ISSN 0031-3130

PERIODICO DELLA RESISTENZA E DEGLI EX COMBATTENTI

ANNO LIX 26 SETTEMBRE 2010 8 3,00 Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1, comma 2, DCB - Filiale di Roma patria indipendente l 28 gennaio 2005 l 1 Sommario 3 l Il punto, di Wladimiro Settimelli 5 l Lettere al direttore

DOCUMENTI Editore Associazione Nazionale Partigiani d’Italia 7 l Durante l’autopsia rinvenuti documenti inequivocabili. (A.N.P.I.) Mussolini in fuga verso la Spagna del camerata Franco, Sede legale di Wladimiro Settimelli Via degli Scipioni, 271 - 00192 Roma Direttore responsabile 15 l Il testo integrale dell’autopsia semi-segreta del Wladimiro Settimelli del prof. Pierluigi Cova In redazione Gabriella Cerulli, Adriana Coppari 21 l Il giallo della lunga ricerca del carteggio Churchill-Mussolini, di W.S. Collaborano: Fulvia Alidori - Mirella Alloisio - Ivano Artioli - Gemma Bigi - Elena Bono - Marco Cecchini - ATTUALITÀ Avio Clementi - Massimo Coltrinari - Serena D’Arbela - Georges de Canino - Primo De Lazzari - Daniele De Paolis - Filippo Giuffrida - 25 l Quella pubblica e istituzionale massacrata a colpi di scure. Sergio Giuntini - Enzo Guidotto - Orsetta Sì, è tutto vero: stanno uccidendo la scuola, Innocenti - Andrea Liparoto - Stefano Lodi- giani - Aladino Lombardi - Luciano Luciani - di Tiziano Tussi Luca Madrignani - Natalia Marino - Ilio Mu- raca - Paolo Papotti - Guido Petter - l Antonella Rita Roscilli - Luca Sarzi Amadè - 27 A ottobre due importanti convegni dell’ISTORECO. E a Livorno Pietro Scagliusi - Leoncarlo Settimelli - Da- si discuterà di lavoro e precarietà, niele Susini - Ivano Tajetti - Walkiria Terra- di Catia Sonetti dura - Alfredo Terrone - Tiziano Tussi - Fede- rico Vincenti 28 l L’arrivo di tanti giovani nell’ANPI è un contributo per la società, Segretaria di redazione di Patrizia Turchi Gabriella Cerulli Abbonamenti Annuo € 25 (estero € 40) STORIA Sostenitore da € 45 versamenti in c/c postale n. 609008 30 l Fu portata a termine contro i nazisti da Francesco Carlo Gay. intestato a: «PATRIA indipendente» Per l’Operazione Herring il coraggio di 226 parà, Arretrati: € 5,00 a copia di Ilio Muraca Direzione, Redazione, Amministrazione Via degli Scipioni, 271 - 00192 Roma TESTIMONIANZE Tel. 06 32.11.309 - 32.12.345 Fax 06 32.18.495 E-mail: patria@.it / [email protected] 32 l La mia difficile storia: il partigiano-ragazzo diventato un medico molto famoso, Iscritto al n. 2535 del registro stampa di Roma il 4 febbraio 1952 e nel registro nazionale del- di Pietro Roberto Comoretto la stampa con il n. 1032 il 23 settembre 1983. Iscritto al Registro degli Operatori di Comu- nicazione (ROC) con il n. 6552. CULTURA Garanzia di riservatezza per gli abbonati 34 l Il pittore baiano è stato uno degli attori del maestro del cinema L’Editore garantisce la massima riservatezza brasiliano. Parlando con Sante Scaldaferri del regista Glauber Rocha, dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la intervista di Antonella Rita Roscilli cancellazione, scrivendo a: PATRIA indipendente Via degli Scipioni, 271 - 00192 Roma CINEMA Le informazioni custodite nell’archivio elet- tronico dell’Editore saranno utilizzate al solo 44 l Il concerto di Radu Mihaileanu: “L’arte è l’anima più che la tecnica”, scopo di inviare la rivista o altre comunica- di Serena D’Arbela zioni concernenti l’abbonamento (Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 sulla tu- tela dei dati personali). POLEMICHE La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. 46 l Sopravvissuto di Auschwitz balla davanti al lager, Grafica e impaginazione di Leoncarlo Settimelli Duògrafi s.n.c. Via Odoardo Beccari, 32 - 00154 Roma Tel./Fax 06 57.44.156 RUBRICHE Stampa Grafiche PD S.a.s. 38 l Libri Via Ostia, 9 - 04022 Fondi (LT) Tel. 0771 51.30.17 43 l Segnalazioni, a cura di Tiziano Tussi Iscritto all’Unione Stampa Periodica Italiana 47 l Filatelia: Il ricordo dell’appello di de Gaulle, Questo numero è stato chiuso a cura di Valerio Benelli del CIFR il 25 settembre 2010 I-XVI l Cronache

2 l patria indipendente l 26 settembre 2010 ignette, battute, battutacce, accuse di to dire impunità, E ancora, ha precisato Fini, essere passato alla sinistra e tutto un che il Pdl non esisteva più e che si trattava di V fiorire di polemiche e un continuo sot- un partito senza democrazia e libertà e dove tolineare e precisare. Per mesi e mesi, la uno solo decideva sempre per tutti. E ancora “grande novità” di un Gianfranco Fini in ha continuato, spiegando che Berlusconi si scontro aperto e brutale con Silvio Berlusco- comportava come un re che trattava i cittadi- ni per mille diversi motivi, aveva attirato l’at- ni da sudditi per aggiungere, subito dopo, tenzione degli italiani e di tutto il mondo po- che l’Italia è una Repubblica e che, come ta- litico. Poi lui, il Gianfranco, dopo una infa- le, richiede democrazia, partecipazione e il mante e ricattatoria campagna dei giornali controllo del collettivo sul singolo. È stato della famiglia del Presidente del Consiglio anche ironico, ma fermo quando ha detto contro la compagna e lo sciagurato cognati- che su quella piazza di Mirabello non c’erano no, nullafacente, ma residente a Montecarlo “venditori della Standa” aggiungendo poi la in una casa che un tempo era di proprietà di richiesta di un grande rispetto per il Presi- Alleanza Nazionale, ha parlato, ha chiarito e dente della Repubblica che è davvero l’unico ha detto, finalmente, quel che pensava in di- garante della Costituzione. Ha anche parlato retta televisiva, agli inizi di settembre. Ho se- del suo “Futuro e Libertà” e lo ha fatto con guito tutto il discorso tenuto in quel di Mira- misura e accortezza. Non leggeva neanche bello, un paesetto ignoto ai più e devo dire, gli appunti e ha continuato, per più di un’o- come milioni di italiani, che si è trattato di ra, a parlare a braccio, ricordando a tutti i tutta una serie di riflessioni politiche di note- vergognosi attacchi dei giornali berlusconiani volissimo livello. Finalmente e dopo tanto alla sua famiglia. Per poi aggiungere ancora tempo, ho sentito un politico che parlava di che lui “preferisce gli onesti ai furbetti”. A politica in modo adeguato e autorevole. Al- due passi, alcuni giovani innalzavano un car- tro che Bondi, Cicchitto, Verdini o Capezzo- tello con la scritta: “All’eroe Mangano prefe- ne. In certi momenti, dopo aver chiuso gli riamo Saviano”. occhi, mi pareva di stare a sentire… Bersani, E ancora, ancora fendenti contro il “partito Franceschini o un Veltroni, finalmente e do- del predellino” e contro quelli che non ri- verosamente arrabbiati. Ma non erano loro. spettano la magistratura e sono tutti presi Era, sul serio, proprio e soltanto Fini. dalle genuflessioni nei confronti di Gheddafi. Dio mio, però, il Presidente della Camera le Non ha risparmiato neanche alcuni dei suoi ha proprio cantate nel modo giusto a quel ex “colonnelli” che – ha detto – hanno scelto prepotente e analfabeta della politica che è altri generali. Berlusconi, l’unico presidente del consiglio Insomma, un bel sentire e un politico che, fi- mai salito al potere in Italia, con la sola capa- nalmente, parlava da politico e non si perde- cità di badare soltanto ai fatti propri e agli in- va dietro le solite battute o le barzellette da teressi personalissimi, di famiglia e di gruppo. quattro soldi che, ormai, non fanno ridere Certo, devo subito aggiungere che non vorrei più nessuno. in alcun modo averci a che fare con il “com- Confesso: non avrei mai pensato che, un pagno Fini”, dopo averlo sentito ricordare giorno, avrei scritto bene di un discorso di commosso Giorgio Almirante, il fucilatore di Fini e mi macero nel dubbo, con mille pove- partigiani e segretario dell’MSI. Lo ha detto re e banalissime angosce. Ma i fatti e la realtà subito e per primo anche il sindaco di Firenze sono, spesso, sorprendenti e sarebbe ridicolo Matteo Renzi e non si può che essere d’ac- mettere la testa sotto la sabbia. cordo. Ed è bene precisarlo, renderlo esplici- E allora? Allora un bel niente. Sicuramente to, chiarirlo, chiarirlo e chiarirlo ancora. Ma Fini e i suoi voteranno ancora per tenere in detto questo bisogna prendere atto che Fini piedi il governo, ma è certo che sulla giusti- ha detto, su Berlusconi, una serie di cose che, zia, sulla politica estera, sugli interessi perso- appunto, non si sentono dire spesso neanche nali di tanti personaggi al potere, si schiere- dai dirigenti di sinistra. E le ha dette con fer- ranno in modo diverso da quanto hanno fat- vore, passione, impeto e la voglia di fare chia- to fino al oggi. rezza fino in fondo. Proprio come avrebbe Berlusconi, dal canto suo, si è subito gettato fatto il vecchio rappresentante di una antica a capofitto nella ricerca dei parlamentari che destra liberale, rispettosa della democrazia potranno sostituire i finiani. Poi ha scatenato parlamentare e della Costituzione. di nuovo i suoi giornali e il solito branco di Lo avete sentito tutti. Ha parlato di uno che, “untorelli” per chiedere che Fini si dimettes- nel governo, si comportata da padrone e trat- se da Presidente della Camera. Così abbiamo ta l’Italia come se fosse una sua personalissi- visto, ancora una volta, la ridicola faccia se- ma azienda. Ha aggiunto che non era possi- riosa di Capezzone (il peggiore del mondo) bile varare leggi che riguardavano soltanto il che dagli schermi televisivi diffondeva al vol- “padrone” e non tutti i cittadini. Precisando, go gli ordini del capo, come se avesse riflet- subito dopo, che garantismo non voleva cer- tuto a lungo e di persona sul momento poli-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 3 tico prima di parlare. Terribile: che entrare nelle liste” dei diversi partiti. le capacità personali e politiche. Poi ci tocca vedere e ascoltare tutti i Ne era venuto fuori un pandemo- ha precisato, sommerso dagli insulti, giorni in televisione. nio. Poi è saltato fuori il parlamen- che è davvero molto più grave pro- Intanto a sinistra, e mi ripeto an- tare del Pdl Giorgio Stracquadanio, stituirsi “con la testa e con il cervel- cora una volta, si continua a litigare notissimo per il nulla e per il nulla lo”. Insomma, questo ometto con facendo finta di mettere a punto ricordato, ma fondatore della rivista gli occhialini, calmo, pacato e persi- programmi e strategie. E Prodi, il online “Il predellino”. Berlusconia- no simpatico, lo dico a voce alta, ha povero Prodi, dalla Cina, continua a no fedelissimo, ovviamente. Una capito davvero il momento politico. ripetere di “non capire” e di essere mattina ne ha dette delle belle. In Lui sì che se ne intende! “allibito”. Un po’ come tutti gli poche parole il senso del suo discor- Ricordate quelle tre o quattro belle italiani, in fondo. so è stato questo: “è del tutto legit- ragazze pugliesi che dovevano di- *** timo usare il proprio corpo per en- ventare parlamentari europee del Ci sono cose che colpiscono parti- trare in politica, nelle liste e avere Pdl, dopo un corso improvvisato di colarmente e rimangono a frullare successo”. Pare si riferisse alle parla- soli tre giorni? Alle spalle, poverette, in testa per giorni e giorni. Una in mentari del suo partito, ma anche a avevano politicamente il nulla, ma particolare mi ha “stranito” (come quelle di altra area. Insomma – si fa erano tutte assai graziose. Chissà se dicono a Roma). Ricorderete: prima per dire – ha fatto un discorso pro- Stracquadanio si riferiva a loro o ad c’era stata la finiana Angela Napoli fondamente etico, rispettoso delle altre italiche bellezze. Non lo sapre- che aveva detto “che spesso le don- donne e tutto un inno, diciamo co- mo mai. ne sono costrette a prostituirsi per sì, alla loro intelligenza e alle singo- W.S.

Mussolini in fuga verso la Spagna del camerata Franco La copertina di questo numero richiama, simbolicamente, la vicenda della fuga di (1945) verso la Svizzera e poi verso la Spagna franchista, travestito da soldato tedesco. Poi, come si sa, arrivò la cattura da parte dei partigiani nei giorni della Liberazione e subito dopo la fucilazione del capo del fascismo e dell’amante Claretta Petacci, a di Mezzegra, presso . I partigiani, dopo l’arresto del duce, fucilarono, come si sa, anche i membri del governo repubblichino e trasportarono tutti i corpi verso Milano con un camion. Giunti in città i cadaveri di Mussolini, della Petacci, dei ministri fascisti e dei capi del partito, vennero depositati a nello stesso punto dove, il 10 agosto del 1944, erano stati fucilati, per rappresaglia, quindici antifascisti prelevati dal carcere di San Vittore. Sui loro poveri corpi, i militi fascisti e le ausiliarie di Salò, avevano infierito a lungo al punto di suscitare anche le proteste dello stesso Benito Mussolini. A Piazzale Loreto accorsero subito migliaia di persone che volevano vedere i corpi del duce del fascismo, della Petacci e dei gerarchi fascisti. Era una folla inferocita che i partigiani in servizio d’ordine non riuscirono a controllare. I vigili del fuoco, dopo avere usato gli idranti per guadagnare spazio ed evitare ulteriori tragedie, ordinarono che i corpi venissero appesi ad un distributore di benzina poco distante. La scena fu terribile e sconvolgente e furono gli stessi dirigenti antifascisti (Sandro Pertini in testa) ad ordinare che i corpi fossero tirati subito giù e trasferiti alla medicina legale. Le foto che abbiamo scelto sono comunque quella del “generalissimo” Franco e dello stesso Mussolini, due camerati di due fascismi ugualmente violenti e terribili anche se il dittatore spagnolo tenne il proprio paese fuori dalla guerra. Franco, sicuramente, avrebbe ospitato volentieri il “maestro italiano” che lo aveva aiutato nella conquista del potere insieme a Hitler. Per la controcopertina, invece, abbiamo scelto una foto di una delle tante proteste dei precari della scuola rimasti senza lavoro. La scuola pubblica è ormai al totale collasso, con la cosiddetta “riforma” Gelmini e i tagli decisi dal governo. Tra l’altro, migliaia di bambini rimarranno fuori, nelle grandi città, anche dagli asili nido.

4 l patria indipendente l 26 settembre 2010 re L’acqua? portaschioppo rischia di demolire il castello tto E che importa delle fandonie eroiciste su cui si regge la va- e a noi dell’ANPI nagloria meritocratica e retorica in uso refe- r rente a partiti? Ristabilire la quotidianità del-

i «Sarebbe il caso in cui potremmo tranquilla- la lotta di Liberazione nazionale, rischia di d

l mente chiudere bottega», cosi concluse Scri- alienare consensi? Meglio affiancare le prote- a via, comandante della IV Divisione Garibal- ste o proposte di uno o più partiti, proteste di “Pinan-Cichero” – uno dei fondatori del- pur condivisibili sul piano personale, ma cer- la sezione ANPI di Novi Ligure – allorché tamente fuori luogo dare ad esse appoggio e paventò l’ipotesi che la nostra Associazione, credito in un organo ufficiale che vuole rap- facendo suoi gli ideali di un partito o appog- presentare il Corpo Volontari della Libertà e giandone una campagna o finalità non perti- rimandarne la memoria? Siete certi che la nenti con il dettato del nostro statuto, dive- nostra rivista non travisi, o travalichi, i suoi nisse una specie di malcelata succursale – compiti che, come emerge dall’augurio in- conscia o inconscia non cale – di quel parti- viatoci per la nostra mostra, anche il Presi- to politico stesso, qualsiasi esso fosse. dente della Repubblica indica nel: «tenere Mi, e Vi, pongo una domanda: siamo vicini viva la memoria della Resistenza e nel dif- a chiudere bottega? fonderne la conoscenza tra le giovani genera- Domanda amara legittimata dal fatto che nel zioni». numero di maggio, Patria, la rivista ufficiale E concludo citando la lirica riferita ai nostri dell’Associazione, in prima pagina, anziché Caduti del poeta Edoardo Sanguineti che, esporre la bandiera del 65° anniversario del- con apprensione, si augurava: la Liberazione, si affianca alla posizione so- «che nu s’acorsan che sa se teinta de sepelili su- stenuta da alcuni partiti sulla questione della ta a rumeinta». privatizzazione dell’acqua. Un tentativo in atto da tempo, che occupan- Altre domande non meno amare sorgono doci delle beghe sull’acqua, o altri problemi notando che una iniziativa, dotata dell’alto non pertinenti quale Associazione, sicura- apprezzamento del Presidente della Repub- mente non osteggiamo, anzi rischiamo di blica, non ha avuto il bene di essere citata aiutare. lettere dal nostro organo ufficiale malgrado ci si sia Ricordiamoci tutti e insieme con convinzio- affrettati a darne notizia inviando anche il ne, che il nostro dovere è di tenere viva la catalogo. Si tratta della mostra “I colori del- memoria, la Loro di Memoria soprattutto, e la memoria”. Una mostra promossa in parti- di non sminuirla frammischiandola in appel- colare per le scuole dal nostro Comitato li o proteste contingenti, anche se legittime, Provinciale e dall’ISRAL, nonché da nume- ma che inducono a supporre una presa di rosi comuni del novese e ora patrocinata an- posizione di parte, anzi partitica. che dalla Provincia. Una mostra che sarà ri- Con profonda amarezza petuta a Cantalupo nel ricordo della Batta- (Franco Barella - Novi Ligure, Alessandria) glia di Pertuso e per l’autunno a Genova- *** Pontedecimo ancora per le scuole. Abbiamo ricevuto la lettera di Barella prima Mi e Vi domando: visto che da quanto delle vacanze, ma non abbiamo avuto il tem- emerge, tutto ciò sembra non avere interes- po di pubblicarla. Eccola qua. se, è forse da ignorare il tentativo di ripro- Caro Barella, tranquillizzati: l’ANPI non è porre la memoria della Resistenza all’atten- diventata e non diventerà mai un partito. Il zione dei giovani con metodi diversi da nostro numero dedicato alla privatizzazione quelli usati perché costringe ad un impegno dell’acqua era del tutto legittimo. I partigia- plurimo e continuo? Meglio insistere sulle ni si sono battuti per la democrazia, la giu- stanche tradizionali commemorazioni che stizia sociale e la libertà. Privatizzare un be- servono a poco, ma non danno noia né dis- ne collettivo come l’acqua è davvero da fasci- sensi, né, più di tanto, esigono solerzia? sti e, dunque, un atto di un egoismo sconvol- Centinaia di giovani delle scuole hanno visi- gente e ingiusto verso la collettività e l’intero tato la mostra e, colpiti dal connubio colori- Paese. commento usato per riandare alla memoria Non mi interessa chi ha proposto una batta- di quanti rimasti con “nomi giovani per l’e- glia di libertà contro gli infami arraffatori ternità”, hanno scritto molteplici ringrazia- di un bene collettivo. Si tratta di una batta- menti per il convincente modo di rimarcare glia giusta; punto e basta. Non abbiamo dato un tassello della recente nostra storia, fino a notizia della vostra mostra e ce ne dispiace, proporre, con parole tenere, di “adottare i ma le iniziative dell’ANPI in tutta Italia partigiani”. Appare forse rischioso, oltre che “per grazia di Dio e volontà della Nazione” impegnativo, aprire un colloquio fuori dalle sono sempre tantissime e non possiamo pubbli- stanche commemorazioni passerella? O forse care tutto, tutto. Sarà per la prossima volta. illustrare la Resistenza umile e feriale dei W.S.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 5 Fascisti di radio (R 101), televisioni (Media- zione svoltasi in mattinata, tutto era anche i soldatini set), libri e rotocalchi (Mondadori) ancora in divenire ed ammetto che un giornale (Il Giornale), banche risultava difficile orientarsi in quegli di piombo (Mediolanum), un teatro (Il Man- ambienti, bellissimi ma forse troppo Cari amici, zoni), film (Medusa), calcio (), ampi e dispersivi, in cui altre perso- vi segnalo che in questi giorni è in ville ed altro. Penso che nessun ita- ne come me cercavano con difficol- commercio la collezione di soldatini liano sia passato indenne nel bene o tà informazioni di vario tipo, senza di piombo dipinti a mano intitolata nel male da questa enorme rete, per trovare un indirizzo ben preciso. “Corpi d’élite delle forze armate ita- cui mi chiedo come possano dire al- Anticipo che non è mia intenzione liane” e che la terza uscita prevede cuni che bisogna far politica senza esporre alcuna critica agli organiz- come esemplare un marò del batta- nominare il cavaliere di Arcore. zatori dell’evento, che anzi ringra- glione Barbarigo della X mas (e fin Se nel mondo esistono paesi che zio per l’enorme impegno profuso e qui abbozziamo, pur con tutte le ri- non possono fare a meno di un pa- per l’ottimo programma presentato. serve del caso). La chicca: per i clien- drone che li governi, a me viene ma- Espongo questi miei pensieri, con ti che richiedono la distribuzione a lignamente da pensare che l'Italia grande dispiacere, per la scarsa par- domicilio è previsto l’invio in regalo sia fra questi. Ma certo, a noi italia- tecipazione ad un evento che riten- di un “elegante orologio da taschino ni l'esperienza in tal senso non man- go di enorme rilevanza; senza di con lo stemma della X mas”. ca, ed allora perché non riprovarci questo andrebbe perso, secondo Tutto questo dal gruppo Hachette, usando per arrivarci metodi più in- me, un importante momento di in- che ha deciso di fare concorrenza agli telligenti e sofisticati di allora? E sì, contro e condivisione. ambulanti di Predappio... Per confer- e guarda caso, il furbastro tentativo La prima Festa a Casa Cervi era sta- ma andate a vedere all’indirizzo è proprio nelle mani dei discepoli di ta bella e coinvolgente e speravo http://www.hachette-fascicoli.it/opere- Mussolini. fosse solo l’inizio di una lunga serie minisito-abbonati/corpi_elite.htm Dobbiamo quindi fermamente au- ed invece... Non so giudicare cosa gurarci e sperare che si formi final- possa essere mancato... forse una Non è il caso di sollevare una contesta- adeguata informazione e pubbliciz- zione sull’opportunità dell’iniziativa? mente una opposizione coesa ed ef- ficace con un preciso programma di zazione, forse un essenziale coordi- (Enrico Pagano - direzione Istituto sviluppo per il Paese e che si ponga namento tra i diversi livelli dell’or- per la Storia della Resistenza e della con grande responsabilità nelle con- ganizzazione (dalle sezioni al nazio- società contemporanea di Biella e dizioni di respingere democratica- nale), o forse manca effettivamente Vercelli “Cino Moscatelli”) mente ogni tentativo di eversione la volontà e l’interesse per favorire e più o meno spinta. Inoltre, la me- portare avanti un’iniziativa così Un’opposizione moria storica ha necessità di essere grande e così bella. coesa contro rinfrescata nella mente dei cittadini La mia critica è rivolta a coloro che il “padrone” italiani bisognosi di acquisire una lì mancavano e che non hanno né maggiore coscienza sui valori che la visitato né sostenuto con il loro ap- Ormai è da anni cosa scontata, che nostra Costituzione, nata dalla Resi- poggio questa Festa. ogni italiano da quando apre gli oc- stenza, indica. Ho sperato che le cose potessero an- chi il mattino a quando li richiude la (Ermenegildo Bugni - partigiano - dare migliorando durante i giorni sera, vive direttamente o indiretta- Bologna) seguenti, ma anche nel momento mente qualcosa del Cavaliere di Ar- del discorso conclusivo, la domenica core. E non sono solo gli avveni- mattina, sono rimasta colpita dal risi- menti politici, sempre alla ribalta Sulla Festa cato numero di persone presenti: ba- con un primo Ministro che in ogni Nazionale sta guardare le fotografie per render- momento mette in evidenza un vec- ad Ancona si conto che quello non poteva esse- chio e deleterio modo di dire: chi Buon giorno a tutti, re il pubblico di una festa nazionale! non è con me è contro di me. Ed è mi chiamo Valeria, faccio parte della Se davvero per l’ANPI si è aperta un su questo detto che con tristezza sezione ANPI di Pontedecimo-Ge- nuova stagione, dove erano tutti i dobbiamo purtroppo constatare nova e da alcuni anni sono abbona- Compagni e le Compagne del Nord, che, nonostante il trascorrere degli ta a Patria indipendente. del Sud e del Centro Italia? anni e una certa evoluzione cultura- Mi scuso in anticipo, ma ho deciso Me lo domando con tristezza e ti- le, gran parte del popolo italiano di inviare la presente mail perché more, il timore che questa tanto de- sembra proprio non avere imparato con mio rammarico mi trovo in di- clamata partecipazione sia davvero nulla dalle tragedie portate da chi è saccordo con quanto scritto relati- difficile da ottenere ed incrementare. stato portatore di questo dire. vamente alla riuscita della Festa na- Perdonatemi per le mie considera- Tornando all'inizio del discorso, zionale ad Ancona. Specialmente zioni, non ritengo di essere una per- penso e mi domando, come tanti nell’articolo “Girare, cercare, ab- sona pessimista, ma preferisco guar- italiani possono con indifferenza vi- bracciarsi tutti noi fratelli dell’AN- dare le cose in modo razionale e ve- vere la profonda crisi che attanaglia PI” dello scorso mese di luglio. ritiero, per pormi le giuste domande questo Paese con l'apatia di chi non Sono arrivata alla Mole Vanvitelliana e cercare la migliore direzione da vede e sente, ma anzi sostenere un nel pomeriggio di giovedì 24 giu- seguire. Saluti governo di cui il capo è proprietario gno quando, nonostante l’inaugura- (Valeria Nosiglia - per e-mail)

6 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Documenti Durante l’autopsia rinvenuti documenti inequivocabili Mussolini in fuga verso la Spagna del camerata Franco Alcune carte in questo senso trovate addosso al duce dal prof. Pierluigi Cova • Una lettera datata 14 settembre 1944 • Il professor Caio Mario Cattabeni non ha mai scritto niente su quei documenti • Un falso generale partigiano aveva poi fatto sparire tutto • La ricostruzione della fucilazione a Giulino di Mezzegra.

