DOMENICA 26 AGOSTO 2012 LA SICILIA CALTANISSETTA .33 CULTURA & SOCIETÀ

GELA. RICORDO DEL PROF. GIUSEPPE TRAINITO MEDAGLIA D’ORO PER MERITI SCOLASTICI Docente e chimico di gran prestigio Tra i personaggi di Terranova- che si sono distinti dando alle stesse indirizzi specialistici. specializzazione dei periti delle confezioni industriali, con durante la loro attività professionale, un posto di rilievo Fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche nei campi sede a Milano, per la quale ricevette una seconda medaglia spetta al prof. Giuseppe Trainito illustre docente di chimica della chimica organica, inorganica e generale, della fisica e d’oro. Nel 1982, con una solenne cerimonia svoltasi e attento sperimentatore. Nato a Terranova nel 1904, dell’elettrochimica. nell’aula consiliare del Comune di Gela, ricevette il dopo aver frequentato i corsi superiori, nel 1931 si laureò Nella sua lunga carriera, oltre ad essere sempre stimato da “Tetradramma” da parte dell’Archeoclub gelese di in chimica all’università di . Già durante i corsi alunni e collaboratori, ottenne vari brevetti tra i quali concerto con l’Azienda di soggiorno e turismo e universitari fu analista chimico presso lo zuccherificio di quello dell’apparecchio per la determinazione della l’amministrazione comunale, quale figlio illustre di Gela. Arquà (Rovigo) dove fu direttore dal 1936. percentuale di zucchero contenuta nelle soluzioni con Giuseppe Trainito cessò di vivere il 9 settembre 1991, Nel 1941, a 37 anni, iniziò il suo lungo percorso di docente. l’uso del liquido “Feling”. Altro brevetto, quello lasciando un bel ricordo in tutta la cittadinanza, che aveva Fu preside di alcuni importanti istituti superiori del Veneto, riguardante la conservazione della frutta in ambiente privo apprezzato la sua lunga carriera di studioso e di eccellente tra cui il «Guglielmo Marconi» di Padova, dove visse fino di ossigeno. Fu insignito di medaglia d’oro per meriti sperimentatore. Per questo lo abbiamo ricordato, affinché agli ultimi giorni della sua operosa esistenza. Durante scolastici e culturali, e successivamente venne anche le nuove generazioni possano apprendere notizie sui nostri l’attività di docente favorì in alcune scuole di Padova e nominato commendatore dell’Ordine della Repubblica. concittadini benemeriti. UN’ANTICA MONETA TETRADRAMMA Vicenza l’istituzione di sezioni di chimica industriale, Trainito fu inoltre fondatore di una scuola per la RENZO GUGLIELMINO

Nel 1944 a Villalba il comizio MSOMMATINOM organizzato da Pantaleone e compagni sfociò nella sparatoria Tanti ricordi ordinata dal boss don Calò Vizzini quando prese la parola Li Causi e nostalgie dell’ultimo Da alcuni documenti dell’archivio del- la Federazione Pci di Caltanissetta, da me recentemente ordinati e deposita- calzolaio ti presso l’Istituto Gramsci di Palermo, sono emersi alcuni rapporti “interni” A sinistra SOMMATINO. Quello del calzolaio, co- inediti sui gravi fatti di Villalba del 16 , nosciuto nel nostro dialetto siciliano settembre 1944. Come è noto, in quel- il cui comizio come «Lu mastru scarparu», era un la data, durante un comizio di Li Causi scatenò a Villalba mestiere molto diffuso in passato, con - da poco rientrato in Sicilia dopo lun- nel 1944 la una funzione essenziale, in quanto ghi anni di carcere fascista - scoppiò reazione dei consentiva ai meno abbienti di poter una violenta sparatoria, ordinata dal mafiosi locali continuare ad usare le vecchie calza- capo mafia . guidati dal ture con una modica spesa di ripara- Dalle carte esaminate viene smenti- “patriarca” don zione. Egli stava tutti i giorni in botte- to - come da più parti fu invece soste- Calò Vizzini (a ga dietro un banchetto con tutti gli ar- nuto - ogni possibile “consenso” dello destra). nesi che gli servivano, tra i quali spago, stesso capo mafia a tenere il comizio, chiodi, pece, lesina, incudine, martel- “a patto che non venissero toccati gli lo, cuoio, pelle, forme di legno che argomenti: terra e mafia”. D’altronde servivano da modello per fabbricare le non è pensabile che una forza politica scarpe nuove e altri ancora. come il Pci, impegnata in quel frangen- Il calzolaio non si limitava semplice- te in prima linea nella mobilitazione mente a risuolare le scarpe o a siste- dei contadini nei latifondi, potesse ac- Quando la mafia sparò marne i tacchi, il suo era un mestiere cettare qualsiasi tipo di condiziona- completo, si occupava di fabbricare mento. La verità che emerge dai docu- scarpe a mano e su misura, e sapeva menti è infatti ben altra. Alla Federa- fare anche altri