N. 6 - OTTOBRE 2020

INTERVISTA A MADRE YVONNE REUNGOAT GENERARE VITA N. 6 - Ottobre 2020 - Aut. del Trib. di Bo 15-06-1995 n. 6451 • Poste Italiane SP A - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 • (conv . in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - ISSN 2499-1716 - Tassa pagata - Taxe aperçue - Bologna () Contiene allegato Taxe pagata - Tassa Bologna - ISSN 2499-1716 1 comma - D.C.B. Art. 46) 27/02/2004 n. in L. 353/2003 • (conv . - D.L. A.P. A - Spedizione in Italiane SP 6451 • Poste di Bo 15-06-1995 n. Trib. del Aut. 6 - Ottobre 2020 N.

L’offerta per le sante Messe

N. 6 - OTTOBRE 2020 è un aiuto concreto alle missioni

◗ EDITORIALE pag. 3 SANTA MESSA ORDINARIA Siamo nati e non moriremo più Può essere richiesta per persone singole, vive o defunte, per la famiglia, per ringra- ◗ SPIRITUALITÀ pag. 4 ziamento, secondo le proprie intenzioni. Chiamatemi Padre ed io sarò felice L’offerta suggerita è di € 10,00. SANTE MESSE GREGORIANE ◗ TESTIMONI DELLA FEDE pag. 6 Sono 30 Messe celebrate per 30 giorni di Madre Yvonne Reungoat - Comunità generative di vita... seguito senza interruzione per un defunto. Accompagna la tua offerta di euro 300,00 ◗ TUTTI TUOI! pag. 10 con il nome e cognome del defunto e noi Generati in Maria ti invieremo in ricordo un’immagine sacra personalizzata. ◗ CON I GIOVANI, PER I GIOVANI pag. 12 SANTA MESSA QUOTIDIANA Non possiamo tacere: elevato rischio di complicità! PERPETUA Viene celebrata ogni giorno alle ore 8.00 ◗ PAROLA DI DIO pag. 14 nel Santuario del Sacro Cuore. Inviaci il La Risurrezione di Gesù Cristo - 2 nome e cognome delle persone, vive o de- funte, che vuoi associare a questa celebra- ◗ CAMMINI DI SANTITÀ pag. 16 zione. Come ricordo di questa iscrizione ti Padre Marella - Il Padre dei poveri di Bologna invieremo un’immagine sacra personaliz- zata. L’offerta suggerita è di euro 30,00 per ◗ SCIENZIATI DAVANTI A DIO pag. 18 ogni iscritto e viene elargita una volta sola Fabiola Gianotti nella vita e dura per sempre. SANTA MESSA DEL FANCIULLO ◗ CON I GIOVANI, PER I GIOVANI pag. 20 Ogni domenica alle ore 9.30 nel Santua- Scuola: BES e DSA rio viene celebrata la Messa per i bambini e i giovani. Per affidare al Sacro Cuore i ◗ MISSIONI pag. 22 piccoli, dalla loro nascita agli undici anni, Padre Mario Zangarini inviaci il nome e cognome del bambi- no/a, la data di nascita e la residenza. Come ricordo, ti invieremo un attestato ◗ ON-LINE pag. 24 Pastorale giovanile personalizzato. L’offerta è libera.

In obbedienza ai decreti di Urbano VIII, quando su questa rivista vengono trattati semplici Testimoni e vengono usate espressioni come “santo”, “degno degli altari” e simili, non intendiamo in nulla anti- cipare il giudizio ufficiale delle competenti autorità ecclesiastiche. COME INVIARE LE OFFERTE: TRAMITE POSTA L’ editore rimane a disposizione dei proprietari del copyright delle foto che non fosse riuscito a raggiungere. Bollettino di Conto Corrente Postale N° 708404 Anno XXVI - N. 6 - Ottobre 2020 - C.C.P. 708404 Bonifico: Codice IBAN Con approvazione ecclesiastica - IT09 D076 0102 4000 0000 0708 404 Direttore responsabile ed editoriale: don Ferdinando Colombo intestato a: Collaboratori: Maria Rosa Lo Bosco, Gianni Bernardi - Progetto grafico e Impaginazione: Omega Associazione Opera Salesiana del S. Cuore, Graphics Snc (Bologna) - Foto di copertina: Mario Rebeschini - Stampa: Mediagraf spa - Noventa Via Matteotti 25 - 40129 Bologna Padovana (PD) - Aut. del Trib. di Bo 15-06-1995 n. 6451 - Poste Italiane SPA - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. Bologna ASSEGNO BANCARIO ISSN 2499-1716 NON TRASFERIBILE spedito con lettera assicurata intestato a: questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Associazione Opera Salesiana del S. Cuore - Bologna Santuario CONTO BANCARIO Banco Popolare - Codice IBAN del Sacro Cuore IT84Y05 0340 1628 0000 0000 6826 Salesiani - Bologna Swift BAPPIT21095 Edita da Associazione Opera Salesiana del Sacro Cuore CON CARTA DI CREDITO Via Matteotti, 25 - 40129 Bologna - Tel. 051.41.51.766 - Fax 051.41.51.777 Scrivici: [email protected] Sul nostro Sito al seguente link: Per restare sempre aggiornato: www.sacrocuore-bologna.it http://www.sacrocuore-bologna.it/it/ Seguici su Facebook: www.facebook.com/sacrocuore donazioni.php

2 OTTOBRE 2020 EDITORIALE edon Ferdinando Colombo, salesiano Siamo nati e non moriremo più

n questo numero della rivista di Ottobre sento il dovere santificazione della nostra vita in attesa di ricongiunger- di preparare con voi la grande celebrazione dei defunti ci tutti insieme. Non perdiamo la significativa tradizione Iil 2 Novembre quando ricorderemo tutti i morti a cau- di far celebrare le Messe per i vivi e per i defunti. sa della pandemia ed in particolare i nostri cari defunti. La purificazione dopo la morte Per questo trovate un foglio allegato che vi Non incontriamo un giudice, ma un Papà e ricorda l’importanza di far celebrare Sante avremo l’assistenza di Gesù come avvocato Messe per il suffragio dei nostri cari defun- difensore. ti. Staccate la pagellina di color giallino Ma soprattutto, essendo immersi nell’Amo- scrivete i nomi dei vostri defunti e il vostro re Trinitario che è Misericordia, comincerà indirizzo, mettetela nella busta prepagata una purificazione progressiva che togliendo- e rimandatecela: il giorno 2 Novembre, ma ci tutte le scorie del peccato farà brillare sem- anche per tutto il mese sarà ai piedi dell’al- pre di più il capolavoro che lo Spirito Santo ha tare del Sacro Cuore. comunque costruito in noi per mezzo dei Sa- Sulla pagellina bianca indicate quali Mes- cramenti. Questo processo di rinnovamento se volete far celebrare per i vostri cari vivi o non terminerà mai più e sarà come una nuo- defunti. va nascita, una crescita, un potenziamento della nostra Siate generosi nel pregare e far celebrare Messe per i vo- capacità di amare e di godere. stri cari. Loro intercedono per voi presso il Padre. Paradiso: una visione dinamica Tre situazioni, ma la realtà vivente è una La nostra vita è un cammino che prosegue ogni giorno Ricordiamo che la Chiesa di cui facciamo parte in Cri- e non si fermerà mai più. Abbiamo una meta sicura il sto, è la Famiglia dei Viventi perchè la vita inizia e non Paradiso. Non un luogo, ma una relazione; non una si- termina mai, e comprende tre stadi: quello del pellegri- tuazione di termine corsa, ma invece un proseguire eter- naggio in terra, quello della purificazione finalepurga ( - namente nell’immergerci sempre più e sempre meglio torio), e quello della gioia eterna (Paradiso). nell’infinito amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Tutti insieme formiamo il Corpo di Cristo: Lui il Capo, noi Santo. È uno sviluppo continuo come una fioritura che le membra. La partecipazione personale alla Sua vita progressivamente produce frutti senza limite. divina crea la comunione tra di noi e quanto accade in uno di questi tre stati, si ripercuote negli altri due. È la L’Opera Sacro Cuore ha la possibilità di accogliere e grande e sublime realtà della Comunione dei Santi. soddisfare tantissime richieste di celebrazioni di Sante Messe. Siamo in contatto con molte comunità di sacer- L’intercessione vicendevole doti e soprattutto di missionari a cui inviamo la vostra Per questo noi possiamo con preghiere e opere buone, offerta insieme al nome del defunto. intervenire a favore dei defunti. Così pure i nostri defunti La vostra offerta, dono gratuito e libero, esprime con- e i santi aiutano noi con i mezzi soprannaturali che Dio cretamente la vostra partecipazione al Santo Sacrifico, mette a loro disposizione. e diventa sostegno per il missionario e per i poveri della L’aiuto più significativo è quello di unirci tra di noi e con sua comunità. loro nella celebrazione dell’Eucaristia perché l’infinito Vi saluto suggerendovi di fidarvi di Cristo Risorto che valore del Sacrificio di Cristo rende possibile, a loro il promette a loro e a noi pienezza di vita, pienezza d’amo- raggiungimento della Visione gioiosa di Dio, e a noi la re, per sempre.

OTTOBRE 2020 3 SPIRITUALITÀ s di don Antonio Mariano Chiamatemi padre ed io sarò felice La paternità di don Bosco vista con gli occhi dei suoi ragazzi

artiamo sempre dalla voce degli ex-ragazzi dell’Ora- Ptorio, poiché la loro testi- monianza ci permette, in modo sorprendente, di entrare nella profondità del cuore e dell’azio- ne di don Bosco.

DUE EX-ALLIEVI DELLA “PRIMA ORA” 17 luglio 1884. All’oratorio di Valdocco si sta svolgendo l’in- contro annuale degli ex allievi. È giunto il momento dei brindisi augurali che chiudono il pran- zo; prende la parola don Felice Reviglio (ex-allievo degli anni 1847-1855), che a tavola sede- va alla destra di don Bosco. «È giusto: quantunque io, non solo sia tra i giovani dei tempi eroici, ma effettivamente sia il primo ex-allievo ordinato sacerdote. Mi ricordo che da piccini... con lui ci sentivamo felici. In questo gior- no però io sono ancora più felice, non solamente per sedere al suo fianco, ma per la parola che mi fu dato di udire or ora dalle sue lab- bra. Avendo io pregato D. Bosco che mi indicasse in qual modo noi avremmo potuto ricompen- sarlo di quanto egli aveva fatto e sofferto per noi, egli mi rispose: “Chiamatemi Padre ed io sarò felice”». A quelle parole i presen- ti scattarono in piedi e, con voce forte e unanime, gridarono: «Sì, Diamo parola ad un altro ex-ra- contro con don Bosco, avvenuto o D. Bosco, noi ti chiameremo e gazzo di quegli anni: Giovanni moltissimi anni prima: «Andava- tu sarai sempre nostro Padre». Roda. Ormai molto anziano (ave- mo al mercato di Porta Palazzo ad D. Bosco e i suoi figli erano com- va superato i 90 anni), nel 1933 ha aspettare lavoro perché sui 12-13 mossi fino alle lagrime. messo per iscritto il suo primo in- anni eravamo maggiorenni e bi-