di Wladimiro Settimelli datata al settembre del 1944, ma è assai recente”. Il professor Cova osservava ancora che sotto i falsi no- mi spagnoli si celavano quelli di Benito Mussolini e uando Benito Mussolini venne arrestato a Claretta Petacci i cui nomi erano indicati scritti a la- Dongo dai partigiani della “52a Brigata Gari- pis in alto e che avrebbero dovuto essere trascritti, Q baldi”, alla testa di una colonna di auto con più tardi, in inchiostro rosso al posto giusto. Insom- tutti i membri del governo della repubblichina di Sa- ma un trucco da far valere, forse, alla frontiera sviz- lò, stava dirigendosi verso la Svizzera, ma in realtà, zera e poi a quella spagnola. Questo è quello che molto probabilmente, la meta finale era la Spagna. La emerge dalla relazione Cova (che pubblichiamo inte- rivelazione è contenuta tra i documenti sulla autopsia gralmente per il suo notevolissimo interesse storico e del duce del fascismo condotta all’Istituto di Medici- medico, anche se dal punto di vista scientifico non si na Legale dell’Università di Milano dai professori discosta molto da quella del prof. Cattabeni) e non Caio Mario Cattabeni e Pier- luigi Cova il 30 aprile del 1945. È proprio il professor Cova che, nella relazione peri- tale, ai fogli numero X, XI e XII spiega di aver rinvenuto, nella tasca posteriore dei pan- taloni di Mussolini (indossava quelli della Milizia e mutande di lana lunghe) una busta gial- la con un foglio in carta inte- stata del consolato spagnolo di Milano. La lettera era datata 14 settembre 1944 e scritta a macchina in lingua spagnola. Spiegava che i titolari della missiva erano i coniugi Isabella y Alonso …. di nazionalità spa- gnola, profughi della guerra che chiedevano di rientrare in patria. In merito alla lettera, il professor Cova, nella sua rela- zione, osservava che “è troppo poco sgualcita per essere dello La famiglia Mussolini al completo. Siamo nel 1929. All’estrema destra Rachele Guidi, la moglie scorso anno e dunque è retro- del duce del fascismo.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 7 siamo certo noi ad affermarlo. Un falso generale par- di svolgere quel particolarissimo lavoro sul corpo di tigiano aveva poi fatto sparire la lettera per la fuga di Mussolini, avevo incontrato il professor Cattabeni. A Mussolini e la Petacci in Spagna presentandosi al lui avevo chiesto di venire a darmi una mano il gior- prof. Cova proprio durante l’autopsia. D’altra parte, no successivo, quello dell’esame autoptico. Già pre- i misteri sulla fuga di Mussolini e della Petacci, sono vedevo un gran carico di difficoltà, dato il caos di ancora tanti e le domande senza risposta non sono quei giorni bellissimi dopo la ritrovata libertà. Il mo- mai mancate. mento politico era difficilissimo per la fine della guer- Eccone di nuovo alcune che sono state molto spesso ra, l’arrivo dei partigiani e degli alleati. Poi – aveva poste da alcuni partigiani comaschi che ritengono il detto ancora il professor Cova – sapevo che il capo testo di Cova la vera e autentica autopsia di Mussoli- del fascismo era stato esposto, appeso per i piedi, nel ni: prima di tutto perché nel resoconto autoptico del Piazzale Loreto e che quindi il lavoro di noi periti professor Cattabeni la faccenda della lettera del Con- settori sarebbe stato più lungo e complicato. Certo solato spagnolo per il duce e la Petacci, non viene che non ero d’accordo con quel che era accaduto, ma mai citata? E soprattutto perché per discutere, pole- capivo la rabbia e il dolore della gente, dopo anni di mizzare, scrivere servizi, inventare mille situazioni di- oppressione, di guerra, di bombardamenti. Natural- verse, realizzare film e mettere insieme ricostruzioni mente Cattabeni mi aveva detto di sì». assurde o “verità” dell’ultim’ora, si è sempre parlato Avevamo chiesto ancora al professor Cova se confer- e pubblicato integralmente solo il documento Catta- mava la storia del documento spagnolo ritrovato nei beni e mai quello Cova? Chi ha voluto mettere la sor- pantaloni di Mussolini e quale era la sua convinzione. dina agli eventuali accordi stretti tra Mussolini e le Lui aveva risposto affermativamente aggiungendo: autorità franchiste? Probabilmente lo stesso Franco «Insomma è chiaro che Mussolini e la Petacci stava- che non ci teneva a far vedere agli alleati vincitori di no scappando verso la Spagna e non verso la Sviz- essere, fino all’ultimo, l’unico protettore di Mussoli- zera». ni in Europa. La storia dei documenti trovati nei pantaloni di Mus- Era stato comunque il professor Cova e non Cattabe- solini è comunque conosciuta solo da alcuni studiosi, ni, ad avere avuto l’incarico ufficiale dell’autopsia del ricercatori ed esperti, ma per il resto è rimasta miste- corpo del duce. Qualche anno fa (20 maggio 2002), riosamente chiusa nei cassetti per anni e anni, senza lo stesso perito settore ci aveva raccontato, in una che nessuno abbia mai aperto bocca. Insomma, l’opi- lunga intervista telefonica, come erano andate le co- nione pubblica non è mai stata informata corretta- se. «Io e il professor Cattabeni lavoravamo insieme mente e con l’ampiezza dovuta che il duce del fasci- all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Mi- smo e Claretta Petacci, quando furono arrestati dai lano che aveva sede in Piazzale Gorini. Nel mio lavo- partigiani a Dongo, erano in fuga verso la Spagna ro ero conosciuto e stimato anche perché avevo già franchista e che la Svizzera doveva essere soltanto un eseguito centinaia di autopsie. Il giorno dell’incarico punto di passaggio. Poi cercheremo di capire perché. È necessario, a questo punto, ripercorrere sommariamente gli ultimi giorni, le ultime ore e gli ultimi minuti di vita del capo del fascismo, per meglio capire la faccenda delle carte spagnole. Su quei giorni sono stati scritti migliaia di articoli e decine di libri. Uno dei più seri e docu- mentati è quello di Alessandro Zanella dal titolo “L’ora di Dongo”, editore Rusconi, dal quale attingeremo per tutta una serie di notizie. Dunque, il fascismo sta per es- sere spazzato via e il crollo di tutte le strutture del regime è terribile e drammatico. Musso- lini parla per l’ultima volta al teatro Lirico di Milano e riesce ancora ad entusiasmare i suoi. È il 16 dicembre del 1944. Mussolini, dopo il discorso torna a Gargnano, sul lago di Mussolini ormai vecchio e stanco nei giorni di Salò. Como e vive in una specie di

8 l patria indipendente l 26 settembre 2010 limbo. Laggiù, ogni villa, ogni palazzotto è sede di qualche comando fascista o di qualche ministero. Le cose vanno avanti tra vendette e rastrellamenti feroci dei fascisti e dei nazisti. Non lontano da Mussolini vi- ve Claretta Petacci. La moglie del duce, Rachele Gui- di, con i figli, vaga anche lei da una villa all’altra. Or- mai gli alleati avanzano ovunque e i partigiani hanno già liberato piccole e grandi città, e quando arriva l’ordine insorgono. In molte zone sono già scesi dal- le montagne. Quel 25 aprile lo sciopero generale è in atto nel cuore di Milano e la città appare, per qualche ora, immobile, deserta, come sospesa. Poi gli operai escono dalle grandi fabbriche con le armi in pugno e i partigiani dilagano. Ovunque, in città, gli scontri sono feroci. Per i “repubblichini” è il momento di “arrendersi o perire”. Insomma è la fine. Anche il ca- po del fascismo si è reso conto che tutti lo stanno ab- bandonando, nazisti compresi, e che l’idea di morire combattendo nel celebre ridotto della Valtellina è so- lo una pia illusione. Quindi, anche per lui, nemmeno la “bella morte” nell’ultima difesa. Le migliaia di fa- scisti che dovevano arrivare da tutta Italia, secondo le promesse di Alessandro Pavolini, segretario del parti- to e comandante delle brigate nere, si sono invece di- leguate. Rimangono solo i fascisti più vecchi e i ra- gazzini volontari. Mussolini cerca ancora la via della trattativa e si presenta, come si sa, nella sede dell’Ar- civescovado di Milano dove incontra il cardinale Il- Claretta Petacci nella nuova casa di Monte Mario. defonso Schuster e i membri del Comitato di Libera- zione Alta Italia che chiedono la resa incondizionata di tutti i fascisti e dei tedeschi. Nella sede dell’Arcive- scovado sono presenti il cardinale, il suo segretario, Rodolfo Graziani, comandante dell’esercito di Salò, Mussolini, alcuni segretari federali e poi i capi antifa- scisti: Riccardo Lombardi, Raffaele Cadorna, Giusti- no Arpesani e Achille Marazza. Con un po’ di ritardo arriva anche Sandro Pertini. È in quella occasione che il capo del fascismo viene a sapere che i tedeschi, da tempo, avevano iniziato le trattative con gli alleati, offrendo anche il disarmo delle milizie fasciste. L’im- provvisata trattativa non arriva a niente e Mussolini e i suoi escono e raggiungono la prefettura piena di ar- mati fascisti e di gente che si sta preparando alla fuga. Ovunque è pieno di auto che vengono caricate di va- lige, bauli, borse. In una delle auto c’è anche Claret- ta Petacci. È il momento della partenza per Como e la colonna, con la macchina di Mussolini in testa, si mette in moto. Nel corso del viaggio un furgoncino carico di documenti importanti rimane bloccato per un guasto e sparirà. Per un po’ di tempo. Da questo momento in poi, i fatti e gli accadimenti sono noti e conosciuti. Continuiamo, comunque, la loro esposizione, sempre in modo sommario. I partigiani hanno occupato Milano e ora chiudono tutte le strade della Valsassina, tagliano i cavi delle co- municazioni e istituiscono ovunque posti di blocco. Fascisti e nazisti continuano a ritirarsi verso il Nord in una confusione indescrivibile. Mussolini, nella pre- fettura di Como, dove la colonna di auto è appena Una delle tante lettere scritte da Claretta Petacci a Mussolini. arrivata, scrive un’ultima e brevissima lettera alla mo-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 9 liani, Achille Marazza, Giustino Arpesani, Filippo Jacini, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini. Nella zona del Lago, intanto, sono già in piena azione spie del regno del Sud, gruppi di specialisti americani e inglesi che sono alla ricerca di Mussolini e dei suoi ministri. Mol- ti di loro pensano che tutti si stia- no dirigendo in Alto Adige, verso Merano per poi passare in Ger- mania. A Menaggio e Grandola, comun- que, si forma di nuovo una colonna di auto in partenza. Pare che i tede- schi, in alcune zone, abbiano otte- nuto un accordo con i locali Comi- tati di Liberazione perché le forze naziste siano lasciate libere di transi- tare e andarsene. Intanto è arrivato anche Pavolini con un gruppo dei suoi e un camion trasformato in au- toblinda. Tutti finiscono inglobati, non certo in base ad un piano pre- cedente, in una colonna di mezzi tedeschi in fuga al comando del te- nente dell’aeronautica Willy Flam- minger. Sono soldati della “Flak”, la contraerea, e potentemente ar- mati. Gli uomini in fuga e i loro mezzi, Il dittatore Francisco Franco. stanno ora avviandosi verso Don- go. Il 24 aprile, sui monti presso glie Rachele chiedendo scusa per averla fatta soffrire Dongo, nel corso di un rastrellamento fascista erano e ordina poi di non essere seguito perché la cosa sa- stati uccisi quattro partigiani. La popolazione aveva rebbe pericolosissima. Anche Rachele con due dei fi- organizzato un solenne funerale, ma i brigatisti neri gli è a Como e tenta di passare in Svizzera con la avevano sparato in aria disperdendo la gente e impe- scorta e alcuni civili, ma viene respinta. dendo l’addio ai morti. Nella zona, quindi, il clima è Il 26 aprile alle 4,40 del mattino, dopo un quasi di angoscia, di dolore e di rabbia. Nell’Alto Lario, da scontro armato con la scorta tedesca, che non voleva Musso in su, i partigiani sono attivissimi da tanti me- farlo partire, Mussolini si avvia verso Menaggio. Tut- si. C’è in particolare il distaccamento “Puecher”, del- ti lo seguono ancora una volta. Anche la macchina la 52a Brigata Garibaldi composto da partigiani con Marcello Petacci, fratello di Claretta e marito di espertissimi e coraggiosi. Lo comanda Pier Luigi Bel- Zita Ritossa si infila nella colonna. Claretta è seduta lini delle Stelle, detto “Pedro”, un nobile fiorentino dietro in silenzio. Dice soltanto di voler seguire il di 25 anni, che ha al suo fianco un comunista di fer- suo Ben (così lo chiama da sempre) anche in capo al ro, il commissario politico Michele Moretti, nome di mondo. La partenza, ancora una volta, è avvenuta in battaglia “Pietro” o “Gatti” e l’ex finanziere Urbano un clima di totale disfatta, con liti furibonde tra mi- Lazzaro, “Bill”, vice di Moretti. nistri, capi militari, brigatisti neri e federali di molte Il 26 aprile sono tutti scesi dai monti del Berlinghera città italiane. Naturalmente sul dove andare e cosa fa- sul lago, a Domaso, Gravedona e nei dintorni. Nel re. È proprio a Menaggio che Mussolini, stranamen- pomeriggio del 26, molti fascisti di quelle zone sono te, incontra anche Marcello Petacci. I due, nei “tem- fuggiti o si sono arresi. Così anche il locale presidio pi belli”, non si sopportavano. tedesco. Mussolini e alcuni ministri, ascoltano da “Radio Mi- La colonna dei fascisti e dei nazisti in fuga, lunga or- lano libera” la presa di possesso del potere da parte mai più di un chilometro, parte da Menaggio all’alba. del Comitato di Liberazione Nazionale. Siamo al 26 Ovviamente c’è anche Fritz Birzer che comanda la aprile. Il messaggio letto alla radio parla chiaro: i fa- scorta nazista al duce. Pioviggina. Le auto, il camion scisti che non si arrenderanno andranno incontro al- autoblinda e i mezzi tedeschi, cominciano a correre lo sterminio come nemici della Patria. È firmato da al lato del lago, una strada stretta e piena di curve , Emilio Sereni, Ferruccio Parri, Leo Va- con a sinistra la montagna e a destra l’acqua (è la fa-

10 l patria indipendente l 26 settembre 2010 mosa via Regina). A Musso c’è una prima sparatoria di partigiani contro la colonna in movimento che si blocca. I fuggiaschi sono finiti in pieno in un posto di blocco partigiano. È chiaro che i combattenti del- la libertà avevano già saputo dei fuggitivi e che, pro- babilmente, Mussolini era a bordo di una delle auto civili. Quel che accade dopo è ben noto: iniziano lunghe trattative fra tedeschi e partigiani e, alla fine, si arriva ad un accordo. I partigiani sono pochi e male armati, ma riescono a convincere i tedeschi che i ponti della zona sono minati e che gli uomini scesi dalla monta- gna, con i combattenti locali, sono in grado, armi in pugno, di fare a pezzi la colonna. Dunque i tedeschi potranno passare, i fascisti no. A questo punto gli uo- mini di Mussolini convincono il loro duce ad indos- sare un cappotto tedesco con relativo elmetto e poi Mussolini è ormai prigioniero dei partigiani. A due di loro e in particolare al brigadiere Buffelli, della Finanza, rilasciò, su richie- ad andare a sedersi su un camion in mezzo ai tedeschi sta, la seguente dichiarazione: «Sono stato fermato oggi dalla 52a veri. I partigiani, però, perquisiscono tutta la colonna Brigata Garibaldi a Dongo. Il trattamento usatomi prima e dopo ed è l’ex marinaio Giuseppe Negri che scopre Musso- l’arresto è stato corretto». lini travestito, lo riconosce e poi avverte i comandan- ti partigiani. Il duce del fascismo viene fatto scende- so – nel caso di un eventuale processo” degli alleati. re. L’intero governo repubblichino e lo stesso Mus- Marcello Petacci e la moglie Zita Ritossa si sono fer- solini, vengono trasferiti nel municipio di Dongo, in mati a Musso in una casa di contadini. Con loro, ov- quella che viene pomposamente chiamata Sala d’Oro. viamente, c’è anche Claretta. Marcello, con tutti, si La voce che i partigiani hanno arrestato il capo del fa- spaccia per un diplomatico spagnolo che torna in pa- scismo corre in tutti i paesi e sulla piazza di Dongo, tria. Sull’auto ha addirittura issato proprio una ban- nel giro di poco più di un’ora, si raduna una gran fol- dierina spagnola. “Pedro”, “Pietro” e “Bill”, sono tra la. Nella Sala d’Oro ci sono i primi interrogatori e si i loro partigiani e accompagnano personalmente stende un elenco di coloro che hanno avuto respon- Mussolini nel Comune di Dongo. Con le sue due sabilità gravissime nella tragedia italiana: saranno tut- grandi borse, naturalmente. ti fucilati, secondo quanto è già stato disposto dal La Piazza di Dongo, davanti al Comune, è, come si è Comitato di Liberazione Nazionale. Dalle auto della visto, piena di gente, di bandiere, di armati, di perso- colonna vengono scaricati bagagli, cassette, casse, naggi strani, di carabinieri in divisa e finanzieri. Tra i contenitori di ogni genere e tipo. I fascisti si sono comandanti partigiani c’è molta preoccupazione. In- portati dietro gioielli, oro in lingotti, assegni, una fatti potrebbero arrivare dei fascisti travestiti da com- grande quantità di dollari, sterline oro, franchi sviz- battenti della libertà, per liberare e portare via Mus- zeri, milioni in lire italiane, alcune damigiane di fedi solini. Da Musso giunge, alle ore 16, la macchina con d’oro (quelle famose “donate alla Patria”) e persino i Petacci: Marcello, la moglie e la stessa Claretta che le corone e il tesoro del Negus, lo sconfitto regnante esibiscono a chi controlla, passaporti spagnoli conti- d’Etiopia. Su tutta quella ricchezza, in parte scom- nuando a dichiarare di essere rappresentanti diploma- parsa, nascerà la famosa vicenda dell’oro di Dongo tici di ritorno a casa. Ma non vengono creduti e il co- che vide mettere sotto accusa i partigiani comunisti mandante “Bill” (esperto di passaporti come Finan- in un periodo di duro attacco alla storia della Resi- ziere) dichiara tutti in arresto. A questo punto i par- stenza. tigiani decidono di trasferire Mussolini nella caserma Mussolini, a parte i bagagli personali, ha, invece, sol- della Finanza a Germasino. Intanto, tra i partigiani e tanto due grandi borse che non abbandona mai: so- i dirigenti politici del Cln, è già cominciato il dibatti- no piene di documenti “per difendersi – spiega spes- to se tenere Mussolini a Dongo o invece consegnarlo

Ai nazisti dodici miliardi al mese per essere “protetti” Quanti soldi volevano i camerati tedeschi dalla Repubblica di Salò, per garantire la “sicurezza dello Stato”, per proteggere il territorio di competenza e per partecipare alle azioni antipartigiane? Dai dati forniti nel corso di alcuni processi, la cifra raggiungeva i dodici miliardi e mezzo di lire al mese: per l’epoca una cifra colossale. Negli ultimi tempi, quando era già chiaro che ormai la guerra era definitivamente persa, il ministro delle Finanze di Salò, Giampietro Domenico Pellegrini, non intendeva più pagare in anticipo ai tedeschi quella incredibile gabella. Aveva quindi spiegato al console germanico Wolff di non avere più soldi in cassa. Il rappre- sentante di Hitler aveva risposto di assaltare, se necessario, istituti bancari o aziende private.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 11 gnare Audisio in casa De Maria. Moretti è un comu- nista disciplinato e di grande carisma. È stato infor- mato da Audisio quali sono gli ordini e quindi obbe- disce. Si parte per la casa De Maria dove Mussolini e la Pe- tacci vengono prelevati. La coppia risale sull’auto del giorno prima con i partigiani e dopo aver percorso a piedi un pezzo di strada strettissima e in discesa (via del Riale), i due vengono fatti scendere dopo pochi minuti alle prime case di Giulino di Mezzegra, da- vanti al cancello di Villa Belmonte, di proprietà del dottor Naldo Bellini. Lui borbotta qualcosa, ma non si ribella. Pare proprio rassegnato. Dopo pochi minu- ti è la fine, la drammatica fine della tragedia italiana. Mussolini e la Petacci vengono abbattuti a colpi di mitra. Quello di Audisio, nei momenti di tensione e di nervosismo, si è inceppato ed è Moretti che inter- viene. Forse è lui che spara la raffica mortale. Walter Il cancello di Villa Belmonte davanti al quale furono fucilati Audisio racconterà poi di essersi fatto dare da “Pie- Mussolini e Claretta Petacci. tro” il suo mitra francese. La Petacci non doveva mo- al Comando generale di Milano che è stato avvertito rire e nessuno voleva colpirla, ma è lei, con un atto di della cattura. A quelle polemiche e alle successive de- amore e di coraggio, a voler rimanere attaccata a cisioni sono presenti anche il “capitano Neri”, ossia il Mussolini come per proteggerlo. ragionier Luigi Canali e la staffetta “Gianna”, che si Audisio aveva detto qualcosa al capo del fascismo e chiama Giuseppina Tuissi, conosciutissimi come lui aveva risposto con un “colpite al cuore”. Davanti combattenti della libertà in tutta la zona. È nella ca- a Mussolini e alla Petacci c’erano, dunque, nel mo- serma della Finanza che Mussolini domanda a “Pe- mento conclusivo del dramma, il colonnello Valerio o dro” “notizie della signora”, ossia della Petacci. “Pe- meglio , Michele Moretti, “Pietro” e dro”, poco dopo, la incontra di persona a Dongo, in Aldo Lampredi, “Guido”. Comune. Più tardi, ancora nel buio più completo, i Questa versione dei fatti venne pubblicata con gran- partigiani vanno a prelevare Mussolini dalla caserma de rilievo da l’Unità nel 1996, dopo che i protagoni- della Finanza e lo trasferiscono a Bonzanigo. La Pe- tacci, arrivata da Dongo, viene fatta salire sull’auto di Mussolini sotto una pioggia infernale. È proprio a Bonzanigo che la coppia, con il gruppo dei partigia- ni di scorta (“Neri”, “Pietro”, “Gianna” e due altri giovanissimi ragazzi: “Lino” e “Sandrino”) viene portata, in alto sulla collina, in casa della famiglia De Maria, fidatissimi contadini antifascisti. La padro- na di casa, Lia, accende il fuoco nel camino e prepara qualcosa da mangiare. Poi il duce e Claretta vanno a letto. Siamo a sabato 28 aprile e da Milano arrivano a Don- go, il colonnello “Valerio”, ossia Walter Audisio che si trovava a disposizione negli uffici del Comitato di Liberazione Nazionale insieme a Luigi Longo, Mario Argenton, rappresentante liberale, ufficiale superiore addetto allo Stato maggiore del Generale Cadorna. Ci sono anche Pertini e altri comandanti partigiani della montagna e della città. “Valerio” è un tipo grin- toso e di poche parole. A lui era stato impartito l’or- dine, da Luigi Longo del Pci e comandante dei parti- giani garibaldini e dal generale Raffaele Cadorna, di farsi consegnare Mussolini e di fucilarlo sul posto. Con Audisio ci sono anche Aldo Lampredi (“Gui- do”) un uomo del Pci e una decina di partigiani del- l’Oltrepò Pavese, richiesti specificatamente dallo stes- Walter Audisio, “Valerio”, in divisa da colonnello partigiano. Audi- sio comandò il gruppo di tre partigiani che fucilarono il duce ob- so Audisio come scorta. Dopo discussioni, tensioni bedendo agli ordini del Comitato di Liberazione Alta Italia. “Vale- improvvise, documenti mostrati e rimessi in tasca, è rio” si assunse sempre, in prima persona, la responsabilità di aver Moretti che, alla fine, dice che sarà lui ad accompa- “reso giustizia al popolo italiano”.

12 l patria indipendente l 26 settembre 2010 sti della fucilazione di Mussolini, su richiesta della direzione del Pci, avevano rimesso, negli anni ’70, i loro racconti ad Armando Cossut- ta, il dirigente che alle Botteghe Oscure si occupava degli archivi comunisti. Ovviamente, è impen- sabile che Audisio, Lampredi e Moretti, potessero in qualche mo- do raccontare menzogne al proprio partito. Intanto a Dongo, sulla Piazza del Comune, proprio sul lungolago e davanti ad una gran folla, erano stati fucilati tutti i componenti del governo repubblichino, in una specie di crescendo angoscioso, tra sangue e spari, ma psicologica- mente liberatorio. Con quell’atto di giustizia popolare si chiudevano così, venti anni di dittatura fascista, di orrori e di guerra. La fucilazione collettiva venne ripresa da un ap- passionato cineamatore: il signor Luca Schenini. Quel che accadde dopo è troppo noto per essere raccontato ancora una volta fin nei dettagli. I corpi di Mussolini, della Petacci e dei mini- stri fascisti, vennero trasportati in camion fino a Milano. Poi sistemati per terra in Piaz- zale Loreto, come un terribile monito. Una specie di monito per il futuro e come segno di totale cambia- mento e di ricerca per una nuova Patria. Proprio a due passi da dove, il 10 agosto del 1944, erano stati fucilati quindici antifascisti su ordine dei nazisti. Non avevano fatto niente di particolare, quei compagni. Erano solo degli oppositori attivi al regime di terrore fascista. Su quei poveri corpi, i fucilatori avevano in- fierito con grande crudeltà e oscenità. Lo stesso Mus- solini aveva scritto una lettera di protesta alla Brigata nera e alle ausiliarie fasciste che avevano eseguito il massacro, annunciando provvedimenti di punizione. Accadrà anche ai corpi dei gerarchi fascisti e in parti- In alto il documento rilasciato dal Comando di Liberazione Alta colare a quelli di Benito Mussolini e di Claretta Pe- Italia a Walter Audisio in missione speciale. Sotto, il documento di tacci. Quello di lui sarà preso a calci dalla folla infe- libera circolazione da esibire agli alleati rilasciato ad Audisio dal rocita e poi centrato da una serie di colpi di pistola capitano dei servizi segreti USA Daddario. sparati post-mortem. Poi ancora calci e botte, in una specie di follia collettiva. Una donna tutta vestita di testa in giù, alla tettoia del distributore di benzina. nero, madre di due figli morti in guerra, si distingue- Nessun ordine partigiano, o del Corpo Volontari del- rà per le urla, il pianto, la rabbia. E così faranno un la Libertà, era stato mai dato in questo senso. Sandro paio di partigiani milanesi torturati dai fascisti, un Pertini, quando verrà a sapere che cosa stava acca- soldato prigioniero tornato a piedi dalla Grecia. E poi dendo a Piazzale Loreto, parlerà di “macelleria mes- ancora alcuni superstiti dei campi di sterminio. In sicana” e della necessità di tirare subito giù quei cor- quelle ore, una folla immensa, si radunerà nel Piazza- pi. L’ordine, poco dopo, verrà eseguito da altri parti- le Loreto e il servizio d’ordine partigiano non riusci- giani subito accorsi sul posto. rà mai a trattenerla come sarebbe stato necessario. I Questi sono i fatti sugli ultimi giorni di Mussolini, vigili del fuoco useranno anche le pompe per tentare della Petacci e della repubblichetta di Salo. di allontanare i più vicini. Poi prenderanno la deci- E i rapporti con la Spagna? Ecco come li racconta sione macabra e terribile di appendere quei corpi a Alessandro Zanella nel suo “L’ora di Dongo”.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 13 cano conferme. Il duce, nel novembre del 1944, attraverso il notaio Umberto Alberici, aveva venduto all’industriale dei profumi Gian Riccardo Cella, il complesso tipografico- editoriale del suo giornale, “Il Popolo d’Italia”. Compreso l’intero palazzo e la tipografia della Same, in via Settala a Mi- lano. Tutto per 109 milioni, una cifra enorme per quei tem- pi. Il denaro, guarda caso, era stato accreditato su una banca svizzera. Mussolini che forse immaginava una eventuale fu- ga con la famiglia, l’amante e qualche figlio o figlia segreta, di quei soldi, anche in Spagna, avrebbe avuto sicuramente un gran bisogno.

