, se democratiche, a Palermo. In collaborazione con Romolo Menighetti non possono che essere giuste. E comunque deb - ha pubblicato i volumi: I. Dal fascismo allo Statuto , bono sforzarsi sempre di esserlo. Nell’impegno II. Dalla Regione pensata al governo Alessi , Ediprint pubblico gli uomini devono avvertire la coscienza Editrice, 1987 e 1990; Franco Restivo, viceré della di avere la responsabilità di una esemplarità e Sicilia Autonoma , ila palma, Palermo 2011; Storia gestire le risorse comuni per il bene di tutti con della Sicilia autonoma, 1947-1996 , Salvatore Sciascia spirito evangelico. Lo statuto speciale, dunque, editore, –Roma, 1998, tradotto in inglese resta la più grande risorsa politico-istituzionale aggiornato al 2001 e utilizzato come testo all’Università Saint John di Jamaica, New York; L’eresia di Milazzo , Sciascia, 2000. A sola sua firma ha pubblicato: Giuseppe D’Angelo, il democristiano che sfidò la mafia, le mafie e l’antimafia , ila palma, 2003; e i primi quattro volumi su cinque della serie Mafia e partiti. Il bifrontismo del Pci , ila palma 2004, 2006, 2008. Esule in patria. Luigi Sturzo nella politica nazionale e regionale del dopoguerra. Il Milazzismo , ila palma Palermo, 2011. Ha curato inoltre i testi del volume Assemblea Regionale siciliana 1947-2007 , edito dall’Ars per il sessantesimo anniversario dell’Istituto autonomistico. Sono in attesa di pubblicazione, a sua sola firma, i volumi: Colonna infame o impostura? Vent’anni di Tangentopoli e Mafiopoli in Sicilia (1993-2012) ; Il centrismo democratico del terzo governo Alessi (1955- 1956) ; I due governi La Loggia (1956-1958) ; La fine del Milazzismo (e dei suoi derivati) ; Imprenditoria e mafia (in Sicilia e altrove); L’insostenibile leggerezza dei partiti politici attuali.

Numero 21 - 15 novembre 2012 17 L’Autonomia fa parte della storia d’Italia

di Giuseppe Alessi (*)

Lo statuto per l’Autonomia Siciliana nacque per l’amore verso la propria terra, per la fede e per la volontà di servire il popolo siciliano nei suoi bisogni più concreti e nelle sue ansie presenti, dal nobile impegno di uomini liberi e forti come Alessi, Aldisio, La Loggia, Restivo, Colajanni, Macaluso, Mattarella e tanti altri la cui testimo - nianza fu straordinaria; tanti operatori politici la cui fede nei valori dell’Autonomia Siciliana era assoluta e scevra da interessi personali o di parte; altro che “dagli egoismi di classe senza progetto”. Lo Statuto dell’Autonomia Siciliana, anche per volere del suo principale estensore, mio nonno, fu scritto per il mantenimento di tutte le garanzie costituzionali e finanziarie e per l’at - tuazione di tutti gli istituti né mai rinunziati né mai rinunziabili che dovevano servire per il riscatto della Sicilia dopo le sue tante sofferenze e rinunzie. Mio nonno Giuseppe è stato un operatore po - litico combattente che ha speso tutta la sua lun - ghissima vita con intenso impegno e amore per la nostra terra, per la riabilitazione della Sicilia e dei siciliani. Soleva ricordarmi, quando m’intrattenevo con Ho letto con particolare attenzione quanto lui ed era davvero un piacere che rimpiango scrive Merlo. Che dire. Si può non condividere? tanto, le varie esperienze e aneddoti della sua No! Non credo si possa, anche perché le sue ri - esperienza politica e dello stretto rapporto che flessioni, nella cruda descrizione rispecchiano lo legava a Don Luigi Sturzo. la drammatica situazione in cui versa, non solo In particolare mi citava la lettera che scrisse la Regione siciliana ma tutta l’Italia, parte d’Europa nel gennaio del 1949, al suo amatissimo maestro: e del mondo. “la mia è stata un’avventura nel senso cristiano Ma se quanto affermato è in gran parte vero, della parola e affrontai il compito oneroso e de - Merlo compie un errore grave e grossolano per licato, (essere il primo Presidente della Regione il quale è necessario fare qualche osservazione. Siciliana), senza altra arma, senza altra cognizione