4 OTTOBRE 2020 sognava guadagnarsi il pane. (…) LA NOSTRA RIFLESSIONE loro grazie ed il loro affetto; la Be’ non era il posto migliore per paternità di don Bosco si concre- Questi due ex-allievi dell’Ora- un prete ma don Bosco conosce- tizzava in un amore reale, inten- torio aprono uno squarcio sulla so, sofferto, tanto che egli non va un po’ tutti e quando era ne- profonda paternità vissuta da ha mai esitato a “compromet- cessario non badava troppo alle don Bosco, consentendoci di fare tersi” andando in giro per Porta convenienze. Io l’ho incontrato la, qualche considerazione. Palazzo a cercare i ragazzi più bi- ed è stato così che ho incontrato Quando lasciano la loro testimo- sognosi; questo amore ricevuto mio padre. (…) Quando mi ha vi- nianza piena di commozione e fa maturare il cuore del giovane sto mi e venuto incontro tenendo gratitudine erano uomini adulti in mano una nocciola e fissando- (Felice Reviglio aveva superato e lo rende capace di “riconoscere mi negli occhi. Aveva quel sorriso i 50 anni, Giovanni Roda i 90) e l’altro”, cioè di amare da adulto. furbo... e le tasche sempre piene avevano “onorato il loro compi- La paternità di don Bosco ha do- di noccioline, mandorle, arachidi to”, prendendo un orientamento nato a tanti ragazzi una “casa”, e altro… E venuto da me ed ha definitivo di vita (il primo era sa- una famiglia dove si vivevano schiacciato la nocciola cosi, con cerdote della diocesi di Torino, il delle relazioni equilibrate, in tut- due dita, poi me l’ha offerta. secondo laico cristiano sposato) te le loro sfaccettature: Giovanni – Cosa fai qui? e impegnandosi ogni giorno per Roda, che non aveva più nessuno – Eh, aspetto chi mi da lavoro. portare avanti le scelte coerenti al mondo, entrando all’Oratorio – Cosa sai fare? con il proprio stato; la paternità fa nuovamente l’esperienza di – Un po’ di tutto. So imparare. di don Bosco era reale, concre- avere un padre in don Bosco, una – Tuo padre e tua madre? ta, fattiva, per cui “onorava il suo madre in mamma Margherita e – Sono morti da tanto tempo. compito” e abilitava i ragazzi a dei fratelli nei suoi compagni; Erano morti di colera subito dopo diventare a loro volta adulti, ca- tra questi il suo amico più caro la mia nascita e io sono rimasto paci di scelte di vita da adulti. fu san Domenico Savio, al quale solo. Mi aveva allevato una fa- Era una paternità che generava e don Bosco stesso aveva chiesto di miglia amica, un po’ parente alla questi ex-allievi – molti dei quali fare da “angelo custode” di que- sto orfanello appena giunto. Una lontana… Saputa la mia situazio- erano cresciuti senza genitori o, persona del resto può fiorire solo ne don Bosco rimase un poco so- comunque, molto trascurati – si se è “avvolta” da una trama di re- pra pensiero masticando e masti- sono sentiti per tutta la loro esi- lazioni felici, in cui tutti gli aspetti cando, poi mi aggancio come lo stenza “figli” di qualcuno. dell’umano (maschile e femmini- avevo visto fare con altri. – Non ti Tutti gli ex-allievi dell’Oratorio – non solo i due di cui abbiamo ri- le, giovinezza e maturità, dono ri- piacerebbe venire da me? cevuto e impegno) sono presenti – A fare? portato la testimonianza – ricor- dano quell’ “aria di felicità” che e manifestano il loro specifico. – A stare. Imparare qualcosa, un Infine, don Bosco ha vissuto la mestiere. si respirava a Valdocco, poiché erano certi che c’era don Bosco paternità rivelandosi sempre una – Eh gia, che mi piacerebbe. guida sicura per i giovani; non li – Allora vieni, non e lontano. che pensava ad ognuno dei suoi ragazzi; la paternità di don Bosco ha mai lasciati smarriti davanti Gli sono andato dietro come un è stata per loro la “salvezza” dalla alla vita, come quei genitori che cagnolino… Arrivati al cancello, disperazione, dalla trasgressio- rinunciano a dare un giudizio prima di attraversare un cortile, ne, dai comportamenti autodi- sulla realtà, ma, al contrario, li ha chiamato forte: struttivi, dalla delinquenza, in ha introdotti in una “storia di sal- – Mamma, venite un po’ qui. Ve- cui spesso cadono i giovani che vezza”, poiché li ha guidati all’e- nite a vedere chi c’e! non hanno un padre. Chi non sperienza del bene e del vero, ha Ha gridato proprio cosi, facen- sperimenta di essere figlio ama- fatto loro incontrare il Signore do festa come quando arriva un to di una amore incondizionato Gesù iniziandoli all’esperienza parente o un figlio. Poi ha chia- difficilmente riesce a vedere che ecclesiale. Quando infatti un ra- mato Domenico. In quel preci- nella vita c’è una possibilità di gazzo cominciava a frequentare so momento io ho conosciuto senso, difficilmente non precipi- l’Oratorio sperimentava, forse mamma Margherita e Domenico ta nella disperazione quando la per la prima volta, la vita della Savio che aveva la mia stessa eta vita presenta le sue immancabili, Chiesa in tutta la sua pienezza: e che era arrivato li tre o quattro e spesso gravose, difficoltà. l’Eucarestia e la Confessione, la settimane prima di me. Da quel Don Reviglio esprime, a nome devozione a Maria, l’amore al momento l’Oratorio è diventato di tutti gli ex-allievi, il profon- Papa, la carità e la preghiera… e casa mia, e don Bosco e diventa- do senso di gratitudine che essi la bellezza della santità, poiché, to mio padre. La vita nell’Orato- nutrivano per don Bosco ed il non dimentichiamolo, a Valdoc- rio! Ah, quanta felicità! Impossi- desiderio che sentivano di ma- co c’era don Bosco. bile dimenticarla». nifestargli, in qualche modo, il ◗

OTTOBRE 2020 5 TESTIMONI DELLA FEDE a cura di don Ferdinando Colombo, salesiano tINTERVISTA ALLA MADRE GENERALE DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE Comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità

1. Uno sguardo che abbracci il mon- rizzò al massimo la collaborazione delle prime missionarie avrebbe po- do. Da 12 anni lei è la Madre Gene- con i Salesiani. Rapidamente si mol- tuto ripetere con don Bosco: “Tutto rale di una Congregazione che è tiplicarono le presenze in diverse Pa- ha fatto la Madonna”. Ho iniziato presente in 97 nazioni nei 5 conti- esi di America. con questo richiamo alle origini per nenti. Pensando alle umili origini è Cominciarono subito ad amare quei offrire uno sguardo ampio e radica- un vero miracolo di santità semplice fratelli e quelle sorelle (l’amore è la to nel carisma, come motivazione ordinaria inspiegabile in un mondo lingua che tutti comprendiamo), si dell’espansione attuale dell’Istituto. materialista. Quali sono gli elemen- rimboccarono le maniche per venire È ancora e sempre un dono della Ma- ti essenziali che possono spiegare incontro ai loro bisogni e additaro- donna che sostiene un forte impulso questa diffusione? no la Croce, l’Eucaristia, Maria Ausi- missionario. Intercettare i bisogni L’Istituto è nato dal bisogno pro- liatrice, come fari orientatori. Dio si del mondo giovanile e femminile fondo di madre Mazzarello e delle servì di loro per operare i prodigi del nelle varie parti del mondo, lasciarci sue compagne di educare cristiana- rifiorire di vita cristiana fino al sorge- guidare dallo Spirito, senza trascu- mente le bambine, disposte a tutto re di modelli di santità semplice tra rare gli strumenti umani di studio sacrificare pur di realizzare questo i popoli indigeni che fino ad allora della realtà e di ricerca delle risposte fine. Sotto questa spinta cinque anni avevano avuto solo una religione più adeguate, farci parte di ogni po- appena dopo la fondazione, le FMA naturale. polo sono le vie privilegiate che con- partirono per l’Uruguay. Arrivare in Un fiore di santità giovanile salesia- tinuano a costruire la storia di una terre lontane, di cui non conosceva- na conosciuto in tutto il mondo è fraternità universale. Le vocazioni no nulla, neppure la lingua, divenne Laura Vicuña, cresciuta nell’ambien- locali nascono per contagio, nel mo- una sfida fortissima, che fece gigan- te creato dalle Figlie di Maria Ausilia- mento in cui le giovani sperimenta- teggiare le forze, rese creative, valo- trice e dai Salesiani insieme. Ognuna no a fianco delle Suore o attraverso

6 la vediamo ci affidiamo, li affidiamo MADRE YVONNE REUNGOAT alla Madonna perché, nel tempo, la Francese (Plouénan, 14 gennaio 1945), madre porti lei a compimento. Yvonne Reungoat, è la 9ª Madre Generale che Lo Spirito era già all’opera a Mor- succede a Maria Domenica Mazzarello. È laureata nese, come a Valdocco, plasmando all’università statale di Lione. Il suo servizio di ani- una donna che stava sperimentan- mazione è iniziato nel 1983 come ispettrice. Una do una modalità educativa del tut- più ampia conoscenza dell’Istituto inizia nel 1990, anno in cui viene nominata delegata delle ispettrici to affine a quella praticata da don di Spagna e Francia per l’Africa dell’Ovest. Nel 1992 Bosco: quando Dio vuole realizzare viene eletta Superiora della provincia africana “Madre di Dio”. Poi, il Capitolo un’ opera nuova si prepara i collabo- generale XX (1996) la elegge Visitatrice. È il periodo in cui anima le suore ratori. Non solo attraverso l’azione di sei province latino-americane, quattro europee e quelle Coreane. Nel Ca- dello Spirito Santo, ma anche con pitolo generale del 2002 viene eletta Vicaria generale dell’Istituto ma anche le opportunità umane, quotidiane diretta responsabile di quattro comunità internazionali in Roma. In questi che incidono sulla loro maturazione. anni ha condiviso, con la Madre generale uscente, Madre Antonia Colombo, Giovanni Bosco e Maria Domenica i processi inerenti alla vita religiosa ed all’educazione intrapresi a livello Mazzarello vengono dal medesimo mondiale dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ha sempre privilegiato l’attenzio- ambiente contadino piemontese ne alle giovani in formazione, il saper farsi carico della povertà e sofferenza della prima metà dell’Ottocento. degli ultimi, la collaborazione con la Famiglia salesiana per la formazione degli animatori. Sperimentarono entrambi lo stile L’8 luglio 2019 papa Francesco l’ha nominata Membro della Congregazione educativo delle loro famiglie e ne degli istituti di Vita Consacrata e di Vita Apostolica. seppero valorizzare il meglio, ma si interrogarono pure sulle istanze dei tempi nuovi. Il cammino di ma- una conoscenza che giunge loro adattarsi ai tempi e alle culture di- turazione di scelte educative simili per le vie più diverse che nell’essere verse. Qual è il contributo essenziale è, almeno in parte, quello che ha FMA si porta a compimento un pro- dal vostro essere donne evangeliz- permesso a Maria Domenica di rico- getto di vita desiderabile per sé, che zatrici nell’educare? noscere istintivamente la santità di risponde alla chiamata alla pienez- Al cuore di ogni FMA, in qualsiasi don Bosco quando lo incontrò per za di vita che si portano nel cuore, parte del mondo, continua a risuo- la prima volta. Essere donne evan- che, all’inizio vagamente, avvertono nare il mandato della Madonna a gelizzatrici nell’educazione è la ca- come corrispondente al proprio. madre Mazzarello: “A te le affido”. ratteristica che madre Mazzarello ha Farci parte di un popolo, che vive In esso c’è la richiesta di aver cura realizzato, essere “madri e sorelle” con modalità e costumi propri la della vita che cresce, che ha biso- delle nostre giovani, semplicemen- fede; saper diventare parte di quel- gno di essere sostenuta e orientata te attente ad accompagnare la vita lo stesso popolo è la strada maestra per svilupparsi al meglio delle sue che sboccia e cresce e chiede il clima dell’ evangelizzazione, ma anche potenzialità. Il Sistema Preventivo, adatto per farlo in pienezza. delle vocazioni di speciale consa- il metodo educativo su misura del- Educazione cristiana è educare una crazione. In alcuni luoghi la nostra la salesianità gioca un ruolo molto persona aperta al dono dello Spirito, presenza è stata garantita da sorelle importante. Chi è in età evolutiva – donna/uomo matura/o, capace di che, durante persecuzioni, hanno ma anche gli adulti – risponde con responsabilità e di dono. L’annun- continuato a testimoniare l’appar- fiducia a chi gli dà fiducia, ricambia cio passa attraverso le scelte quoti- tenenza all’Istituto nelle forme per- spontaneamente l’affetto che ri- diane e si fa parola quando e dove messe dalla clandestinità. Mi pare ceve, si interroga sulle sorgenti a il terreno è preparato o almeno di- di poter ripetere con madre Mazza- cui attingono tante vite donate per sponibile. Penso alle mie sorelle che rello: “A dir vero io resto meravigliata lui/lei. Educare è seminare un buon lavorano in Paesi in cui l’annuncio ed insieme confusa guardando tutte seme con speranza. esplicito è impossibile o comunque queste figlie sempre allegre e tran- Tante volte non abbiamo subito ostacolato… anche loro sono evan- quille. Si vede proprio che malgrado la gioia di vedere crescere buoni/e gelizzatrici con la semplice presen- la mia tanto indegnità la cara nostra cristiani/e, qualche volta neppure za, con la cura attenta specie delle/ Madre Maria SS. Ausiliatrice ci fa pro- onesti/e cittadini/e; molti dei nostri dei giovani più povere/i, di quelle/i prio delle grandi grazie” (L. 7,2). giovani appartengono ad altre tradi- che rischiano l’emarginazione, lo zioni religiose o non ne seguono al- sfruttamento. 2. Carisma e stile. cuna, e questa realtà multireligiosa La sottolineatura al femminile è rile- Due santi alle vostre origini: il cari- è una ricchezza se si valorizza il dia- vante perché la donna in tanti luo- sma di don Bosco e lo stile di Madre logo e la ricerca sincera della verità. ghi, non è riconosciuta, pienamente Mazzarello. Da 150 anni si ripete il Siamo a servizio della piena realiz- valorizzata nella società. Evangeliz- miracolo che semplici donne fan- zazione umana, della maturazione zare è anche aiutarla a vivere e otte- no fiorire un servizio che ha saputo personale completa e quando non nere il rispetto della propria dignità