NOTA

La ricostruzione molto sommaria Il Comando della 52a Brigata Garibaldi ha rilasciato al partigiano Giuseppe Negri una dei fatti (ci vorrebbe ben altro spa- dichiarazione nella quale si conferma che fu lo stesso Negri a scoprire Mussolini travestito da zio che quello di una rivista) non tedesco su un camion di soldati nazisti in fuga. sarebbe stata possibile senza la con- sultazione delle centinaia di articoli, «Siamo al 25 aprile ed è Marcello Petacci che si trova, saggi e inchieste, pubblicati da l’Unità, Vie Nuove-Giorni; Il con la moglie e i figli, al Consolato Spagnolo di Mila- Calendario del Popolo, Il Corriere della Sera, La Stampa, Il no. È lui che chiede al console Don Fernando Can- Mondo, Panorama, l’Espresso, Giorni, Il Tempo, Il Borghese, thal se è disposto ad una importante missione per L’Europeo, Meridiano d’Italia, Il Messaggero, Ragionamenti di Storia, l’Avanti!, Il Giornale, Storia Contemporanea, Sto- conto di Mussolini. Il Console accetta e Petacci con ria Illustrata, La Domenica del Corriere, Epoca, I Grandi Canthal, si precipitano di corsa in prefettura, dal du- enigmi -Tra Cronaca e Storia. ce. Si sente già sparare per le strade della città. Al I libri sulla fine di Mussolini e sui giorni di Dongo sono cen- Console, Mussolini affida una lettera per l’ambascia- tinaia, in Italia e all’estero. Ne citiamo solo alcuni: L’ora di tore inglese Norton che si trova a Berna. In quella let- Dongo di Alessandro Zanella, In nome del popolo italiano di tera, il capo del fascismo offre agli inglesi la resa della Walter Audisio, Diario di un antifascista di Mario Ferro, Gli RSI e chiede che il fascismo non sia completamente ultimi giorni di Mussolini nei documenti inglesi e francesi di distrutto per fare da argine, in futuro, al bolscevismo. Antonella Ercolani, Charles Poletti Governatore d’Italia a cu- ra di Lamberto Mercuri, Libro Bianco sulla vicenda Carteg- Canthal parte subito per la Svizzera. Quando rientra è gio Mussolini a cura di Aldo Camnasio, Churchill Mussolini - ormai troppo tardi. Il console, su questa faccenda, ri- Le carte segrete di Roberto Festorazzi, Ombre sul Lago di mette un dettagliato rapporto, datato 6 maggio 1945, Giorgio Cavalleri, Dalle carte segrete del Duce di Peter Tomp- al ministro degli esteri madrileno Lequerica. Abbiamo kins, Gianna e Neri: vita e morte di due partigiani comunisti fatto ricerche a Madrid, ma pare che le carte di quei di Franco Giannantoni, Dongo 28 aprile 1945 - La verità di giorni siano definitivamente sparite. Giusto Perretta, Il sacco d’Italia di Ricciotti Lazzero, Il cor- C’è dell’altro: il 23 aprile, dalla Malpensa, era partito po del duce di Sergio Luzzatto, Il fascismo repubblicano di Pi- no Romualdi, 25 aprile. Liberazione di Pietro Scoppola, Vita un aereo per la Spagna (ancora la Spagna) con a bor- e morte segreta di Mussolini di Franco Bandivi, La guerra sul do Myriam Petacci, sorella di Claretta e il suo com- confine di Ricciotti Lazzero, La 52a Brigata Garibaldi “Lui- pagno, Leon Degrelle, capo dei rexisti e fascisti belgi, gi Clerici” attraverso i documenti a cura di Giusto Perretta, condannato a morte in patria, la moglie divorziata di Gli ultimi cinque secondi di Mussolini di Giorgio Pisanò, Alfred Krupp e altri personaggi. Tutti, si è saputo do- L’Archivio segreto di Mussolini di Arrigo Petacco, Dongo - po, avevano lettere credenziali per le autorità spagno- mezzo secolo di menzogne di Urbano Lazzaro, Mussolini- le e per lo stesso Franco: la firma sulle carte era quel- Churchill - Carteggio segreto di Fabio Andriola. la di Mussolini. Fondamentali gli incontri personali e le chiacchierate a ruota libera con Armando Cossutta, Giusto Perretta, Ricciotti Laz- Ma se Mussolini avrebbe dovuto partire per la Spa- zero, Giorgio Cavalleri, Mario Ferro e Giorgio Pisanò. gna come mai la colonna in fuga con lo stesso duce e Un grazie per le consultazioni permesse, alla Fondazione tutti i ministri venne fermata mentre pareva avviarsi Istituto Gramsci, all’Istituto Comasco per la Storia del Movi- verso la Svizzera? Una spiegazione c’è anche se man- mento di Liberazione e all’archivio de l’Unità.

14 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Documenti Conosciuta da alcuni storici ed esperti è rimasta per anni nei cassetti Il testo integrale dell’autopsia semi-segreta del prof.Pierluigi Cova Da sempre si continua a parlare e discutere solo di quella del prof. Caio Mario Cattabeni • Le rivelazioni sulla presunta fuga in Spagna ai fogli X, XI e XII del testo • Le conclusioni: niente sifilide e nessun’altra malattia • Un uomo sano e responsabile di tutto in prima persona.

La nota sulla perizia medico-legale del professor Pierluigi Cova portata a termine sul corpo di Benito Mussolini il 30 aprile 1945, all’interno della sede di Medicina Legale dell’Istituto Nazionale Vittorio Emanuele III, a Milano, venne scritta a mano con una calligrafia bella e leggibile. Dopo tanti anni, però, alcune parole sono state cancellate dal tempo, dalle piegature dei fogli, dalla sparizione dell’inchiostratura e così via. Sono dunque diventate illeggibili o poco leggibili. Nel testo della perizia, dunque, soprattutto i termini medico-scientifici potranno risultare non chiari o anche parzialmente o totalmente sbagliati. Stessa situazione anche per il resto del testo che qui viene pubblicato integralmente per la prima volta. Ce ne scusiamo con i lettori e gli specialisti.

Istituto Nazionale Vittorio Emanuele III nell’angolo costituito dall’incontro tra Corso Buenos Istituto di Radiologia della Regia Università Aires e Via Andrea Doria, nello stesso posto ove lo Milano, Piazzale P. Gorini, 20 - telefoni 292-176 - 292-177 scorso anno giacquero esposte al pubblico le salme di quindici patrioti fucilati per rappresaglia dalle Brigate I foglio - Tale descrizione consta di ventidue fogli di una sola Nere fasciste: per questo, in loro ricordo il Piazzale facciata l’uno Loreto da due giorni viene denominato “Piazzale dei Milano 30 aprile 1945 quindici martiri” – La folla, conosciuta di primo mat- (Trenta aprile millenovecentoquarantacinque) – I della Liberazione tino la notizia della presenza delle salme delle perso- nalità fasciste, si riversa numerosissima in Piazzale Stamane alle ore sette e trenta nella sala anatomica Loreto. del civico obitorio e dell’Istituto di medicina Legale della università situati nell’edificio d’angolo tra Via III foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito Mangiagalli e Via Ponzio che delimita la Piazza Go- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 rini si è proceduto all’autopsia di Benito Mussolini ex Le salme giacciono scomposte sul selciato di una sta- Duce del fascismo giustiziato alle ore sedici e 10 del zione di rifornimento di benzina che appunto è tra giorno ventotto aprile in una località del Comasco vi- Corso Buenos Aires e Via Andrea Doria: i visi sono in cino a Tremezzo, da patriotii al quarto giorno della parte irriconoscibili per la polvere ed il fango che li ri- insurrezione popolare scoppiata nel pomeriggio di copre e i corpi, in parte denudati, sono sporchi del mercoledì scorso giorno venticinque aprile – Benito sangue che è colato dai numerosi fori praticati dai Mussolini fu catturato il giorno stesso nel quale fu proiettili di mitraglia – Però quasi nessun cadavere è eseguita la sentenza ed era accompagnato dalla sua stato colpito in viso: quasi tutti presentano i fori dei amica Claretta Petacci e da molti altri esponenti del colpi d’arma da fuoco sul petto – Verso le dieci di fascismo che con lui tentavano di raggiungere la mattina i cadaveri di Mussolini, dell’amica Petacci frontiera svizzera e che con lui furono giustiziati – Claretta, di Emilio Terruzzi, di Pavolini, di Gelarmini, di Barracu e di Starace, vengono per dileggio e scherno II foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito appesi con funi e per i piedi ad una travata della pen- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 silina della stazione di distribuzione della benzina e I cadaveri dei varii giustiziati, furono tutti trucidati mediante raffiche di mitragliatrice, erano dapprinci- IV foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito pio in numero di diciannove; nella notte tra il ven- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 totto e il ventinove aprile furono trasportati a Milano rimangono penzolanti all’altezza di circa due metri fi- dove vennero esposti al pubblico sul Piazzale Loreto, no alle ore tredici dello stesso giorno quando per in-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 15 tercessione del cardinale di Milano, S. E. Ildefonso Ponzio per vedere le vittime: è una vera fiera! Gli im- Schuster, vengono di là tolti e con le altre salme, de- properi che vengono indirizzati alle vittime sono in- positati nell’obitorio civico di via Ponzio – La folla numeri e spesso sconci “porco, purcuni, culatoni, numerosa e tumultuante, accecata dall’odio, inebriata purscel, vacca, animai, carogne, ecc” – dalla gioia della scomparsa dei capi fascisti ha sostato Nel pomeriggio della domenica si decide privatamen- tutta la mattina in piazzale Loreto davanti alle salme, te di procedere al mattino dopo e cioè stamane al- ricoprendole di sputi, di insulti, di calci, dileggiando- l’autopsia di Benito Mussolini – le – Alcuni hanno voluto scaricare colpi di rivoltella contro qualche cadavere e specie si sono accaniti con- VIII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito tro la salma di Mussolini il cui viso e cranio, prima in- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 denni, sono stati poi da questi colpi lesi e sfigurati – Sono presenti: il Prof. Dottor Mario Cattabeni, della Quelli che maggiormente s’accaniscono in questi mia età e cioè di anni 33, che esegue l’autopsia: è Aiuto Universitario alla Cattedra di Medicina Legale V foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito qui a Milano; il Prof. Dottor Scolari, Direttore dell’I- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 stituto di Clinica Dermosifilopatica dell’Università di atti indegni e disgustosi sono specialmente alcuni ex Milano; il Prof. D’Abundo, libero professionista, detenuti politici ed ex internati reduci dalle sofferen- neurologo; un generale partigiano, medico, membro ze e dalle torture delle carceri milanesi di San Vittore del Comitato Nazionale di Liberazione e incaricato e dai campi di concentramento in Germania dai qua- ora della Direzione della Sanità Militare; il necroforo li sono sfuggiti all’approssimarsi dell’invasione an- ed io – Durante la esecuzione dell’autopsia entrano gloamericana – Sono presenti pure molti partigiani nella Sala Anatomica due partigiani reduci dai campi provenienti dalle zone montuose delle Alpi e degli di concentramento: vogliono vedere da vicino il Du- Appennini (Valsesia e Val d’Ossola: appennino emi- ce per assicurarsi della sua morte e dettogli qualche liano-romagnolo) – Una specie di servizio d’ordine improperio se ne vanno – Verso la fine dell’autopsia per contenere la folla viene mantenuto da partigiani comunisti con fazzolettoni rossi al collo, che sbracati IX foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito e dimessi nel vestito, armati ora con fucili, pistoloni ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 ora con fucili o pistole mitragliatrici si peritano di ap- entrano, curiosi, un medico, uscito in questi giorni pendere i cadaveri o dalle carceri dove era detenuto politico e dove una settimana fa venne torturato con la energia elettrica: VI foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito gli si applicarono gli elettrodi ai testicoli; un laurean- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 do in medicina accompagnato da un suo amico sulla di colpirli con calci – Alle ore 10 quando già da qual- quarantina d’anni; il Dottor Pricolo Vittorio, Aiuto che ora giacevano i cadaveri, viene condotto al loro chirurgo nel nostro Istituto del Cancro e un altro ne- cospetto ex Segretario del Partito e croforo – Nessun altro individuo ha assistito all’Au- posto contro il muro viene pure lui passato per le ar- topsia e quindi altre descrizioni che possono essere mi e quindi appeso alla pensilina tra il vociare della fatte al di fuori degli individui sopra citati debbono folla esultante – Nella stessa mattinata alle ore dieci e essere considerate false – trenta fanno la loro comparsa in piazza del Duomo Un giornalista che tenta di introdursi nella sala ana- provenienti da Lodi tre autoblinde e quattro camio- tomica viene subito fatto uscire – nette americane, le prime che siano entrate in Milano – Alle ore dodici e trenta quando mi reco in Piazzale X foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito Loreto giungono al cospetto delle salme tre soldati ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 americani di una delle camionette, accompagnati da Il cadavere di Benito Mussolini, indossante un paio partigiani: hanno una bandiera americana: i soldati si di pantaloni militari grigio-verdi della Milizia fascista, dispongono davanti sporchi di fango e di sangue e lacerati, è rivestito di un paio di mutande di lana lunghe, crivellate da qual- VII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito che proiettile e insanguinate; calza degli stivali di ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 cuoio con i legacci anteriori alla caviglia, aperti dietro al viso di Benito Mussolini penzolante e con scherno dove vi è una chiusura “lampo” metallica – Gli stivali gli agitano la bandiera tra le risa della folla: foto- di cuoio sono giallo scuri – Ai piedi dei calzini chiari grafi americani ed italiani documentano le manifesta- di cotone bianco – zioni – Nella tasca posteriore dei pantaloni si rinviene una Quando i cadaveri vengono tolti dalla sospensione, busta gialla intestata al “Fascio Repubblicano Sociale quello di Mussolini, sempre per dileggio è posto so- di Dongo” (paese del lago di Como) senza indirizzo, pra quello della amica Petacci e seguono nuove nu- che contiene un foglio di carta da lettera intestato al merose riprese fotografiche degli americani tra il di- Consolato Spagnolo di Milano: il foglio, non sdruci- leggio della folla – to, porta la data del 14 settembre 1944 ed è scritto a Per tutto il pomeriggio del 29 aprile, giorno domeni- macchina con caratteri scuri, in lingua spagnola: nel cale, la folla fa ressa ai cancelli dell’obitorio di Via complesso sono circa quattro o cinque

16 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Il testo del rapporto di autopsia firmato dal professor Pierluigi Cova. Il medico legale (nel testo evidenziato) ad un certo punto racconta dei documenti spagnoli trovati addosso a Mussolini. Poi spiega come sparirono le carte in questione.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 17 XI foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito vevano celarsi Benito Mussolini e Claretta Petacci; i ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 nomi, scritti in matita, avrebbero dovuto a suo tem- righe: metà di una di queste porta scritti in matita po, secondo le indicazioni date in calce al foglio stes- con i caratteri della calligrafia spagnola due nomi di so, essere ricalcati con inchiostro rosso (e in questo coniugi “Isabella y Alonso” (segue il cognome che caso sul faxsimile della calligrafia spagnola) o trascrit- non ricordo) – In calce alla lettera, all’angolo supe- ti a macchina, sempre però con inchiostro rosso – riore destro su tre righe, è scritto con calligrafia mi- Il cadavere di Mussolini viene spogliato degli abiti e nuta, in matita degli stivali e lo si pesa: sono 67 chilogrammi – “a macchina in rosso in inchiostro rosso XIII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito poi cancellare”. ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 Il testo della lettera non è ricordato ma il suo tenore Il viso è notevolmente deformato dai colpi d’arma da è questo: Si pregano le autorità spagnole di accoglie- fuoco sparatigli “post mortem” vi sono numerosi fo- re i Signori (i nomi sono sopracitati) profughi della ri da proiettili, senza alone emorragico (e quindi si- guerra attuale e cittadini spagnoli che vogliono rien- curamente postmortali) sulla regione zigomatica D e trare in patria – Firmato è, con firma ben chiara, il l’osso mascellare risulta fratturato – Per questo si ha nome del Console Spagnolo a Milano – La lettera la protrusione del bulbo oculare D; quello di Sin è viene consegnata al generale medico partigiano per- invece spappolato e fuoriesce parte del cristallino at- ché la depositi alla sede del Comitato Nazionale cen- traverso un foro della cornea – Dalla regione nucale, trale di Liberazione – attraverso numerosi fori di uscita dei proiettili, fanno ernia i tessuti sottostanti e frammenti di osso occipi- tale frantumato – Il naso, alla radice è deformato per altri colpi d’arma da fuoco, sempre però postmortali XII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito – Così pure dicasi per due fori cervicali, uno a destra ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 l’altro a sinistra della laringe i cui tragitti menano al- Tra noi presenti nella Sala Anatomica ci si pone la so- la colonna cervicale fratturata tanto che la testa gode luzione del problema riguardante la lettera ritrovata: di una estrema spostabilità – è una lettera troppo poco sgualcita per essere dello Per tutti questi colpi d’arma da fuoco la volta cranica scorso anno: indubbiamente è retrodatata al settem- ossea è stata frantumata e risulta quindi deformabile bre del 1944 ma è assai recente e i nomi dei perso- e cede alla pressione – l’encefalo non è però scoper- naggi sopra indicati sono i falsi nomi sotto i quali do- chiato –

Piazzale Loreto, 10 agosto 1944: la strage degli antifascisti.

18 l patria indipendente l 26 settembre 2010 XIV foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito colpi postmortali) – La dura madre non aderisce ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 molto tenacemente – Il capo di Mussolini è rasato – Il corpo, piuttosto adi- poso specie all’addome risulta piuttosto peloso e solo XVII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito al torace vi sono peli grigi mentre sul resto della cute ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 sono neri – La schiena è quasi glabra – Il torace appare notevolmente sviluppato, ampio ec- alla volta cranica dalla quale viene con discreta facili- cezionalmente grosso mentre magre sono le braccia, tà staccata – Al di sotto di essa aracnoide e pia madre appaiono iperemiche molto probabilmente non per con muscolatura normale o forse un poco ipotrofica, un processo infiammatorio (che non ne ha il caratte- specie alla radice del braccio – Ambedue i deltoidi e ristico quadro) ma per l’ipostasi, dato che il cadavere bicipiti sono piuttosto ipotrofici – Alle mani, con di- rimase appeso a testa in giù – L’aracnoide e la pia ma- ta corte e tozze nessun anello – nessun segno di ta- dre si distaccano bene dalle circonvoluzioni cerebrali tuaggio sulla cute – Il pene lungo circa 10 centimetri secondo il normale – Le circonvoluzioni cerebrali so- è del calibro di circa 2 centimetri: i testicoli sono no bene sviluppate: non eccessivamente sviluppate! grossi ognuno quanto una noce e duri – Sull’arto de- Il cervello in toto non risulta molto più grosso del stro sia sulla faccia antero laterale della coscia che su normale e potrà, a mio giudizio, pesare sui due chili e quella della tibia, ampie cicatrici cutanee retraenti e trecento grammi – Aperti i ventricoli cerebrali il re- pallide, che in basso raggiungono la caviglia: sono i perto della cavità e dei plessi coroidei risulta normale– segni La base encefalica è in parte (nella metà posteriore) spappolata: si riconoscono però alcuni vasi della base XV foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito e più precisamente le arterie ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 delle ferite riportate nella guerra mondiale 1914- 1918 – XVIII foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito Sul torace nella metà sinistra si notano, nella metà su- ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 periore, quasi sottoclaveari e più precisamente nel- cerebrale anteriore con la comunicante facente parte l’ambito del piccolo pettorale quattro fori con alone del poligono del Willis, nonché la cerebrale media o emorragico che puntano nel cavo toracico e che ven- Silviana: macroscopicamente queste sembrano essere gono riconosciuti come fori d’entrata che hanno il indenni – L’encefalo viene conservato in formalina e di loro corrispettivo foro d’uscita sulla regione dorsale, questo si prelevano dei pezzi per studio – Non si sono sempre nella metà più alta – quindi macroscopicamente rilevati dei segni che possa- Sull’addome, in sede ipocondriaca Sin, ferita da ta- no fare sospettare l’esistenza di una lues cerebrale – glio che si arresta ai piani muscolari e che sembra es- Aperto l’addome, si nota l’abbondante pannicolo sere postmortale ed eseguita con la punta di una adiposo che imbottisce e le pareti addominali e i pia- baionetta – A livello della spina iliaca ant. superiore ni retro peritoneali nonché il mesentere – Fegato e di destra, mediale a questa un foro d’entrata con fo- milza sono nei limiti normali e cioè non debordano ro d’uscita dal lato gluteo: pure questa postmortale – dall’arco costale: hanno superficie liscia: milza con Vi sono invece due fori premortali: sulla faccia poste- polpa normale – Fegato pure normale per aspetto e riore dell’arto sup. D: uno d’entrata a livello del IV consistenza – Non vi è la benché minima aderenza tra superiore dell’avambraccio, l’altro d’uscita al IV infe- le anse intestinali o riore del braccio – XIX foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito XVI foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 tra stomaco e duodeno e il fegato – La cistifellea è del Tutto ciò fa sospettare che Benito Mussolini abbia tutto normale – Il cieco appare perforato da un col- fatto un istintivo gesto di riparo col braccio che è sta- po d’arma da fuoco postmortale: il cavo addominale to colpito piegato: la fucilazione è avvenuta al petto e è totalmente asciutto – Stomaco e duodeno hanno non alla schiena – massa normale: l’esame viene condotto con molta at- Lo stato di conservazione del cadavere è buono – tenzione dato il sospetto dell’esistenza di un’ulcera All’ano si notano delle estroflessioni emorroidarie gastro-duodenale: di questa non si riconoscono nep- non però molto marcate – pure le eventuali tracce cicatriziali – L’intestino tenue In bocca mancano parecchi denti e tutti i superiori di viene passato ma non aperto – Si seziona per il lungo destra – invece il colon dato il dubbio di una colite amebica: Si procede al taglio del cuoio capelluto che non pre- ma il colon risulta del tutto normale – Parimenti nor- senta soffusioni ematiche: la teca cranica presenta mali e in perfetto stato i reni ed il pancreas – lembi ossei accavallati e frantumati tolti i quali appa- Aperto il torace mediante asportazione dello sterno si re l’encefalo ben conservato nei suoi emisferi cere- nota un emotorace a sinistra dove sono raccolti circa brali, spappolato nei suoi lobi cerebellari (ma per i un litro e 1/2 di sangue –

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 19 si continua attraverso un tra- gitto nel cavo pleurico di sini- stra – Si conclude che la pallot- tola che attraversò il torace medialmente al polmone sin, al di sopra dell’ilo (che in parte risulta lacerato) abbia incontra- to lacerandola l’aorta all’arco e che quindi ne sia seguito un emotorace a sinistra: la morte deve essere stata rapidissima e questo fu l’unico colpo morta- le dato che gli altri tre furono così suddivisi: due all’apice del lobo superiore sin del polmo- ne; l’altro al braccio D – Terminata la sezione, tutti i vi- sceri ad eccezione dell’encefalo vennero riposti nel cadavere che fu ricucito. XXII foglio della descrizione del- l’autopsia di Mussolini Benito ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 In mattinata stessa il cadavere di Mussolini assieme a quelli degli altri giustiziati (in totale 21) ai quali però non fu ese- guita la dissezione, fu traspor- tato senza cassa su di un ca- mion al Cimitero Maggiore di Musocco ove credo siano stati inumati in una fossa comune. Quanto sopra è stato scritto è 1945: Mussolini e la Petacci appesi al distributore di benzina di Piazzale Loreto. stato coi miei occhi visto ed os- servato con competenza mia e XX foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito con la competenza degli altri presenti. ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 L’autopsia ha avuto termine alle ore 8,30 essendo Sia il polmone destro che il sinistro appaiono total- una magnifica giornata di sole ed essendo la giornata mente liberi, senza aderenza alcuna: non vi sono nep- di ingresso trionfale degli Americani in Milano: cio pure i frequentissimi segni di una pleurocorticalite in che è avvenuto oggi alle ore 16,30. esito – In fede Dr Pierluigi Cova fu Felice nato a Milano il Scarsi i segni dell’antracosi – Si nota solo un modicis- 04/05/1911 assistente radiologo all’Università di simo grado di enfisema dei lobi superiori di ambedue Milano, all’Istituto del Cancro. i polmoni: il lobo superiore di sinistra in prossimità dell’apice è attraversato da due tragitti corrisponden- Su un ultimo foglio, non su carta intestata, scritto sempre ti alla strada segnata dal passaggio dei proiettili: ma dalla stessa mano e firmato, si legge nel complesso il polmone non è lacerato se non in A conclusione di quanto sopra, risulta che Benito prossimità dell’ilo polmonare (parte alta). Mussolini era individuo perfettamente sano, per non Il cuore, piuttosto piccolo per la corporatura di Mus- dire eccezionalmente sano e che su di lui non si ri- solini, tende al cuore a goccia: non vi è ipertrofia mu- scontrarono i benché minimi segni di una infezione scolare: le valvole cardiache sono sane. All’aorta, su- luetica né di una ulcera gastroduodenale né di una bito al di sopra delle valvole areole non numerose (in colite amebica: morbi questi che molti illustri clinici tutto otto o dieci di lipoidosi: non segni né di lues, gli avrebbero riscontrato in vita (segue tra parentesi né di ateromasia. un elenco non chiaro di nomi). XXI foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito Per cui il corso della storia quale la volle segnare ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945 Mussolini è opera di Mussolini stesso che agì senza L’aorta all’arco, all’altezza tra la anonima e la succla- nessuna attenuante di natura morbosa. via di sin presenta una doppia ampia lacerazione che Pierluigi Cova

20 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Documenti La sottrazione della borsa del duce, le riproduzioni e una storia d’amore Il giallo della lunga ricerca del carteggio con Winston Churchill La vendita del prezioso materiale al servizio segreto inglese • Il viaggio dello statista inglese a Como • Il rapporto tra una funzionaria del PCI e il vicequestore Luigi Carissimi Priori di Gonzaga • La scomparsa delle riproduzioni.