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L’allora presidente Giuseppe Alessi con Franco Restivo o strumento che non fosse la fede in Dio, la buona Oggi, però, è innegabile che la vitalità delle volontà e l’amicizia. Trasferito dal mio modesto norme statutarie siciliane sia in gran parte stata studio di avvocato di un piccolo centro dell’isola, congelata e molto spesso, troppo spesso, tradita nel capoluogo della Regione, così d’un balzo, e dai propri rappresentanti, tanto da finire nella senza nemmeno avessi potuto sapere che mi at - bufera, per le troppe debolezze i troppi compro - tendeva un’enorme responsabilità, come quella messi e i troppi silenzi, e tante volte mi sono da me affrontata; io stesso, ora, non so se fu mag - sentito dire da mio nonno: “Ci sono troppi deputati giore la follia o la mansuetudine, (fu obbligato e uomini di governo intenti oramai a piegare la da Sturzo ad accettare l’incarico della Presidenza); politica ai propri interessi. In politica si è regali credo fu più la mansuetudine”. quando si serve e non quando si è serviti”. E ancora, quando “accettò” il 3 marzo del 1947 Questa era lo spirito, ma forse quelli erano di guidare il primo governo Siciliano con “l’onestà altri tempi; questo dovrebbe essere il primo co - dei propositi e della vita, la lealtà democratica e mandamento che concretamente dovrebbero repubblicana, con l’ardente anelito del miglio - avere i nostri rappresentanti della futura Assemblea ramento sociale”. Regionale. L’Autonomia speciale fa parte della storia d’Italia e non certo della sua cronaca, legando (*) Giuseppe Alessi nipote dell’omonino indissolubilmente i destini della nostra amata primo Presidente della Regione Siciliana, regione, con quelli della nostra grande nazione. Giuseppe Alessi (nelle foto)

Numero 21 - 15 novembre 2012 19 “Un dovere ripensare l’Autonomia”

di Mario D’Acquisto (*)

abbiamo ascoltato -anche interessanti- hanno af - frontato aspetti marginali della grave questione, forse senza coglierne la vera natura, che è di pro - spettiva storica e di visione del futuro. L’ottimo testo di Franco Nicastro, così denso e appassionato, ci riporta senza reticenze al cuore del problema: l’Autonomia cosa è stata; e cosa potrà essere. Esso riapre un discorso serio sul passato e sul futuro. Le sue pagine raccontano (anche con orgoglio) il cammino compiuto, un difficile, contrastato ma fecondo percorso, di cui mettono in luce, una per una, le tappe successive; ricordano quale fosse l’abisso di partenza; rappresentano un coraggioso sforzo di ricomporre -contro tanti luoghi comu - ni- un quadro veritiero. Si viene da una battaglia, non da un fallimento. Adesso speriamo in molti che la nuova legi - slatura si apra con un profilo di pura e vera politica, dando luogo a un profondo e creativo dibattito, non accademico ma concreto, sui con - notati, le finalità e i contenuti che dovrà avere l’azione volta alla salvezza e al rilancio- attraverso il rinnovamento- dell’Istituto autonomistico. Si dovrà avviare una rielaborazione che parta da ciò che è stato per immaginare ciò che potrà Ripensare l’Autonomia -conquista irrinuncia - essere. Bisognerà pensare alto, a un nuovo negoziato bile- è un dovere, reso imperioso dalle circostanze -partendo dai valori dello Statuto- con lo Stato e e dalla penetrante iniziativa del governo centrale. con l’Europa. Siffatto percorso, se compiuto fuori Gettarla a mare come un ferro vecchio costituirebbe dagli stereotipi, alla luce delle recenti proposte un suicidio politico e un errore imperdonabile. del governo Monti e nella consapevolezza dei Ma anche l’inerzia (il tentativo di lasciare le cose vincoli europei, porterà alla ricerca di regole e di come stanno) appare impraticabile e rischiosa. modelli adeguati all’attuale fase storica. Occorre Stupisce che questo tema -così saliente, così un confronto aperto e consapevole. Qualcosa che decisivo- non sia affiorato con la dovuta evidenza sia assai di più di una discussione meramente nel dibattito elettorale. Le proposte che talvolta giuridica o -peggio- retorica.

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Si tratta di definire un percorso che abbia il ca - rattere della attualità e del realismo. Si tratta di raccogliere la sfida del cambiamento con l’intel - ligenza del presente. È una via troppo facile, sterile e distruttiva quella della semplice rinuncia, la scorciatoia che conduce a tagliare tutto, a bruciare per sempre una grande idea e una grande espe - rienza. Si farebbe un letale salto indietro. C’è un’op - zione alternativa, quella di un nuovo inizio , che nulla dimentichi del pas - sato e che preservi i valori animati dai padri fonda - tori, ma si confronti con gli anni che viviamo . Co - loro che proposero e ot - tennero lo Statuto furono contemporanei , nel senso che capirono il loro tempo e si mossero con fede e capacità avendo il senso degli avvenimenti. Anche noi dobbiamo essere contemporanei. Al - lora fu fatto ciò che in quel momento poteva e doveva essere fatto. Adesso è necessario ricercare le strade oggi percorribili. La questione è inelu - dibile. Sarà affrontata dai Una legislatura che si aprisse con i consueti nuovi eletti ? Pensiamo proprio di si. La politica rituali, nel segno di un sicilianismo lodevole negli o fa questo, o non è. Si vive in un nuovo secolo intenti ma puramente emotivo e di una pedissequa cui bisogna essere pari. rivendicazione di contestati diritti, non riuscirebbe a scuotere le coscienze e a coinvolgere nuovamente il popolo siciliano E senza popolo -ossia senza con - (*) Presidente della Regione Siciliana divisione e partecipazione- non c’è Autonomia. dal maggio del 1980 al dicembre del 1982

