Bollettino Parrocchiale Di Tesserete E Sala Capriasca
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BOLBollettinoLETTINO PparrocchialeARROCCHIALE diTE TessereteSSERETE e Sala Capriasca SALACAPRIASCA Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; Cbussatehied ee vit esarà e apertovi s (Mtar 7,7)à dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto (Mt 7, 7) gennaio - aprile 2018 GENNAIO – APRILE 2018 1 TM Orario delle Sante Messe, giorni feriali Casa S. Giuseppe ore 7.00 Frazioni ore 17.30 Orario delle Sante Messe, vigiliari Tesserete ore 17.30 Vaglio ore 18.30 Orario delle Sante Messe, festive Sala Capriasca ore 9.00 Casa S. Giuseppe ore 9.15 Tesserete ore 10.30 e 19.30 Convento Bigorio ore 17.30 Ss. Confessioni In prepositurale ogni sabato dalle ore 16.30 alle ore 17.30 Recapiti Prevosto don Ernesto Barlassina Telefono 091 943 37 73 [email protected] Vicario don John Thaddeus Alabastro Telefono 091 943 10 44 [email protected] Indirizzo segreteria parrocchiale [email protected] Casa San Giuseppe Telefono 091 936 08 00 Sacerdote residente mons. Erico Zoppis Telefono 091 943 46 83 Consiglio parrocchiale Telefono e Fax 091 943 64 46 Convento S. Maria, Bigorio Telefono 091 943 12 22 Istituto Don Orione, Lopagno Telefono 091 943 21 82 Conti Correnti Postali Opere parrocchiali di Tesserete 69-7375-3 Opere parrocchiali di Sala Capriasca 69-6283-0 Esploratori 69-5804-8 Sito della parrocchia: www.parrocchiaditesserete.ch 2 TM Lettera del Prevosto Cari parrocchiani e lettori, re la domenica partecipando all’incon- siamo invitati, con questo bollettino par- tro con il Signore, che si dona a noi nel rocchiale, a prepararci a vivere la festa banchetto della parola e del pane della più importante di noi cristiani: la Pasqua vita. Oggi, facilmente, dimentichiamo di di risurrezione del Signore Gesù. Siamo vivere il giorno festivo e di riposo nella chiamati a comprendere l’importanza sua dimensione fondante e autentica. La e l’unicità della Pasqua, che consiste domenica per molti è diventata il gior- nel considerare il triduo sacro il “cen- no della gita, del poltrire a letto, dello tro” di tutte le celebrazioni liturgiche sport, del fare i lavori domestici, del annuali. In quei giorni santi noi faremo la divertimento… Alcuni affermano che memoria: dell’istituzione dell’eucaristia, durante tutta la settimana si è già trop- del comandamento nuovo della carità, po occupati, impegnati e stressati a fare del sacerdozio, della passione, morte, altro e a subire ritmi di tempo imposti sepoltura e risurrezione di Gesù. Nella che è giustificato il riposo del disimpe- veglia pasquale, denominata da Sant’A- gno a vivere e a testimoniare la fede gostino la “madre di tutte le veglie”, con altri credenti. Questi tali hanno fatto verrà annunciato che: “Cristo Signore diventare la domenica il fine settimana e è risorto”. Nel nostro rito ambrosiano non il giorno del nuovo inizio. Recupe- quest’annuncio verrà ripetuto tre volte rare e non smarrire il senso della dome- ai vari lati dell’altare. Le campane suo- nica è un impegno fondamentale per la neranno a festa per sottolineare che la comunità cristiana, da trasmettere alle morte e il peccato sono stati sconfitti e nuove generazioni. È importante che in Cristo tutti rinasciamo a vita nuova. tutta la famiglia insieme si ritrovi sia alla Durante l’anno, nelle messe vigiliari, si mensa domestica sia alla mensa euca- rinnova l’annuncio della risurrezione, per ristica. Sono due momenti che aiutano sottolineare che la domenica è il giorno a tessere legami d’amore, comunione del Signore risorto e vivente in mezzo a e unità. Infatti noi attingiamo dall’amo- noi. La domenica è la “Pasqua della set- re di Cristo, che ci viene donato nella timana” e si santifica partecipando alla comunione eucaristica, la forza di amarci liturgia eucaristica. I 49 martiri di Abilene e di perdonarci gli uni con gli altri. Dalla erano consapevoli dell’importanza del comunione sacramentale si deve pas- giorno domenicale. Essi furono ucci- sare alla comunione esistenziale, per si perché, trasgredendo un comando saper costruire una società più giusta dell’imperatore Diocleziano, si riuniro- e fraterna. Una società più accogliente no in assemblea per celebrare l’eucari- e attenta alle persone più bisognose. stia. Essi dissero ai loro carnefici: “Senza La grandezza e la dignità dell’essere domenica non possiamo vivere. Non lo umano si comprendono pienamente sai, Satana, che è il giorno della dome- solo nel rapporto con Dio e con il pros- nica a fare il cristiano e che è il cristiano simo. La Pasqua e la domenica sono la a fare il giorno della domenica, sicché vera “festa” per ogni battezzato. Non l’uno non può esistere senza l’altro e lasciamoci depauperare ed espropria- viceversa!”