Carte, lettere, faldoni, documenti spariti, riproduzio- valore anche se, come si dice, a pezzi e bocconi. ni fatte con la macchina fotografica e persino una fac- Proprio lassù tra Dongo, Como, Bonzanigo, Doma- cenda d’amore. Pare un romanzaccio da quattro sol- so e Giulino di Mezzegra, dove Mussolini, la Petacci di e invece è una vicenda vera, legata direttamente al- e tutti i ministri del governo “repubblichino”, vissero la cattura e alla fucilazione di Mussolini. Si tratta del- le loro ultime ore. E poi non è mancato un frenetico la storia complicatissima del cosiddetto carteggio consultar di carte e appunti. Nonostante tutto questo Churchill-Mussolini che gli storici e gli addetti ai la- e a più di sessanta anni di distanza, devo ancora, nel vori (lo aveva fatto persino Renzo De Felice) cerca- raccontare certi fatti, usare il condizionale e citare no, dal 1945, in mezzo ad improvvise apparizioni e persone e personaggi con le iniziali dei nomi perché successive scomparse. Insomma, un carteggio sempre così “vuole la discrezione” (come mi è stato spiegato in movimento come un’anguilla. Ci sono di mezzo mille volte) per quanto riguarda le faccende mussoli- anche alcuni falsari che “inventarono” lettere qualsia- niane. D’altra parte, fra Dongo e Como, alcune per- si tra i due uomini politici per tentare di venderle. sone che “sapevano” pare siano state anche liquidate Ovviamente, finirono in galera. (nell’immediato dopoguerra) senza troppi compli- Raccontare la storia di quel carteggio, forse ora de- menti. Lo dico e lo scrivo con l’amaro in bocca, ma positato in una cassetta di sicurezza in Svizzera, o an- devo prenderne atto. cora nascosto in una tomba di famiglia nei pressi di Dunque, torniamo a quel 27 aprile del 1945, quan- Como è, appunto, complicato, ma ne vale la pena. do a Dongo viene fermata la colonna dei fascisti in Anche se bisogna tener conto che i punti da chiarire, fuga e Mussolini finisce in mano ai partigiani della con riscontri precisi e inequivocabili sono, come al 52a Brigata Garibaldi. solito, tantissimi. Il duce del fascismo ha con sé una grossa borsa piena Ci sono stati racconti chiaramente falsi, depistanti o di carte e dice al comandante Pier Bellini delle Stelle interessati e ci sono di mezzo anche i servizi segreti (Pedro): «Guardi che in quella borsa ci sono carte inglesi che non hanno mai aperto bocca o preso po- importantissime per la storia d’Italia. Badate di non sizione su questo famoso carteggio. E poi non sono perdere nulla». Un’altra borsa, sempre di Mussolini, mancate le prese di posizione di alcuni dei più fa- viene sequestrata all’aiutante di campo Vito Casali- mosi storici inglesi che hanno sempre negato tutta la nuovo. Anche in quella ci sono carte importanti. faccenda. Esattamente come alcuni personaggi del Le due borse vengono consegnate a “Bill” e cioè Partito comunista comasco, partigiani o politici del- Urbano Lazzaro, vicecommissario della 52a Brigata l’epoca, che hanno avuto lo stesso atteggiamento. partigiana. È lui, insieme al partigiano Antonio Scap- Ancora nel febbraio del 2000 la nota rivista “Nuova pin, un ex finanziere, e allo stesso “Pedro”che depo- storia Contemporanea” scriveva ampiamente sul car- sita le due borse nella filiale di Domaso della Cassa di teggio Churchill-Mussolini con interviste e dichiara- Risparmio delle Province lombarde. Ogni cosa viene zioni in contraddizione l’una con l’altra, per tentare fatta in maniera limpida e alla presenza di testimoni. di far luce, senza riuscirci, su tutta la vicenda. La borsa di Mussolini, avvolta in carta da pacchi, le- Da buon vecchio giornalista d’inchiesta, mi sono gata con una cordicella e il sigillo della banca, pesa occupato a lungo e per lavoro, del famoso carteggio Kg 5,400. Quella presa a Casalinuovo ne pesa 4,800. e ho avuto modo di recuperare materiali, lettere, te- In più c’è una busta con vari assegni per un milione e stimonianze e ascoltare, dalla viva voce di chi aveva settecentomila lire e un’altra busta con 160 sterline. vissuto direttamente i giorni bellissimi, ma dram- Viene redatto un verbale firmato da molte persone e matici, della Liberazione, fatti e dettagli di un certo tutto finisce in cassaforte. C’è già chi ha dato una oc-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 21 chiata all’interno delle borse e ha visto alcuni faldoni Como, quando arrivano le borse, ci si accorge che è intestati alla corrispondenza con Hitler e a quella con sparita moltissima roba: dei 350 fogli delle carte del- Churchill. Inoltre, c’è un carteggio che contiene un la borsa di Mussolini sono arrivati, al comando, solo rapporto dell’agente di PS Beneduce, scorta per anni 72 fogli. del principe Umberto di Savoia, nel quale si racconta Molti di questi passaggi e di questi misteri sono am- che lo stesso principe aveva tentato di avere rapporti piamente raccontati nei libri di due storici comaschi: sessuali con lo stesso poliziotto. Giorgio Cavalleri e Roberto Festorazzi. I loro libri Tutto il materiale non rimane in banca a lungo per- sono intitolati “Ombre sul Lago” e “Churchill e Mus- ché il 2 maggio “Bill”, “Pedro” e Scappin tornano solini - Le carte segrete”. Sono stati frutto di una lun- negli uffici della Cassa di Risparmio, prelevano le ga ricerca. Risulta che altri partigiani hanno dato una borse e dicono a Scappin di prendere il tutto e na- rapida occhiata ai fascicoli e hanno intravisto quello sconderlo presso il sacerdote-partigiano di Gera Lario intestato “Churchill-Mussolini” che dunque c’era. don Franco Gusmaroli. I tre partigiani tornano dal Il romanzaccio, come nei migliori gialli spionistici, sacerdote il 13 o il 14 maggio, si chiudono in una continua in un groviglio quasi inestricabile. Ed è stanza ed esaminano i contenuti delle borse. Poi “Pe- difficile seguire i fatti e il loro contrario. Intanto a dro” dice a Scappin di prendere tutto e portarlo al Como sono già a lavoro anche alcuni specialisti del comando generale del Corpo Volontari della Libertà servizio segreto inglese che sono alla disperata ricerca a Milano. L’ordine viene eseguito, ma a quanto pare, del fantomatico carteggio. Loro sapevano che esiste- Scappin, a Milano, incontra il commissario politico va e forse avevano avuto l’incarico dallo stesso Chur- della 52a Michele Moretti “Pietro”, il quale impone a chill di recuperare quel materiale prezioso. Prezioso Scappin di riportare tutto a Como perché le carte perché avrebbe suscitato un grandissimo clamore, dovevano essere consegnate al Comando piazza dei nell’opinione pubblica mondiale, il sapere che Mus- combattenti della Libertà. Scappin esegue, ma a solini e il primo ministro inglese si erano scritti fin dall’inizio della guerra (si conoscevano di persona e avevano avuto contatti fin dal 1927) e forse anche dopo. Tra l’altro Churchill, in quelle lettere avrebbe fatto tutta una serie di incredibili promesse a Musso- lini se non fosse entrato in guerra accanto a Hitler. Si sarebbe impegnato a cedere la Corsica agli italiani, una parte della Tunisia, Nizza e la costa Dalmata. Nelle lettere, Churchill avrebbe anche assicurato che gli inglesi non sarebbero mai intervenuti in difesa dell’Etiopia aggredita dai fascisti e così via. Inoltre l’Inghilterra, nell’immediato dopoguerra e con la sconfitta di Hitler, si sarebbe anche battuta perché gli italiani conservassero alcune delle loro colonie. In- somma, tutte cose assolutamente non praticabili da parte degli inglesi che promettevano di cedere terri- tori che non erano neanche loro e sui quali non ave- vano assolutamente alcuna potestà. Faccende che, negli anni ’40, ’50 e ’60 avrebbero, probabilmente, creato un enorme scandalo interna- zionale, ma che oggi, al massimo, potrebbero trova- re spazio solo nei libri di storia. Ma riprendiamo a raccontare la storia che, allora, ebbe sviluppi clamorosi anche se nel più assoluto silenzio. Fornisco, sempre anche con l’aiuto di Cavalleri e Festorazzi, particolari e dettagli solo qui su “Patria”. Si tratta spesso di cose mai pubblicate prima. Il presunto carteggio (continuo a parlare di “presun- to” per correttezza) finisce in mano al segretario del- la Federazione comunista di Como Dante Gorreri, “Guglielmo”. È un personaggio controverso e non piace per niente Una fotografia di Luigi Carissimi Priori, nell’uniforme di Balì Gran Croce del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta. La foto appartie- ai compagni di base: dicono che è altero, spocchioso ne all’archivio di Roberto Festorazzi ed è stata pubblicata nel libro e che decide sempre solo di testa sua il da farsi. Gor- dello stesso Festorazzi dal titolo: “Churchill-Mussolini: le carte segrete - La straordinaria vicenda dell’uomo che ha salvato l’epi- reri decide subito di far fare una copia del carteggio stolario più scottante del Ventesimo secolo”, Datanews Editrice, che ha scorso con cura: ci sono 62 lettere di Musso- 1998). lini e quelle di Churchill, con allegata relativa tradu-

22 l patria indipendente l 26 settembre 2010 zione e altri materiali davvero inte- ressanti. Per la riproduzione (allora le foto- copiatrici non esistevano) arriva da Milano un incaricato dal partito per quel lavoro. Si tratta del gior- nalista de l’Unità Ugo Arcuno, un esperto e appassionato fotografo dilettante che si mette al lavoro e sgobba per ore e ore. È un comu- nista di lungo corso, un avvocato napoletano simpaticissimo. La so- rella mi racconterà che, negli anni dello scelbismo, la casa del fratello venne perquisita dalla polizia e che gli agenti avevano portato via mol- te carte. Arcuno ha fatto i negativi di quei documenti e stampato tre o quat- tro copie per ogni foglio. Secondo voci non confermate gli originali sarebbero poi tornati a Gorreri. Il segretario locale del Pci, subito dopo, sarebbe entrato in contatto con gli agenti del servizio segreto inglese, al seguito di Winston Churchill che, guarda caso, nel settembre del 1945 era arrivato sul Lago di Como. Per dipingere, ov- viamente. Lo vedono tutti i giorni nei posti più incredibili, con tanto Una delle tante immagini di Churchill. di cavalletto, pennelli e un gran cappellaccio in testa. I giornali pubblicano le sue fo- chiuso nel carcere di San Vittore a Milano. Nell’im- tografie riprese nella zona. Abita a Villa Apraxin-Do- mediato dopoguerra si era legato al Pci che lo aveva negani, di Moltrasio con la figlia Shara. candidato e fatto eleggere al Comune di Como. Po- Voci forse interessate o calunniose che circolano da co prima, però, aveva svolto la funzione di capo del- tempo nel Comasco affermano che Gorreri abbia l’Ufficio politico della Questura di Como e, in quel- venduto ai servizi segreti inglesi (ovviamente per la veste, aveva anche indagato e ricostruito i momen- conto del partito) gli originali del carteggio Chur- ti della fucilazione di Mussolini. chill-Mussolini per circa tre milioni di lire. Tanto ave- È comunque lui il primo che lega subito con la com- va una copia di tutto che teneva in cassaforte nella se- pagna del Pci arrivata da Mantova. Lega forse troppo de della Federazione. Ma qualcosa nell’operazione – e ne nasce un brevissimo amore. Carissimi Priori era dicono sempre le voci che circolano nel Comasco – già sposato. non deve essere piaciuto ai compagni del posto che Ci mancava solo la storia d’amore in questo maledet- protestano con il partito a Roma. E lo fanno con du- tissimo giallaccio del carteggio Churchill-Mussolini. rezza e determinazione. Allora, dalla direzione del Tutto sarebbe da ridere se, invece, le cose non fossero Pci, viene mandata, per una inchiesta, una compagna maledettamente serie. in gambissima che controlla e ricontrolla tutto. È una Una notte, Carissimi Priori ottiene dalla compagna professoressa, M.A. che viene da Mantova. È una A.M. le chiavi della Federazione comunista di Como bella donna, franca e limpida, che conquista subito la e quelle della cassaforte. Pare che “Cappuccetto rosso” fiducia di tutti. Anche di un personaggio rimasto, sia entrato nella sede comunista – si racconta sempre fino a questo momento, in ombra: l’ingegner Luigi a Como e a Dongo – e abbia portato via la copia del Carissimi Priori di Gonzaga, noto nella Resistenza carteggio Churchill-Mussolini: una di quelle fotogra- come “Cappuccetto rosso”. A Como lo conoscono fate da Arcuno. tutti perché faceva parte dell’ORI, l’organizzazione È vero, non è vero? Penso che sia tutto vero. Certo i resistenziale fondata a Napoli da Raimondo Craveri e protagonisti dei fatti sono quasi tutti scomparsi. Da legatissima agli alleati. Carissimi Priori aveva ospitato quel momento, la maledettissima copia del carteggio a casa sua la prima radio trasmittente che collegava i sparisce, sguscia via da una tomba di famiglia ad una resistenti del Comasco con gli alleati in Svizzera. Era cassetta di sicurezza in Svizzera e forse passa di mano stato anche arrestato dai fascisti con la moglie e rin- in mano. È il libro di Giorgio Cavalleri (anzi ne ha

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 23 scritti due) che si ripropone la faccenda a livello na- Churchill rispondeva: «Certo. Sono stati restituiti, zionale, negli anni ’90, con polemiche, smentite, ma non si sa in quale occasione. Il Partito comunista conferme e di nuovo scontri tra gli studiosi: c’è chi li ha riconsegnati, ma non da Como. Quello che ha crede nel carteggio e chi ne nega l’esistenza. Rimane fatto Gorreri è di farsene una copia e una copia c’è». il fatto che Carissimi Priori, subito dopo i fatti del- Poi ancora una domanda: Sono così importanti? Ed l’immediato dopoguerra, lascia l’Italia e si ritira a ecco la risposta: «Credo che potessero essere impor- vivere in Spagna per poi tornare. tantissimi in quel momento, quando è stata trattata la E il carteggio originale? Bruciato! Churchill, lo pace…». avrebbe personalmente bruciato a Como (quando E ancora altre domande finali: Lei ha avuto occasione era arrivato per il suo viaggio pittorico) nel camino di vedere e di leggere le copie fotografiche dei docu- della villa Apraxin-Donegani. Ecco perché in Inghil- menti? E le risposte: «Sì, sì: io so cosa c’era scritto». terra non avrebbero mai trovato quelle carte. Ritiene che fossero autentici? «Sì guardi… Le copie Carissimi Priori, al suo rientro in Italia, rilasciò una ci sono tutte…». Carissimi Priori spiegò poi che non specie di scritto a “futura memoria”, datato 30 giu- tirava fuori quello che sapeva, e che forse aveva, per gno 1995 (Carissimi è scomparso qualche anno fa). evitare “casini”, giornalisti, autorità, televisione. E In quel memoriale, spiegava tra l’altro: «I documenti poi, anche a distanza di tantissimi anni, aggiunse che del carteggio Churchill-Mussolini in ogni caso esiste- non voleva che la moglie venisse a sapere di quella vano certamente. È da escludere assolutamente che sua storia con la funzionaria del Pci arrivata da Man- se ne siano appropriati “Pedro” o “Bill”». E ancora, tova per conto delle Botteghe Oscure. alla domanda se gli originali erano stati restituiti a W.S.

E Dell’Utri trova persino i presunti diari di Mussolini Una stranissima estate per le vicende legate a Benito Mussolini. Tra mille polemiche, annunci un po’ misteriosi e strani, sono saltati fuori persino i presunti diari del duce del fascismo, mille volte falsificati in passato, messi in vendita e poi ritirati tra arresti e processi. Tutto nell’immediato dopoguerra, quando la ricerca di quei diari si era fatta affannosa. In Germania, qualche anno fa, erano venuti alla luce anche i presunti diari di Hitler ed erano state investite somme enormi da parte di una catena di giornali americano-tedeschi. Poi il bluff era esploso: si trattava di un falso clamoroso orga- nizzato da un serissimo giornalista tedesco pieno di debiti. I presunti diari di Mussolini, invece, sono sbucati all’improvviso nelle mani del senatore berlusconiano Marcello Dell’Utri, già noto alle cronache per una condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. È anche l’uomo che ha definito “eroe” lo stalliere di Berlusconi, Mangano, un personaggio che, invece, rappresentava i boss siciliani a Milano. Dell’Utri è un uomo che parla poco, pochissimo. Anche con i giudici. Lui si definisce studioso di testi antichi e possiede (dice sempre lui) incunaboli e libri antichi di grande valore. Ha raccontato di avere avuto i diari di Mussolini dai fami- liari di un partigiano ora scomparso. Insomma, la solita storia. La cosa sorprendente è che i presunti diari in questio- ne saranno ora pubblicati da Bompiani in ben cinque diversi volumi. La casa editrice ha fatto sapere di non essere in grado di valutarne l’autenticità, ma di averne comunque deciso la pubblicazione. Tre anni fa, dell’Utri, aveva comin- ciato a parlare di quei diari, urlando ai quattro venti che “Mussolini non era affatto uno stupido e che da quelle agen- de risultava colto e bravo”. Poi aveva aggiunto che presto avrebbe portato le prove che i diari erano autentici. Ma que- ste benedette prove non sono mai arrivate: niente perizie calligrafiche, niente dichiarazioni ufficiali di storici ed esper- ti. Insomma nulla di nulla. Tra l’altro tutti hanno ricordato che quelli di Dell’Utri sono gli stessi presunti diari scoperti nel 1994 dal “Sunday Telegraph” e che vennero già definiti falsi, mezzi veri, parzialmente falsi. Poi le agende o i qua- derni del 1994, tornarono nei cassetti bocciati da storici come Lucio Villari, Emilio Gentile, Silvio Bertoldi e Renzo De Felice. Vittorio, Romano e Alessandra Mussolini parlarono addirittura di scritti “assolutamente falsi”. Marcello Dell’Utri continua a dire, invece, che sono veri. Vedremo. Chissà mai. È però venuto fuori che il senatore ber- lusconiano e fondatore di “Forza Italia”, ne ha letto alcuni brani al noto – diciamo così – “storico” Lele Mora, padrino dell’azzeccagarbugli Fabrizio Corona e patron di tante attricette da quattro soldi e veline. Lele Mora – dicono le cro- nache – sarebbe rimasto affascinato ed estasiato da quei presunti diari. A quanto pare tanto basta, oggi in Italia, per ottenere che Bompiani stampi tutto in cinque volumi. Un’altra cosa: nei giorni scorsi Dell’Utri doveva, nell’ambito di una manifestazione letteraria a Como, leggere alcuni brani dei cosiddetti “diari”. Una ridicola e vergognosa provocazione, proprio nella città che vide gli ultimi giorni di vi- ta di Mussolini. Ci sono state proteste e contestazioni e il senatore del Pdl non ha potuto prendere la parola. Male. Tut- to sbagliato. Non si impedisce a nessuno di parlare. I partigiani si batterono eroicamente anche a Como e nei dintor- ni, perché tutti potessero dire la loro, anche se si trattava di “solenni” e pericolose sciocchezze. E poi diciamocelo: contestare il nulla non ha davvero avuto senso.

24 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Attualità Quella pubblica e istituzionale massacrata a colpi di scure Sì, è tutto vero: stanno uccidendo la scuola di Tiziano Tussi i solito all’inizio dell’anno scolasti- scale non diminuisce, gli stipendi pubbli- co si scrivono articoli che si apro- ci sono stati cristallizzati per anni. Quei D no con la consueta lamentazione: soldi dove spariscono? al peggio non c’è mai fine. Di questo Se un preside riesce a intortare i suoi passo, la distruzione della scuola pubbli- professori facendogli fare lavori di con- ca. Ora quest’anno abbiamo, per il setto- torno – commissioni varie per fare ben re, una vera novità che consiste nel fatto funzionare l’istituto dove lavorano – sen- che tutti questi lai si stanno, all’inizio za pagarli o pagandoli pochissimo e con delle lezioni, trasformando in realtà. Fi- mesi ed anni di ritardo, sarà lodato dal- nalmente ci siamo. Dall’anno prossimo l’amministrazione. Se, il dirigente, sem- non potremmo più dire dove andremo a pre lui, riesce a fare acquistare dalla bi- finire, dato che finiti, e male, vi saremo blioteca della scuola – quando c’è – nes- da un bel po’. sun libro; se ha i laboratori nei quali il Cosa sta accadendo? Semplice: la scuola materiale per gli esperimenti viene porta- pubblica sta scomparendo dall’orizzonte to da casa – del resto in troppi ospedali delle istituzioni in Italia. Ci dobbiamo non sono ammalati e famiglie che porta- proprio rallegrare del fatto che anche l’i- no da casa materiale vario di cura, di ba- struzione preuniversitaria è finalmente se? –; se può vantare un’organizzazione diventata simile al settore ittico, caseario, di viaggi d’istruzione e di scambi con l’e- industriale e via elencando. Per quella stero durante i quali gli insegnanti ac- universitaria ci sono buone speranze per compagnatori vengono pagati pochissi- la medesima sorte, che il peggio finale mi euro al giorno in più, con i soliti an- arrivi presto, dopo lo sbriciolamento del nuali ritardi, per un lavoro accessorio che tre più due. li responsabilizza 24 ore al giorno verso Un settore, la scuola, nel quale portare la gli studenti; se invece dell’educazione fi- santa scure dei tagli e dei risparmi di bi- sica reale, stando la situazione di troppe lancio. palestre, la lezione viene sostituita con Ora lo si può fare con la benedizione dei un corso teorico della stessa; se ottengo- nostri politici al governo. Se si riesce a no una sorveglianza di supplenze senza Il cartello ad una manife- risparmiare tanto meglio, ma poi tutti pagare nessuno; insomma se i presidi di- stazione di insegnanti. All’interno, manifestazioni quei soldi dove andranno? Dato che il ventano esperti ad adoperare i fichi sec- di precari. debito pubblico aumenta, l’evasione fi- chi per fare funzionare la scuola, il mini- stro della pubblica istruzione gongolerà e potrà presentare al ministro del tesoro la sua virtuosità di gestione. Quello del tesoro sarà contento di essa, nel caso at- tuale, e la gratificherà alle orecchie del capo del governo. Tutto qui. Certo gli uomini e le donne del nostro pianeta si accontentano anche di molto meno. I piccoli problemini li infastidiscono sol- tanto. Vengono portati da contestatori incalliti: precari che fanno gli scioperi della fame perché senza lavoro dopo de- cenni di contratti precari; gli studenti ita- liani che affondano sempre di più nelle graduatorie internazionali che rilevano capacità culturali; la fuga dei cervelli al- l’estero; la scomparsa della ricerca scien- tifica in Italia; la mortalità scolastica; l’u- niversità svuotata di senso; l’ignoranza che monta; una categoria, quella degli insegnanti, pagata pochissimo, agli ulti-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 25 mi posti in Europa. Nulla tuzione che si è solidifica- di tutto questo ha senso ta nel paese, nel territo- agli occhi dei nostri go- rio. Per una classe di go- vernanti. verno che ha a cuore gli In questa approssimazio- interessi dell’accultura- ne si sono succeduti sia zione dei giovani. Così governi di centro destra facendo si potrebbero sia di centro sinistra. La avere insegnanti di ruolo scuola è considerata in in gran quantità e pochis- Italia una specie di Cene- simi precari, pronti a so- rentola del settore spese stituire coloro che an- statali. Investimenti di drebbero in pensione. denaro ridicoli, strumenti Ma tale comportamento di lavoro che si consuma- da paese normale oramai no e non vengono mai lo abbiamo scordato. E la rimpiazzati, aumento deriva perversa degli ulti- della burocrazia e dell’ap- mi decenni ci ha imposto prossimazione didattica. una rimozione di aspetta- Il fare lezione non inte- tive virtuose. ressa a nessuno e perciò si Penso si possa valutare cerca di pompare il con- l’inizio del delirio, non torno evanescente – un program- ni laureati potranno entrare nella che prima non vi fossero problemi, ma scolastico a misura di persona? scuola, svecchiando un poco l’età al 1994, ministro Francesco D’O- Dizione bella ed incomprensibile – media della categoria, tra le più al- nofrio, primo governo Berlusconi: affinché il senso preciso dell’accul- te d’Europa? abolizione esami di riparazione di turazione – la conoscenza – non Il precariato dovrebbe essere un settembre, per i rimandati delle su- venga perseguita. espediente minoritario per un’isti- periori. Da lì appunto è iniziato il Ed ecco perciò spiegate delirio. le manifestazioni anche Ora siamo in fase di esta- di questo inizio d’anno, si dello stesso e ci siamo all’avvio della riforma ridotti a discutere se i Gelmini che riduce ore di precari abbiano o meno studio per gli studenti, ragione nel fare ciò che aumenta gli alunni per fanno, se chi alza la voce classe, e taglia perciò cat- per ricordare un diritto tedre, taglia lavoro, con sia un disturbatore della peggioramento perciò quiete pubblica oppure delle possibilità di impie- lui stesso un disturbato. go per i precari. Simili Senza ovviamente, giun- considerazioni si possono gere alla discussione delle fare per il personale tec- questioni in campo. A nico ed ausiliario, i bidel- tanto è arrivata la contro- li insomma. Se l’obiettivo riforma politica. è quello di fare scompari- Chissà se si può citare, re la piaga del precariato, sommessamente quell’in- evidentemente siamo tut- ciso di Goya, che descrive ti d’accordo, però la una sua acquaforte: El scomparsa non deve esser sueño de la razón produce ottenuta semplicemente monstruos - Il sonno della prosciugando l’acqua di ragione produce mostri. vita per questo gruppo di Sarà possibile ricordarlo lavoratori, con la nega- senza essere scambiati per zione della possibilità di terroristi della mente? Ma ben fare, allungando ap- altro non mi pare si possa punto il tempo di lavoro razionalmente dire. Op- per i garantiti, aumentan- pure è addirittura la do gli studenti per classe: ragione, la logica ad esse- alla fine facendo lavorare re stata svenduta per un di più e per più tempo gli pugno di ragionamenti insegnanti già in ruolo. sofistici: vuoti e mancanti Ma quando andranno in di senso interno. pensione? Quando giova- Fichi secchi appunto.