Numero 21 - 15 novembre 2012 21 Lo Statuto della nostra Regione in fase di stallo

di Antonino Giuffrida (*)

presuppone una rilettura della nostra Carta costi - tuzionale alla luce dei cambiamenti che hanno ca - ratterizzato l’ultimo scorcio del secolo XX e l’inizio del XXI. Lo Statuto della nostra Regione è in questo mo - mento in fase di stallo. La stagione delle riforme, iniziata con l’introduzione dell’elezione del Presidente della Regione con voto diretto da parte dei siciliani, si è bloccata. La proposta organica di riforma, elaborata dall’Assemblea Regionale siciliana nel 2005 (ARS seduta n. 281 del 30 marzo 2005) e trasfusa nel disegno di legge costituzionale del Senato della Repubblica (atto n. 1410/2005), non raggiunse l’ap - prodo dell’Aula per la chiusura della legislatura. Ogni tentativo di rimettere in moto il processo di riscrittura dello Statuto per adeguarlo alla nuova realtà s’infranse nell’indifferenza non solo della politica, ma anche dei siciliani, distratti dal difficile momento economico e occupazionale che ha segnato l’attuale legislatura. La riduzione del numero dei deputati è una presa d’atto della necessità di pro - muovere il cambiamento, ma non è sufficiente. Le crepe del tempo hanno profondamente segnato la struttura stessa dello Statuto ed è necessario intervenire con urgenza per riallinearlo alle nuove realtà. La creazione dell’Unione Europea con il suo parlamento Cancellare lo Statuto speciale della Regione Si - e con la Commissione, l’entrata a regime delle Regioni ciliana: una provocazione assestata in uno dei a statuto ordinario, l’abolizione dell’Alta Corte e, momenti più difficile che l’Istituto regionale sta’ at - soprattutto, il recente tentativo di introdurre il Fe - traversando, ma che evidenzia la necessità di una deralismo, costituiscono fattori di profonda desta - rilettura dell’impianto costituzionale statutario e di bilizzazione all’originario impianto statutario. Alcuni un ripensamento dei termini del contratto che nel esempi possono chiarire meglio l’impatto che questi 1947 la Sicilia affidò alla Repubblica nata dalle cambiamenti hanno avuto sull’impianto normativo macerie del conflitto. e costituzionale dello Statuto. Riflettere sul futuro politico della nostra Regione Le competenze che lo Statuto attribuisce alla e del suo ruolo nel contesto nazionale e internazionale, Sicilia in materia di pesca o di agricoltura non hanno

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alcun significato se non sono riletti alla luce della perazione tra i paesi del Mediterraneo, svolgendo normativa europea in materia. Il riposo biologico attività di rilievo internazionale e promozionale al - o gli accordi di pesca con i paesi del Nord Africa l’estero. Un’ulteriore novità era costituita dalla pre - devono essere negoziati in un contesto internazionale visione che la Regione, tramite il Governo dello che vanifica qualsiasi competenza del nostro Sta - Stato, poteva proporre “ricorso, dinanzi alla Corte tuto. di Giustizia delle Comunità europee, avverso gli atti La previsione di una zona di libero scambio pe - comunitari ritenuti illegittimi, che riguardino materie nalizzerà ulteriormente la nostra agricoltura, anche di competenza regionale” (artt. 19 bis, ter e quater). se i recenti processi di cambiamento che stanno ca - L’elenco delle incongruenze e dei necessari ag - ratterizzando gli equilibri politici degli stati del Nord giustamenti da apportare alla nostra carta costitu - Africa e la crisi che attanaglia l’economia mondiale zionale è molto articolato e sicuramente impatterà con conseguenze devastanti sull’area dell’euro, co - con i profondi processi di ristrutturazione con i stringeranno le parti a rinegoziare l’intero pacchetto. quali il governo nazionale cercherà di procedere Ma, anche in questo caso la Sicilia sarà costretta a alla riforma sul governo delle autonomie locali. Si seguire percorsi diversi rispetto al quadro di riferimento ha un bel dire che in Sicilia la riforma delle provincie previsto dallo Statuto. Bisognerà coinvolgere in non sarà applicata, le spinte al cambiamento saranno modo innovativo non solo i rappresentanti al Par - forti e non facilmente governabili. Ricordo som - lamento europeo eletti in Sicilia, ma anche i competenti messamente che lo Statuto prevedeva la soppressione ministeri che governano i processi economici, di - delle provincie così come erano state disegnate e plomatici e finanziari necessari per attivare il par - concepite nel processo unitario, puntando su un tenariato euro mediterraneo. nuovo rapporto con le aree metropolitane e con i Il progetto di legge costituzionale del 2005 (ARS comuni. Lo Statuto ripensava anche il ruolo dei seduta n. 281 del 30 marzo 2005) si pose questi pro - prefetti e affidava al Presidente della Regione il blemi e propose percorsi innovativi. Uno specifico governo delle forze dell’ordine. titolo, ad esempio, era dedicato ai temi dei rapporti Il mutare degli equilibri politici provocati dal - internazionali con specifico riferimento all’interazione l’irruzione prepotente e irruente del movimento di con l’Unione Europea. L’articolato normativo Grillo renderà estremamente frammentato e rissoso prevedeva la possibilità di attribuire un ruolo de - il dibattito sulla salute dello Statuto e sulla necessità terminante della Regione nei confronti dei processi di avviare una intensa stagione delle riforme strutturali decisionali sia “ascendenti” che “discendenti” esercitati e non di facciata. Di là dalle emotive affermazioni dallo Stato in questo settore. L’art. 19 bis conteneva sulla necessità di abolire l’autonomia speciale, è delle affermazioni forti. Ne ricordiamo alcune: “1. ormai indifferibile aprire un confronto ragionato La Regione, tranne che nelle materie di competenza non solo con i tecnici ma, soprattutto, con i siciliani. esclusiva dello Stato, partecipa alle decisioni dirette Come percepiscono il loro rapporto con l’autonomia? alla formazione degli atti normativi comunitari e La migliore difesa dei valori fondamentali contenuti provvede all’attuazione degli stessi. 2. La Regione, nello statuto non sta in una difesa da arrocco della nell’ambito delle materie di sua competenza e per Carta costituzionale siciliana, bensì nell’attivazione le questioni di diretto interesse, partecipa come di un ragionato processo di modernizzazione e di componente alle delegazioni del Governo dello Stato confronto con i cambiamenti che stanno segnando presso gli organi dell’Unione europea. 3. Nelle materie la nostra terza repubblica. La necessità della “rifon - di propria competenza la Regione, nel rispetto dei dazione” di una nuova stagione politica siciliana principi di diritto internazionale e comunitario, può passa anche da un ripensamento e una riscrittura concludere accordi ed intese con Stati ed enti del nostro Statuto in un’ottica federalista e di sus - territoriali interni ad altro Stato”. Queste affermazioni sidiarietà nazionale. di principio costituivano la premessa per affermare la competenza della Regione a promuovere la coo - * Professore dell’Università di Palermo