lavori di riparazione su zione comunista nissena l’invito a te- borse, cinture e tutto con la massima nere un comizio a Villalba, con la pre- accuratezza. Oggi purtroppo questo cisa richiesta della presenza del “capo” sui comunisti in piazza mestiere è in via di estinzione. Le nuo- dei comunisti siciliani, era stata avan- ve tecnologie, infatti, rendono il lavo- zata dal villalbese Michele Pantaleone, ro più veloce permettendo la vendita da qualche tempo in rotta di collisione dei prodotti ad un costo sempre più col Vizzini. basso, di conseguenza le scarpe solita- In un primo momento il gruppo di- mente, quando si rompono, vengono rigente comunista aveva manifestato in difesa dei lavoratori buttate via e non più portate ad aggiu- più di una perplessità; soprattutto per stare. il rischio al quale si esponeva Li Causi. Martino Tricoli è l’ultimo calzolaio Alla fine si era deciso comunque di ac- ponendo a tutti di non uscire di casa e to per gli oratori. L’uscio della vicina liani era inarrestabile e ad un certo tre Li Causi, anch’esso ferito, veniva di Sommatino, oggi ha 66 anni, è in cogliere la richiesta di Pantaleone. Si di non partecipare al comizio. Panta- Chiesa Madre era aperto e vi sostava punto Vizzini aveva gridato «Non è ve- portato via dalla piazza (da lì a poco sa- pensione e ci racconta come il suo era quindi noleggiato, dalla ditta AST, leone informava anche che gli accoliti un gruppo di persone, tra i quali si rico- ro! ». Lilli Geraci, a lui vicino, aveva ri- rebbe stato trasferito a Palermo per mestiere sia cambiato nel corso degli un vecchio camion scoperto, fissando del Vizzini disponevano di un arsena- nosceva anche il noto Beniamino Fari- battuto: «Dì che cosa non è vero! », ed un delicato intervento chirurgico). anni: «Ho fatto il calzolaio per 48 an- la partenza da Caltanissetta, davanti il le di armi: pistole, fucili, bombe a ma- na. Calogero Vizzini invece si era collo- anche lo stesso Li Causi aveva invitato Alcuni testimoni avevano visto lo ni; già prima di compiere 18 anni ho palazzo municipale, per la mattina del no, per lo più di provenienza dell’Eser- cato davanti al palco, proprio in mezzo Vizzini a manifestare il proprio pensie- stesso Vizzini, con la pistola in mano, iniziato a fare l’apprendista presso “lu 16 settembre alle ore 8. La delegazione cito Italiano in disfatta dopo la caduta alla delegazione nissena. ro, ma evidentemente quello non era chinarsi e sparare sotto il camion, do- masciu”. Eravamo in tre a imparare il che avrebbe seguito il comizio di Li del regime fascista. Intorno alle 18 aveva inizio il comi- altro che il segnale dell’avvio della spa- ve si era nascosto un ragazzo. Si sareb- mestiere. Si lavorava ogni giorno e il Causi a Villalba era composta da circa Pur consapevoli del pericolo, il grup- zio, introdotto dal giovanissimo Maca- ratoria. be saputo in seguito che il giovane era lavoro era abbondante. Poi, negli anni, 25 militanti tra minatori, contadini e po dei comunisti nisseni partiva ugual- luso, seguito da Cardamone, quindi la Iniziava così una fitta serie di spari; rimasto seriamente ferito alla schiena. sono riuscito ad aprire pure la mia giovani, guidata dal segretario della mente; per di più disarmato. Giunto a parola a Li Causi. soprattutto di colpi di fucili e bombe a Come è noto le indagini furono lun- bottega» Federazione Luigi Cardamone, da Villalba trovava le strade deserte e le Finché gli interventi si erano limita- mano. Del tutto assenti le locali forze ghe e lacunose, ma, per la prima volta Ci mostra gli strumenti che utilizza- Emanuele Macaluso, Lilli Geraci ed al- porte sbarrate, accolto solo dai fratelli ti ai temi di politica nazionale e regio- dell’ordine. - grazie alla pressione del gruppo par- va e che poi, purtroppo, col tempo, tri. Michele e Angelo Pantaleone e da uno nale tutto era rimasto calmo e l’udito- Gli spari provenivano sia dalla parte lamentare comunista - emersero gli non gli sono più serviti, per un mestie- Prima della partenza era arrivato in sparuto gruppo di militanti. Consu- rio esiguo. Quando Li Causi aveva ini- della piazza, tra la banca e la Chiesa intrecci mafia-politica. re che quindi scompare. E a proposito auto nel capoluogo Pantaleone, che mata una magra colazione - un gruppo ziato a parlare delle durissime condi- Madre, sia dalle strade confluenti; alle Il resto della storia è sin troppo nota, del suo lavoro, così conclude: preoccupato informava il gruppo nis- in casa Pantaleone, un altro in casa zioni dei lavoratori della terra, la gen- spalle dell’uditorio. La sparatoria ces- ricostruita magistralmente da Luigi «Oggi I giovani non vogliono più seno sul fatto che gli uomini di don Marsala - ci si approssimava verso la te - come attratta da una calamita - si sava solo quando la folla era completa- Lumia nel secondo volume di «Villalba, farlo perché non ci sono più i guada- Calò, grazie anche all’aiuto del fratello piazza, dove era stato parcheggiato il era riversata via via in piazza. La poten- mente defluita. Alcuni feriti giacevano storia e memoria». gni di un tempo». arciprete, avevano girato il paese im- camion e predisposto un piano rialza- za oratoria del capo dei comunisti sici- a terra (Immormino e Carvotta), men- FILIPPO FALCONE ELISA AURIA

