Mafia E Politica Tra Lo Sbarco Alleato E La Fine Degli Anni ’50

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Mafia E Politica Tra Lo Sbarco Alleato E La Fine Degli Anni ’50 Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali e Studi Europei Tesi di laurea in Storia contemporanea Mafia e politica tra lo sbarco alleato e la fine degli anni ’50 Relatore: Candidato: Chiar.mo Prof.re Sandro Rogari Agostino Amato Anno Accademico 2013/2014 Ad Agnese, ti difenderò dalla malvagità del mondo e ti aiuterò a riconoscerla. Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, 1961: “Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia... A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno... La linea della palma... Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato... E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già, oltre Roma”. Giovanni Falcone, intervista: “La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Paolo Borsellino, intervista: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Sommario Introduzione..........................................................................................................................5 1. Lo sbarco alleato in Sicilia, l’AMGOT, il separatismo, il banditismo e la mafia. 1.1 10 luglio 1943, arrivano gli americani..........................................................................................9 1.2 L’AMGOT in Sicilia....................................................................................................................16 1.3 La Sicilia del separatismo............................................................................................................21 1.4 La Sicilia del banditismo.............................................................................................................33 1.5 La “folgorante ripresa della mafia”.............................................................................................43 2. La Sicilia del 1946: Autonomia e Referendum. 2.1 15 maggio 1946, la nascita della Sicilia autonoma......................................................................53 2.2 2 Giugno 1946, Monarchia o Repubblica?..................................................................................62 3. Il biennio 1947-48: le elezioni regionali, le stragi e le elezioni nazionali. 3.1 20 Aprile 1947, le elezioni regionali...........................................................................................70 3.2 La banda Giuliano, Portella della Ginestra e la “guerra” ai comunisti.......................................77 3.3 18 Aprile 1948, le elezioni nazionali: la mafia si schiera...........................................................95 4. Il movimento contadino, la riforma agraria e la trasformazione della mafia. 4.1 Il movimento contadino e la riforma agraria............................................................................107 4.2 La trasformazione della mafia..................................................................................................115 4.3 Un’altra storia...........................................................................................................................119 Conclusioni........................................................................................................................130 Appendice 1. Intervista a Giuseppe Casarrubea........................................................135 Appendice 2. Intervista a Salvatore Lupo.................................................................142 Appendice 3. Intervista a Giuseppe Carlo Marino....................................................149 Appendice 4. Intervista ad Andrea Camilleri............................................................159 Bibliografia........................................................................................................................167 Introduzione Lo sbarco degli alleati sulle coste siciliane avvenuto nella notte del 10 luglio 1943 rappresenta senza dubbio uno dei momenti più importanti della storia dell’Italia contemporanea. La risalita delle truppe alleate lungo tutta la penisola e la contemporanea lotta partigiana nelle regioni del Nord liberarono l’Italia dal giogo nazi-fascista e diedero il là per la creazione di uno Stato pienamente democratico. Alla liberazione dell’Italia ed alla riconquistata libertà per il popolo italiano fece da contraltare il risveglio della principale organizzazione criminale presente allora sul territorio italiano, e siciliano in particolare. La mafia. Questa, nonostante i numerosi tentativi per combatterla e debellarla