OTTOBRE 2020 7 di creatura umana e figlia di Dio. ni versi diversa da quella in cui era- dell’unità risiede nel carisma, nel Le nostre Costituzioni ci indicano vamo, di fatto, installate e che ora ci legame con i Fondatori, nell’appro- la strada maestra del nostro esse- appella con grande forza. Avevamo fondimento di quello che significa, re educatrici-evangelizzatrici im- tenuto conto del digitale, ma in un oggi, spirito di Valdocco e di Mor- pegnandoci ad essere “segno ed contesto diverso… Sono cambiate nese. Senza questo riferimento alle espressione dell’amore preveniente le occasioni di relazione interper- motivazioni originarie e perenni di Dio “ (art. 1) e “riflesso della bontà sonale, le offerte di animazione del non sarebbe possibile dare vita a materna di Maria” (art. 14). tempo libero, siamo in presenza di comunità che, a loro volta, gene- una crisi economica globale senza rino vita. “Comunità generative di 3. Educare a tutto campo. precedenti, cominciano a diffonder- vita nel cuore della contempora- In un mondo che progressivamen- si nuovi stili di vita… Insieme con le neità” è la formulazione del tema te si allontana da Dio, il compito di mie Consigliere, con tutto l’Istituto del nostro Capitolo Generale XXIV. educare assume valenze veramen- stiamo studiando questa nuova si- In una società in cui è venuta meno te impegnative. Quali sono le linee tuazione, chiedendoci quale nuova la credibilità della società adul- di azione che propone al prossimo “normalità” ci potrà essere offerta ta, che faceva da grembo alle nuo- Capitolo Generale per rispondere e come inserirci in essa, tanto per le ve generazioni, la forza del nostro evangelicamente ai bisogni della relazioni tra noi quanto per quelle esserci è nel proporre una modalità famiglia, della società e della comu- con i laici e per la missione pastorale. alternativa di camminare accanto a nità ecclesiale? chi cresce, di proporre un orizzonte La pandemia di Covid-19 ci ha co- 4. Gestite, nel mondo, ospedali, ora- di speranza per il quale vale la pena strette a ritardare la celebrazione tori, scuole, Università. vivere e impegnarsi. del nostro CG XXIV dall’autunno Un ventaglio notevole di attività È una missione affascinante che ci 2020 alla primavera 2021. Anche che esigono competenze e capacità chiama a rinnovarci di continuo e questo può essere un evento prov- molto diverse. Qual è la forza unifi- nella quale dobbiamo fare corpo videnziale, perché ci ha svelato un cante che dà origine a comunità re- unico con quanti hanno a cuore l’e- volto della contemporaneità, che ligiose che sono generatrici di vita? ducazione, a partire dalle famiglie, mai avremmo potuto neanche ipo- Siamo nate nella Chiesa per l’educa- ma coinvolgendo tutte le forze so- tizzare, che ci ha, in qualche modo, zione cristiana delle giovani, abbia- ciali che ne portano o ne dovrebbe- costretto a fare i conti con noi stesse, mo, nel tempo, abbracciato anche ro portare la responsabilità. Siamo con la nostra vita di preghiera e co- quella dei giovani: ragazze e ragazzi perfettamente a nostro agio nell’o- munitaria, con la nostra presenza al crescono insieme e devono impara- rizzonte del Patto educativo globale mondo giovanile. re a farlo nel rispetto e nella stima proposto da Papa Francesco. Nessu- Abbiamo dovuto “inventare” nuove reciproci, nell’accoglienza delle pe- no educa da solo, ma ognuno deve modalità educative, attraverso stru- culiarità e nella scoperta delle ric- portare il proprio contributo. menti che sapevamo poco utilizzare chezze che derivano dalla comune e ai quali, probabilmente in altre umanità. 5. Farsi suora oggi in Italia. circostanze non ci saremmo rivolte. Le opere, le presenze nelle varie Che cosa affascina una ragazza, nel Ma questo ha anche fatto sorgere parti del mondo sono la risposta pieno esuberante della sua giovi- nuovi interrogativi sul nostro essere concreta a questa chiamata. La nezza, dopo aver conseguito titoli presenti in questa società da edu- Madonna disse a Maria Domenica, di studio, tanto da superare il legit- catrici salesiane. Da una parte l’uso appena guarita dal tifo: “A te le af- timo desiderio di avere una propria educativo ed evangelizzante degli fido” e lo ripete a ciascuna di noi famiglia e di decidere di entrare a strumenti digitali con i loro linguag- dal momento in cui scopre di esse- far parte della vostra grande fami- gi che non sono quelli della parola re chiamata a far parte della nostra glia religiosa? orale o dei libri e neppure quelli dei Famiglia religiosa e poi per tutta la Oggi le giovani che ci chiedono di mass media tradizionali, dall’altra la vita. “A te le affido”, ma devi esse- essere FMA nella quasi totalità han- necessità forte di raggiungere anche re tu, dovete essere voi, insieme e no concluso gli studi, spesso, si sono chi non ha la possibilità di accedere insieme con i laici, ad agire perché sperimentate nel mondo del lavoro, agli strumenti digitali e rischia di di- veramente possano crescere in pie- hanno condiviso la vita di coeta- ventare ancora più “scarto”, “perife- nezza nel progetto di Dio per loro, nee e coetanei, anche lontani dalla ria” della comunicazione. per la Chiesa, per la società. fede e dalla vita cristiana, talvolta lo Ci eravamo proposte fin dall’ini- Molte delle nostre opere – le scuo- sono state anche loro. Molto spesso zio della preparazione al Capitolo le, le Università – sono rivolte pre- hanno fatto esperienza di anima- Generale XXIV di approfondire le ferenzialmente alla formazione di zione e/o di volontariato nelle no- modalità della nostra presenza “nel educatrici e di educatori, moltipli- stre case, nelle parrocchie, talvolta cuore della contemporaneità” e ci cando così gli operatori in questo sono nostre exallieve delle scuole troviamo adesso di fronte ad una campo, delicato ed affascinante. Il o degli oratori, talaltra ci hanno co- “nuova” contemporaneità, per alcu- cemento che ci rende uno, la forza nosciuto attraverso il Servizio Civile.

8 OTTOBRE 2020 generative di vita nel cuore della contemporaneità” – hanno molti e profondi elementi di confluenza. A monte dell’uno e dell’altro, c’è la vo- lontà di continuare ad essere quello che i nostri Fondatori ci hanno volu- ti, direi meglio, quello che ci ha volu- ti la Madonna. Maria Ausiliatrice ci affida le/i giovani perché scoprano che la vita è bella, è un dono, e che vale la pena di es- sere vissuta se si sceglie la strada del bene, se si vuole per sé una santità gioiosa che passa attraverso la fidu- cia filiale in Dio e il servizio agli altri/e. Salesiani e FMA, oggi, come ieri, sia- mo chiamati a generare vita in quan- ti ci sono affidati: vita umana degna e vita di figli e figlie di Dio, presenza educativa perché possano acquisire Hanno dunque punti di partenza suo amore è fondamentale. Sentirsi gli strumenti per essere onesti e la- molto differenziati. attirata da Gesù! boriosi cittadini e cristiani convinti e Di frequente la prima motivazione Certamente la realtà attuale non apostoli nel loro ambiente. è mettere la propria vita a servizio favorisce questo genere di discer- Ovviamente, non posso anticipare del mondo giovanile, ma presto si nimento vocazionale, ma è l’unico ancora nulla del percorso del nostro accorgono che non è sufficiente: -po che possa offrire sufficienti garanzie XXIV Capitolo Generale, ma posso trebbero farlo anche senza compiere di autenticità. Le nostre comunità, prevedere che le conclusioni non sa- una scelta di totale consacrazione. con tutti i loro limiti e difetti, cerca- ranno differenti dalle vostre: i giova- È questo il passaggio in cui occorre no di essere il luogo dove si possa ni al centro. Il mondo giovanile del accompagnarle verso una scelta che dire alle giovani: “Vieni e vedi”, per- Terzo Millennio attende chi apra la si radichi nella fede, che esprima la ché abbiano la possibilità di con- strada di una santità giovanile che volontà di essere interamente dona- frontare il proprio progetto di vita incida sulla società, nel mondo del te a Dio per i giovani. I giovani resta- con quello dell’Istituto, non solo lavoro e dell’economia, nella fami- no – e non potrebbe essere diver- nell’attività pastorale, ma in tutti gli glia, sull’educazione, nella Chiesa. samente – ma la motivazione risale aspetti dell’esistenza. Chiede educatori “interamente de- più in alto, si àncora ad una fedeltà Una giovane di oggi può diventare dicati al bene dei giovani, pronti ad sicura. Il tema della fedeltà, del “per una donna felice e realizzata donan- affrontare ogni disturbo, ogni fatica sempre” è uno di quelli che più turba do la sua vita a Gesù, in comunità, per conseguire il loro fine, che è la le giovani donne del nostro tempo per e con le/i giovani! Durante tutta civile, morale, scientifica educazione che intravvedono la possibilità per la mia vita sono stata profondamen- de’ loro allievi.”, secondo la parola sé di una consacrazione come FMA. te felice e vorrei che tante altre gio- di don Bosco nell’ Opuscoletto sul Un turbamento che viene dalla re- vani facessero questa esperienza! Sistema Preventivo. altà sociale in cui sono cresciute e Questo sarà più facile da realizzare vivono e che hanno bisogno di su- 6. In comunione con i Salesiani. se continueremo a coltivare e raf- perare fidando non sulle proprie for- Dopo la sua lunga esperienza di go- forzare i legami di fraternità tra noi ze, ma sulla fedeltà amante di Dio. verno ha qualche riflessione da con- che esistono fin dalle origini, pur Lei mi chiede cosa “affascina una dividere con i vostri fratelli salesiani. nelle trasformazioni necessarie ed ragazza oggi”. Io le rispondo: “Cosa Il Covid-19 ha condizionato la pre- opportune che essi hanno visto e ha affascinato i pescatori di Galilea, parazione, la durata e lo svolgimen- continuano a vedere per rispondere Matteo/Levi, i tanti/e santi/e della to del vostro e del nostro Capitolo alle mutate situazioni. Sono legami storia della Chiesa; cosa ha affasci- Generale, ma sono convinta che che possono diventare anche testi- nato Giovanni Bosco, Maria Dome- sia un invito a “sognare” quel che monianza di come si può realizzare nica Mazzarello e le sue compagne; avrebbero fatto don Bosco e madre una relazione paritaria tra uomo e cosa affascina i santi e le sante del Mazzarello al nostro posto, qua- donna, a cui entrambi portano la nostro tempo?” È lo stesso Gesù le mondo avrebbero voluto con- ricchezza della proprie caratteri- che prende possesso dei sogni e dei tribuire a costruire. I temi dei due stiche e della propria esperienza e desideri della persona e la guida. In- Capitoli Generali – “Quali salesiani sensibilità, in un reciproco scambio contrare Gesù e fare l’esperienza del per i giovani di oggi?” e “Comunità di doni. ◗