26 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Attualità Ad ottobre due importanti convegni organizzati dall’Istoreco E a Livorno si discuterà di lavoro e precarietà di Catia Sonetti presente); delle trasformazioni Direttrice dell’Istituto storico della Resistenza della rappresentanza (dalle corpo- e dell’età contemporanea di Livorno razioni fasciste ai sindacati di base dell’attuale contesto, e/o alla tota- le assenza di domanda sindacale); arlare di lavoro, oggi, in Ita- della trasformazione materiale del lia. Una delle tematiche più lavoro (dal lavoro insieme agli altri P urgenti ma anche quelle do- dentro fabbriche simili a caserme, ve più forte è la mancanza di refe- o al lavoro nei reparti fordisti del renti autorevoli a cui rivolgersi. La secondo dopoguerra, al singolo crisi della politica, la crisi delle or- chiuso davanti ad un computer o ganizzazioni sindacali, la pesante in una scatola di vetro dell’attuali- giuridica, antropologica, letteraria crisi culturale e morale che il no- tà); del sentimento della solidarie- e culturale. L’obiettivo è quello di stro Paese attraversa da ormai tà condivisa fino alla solitudine e provare a ripartire con una discus- troppi anni, rende questo argo- allo stress da prestazione di questi sione su questo argomento, una mento urgentemente drammatico ultimi tempi; dello sviluppo del di- discussione divisa in sostanza in e nello stesso tempo uno degli ar- battito intellettuale, dalle riflessio- due momenti: il primo è costituito gomenti più elusi, o, talvolta, af- ni di A. Smith a quelle della S. dalle comunicazioni dei numerosi frontati in modo episodico, solle- Weil, o di H. Bravermann; dell’in- relatori che parleranno di lavoro citati dall’emergenza. Basta pensa- contro tra lavoratori immigrati e con passione, competenza e sguar- re al caso di Pomigliano, sotto gli lavoratori italiani, o di quant’altro do critico, il secondo, quello del occhi di tutti. sarà ritenuto interessante dai do- dibattito serale, si articolerà sul- Poiché il nostro Istituto è, come centi coinvolti con i loro studenti. l’incontro tra i primi soggetti e il recita il suo stesso nome, un Isti- Su un altro versante abbiamo deci- mondo del lavoro, cittadini comu- tuto che si occupa oltre che di Re- so di promuovere per l’intera cit- ni e sindacalisti, rappresentanti po- sistenza anche di società contem- tadinanza un Convegno di profilo litici e imprenditori nel desiderio poranea, abbiamo deciso di pro- alto per la giornata dell’8 ottobre di ricominciare a tessere una rela- porre l’attenzione su questo tema 2010 dal titolo: Il lavoro e le zione indispensabile per tutti. affrontando l’analisi da due ango- parole. Saranno nostri ospiti, intellettuali lature diverse ed in contesti diver- Mettere l’accento su questi due come Luciano Gallino, Umberto si. Da una parte con la promozio- vocaboli significa da parte degli Romagnoli, Pino Ferraris, Vanessa ne di una attività con le scuole su- organizzatori centrare l’attenzione Maher, Massimo Raffaeli, Fabrizio periori della provincia su questo su uno degli aspetti più problema- Loreto, Emanuele Zinato, Gio- argomento, attività che si conclu- tici di questo tema, cioè la difficol- derà a maggio del 2011 con la tà di parlarne in maniera comples- vanni Contini, Emilio Jona, Ro- presentazione degli elaborati degli sa, analitica, esaustiva e non episo- berto Silvestri. Il lavoro verrà ana- studenti. Il percorso dal titolo: dica, né tanto meno sull’onda di lizzato secondo gli strumenti epi- “L’Italia è una Repubblica demo- un’emozione legata ad una morte stemologici di discipline diverse ed cratica fondata sul lavoro… Per- bianca. Significa affrontare questa avranno come scopo quello di su- corsi storici e di memoria sul cam- tematica con gli strumenti inter- scitare dubbi e domande, riflessio- biamento del lavoro dal fascismo ai pretativi di discipline diverse che ni e critiche. giorni nostri attraverso libertà ne- da anni, magari senza troppo cla- Ci auguriamo di poter, in una fase gate, conquiste democratiche, soli- more, e senza spesso incrociarsi successiva, pubblicare sia le rela- darietà, precarietà e solitudine” con un ascolto critico, hanno con- zioni che il dibattito perché il no- cercherà di sviluppare un’indagine tinuato a lavorare intellettualmen- stro auspicio è che a questa nostra che entri nel merito del lavoro, dal te sul lavoro, sul suo significato, iniziativa ne possano seguire altre punto di vista delle condizioni la- sui possibili modelli interpretativi. e che tutti i soggetti che hanno a vorative, delle libertà garantite o Non solo. Poiché il 2010 è anche cuore il nostro Paese e la sua tenu- violate (pensiamo alle assunzioni l’anno in cui ricorre l’anniversario ta democratica, così pesantemente con tessera durante il regime, pen- dello Statuto dei lavoratori, questa minacciata, riprendano l’abitudine siamo ai licenziamenti politici de- pare l’occasione giusta per propor- di confrontarsi con uno degli gli anni Cinquanta, pensiamo alla re una riflessione a largo spettro aspetti centrali della vita privata e flessibilità e precarietà del nostro sul lavoro in chiave storica, sociale, pubblica di ciascuno.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 27 Attualità Un fenomeno in continuo e straordinario sviluppo L’arrivo di tanti giovani nell’ANPI è un contributo per la società di Patrizia Turchi un fenomeno che si registra ormai Dall’altra il cambiamento politico e isti- dal 2009: l’ANPI aumenta il pro- tuzionale, con la scelta maggioritaria in È prio numero di iscritti, ed in par- campo elettorale, ha confermato una tra- ticolare di giovani “partigiani” sotto i sformazione radicale delle organizzazioni trenta anni. politiche, i partiti, che con maggior effi- Questo flusso di nuovi “volontari per la cacia (e che riguardava nella sostanza l’in- democrazia” approda nell’Associazione tero arco parlamentare) avevano sino a nazionale dei partigiani grazie alla possi- quel momento avuto la prerogativa prin- bilità resa maggiormente evidente negli cipe della rappresentanza. ultimi anni, di aprire le porte anche a chi I Partiti, nella loro trasformazione, sono Un’ipotesi di analisi. la Resistenza non l’ha vissuta, per conti- sempre più diventati altro, più “fluidi”, nuare a far vivere la memoria della lotta “liquidi”, “leggeri” procedendo spediti La scomparsa per la democrazia, messa a rischio dalla verso una esasperata personalizzazione, o dei partiti graduale scomparsa dei protagonisti e dal ad una professionalizzazione dell’agire e ha creato revisionismo di regime. Un revisionismo dell’interpretare la politica, al punto da una crisi profonda così audace e violento che mette in dis- rendere difficile una adesione popolare cussione spazi e movimenti democratici, che dovrebbe agire grazie ad una identi- in modo formale e materiale la Costitu- ficazione e partecipazione a tutto tondo, zione repubblicana, e – per cogliere i stimolando invece una appartenenza di gravi segnali di queste ultime settimane – opinione o di scelta temporanea. persino i fatti di Genova del 1960. Ma cos’è l’identificazione in un Partito se L’avvicinamento così importante delle non una predisposizione politica di lun- tante migliaia di giovani a questa associa- go periodo, che ha un ruolo di mediato- zione, e che può far ben sperare nella cre- re, di “filtro” interpretativo nel guidare il scita culturale e politica delle nuove ge- comportamento dei cittadini? nerazioni, può però essere analizzato co- Essa consiste nell’identificazione costan- minciando a collocarlo nel contesto stori- te, affettiva, psicologica dell’individuo Un momento della 2a Fe- sta Nazionale dell’ANPI ad co che si va realizzando. Negli ultimi an- con il proprio partito politico preferito. Ancona del giugno scorso. ni abbiamo visto una profonda trasfor- Deriva dal processo di socializzazione mazione dei processi sociali e politica, che avviene quando un indivi- politici nel nostro Paese. duo inizia ad avere contatti e a ricevere Da una parte la frammenta- informazioni sul mondo politico; in que- zione del mondo del lavoro, sto processo è fondamentale il ruolo del- con l’erosione dei diritti dei la famiglia, il contesto storico e la fase so- lavoratori sommata a nuovi ciale che viene percorsa. modelli di produzione, con Secondo la Scuola di Chicago, che com- una valorizzazione – surret- bina elementi sociologici e psicologici di tiziamente propagandata co- analisi del senso di appartenenza ad un me elemento progressivo – partito politico, esistono fattori come la della individualità e della ca- socializzazione politica, l’identificazione pacità di poter superare siste- di partito, il sistema valoriale di riferi- mento: questi vengono definiti “long mi contrattuali complessivi term”. di categoria, ha sciolto po- Sono fattori che hanno a che fare con la tenzialità prima ben indivi- storia di colui che vota, sono sempre pre- duate in serbatoi molto am- senti nella razionalità dell’individuo, dalla pi, dove la percezione indivi- nascita al momento del voto. E sono duale dei propri bisogni e costanti. delle proprie rivendicazioni Tale identificazione è distinta dalla prefe- formavano un collettivo, e renza di voto, la quale può essere condi- soddisfacevano al contempo zionata anche da fattori “short-term”, do- una appartenenza ed una ve prevalgono fattori come la campagna identificazione sociale. elettorale, issue (ad es. la sicurezza nazio-

28 l patria indipendente l 26 settembre 2010 nale, il sistema sanitario…), leader, Eppure la tendenza a costituire I cambiamenti culturali e sociali condizioni individuali (economi- gruppi, a sentirsene parte e a di- degli ultimi decenni hanno portato che o sociali dell’individuo). Sono stinguere il proprio gruppo di ap- a promuovere valori antisociali, co- fattori che mutano da un’elezione partenenza da quelli di non appar- sì come la confusione sollevata dal- all’altra, di breve periodo, che por- tenenza, elicitando consequenzial- l’apertura culturale e le contraddi- tano a spostare il voto su un parti- mente dei meccanismi di bias (dis- zioni di un conflitto tra ideali cul- to in cui l’individuo può anche torsione) cognitivo ed un compor- turali e realtà sociali. Sembra che la non identificarsi. tamento di favoritismo per il pro- cultura occidentale sia incapace di La radicale trasformazione dei ruo- prio gruppo, è spontanea e impre- adempiere al suo scopo cioè forni- li e dell’organizzazione della mag- scindibile. L’identità sociale si fon- re reti di significati capaci di mo- gior parte dei partiti politici italia- da su tre processi tra loro collegati dellare la maniera con cui le perso- ni, il ripensamento o l’abbandono che nascono nel gruppo: ne vedono il mondo, trovano al delle ideologie (rammentiamo qui la categorizzazione (costruzione di suo interno la propria collocazione una straordinaria definizione che categorie discriminanti che massi- ed agiscono, sia in modo indivi- Hannah Arendt dà all’ideologia: mizzano le somiglianze tra i sog- duale che collettivo. «non è la menzogna delle apparen- getti all’interno della categoria, e A ben guardare i “marchi” (per ze, ma piuttosto il sospetto gettato massimizzando le differenze con le usare un termine caro al marketing sulle apparenze e la sistematica pre- categorie contrapposte), l’identifi- management), ovvero i soggetti sentazione della realtà che abbiamo cazione (le appartenenze ai gruppi che parrebbero aver attraversato sotto gli occhi come schermo superfi- forniscono la base psicologica per indenni questa trasformazione so- ciale e ingannatore»), ha esasperato la costruzione della propria identi- ciale e politica della nostra società la predominanza sono davvero mol- dei fattori “short to pochi. term”, creando un Uno di questi, per profondo vuoto ri- chi condivide un spetto al bisogno certo tipo di valo- sociale di apparte- ri, come l’antifasci- nenza e di identifi- smo, la necessità cazione. della valorizzazio- Se le organizzazio- ne della Costitu- ni sociali – dove i zione, la laicità, la rapporti tra i vigilanza costante membri sono in- della applicazione terdipendenti (uno dei princìpi demo- influenza l’altro) cratici, è proprio ed i membri che le l’ANPI. compongono han- Ecco allora che no una ideologia l’ANPI fornisce, comune, una serie del tutto inaspetta- di credenze, di tamente, un ruolo norme, di valori che regolano la lo- tà sociale), il confronto sociale suppletivo se non addirittura sosti- ro condotta, in vista di compiti co- (con condotte marcatamente se- tutivo di identità sociale, la cui ri- muni che sono peculiari a quel gnate da bias valutativi a favore del cerca di soddisfazione è messa in gruppo, tali da renderli distinti da proprio gruppo di appartenenza). difficoltà – nel panorama sociale – altri gruppi – includevano nel pas- Questi meccanismi sono spontanei nel cogliere riferimenti e sistemi sato il ruolo e la funzione di un e sono rintracciabili in qualunque valoriali comprensibili, concreti, fa- partito politico, oggi chi rappre- comportamento gruppale (dalla ti- cilmente distinguibili e soprattutto senta meglio questo bisogno di af- foseria di calcio al circolo musica- non scambiabili. filiazione, identificazione? le). È un ruolo importante che deve Alle nuove generazioni, che si af- Uno degli aspetti che caratterizza trovare nell’alveo della maggiore facciano in questo caotico mondo maggiormente la situazione giova- acculturazione e comprensione dei iper frazionato, dove agli individui nile (ma, ahinoi, non solo) è, senza processi sociali e storici che stiamo non viene più concesso di sentirsi dubbio, costituito dall’esposizione attraversando il suo percorso natu- “classe”, “massa lavoratrice o pre- alle conseguenze di un massiccio rale. caria” ma vengono indotti a perce- incremento della complessità socia- L’afflusso di nuove risorse sogget- pirsi come “consumatori”, che non le, da una miriade di sollecitazioni tive, di nuove storie di ordinaria hanno fatto l’esperienza di quelle e stimoli, in assenza di riti e percor- ma irriconosciuta comunanza so- grandi organizzazioni sociali, le si capaci di dare ordine all’esistenza ciale, coese sotto l’insegna cultura- prospettive e i contenitori atti all’i- e di contenere in modo rassicuran- le della Liberazione non può che dentificazione sociale, utile alla cre- te l’espansione illimitata dei desi- accrescere lo scambio e il livello scita collettiva, democratica e civile, deri “provocati”, soffocando, tra- non solo dell’Associazione ma del- si assottigliano pericolosamente. vestendo o deviando quelli “reali”. la Società intera.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 29 Storia Fu portata a termine contro i nazisti da Francesco Carlo Gay Per l’Operazione Herring il coraggio di 226 parà

di Ilio Muraca l figlio del valoroso comandante di era andata via via accatastando, armi e questa operazione è oggi presidente materiali, sulle rive del fiume. I dell’Associazione di cavalleria mentre Una missione che rasentava la follia, da suo padre, Francesco Carlo Gay, da gio- attuare con leggere pattuglie di 10-12 Scesero sulle rive vane capitano, fu il mitico comandante uomini ciascuna, equipaggiate solo con del Po dello squadrone “Folgore” l’unità italia- armi ed esplosivo, fidando, per il resto, (20-23 aprile 1945) na inquadrata nella 6a Armata inglese, nel sostegno logistico dei partigiani del in mezzo ai tedeschi nella campagna d’Italia, protagonista luogo (che risultò pronto ed efficace). in ritirata. dell’impresa. Ma come sempre accade in ogni opera- La morte Proprio a Francesco Carlo Gay venne as- zione di aviolancio, anche questa volta i segnata quella ardita missione di guerra, salti nel buio della notte, gli errori di di- di Amelio De Juliis negli ultimi giorni del conflitto, denomi- rezione dei piloti inglesi e la reazione fu- di sedici anni nata “Herring” e consistita nel lancio di riosa delle unità contraeree, particolar- e dell’amico 226 parà sul pieno dello schieramento mente numerose lungo le rive, contri- Aristide Arnaboldi. tedesco in ritirata, lungo le rive del fiume buirono al verificarsi di atterraggi spesso Gravissimi danni Po. distanti e diversi dai luoghi prefissati. inflitti al nemico L’episodio, che ora raccontiamo ha del- Di conseguenza avvennero fatti imprevi- l’incredibile e va considerato come il ri- sti e perfino grotteschi, come la caduta sultato della ostinata volontà dei paraca- sul cassone di un automezzo pieno di dutisti della “Folgore” e del “Nembo” nemici o nel bel mezzo delle aie contadi- “L’ultima sigaretta prima di tornare, da unità terrestri, a quello che ne, affollate di civili e tedeschi, gli uni e del lancio” di due parà che parteciparono all’Ope- era il loro vero ruolo. gli altri sorpresi e atterriti da quelle im- razione Herring. La missione, invano interdetta dagli in- provvise apparizioni. glesi, per gli effetti che La reazione dei parà – là dove non veni- avrebbe potuto avere vano uccisi ancora in volo contro ogni sulla popolazione civile, convenzione internazionale – avvenne era intesa a spargere di- rapida, valorosa e spietata, a colpi di mi- struzione e scompiglio tra e bombe a mano, sostenuta da un so- sulle truppe tedesche, vrumano coraggio, controllato con atti lungo un corso d’acqua di astuzia, per occultarsi meglio e sfuggi- inguadabile, ma ancora re alla loro ricerca, utilizzando fossi, ca- determinate e spinte dal- nali e, spesso, le stesse case in cui erano la volontà di porsi in sal- alloggiati i nemici. vo verso la Germania e In quei frangenti i tedeschi non esitaro- l’Austria senza peraltro no a compiere crudeli atti di ritorsione rinunciare ad effettuare verso quelli che dimostravano il minimo crudeli ritorsioni contro sostegno a quei valorosi combattenti, chiunque, partigiani e tanto che, una successiva missione di lan- no, osava contrastare cio, già programmata, venne cancellata quella loro ultima spe- all’ultimo momento dagli inglesi, infor- ranza di salvezza. mati di quelle barbare vendette, specie In quella occasione i 226 sui partigiani catturati. parà vennero lanciati I risultati dell’Operazione Herring parla- lungo i principali itinera- no di 44 mezzi distrutti; sette strade di ri di Modena-Mirando- grande comunicazione minate nelle pro- la-Verona e Ferrara-Pog- vince di Ferrara, Modena, Reggio; tre gio Rusco-Ostiglia, per ponti fatti saltare, un deposito di muni- distruggere il maggior zioni esploso, decine di linee telefoniche numero di postazioni di- interrotte, duemila prigionieri – poi con- fensive ed impedire la fu- segnati agli inglesi in arrivo – e 544 te- ga al Nord della enorme deschi uccisi contro 31 caduti italiani e massa di tedeschi che si 26 feriti.

30 l patria indipendente l 26 settembre 2010 Ma delle tante che potrebbero an- cora essere raccontate, certamente la storia più toccante ed emblema- tica di tutta l’Operazione Herring è quella del “piccolo balilla” (co- me veniva chiamato per l’età e la statura) Amelio De Juliis, figlio di contadini di Pizzoferrato (Chieti). Aveva appena 16 anni quando, nel novembre del ’43, in una notte di tormenta, si offrì di guidare attra- verso la montagna, che ben cono- sceva, una pattuglia dello Squa- drone Folgore comandata dal Ca- pitano Gay, aggregata alla I Divi- sione Canadese. Fu preso in simpatia dai paracadu- tisti ed avendo chiesto ed ottenuto di poter restare con loro, parteci- pò all’avanzata verso il nord esple- tando umili incombenze. Non contento volle anche conse- guire il brevetto di paracadutista divenendo così l’amico insepara- bile del Caporalmaggiore Aristide Arnaboldi. Poiché la sua giovane età gli era di ostacolo alla partecipazione del lancio di guerra, occorse tutta l’in- sistenza ed il convincimento del- l’Arnaboldi per poterlo includere nel novero dei partecipanti all’O- perazione Herring. Sia lui che l’Arnaboldi vennero in- quadrati nella pattuglia “O” dello Il documento che annuncia il proposito di mettere in atto l’Operazione Herring. Squadrone “F”, comandata dal Sottotenente Angelo Rosas. morte, che il giovanissimo paraca- tanto anche l’amico Arnoboldi, Accerchiati da una pattuglia nemi- dutista, a sua volta ferito al braccio nel tentativo di difenderlo, veniva ca, fu proprio nella disperata difesa destro, aveva continuato a lanciare abbattuto. del suo comandante, già colpito a bombe a mano con la sinistra; in- Arnoboldi e De Juliis sono stati trovati uno accanto all’altro, amici inseparabili nella vita e nella mor- te, ma anche dopo, perché uniti nel massimo riconoscimento per un soldato: la Medaglia al Valor Militare, alla memoria. Amelio De Juliis, senza alcun dub- bio resterà a perenne testimonian- za dell’onore e del valore del sol- dato italiano.

Tutto il materiale (relazioni, dise- gni, istantanee, dichiarazioni, ecc.) riferito all’Operazione Herring è oggi ordinatamente raccolto ed è disponibile per una mostra che po- trà essere richiesta al seguente indi- rizzo: Maurizio Grezzi - Presidente Asso- ciazione Paracadutisti - Corso I Parà della Herring mentre ritirano i paracadute. Giovecca, 165 - 44100 FERRARA

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 31 Testimonianze La mia difficile storia Il partigiano-ragazzo diventato un medico molto famoso

di Pietro Roberto ono trascorsi oltre sessant’anni dal- land), con la chiamata di leva anticipata Comoretto la fine della Seconda guerra mon- dovetti di nuovo abbandonare la scuola S diale e ormai se ne parla di rado, ed andare a lavorare con la T.O.D.T. perché i sopravvissuti sono pochi, la loro come operaio. voce è sempre più flebile ed i loro ricor- Nel frattempo ero venuto a conoscenza di sfumati. del Movimento di Liberazione, il cui Anche se molte cose non funzionano ai braccio armato era rappresentato dalle Al lavoro nostri giorni, certi valori, come la libertà formazioni garibaldine ed osovane, di di- nella polveriera. e la democrazia, resistono ancora e sono versa concezione politica, aspetto che L’aiuto ai feriti costati molto alle poche persone ancora per noi giovani passava in seconda linea e le armi vive ed a tanti che non ci sono più ed è in quanto tutte e due avevano come fine doveroso non dimenticarlo. la lotta contro i tedeschi che avevano oc- ai partigiani. Io allora c’ero, ero poco più che un cupato l’Italia. Nella nostra zona operava Si presentò ragazzo, vivevo con la mia famiglia ad la divisione garibaldina “Picelli Taglia- in montagna Artegna, un paese dell’alto Friuli, fre- mento” di cui conoscevo personalmente con nove nazisti quentavo il liceo scientifico Marinelli di alcuni capi i quali ripetutamente cerca- prigionieri Udine e avevo deciso di fare il medico. rono di convincermi ad aderire al loro Da ragazzo ero stato a lungo ammalato, movimento. ricoverato in ospedale, ed ero rimasto af- Lavorando alla polveriera di Osoppo, co- fascinato nell’osservare i medici e gli in- me loro mi proponevano, avrei potuto fermieri ed in particolare l’umanità di- unirmi ai compagni che erano già là ed mostrata verso i sofferenti da alcuni di aiutarli a trafugare munizioni per i parti- loro. giani; inoltre, venuti a conoscenza che Ma alla fine del secondo anno di liceo, intendevo diventare medico e che ero mentre il Friuli era passato sotto la quasi amico dei medici e dei farmacisti del luo- Il castello di Artegna dopo annessione tedesca e faceva parte del go, mi avrebbero incaricato di far perve- l’attacco tedesco. “Litorale Adriatico” (Adriatisches Küsten- nire loro farmaci e materiale di medica- zione fornitimi dai sud- detti sanitari e di aiutare i compagni feriti o amma- lati e questo particolare contribuì in modo deter- minante alla mia decisio- ne di accettare la loro proposta. Mi spiegarono che in tale modo sarei sta- to utilissimo, unendomi poi, se necessario, occa- sionalmente o definitiva- mente ai compagni in montagna. Il 22 novembre 1944, mentre mi trovavo al la- voro nella suddetta polve- riera, in stato di preallar- me, che comportava la continuazione dell’attivi- tà lavorativa, si materializ- zarono ad alta quota, sul- la nostra verticale, due stormi di silenziosi caccia- bombardieri Lightning

