Società E Cultura 65
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Società e Cultura Collana promossa dalla Fondazione di studi storici “Filippo Turati” diretta da Maurizio Degl’Innocenti 65 1 Manica.indd 1 19-11-2010 12:16:48 2 Manica.indd 2 19-11-2010 12:16:48 Giustina Manica 3 Manica.indd 3 19-11-2010 12:16:53 Questo volume è stato pubblicato grazie al contributo di fondi di ricerca del Dipartimento di studi sullo stato dell’Università de- gli Studi di Firenze. © Piero Lacaita Editore - Manduria-Bari-Roma - 2010 Sede legale: Manduria - Vico degli Albanesi, 4 - Tel.-Fax 099/9711124 www.lacaita.com - [email protected] 4 Manica.indd 4 19-11-2010 12:16:54 La mafia non è affatto invincibile; è un fatto uma- no e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fe- nomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze mi- gliori delle istituzioni. Giovanni Falcone La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un mo- vimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità… Paolo Borsellino 5 Manica.indd 5 19-11-2010 12:16:54 6 Manica.indd 6 19-11-2010 12:16:54 Alla mia famiglia 7 Manica.indd 7 19-11-2010 12:16:54 Leggenda Archivio centrale dello stato: Acs Archivio di stato di Palermo: Asp Public record office, Foreign office: Pro, Fo Gabinetto prefettura: Gab. pref. Biblioteca nazionale Firenze: Bnl Firenze Archivio centrale dello stato, Partito nazionale fascista: Acs, Pnf Archivio centrale dello stato, Ministero dell’Interno, Pubblica sicu- rezza: Acs, Mi, dir. gen. di Ps. Federal Bureau of investigation: FBI 8 Manica.indd 8 19-11-2010 12:16:54 PREFAZIONE La ricerca di Giustina Manica, frutto di approfondite indagini svolte per la preparazione della tesi di dottorato XX Secolo: politi- ca, economia, istituzioni presso il Dipartimento di studi sullo stato dell’Università di Firenze, s’incentra su di un aspetto fino ad oggi del tutto inedito e sconosciuto alla storiografia relativo alla presen- za mafiosa nella Sicilia degli anni trenta e dei primi anni quaranta e alle relazioni fra l’organizzazione mafiosa e il fascismo. Com’è noto, la storiografia ha dedicato fino ad oggi specifica attenzione alla figura e al ruolo del prefetto Mori e alla gestione della repressione mafiosa che prende il suo nome nel periodo nel quale, fra il 1925 e il 1929, Mori copre la carica di perfetto di Paler- mo e di plenipotenziario dello stato fascista nella lotta alla mafia nell’isola. Anche se questa fase esula dalla sua ricerca specifica ed originale, l’autrice ha ritenuto correttamente di dedicare il primo capitolo di carattere introduttivo al tema perché questo le permette di risalire alla radice delle relazioni fra mafia e fascismo nella fase di transizione politica dei primi anni ’20 e di verificare la portata reale dell’opera di bonifica antimafiosa condotta da Mori, al di là della vulgata trionfale diffusa dal regime e talora recepita, magari implicitamente, dalla storiografia. D’altra parte, pur trattandosi di un capitolo introduttivo, la dott.ssa Manica ha reperito sul perio- do documenti inediti presso l’Archivio di stato di Palermo relativi sia alla situazione politica e amministrativa dell’isola, sia ai grandi processi di mafia con centinaia di imputati del periodo Mori. Spes- so, infatti, questi processi sono stati celebrati quando la gestione del “prefetto di ferro” si era conclusa e l’esame dei dibattimenti ag- giunge elementi nuovi di conoscenza sulla realtà mafiosa durante e dopo la gestione Mori. Il secondo e il terzo capitolo, che hanno caratteri di assoluta ori- ginalità e affrontano tematiche nelle quali si registra il vuoto storio- grafico, gettano nuova e del tutto inedita luce di conoscenza storica sulla realtà delle relazioni fra fascismo, nelle sue istituzioni locali e di partito, clientele territoriali e organizzazione mafiosa negli anni trenta e quaranta. Il secondo capitolo, in particolare, sviluppa in 9 Manica.indd 9 19-11-2010 12:16:54 chiave comparata l’analisi della situazione politica delle due pro- vince siciliane a più alta densità mafiosa, Palermo e Trapani, e di altre tre province, Messina, Siracusa e Ragusa che, collocate nella Sicilia orientale, sono considerate tradizionalmente più marginali rispetto all’insediamento mafioso dominante. Dal quadro d’analisi emerge una realtà diffusa e consolidata di gestione clientelare e mafiosa della realtà locale e addirittura un grande scandalo come una vera e propria anticipazione del “sacco di Palermo” che viene opportunamente occultato dal regime, ma che suscita l’interesse oltre che lo stupore del console britannico. Il terzo capitolo sviluppa invece una serie di “case studies” volti a verificare il concreto articolarsi del potere mafioso sul territorio. La ricerca si avvale della documentazione tratta da vari fondi reperiti sia presso l’Archivio centrale dello stato, sia presso l’Archivio di stato di Palermo, sia presso il Public Record Office. Dalla ricerca emerge anche il profilo dei reati che costi- tuiscono la prevalente