OTTOBRE 2020 9 TUTTI TUOI! tdon Roberto Carelli, salesiano Generati in Maria

ci ama di un amore che è tutto carità. Maria ci ama perché ama Gesù, e ci ama di un amore im- menso perché ama immensa- mente Dio: “la prima ragione del grande amore che Maria ha per gli uomini è il grande amore che ella ha per Dio… Perciò, siccome non c’è fra tutti gli spiriti beati chi più di Maria ami Dio, noi non abbiamo né possiamo avere chi, dopo Dio, ci ami più di questa no- stra Madre così piena di amore. Se si mettessero insieme l’amore di tutte le madri per i loro figli, di tutti gli sposi per le loro spose, di tutti i santi e gli angeli per i loro devoti, non si raggiungerebbe l’a- more che Maria ha per una sola anima… Altro motivo per cui noi siamo tanto amati da Maria è che ella vede che noi siamo il prezzo della morte di Gesù Cristo (Grignion de Montfort). È una comprensibile faccenda di “psicologia spirituale”, per così dire. Quando veniamo battez- zati, Maria vede impresso in noi il carattere del Figlio, e ne prova subito amore tenero e servizie- vole, premuroso e paziente, ap- punto un amore materno, come spiega un antico Padre, Ambro- Nino Musio - Storia di Gesù e di Maria. gio Autperto: “ella ritiene come figli quanti la grazia unisce a Cri- aria ci è davvero Madre dempimento della Parola (Lc 1,45), sto. Come infatti non è madre degli nell’ordine della grazia. grembo amoroso perché ricco di eletti colei che generò il loro fratel- MNoi ci affidiamo a lei per tutti gli affetti che maturano in lo? Se Gesù Cristo è fratello dei cre- esserle sempre più figli. chi ascolta la Parola e la mette in denti, perché colei che generò Cri- Ora, perché crescano in noi sen- pratica (Mc 3,35), grembo fecondo sto non sarà madre dei credenti? timenti filiali nei suoi confronti, perché dilatato dall’amore e dal Perciò ti prego, o beatissima Ver- dobbiamo convincerci che Maria dolore della Croce (Gv 19,25-27). gine, offrici Cristo coi tuoi pii ci genera veramente, perché è suffragi, tu che non sai dimenti- per noi tutto quello che è una ma- FRA LE CREATURE, NON care i figli; non badare alle man- dre per un figlio. Maria è infatti il C’È AMORE PIÙ GRANDE canze dei figli, dai quali non sei grembo personale della Chiesa: onorata come si conviene. Tollera grembo nutriente perché ricco di DELL’AMORE DI MARIA l’irriverenza dei figli, colei che è tutte le cose di Dio che ha medita- Ma soprattutto, Maria è per noi vinta dall’amore della generazio- to nel suo cuore (Lc 2,19), grembo una Madre meravigliosa, degna ne. Favorisci dunque coloro che sapiente per aver creduto nell’a- di tutta la nostra fiducia, perché hai generati nell’Unico Figlio ben-

10 OTTOBRE 2020 ché siano tanto indegni delle tue to, dell’autonomia, dell’autosuf- sce nel suo stesso centro e uscirà pie orazioni. Prega il tuo unico ficienza, dell’emancipazione da da lei. Ma questo non suscita in Figlio in favore della miseria dei ogni tradizione ed eredità, dell’e- lei alcun panico, poiché nel suo molti figli”. saltazione idolatrica della ragione consenso ella si è abbandonata al e del discredito irrazionale della duplice mistero: scomparire come AVERE MARIA PER MADRE religione – si manifesta qualcosa serva e mostrarsi come portatrice È FIDARSI E AFFIDARSI A LEI di demoniaco, che non è mai pura della Parola di Dio… Così Maria falsità, ma distorsione della verità. porta ciò da cui si lascia portare. Qui va considerato che l’amore Invece, a partire da Gesù e Maria, Ogni fede ecclesiale deve model- materno è il primo e radicale ter- tutto lo spazio cristiano è riem- larsi sulla sua, che porta in sé un mine dell’affidamento. pito dalla logica della fede e da contenuto più grande di quanto Un figlio è affidato radicalmente tutte le sue sfumature: il fidarsi, possa capire e perciò si lascia docil- alle cure della propria madre. il confidare e l’affidarsi; il ricono- mente portare da esso. L’affidamento è la prima forma scere, l’obbedire e il ringraziare. Ma proprio questo atteggiamento di esperienza, il primo modo di Bisogna pensare che Gesù, aven- della Madre non è ancora niente esistere di un figlio, qualcosa che do avuto Maria come Madre, e altro che uno slanciarsi dentro l’at- può e deve rimanere indelebile. avendo fatto esperienza della sua teggiamento del proprio Figlio. Questa prima esperienza non è eccellenza, non può che racco- Ogni bambino deve cominciare anonima, ma porta il nome del- mandarla al nostro affidamento, col farsi portare. E proprio questo la madre, e “mamma” è il primo e lo fa con tutto l’amore che nutre Bambino, anche quando sarà cre- nome che ogni piccolo pronuncia. per lei e con tutta la riconoscenza sciuto, non uscirà mai dal suo stato Vi è poi un’introduzione materna che il suo cuore divino prova per di infanzia; anche nella maturità si nel mondo della lingua, e la lin- la sua madre umana. lascerà portare e sospingere dalla gua è per il piccolo la “lingua-ma- La pagina di Balthasar che ora volontà del Padre così come gliela dre”; lo è stato anche per Colui proponiamo ci aiuta a immede- presenta lo Spirito. che è “la Parola”: è grazie a Maria simarci nei sentimenti di Maria Adesso si tratta del suo primo eser- che la Parola di Dio si è declinata nella sua visita ad Elisabetta, e al cizio, dell’addestramento fisico, in in parole umane! tempo stesso nei sentimenti di quanto egli viene portato in giro L’affidamento alla madre è poi Gesù nei confronti della Madre. corporalmente, come in un novi- ancora tante cose: è esperien- Tutto si appoggia sul reciproco ziato in cui siamo mandati di qua za dell’essere preceduti, accolti, affidamento: il Figlio ha potuto e di là come bimbi. amati, affermati, soggetti di cure affidarsi in tutto alla Madre – re- È il primo addestramento in quel- e di premure, indirizzati alla li- ligione compresa! – perché anzi- lo che ogni cristiano dovrà sem- bertà, preparati per cose grandi. tutto la Madre si è affidata com- pre poter fare: lasciarsi docilmen- Nell’essere affidati si comprende pletamente a Dio. te portare “là dove tu non vuoi” che non bisogna essere, sapere Maria, dice Balthasar nel suo bel- (come dirà Gesù a Pietro). Il bam- e capire subito tutto, che non si lissimo libro sul Rosario, “porta bino nel grembo non sa dove lo può controllare e garantire tutto, ciò da cui si lascia portare”: “Può portano. Neanche Gesù nello Spi- che la fede è in ogni senso qual- darsi che una leggera ansietà ab- rito Santo vuol sapere dove questo cosa di originario! bia invaso Maria al pensiero di ciò lo “sospinge” (Mc 1,12); per esempio Non è difficile comprenderlo. L’uo- che certo l’aspetta in quel nuovo nel deserto e nella tentazione. mo è una “libertà donata”, è vera- incontro. Questo lasciarsi portare e sospin- mente libero e ed è veramente Ella non giunge sola, ma con qual- gere si compirà perfettamente dono: pretendere di custodire la che cosa in sé, a cui ha pienamente nell’Eucaristia, nella quale il Figlio libertà con regole e costrizioni è acconsentito in linea di principio, si abbandonerà allo Spirito Santo mortificare la libertà, ma presu- senza conoscerne la portata. e non santo della Chiesa per esse- mere di promuovere la libertà la- È un vaso, un ostensorio della Pa- re messo a disposizione di uomini sciandola a se stessa senza regole rola e della volontà di Dio, che sta che non sono pronti ad accoglier- è mortificarla nel suo carattere di incarnandosi. lo come colui che è, né a lasciarsi dono. E non sa come si svilupperà in lei condizionare dalla sua grazia, dal Solo nello spazio dell’affidamen- quel centro attorno al quale ora suo atteggiamento di obbedienza. to la libertà è insieme custodita ella vive. Adesso da bambino, più tardi da e promossa: qui diventa possibile Sa di essere espropriata e gettata uomo, e infine come ostia, il Figlio aver fiducia e dare fiducia, riceve- nelle profondità di tutta la storia si lascerà portare come una cosa di re la fede e avere fede, affidarsi ed oggettiva della salvezza di Dio e, cui si dispone, lui, che pure porta il essere affidabili. Nell’averci fatto nello stesso tempo, posta su un peccato del mondo e quindi il mon- pensare il contrario – la cultura piedistallo, perché il centro di que- do stesso”. moderna è cultura del sogget- sta storia della salvezza vive e cre- ◗

OTTOBRE 2020 11 CON I GIOVANI, PER I GIOVANI cdi don Valerio Baresi, salesiano Non possiamo tacere: elevato rischio di complicità! Le insopportabili ingiustizie sui minori

utti noi educatori, genitori, in- segnanti, preti siamo attenti Te preoccupati per aiutare i ra- gazzi delle nostre comunità cristia- ne a crescere sani, educati, buoni, saggi e santi. E facciamo somma- mente bene. Non per niente Don Bosco affermava: “Volete fare una cosa buona? Educa- te la gioventù. Volete fare una cosa santa? Educate la gioventù. Volete fare cosa santissima? Educate la gioventù. Volete fare cosa divina? Educate la gioventù. Anzi questa tra le cose divine è divinissima”. (MB Vol XIII, cap. 19, pag. 629). Ma credo sia indispensabile, per noi adulti e per i ragazzi che ac- compagniamo nei percorsi quoti- diani della vita, rendersi conto di quanto il nostro mondo occidenta- le sia ricco e privilegiato. Non pos- siamo tacere le ingiustizie che si accumulano nel tempo sulla terra e di cui spesso siamo inconsapevo- li complici.