32 l patria indipendente l 26 settembre 2010 che stavano sganciando una nuvo- zione portarono alla ritirata delle pidamente il periodo scolastico la di bombe. Con urla e bestem- truppe di occupazione. Artegna perduto a causa della malattia pri- mie, gran parte degli operai si lan- forse più degli altri paesi della zo- ma e della guerra poi, tentando di ciarono verso l’unica uscita, acca- na subì gli ultimi colpi di coda dei sostenere l’esame di maturità nello vallandosi in una marea di corpi. tedeschi, in quanto situata proprio stesso anno per potermi iscrivere Io ed altri che lavoravamo al cen- sulla loro via di fuga, e parecchi subito all’Università. Pertanto, per tro della struttura ci buttammo giovani con capi improvvisati, uni- poter realizzare tale programma in semplicemente a terra augurando- tisi all’insurrezione generale degli così poco tempo, fui costretto a la- ci che le bombe andassero a cade- ultimi giorni, ritennero che l’entu- sciare subito il reparto nonostante re più avanti, evitando un’ecatom- siamo potesse sostituire la carenza che il mio comandante mi avesse be in quanto da noi stazionavano di esperienza e di mezzi, ed attac- avvertito di non avere la facoltà di pure vagoni ferroviari carichi di carono un’autocolonna tedesca concedermi tale permesso; come esplosivo estratto dai residuati bel- sulla statale S.S. 13. conseguenza e con mio rammarico lici. Quel giorno, su incarico del mio non venni poi incluso nelle liste Infatti ci parve un miracolo quan- comando, avevo in custodia nel del Movimento di Liberazione. do le nuvole di polvere e gli scop- castello di Artegna, messo a dispo- Nello stesso anno conseguii al pi iniziarono poco oltre il nostro sizione dal conte Fulvio Bonati Sa- “Marinelli” di Udine la maturità recinto e poi, purtroppo, investi- vorgnan, nove militari tedeschi con ottimi voti e potei iscrivermi rono anche l’abitato di Osoppo. fatti prigionieri in precedenti ope- alla Facoltà di Medicina e Chirur- Allora ci alzammo ed anche noi razioni, quando, con un improvvi- gia dell’Università di Padova. corremmo verso l’uscita, ma nel so contrattacco, il castello venne Il D.L. 875 del 1977 stabiliva la frattempo i tedeschi decisero di investito da un violento fuoco di riapertura dei termini di riconosci- incolonnarci e condurci a portare artiglieria che ferì il figlio del con- mento delle qualifiche di patriota soccorso alle probabili vittime. te ed altri occupanti. e di partigiano riservata al Friuli- Il paese era avvolto ancora in una Mentre medicavo i feriti, il paese Venezia Giulia. Alcuni dei miei ex nuvola di polvere e, mentre ci ac- venne occupato dalla Wehrmacht comandanti si fecero scrupolo di cingevamo a portare aiuto ai tanti e da reparti della SS; io, rimasto informarmi di questa possibilità. feriti, una terza formazione di isolato, non me ne accorsi, ma mi Dopo averci ben riflettuto accettai Lightning, giunta mezz’ora dopo, resi conto che bisognava abbando- la loro proposta ed ottenni il rico- colpì la stessa zona; come poi si nare al più presto il castello che noscimento; lo feci soprattutto per constatò, si trattava di bombe a continuava a essere colpito. Li im- avere la possibilità di affermare in frazionamento, che comprensibil- barellai con l’aiuto dei tedeschi, veste di protagonista che i valori mente fecero una strage anche tra che si dimostrarono disponibili, della Resistenza, la democrazia e la i soccorritori. Io feci appena in anche perché li avevo sempre trat- libertà, di cui tutti ora godiamo, tempo a gettarmi in una cunetta ai tati in modo umano cercando di non si possono mettere in discus- lati della strada, ma stupidamente evitar loro disagi e umiliazioni. sione e per ricordarlo anche a co- in posizione supina per poter ve- Sotto il persistente fuoco nemico loro che citano solo alcuni tragici dere quello che succedeva ed una trasferii i feriti nella vicina canoni- episodi di quel periodo, purtroppo scheggia mi ferì il naso alla radice, ca dove, al vedermi arrivare arma- compiuti da parte di persone irre- risparmiandomi miracolosamente to e in tale situazione, terrorizzati sponsabili, ma mai avallati dai ver- gli occhi. mi informarono che ero rimasto tici del Movimento. Fino a metà dicembre i nazifasci- solo e circondato, mentre tutti i Me lo confermò in seguito anche sti, utilizzando anche le truppe co- partigiani si erano ritirati sulle mio suocero, Faustino Barbina, al- sacche insediate in Carnia e nell’al- montagne circostanti. lora Commissario politico della to Friuli, scatenarono grandi ope- Resomi conto della situazione, ap- Divisione Osoppo, che per la dela- razioni di rastrellamento contro le pena la via si rese libera da mezzi e zione di un italiano venne cattura- formazioni partigiane. soldati, di corsa la attraversai assie- to, subì il carcere con terribili sevi- In queste circostanze ebbi ripetu- me a tutti i prigionieri. zie senza mai cedere e parlare e tamente modo di rifornire la mia Questi, che nel frattempo avreb- poi l’internamento a Dachau con formazione del materiale medico bero avuto più volte l’occasione di altrettante sofferenze e riuscì a ri- richiestomi, di partecipare a qual- fuggire per raggiungere i conna- tornare a casa quasi irriconoscibile, che azione e di soccorrere addirit- zionali, inspiegabilmente obbedi- come per miracolo. tura il mio comandante ferito ed rono ai miei ordini e fortunosa- È giusto ricordare ancora una vol- accompagnarlo presso la canonica mente raggiungemmo in monta- ta che nelle file della Garibaldi e di Bueris, dove lo curò il medico gna i compagni, che al vedermi ar- dell’Osoppo ci furono sicuramente condotto di Magnano, correndo, rivare in tale compagnia rimasero la generosità e l’eroismo di tanti assieme al parroco, comprensibili increduli. Successivamente essi ri- Friulani che pagarono con grandi rischi. sultarono utili per uno scambio sacrifici, taluni con l’internamento Nei primi mesi del 1945 la rapida con ostaggi italiani inermi tratte- nei campi di sterminio e con la vi- avanzata degli Alleati nell’Italia nuti dai tedeschi. ta, la loro opposizione al fascismo, settentrionale e la progressiva in- A liberazione avvenuta il mio pri- alla guerra ed alla conseguente oc- surrezione delle Forze di Libera- mo pensiero era di recuperare ra- cupazione tedesca.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 33 Cultura Il pittore baiano è stato uno degli attori del maestro del cinema brasiliano Parlando con Sante Scaldaferri del regista Glauber Rocha

Salvador (novembre 2009) Intervista e traduzione giosità e cultura popolare. Contempora- dal portoghese di neamente riesce a creare un linguaggio Antonella Rita Roscilli ell’era contemporanea Sante Scal- molto personale, creativo e inconfondi- daferri è considerato uno dei più bile realizzando lavori di grande forza vi- N importanti e rappresentativi tra i siva. Nella nuova fase che inizio nel 1980 pittori brasiliani. Pittore, scenografo, at- gli ex-voto assumono la condizione tore e professore: Sante è tutto questo. umana per esprimere le debolezze del Negli anni sono state realizzate tesi di carattere, i peccati, le allegrie, le tristez- laurea e programmi televisivi sulla sua ar- ze, gli amori e gli odi. Da allora utilizza Quel mondo colto te pittorica. Come ama ricordare, Sante la tecnica dell’encaustica, ma oggi usa e popolare di Bahia. è stato “fabbricato” in Italia ed è “sbar- anche la tecnica dell’infogravura, sfrut- cato” a Salvador, capitale dello Stato bra- tando le enormi potenzialità del compu- L’influenza siliano di Bahia, nel 1928, anno della sua ter. Sante Scaldaferri ha sempre rinnova- del neorealismo nascita. to il suo stile facendo ricerca, cercando italiano. Mi aspetta per l’intervista in una di quel- espressioni nuove. Ha partecipato a mo- Le serate al cineclub le giornate luminose, tipiche di Salvador vimenti all’avanguardia nel campo del- e i primi film. quando sta per arrivare l’estate. È sulla l’architettura, della pittura, del cinema Ora pittura, incisione soglia della fantastica casa di Itapõa e in- che tanto hanno influenzato lo sviluppo sieme a lui sono ad attendermi gli amori artistico del Brasile. Negli anni ’40 par- ed ex voto della sua vita: Marina e l’arte. I suoi oc- tecipa al movimento baiano della “Gera- chi brillano sempre quando mi parla di ção Mapa”. Nel 1957 si laurea all’ Esco- Marina e dell’arte. La sua pittura, arte la de Belas Artes dell’Università Federale erudita su radice popolare, riflette il di Bahia. Entra poi nella Scuola di Tea- dramma e la tragedia del popolo della re- tro della Ufba ove studia Scenografia gione dei “sertões” nordestini del Brasi- con Gianni Ratto. Insieme all’architetto le. Dal 1957 Sante usa nella pittura l’ex- Lina Bo Bardi, di cui è assistente dal voto come segno-simbolo, in una trasfi- 1958 al 1964, fonda il Museo de Arte gurazione estetica, dando così un contri- Moderna di Bahia nel Solar da Unhão e buto all’identità culturale brasiliana e al- negli anni ’50 partecipa alle iniziative lo stesso tempo esprimendo il suo uni- pionieristiche di Glauber Rocha, padre verso. Non è un regionalista provinciale, del “Cinema Novo”, il movimento brasi- ma riesce a raggiungere una lettura uni- liano che rivoluziona la cinematografia Sante Scaldaferri (Foto di versale, unendo un linguaggio contem- nel Paese, influenzato dal Neorealismo Dadà Jaques). poraneo a una tematica brasiliana di reli- italiano e dalla Nouvelle Vague francese. Sante collabora con Glauber Rocha co- me scenografo e attore, ma soprattutto divide con lui una lunga amicizia che ri- corderà nella nostra intervista. Può raccontarci le origini della sua ami- cizia con Glauber Rocha? Prima di tutto vorrei dire che su Glauber Rocha potrei parlare all’infinito perché la nostra amicizia è stata profonda ed è durata fino alla sua morte. La mia cono- scenza con lui fu tumultuosa, come tut- to nella sua vita. Ero ancora studente al- la Escola de Belas Artes, nel centro stori- co di Salvador e ogni giorno, dopo la fi- ne delle lezioni, andavo a Rua Chile che a quell’epoca era il punto di ritrovo del- la città. Varie volte mi accorsi che venivo

34 l patria indipendente l 26 settembre 2010 osservato da un giovane con uno sguardo strano, che era accompa- gnato da più di due o tre ragazzi. Un giorno, quando meno me lo aspettavo, uno di loro, proprio Glauber, venne verso di me dicen- do: «Tu sarai attore nel mio film». Così ebbe inizio una solida amici- zia e molti progetti culturali. Mol- te riprese del film si dovevano svolgere nella zona del meretricio, ma in realtà quel film non venne mai girato, anche se la sceneggia- tura esiste. Per quello che ricordo della storia, la madre di una prosti- tuta moriva e il mio personaggio, innamorato della meretrice, entra- va nel corteo del funerale con dei fiori in mano. Però invece di collo- carli sulla bara, li dava alla sua amata. Glauber aveva allora 18 1958: Paulo Gil, Jorge Amado, Calasans Neto, Mario Cravo Junior, Glauber Rocha, Sante anni. Scaldaferri, José do Prado Valladares. E Glauber cosa faceva in quel pe- riodo? l’autobus, venni circondato da cin- quell’epoca a Salvador nel mondo Era ancora studente di Diritto, ma que ragazzi che con gesti e parole artistico? faceva anche il giornalista. Iniziò quasi mi aggredirono fisicamente. La nostra generazione ha cono- subito con la cronaca, all’inaugu- Pensavano che io, a causa della so- sciuto il cinema nel “Cinemaclu- razione del “Jornal da Bahia”. Poi miglianza del mio nome, ero l’au- be” di Bahia dove il critico Walter andò al “Diario de Noticias” dove tore della colonna firmata da da Silveira, prima della proiezione scriveva una colonna di cinema Glauber sotto lo pseudonimo De dei film, faceva delle pre-lezioni, sotto lo pseudonimo di De Sanctis. Sanctis. In realtà giorni prima spiegando il significato del film. Poco tempo dopo collaborò al Glauber aveva scritto un testo cri- Parlava anche del regista, degli at- Supplemento Culturale che usciva ticando il film che sarebbe stato tori, il montaggio, i corti, il suono, la domenica, scrivendo articoli e realizzato da quei ragazzi che mi l’illuminazione e altri temi appar- traducendone altri di autori di di- aggredirono. tenenti al linguaggio cinematogra- versi Paesi. Una notte, ritornando fico. Avemmo così il privilegio di dall’appuntamento con la mia fi- Il “Cinema Novo” brasiliano nac- assistere a tutta la Nouvelle Vague, danzata Marina, che poi divenne que nella Stato di Bahia. Perché al Neorealismo italiano, gli we- ed è mia moglie, appena sceso dal- nacque qui? Cosa accadeva in sterns, i classici muti, i film di Ser- gej Ejzenstein, come “La corazza- ta Potemkin” e “Que viva Mexi- co”, di Akira Kurosawa, di John Huston e Jonh Ford che Glauber ammirava molto, di Charlie Cha- plin, innumerevoli documentari e molti altri generi. Mi ricordo mol- to bene che io e Glauber assistem- mo insieme a “I sette samurai”. Glauber si agitava molto, si alzava dalla poltrona in continuazione e gridava “Che genio! Che genio!”. Non so quante volte dovetti riac- ciuffarlo per la cintura e metterlo di nuovo a sedere, dicendo che da- va fastidio agli altri spettatori. Quando venne realizzato il primo lungometraggio a Bahia? Lo scrittore Joao Ubaldo Ribeiro, Glauber Rocha, il pittore Calsans Neto e Sante Scaldaferri. Il primo lungometraggio baiano, (Archivio personale Scaldaferri) “Redenção” fu realizzato da Ro-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 35 berto Pires alla fine della decade commentavamo i fatti culturali nizio non capirono assolutamente volle sperimentare l’arma e sparò degli anni ’50. Roberto Pires fu della città. nulla. Poi giunse l’incompiuto “A contro la parete. Con grande paura grande amico di Glauber e, sicco- Grazie alle nostre attività culturali cruz na praça”, poi “Barravento”, di tutti, si aprì nella parete un bu- me suo padre aveva un negozio di divenimmo responsabili del conso- “Deus e o Diabo na terra do sol”, co. Le munizioni erano fatte con ottica, riuscì a fabbricare in labora- lidamento dell’arte moderna a Ba- “Terra em transe”, “O Dragão da pezzi di legno e avrebbero aperto torio una lente cinemascopica. hia realizzando vari eventi, in Maldade contra o Santo Guerrei- un buco nella mia pancia! Glauber Vennero così realizzati altri film maggior parte sorti dall’immagi- ro”. Io ho partecipato a tutti que- stava assistendo a questa scena, al- nella città come “Grande Feira” e nazione di Glauber. sti film, eccetto “Terra em lora gridò portandosi le mani alla “Tocaia no Asfalto”, ambedue di Avemmo, per esempio, le “Jogra- Transe”, ricoprendo vari ruoli. In testa e disse: “Hugo, quando pren- Roberto Pires e “Sol sobre a la- lescas” che erano poesie moderne “Deus e o Diabo na Terra do Sol”, di l’arma dalla fondina punta verso ma” di Alex Viany. teatralizzate, la prima esposizione realizzato nella città di Monte il pavimento così quando arriverà di poemi illustrati, una mia esposi- Santo, dove viaggiai con l’architet- nella pancia di Sante non ci sarà In cosa hanno contribuito per lo zione individuale, la pubblicazione ta Lina Bo Bardi, mi rifiutai di fare pericolo. Il pubblico non percepirà sviluppo culturale di Bahia, Glau- della rivista di cultura MAPA e le l’attore per non togliere lavoro ad nulla a causa della velocità e del ber Rocha, lei e altri artisti del- Edizioni Macunaima, ideate da un professionista, ma rimasi du- suono diretto”. Insomma, risolse il l’epoca? Fernando da Rocha Peres e dal rante quasi tutte le riprese, aiutan- problema in pochi secondi! Poi A Bahia l’inizio dell’arte moderna, pittore Calasans Neto che illustra- do in tutto. Già in “Dragão da Glauber andò via e divenne famoso in tutti i linguaggi, avvenne nella va e stampava album e libri rifiniti Maldade contra o Santo Guerrei- in tutto il mondo. decade degli anni ’40. Prima nella in edizioni a tiratura limitata. Fu- ro” non riuscii a rifiutare: lavorai letteratura dove furono pubblicate rono inoltre realizzate le prime come attore e dipinsi i pannelli. Fu Quando lo vide l’ultima volta? le riviste “Arco e Flexa” e “Cader- esposizioni individuali di pittura di il primo film brasiliano con suono Ricordo che quando venne per fil- nos da Bahia”. La nostra genera- nuovi artisti plastici. diretto. In questo insieme di film mare “Idade da Terra”, Glauber Deus e o Diabo na Terra do Sol, dipinto di Sante Sc aldaferri esposto nel Museo di Arte Moderna di Rio de zione, oggi conosciuta come “Ge- Janeiro. sorse il “Cinema Novo” poi esteso mi cercò e disse che dovevo inter- ração Mapa”, pubblicò una rivista Può raccontarci qualche episodio su a tutto il Brasile non solo attraver- pretare uno dei Re Magi. Accettai con lo stesso nome che includeva Glauber? so i film di Glauber, ma anche di e combinammo che la produzione tutti i linguaggi artistici. Ricordo Ricordo che viaggiavamo varie mo era un’enorme casa del secolo che poteva entrare solamente chi altri cineasti. mi avrebbe avvisato. Nel giorno che la sera eravamo soliti riunirci volte con altri amici all’interno del XIX, situata nella piazza principa- aveva calzature decenti. Allora combinato mi venne una strana in una gelateria che esiste ancora Brasile sempre alla ricerca della le. Il mattino dopo, quando ci sve- Glauber cominciò a parlare gri- Dove ritrovava il tratto geniale di febbre alta e non potetti andare. Il oggi, chiamata “Cubana”. Si trova nostra identità attraverso l’arte e la gliammo, ricordo che arrivò sulla dando le sue ragioni e le persone Glauber nella vostra convivenza giorno dopo non avevo più la feb- nel marciapiede vicino all’Elevador cultura popolare. Una volta arri- soglia del balcone Glauber nudo e che passavano assistettero attonite durante le riprese dei film? bre e mi sentivo bene. Così uscii e, Lacerda, con una bellissima vista vammo nella città storica di Ca- avvolto in un lenzuolo, dicendo alle urla senza capire nulla di quel- Glauber possedeva un’intelligenza mentre stavo comprando il giorna- sulla Baia de Todos os Santos. Lì choeira e la pensione in cui stava- che era un tribuno romano e pro- lo che Glauber diceva. privilegiata, un raziocinio rapido e le, incontrai Glauber che mi assalì ferì un eloquente discorso, davanti una loquacità con cui perfezionava con parolacce orribili. Così gli a una platea entusiasta. In quello Quando e come iniziò la sua colla- con incredibile velocità innumere- spiegai cosa mi fosse successo. Lui stesso giorno facemmo una pas- borazione nei film di Glauber? voli idee. Cito un esempio: duran- comprese e, con un gesto che ripe- seggiata in barca sul fiume Para- Il primo film di Glauber fu il corto te le riprese di “Dragão…” il mio teva sempre, mi pose le mani sulla guaçu. Glauber allungava le brac- sperimentale “O Patio”, nel quale personaggio Batista doveva essere spalla dicendomi che aveva varie cia e, con il pollice e indice stesi, utilizzò il linguaggio del concreti- ucciso dal delegato, interpretato da bobine vergini e voleva realizzare come fosse una telecamera, filmava smo. Questo film fu di grande im- Hugo Carvana. L’arma era carica- il vecchio progetto di filmare un nella sua immaginazione scene patto tra i cineasti di Rio che all’i- ta a salve. Prima della scena, Hugo documentario sulla mia pittura. fantastiche che ci andava descri- Gli risposi che prima si doveva vendo. Glauber vedeva immagini concentrare solo sulle riprese del cinematografiche in tutto. Qual- suo film e dopo, allora sì, avrem- siasi episodio abituale, lui, imme- mo iniziato il documentario. Fu diatamente, lo trasformava in sce- quella l’ultima volta che lo vidi. neggiatura. Viveva il cinema tutto il tempo. A quell’epoca Glauber Chi era veramente Glauber Rocha? mi diceva che stava apprendendo Le risponderò ricordando un epi- molto col cinema di Nelson Perei- sodio. Subito dopo la sua morte, ra dos Santos che ammirava mol- Paulo Gil de Andrade Soares che to. Un altro cineasta che gli piace- fu un eccellente assistente di Glau- va tanto era Paulo César Saraceni ber, venne a Salvador per un servi- che all’epoca aveva girato “Porto zio della TV Globo. Mi pose que- das Caixas”. Un altro episodio con sta domanda: «Secondo lei chi era Glauber fu quando andammo ad Glauber Rocha?». Io risposi: «Un assistere a “Rio 40 Graus” di Nel- uomo alla ricerca di Dio». La mia son Pereira dos Santos. Erano ap- risposta venne tagliata, ma venti pena stati lanciati i sandali alla anni dopo la sua morte uscirono i giapponese e Glauber li portava ai primi libri su di lui che, in varie piedi. Così quando stavamo per maniere, affermavano ciò che ave- Gilde A. Soares (Assistente di Direzione), Glauber Rocha, Lina Bo Bardi e, a destra, Sante entrare, il portiere del cinema gli Scale del Monte Santo durante le riprese del film O Deus e o Diabo na Terra do Sol, di vo risposto io a quella famosa do- Scaldaferri. negò l’accesso dicendo a voce alta Glauber Rocha. (Archivio personale Scaldaferri) manda.

36 l patria indipendente l 26 settembre 2010 patria indipendente l 26 settembre 2010 l 37 IGINIO ARIEMMA (a cura di) riel, il fondatore del Fronte della Gioven- Bruno Trentin. tù, che egli però non conosceva». La tesi di laurea in giurisprudenza di Bru- Tra il Partito d’Azione no Trentin è ospitata integralmente in e il Partito Comunista queste pagine, preparata con estremo ri- Gli anni dell’Università di Padova, gore e discussa il 16 ottobre 1949 con il 1943-1949 prof. Enrico Opocher, docente di Filoso- Con la tesi di laurea e una lettera inedita a fia del diritto del Novecento. Argomento: Gaetano Salvemini “La funzione del giudizio di equità nella Casa editrice Ediesse, Roma, 2009, pagg. 237, crisi giuridica contemporanea (con parti- € 15,00 (www.ediesseonline.it – ediesse.cgil.it) colare riferimento all’esperienza giuridica americana)”. Riferendosi alla novità della

libri a storia di un uomo simbolo ricerca, certamente indotta anche dall’a- dell’autunno caldo»: due righe cume del relatore, il Prorettore vicario «L sintetiche, apparse per più gior- dell’Università, Giuseppe Zaccaria, rievo- ni su un quotidiano, per informare i let- ca quanto è attuale, oggi, specie per i gio- tori dell'uscita di un DVD dal titolo Con vani, ciò che Trentin disse nel ricevere la la furia di un ragazzo - Un ritratto di laurea honoris causa dell’Università di Cà Bruno Trentin. Anche a questo libro è as- Foscari, a Venezia nel 2002. Davanti alla sociato un DVD sul noto Segretario Ge- vasta platea di docenti e studenti, il riser- nerale della CGIL ricco di informazioni vatissimo e sobrio bilaureato confessò, fluenti da «una successione di foto e di con voce commossa, che «quel poco di documenti, con il filo conduttore di una valido che ho saputo produrre nel corso voce narrante, ricostruisce gli anni dell’u- della mia lunga vita lo debbo interamente niversità di Bruno Trentin». Nell’ottobre all’insegnamento di mio padre e al suo del 2008, ricorrendo l’anniversario del esempio, alla sua radicale incapacità di se- conferimento della laurea, l’Aula Magna parare l’etica della politica dalla propria dell’ateneo patavino accoglie il convegno morale quotidiana». di studio e testimonianza focalizzato sul Suo padre, Silvio, era stato professore di tema “Bruno Trentin: la cultura del lavo- Diritto pubblico e di Diritto internazio- ro e della libertà”. Queste intense pagine nale a Cà Foscari, antifascista autorevole, raccolgono i contributi recati da Andrea perseguitato dovette abbandonare l’inse- Castagna, Fulvio Dal Zio, Carlo Ghezzi gnamento, esule in Francia con l’intera (Presidente della Fondazione Giuseppe famiglia. Non c’è alcuna retorica, o enfa- Di Vittorio), Flavio Zanonato, Vincenzo si, nel dire che libri come questo, ai nostri Milanesi, Franco Busetto, Franco Benti- giorni, sono davvero preziosi per tutti, in vogli, Silvio Lanaro, Giuseppe Zaccaria, primo luogo per gli insegnanti e special- Guglielmo Epifani. Bruno, partigiano, è mente per i giovani, siano essi alunni, la- al centro della breve, tesa comunicazione voratori o in attesa di trovarlo un lavoro. di Busetto che lo ebbe al suo fianco a Pa- Primo de Lazzari dova. Lo rammenta con parole quasi di- messe, in realtà dense di contenuti, che uniformeranno tutta la vita del giovane. Così «… a Pa- dova, poi nelle formazioni FULVIA ALIDORI del Grappa e successivamente Cento colpi nel Cansiglio. Lavorò per il Comitato regionale veneto e le sbucciature delle , allora Florence Art Edizioni, Firenze, 2010, pp. 72, diretto da Arturo Gombia… € 12,00. Fu anche collaboratore di Giuseppe Calore, del Partito uesta è la storia di alcuni di noi. d’Azione, medico. Legatissi- Così si potrebbe illustrare il senso mo a Meneghetti, poi arre- Q del bel racconto di Fulvia Alidori, stato con me a Padova nel lu- giovane antifascista dell’ANPI Oltrarno, glio del 1944… Bruno fa la che nello scenario della Firenze degli dolorosa esperienza dei fero- Anni ’30 imbastisce e intreccia le vicende ci rastrellamenti attuati dai di formazione di due ragazzini cresciuti tedeschi nel Grappa… si reca insieme all’ombra dei miti e dei riti del poi a Milano dove per caso pensiero unico in camicia nera. assiste, in una piazza milane- Il “Secco” e il “Rosso”, in un quartiere se, prima all’arresto e poi al- della città dove tutti hanno il loro bel so- l’uccisione di Eugenio Cu- prannome, per un dettaglio fisico, un’e-