fonte di finanziamento dell’organizzazio- ne mafiosa e la sua reale presenza nel territorio. Si tratta, come ovvio data la realtà dell’epoca, di mafia agraria, tuttavia nella quale si viene già a profilare un forte interesse a controllare e a gestire l’ente locale. Questi due capitoli concorrono a smentire la tesi relativa alla effettività dell’azione Mori e alla ricostituzione della presenza ma- fiosa in occasione e in conseguenza dello sbarco alleato del luglio 1943. In realtà, la ricerca dimostra che, se per opera dei servizi se- greti americani e degli accordi presi dal Dipartimento di stato con i vertici di Cosa nostra, la mafia ha potuto acquisire una nuova legittimazione sociale ed istituzionale a partire dal 1943, tuttavia la sua ramificazione e il suo insediamento non soffrono di soluzio- ni di continuità rispetto alla situazione come si configurava negli anni trenta e nei primi anni quaranta. Al fine della conoscenza della configurazione del potere mafio- so negli anni trenta è di particolare pregnanza il quarto capitolo, dedicato all’articolazione del potere e al sistema di relazioni fra le varie famiglie mafiose in diverse realtà siciliane. L’indagine rap- presenta le regole interne e il sistema gerarchico che vigeva all’epo- ca ed è un utile termine di comparazione con la configurazione che stava assumendo Cosa nostra negli Stati Uniti e con la struttura gerarchica che la mafia si darà nel secondo dopoguerra. Di grande rilievo storico e del tutto pertinente, ai fini della com- prensione dei processi di consolidamento mafioso in Sicilia tramite l’avallo del governo militare alleato, è il quinto capitolo. L’analisi 10 Manica.indd 10 19-11-2010 12:16:54 della proiezione internazionale della mafia siciliana, che si avvale anche di documenti desecretati del FBI, dimostra che, nonostante l’enorme distanza sociale e politica nella quale operavano mafia siciliana e Cosa nostra, i legami personali e organizzativi fra le due realtà rimasero saldi negli anni trenta. Per certi aspetti, Cosa nostra anticipò taluni modelli organizzativi dei quali si avvalse la mafia siciliana nel dopoguerra. Tuttavia, i codici comportamentali rimasero sempre intatti e condivisi, concorrendo ad alimentare un interscambio che ebbe in talune figure come Vito Genovese il fon- damentale sostegno. Il capitolo conclusivo di questo studio affronta il quinquennio che va dallo sbarco alleato del ’43 alle elezioni politiche del 18 apri- le 1948, soprattutto nell’ottica delle relazioni fra mafia e politica in una fase di transizione nella quale diverse opzioni politiche sem- brano aprirsi. Al centro dell’analisi stanno dunque prima le rela- zioni fra mafia e separatismo e i rapporti della prima col fenome- no del banditismo; poi il consolidamento della relazione fra mafia e nuovo potere politico che ha nella Democrazia cristiana il suo massimo referente non appena risulta chiaro che le altre opzioni politiche sono perdenti. Questa chiave di lettura permette all’autrice di concludere il lungo percorso della sua ricostruzione con la definizione di un pa- radigma di relazione fra mafia e politica che tende a perpetuarsi nel tempo. Si tratta di una fase storica per la quale disponiamo già di un’ampia letteratura, ma che Giustina Manica affronta av- valendosi anche di nuove fonti, sia edite, tratte dai materiali delle Commissioni antimafia che hanno operato nella VI e nella XIII legi- slatura repubblicana, sia inedite, tratte dall’archivio dell’Arma dei carabinieri e dall’Ufficio storico dell’Esercito. Nel complesso, si tratta di uno studio metodologicamente ri- goroso, originale e che dà un apporto innovativo alla conoscenza del tema affrontato, soprattutto perché riempie un vuoto storio- grafico per gli trenta e i primi anni quaranta sfatando due miti: il mito di un prefetto di ferro, Mori, che sconfigge la mafia, e il mito della restaurazione ex novo del sistema mafioso a seguito dell’al- leanza fra Cosa nostra e i servizi segreti americani che prelude allo sbarco e ne prepara la riuscita lavorando sulle retrovie. Senza dubbio questi accordi ci sono stati, ma dalla ricerca sul ponte mai reciso fra mafia e Cosa nostra negli anni trenta come sulla soprav- vivenza del sistema di potere mafioso e delle sue transazioni col regime fascista negli anni trenta e quaranta emerge chiaramente che gli accordi si calavano in una continuità nella quale i servizi 11 Manica.indd 11 19-11-2010 12:16:54 americani operavano come nuovo interlocutore utile a favorire la transizione politica e la rigenerazione del sistema di scambio politico che la caduta del fascismo aveva interrotto. SANDRO ROGARI 12 Manica.indd 12 19-11-2010 12:16:54 Nota dell’autrice Quando si porta avanti per anni, in tante sedi, una ricerca di questa portata si contraggono molti debiti: con bibliotecari, con ar- chivisti, con famigliari, con amici, con colleghi che abbiamo avuto l’occasione di incontrare o che ci sono stati a lungo vicini e che spes- so ci hanno dato consigli o suggerimenti utili.