COMPLICI? Se non facciamo nulla per cono- scere, rivelare e combattere queste ingiustizie ne diveniamo compli- ci… c’è un reale, elevato rischio di giustamente sfruttati per arricchire coinvolgere nella conoscenza i ra- complicità! grandi multinazionali mondiali che gazzi, i giovani. Incombe il peccato di “indifferen- incrementano il loro capitale grazie Certamente le diverse ‘giornate za”… gravissimo! alla nostra ingenuità e ignoranza mondiali’ non bastano; possono Quanti ‘oggetti’ normali, preziosi, ‘colpevole’. però sensibilizzare, avviare una ri- utilissimi usiamo quotidianamente A volte non sappiamo davvero flessione che permetta di aprire gli senza sapere che sono costati su- come muoverci, come comportarci. occhi, di illuminare un problema, dore, vita, sangue, umiliazioni per I giganti del male, dello sfruttamen- di smuovere le coscienze, di intra- milioni di bambini e ragazzi. to minorile, sono troppo potenti e prendere percorsi di conversione Dobbiamo alzare la voce. Dobbia- ramificati. Però non possiamo tace- e di azione sociale che educano e mo conoscere e far conoscere. re. Non possiamo lasciarci domina- aprono all’impegno. I nostri ragazzi devono sapere che re e paralizzare dall’indifferenza. Ricordiamo l’appello di Papa Fran- milioni di loro coetanei vengono in- È urgente informarsi, gridare e cesco di quest’anno:

12 OTTOBRE 2020 «Venerdì 12 giugno, si celebra la Giornata mondiale contro lo sfrut- tamento del lavoro minorile, un fenomeno che priva i bambini e le bambine della loro infanzia e che ne mette a repentaglio lo sviluppo integrale. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, in diversi Pae- si molti bambini e ragazzi sono co- stretti a lavori inadeguati alla loro età, per aiutare le proprie famiglie in condizioni di estrema povertà. In non pochi casi si tratta di forme di schiavitù e di reclusione, con conse- guenti sofferenze fisiche e psicologi- che. Tutti noi siamo responsabili di questo. Faccio appello alle istituzioni affin- ché pongano in essere ogni sforzo per proteggere i minori, colmando le lacune economiche e sociali che stanno alla base della dinamica di- storta nella quale essi sono purtrop- po coinvolti. I Bambini sono il fu- Secondo stime Unicef almeno E NOI ADULTI turo della famiglia umana: a tutti 40.000 bambini lavano le rocce SIAMO INFORMATI? immersi in pozze inquinate per noi spetta il compito di favorirne la Ci vuole una rivoluzione culturale. crescita, la salute e la serenità!». farle arrivare in Cina, che ha il monopolio su questa risorsa. Si comincia a piccoli passi è vero, La presa di coscienza mondiale ma devono essere passi decisi. Pos- In Congo esiste l’inferno del Col- ebbe inizio il 16 aprile 1995, il gior- siamo informarci e informare, sen- tan (columbite-tantalite) e la ma- no di Pasqua, quando Iqbal, 12 sibilizzarci con i gruppi di ragazzi nodopera della disperazione. Si anni appena, venne ucciso dai suoi e di genitori, boicottare le aziende estrae nelle miniere controllate dai sfruttatori che lo tenevano notte e che non sono trasparenti… rifiu- giorno incatenato al telaio per tes- signori della guerra che danno «la- tarci di diventare complici! sere tappeti, in Pakistan. Lui li de- voro» a milioni di schiavi «volonta- Possiamo diventare voce di chi non nunciò e loro lo assassinarono. ri». Il coltan è un minerale di super- ha voce… Dalla storia di questo ragazzino ha ficie e per estrarlo non bisogna fare Manifestare e lottare affinché -in preso vigore la lotta al lavoro mino- costosi tunnel di chilometri. È raro, giustizie di questo tipo possano rile, una piaga che oggi nel mondo si trova in Congo e in pochi altri Pa- essere conosciute, trattate nei noti- colpisce le fasce più misere di mol- esi. E soprattutto è indispensabile ziari nazionali e debellate. te popolazioni. per i nostri smartphone e per l’in- I nostri ragazzi devono sapere, Secondo Unicef e Save the Children dustria aerospaziale. sia per farla finita con i capricci da ci sono 152 Milioni di bambini e Facile, prezioso, utile: tre vantag- “ricchi” che pretendono di avere giovani tra i 5 e i 17 anni sfruttati. gi che ne fanno il bancomat della tutto, sempre e subito, ma anche Anche nella nostra Italia negli ulti- giungla, disponibile per chi abbia per educarsi a quella sensibilità che mi due anni sono stati accertati 480 un esercito privato, sia guerriglie- permette di piangere con chi pian- casi di occupazione minorile irre- ro o militare corrotto. La mano- ge e di percepire come “proprio” il golare. Le regioni più colpite sono dopera della disperazione è sem- problema e il dramma della vita di Lombardia, Puglia e Campania. plice da «creare». Basta razziare tanti minori nel mondo. Lo sfruttamento dei minori è abi- nelle province vicine, uccidere, Possiamo educare ad una vita più tuale per raccogliere e ripulire a violentare… la gente scapperà umana, possiamo educare ad una basso costo i minerali necessari e verrà a scavare proprio per il sensibilità più carica d’amore at- per il funzionamento di smart- «signore della guerra» che con- traverso l’informazione, la ricerca phone, tablet, computer e auto trolla il coltan. e la condivisione della verità sulle elettriche. Un quinto dei minori I nostri ragazzi sono informati su ciò insopportabili ingiustizie e pover- africani è coinvolto in forme di la- che accade nel resto del mondo? tà nel mondo, soprattutto quando voro minorile e circa uno su dieci Sì i ragazzi… proprio quelli che toccano i minori. svolge lavori pericolosi come l’e- fanno la fila nei centri commerciali Non possiamo tacere: il rischio di strazione del cobalto. per prendere l’ultimo cellulare. complicità è troppo elevato! ◗

OTTOBRE 2020 13 PAROLA DI DIO di tutto quello che potremmo don Pascual Chavez, Rettor Maggiore emerito dei Salesiani desiderare o immaginare? L’an- p nuncio della Risurrezione di Gesù crocifisso è la “Buona Notizia” per eccellenza, la migliore notizia che un essere umano può ricevere. E La Risurrezione come segnalavo in una delle pri- me riflessioni, pensare che quasi cinque sesti dell’umanità non lo di Gesù Cristo - 2 sanno! Sull’esempio degli apo- stoli, non possiamo tacere ciò che he significa per noi, oggi, irresistibile, a predicare Gesù Ri- costituisce la nostra massima ric- credere nella Risurrezione di sorto, ed in Lui – secondo la feli- chezza: la fede cristiana. CGesù Cristo? Se rileggiamo ce espressione di Giovanni Paolo attentamente il testo di san Paolo: II – annunciare “la verità su Dio e “Se Cristo non è risorto, vuota allo- la verità sull’uomo”. Essere fratelli UNICA LA PROVA: ra è la nostra predicazione, vuota e sorelle di Gesù Risorto, ed in Lui, LA NUOVA COMUNITÀ anche la vostra fede. (…) Se Cristo figli e figlie del Padre per mezzo Varie volte in questi ultimi decenni non è risorto, vana è la vostra fede del suo Spirito: non è forse qual- abbiamo avuto la grazia specialis- e voi siete ancora nei vostri peccati” cosa di infinitamente più grande sima dell’ostensione della Sacra (1 Cor 15, 14.17), scopriremo qualco- sa che a prima vista è strano: l’Apo- stolo non basa la nostra risurrezio- ne su quella del Signore Gesù, ma al contrario. In due occasioni affer- ma: “Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto!”; “Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto” (1 Cor 15,13.16).

IL VERBO È ARRICCHITO DELL’UMANITÀ Per mezzo della sua Risurrezione, Gesù non ritorna al passato, alla sua vita divina “pre-incarnazione”: al contrario: possiamo dire che “fa un passo avanti” definitivo. In Gesù risorto incontriamo non solo la pie- nezza della sua Incarnazione, ma anche la pienezza della condizione umana. In forza della sua risurre- zione, il Figlio di Dio assume, per tutta l’eternità, la nostra umanità. È molto significativo il fatto che è proprio Gesù risorto colui che chia- ma per la prima volta i suoi disce- poli “fratelli” (Mt 28,10; Gv 20,17). Giunge qui alla sua pienezza ciò che la Chiesa primitiva esprimeva in forma sintetica: “Dio si è fatto uomo, affinché l’uomo possa con- dividere la vita di Dio”.

L’UOMO NUOVO A partire da questo momento gli apostoli consacrarono tutta la loro vita, in modo instancabile e Nino Musio - Cristo Risorto.

14 OTTOBRE 2020 Sindone, testimone muto ed insie- me straordinariamente eloquente, UN BREVE ESTRATTO DA: non solo della morte di Gesù, ma Carlo Maria Martini, La Madonna del Sabato santo - Lettera pastorale per anche della sua risurrezione. Eppu- l’anno 2000-2001 re non possiamo dire che costitui- sce “la” prova della Risurrezione di I discepoli e Maria, nel loro Sabato santo, ci aiutano a leggere il nostro Gesù, come non può esserlo nes- passaggio di secolo e di millennio per rispondere con verità, speranza e amore alla domanda che ci portiamo dentro: dove va il cristianesimo? Dove sun vestigio del passato, né una va la Chiesa che amiamo? Vorrei comunicarvi la risposta presente nel mio riflessione teologica, per quanto cuore: siamo nel “sabato del tempo”, nel tempo cioè santificato dall’azio- brillante. ne di Dio, tempo santo in cui si ricapitola il cammino compiuto e si apre il Il Nuovo Testamento ci dice chia- futuro della promessa, allorché verrà per tutti l’ “ottavo giorno” del ritorno ramente qual è la testimonianza del Signore Gesù. È quanto siamo chiamati a vivere non fuori, ma dentro le autentica e definitiva della Risur- contraddizioni della storia. rezione di Gesù. “La moltitudine di coloro che erano diventati creden- Ma perché fermarsi al Sabato santo? ti aveva un cuor solo e un’anima Ma qui si pone la domanda: perché fermarsi al Sabato santo? Non siamo sola e nessuno considerava sua forse già nel tempo del Risorto? Perché non lasciarci ispirare anzitutto dalla Domenica di Pasqua? Perché riflettere sullo smarrimento dei discepoli dopo proprietà quello che gli apparte- la morte di Gesù e non invece sulla loro gioia quando lo incontrano vivente neva, ma fra loro tutto era comu- (cf. Gv 20,20: “E i discepoli gioirono al vedere il Signore”)? ne. Con grande forza gli aposto- li davano testimonianza della È vero: siamo già nel tempo della risurrezione, il corpo glorioso del Signore risurrezione del Signore Gesù e riempie della sua forza l’universo e attrae a sé ogni creatura umana per ri- tutti godevano di grande favore. vestirla della sua incorruttibilità. Il nostro atteggiamento fondamentale deve Nessuno infatti fra loro era biso- essere di letizia pasquale. gnoso, perché quanti possede- E tuttavia la luce del Risorto, percepita dagli occhi della fede, ancora si vano campi o case li vendevano, mescola con le ombre della morte. Siamo già salvati nella fede e nella portavano il ricavato di ciò che era speranza (Rom 8,24), già risorti con Gesù nel battesimo quanto all’uomo stato venduto e lo deponevano ai interiore, ma la nostra condizione esteriore rimane legata alla sofferenza, alla malattia e al declino. Il peccato è vinto nella sua forza inesorabile di piedi degli apostoli; poi veniva di- distruzione e però continua a coinvolgere innumerevoli situazioni umane e stribuito a ciascuno secondo il suo a riempire la storia di orrori. I poveri sono oppressi, i prepotenti trionfano, i bisogno” (At 4,32-35). miti sono disprezzati. Non vi può essere un contesto Siamo invitati a vivere come pellegrini nella notte rischiarata dalla spe- migliore per parlare della testi- ranza della fede e riscaldata dall’autenticità dell’amore fra la rinnovata me- monianza della Risurrezione del moria delle meraviglie di Dio e l’attesa del loro definitivo compimento, con Signore Gesù di quello che pre- impegno, con rinnovato slancio, custoditi nel seno del Padre, insieme con senta il cambio di vita del cre- Cristo (cf. Col 3,3), con Maria, come Maria, nel Sabato santo della sua fede dente, l’amore fraterno, la piena ricca di carità. condivisione. Si tratta della te- Allora, il sabato del tempo apparirà ai nostri occhi come già segnato dai colori dell’alba promessa, e la pallida luce dei giorni che passano si illumi- stimonianza permanente, senza nerà dei primi raggi del giorno che non passa, l’ottavo e l’ultimo, il primo la quale non servono le parole né della vita eterna di tutti i risorti nel Risorto. i ragionamenti né i monumenti del passato. “Guardate come si amano!”, esclamavano stupiti i pagani, contemplando la vita dei vita, ma quella di chi “porta i se- autentica testimonianza della Vita primi cristiani. gni della croce” ma è convinto, nuova di Gesù Risorto. allo stesso tempo, che nessuno e Ricordiamo che “nel compiere oggi nulla lo potrà separare dall’amore la nostra missione, l’esperienza di TESTIMONI DEL RISORTO di Dio, manifestato in Cristo Gesù Valdocco rimane criterio perma- Don Bosco lo ha compreso per- (cfr. Rm 8,39). nente di discernimento e rinno- fettamente. Tutta la sua vita e Così pure la preoccupazione di vamento di ogni attività e opera” il suo lavoro a favore dei giovani Don Bosco per la ottimizzazio- (Costituzioni SDB 40). Voglia Dio che, ha come nucleo una “spirituali- ne dell’ambiente dell’Oratorio, la come Famiglia Salesiana, possia- tà pasquale”: l’allegria che costi- “ecologia educativa” indispensa- mo sempre e dappertutto, col no- tuisce l’essenza del sistema pre- bile al nostro Carisma, cerca di ri- stro amore, la nostra allegria e la ventivo e la chiave della santità creare, nell’ambiente giovanile e nostra dedizione generosa a favore giovanile non è l’allegria ingenua popolare di Valdocco, l’esperienza degli altri, essere autentici testimo- o inconsapevole di chi “ancora” della prima comunità cristiana e, ni della Risurrezione di Gesù! non conosce le difficoltà della con ciò, giungere ad essere una ◗