38 l patria indipendente l 26 settembre 2010 spressione del viso o una battuta GIUSEPPE AZZONI, GIORGIO CARNEVALI, infelice, giocano e vanno a scuola, ANGELO LOCATELLI e leggono e collezionano i giorna- ENNIO SERVENTI (a cura di) letti di quegli anni, vestono la divi- sa da balilla, camicia nera e fez, Pietre sparano a salve con la cento-colpi, della memoria una pistola giocattolo di latta mol- I Caduti cremonesi della Resistenza to in voga e molto cara, ma sogna- (1943-1945). Cippi lapidi monumenti no già il moschetto con la baionet- Edito da ANPI e ANPC provinciali di ta. Intanto, fra una scorribanda e Cremona, pagg. 224, s.i.p. l’altra, corrono anche i mesi e le stagioni, il decennio tramonta sot- ella ricorrenza del 65° anni- to un sole che scotta, ad aspettare versario della Liberazione, per ore e ore il duce con Hitler, N ANPI e ANPC di Cremona con quella uniforme da piccolo fa- pubblicano il volume Pietre della scista perfetto che ormai si fa sem- memoria: i caduti cremonesi della pre, maledettamente, più stretta, a Resistenza. Cippi lapidi monumen- osservare la città pavesata per na- ti. Si tratta di un libro di 224 pagi- scondere la povertà dietro drappi ne frutto di un lungo lavoro di ri- decorati col giglio. tutto la Resistenza è aver imparato cerca per il quale ci si è avvalsi an- E la presa di coscienza arriva pian a chiedersi Cos’è la Libertà? che del contributo di numerosi Co- piano ma inevitabile, fra i grandi «Che ne sappiamo noi di Liber- muni. drammi della Storia, le leggi raz- tà?». «Ma come? Hai paura della Sono ricordati con i dati anagrafici, ziali, l’invasione della Polonia, Libertà?». «Io non ho paura, non le formazioni di appartenenza, i l’annuncio di guerra in Piazza del- so cos’è, non so come si fa». «La luoghi e brevi annotazioni, tutti i la Signoria, da sentirsi male con Libertà non si fa, è. La descriverei cremonesi – per origine, residenza tutta quella gente illusa e festante. come una scelta che hai tra fare o perché militari di stanza – caduti Fra i dolori personali, che fanno una cosa oppure un’altra. E te?». dalla parte della Resistenza tra l’8 ancora più male, gli ultimi attimi «La Libertà è raccontare un gior- settembre 1943 e l’aprile 1945. Il del nonno garibaldino, occhi blu no questa storia e sentirsi dire che ricordo è supportato da un inven- come il mare e camicia rossa in abbiamo fatto bene». tario descrittivo di oltre duecento cippi, lapidi, monumenti e intitola- punto di morte, il babbo picchiato I due ragazzi, che non sono mai e senza lavoro, altri amici arrestati, zioni che li riguardano. esistiti in carne e ossa, ma le cui vi- La ricerca si apre con sintetiche no- un osso di bistecca conteso a un cende sono ispirate alle memorie te sulle caratteristiche e le forma- cagnolino. di due partigiani fiorentini, “Fuo- zioni della Resistenza locale. Quin- L’infanzia adesso è finita, la cento- co” e “Rena”, si ritroveranno an- di la descrizione della occupazione colpi sbattuta per terra, i giorna- cora ai giorni nostri, per parlare del capoluogo da parte dei tedeschi letti del Balilla volati per aria e la agli studenti di un liceo scientifico il 9 settembre 1943 (cui seguì il ri- voce del nonno che ancora risuo- e rispondere alle loro domande. torno del ras Farinacci che era fug- na: «Con quella divisa… sembri Una, tra tutte, è rivolta più a sé gito in Germania il 25 luglio), oc- proprio un babbeo!». stessi che ai testimoni di quell’epo- cupazione cui tentarono generosa- La Resistenza è una corsa sul pra- ca che sembra tanto lontana: Noi mente di opporsi reparti militari to, per sfuggire ai fascisti e rag- saremmo capaci di fare la vostra giungere un altro avvenire, arrivati scelta? in montagna è una crosta di for- E la risposta non c’è, perché per maggio divisa a metà, è dire per la scegliere ci si deve trovare. Ma og- prima volta quel che pensi davvero gi, che si fondano partiti, sembra, senza ripetere quello che ti hanno al solo scopo di incarcerarvi den- insegnato. E poi le azioni, la diffe- tro la parola Libertà, possiamo di- renza concreta tra fare qualcosa o re al “Rosso”, a “Rena”, a “Sec- restare a guardare: il sabotaggio co”, a “Fuoco”: sì, voi avete fatto alle linee elettriche, l’attesa di not- bene. te, coi fuochi, di un lancio alleato Natalia Marino che non arriverà, l’assalto al ma- Chi fosse interessato all’acquisto del li- gazzino di armi del gerarca, le bat- bro può rivolgersi alla Casa Editrice taglie durissime contro le Brigate Florence Art Edizioni, Via Duccio di Nere. E il prezzo pagato, la fatica, Buoninsegna 35, 50143 Firenze, la paura, sì la paura, perché “il co- tel./fax 055 717248; oppure inviare raggio non è incoscienza”, la fame una mail a: perenne, l’orrore di uccidere, e i [email protected] compagni appesi ai rami degli al- L’autrice devolverà il 10% dell’incasso beri dai repubblichini. E soprat- all’ANPI.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 39 delle caserme cittadine lasciando rivoluzionario come Hitler o Sta- sul terreno numerosi caduti. Segue lin»). «Mussolini – scrive l’Autrice la descrizione delle caratteristiche – era indubbiamente stanco, pro- della Resistenza in questa provincia strato, ma questo non significa che di pianura, a partire dal massiccio avesse rinunciato a ogni ambizione rifiuto dei giovani di subire il ban- politica, e a un proposito di riscatto do di arruolamento nella RSI pre- e di rivalsa nei confronti del re e di ferendo in numerosi casi prendere Badoglio e che intendesse rinuncia- la via della montagna per fare i par- re all’opportunità di riprendere il tigiani o pagando con la deporta- potere». Questo fu il vero moven- zione e la prigionia in Germania. te; l’illusione (accuratamente ali- Infine vi sono le giornate della Li- mentata da quel terribile “persua- berazione caratterizzate da sangui- sore” che era Hitler) che la Germa- nosi scontri con le truppe tedesche nia avesse in preparazione “armi se- che traghettavano il Po ed attraver- grete” formidabili le quali avrebbe- savano la provincia in fuga verso il ro consentito il capovolgimento nord. delle sorti della guerra nonché l’il- Il cuore del volume è rappresentato lusione di poter ritornare a gover- dagli elenchi, con puntuali annota- nare e ritrovarsi quindi accanto al zioni riguardanti i caduti e le pietre presunto vincitore. che li ricordano in circa 80 località attribuiscono la qualifica di “stori- Questa, documentata in maniera ir- della provincia e di altri territori. ci”, è quella secondo cui Mussolini refragabile dall’Autrice, fu la vera Sono anche riportati i nomi dei avrebbe accettato a malincuore di causa che spinse Mussolini a “ri- 174 cremonesi caduti a Cefalonia, “sacrificarsi” a fondare e “dirigere” prendere il potere”, a dar vita alla dei 77 morti nei campi di sterminio la cosiddetta Repubblica sociale ita- cosìddetta “Repubblica sociale ita- nazisti e dei caduti decorati al valor liana allo scopo di sottrarre il Paese liana” e, quindi, ad assumersi la ter- militare. alle truculente minacce di Hitler di ribile responsabilità di scatenare in Curatori dell’opera: Giuseppe Az- farne “una seconda Polonia” e, in Italia la guerra civile. Infatti, come zoni, Giorgio Carnevali, Angelo particolare, di scatenare contro le sottolinea l’Autrice, senza la com- Locatelli, Ennio Serventi con la grandi città italiane del Nord tutta parsa di un “governo nazionale”, collaborazione per l’editing di Te- la potenza distruttiva delle “armi in più “guidato” dal duce, molti réz Marosi. segrete” tedesche (le quali, tra pa- che vi aderirono si sarebbero assai La ricerca ha avuto il patrocinio rentesi, nel settembre del 1943 an- probabilmente tenuti in disparte: della Amministrazione provinciale cora non esistevano). sarebbero stati ben pochi che ed un contributo della Fondazione Fondandosi su una minuziosa ana- avrebbero accettato di collaborare comunitaria della Provincia di Cre- lisi delle fonti inedite, in special apertamente con la dura e crudele mona. modo quelle tedesche, per lo più occupazione germanica. La documentazione fotografica, ignorate o neglette da falangi di Se Mussolini si era illuso di “ri- che solo in parte ha potuto essere “storici”, la Fioravanzo dimostra la prendere il potere”, queste illusioni pubblicata nel volume, è consulta- totale falsità di questa tesi, non suf- caddero subito. Come documenta bile sul sito www.anpi.cremona.it fragata – anzi, smentita – dalla vasta minuziosamente l’Autrice, apparve T.M. documentazione da lei consultata ben presto chiaro che gli occupanti sia in Italia che in Germania. L’ac- tedeschi non avevano la minima in- coglienza riservata da Hitler al suo tenzione di prendere sul serio il “camerata” Mussolini nel settem- “governo” della Repubblica sociale MONICA FIORAVANZO bre 1943 non fu per nulla minac- italiana, da essi trattato senza com- ciosa: anzi, assai cordiale ed ami- plimenti con la massima arroganza Mussolini e Hitler chevole, anche e specialmente per- come un vassallo il cui compito era, La Repubblica sociale sotto il Terzo ché il Führer aveva bisogno di crea- sostanzialmente, “obbedire e ta- Reich re nell’Italia occupata dalle sue cer”. La Repubblica sociale non Donzelli Editore, Roma, pag. 215, € 16,00. truppe un “governo” italiano il ebbe mai alcun potere effettivo; le quale si assumesse il compito di at- sue “leggi” rimasero lettera morta, no dei compiti essenziali del- tutire il crudo imparto dell'occupa- vuoto esercizio di parole senza la la storia, intesa come scienza, zione militare e gestisse in qualche minima conseguenza. Ad essa si U è quello di sfatare le leggende modo (sotto l’attenta e occhiuta chiedeva di condurre (sempre sotto mediante una severa ed obiettiva sorveglianza tedesca) l’andamento comando e direzione tedesca) la analisi delle fonti documentarie; ed amministrativo locale. Ciò sebbene cruda opera di repressione contro è proprio quanto realizzato in que- la fiducia dei capi nazisti nei con- la resistenza armata e disarmata de- sto denso ed affascinante libro di fronti del “duce” fosse stata grave- gli italiani. Del resto Goebbels nel Monica Fioravanzo. mente indebolita dagli ultimi even- suo Diario scriveva esplicitamente: La leggenda in questione, talmente ti (interessante la constatazione, «Gli italiani dovranno pagarla a ca- invalsa da essere ancora oggi presa qui citata, del Diario di Goebbels ro prezzo quando avremo vinto». per buona perfino da persone che si secondo cui Mussolini «non era un Agli occupanti tedeschi lo pseudo

40 l patria indipendente l 26 settembre 2010 governo fascista era del tutto sotto- zo, grazie ad un uso del metodo messo, completamente privo sia di storico che costituisce già esso stes- autorità che di prestigio e inoltre so una lezione per i ricercatori e gli costretto a pagare pesanti contribu- studiosi, ha definitivamente sepolto zioni in denaro (il che non valeva a una serie di leggende e mostrato porre l’Italia al riparo dalle rapine e che “il re è nudo”; cioè che Musso- dai saccheggi delle varie formazioni lini e i “repubblichini” di Salò altro armate tedesche. Anche il “nuovo non furono se non, nella migliore esercito” che Mussolini e Graziani ipotesi, degli illusi, traditi dalla loro intendevano formare doveva (era- stessa mania di potere e di rivincita no parole dello stesso Hitler) veni- e ridotti a non potersi (e in verità, re usato solo per “compiti di poli- neppure a volersi) svincolare dal- zia”, vale a dire per incrementare la l’abbraccio mortale del padrone te- guerra civile e la più crudele repres- desco finendo con esso alla rovina. sione. Intanto il cosìddetto “gover- Diceva la saggezza degli antichi che no di Salò”, oltre a versare mensil- “quos vult perdere, dementat”. mente alla Germania un pesante Raimondo Luraghi cartelloni murali, ma anche altri contributo in denaro (il che però Emerito nell’Universita di Genova elementi decorativi dei muri scola- non salvava l’Italia da altre ruberie stici, quali i calendari Paravia o le tedesche) si era affrettato ad intro- decorazioni prodotte da compia- durre nel nostro Paese la spietata centi case editrici, solerti nella persecuzione degli ebrei secondo i competizione ad apparire le più al- canoni nazisti ed a consegnare ai GIANLUCA GABRIELLI, lineate; i libri di testo, nei quali non DAVIDE MONTINO (a cura di) tedeschi quanti di questi infelici gli si contano le pagine agiografiche il- era riuscito di catturare pur sapen- La scuola fascista lustranti vita, opere e miracoli del do che il loro destino erano i cam- Istituzioni, parole d’ordine e luoghi duce; i registri, in cui leggere le pi di sterminio (a proposito dei dell’immaginario cronache dettagliate della vita in quali, va detto, che gli uomini del- Ombre Corte, Verona, 2009, pp. 191, classe, scandita da celebrazioni e ri- l’Esercito rosso che non erano cer- € 18,00. correnze. Sono tutti documenti to di assai delicati sentimenti, non considerati a lungo – e a torto – poterono impedirsi di inorridire l volume intende rispondere ad minori, ma che risultano preziosi quando liberarono Auschwitz). un quesito apparentemente ba- strumenti per cogliere la “vita ma- Mussolini fino all’ultimo cadde nel- I nale: è mai esistita una scuola teriale” della scuola, per svelare la pania di Hitler che lo persuase realmente fascista? E, in seconda quella cultura empirica troppo dell’esistenza delle “armi segrete”. battuta: quanto è stato efficace il spesso celata dietro riduttive (e stu- L’Autrice a questo proposito non tentativo di fascistizzare la scuola e diate!) memorie consolatorie. cita il fatto che il dittatore nazista di creare l’uomo nuovo voluto da Il libro, organizzato in trentotto (vero artista della menzogna) arri- Mussolini? voci tematiche redatte da dodici ri- vò perfino ad inscenare una finta In anni recenti una certa tendenza cercatori, restituisce un’immagine esplosione atomica allo scopo di revisionista vorrebbe rispolverare precisa della scuola di regime, in persuadere il popolo tedesco (e i una tesi capace di raccogliere in cui spazi e tempi furono rigida- creduli come Mussolini) e incredi- passato vasti consensi, anche nel bile dictu, persino degli “storici” mente organizzativi in funzione mondo della ricerca di settore, se- dell’indottrinamento e della tra- del giorno d’oggi che si basano sul condo la quale la scuola avrebbe racconto di “testimoni oculari ca- smissione dei valori e dell’ideologia avuto gli anticorpi necessari per so- fascista. suali” inscenando una potente pravvivere al tentativo totalizzante L’impostazione su base tematica, il esplosione con forte emissione di del regime. Si sarebbe cioè realiz- luce. Tutti quanti la presero (e la zato un fascismo di facciata, una corredo iconografico, il ricorso alla prendono) sul serio dimenticano sorta di carnevalata in orbace i cui più recente metodologia storica ne che se si fosse verificata una effetti- effetti parodistici non avrebbero fanno non solo un prezioso stru- va esplosione nucleare nessuno dei potuto che essere superficiali nei mento didattico per gli insegnanti, “testimoni” sarebbe potuto soprav- confronti di giovani scolari e colti ma anche un’interessante lettura vivere. Si trattò, secondo ogni evi- insegnanti. per chi volesse avvicinarsi all’argo- denza, dello scoppio di potenti ca- Oggi, grazie al ricorso ad una nuo- mento. riche esplosive; quanto alla emissio- va metodologia storica e a fonti fi- Il volume è stato pubblicato in col- ne di “luce”, sarebbe stato suffi- nora sottovalutate, sappiamo che laborazione col CESP (Centro Stu- ciente mescolare al materiale esplo- gli effetti sulla formazione dell’im- di per la Scuola Pubblica), col sivo altre sostanze, per esempio del maginario di milioni di studenti fu- LANDIS (Laboratorio Nazionale magnesio, per ottenere un effetto rono ben diversi. Le pagelle, con le per la didattica della storia) e col abbastanza impressionante ma per loro inquietanti illustrazioni mar- contributo della Regione Emilia- nulla micidiale. ziali; i quaderni, con intere collane Romagna nel 60° della Resistenza e Ma questo è un altro discorso. Ri- dedicate ai principali temi del regi- della Liberazione. mane che lo studio della Fioravan- me; i sussidi didattici, in primis i Fabio Targhetta

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 41 PAOLO SINISCALCO stiani considerano gli arabi intolle- Il cristianesimo dunque nacque Il cammino ranti!). Siniscalco adombra in essa come setta giudaica. un progetto politico: quello di as- Proprio le diverse confessioni di di Cristo sorbire il cristianesimo, e con esso matrice ebraica sviluppatesi gros- nell’impero gli altri culti orientali, spesso mo- somodo nei due secoli a cavallo romano noteistici, in un pantheon di cre- della nascita di Cristo, sono analiz- Editori Laterza, Bari, pagg. 352, € 20,00. denze antiche e moderne che col- zate da Romolo Perrotta, ricerca- locasse, accanto a Mitra e Osiride, tore all’Università della Calabria, ROMOLO PERROTTA anche la figura di Cristo, senza per nel dizionario Hairéseis. Sottotito- questo abolire il culto imperiale. lo eloquente: “Gruppi, movimenti Hairéseis Insomma un’«integrazione» – an- e fazioni del giudaismo antico e del Edizione Dehoniane, Bologna, pagg. te litteram – tra europei ed extra- cristianesimo (da Filone Alessan- 832, € 60,00. comunitari, o – per dirla berlusco- drino a Egesippo)”. Siamo dunque ai tempi di Cesare e ono inutili alla società»; nianamente – tra “vecchio” e “nuovo”! di Virgilio (che nelle Bucoliche in- «Sono superstiziosi». voca l’avvento di un bambino che, «S Queste, nell’antica Ro- È noto che Costantino segna il punto di svolta. Non solo concede con la sua purezza, salvi il mondo ma, erano frasi ricorrenti riferite ai romano dilaniato dall’odio tra cristiani. È pur vero che essi (di- la libertà di culto, ma adotta una concittadini; prefigurazione del remmo oggi “per statuto”) non serie di provvedimenti innovativi: cristianesimo o idolatria popolare potevano commettere alcun tipo persegue la prostituzione negli al- assorbita da quest’ultimo?). Ma di crimine, furto, adulterio, né berghi, il concubinato, gli eccessi anche ai tempi di Nerone e di Ve- mancare alla parola data. Ma è an- dei genitori sui figli, tutela i carce- spasiano. E siamo soprattutto sul che vero che essi rifiutavano mani- rati, gli schiavi, gli orfani, le vedo- Mediterraneo orientale, in quel- festamente di venerare gli dèi pa- ve... favorisce la Chiesa, riconosce gani e lo stesso imperatore, atten- la giurisdizione dei vescovi, e san- l’ansa tra Europa, Asia e Africa, tando così all’ordine sociale. cisce la domenica come giorno di che fu la culla dei miti, delle scien- Il libro di Siniscalco ci offre uno festa. ze, dei saperi dell’Occidente. spaccato straordinariamente reali- Una figura complessa, che utilizza Qui Perrotta, acutissimo studioso, stico di quella che in origine non ancora il cerimoniale pagano, in individua ben quarantaquattro dif- fu nient’altro che una “setta giu- un’insolita promiscuità. Egli è an- ferenti eresie. Quella “cristiana” è daica”. Come quando riferisce l’e- che il primo a costruire basiliche una di esse. pisodio di Peregrino, un ciarlatano sacre e a prendere di mira i templi Scorrendo l’indice troviamo però che, una volta convertitosi al cri- antichi. A proposito a Milano, tra anche Gesù ben Safat che, mezzo stianesimo, sfruttò la credulità dei via Gorani e via Brisa, sono in secolo dopo il più celebre omoni- correligionari per arricchirsi. O corso imponenti scavi sull’area del mo, guida, in Palestina, un “parti- quando attenua il ruolo delle per- palazzo imperiale, in cui egli pro- to dei marinai e dei nullafacenti”. secuzioni. mulgò l’editto del 313. O Erode il Grande, da taluni iden- Pensiamo alla grande tolleranza In una Milano bigotta e tutta tificato – pare incredibile – come il manifestata da imperatori come i proiettata sull’Expo 2015, avre- vero messia. O Giovanni il Battista Severi, o Filippo l’Arabo, oriundi mo, nel prossimo triennio, una – proprio lui! – capo, a sua volta, questo della Siria, quelli della Li- giusta tutela dell’area per i 1700 di una propria setta: anzi di uno bia (e pensare che oggi molti cri- anni dalla storica data? dei sette “scismi” verificatisi in Giudea al tempo della nascita di Cristo (che, si sa, fu battezzato nel Giordano, proprio da Giovanni, ma non fu certo il primo!). Emergono così scenari altrimenti impensati. Infatti non dobbiamo pensare solo ai Farisei, ai Samarita- ni, a Simone Mago, ma anche a gruppi meno popolari (oggi), co- me i Sicari (letteralmente “pugna- latori”), una setta, popolare invece ai tempi di Gesù, che prendeva di mira quanti accettavano passiva- mente la supremazia romana. Luca Sarzi Amadè

42 l patria indipendente l 26 settembre 2010 errebbe da dire: finalmente un non riusciranno a destare, negli spiriti bel libro. Questa serie di racconti sprovveduti di tali esperienze, un senso V sull’abbattimento del muro di di partecipazione che invece produco- Berlino, che chissà perché ci si ostina a no appieno perlomeno in coloro che definire caduta. Ci racconta del muro, almeno un anno di servizio militare di ogni tipo di muro, vero o spirituale obbligatorio lo hanno fatto. Nei mes- tra gli uomini. Dieci racconti di scrit- saggi c’è in ogni caso tanto mondo in- tori europei, l’italiano è Andrea Camil- teriore dell’estensore che la guerra in leri, che descrivono situazioni divise. corso colà rimane un po’ una cornice Ogni racconto, breve, è accompagnato lontana, un po’ defilata. Un mondo di da disegni. Un libro per bambini che vita giornaliera veramente denso, la debbono leggere i grandi. Un’impagi- lontananza dagli affetti più cari offrono nazione, un editing e disegni veramen- comunque spunti plurimi di riflessione te piacevoli. Un bel libro, dicevo. I rac- a chi legge. conti hanno la leggerezza della brevità Antonio Lobo Antunes, Lettere dalla e della profondità. Risultato della lettu- guerra, Feltrinelli, Milano, 2009, p. ra: abbasso tutti i muri. Ma poi ritorna- 333, € 20,00. no gli interrogativi e le domande: ma la Lunga muraglia, il Vallo di Adriano? E così ogni problematica, ogni questione ritorna in ballo. 1989 Dieci storie per attraversare i na sorta di radiografia completa muri, a cura di Michael Reynolds, il- dell’Illuminismo. Uno sguardo lustrazioni di Henning Wagenbreth, U allargato su un fenomeno così orecchio acerbo, Roma, 2009, p. 96, importante e significativo della nostra € 12,00. vita moderna. La modernità che si so- stanzia e che trova una emblematica confluenza nella Rivoluzione Francese. Il sottotitolo del libro è un vademe- cum. Una serie di venti confronti – n libro che richiama atmosfere di ateismo e religione naturale, civile e altri tempi. Lettere di un soldato selvaggio, ragione senso comune, a U – medico in questo caso – da un mo’ di esemplificazione – che ci metto- fronte di guerra. La guerra è quella che no davanti interventi di altrettanti stu- il Portogallo salazarista ha dovuto so- diosi sugli argomenti proposti e che ci stenere nei suoi possedimenti coloniali, mostrano nella sua complessità, ritorni in questo caso l’Angola, contro i movi- temporali all’indietro, riverberi proiet- menti di liberazione di stampo preva- tati verso il futuro, il fenomeno. Ma il lentemente marxista. Il diarista in que- piacere nel testo sta nel ritrovare intat- stione, giacché scrive ogni giorno a sua ta l’importanza del percorso culturale, moglie, sposata a Lisbona poco prima a largo raggio, iniziato tra il Seicento di partire – lettere che si configurano ed il Settecento che ci avrebbe dovuto come una specie di diario – sarà poi un portare, con successive ed opportune importante letterato portoghese, all’e- evoluzioni, verso una società radiosa. poca medico in forza all’esercito per Purtroppo la situazione socio-econo- due anni. Ogni giorno scrive a chi gli è mica attuale ci fa ritornare prepotente- lontano. E prima solo la moglie in cin- mente alla mente la fondatezza delle ta, poi anche la figlioletta, che nasce lui iniziali tesi illuministe, ancora una vol- in Angola, saranno vissute costanti ta. Quasi un arretramento di duecento amarezze per la lontananza. Struggi- anni. Siamo messi male e le tematiche menti, ripetizioni di pensieri e di illuministiche, che ci vengono qui ri- preoccupazioni – ardente mancanza proposte, ci possono ancora dare utili della compagna, afflizione per la figlia, riferimenti, consigli, insegnamenti. Vi- incapacità di capire cosa stia facendo lui va il secolo dei lumi! segnalazioni in quel posto – tentativi di scrittura che Illuminismo. Un vademecum, a cura di passano da esaltazioni a pessimismi sti- Gianni Paganini ed Edoardo Tortaro- Rubrica listici. Zanzare e cieli plumbei, quando lo, Bollati Boringhieri, Torino, 2008, di schede non il caldo opprimente dell’Angola. p. 320, € 25,00. librarie Ora, qui da noi, senza più servizio mi- litare obbligatorio, senza più guerre a cura di Tiziano Tussi imposte, ma solo accettate, i volontari nelle missioni all’estero, queste lettere

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 43 Cinema Il concerto di Radu Mihaileanu: “L’arte è l’anima più che la tecnica”

di Serena D’Arbela ndrei Filipov (Alexei Guskov) è un aspetti comici e contradditori della storia. ex direttore d’orchestra che lavora È in presenza di un grande e serio con- A come addetto alle pulizie all’inter- fronto. La libertà creativa sta combattendo no del teatro Bolshoi di Mosca. Trent’an- contro le pastoie di un mondo alienato ni prima, all’epoca delle “purghe” antise- dalla politica, dagli affari, dove ogni cosa e mite di Breznev, ha pagato col licenzia- persona sono spiazzate. È il violinista Rom mento la difesa dei suoi musicisti ebrei, tra ad essere adeguato con la magia dei suoi cui l’amico Sascia. trilli, non il miliardario mafioso che impo- Precipitato dall’apice della carriera a mo- ne il suo contrabbasso cigolante. I perden- desto pulitore, ora assiste alle prove di una ti malvestiti che dopo anni di esilio recu- nuova orchestra e ne constata con amarez- perano i loro ricordi musicali sono al loro za i risultati scadenti. Un fax del direttore posto, più dei raccomandati di nuova ver- del teatro parigino Chatelet capita a pro- sione del Bolshoi. posito. Egli lo legge casualmente e riesce Ritroviamo lo stile particolare del cineasta ad introdursi segretamente nell’offerta. Si rumeno, in cui lo humour è sovrano. Di spaccia per direttore in carica e cerca di ri- sequenza in sequenza ciò che sembra compattare l’antica squadra di orchestrali. dramma sfocia nel burlesco e viceversa. La Non ci riuscirebbe senza la consulenza di fantasia, le note appassionate e spontanee, Gavrilov (Valeri Barinov) un ex poliziotto i magici strumenti scordati ci guidano al di del KGB ora pensionato, un tempo suo sopra del bailamme di trafficanti, merciai, persecutore, ma l’uomo giusto per trattare contrabbandieri, cenciosi, zingari, che ten- col manager francese Du Plessis. tano di barcamenarsi in un mondo sover- L’allusione alle abilità affaristiche della ex chiante di burocrazia e corruzione. L’in- “nomenclatura” è indovinata. Il francese genuità dei poveri creativi si contrappone acconsente, dovendo rimediare all’assenza all’arroganza della nuova classe padrona, al improvvisa di un gruppo di concertisti cattivo gusto delle scenografie costose e americani. L’esibizione avrà come brano dei banchetti. Le sequenze hanno un re- centrale del programma il celebre Concer- spiro favolistico e romantico, una specie di to per violino e orchestra in re maggiore di pathos che ha a che fare con i segreti dello Piotr Ilyich Tchaikovsky. Il maestro chiede spirito. come solista Anne Marie Jacquet (Melanie Centrale è la dimensione degli artisti di- Laurent) una giovane e apprezzata violini- scriminati che divengono rappresentativi La locandina del film. sta molto selettiva nell’accettare le propo- di tutti gli altri “perdenti”. La libertà del- ste. Andrei s’impone e il di- l’artista infatti è garanzia della libertà ge- rettore francese supera le dif- nerale. Egli non può disgiungersi dalla sua ficoltà. Con la troupe russa ri- arte, ne segue fortune e vicissitudini. Così sparmierà una bella somma. anche quando è esiliato, incompreso e mi- Recuperare gli orchestrali qua sconosciuto, quando i suoi fogli restano e là, occupati nelle mansioni nel cassetto o gli strumenti musicali e i più svariate è il compito più quadri in cantina, egli resta in possesso di faticoso per Andrei e la parte una chance speciale. Come avviene per gli più ironica del film. Anche la eroi di questo film, sbrindellati e smarriti più triste, dato il decadimento in impieghi provvisori per sopravvivere, e la precarietà dei superstiti. ma sempre con una vena tenuta in serbo, “L’arte è l’anima più che la pronta a tornare allo scoperto. Per così di- tecnica” sentiamo dire da uno re, l’artista “è” al di là del suo riconosci- dei musicisti. mento (senza negare che l’arte ha anche Al di là della trama bizzarra e bisogno di fruitori). melodrammatica, è l’emozio- Il regista descrive con acutezza il mondo ne ad avvincere in questo film moscovita che parla jiddish, la sua predi- di Radu Mihaileanu. Lo spet- sposizione melodica, il fascino delle com- tatore non può mettere i pie- posizioni klezmer, il brulichio dei piccoli di a terra malgrado tutti gli mercati e degli affari che si mescola a quel-