Numero 21 - 15 novembre 2012 23 La nostra Costituzione non va abolita

di Enrico La Loggia (*)

raltro, è stato alla base - e questa non può essere una circostanza semplicisticamente derubricabile - dello sviluppo e della crescita della Sicilia, a partire dal dopoguerra. Così come della sua af - fermazione fortemente identitaria nell’ambito della Repubblica una ed indivisibile. È fuori discussione, infatti, che lo Statuto sia stato gestito in maniera ineccepibile nei primi dieci anni dell’autonomia (non a caso definito il “Periodo d’oro”), che videro il grande sforzo di infrastrutturazione dell’Isola unito ad investimenti realmente produttivi e finalizzati allo sviluppo, con la creazione di posti di lavoro “veri” che diedero la possibilità a centinaia di migliaia di siciliani di emanciparsi rispetto ad una situazione di forte degrado (basti solo pensare che, nel 1950, oltre il 50% di loro era analfabeta…). Di quegli anni è anche lo straordinario sfrut - tamento dell’energia isolana. E proprio lo Statuto garantì - seppure in parte - che i proventi di tale ricchezza naturale andassero per lo più a vantaggio di ulteriori iniziative per favorire la crescita e lo sviluppo della Regione. Così come ancora lo Statuto è stato strumento essenziale, negli anni successivi e fino ad oggi, per ottenere - nel confronto con lo Stato centrale - il riconoscimento di im - Che lo Statuto siciliano sia stato, negli ultimi anni, portanti risorse finanziarie cui la Regione aveva tradito nel suo spirito ed utilizzato per una cattiva ed ha buon diritto. gestione della Regione, determinando un’incredibile Questa fase è andata avanti, con vicende alterne, ed ingiustificata proliferazione di privilegi, è un dato fino agli anni Ottanta. Poi è cominciata la cattiva di fatto non contestabile. Ma di qui a sostenere, come gestione alla quale fa giustamente riferimento fa Francesco Merlo, che esso vada abolito - conte - Merlo, con un’analisi che - toni a parte - in gran stualmente all’autonomia regionale di cui rappresenta parte condivido. La crisi industriale, e la conseguente la carta fondamentale - ce ne corre. riduzione di posti di lavoro privati, indussero poi Una cosa, infatti, è criticarne l’uso. Altra mettere le classi dirigenti politiche ad ampliare a dismisura in discussione lo strumento. Strumento che, pe - l’impiego pubblico. Circostanza questa che, quanto

24 Cronache Parlamentari Siciliane Speciale Autonomia

A sinistra: Enrico La Loggia durante un comizio a Cattolica Eraclea il 15 Maggio 1921

In basso: Giuseppe La Loggia

Incapace perfino di utilizzare le ingenti risorse europee che pure per anni sa - rebbero state disponibili. meno in una prima fase, rappresentò una forma Venendo all’oggi, dunque, la questione non è di indispensabile ammortizzatore sociale condivisa Statuto sì o Statuto no, Autonomia sì o Autonomia anche dal sindacato. no. Si tratta solo di recuperare gli elementi portanti Con il passare del tempo, ed il venire meno di dell’uno e dell’altra, rendendoli strumenti virtuosi una seria politica industriale, tutto questo si per una gestione oculata e controllata delle risorse. trasformò in puro e semplice clientelismo. Il che, Tema, quest’ultimo, che non appartiene peraltro unito alla crescita a dismisura degli sprechi e dei solo alla Sicilia, essendo divenuto argomento cen - privilegi ed al progressivo ridursi dei controlli, ha trale delle varie iniziative nazionali tese alla ri - portato alla situazione degli ultimi anni che vede duzione complessiva dei costi della politica. - ahimé - la nostra Sicilia portata sempre più spesso ad esempio come espressione della peggiore capacità (*) Presidente della commissione parlamentare di gestione ed amministrazione della cosa pubblica. per l’attuazione del federalismo fiscale