fatti dai vari governi che si erano succeduti nel corso dei decenni, era sempre ritornata alla ribalta. Nemmeno la celeberrima “operazione Mori” intrapresa dal fascismo era riuscita a sconfiggere quel cancro che da decenni si annidava nella società siciliana. Nonostante i proclami fascisti dell’avvenuta sconfitta della mafia grazie al Prefetto Mori, l’organizzazione criminale, che si era letteralmente assopita per tutti gli anni ’30, trovò nuova linfa dallo sbarco alleato del ’43. Da quell’evento epocale inizierà una nuova stagione per la mafia; impegnata ad aiutare gli americani nello sbarco, a cercare il miglior referente politico, a difendere i propri interessi nelle campagne siciliane osteggiando la riforma agraria, a mutare radicalmente il proprio campo d’azione trasferendo i propri interessi dai grandi latifondi siciliani alle grandi città dell’isola ed infine ad inserirsi in maniera decisa e spregiudicata nei gangli delle amministrazioni comunali e regionali. Questo elaborato ha l’obiettivo di analizzare tutti gli eventi storici che, dallo sbarco delle truppe alleate in Sicilia del luglio 1943 arrivano alla fine degli anni ’50, ponendo il focus sulla Sicilia e sugli sviluppi del rapporto tra mafia e politica. L’elaborato si suddivide in quattro capitoli e quattro appendici, in cui sono riportate le interviste a tre importanti professori nonché storici siciliani; Giuseppe Casarrubea, Salvatore Lupo e Giuseppe Carlo Marino ed allo scrittore siciliano Andrea Camilleri che visse in prima persona quegli eventi storici. Il primo capitolo prende le mosse dallo sbarco alleato avvenuto nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1943. Si incontrano qui alcuni dei protagonisti principali di quegli avvenimenti, i capi militari alleati ed i boss mafiosi siciliani, uno su tutti don Calogero Vizzini, boss del 5 paese di Villalba. L’arrivo delle truppe alleate è, per la popolazione civile, il segnale che la guerra sta per volgere al termine e che sta per finire quell’interminabile periodo di sofferenza e distruzione iniziato tre anni prima, o sarebbe più esatto dire, iniziato con l’avvento del fascismo. Completate le operazioni di sbarco, gli alleati diedero vita al governo di amministrazione dell’isola noto con l’acronimo AMGOT. Tale organo aveva come compito principale quello di gestire l’attività politico-amministrativa dell’isola e far fronte ai bisogni essenziali della popolazione civile. Nonostante questi nobili obiettivi, l’AMGOT commise il grave errore di non utilizzare la giusta attenzione nella sostituzione dei podestà fascisti a capo delle città siciliane, infatti, gli alleati posero a capo delle amministrazioni comunali, sì gente che si professava antifascista (e che lo era davvero), ma che era allo stesso tempo legata a doppio filo con la mafia o era mafiosa essa stessa. La mafia così iniziò a rialzare prepotentemente la testa ed a guadagnare piano piano quella legittimazione politica che aveva sempre desiderato. Le vicende che preludono alla fine della guerra, risvegliano, oltre che la mafia, assopitasi dopo le repressioni del Prefetto Mori della fine degli anni ’20; anche un nuovo spirito separatista ed indipendentista siciliano. Nasce così il Movimento per l’Indipendenza Siciliana alla cui testa si pongono personaggi di spicco dell’alta società siciliana: Andrea Finocchiaro Aprile, Lucio Tasca (che verrà nominato sindaco di Palermo), Antonio Varvaro e Antonio Canepa. Questo movimento ebbe il merito di porsi immediatamente come una delle poche alternative (insieme al PCI) capace di traghettare la Sicilia verso una piena e compiuta democratizzazione. Il movimento ebbe “gioco facile” poiché in Sicilia, a differenza che nel resto d’Italia, non vi era stato un movimento di lotta partigiana e quindi il PCI non aveva una presa sulle masse tale da potersi ergere a rappresentante politico e sociale della popolazione siciliana. Strettamente collegato al fenomeno separatista fu il banditismo, altro elemento che nelle vicende siciliane torna spesso. All’arrivo degli alleati si contano in Sicilia ben 37 bande armate, ma solo una fu quella che, grazie al suo avvicinamento alla sfera politica, rimase in attività per anni e che seminò terrore e morte nella Sicilia occidentale; la banda di Salvatore Giuliano. L’enorme capacità della mafia di adattarsi agli eventi e di farli volgere a proprio favore fece parlare, alcuni anni dopo, di “folgorante ripresa” della mafia. Il secondo capitolo è dedicato a due importanti avvenimenti politici e sociali che si svolgono nel 1946: il primo
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