OTTOBRE 2020 15 CAMMINI DI SANTITÀ cdi Emilia Flocchini Il Padre dei poveri di Bologna Il Beato Padre Marella

ologna, caffè Zanarini, dieci e sore di filosofia, si è fatto mendicante; mezza del mattino. Alcuni pro- non per sé, ma per i piccoli di cui da Bfessori del vicino liceo Luigi Gal- anni si prende cura, dato che ormai vani stanno facendo colazione, quan- il suo stipendio e la pensione di sua do vedono arrivare un loro collega. madre non bastano più. Per loro non gnante, sono stati i primi a fargli ca- È vestito con una marsina logora e solo mendica, ma sta cercando di co- pire che al mondo ci sono bambini porta sul capo un cappello altrettan- struire un futuro, come ha sempre fat- più poveri di lui e che non deve af- to malconcio. Ad un tratto, vedono to, anche nella sua città natale. fatto disprezzarli. Un altro suo mo- che toglie quel copricapo e inizia a dello è lo zio paterno don Giuseppe, tenderlo agli altri avventori. «Marella UN SEMINARISTA INQUIETO parroco a Chioggia. È lui ad accor- è impazzito», sussurrano i professori. gersi dell’intelligenza del nipote e Quando però lo sentono parlare dei Don Olinto non è nativo di Bologna, a proporre ai genitori di mandarlo “suoi” bambini poveri, iniziano a fare ma di Pellestrina, nella laguna ve- a Roma per studiare, anche in vista a gara per riempire il cappello di spic- neta: lì ha visto la luce il 14 giugno del sacerdozio. cioli e banconote. Per la prima volta, 1882. I suoi genitori, Luigi, medico Olinto inizia quindi il ginnasio nel don Olinto Giuseppe Marella, profes- condotto, e Carolina De’ Bei, inse- Collegio Romano e, dopo aver rico- nosciuto di essere davvero chiamato a essere sacerdote, continua la for- mazione nel Seminario Maggiore dell’Apollinare. È uno studente bril- lante e valido, ma sente una certa in- quietudine, anche a causa delle let- ture che compie autonomamente. Sono anni in cui la Chiesa italiana vive fermenti e istanze relativi al maggior apporto dei credenti alla vita politica, ma anche sul piano te- ologico e storico. Queste tendenze, denominate “modernismo”, trovano interpreti in don Romolo Murri, an- che lui allievo dell’Apollinare, e in altri sacerdoti e filosofi. Olinto si sente a disagio rispetto alla formazione che sta ricevendo e, in più, soffre per alcuni lutti in famiglia. Chiede allora di uscire dal Seminario, ma prosegue autonomamente gli studi teologici. Viene ordinato sacer- dote il 17 dicembre 1904 a Venezia. GLI ANNI DELL’ESILIO Tornato a Pellestrina, affianca suo fra- tello Tullio nella fondazione del Ricre- atorio popolare per i figli dei pescato- ri, dove bambini e bambine giocano

16 OTTOBRE 2020 e studiano insieme, fatto insolito per prima di andare a scuola. Gli ottiene l’epoca. Grazie a quell’iniziativa, l’anal- un’udienza dall’arcivescovo, il car- fabetismo viene gradualmente de- dinal Giovanni Battista Nasalli Roc- bellato. In questo modo, don Olinto ca, che lo reintegra nel ministero, si fa interprete di quanto papa Leo- incardinandolo nella sua diocesi. Il ne XIII aveva insegnato nell’enciclica 2 febbraio 1925 celebra la Messa di «Rerum Novarum». nuovo, come se fosse la prima volta. Allo stesso tempo, però, comincia a Don Olinto si getta pienamente nella essere guardato con sospetto: pri- nuova missione che gli ha dato l’arci- ma dal suo parroco, poi dallo stes- vescovo. Collaborando con le Confe- so vescovo di Chioggia, monsignor renze di San Vincenzo, viene a sapere Antonio Bassani. Gli viene ricordato che, all’estrema periferia di Bologna, che insegnare educazione fisica alle c’è un intero quartiere, il “Baraccano”, fanciulle è sconveniente, tanto più dove lo squallore è tale che nemme- se fanno esercizio insieme ai maschi. no il sacerdote passa di lì per la bene- Lui replica: “mi occupo solo di fornire dizione pasquale. Lui, invece, riesce ai ragazzi di Pellestrina l’istruzione ad avvicinare tutti, a cominciare dai morale e religiosa che permetterà bambini. Quando sentono il campa- quelli che gli lasciano un’offerta. Per loro di essere un giorno veri uomini nello della sua bicicletta, accorrono tutta la città, la sua stessa presenza è e vere donne”. immediatamente: «C’è il Padre!», gri- un richiamo a non restare indifferen- Nel 1909, però, don Olinto viene vi- dano festosi. Da allora, pur essendo ti di fronte alla povertà. sto in pubblico insieme con Romolo sacerdote diocesano, don Olinto di- Col passare degli anni, il suo fisico Murri, (ritenuto “eretico”) ospitato venta Padre Marella. imponente comincia ad avere cedi- nella casa di famiglia grazie a suo La sua paternità si estende ancora menti. Nel 1968 viene operato per fratello Tullio. Il 22 settembre, il gior- di più dopo che, nel 1936, trova per un’ulcera, ma non si riprende mai no dopo, il vescovo gli comunica la strada un neonato abbandonato. del tutto. Si trasferisce quindi nella sospensione “a divinis” e, otto gior- Comincia a raccogliere altri bambi- Città dei Ragazzi, per morire accan- ni dopo, l’impossibilità di celebrare ni e a sistemarli negli istituti citta- to a loro. Avviene proprio così alle l’Eucaristia sul territorio diocesano. dini, ma sa di poter fare di più. Nel 10.30 del 6 settembre 1969: non pri- Olinto potrebbe difendersi, dichia- 1948 ottiene dalla Nettezza Urbana ma, però, di aver lasciato idealmente rando la sua totale obbedienza al di Bologna un deposito inutilizzato: a un ragazzo il proprio cappello, con Papa e il suo interesse per le teorie diventa la prima sede della Città dei la promessa che non sarebbe mai ri- moderniste solo riguardo al campo Ragazzi, poi trasferita a San Lazzaro masto vuoto. sociale. Invece tace, scegliendo la di Savena. Alcuni anni prima, aveva ricapitolato via dell’esilio. Si arruola nell’Esercito, Alla Città dei Ragazzi è in vigore una così la sua intera esistenza: «Posso poi, per mantenersi, si laurea in sto- forma di autogoverno: i più grandi dire con tutta verità che la strada ria e filosofia e ottiene l’abilitazione aiutano i più piccoli e hanno ruoli della mia salvezza è stata la carità. all’insegnamento. Per sedici anni di responsabilità. Padre Marella è ru- L’orgoglio mi avrebbe perduto. La passa di cattedra in cattedra, da Pola vido e dolce allo stesso tempo: gioca carità mi ha salvato. Dio mi ha for- a Rieti, fino ad arrivare a Bologna, con loro, li rimprovera aspettando giato non nella dolcezza, ma nelle nel 1924. il loro pentimento, benedice le noz- prove difficili che potevano rischia- Il dolore di non poter compiere ciò ze di molti di essi, che restano a vi- re di mettere in discussione tutta la che un sacerdote ha di più caro, os- vere nelle casette costruite apposta mia vita spirituale. […]. Ed ora sen- sia la possibilità di donare i Sacra- per loro. za vergogna, pur essendo stato un menti, è forte in lui. La sua natura UNA PRESENZA CHE professore di filosofia, oggi stendo il orgogliosa lo porterebbe a ribellarsi, mio nero cappello di feltro per avere ma allo stesso tempo non sente ri- NON LASCIA INDIFFERENTI qualche elemosina a favore dei miei morsi di coscienza. Gli sembra quasi Continua a insegnare fino al 1948, poveri. Non mi vergogno di essere di aver toccato il fondo, però avverte quando va in pensione. Non per “mano di Dio”, mano di carità, mano di dover pazientare ancora. questo resta inattivo: anzi, ha più di perdono». tempo per dedicarsi alla sua singo- Don Olinto Marella viene beatificato DALL’ORGOGLIO lare forma di questua. Va nei luoghi il 4 ottobre 2020 in piazza Maggiore, più affollati di Bologna, come l’incro- nel giorno in cui Bologna ricorda san ALLA CARITÀ cio tra le vie Caprarie e Drapperie, il Petronio e si commemora san Fran- Il parroco di San Giovanni in Monte mercato del pesce, l’uscita del Cine- cesco d’Assisi, di cui lui fu seguace a Bologna, monsignor Emilio Fag- ma Duse o del Teatro Comunale. Tie- non solo come membro dell’Ordi- gioli, si accorge di lui perché parte- ne in mano il suo cappello e ricom- ne Francescano Secolare, ma anche cipa quotidianamente alla Messa, pensa con una benedizione tutti nello stile di vita. ◗

OTTOBRE 2020 17 SCIENZIATI DAVANTI A DIO sdi don Valentino Salvoldi Fabiola Gianotti “Sì, io credo”

he cosa c’è in luoghi che sono quasi completa- «Cmente vuoti di materia, e donde deriva che il sole e i pia- neti gravitano gli uni verso gli altri, senza che vi sia tra loro nessuna materia densa? Donde viene che la Natura non fa nulla invano; e da dove trae origine tutto quell’or- dine e tutta quella bellezza che vediamo nel mondo? A qual fine esistono le comete, e donde vie- ne che i pianeti si muovano tutti in un unico e medesimo modo in orbite concentriche, mentre le co- mete si muovono in ogni sorta di modi in orbite molto eccentriche; e cosa impedisce alle stelle fisse di precipitare le une sulle altre? È possibile che l’occhio sia stato co- struito senza conoscenza d’ottica, e l’orecchio d’acustica? Come av- viene che i movimenti del corpo derivano dalla volontà, e donde viene l’istinto degli animali?». Così s’interroga il grande scienzia- to inglese Newton – a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo – esperto in matematica, fisica, astronomia, filosofia, teologia e alchimia. E a se stesso risponde ammettendo «con evidenza» l’esistenza di «un Essere incorporeo, vivente, intelli- gente, onnipresente, il quale nello spazio infinito come nel suo sen- sorio, vede intimamente le cose stesse e le percepisce completa- mente, e le capisce interamente in virtù della loro presenza immedia- ta a Lui stesso». Altrove lo scienziato scrive: «Non l’essere umano che è grande quan- 1960. La sua famiglia si trasferisce credo che l’universo si possa spie- do scopre l’incommensurabile sua a Milano quando lei ha sette anni. gare solo con cause naturali, e ignoranza: «Quello che conoscia- Frequenta il liceo classico presso sono costretto a imputarlo alla mo è una gocciolina e quello che le Suore Orsoline. Si laurea in fisica saggezza e all’ingegnosità di un non conosciamo un oceano». all’Università Statale di Milano e essere intelligente». Da una parte Su questa lunghezza d’onda è Fa- intraprende il dottorato sulle par- c’è l’Essere intelligente, dall’altra biola Gianotti. Nasce a Roma nel ticelle elementari.