Numero 21 - 15 novembre 2012 25 L’Autonomia sull’onda dei ricordi

di Ignazio La Lumia (*)

riparto di competenze fra Stato e Regioni (in tal senso si è mosso il Governo nazionale il quale ha approvato una proposta di modifica del titolo V della Costituzione con la pudica motivazione che “si tratta di colmare lacune e correggere criticità della riforma del 2001 un decennio dopo : un tagliando fatto con cura per far funzionare meglio la macchina ”), chi di omologare le Regioni speciali a quelle ordinarie; chi di abolire, tout court , il sistema regionale introdotto dal Costituente. In - somma, la confusione delle lingue, come al solito, è massima, ed è anche strumentale al disegno di quanti non vogliono che cambi nulla. In questo clima, autorevoli commentatori spa - rano a zero contro lo Statuto speciale definito “una palla al piede ” per la Sicilia perchè serve solo a sprecare risorse, ed auspicano la soppressione della conseguente autonomia buona soltanto a produrre un ceto parassitario bollato con l’epiteto di “ casta con le sarde ”. Sinceramente, questo dibattito non mi appas - siona (forse anche per ragioni anagrafiche, non riesco più a digerire le massicce dosi di parole in libertà che quotidianamente ci vengono propinate dai massmedia) e lo lascio volentieri ai politici ed agli esperti della materia; qui desidero sem - plicemente esporre la mia idea di Autonomia Non c’è dubbio che i recenti episodi di malcostume sulla base delle impressioni maturate in oltre venuti a galla in diverse Regioni (sia a livello di trent’anni di “onorato servizio” (una volta si diceva Consigli che di Giunte), oltre ad alimentare il vento così) prestato a Palazzo Reale (o dei Normanni) dell’antipolitica che ormai da anni spira forte nel come funzionario parlamentare. Paese, abbiano innescato culturalmente un ampio Quando fui assunto (tramite pubblico concorso; processo di revisione critica nei confronti dell’istituto ricordo che della Commissione giudicatrice faceva regionale voluto dai padri della Costituzione. parte, tra gli altri, il maestro di diritto amministrativo Le posizioni sono variegate : c’è chi propone presso l’Università di Palermo, prof. Pietro Virga, di creare le macroregioni, chi di rivedere l’attuale che fu allievo di Giovanni Salemi, estensore della

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bozza di statuto, poi discussa, emendata ed ap - di lavoro, ho potuto apprezzarne le capacità provata dalla Consulta regionale nel dicembre direttive e la sensibilità umana. del 1945) correva l’VIII legislatura : Presidente Questi signori erano esponenti (chiedo venia dell’Assemblea regionale siciliana era l’on. Pancrazio per i tanti altri che non ho citato) di un ceto De Pasquale; Presidente della Regione l’on. Santi politico (quello della I Repubblica) ormai scomparso, Mattarella. Da resocontista, per circa cinque anni, che pur tra luci ed ombre aveva avviato un percorso ho assistito a decine di sedute d’Aula, ascoltando di ammodernamento dell’Isola: persone che, in per ore ed ore i discorsi dei deputati dei vari via generale, rispettavano le regole parlamentari schieramenti che si alternavano alla tribuna. Mi (perchè in un parlamento degno di questo nome sono rimasti in mente gli appassionati e chilometrici la forma è anche sostanza), che avevano il senso interventi dell’on. Paolone (dopo un po’ si era let - della misura e dell’opportunità non abusando del teralmente sfiancati...), le involute dichiarazioni loro status, che possedevano competenza tecnica dell’on. Nicoletti (un vero incubo per il resocontista ed abilità politica (provenendo da tradizioni di turno che doveva rivederle), le dotte e piacevoli familiari, da scuole di partito, dal mondo delle dissertazioni di natura storica degli on.li Tricoli professioni liberali ovvero dalle istituzioni uni - e Ganci, le esilaranti amenità lessicali dell’on. versitarie), che consideravano l’autonomia un Cardillo (che richiamavano in una Sala d’Ercole bene da tutelare nell’interesse comune. spesso deserta folle di ascoltatori). Chiusasi questa stagione politica, andata in Ho, poi, continuato (più o meno per altri vent’an - pensione la vecchia classe dirigente (alla quale ni) a frequentare l’Aula per assistere la Segreteria imputo di non avere saputo o voluto allevare le Generale e la Presidenza dell’Assemblea nella nuove leve), presi dalla società civile (che si è conduzione dei lavori parlamentari. Senza voler rivelata assolutamente “incivile”) i candidati al far torto a nessuno, a mio modesto avviso l’on. munus pubblicum, la vita politica siciliana e con Lauricella ( la sua attività di eminente personaggio essa il Parlamento siciliano (a cui è stato tolto, politico siciliano ha formato oggetto di un volume in nome dell’efficienza e del decisionismo, l’atto pubblicato nel maggio scorso a cura del Servizio politico più importante, ossia l’elezione del Pre - della Biblioteca e dell’Archivio storico dell’ARS) sidente della Regione e degli Assessori) sembra è stato l’ultimo Presidente all’”antica” dell’Assemblea. avere imboccato la via del tramonto. La sua autorevolezza era indiscussa. Non amava Certamente, per invertire la rotta, è utile, anzi presiedere, per cui andava in Aula allorchè l’at - necessario, ridurre il numero dei deputati regionali mosfera politica cominciava a surriscaldarsi. La (già è un segnale positivo la prossima approvazione sua presenza, come per incanto, riportava la calma - manca l’ultimo passaggio alla Camera - del e rasserenava gli animi, come avveniva un tempo disegno di legge costituzionale che porta a 70 i a scuola quando il Preside severo entrava in una componenti dell’ARS) e rivedere l’assetto delle classe di studenti vocianti ed indisciplinati. Dopo competenze fra i diversi livelli di potere locale; di che il Presidente Lauricella, ristabilita la quiete ma, al di là della modifica di norme e procedure e composte le questioni politiche, lasciava lo (anche le tavole della legge e le istituzioni invec - scranno e ritornava nel suo studio si to nella Torre chiano), il dato di fondo è uno solo: sino a quando Pisana, dove si diceva aleggiasse lo spirito di Fe - chi ci rappresenta non sarà politicamente e cul - derico II. turalmente all’altezza del compito (solitamente Nel frattempo, ho anche avuto modo di cono - la cultura è nemica dell’arroganza e della disonestà) scere, da segretario della Commissione speciale l’autonomia siciliana rimarrà un prodotto senza per la riforma della Provincia, la personalità mercato. Purtroppo, l’esperienza ci insegna che dell’on. Michelangelo Russo chiamato a presiederla questo tipo di candidati non prende voti! . Il suo aspetto burbero ed i suoi modi spicci in - cutevano timore; ma, frequentandolo per ragioni (*) già Vice Segretario dell’Ars