. C’è d’arrossire vedendo con re il “giorno che il Signore ha fatto per quanta superficialità tanti disertano la S. noi”. Auguro un buon cammino quare- Messa accampando banali e futili prete- simale a tutti voi per giungere, rinnovati sti e motivi. Consapevoli della centrali- nel cuore e nella mente, a cantare con tà della Pasqua annuale e della Pasqua giubilo: “Alleluia”. settimanale, cerchiamo di programma- don Ernesto 3 TM Pensiero di don Ernesto sul carnevale / Quaresima Alcuni parrocchiani mi hanno fatto a cibi raffinati e succulenti, a mortifi- sapere quanto sono importanti i gior- care le nostre malsane passioni. Chi fa ni di carnevale per Tesserete. Esso carnevale dovrebbe poi con più fervo- attira una fiumana di gente provenien- re entrare nell’ottica quaresimale. Si te da tutto il Cantone. Essendo legato può ravvisare il principio del carneva- alla Quaresima ambrosiana, le varie le anche nel testo biblico del libro di manifestazioni carnascialesche termi- Ester. Nel libro di Ester si racconta il nano con l’inizio della prima domeni- tentativo di eliminare e distruggere il ca di Quaresima. Il regno di Penagin popolo giudaico. L’intervento divino, scombussola sia il ritmo ordinario del per mezzo della regina Ester, impedi- vivere, sia la viabilità del luogo. Però rà al perfido e malvagio primo mini- si costata anche che i giorni di car- stro Amàn di realizzare il suo scopo. nevale non sono più legati alla Qua- La salvezza del popolo ebraico ha resima, essi iniziano molto tempo dato origine alla festa di Purim. Per prima. Sentendo qualche intervista, la festa di Purim si fanno banchetti, si rivolta alle persone che frequentano gioisce, si danno regali e i bambini si le manifestazioni carnascialesche, mi vestono in maschera e si divertono. ha impressionato e fatto riflettere la Spero e auspico che il carnevale sia frase detta da una giovane: “Il carne- vissuto da tutti come un momento di vale è la mia vita”. Possiamo rendere sano divertimento, di relazioni since- l’affermazione con: la maschera, cioè re e rispettose. Il carnevale sia anche l’ipocrisia, il divertimento, gli scher- un momento di attenzione, solidarie- zi, l’ubriacarsi, il lasciarsi andare e tà e condivisione con quelle fasce di non avere più l’autocontrollo o freni persone che, nelle loro varie difficol- morali è la mia vita! Ma questa è vita? tà, non hanno possibilità di divertirsi La vita si può ridurre solo a ciò? O il e gioire. Si evitino tutte quelle forme vivere è qualcosa di più e di oltre? e attitudini di vandalismo e volgari- Senza negare che l’esistenza ha un tà. Inoltre siano banditi gli atteggia- suo aspetto ludico, però non si può menti aggressivi e di bullismo che si ridurre tutto a gioco e sballo. L’illu- assumono nascondendosi dietro le sione è che la maschera sia l’aspetto maschere che s’indossano. più vero e sincero della persona che l’indossa, mentre il vivere le proprie responsabilità nel quotidiano è l’a- spetto ipocrita e falsificato del proprio essere. Il carnevale, come richiama la stessa parola, ha un legame con il mangiare la carne. A ridosso dei qua- ranta giorni della Quaresima, tempo di digiuno e astinenza, ci si poteva ancora sollazzare col mangiare carne e abbuffarsi con altri deliziosi nutri- menti. Con la Quaresima si iniziava seriamente a digiunare, a rinunciare 4 TM Lettera del Vicario Carissimi giovani, dunque sono; sono bello, dunque da giovane seminarista, nel non tanto sono; sono attraente, dunque sono; lontano 1995, mi ricordo le parole del io mangio, dunque sono; mi diverto, mio caro padre spirituale e confessore, dunque sono: io sento, dunque sono; un Salesiano, +don Donato Brunoldi: io voglio, dunque sono”. L’io che non “Se vuoi parlare al cuore delle perso- sa più incontrare il “tu” dell’altro. Non ne devi parlare con il tuo cuore.” Con siamo più capaci di amare l’altro per- questo sentimento e spirito cerco di ché siamo preoccupati del nostro amor rivolgere a voi queste parole. proprio, di riempire il vuoto e la ricerca Gesù Cristo nel vangelo incontrò un della vita dentro di noi. giovane ricco che gli chiese: “Maestro Nella mitologia greca c’è un personag- buono cosa devo fare di buono per gio, Narciso: lui è un cacciatore ed è ereditare la vita eterna?” (Mt 19, 16). famoso per la sua bellezza. Figlio della Questo versetto esprime la verità nel ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso. profondo del nostro essere; la ricer- Nel mito si racconta che Narciso era ca della vita, della felicità, dell’amore. crudele, in quanto disdegnava ogni Possiamo vedere poi come tutte le persona che lo amava. Non sapeva nostre azioni e decisioni trovino la loro amare. A seguito di una punizione divi- radice in esso; voler essere amato, la na si innamorò della sua stessa imma- voglia di vita, la ricerca della pienezza. gine riflessa in uno specchio d’acqua e Sant’Agostino nelle prime pagine de morì cadendo e annegando nel fiume Le Confessioni dice: “Ci hai fatti per te, in cui si specchiava.