NUOVO LAVORO DI DON MASSIMO NARO CHE HA PUBBLICATO LA RACCOLTA DI SAGGI DAL TITOLO «SORPRENDERSI DELL’UOMO» Le «domande radicali» della letteratura contemporanea Nuovo lavoro di don Massimo Naro, direttore del parte italiane, riguardo al senso dell’esistenza con una prospettiva teologica. La radicalità di que- e scrittrice mistica palermitana Angelina Lanza Centro Studi “Cammarata” di San Cataldo, che ha umana. Si tratta di questioni importanti, sulle qua- ste domande è data proprio dal loro essere sempli- Damiani a e la sua “umile Italia”, dallo pubblicato una raccolta di saggi sotto il titolo «Sor- li anche la teologia si ferma a pensare, spesso pro- ci, dal loro chiamare in causa l’esperienza di tutti. scrittore giornalista e drammaturgo Pippo Fava a prendersi dell’Uomo. Domande radicali ed erme- prio a partire dalle suggestioni che si possono in- Domande semplici, che in fondo si pongono all’u- un altro autore siciliano come Carmelo Samonà, neutica cristiana della letteratura» (Cittadella Edi- contrare nella scrittura dei poeti e dei narratori. manità più comune, che dovrebbero essere costi- dal romanziere e saggista Mario Pomilio a un altro trice). «La letteratura che ha lasciato segni nella storia tutive per tutti quelli che attraversano il mondo apprezzato siciliano come il filosofo Sebastiano Don Massimo si occupa di tematiche connesse al si è sempre rivolta all’essenziale – rimarca nella (anche per chi è lontano da ogni fede religiosa), ma Addamo, proseguendo con altri conterranei quali rapporto tra arte e teologia, spiritualità e teologia, presentazione del volume Giulio Ferroni, storico che perlopiù sono dimenticate e cancellate nel il romanziere Giuseppe Bonaviri e il poeta e gior- religioni e teologia. Tra le sue precedenti pubblica- della letteratura, critico letterario e scrittore –, ha convulso movimento della comunicazione collet- nalista Santino Spartà. Si conclude con la Bibbia zioni, da ricordare «Teologi in ginocchio, Figure di interrogato i dati determinanti dell’esistenza indi- tiva, tra i banali e infiniti miti dell’apparenza e del Musiva di Monreale riletta con David Maria Turol- spirituali nella Sicilia contemporanea» (2006), viduale e collettiva, ha condotto gli esseri umani a consumo, nella diffusa mercificazione della vita». do e Romano Guardini. «Anelli tutti di una sola catena. I santi nei mosaici confrontarsi con il loro destino, a riconoscere ciò Autori a confronto, dunque, con le loro “doman- «L’intento di questo libro – scrive Naro - non è di del Duomo di Monreale» (2006), «Il Duomo di che veramente conta, ciò che dà senso alla vita. Il de”, con la rassegna che principia da don Divo avallare un’interpretazione credente dei letterati Monreale. Lo splendore dei mosaici» (2009). suo orizzonte è stato sempre quello delle “do- Barsotti, l’insigne mistico e teologo fondatore del- contemporanei e delle loro interrogazioni radica- I saggi raccolti in questo nuovo volume si pro- mande radicali”, a cui è dedicato questo libro di la Comunità dei Figli di Dio, autore di un saggio de- li, non sempre e non necessariamente coinciden- pongono di intercettare e decifrare – con attenzio- Massimo Naro, che interroga il loro rilievo nella let- dicato a Giacomo Leopardi. L’attenzione si sposta ti con le istanze di carattere religioso (…). E neppu- ne e con intenzione teologica – le domande radica- teratura del Novecento, secondo il punto di vista poi su altri rappresentanti della letteratura, dal re se ne vuole accreditare un’interpretazione laica. li che la letteratura contemporanea ha formulato in del cristianesimo, in un appassionato e proble- cardinale filosofo John Henry Newman a Luigi Pi- Piuttosto se ne tenta una lettura pluralistica». DON MASSIMO NARO alcune delle sue migliori pagine, qui in maggior matico confronto, tra discrimine e convergenza, randello e le sue “lanterninosofie”, dalla poetessa WALTER GUTTADAURIA