Numero 21 - 15 novembre 2012 27 La Biblioteca dell’Ars custode della memoria

di Antonio Purpura (*)

garantita da uno Statuto, si pose l’esigenza di creare un apparato funzionale al ruolo della na - scente Istituzione parlamentare. La Biblioteca fu uno tra i primi uffici del neonato organigramma dell’Assemblea e assunse immediatamente un’im - portanza di primo piano quale luogo fisico di ricerca e studio delle origini storiche dell’istituzione parlamentare in Sicilia e della sua evoluzione sotto il profilo giuridico. Una vocazione che si è coerentemente sviluppata nel tempo secondo quel detto enunciato dal politico e critico inglese dell’Ottocento Augustine Birrell per cui “Le biblioteche non si fanno; crescono”.

La vocazione “autonomistica” della Biblioteca dell’Ars Questa vocazione “autonomistica” ha consentito l’acquisizione di un patrimonio bibliografico d’im - pronta prevalentemente giuridico-istituzionale ed umanistica che ha un notevole rilievo anche paragonandolo a quello delle biblioteche delle altre assemblee legislative regionali. Per quanto attiene più strettamente al patrimonio archivistico e bibliografico la Biblioteca conserva, ad oggi, circa 120.000 documenti, prevalentemente Non solo conservazione, ma anche aggiorna - su supporto cartaceo, comprendenti 60.000 mo - mento, ricerca e promozione culturale. La Biblioteca nografie, oltre 1.300 periodici, 350 dei quali dell’Assemblea regionale siciliana, “scrigno” che correnti, ed una consistente e pregevole emeroteca custodisce la memoria storica e giuridica dell’Au - con i più diffusi quotidiani italiani e stranieri, tonomia siciliana è certamente il principale punto nonché le principali riviste in materia giuridica di riferimento per chiunque voglia approfondire e parlamentare. la conoscenza dei fatti e dei valori che furono alla Il “Fondo antico”, formato da circa 3.500 base della democrazia in Sicilia. volumi, è costituito dal fondo speciale «Villase - Quando, nel 1947, nacque la Regione siciliana, vaglios», relativo alla storia della Sicilia, e da ma - dotata, come è noto, di un’autonomia speciale noscritti, incunaboli, cinquecentine ed altre