18 OTTOBRE 2020 Nel 1987 fa parte del CERN, l’Orga- È interessante e bello abbinare la crede senza aver visto. E la scien- nizzazione Europea per la Ricerca ricerca della scienza con la ricerca za non potrà mai dimostrare l’esi- Nucleare: il più grande laboratorio di Dio, lasciando distinti i campi, stenza o la non esistenza di Dio». al mondo di fisica delle particel- ma integrandoli armoniosamente «Sì, io credo». Affermazione cate- le, avente lo scopo di fornire agli nella propria vita, perché – afferma gorica, senza nessun’altra aggiun- scienziati gli strumenti necessa- Fabiola – scienza e religione «non ta: lo esige il pudore da intendersi ri per la ricerca in fisica delle alte solo possono convivere, ma pos- – come altrove ho spiegato – qua- energie. Fabiola lavora a vari espe- sono aiutarsi a vicenda, perché of- le arte di conservare la propria rimenti, il più grande dei quali è frono diverse interpretazioni del- intimità, morale e fisica, per la l’ATLAS, che si avvale della colla- la stessa realtà. persona amata. «Non si gettano borazione di oltre tremila studiosi, Nessuna di queste interpretazio- le perle ai porci» là dove regna il in gran parte fisici provenienti da ni è assoluta, perché la scienza pregiudizio che la persona intelli- trentotto Paesi di tutto il mondo. offre una visione parziale, valida, gente debba prendere le distanze In qualità di portavoce di ATLAS, vera, ma pur sempre parziale: non da Dio, da Cristo e, soprattutto, il 4 luglio 2012 annuncia – pres- possiamo ridurre tutto alla cono- dalla Chiesa. so l’auditorium del CERN – la pri- scenza scientifica. Così, anche la Fabiola, convinta che la conoscen- ma osservazione di una particella religione ha bisogno di un pen- za sia «un cammino senza fine», compatibile con “il bosone di Hig- siero critico e razionale, altrimenti spiega di non credere che «la fisica gs” (impropriamente chiamato “la diventa fondamentalismo. Le sco- potrà mai rispondere alla doman- particella di Dio”). perte della scienza arricchiscono da: esiste Dio?». Questo bosone, secondo Rubbia, la fede». Che rapporto c’è, allora, tra scienza «rappresenta la transizione fra ciò È importante sottolineare il fatto e fede? «Penso che sia una situa- che conosciamo, il modello stan- che Fabiola ammetta in pubblico zione di parallelismo, di approcci dard, e la fisica del futuro. Prima di credere in Dio, specialmente diversi. Quello che io vedo nella la cosmologia avanzava ipotesi quando è intervistata in televisio- natura, il suo ordine, la sua sempli- che erano quasi modelli filosofici. ne da giornalisti che si aspettano cità, la sua eleganza, mi avvicina Ora è diventata una scienza esatta dichiarazioni d’ateismo da parte all’idea di una mente ordinatrice e cerca di rispondere alle doman- di persone intelligenti, importanti dietro. La natura è bellissima. An- de fondamentali dell’uomo: dove e dedite alla scienza. Alla doman- che leggi fondamentali della fisica siamo e da dove veniamo? Pren- da se abbia fede in Dio, risponde sono estremamente, esteticamen- diamo il Big Bang: era nato come in modo molto asciutto: «Sì, io te belle, semplici, essenziali; come un’idea, oggi è un’esperienza rea- credo». E quando l’intervistatore diremmo in inglese,“compelling”. le, che può essere in parte ricreata insiste nel chiedere se sia com- Si motivano quasi da sé». in laboratorio». patibile la scienza con la fede, E la famosa particella di Dio? Per In questa area si muove Fabiola, ecco la risposta: «Assolutamen- Fabiola il fatto che “il bosone di che nel 2014 è eletta direttore ge- te sì, non ci sono contraddizioni. Higgs” sia stato così definito, non nerale del CERN, prima donna a oc- L’importante è lasciare i due pia- è dovuto ai ricercatori, ma ai me- cupare una carica così importante. ni separati: essere credenti o non dia: «Mai uno scienziato ha avuto È una persona polivalente: è ap- credenti, non è la fisica che ci darà l’ardire di definirla così. Lo dob- passionata della letteratura clas- una risposta». Scienze separate, biamo all’editore del libro scritto sica; suona il pianoforte; è affasci- non antitetiche. dal Premio Nobel Leon Lederman. nata da Dostoevskij, lo scrittore A Famiglia Cristiana dichiara: «Non Voleva rivestire l’opera con un velo russo che afferma: «La bellezza vedo nessuna contraddizione tra letterario di sicuro effetto. salverà il mondo»; è appassionata scienza e fede: appartengono a Lederman aveva suggerito un al- dei film di Ermanno Olmi, pure lui due sfere diverse. Saremmo trop- tro titolo, La particella dannata, grande per la sua ricerca del silen- po ambiziosi e troppo arroganti se perché ci aveva fatto disperare, zio e del Mistero. Grande nella sua potessimo pensare di spiegare l’o- l’avevamo cercata per decenni. È pubblica ammissione: «Cerchia- rigine del mondo. Quello che pos- senza dubbio una particella spe- mo Dio nel mistero, ma Lui si è già siamo fare noi scienziati è andare ciale, ma avvicinarla a Dio è una rivelato». avanti passettino dopo passetti- sciocchezza». Quest’ultima affer- Con questi “maestri di vita” si ca- no, e accumulare conoscenza». mazione può essere raffrontata pisce il suo coraggio di dichiarar- E altrove: «La scienza e la religio- con l’assioma francese, mirante a si credente e di rifarsi proprio a ne devono restare su due strade sottolineare che chi esige troppo Newton là dove afferma: «Quello separate. La scienza si basa sulla da se stesso e vuole dimostrare che io vedo nella natura, la sua dimostrazione sperimentale e la tutto ottiene l’effetto opposto: semplicità, la sua eleganza, mi av- religione si basa su principi com- «Chi vuole fare il santo subito, fa vicina all’idea di una mente intelli- pletamente opposti, cioè sulla la bestia». gente ordinatrice». fede, tanto più benemerito chi ◗

OTTOBRE 2020 19 CON I GIOVANI, PER I GIOVANI cdella Prof.sa Stefania Ceccorulli BES e DSA: fatica e fantasia Bisogno Educativo Speciale (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

a mia mamma Luisa è nata nel mamma lo è, tuttavia ancora oggi permettono ai ragazzi con DSA di settembre del ‘44, periodo ter- quando ricorda gli anni della scuola accedere al compito da svolgere Lribile per il nostro Paese, e si è nelle sue parole si sente vivo e pun- nelle stesse condizioni degli altri. trovata a frequentare la scuola ne- gente il dispiacere per quelle prese Non è una questione di maggiore gli anni ‘50, anni viceversa di grandi in giro. Eppure la mia mamma DO- o minore impegno; se mi tolgono fatiche ma anche di grandi speran- VEVA portare gli occhiali, non c’era gli occhiali, anche se mi impegno ze, prospettive e novità. Eppure la altra via perché lei compisse il suo di più, non vedo come gli altri, … mia mamma non ha un buon ricor- percorso di studi. La legge 170/2010 riconosce i Di- do della scuola. Era infatti (ed è tut- sturbi Specifici dell’Apprendimen- tora) fortemente miope, portava gli Come insegnante, nei dialoghi con to, tutela gli alunni e il loro diritto occhiali e per questo veniva presa alunni, genitori e colleghi mi sono allo studio e ha messo in moto in giro. “Quattrocchi, cecata, talpa”. spesso trovata a paragonare agli una serie di processi e di azioni, in- All’inizio degli anni ‘60 la mia mam- occhiali gli strumenti compensati- nanzitutto l’informazione e la for- ma (sempre portando gli occhiali) vi necessari ai ragazzi con Distur- mazione di genitori e insegnanti, si diploma geometra, prima donna bi Specifici dell’Apprendimento. ad opera degli Uffici Scolastici e dell’istituto tecnico che frequen- Mappe concettuali, calcolatrice, di numerose Associazioni locali e tava, unica del suo anno. C’è da tempo aggiuntivo non sono faci- nazionali, come ad esempio l’AID, esserne orgogliosi e infatti la mia litazioni, sono gli strumenti che Associazione Italiana Dislessia.

20 OTTOBRE 2020 Vivo l’esperienza della scuola da insegnante dal 1999 ed è stato PHILIP SCHULTZ bello e stimolante vedere che Nato nel 1945 a Rochester, New York, figlio nel corso degli anni i nuovi inse- di una famiglia povera di ebrei provenienti gnanti entravano nel mondo del- dall’Europa dell’est, dislessico per buona la scuola sempre più formati sul parte dell’infanzia, inconsapevole d’esserlo tema dei DSA, rispetto a quanto stato fino all’età di 58 anni, quest’uomo dal- fossi io all’inizio del mio percor- lo sguardo aperto e sempre un po’ dolente è so professionale. Anche i ragazzi diventato uno scrittore affermato contro ogni arrivano alla scuola media sem- previsione, a conferma che nella terra del- le opportunità lottare duro porta al succes- pre meno diffidenti rispetto agli so. È autore di un toccante memoir dal titolo adattamenti didattici attuati con La mia dislessia. gli allievi con DSA, così come gli occhiali dagli anni ’50 a oggi sono diventati oggetto di uso comune. Segni che qualche passo è stato fatto, anche se la strada verso la completa inclusione è ancora lun- ga; quel che è certo è che in que- ti, perché non bisogna di- sto cammino l’alleanza tra scuola menticare che, se ben fatta, e famiglia è vitale. Se la scuola è la didattica rivolta ai DSA è importante, il fulcro di ogni per- efficace per tutta la classe corso attivato con gli allievi con e usualmente non implica DSA è la famiglia; l’approccio che una riduzione dei contenuti la famiglia ha nei confronti del di- e delle competenze da ac- sturbo diagnosticato e delle misu- quisire, né un abbassamen- re proposte dalla scuola è ciò che to del loro livello. può fare la differenza nel successo La direttiva del MIUR del 27 formativo del ragazzo. dicembre 2012 ha poi intro- Non si deve negare che DSA impli- dotto il concetto di Bisogno ca un lavoro maggiore da parte di Educativo Speciale (BES) e tutti (allievo, famiglia, insegnanti) ha ampliato il campo di applica- specie fino al biennio delle scuole zione di una didattica inclusiva e guardi, allora si rafforzerà e sarà superiori. Sono studenti che han- personalizzata a tutte le difficoltà meno negativo verso il lavoro sco- no bisogno di più affiancamento di apprendimento che non sono lastico. nei compiti e per cui gli insegnanti certificabili, ma che comunque È un toccasana per i bambini, i hanno un carico di lavoro maggio- sussistono, come ad esempio lo ragazzi e i giovani avere accanto re a livello di programmazione, do- svantaggio culturale, linguistico o adulti che tengano aperto su di cumentazione e prassi didattica. sociale, realizzando il diritto a rice- loro un orizzonte di futuro ampio Tuttavia ogni ragazzo con DSA vere una didattica personalizzata e alto, senza cadere in sterili am- può, anzi deve, diventare una previsto già dalla Legge 53/2003. bizioni, ma accogliendo le loro ca- sorprendente occasione di “fan- Trovare la strada adatta per cia- ratteristiche e attitudini. tasia didattica ed educativa”. La scun ragazzo, questa è la grande Nel 2008 Philip Schultz, poeta normativa infatti definisce criteri sfida. americano, ebreo di origini russe, e offre spunti, ma, nel rispetto di Anche in questo don Bosco è un vince il premio Pulitzer. È dislessi- essa, ogni insegnante può trovare precursore: non si arrende con co, come racconta nel suo libro “La le strade, gli strumenti, l’approc- Bartolomeo Garelli, le tenta tutte, mia dislessia”. cio più efficace per ogni allievo. Il finché non trova qualcosa di ade- mestiere dell’insegnante è consi- guato a lui con cui poterlo aggan- Di fronte a un bambino con dia- derato da tanti ripetitivo e un po’ ciare e iniziare un cammino (“Sai gnosi di DSA o di fronte a un BES, banale: ogni anno lo stesso pro- fischiare?” “Sì!”). da genitori non pensiamo alle gramma, le stesse lezioni, le stesse Non è semplice, richiede impegno cose che crediamo non potrà fare, verifiche… Avere in classe ragazzi da parte di tutti, ma se il ragazzo come insegnanti non pensiamo al con DSA può essere un potente comprende o anche solo intuisce Piano Didattico da redigere o alle stimolo a rinnovare la didattica, che gli insegnanti, i genitori, gli verifiche adattate da preparare, proporre cose nuove, magari in specialisti che lo seguono lavora- ma piuttosto domandiamoci: “E se forme nuove e sorprendenti per i no insieme a lui, senza sbuffare, vincesse il premio Pulitzer?”. ragazzi e per gli stessi insegnan- ma condividendo fatiche e tra- ◗