28 Cronache Parlamentari Siciliane Speciale Autonomia

edizioni antiche e di pregio. Carattere archivistico In quest’ottica onnicomprensiva moltissimi riveste la collezione documentaria «Arezzo di Tri - dei documenti e degli atti posseduti dalla Biblioteca filetti», concernente la storia dei Parlamenti dell’Assemblea si inquadrano in una concezione siciliani dei secoli XVI-XIX. assai ampia dell’Autonomia stessa con un unico L’incremento di questo patrimonio ha seguito filo conduttore: la ricostruzione, la conservazione un triplice filone: innanzitutto quello della storia , e la valorizzazione dell’intero patrimonio biblio - da quella antica a quella più recente, dai “Parla - grafico, archivistico, culturale riconducibile alla menti” del Regno di Sicilia alla documentazione Sicilia in senso lato. Negli anni all’attività principale relativa a capitula, costitutiones, prammatiche e consistente nella raccolta delle opere bibliografiche, tutto quel diritto “parlamentare” antico che ci ri - delle riviste, delle testate giornalistiche, si è manda all’aspirazione indipendentistica del popolo aggiunta un’attività di promozione culturale con siciliano; quello dell’ arte e della cultura che nelle l’organizzazione di mostre, di spettacoli, di incontri espressioni più tipiche del Parlamento regionale formativi rivolti agli studenti, di concerti che co - ha trovato mirabili esempi, a partire dallo stesso munque presentassero un preciso leit-motiv: la Palazzo Reale, testimonianza poliedrica delle ten - conoscenza dell’istituto autonomistico attraverso denze autonomistiche e dell’originalità della po - il patrimonio della Biblioteca. sizione siciliana, anche sotto il profilo artistico; Per garantire la continuità di questo impegno, infine quello più squisitamente giuridico ed eco - l’Assemblea assicura alla Biblioteca una adeguata nomico , saggi, convegni e studi sull’atteggiarsi dotazione finanziaria. Il controllo delle attività, dell’istituto autonomistico in Sicilia in uno con che prevedono servizi offerti ai deputati, ai par - il contesto storico italiano. lamentari nazionali ed europei, agli studiosi come

Numero 21 - 15 novembre 2012 29 agli studenti, è affidato ad un regolamento e ad stituzione del 1812, dalla digitalizzazione e dalla una Commissione parlamentare permanente di messa on-line sul sito dell’Assemblea dei numeri vigilanza che valuta la congruità e l’adeguatezza della Gazzetta Britannica di Messina dal 1808 al rispetto agli scopi della Biblioteca stessa. 1814 e di tanti altri documenti relativi alla storia dei Parlamenti di Sicilia, ai capitula regni, alle costitutiones, alle altre fonti del diritto parlamentare antico ed alla sua evoluzione e storia. La Biblioteca Il patrimonio della Biblioteca spazia inoltre fra tradizione e multimedialità dal diritto costituzionale anche di altri paese Nel tempo le collezioni sono state ampliate e europei, all’economia, non trascurando la letteratura alla tradizionale e sempre valida raccolta cartacea, siciliana, oltre che italiana e straniera, la storia insostituibile sotto il profilo del pregio e della e l’arte. Ed ancora: video, dvd, ma anche le emozioni rarità dei documenti, si è affiancata un’attività di foto dei deputati e delle campagne elettorali di divulgazione attraverso il mezzo informatico. delle prime legislature e le immagini di Sala Negli anni più recenti, l’opportunità di costruire d’Ercole in bianco e nero. Questi ultimi documenti reti interbibliotecarie ha permesso alla Biblioteca costituiranno la base per un progetto che l’As - di svilupparsi nella direzione della modernizzazione semblea regionale ha già in cantiere: l’istituzione delle procedure di gestione delle opere e delle di un archivio fotografico e multimediale all’interno attività amministrative. del neo istituito Archivio storico, inaugurato nel Un esempio recente è costituito, nell’ambito 2007 alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio delle manifestazioni per il bicentenario della Co - Napolitano, in occasione delle celebrazioni per

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il 60° anniversario della banche dati anche da parte di altri servizi dell’Area prima seduta dell’Ars. legislativa. Come si è prima ac - La Biblioteca raccoglie, poi, alcune pubblicazioni cennato, nel patrimonio a cura della facoltà di Giurisprudenza dell’Università bibliografico una parte di Palermo sulle tematiche di proprio interesse di assoluto rilievo hanno ed altri importanti studi e pubblicazioni universitari. i documenti relativi alle Altri titoli posseduti rinviano, invece, a tematiche origini dell’Autonomia di carattere economico e sociale (vedi, ad esempio speciale: scritti sul se - “La fionda sicula. Piano dell’autonomia siciliana” paratismo, sul contesto o “L’industria zolfifera siciliana. Origini, sviluppo, storico che diede vita declino”). allo Statuto, opere mo - In ultimo, particolare attenzione è prestata nografiche e miscella - alla giurisprudenza: una “chicca” è rappresentata nee, atti di convegni e dalla raccolta completa di tutte le sentenze collane di studi giuridici. emesse dall’Alta Corte per la Regione siciliana Si segnalano, soltanto dal 1948 al 1954. Un “cimelio storico”, tuttavia a titolo esemplificativo, ancora attuale, se è vero che di tanto in tanto il Rapporto del Consiglio si affaccia la proposta di ripristinare quell’organo straordinario di Stato giurisdizionale speciale istituito in un’ottica di convocato in Sicilia con avanzato autonomismo e poi cancellato in os - decreto del 19 ottobre sequio alle esigenze di unità e indivisibilità della 1860, che illustra le stra - Repubblica. tegie da adottarsi per La Biblioteca affronterà anch’essa le difficoltà conciliare l’unità italiana imposte dalle esigenze di contenimento di spesa coi bisogni della Sicilia, e di razionalizzazione degli spazi. Ma il valore con una prefazione dello storico Francesco Renda; che essa esprime, nel suo patrimonio e nel lavoro i lavori preparatori dello Statuto a cura di Giovanni quotidiano, dovrà essere mantenuto, dato che Salemi; la storia dell’autonomia dal fascismo allo “ogni biblioteca è, per necessità, una creazione Statuto di Romolo Menighetti; gli atti dei congressi incompleta, un work-in-progress, e ogni scaffale sul Risorgimento; le relazioni ed i discorsi par - vuoto preannuncia i libri che verranno” ( Alberto lamentari di Gaspare Ambrosini; una sintesi del Manguel , La biblioteca di notte , 2006). Per il futuro quindicinale “la Voce dell’isola” degli anni ‘50 si guarda al progetto di una nuova prestigiosa e contenente articoli sul rilancio e la difesa dell’au - moderna sede nel Palazzo ex Ministeri, acquistato tonomia della Regione (1956); i discorsi pronunciati dall’Assemblea regionale alcuni anni fa, che potrà alla Camera dei deputati dall’onorevole Emanuele rappresentare un momento fondamentale per il Macaluso ed altri sulla mozione riguardante i rilancio della nostra Biblioteca. Sul Corso Vittorio rapporti tra Stato e Regione siciliana (1964); Emanuele, il vecchio Cassaro di Palermo, laddove alcuni numeri speciali del quotidiano “L’Ora” de - nell’antichità scorrevano i fiumi Papireto e Kemonia, dicati ai 40 anni della Regione siciliana e del suo si formerebbe un asse non solo ideale, ma anche statuto (1986). fisicamente unitario: un polo di attrazione della Il monitoraggio costante delle linee di tendenza cultura siciliana che veda susseguirsi la Biblioteca viene assicurato, oltre che con l’acquisto di manuali, dell’Assemblea, il Palazzo Arcivescovile e la Bi - pubblicazioni, monografie, codici e raccolte di blioteca centrale della Regione. leggi, anche attraverso l’abbonamento a riviste scientifiche ed universitarie. Né va dimenticato (*) Direttore Ars l’aggiornamento garantito dall’abbonamento a del Servizio Biblioteca e Archivio storico

Numero 21 - 15 novembre 2012 31 I Presidenti dei Governi della Regione Siciliana

Giuseppe ALESSI Angelo BONFIGLIO ALESSI II BONFIGLIO II Franco RESTIVO Santi MATTARELLA RESTIVO II MATTARELLA II* ALESSI III Mario D’ACQUISTO Giuseppe LA LOGGIA D’ACQUISTO II LA LOGGIA II Calogero LO GIUDICE Santi NICITA MILAZZO II Modesto SARDO MILAZZO III Rosario NICOLOSI Benedetto MAJORANA DELLA NICCHIARA NICOLOSI II Salvatore CORALLO NICOLOSI III Giuseppe D’ANGELO NICOLOSI IV D’ANGELO II NICOLOSI V Vincenzo LEANZA D’ANGELO III Giuseppe CAMPIONE D’ANGELO IV CAMPIONE II D’ANGELO V Francesco MARTINO D’ANGELO VI Matteo GRAZIANO Francesco CONIGLIO Giuseppe PROVENZANO CONIGLIO II Giuseppe DRAGO CONIGLIO III Angelo CAPODICASA Vincenzo GIUMMARRA CAPODICASA II LEANZA II CAROLLO II Mario FASINO CUFFARO II FASINO II FASINO III FASINO IV FASINO V * Assassinato Mattarella il 6 gennaio 1980, le sue fun zio ni GIUMMARRA II furono assunte dal vice presidente Gaetano Giu lia no

32 Cronache Parlamentari Siciliane I Presidenti dell’Assemblea Regionale Siciliana

I LEGISLATURA 1947 – 1951 IX LEGISLATURA 1981 – 1986 Ettore Cipolla Salvatore Lauricella

II LEGISLATURA 1951 – 1955 Giulio Bonfiglio X LEGISLATURA 1986 - 1991 Salvatore Lauricella III LEGISLATURA 1955 – 1959 Giuseppe La Loggia XI LEGISLATURA 1991 – 1996 Giuseppe Alessi dal 29/11/56 Paolo Piccione IV LEGISLATURA 1959 – 1963 Angelo Capitummino dal 10/12/93 Ferdinando Stagno D’Alcontres

XII LEGISLATURA 1996 – 2001 V LEGISLATURA 1963 – 1967 Rosario Lanza Nicola Cristaldi

VI LEGISLATURA 1967 – 1971 XIII LEGISLATURA 2001 – 2006 Rosario Lanza (Dc) Guido Lo Porto

VII LEGISLATURA 1971 – 1976 Angelo Bonfiglio XIV LEGISLATURA 2006 – 2008 Mario Fasino dal 10/4/74 Gianfranco Micciché

VIII LEGISLATURA 1976 – 1981 Pancrazio De Pasquale XV LEGISLATURA 2008 – 2012 Michelangelo Russo dal 03/5/79 Francesco Cascio

Numero 21 - 15 novembre 2012 33 d P d ( A a u d

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GRAFICA Rosy Ingrassia