OTTOBRE 2020 21 MISSIONI ma cura di don Ferdinando Colombo, salesiano Padre Mario Zangarini Missionario per 40 anni in Amazzonia

oglio fare memoria di Padre «Vado in Brasile. Nel nord del Bra- «Perché là ho trovato alcuni valori Mario Zangarini, missionario sile, in Amazzonia». almeno per me molto più impor- Vsalesiano in Brasile. «E come sono le condizioni di tanti delle difficoltà quotidiane». Un uomo che in tutta la sua vita vita?». «Quali difficoltà? Cosa c’è in Amaz- ha sempre cercato l’autenticità. È «Ti dirò. Molto più difficili che qui zonia che può rendere la vita più vissuto evangelicamente cercan- in Italia». difficile?». do innanzitutto il rapporto aper- «E allora, perché vuoi tornarci tu «Insetti di tutti i tipi che non ti to, rispettoso, costruttivo con le che hai problemi di salute?». danno pace, animali pericolosi… persone: questo gli permetteva di annunciare il vangelo perchè lo vedevano concretamente nel suo modo di essere e di vivere. Distaccato dai beni materiali, dal- la ricerca delle comodità, quando veniva in Italia per curarsi, viveva poveramente e non faceva incet- ta di offerte con la motivazione di aiutare i poveri della sua missione, mentre cercava di farci riflettere sulla nostra vita. Mi diceva: «In Brasile, tra tanti problemi economici e sociali è an- che più facile vivere il Vangelo; è più facile essere cristiani sul serio, autenticamente. Vedi, qui si è por- tati a scendere a piccoli e grandi compromessi su tante comodità che ti offre la vita comune: come il mangiare pieno di piccole raffina- tezze, il vestire, lo spendere il tem- po libero in futilità. Forse è anche per questo che quando mancano le comodità sei portato natural- mente a fare le cose realmente es- senziali perché è solo stando tutti uniti che si vince...». È stato Missionario da prima linea. Conoscendo la serietà delle sue scelte i superiori lo mandavano, dove gli altri confratelli non aveva- no il coraggio di andare. Nel 2009, già con qualche serio problema di salute, dopo una breve perma- nenza qui a Bologna, per curarsi, ho registrato questo dialogo: «Per quale zona del mondo stai partendo?».

22 OTTOBRE 2020 il caldo costante (siamo quasi all’e- Emma Zucchini. Fu battezzato e Giovanile Salesiano, un’opera so- quatore), generi alimentari più cari confermato nella Parrocchia del ciale che ha formato la gioventù e salari bassissimi per cui ci sono Sacro Cuore di Bologna. di Manicoré in varie arti e vita cri- tante famiglie che fanno la fame, È zio di due sacerdoti bolognesi, stiana; dal 2007 a Humaitá come quella vera, e anche perché in tanti don Davide che è stato missiona- vicedirettore e parroco della par- non hanno lavoro e vivono come si rio a Mapanda in Tanzania e don rocchia di São Domingos Sávio e può, alla giornata!». Stefano Zangarini parroco a Gallo poi come direttore. «E questo è quello che tu cerchi?». Ferrarese e Passo Segni. Dal 2011 al 2013 è stato diretto- «Forse qualcuno cerca proprio Ha iniziato a frequentare il Colle- re di São da Cachoeira questo per sentirsi utile, per usa- gio Salesiano di Bologna dal 1951. e vicario della parrocchia di São re un po’ della sua vita per aiutare Ha deciso di farsi salesiano, è Gabriel - Catedral; dal 2014 al 2016, gli altri, così per esempio vivono entrato in noviziato e ha emes- è stato confermato per un secon- molti missionari: coloro che vanno so i voti il 16 agosto 1957, La to- do triennio come direttore della a portare la fede e perciò ad aiu- naca l’ha ricevuta da padre Rena- presenza, ma non ha nemmeno tare gli altri anche umanamente. to Zigiotti, quinto successore di completato a causa del peggio- Io sono in Brasile da quasi qua- Don Bosco. ramento delle sue condizioni di rant’anni per una scelta di valori Ha studiato filosofia, teologia e fu salute. Una grave frattura del fe- che qui si stanno perdendo sem- ordinato sacerdote il 6 aprile 1968, more nel 2012, lo aveva già porta- pre più. Per esempio là è molto più a Monteortone (Padova). to a mesi di trattamento, il che ha facile fare amicizia con tutti. Non Subito dopo è stato destinato ad portato alla scoperta di altre com- importa la lingua il colore della Arese operando tra i giovani con plicazioni di salute. pelle o la classe sociale. Queste maggior difficoltà di crescita. Dal 2015 in poi, per motivi di son barriere facili da superare, an- Padre Mario era un uomo con salute ha alternato il suo soggior- che solo con uno sguardo. Forse molte capacità artistiche e intel- no tra la Casa Ispettoriale e altre dove maggiori sono le difficoltà lettuali. Era qualificato per inse- comunità. le persone si aprono con maggior gnare; era maestro d’arte; Laurea A Padre Mário circa 3 anni fa è sta- facilità alla ricerca di qualcuno che in filosofia e teologia; Laurea in ta diagnosticata una mielofibrosi condivide le stesse difficoltà, o per Pedagogia presso il Collegio Don primaria che progrediva verso la lo meno con cui ti si possa sfogare, Bosco di Campo Grande. Ha anche leucemia. Nel tardo pomeriggio di e senti che sta dalla tua parte». seguito un corso per l’istruzione sabato 25 aprile si è sentito male: Don Mario Zangarini parlava con scolastica. curato dall’infermiera ed assistito passione e ammirazione del po- Arrivò in Brasile per vivere nella dai sacramenti e dalle preghiere polo brasiliano, al quale ha dedi- missione salesiana del Mato Gros- dei confratelli è entrato nella Casa cato oltre quarant’anni di servi- so il 26 dicembre 1971. del Padre verso le ore 18. zio. Diceva: «La vita degli indios è Lavorò a Poxoréo, Campo Gran- In una conversazione con padre come una liturgia, piena di segni de, Guiratinga, Barra do Garça, José Ivanildo, parlando della sua e simboli. Infatti gli indios portano Poxoréo, in qualità di come parro- situazione di salute, della sua vita addosso tanti piccoli segni che, di co e insegnante. missionaria, diceva: «Ho vissuto ciascuno, rendono riconoscibile Nel 1978, chiese di fare una nuo- molte situazioni ed esperienze di- identità, condizione e tribù. Per va esperienza missionaria nella verse durante la mia vita, una vita questo un indios trasferito all’im- provincia di São Domingos Sávio, buona e stimolante, ora sono in provviso nelle nostre città non ri- in Amazzonia. Fu destinato come pace!». uscirebbe a vivere. Nel ‘77 quando Parroco a lavorare con il grande Obbedendo alle raccomandazioni sono arrivato c’erano a Humaità missionario Dom Miguel D`Aversa sulla salute a causa della pande- nove salesiani, ognuno con impe- a Humaitá. mia, il 26 aprile l’Eucaristia di com- gni specifici. Il governo sta apren- Nel 1982 è tornato in Italia per al- miato è stata celebrata solo con do le grandi strade, come la Tran- cuni anni. Dopo un nuovo discer- i salesiani della comunità locale, sarnazzonica e la Manaus Porto nimento è tornato in Brasile ora presieduti dall’ispettore dell’Amaz- Velbo, e si stava realizzando una definitivamente nella Provincia di zonia, padre Jefferson Luis. Poco rete di numerose comunità dis- Manaus. dopo la Santa Messa, fu sepolto seminate tra fiumi e laghi. Alcune Ha lavorato a Manicoré come vi- nella tomba dei salesiani nel cimi- già si organizzavano in parrocchie. cario parrocchiale e responsabile tero di São João Batista. Era un lavoro entusiasmante per- del Ministero della gioventù, a Padre Mário Zangarini aveva: ché vedevamo le comunità nasce- Ji-Paraná come direttore della co- 81 anni di vita; re, crescere e diventare adulte». munità. In Ananindeua, Manicoré, 63 anni di professione religiosa; Don Mario Zangarini è nato a Bo- come parroco. 52 anni di ordinazione sacerdotale; logna, l’8 settembre 1938. Terzo Negli anni della sua permanenza 49 dal suo primo arrivo in Brasile. figlio di Augusto Zangarini ed a Manicoré ha realizzato il Centro ◗

OTTOBRE 2020 23 ONXXXXXX LINE o xxxxxxxx XXXXXXXXXXXXX Rossano Sala Pastorale Giovanile 1 Evangelizzazione e educazione dei giovani Xxxxxxx Un percorso teorico-pratico Il volume, uscito nel 2017, offre fondamenti solidi per la ri- flessione e la pratica dell’educazione e l’evangelizzazione Xxxxxxx dei giovani oggi. Si tratta di un percorso capace di aiutare tutti e ciascuno a portare i giovani a Dio e portare Dio ai giovani, attraverso un percorso fedele alla pienezza della rivelazione e creativo rispetto al momento culturale che stiamo vivendo.

Rossano Sala Pastorale Giovanile 2 Intorno al fuoco vivo del Sinodo Educare ancora alla vita buona del Vangelo (con invito alla lettura di Papa Francesco) Questo secondo volume, uscito nel settembre del 2020, rac- coglie 32 saggi distinti in cinque “costellazioni”. Il lettore viene accompagnato ad entrare con la mente e con il cuore nel va- sto campo della pastorale giovanile. In questo modo, partendo dall’esperienza sinodale, viene te- nuto aperto il cantiere permanente della riforma della Chiesa, che ha nella pastorale dei giovani una delle sue espressioni più avanzate, coraggiose e profetiche.

ROSSANO SALA Nato a Besana Brianza nel 1970, salesiano dal 1992 e sacerdote dal 2000. Licenziato nel 2002 e dottorato nel 2012 in Teologia Fondamentale. Attualmente è Professore Ordinario di “Pastorale giovanile” nella Facoltà di Teologia dell’Univer- sità Pontificia Salesiana di Roma. Direttore della Rivista “Note di pastorale giovanile” dal 2016. Segretario Speciale per la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2016-2019) e Consultore della Segreteria del Sinodo dei Vescovi.

24 OTTOBRE 2018