44 l patria indipendente l 26 settembre 2010 lo tzigano. Con esso ha diversi pun- so il loro sguardo…» ti di contatto, non solo sonori, forse dice). legati al dramma comune delle per- Inoltre è come se il secuzioni. Simile è anche l’ostinata film volesse mo- difesa della propria identità. strare il relativismo Il film punzecchia l’ambiente euro- della Storia e spe- peo dove la cultura è caduta in pre- rare nella funzione da al business. vincente dell’arte Malgrado la differenza di stile tra i come in un risarci- nuovi ricchi russi e l’elegante Du mento. Filipov che Plessis (François Berléand), interes- ha avuto la carriera sato a sfruttare al massimo la troupe distrutta dalla per- musicale dell’est, li accomuna la secuzione polizie- mercificazione del prodotto artisti- sca, non prova più co. Chi ne esce a testa alta è il drap- rancore verso lo pello sbandato dei concertisti, messi stalinista Gavrilov, insieme dal maestro russo, che al che ormai conside- momento buono fanno vera musica. ra una vittima. Si sono dispersi per le vie della “cit- Questo personag- tà Lumière” che sempre avevano so- gio caricaturale, su- gnato di visitare, come in un mirag- perato, fra illusione gio, si sono attardati in piccoli traf- e ottusità, sembra Il regista durante le riprese e alcune scene del film. fici di contrabbando con cellulari e uscito dalle pagine caviale ormai scaduto, si sono di Cecov. ospitanti (il falso albergo a tre stelle sbronzati in locali periferici e hanno Come per la costruzione dei vagoni e il finto ristorante Trou Normand disertato le prove, ma nel finale, alla fantasma di Train de vie, film prece- gestito da un arabo) dall’altro l’in- resa dei conti con la “prima” ritro- dente del regista, anche per il con- governabilità dei musicisti a zonzo vano la dignità perduta e il giusto certo al teatro dello Chatelet, tutto per Paname (la faccia nascosta della accordo. è da inventare. A cominciare dall’or- capitale francese). Nel film c’è anche il privato che chestra e dagli strumenti e a finire A un certo punto Filipov dispera, complica gli eventi entrando nel do- coi visti dei passaporti, falsificati in crede che il suo sogno stia fallendo. minio stesso della musica. L’amore aeroporto dai Rom. Tutto sa di fan- Nell’incontro con Anne Marie a cui di Filipov per il concerto di Tchai- tastico, di prodigioso. Anche l’in- egli si è aperto raccontando dell’a- kovsky la cui esecuzione non poté gaggio della Jacquet che si scopre fi- mata Lea, nasce un malinteso. portare a termine per i guai col regi- glia di Lea (e forse di Filipov). Spas- Quella pulsione troppo privata, inti- me, si confonde con quello per Eva, sosa la trattativa fra il manager fran- ma, legata al sentimento del mae- la sfortunata violinista e partner cese e il poliziotto russo millantato- stro, sembra alla violinista in conflit- ideale, cacciata via e morta in un gu- re, che riesce a ottenere per la trou- to con la purezza della sua conce- lag. Dal canto suo la giovane Anne pe scalcagnata tre giorni di vacanza zione musicale. Vuole ritirarsi dal- Marie che coltiva il culto per l’ese- a Parigi. Questo confronto fra ne- l’esibizione, ma interviene Sascia cuzione perfetta, ma è ansiosa di co- goziatori è esilarante. Les affaires (Dmitri Nazarov). Il miglior amico noscere le proprie radici, cede infine sont les affaires è un detto francese, di Filipov la aggiorna sulla sua vi- al bisogno di ritrovare i genitori ma proprio per questo il russo ha la cenda biografica. La Jacquet ap- («Quando suono vorrei sentire addos- meglio. Da un lato i trucchetti degli prende che Lea era sua madre. Quando i genitori partirono per la prigionia, fu lo stesso Andrei a sal- varla quasi in fasce, consegnandola a un’amica francese. Così, commossa dal legame profondo con il maestro, la violinista si presenterà al concerto riscoprendo in sé il genetico slancio visionario rimosso. Trascinerà in un magico unisono gli orchestrali, so- praggiunti alla spicciolata, ingloban- doli nella sua scia, malgrado l’esor- dio disastroso. La musica conquista il pubblico galvanizzato che applau- de, in piedi. Sarà la vittoria di un’e- nergia emblematica, («simile a quel- la sprigionata dall’Universo», dice il regista) la risposta dell’arte ad ogni potere soverchiante.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 45 Polemiche Insieme a figli e nipoti un gesto che ha suscitato polemiche Sopravvissuto di Auschwitz balla davanti al lager

di Leoncarlo difficile giudicare: un sopravvissuto se del video non solo ad Auschwitz, ma Settimelli al lager di Auschwitz che balla da- anche nei campi di Terezin (nella Re- È vanti al cancello che reca la scritta pubblica Ceca) e a Dachau in Germania. “Il lavoro rende liberi” insieme a sua figlia «Era importante che il video collegasse e ai tre nipoti. Sono movimenti goffi, ac- per le giovani generazioni il ricordo del- cenni di danza sulle note di un successo l’Olocausto a qualcosa di fresco e d’at- degli anni ‘70, I will survive (“Sopravvi- tualità – ha spiegato Jane Korman alla La scena trasmessa verò”), di Gloria Gaynor. E alla fine BBC – perché le immagini tradizionali su You Tube. l’uomo apre le dita nel segno della «V» dello sterminio nazista sono intorpiden- di «vittoria». ti. Non è stato facile parlarne con mio “È un insulto Trasmesso in rete su You Tube, il video è padre e convincerlo ma io dovevo farlo». alla memoria”. stato visto da milioni di persone ed ha E così ecco i cinque, tra figlia e nipoti, “No, è la vittoria naturalmente suscitato pareri discordi, tra i binari di Birkenau, davanti al cancel- della vita dalla condanna all’approvazione. In lo di Auschwitz, sotto le mura di Tere- sulla morte” Israele, specialmente, il video ha suscita- zin, davanti ai forni crematori di Dachau to discussioni a non finire. È giusto bal- muoversi sulle note di I Will Survive, lare ad Auschwitz sia pure da parte di un mostrando la stella gialla di un tempo. sopravvissuto novantenne? Ma non c’è divertimento in loro, solo Perché il protagonista è appunto un so- qualche sorriso e accenni di leggerezza pravvissuto ai lager. Si chiama Adolek Adolek Kohn mostra il se- che il vecchio Adolek cerca di asseconda- gno di “vittoria”. In basso, Kohn, ed è un ebreo polacco di 89 anni. re, entrando poi in un vagone bestiame e mentre balla con figlia e Racconta di essere scampato allo stermi- nipoti davanti all’ingresso raccontando brani della propria espe- del lager. nio e, liberato, di essere andato a vivere rienza. in Australia, vale a dire il più lontano Naturalmente, come già detto, le pole- possibile dai luoghi della sofferenza e miche sono state tante: ballare nei luoghi della morte. «Se qualcuno mi avesse det- dove sono stati uccisi 6 milioni di perso- to che 60 e passa anni dopo sarei venuto ne non è offendere il ricordo e la memo- qui ad Auschwitz con mia figlia e i miei nipoti, lo avrei fatto rinchiudere in mani- ria di quelle vittime? O è legittimo che comio». Invece lo ha fatto, spinto pro- chi ha fatto quell’esperienza comunichi prio dalla figlia, che è una artista e che ha al mondo la gioia di essere scampato al- pensato di portare il padre dove forse l’orrore? Del resto, un poeta come il gre- non sarebbe mai voluto tornare. Si chia- co Kambanellis non ha scritto una can- ma Jane Korman e ha realizzato le ripre- zone in cui immagina di fare all’amore con una ragazza nei luoghi della morte, vale a dire la camera a gas e il cremato- rio? Anche sui blog italiani le discussioni so- no state molte e concitate. Una ragazza ha scritto: «Un mio bisnonno tornò da Mauthausen e dopo qualche giorno si impiccò. Penso che i suoi figli avrebbero voluto vederlo piuttosto ballare». L’ho detto all’inizio: è difficile giudicare e prendere il posto di chi ad Auschwitz c’è davvero stato. Ricordo l’intervista ad un partigiano ita- liano, anch’egli sopravvissuto al lager. Le sue ultime parole erano: «Alla fine abbia- mo vinto noi». Deve esserselo detto an- che Adolek Kohn, quando ha aperto le dita in segno di vittoria.

46 l patria indipendente l 26 settembre 2010 renti. Il disegno vincitore, col titolo Il ricordo dell’appello di de Gaulle «Con questo segno vincerai» fu opera di un giovane aiutante della base aerea el mese di giugno scorso si è quindi presso gli Alleati, la Francia di Chateaudun che divenne in seguito celebrato un anniversario che non legata alla Germania nazista. All’i- un disegnatore ufficiale di francobolli. N ha costituito un importante nizio si tratta di suscitare la resistenza Da notare la mancanza di riferimenti momento di svolta nella lotta al nazi- ai tedeschi a partire dai possedimenti al Gen. de Gaulle ma, si disse all’epo- fascismo in Europa: il 70° anniversario coloniali, che la madrepatria ha più ca, tutti sapevano chi aveva lanciato dell’appello del Generale Charles de difficoltà a controllare; queste forze l’appello. Il francobollo del 1964, che Gaulle ai francesi attraverso i microfo- vengono poi collegate alle forze di re- riproduce il manifesto ufficiale «A tut- ni della BBC. sistenza francesi, e France libre diventa ti i francesi» che venne diffuso nell’a- Dalle sedi di Radio Londra alle ore France combattante. gosto del 1940 in Francia e in Inghil- 18:00 del 18 giugno 1940, dopo le In quegli anni de Gaulle incarna dav- terra con una traduzione laterale in in- dimissioni del Presidente del Consi- vero la Francia libera di fronte al mon- glese, è inserito in una serie di 5 fran- glio Paul Reynaud a favore del colla- do in generale e all’Inghilterra in par- cobolli comprendente anche la depor- borazionista Philippe Petain, e in se- ticolare anche grazie alla preziosa col- tazione, gli sbarchi di Normandia e guito all’inizio delle trattative per l’ar- laborazione del Capitano Teyssot, suo Provenza, la liberazione di Parigi e di

I francobolli commemorativi dell’appello di de Gaulle e della Resistenza francese. mistizio aperte da quest’ultimo, il ge- “assistente” dal 1942 al 1944. La sua Strasburgo e la Resistenza. Con que- nerale Charles de Gaulle lancia il suo preoccupazione è salvaguardare da su- sto francobollo si volle riconoscere primo messaggio alla nazione france- bito gli interessi e l’immagine della nell’appello l’evento fondante della li- se: «La guerra è Francia durante e dopo il conflitto, a berazione di Francia e ricordare il ruo- tutt’altro che finita partire dalla garanzia del mantenimen- lo storico del Generale de Gaulle, al- – sostiene il genera- to dei possedimenti coloniali, senza l’epoca Presidente della Repubblica. le – perché si tratta perdere di vista un momento l’onore e Lo stesso francobollo verrà utilizzato di una guerra mon- la grandeur francesi. Per garantire il 19 settembre dell’anno successivo diale di cui la Bat- l’indipendenza della propria organiz- dalle Poste coloniali della Nuova Cale- taglia di Francia zazione, de Gaulle volle che gli stessi donia e dipendenze francesi in Ocea- rappresenta solo un aiuti finanziari che il Regno Unito for- nia in occasione del 25° anniversario episodio». niva a France Libre fossero rimborsa- della riassegnazione alla Francia. In Invita quindi i fran- bili, e furono effettivamente rimborsa- occasione del 70° anniversario è stato cesi che vivono in ti molto prima della fine della guerra. emesso un blocco foglietto da 0,56 € Inghilterra a met- Il francobollo è un importante stru- che presenta una fotografia del Gene- tersi in contatto con mento per il sostegno della memoria rale davanti ad un microfono e sullo lui per continuare la nazionale con una doppia funzione: la sfondo la riproduzione del manifesto lotta. L’appello del- commemorazione e la rimembranza con l’appello. L’evento è stato molto l’ancora sconosciu- di un evento o di un personaggio. sentito in Francia, dove la memoria to generale non sol- Sotto la 5a Repubblica sono tre i fran- storica non vacilla. leva particolari en- cobolli che rievocano l’appello del 18 È stata coniata anche una moneta spe- tusiasmi. È il segna- giugno 1940. Si tratta di un franco- ciale da € 2,00 con l’immagine del le d’inizio della resi- bollo da 20 centesimi del 1960, in oc- Generale davanti ad un microfono, ri- stenza francese ai casione del 20° anniversario dell’ap- prendendo una precedente esperien- nazisti. Mentre in pello, di un francobollo da 25 centesi- za, in occasione del 50° anniversario Francia il Regime di mi con sovrapprezzo di altri 25 cente- dell’appello quando vennero coniate Vichy lo condanna simi del 1964, in occasione del 20° due monete: una d’oro da 500 franchi a morte in contu- anniversario della liberazione francese e una d’argento da 100 franchi, con macia per tradimen- dai nazisti e un ulteriore francobollo un’immagine simile a quella attuale. to, in luglio de da 2,30 franchi del 1990 in occasione Valerio Benelli

filatelia Gaulle comincia ad del 50° anniversario dell’appello. Per il a cura del CIFR organizzare Francia francobollo del 1960 venne indetto Per eventuali informazioni i lettori Centro Italiano Libera (France Li- un concorso di idee a cui parteciparo- possono rivolgersi al CIFR, Via Vetta Filatelia Resistenza bre) rappresentando no 53 progetti da parte di 26 concor- d’Italia 3, 20144 Milano.

patria indipendente l 26 settembre 2010 l 47 patria indipendente l 28 gennaio 2005 l 1 Cronache

Festeggiare la Repubblica nella nostra terra di confine

Il 1° giugno l’ANPI-VZPI di Trieste ha promosso – assieme a CGIL-CISL-UIL, ACLI, ANED, ANPPIA, ARCI, AVI, Circolo Charlie Chaplin, al Comitato Pa- ce Convivenza e Solidarietà “D. Dolci”, Italia Nostra, Legambiente, Rete Artisti per la Pace, studenti Nien- tescuse TS e al WWF – la festa della Repubblica. La manifestazione iniziata in mattinata al liceo Dante con la proiezione del film sulla Costituzione Eppur si muove di Daniele Gaglianone e l’incontro tra ex par- tigiani dell’ANPI con gli studenti delle scuole supe- riori è proseguita nel pomeriggio al teatro Miela con la tavola rotonda sui temi della Costituzione. A nome dell’ANPI-VZPI e della comunità slovena è intervenuto il prof. Miran Kosˇuta dell’Università sentendo ai tiranni di succhiarle la libertà finché non degli Studi di Trieste, che ha iniziato la sua riflessione si trova costretta, ormai sul baratro della catastrofe, a prima in lingua slovena, poi in italiano: riscattare con estremo sacrificio la propria dignità e il proprio onore. Così fu – limitandomi al suo recente pas- Cari amici e concittadini di madrelingua italiana! sato – ai tempi dell’ascesa di Mussolini e così pare essere In una repubblica e una democrazia compiute, in una sempre di più anche oggi. regione veramente europeista, quanto vi ho appena det- Lo stato è in crisi, la democrazia è in crisi: questo to non necessiterebbe di traduzione perché sin dalle ele- ormai il refrain quotidiano. Contro di loro si sta mentari avreste avuto modo – scegliendolo – di appren- scagliando con uraganica forza distruttiva soprattutto dere anche la vostra lingua di prossimità, lo sloveno. la dittatura economica del nostro tempo, lo spietato, Poiché così non è stato, e continua a non esserlo, permet- disumano capitalismo delle multinazionali, delle grandi tetemi di riassumere – con nostalgico rimpianto per compagnie, delle borse e delle corporazioni finanziarie l’ennesima occasione perduta dalla nostra comune ter- che vede negli stati, nei loro confini, nella loro etica so- ra di confine – la mia allocuzione... ciale o ambientale semmai un ostacolo alla sua trionfa- Domani celebreremo il due giugno, Festa della Repub- le spoliazione del pianeta oppure, tuttalpiù, il sacco dal blica italiana. Ai distratti, cui la lobotomizzante vir- quale attingere per rimediare ai fallimenti dei suoi tualità televisiva ha già fatto emigrare il pensiero nelle strapagatissimi manager e speculatori. Contro lo stato e verdi praterie calcistiche del Sud Africa, parrà forse un la democrazia imperversano governi e oligarchie politi- altro superfluo anello nell’infinita catena di ricorrenze che, come quella attualmente al potere in Italia, quan- ufficiali o inventate che, dalle giornate della memoria do tutelano i ricchi, perseguono l’interesse personale, ne- a quelle della mamma o dell’acqua, affollano la nostra gano l’evidenza, attentano alla vita della magistratu- quotidianità. Ma non è così. Perché in questo giorno, ra, della sanità, della scuola, dell’università o delle al- esattamente sessantaquattro anni fa, il referendum tre istituzioni pubbliche, quando sigillano la bocca alla istituzionale depositò la pietra angolare del nostro pre- stampa e ai media, rubano il futuro ai lavoratori e ai sente, del nostro stare ed essere civile in questa repubbli- giovani, discriminano gli immigrati, le donne, i deboli, ca. Fu l’aurora della democrazia, della costituzione e le minoranze. Ma contro lo stato e la democrazia rivol- della libertà italiane, sorte dal sacrificio antifascista. giamo non di rado il suicidale coltello anche noi citta- Se siamo oggi qui, se possiamo esprimere liberamente co- dini, quando ci alieniamo per disgusto morale alla po- me cittadini italiani di qualunque nazionalità, lin- litica, rinunciamo per menefreghismo al diritto di voto, gua, cultura o religione il proprio pensiero e il proprio affidiamo ad altri le redini del nostro destino o ci ren- io, dobbiamo ringraziare quei nemmeno tredici milio- diamo passivi spettatori e a volte persino complici di vi- ni di elettori che hanno archiviato nel 1946 la monar- zi divenuti ormai metastasi del malcostume generale: chia tra le polveri della storia, concretando il sogno de- l’incuria per il bene pubblico, il lavoro nero, l’evasione mocratico di Mazzini, di Garibaldi o delle migliaia di fiscale... partigiani e antifascisti morti per sconfiggere nel secon- Eppure: stato e democrazia ci servono oggi più del pane do conflitto mondiale le forze del male e delle tenebre. e dell’aria. Perché sono forse l’ultimo baluardo rimasto Dal loro irrevocabile esilio ci sussurrano, quelle nobili dell’etica collettiva contro l’antietica dell’individuali- anime, come straordinaria e insieme strana sia l’Ita- smo, i disvalori profitto, la barricata dell’interesse di lia: ora fidando con granitica ingenuità nel salvifico tutti contro l’interesse di alcuni, della giustizia e della antidoto valoriale del suo umanistico passato, ora ce- cultura contro la barbarie dell’Impero di Hardt e di dendo il timone del proprio destino a questo o quel riso- Negri. luto redentore, legittimato a governare a proprio piaci- Certo: le riforme sono urgenti e indifferibili affinché lo mento pur di lasciarla vivere in pace, di quando in stato non collassi per il debito pubblico, la burocrazia, quando spedisce in pensione la propria democrazia con- la disoccupazione, l’illegalità, affinché la democrazia

patria indipendente l 26 settembre 2010 l I Cronache non diventi incapace di decidere, inefficace, sterile. Ma lingua e cultura, se osserverà l’articolo sei della propria a prescindere dalla foggia che vorrà darsi la riformata costituzione, se non mutilerà di anno in anno i già statualità italiana, essenziale sarà che essa rimanga miseri contributi destinati alle nostre associazioni cul- anche in futuro democratica, popolare, socialmente turali, se non storpierà le nostre «cˇ»,«zˇ» o «sˇ» sulle carte giusta, fedele alla costituzione e ai suoi fondamentali d’identità, se sarà un padre amico e non invece un per- princìpi: il lavoro, la pace, la solidarietà, la convivenza. fido patrigno che tutela da ipocrita solo sulla carta per Con un tale stato potremo identificarci appieno anche assimilare di fatto entro i suoi confini tutti coloro sen- noi sloveni appartenenti all’autoctona comunità na- tono, pensano o parlano diversamente. zionale che vive in Italia. Solo così non saremo più stranieri in terra propria, ma Non ci sarà di peso continuare a versargli le tasse ed figli, cui ogni futuro due giugno sarà dato esclamare essergli – come per decenni finora – leali cittadini, se all’unisono con i concittadini e amici italiani: «Viva la rispetterà la nostra soggettività, la nostra identità, Festa della Repubblica!».

A PIancavallo ricordata la Brigata partigiana “Ippolito Nievo”

Garibaldini e Osovani insieme contro il nazifascismo

Il 6 giugno si è rinnovato l’incontro in Piancavallo, gazione, guidata dal sindaco di Budoia Roberto De sul monumento alla Resistenza, voluto dalle associa- Marchi e dall’assessore avianese Valentino De Piante, zioni partigiane: ANPI di Pordenone e APO di Udi- ha deposto un omaggio floreale. Ai piedi della collina, ne. È stata una festa di popolo che al momento com- il Comune di Budoia sta ricostruendo la malga che memorativo ha unito l’evento culturale: la presenta- era sede del comando partigiano. zione degli ultimi quaderni editi dall’Istituto Provin- La commemorazione della Brigata Partigiana Unifica- ciale per la Storia del Movimento di Liberazione e ta – fra garibaldini e osovani – “Ippolito Nievo” ha dell’Età Contemporanea, ricchi di nuove testimonian- avuto luogo al monumento alla Resistenza di Pianca- ze partigiane e ricerche inerenti la Resistenza nel Por- vallo, inaugurato il 6 ottobre 1983 dal Presidente del- denonese, in montagna e pianura. la Repubblica Sandro Pertini, e completato, il 1° giu- La giornata si è aperta con l’omaggio al comandante gno 2003, da una targa in bronzo con i nomi di 63 partigiano Pietro Maset “Maso”, caduto in combatti- caduti per la libertà – partigiani, civili, militari e de- mento il 12 aprile 1945, durante un’azione vittoriosa portati nei campi di sterminio nazisti – dopo l’8 set- dei partigiani contro i nazifascisti. Sul cippo che lo ri- tembre 1943. Le vittime sono d’origine avianese o corda sul Col Sauc, a 1.600 metri di quota, una dele- uccise nel Comune di Aviano.

II l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache

Mario Bettoli “l’Innominato” e Cesare Marzona “Piero II” per l’ANPI e l’APO; di Mauro Vita, asses- sore del comune di Aviano e di Giuseppe Verdichizzi, assessore provinciale. La giornata si è conclusa con il corteo di tutti i presenti, accompagnati dalla filarmo- nica di Porcia, dal monumento alla sala congressi di Piancavallo, dove sono stati presentati gli ultimi libri editi dall’Istituto Storico di Pordenone. Durante il convegno, il professor Fulvio Salimbeni e il Pietro Maset Giulio Quinto Contin Mario Modotti direttore dell’Istituto Provinciale di Storia Pietro An- “Maso” “Richard” “Tribuno” gelillo, hanno tratteggiato i profili dei tre comandanti della Brigata Partigiana Unificata “Ippolito Nievo A”: Presenti l’assessore Giuseppe Verdichizzi con il gonfa- Mario Modotti “Tribuno” (Medaglia d’Argento al lone della provincia, decorato di Medaglia d’Oro al V.M., comandante della Brigata Ippolito Nievo); Pie- V.M., e con i propri gonfaloni, sindaci e amministra- tro Maset “Maso” (Capo di Stato Maggiore della Ip- tori dei comuni di Aviano, Azzano Decimo, Budoia, polito Nievo, Medaglia d’Oro al V.M.); Giulio Quin- Cordenons, Maniago, Montereale Valcellina, Sacile e to Contin “Richard” (commissario politico della stes- San Vito al Tagliamento. Con l’ANPI provinciale, sa brigata, Medaglia d’Argento al V.M.). l’APO di Udine e l’ANED di Pordenone, hanno par- Pur provenendo da convinzioni politiche e ideali pro- tecipato all’incontro le sezioni ANPI di Pordenone, fondamente diversi – cattolico praticante il capitano Azzano Decimo, San Vito al Tagliamento, Spilimber- degli alpini Maset, comunisti Modotti e Contin – tut- go, Maniago, Sacile, Cordenons, Treviso, Conegliano ti e tre hanno agito assieme, stimandosi reciproca- e San Vendemiano. mente e comandando la “Brigata Ippolito Nievo” in Il professor Fulvio Salimbeni, docente di storia mo- una strenua lotta contro i nazifascisti, fino a sacrifica- derna all’Università di Udine, ha svolto l’orazione uf- re le loro vite. Con loro vanno ricordati tutti i parti- ficiale sull’attualità dei valori della Resistenza e della giani e alcune figure di eccezionali combattenti come nostra Costituzione e sull’importanza dell’insegna- Onesto Rocco “Antonio”, intendente della brigata, i mento della storia in tutte le scuole di ogni ordine e fratelli Italo “Diego” e Agostino “Pedro” Mestre, il grado. Salimbeni è stato preceduto dagli interventi di Vicecomandante della “Ippolito Nievo” Marino Ci- cuttini “Cecco” e Giuseppe Torresin “Bepi”. Il 9 aprile 1945 Mario Modotti, il Comandante “Tri- buno”, è fucilato dai nazifascisti nelle carceri di Udi- ne con altri 29 martiri dopo essere stato catturato su delazione, in pianura, a Bicinicco e torturato a lungo alla Piave di Palmanova. La sua tragica fine è stata pre- ceduta, il 18 marzo 1945, dalla morte di “Richard”, il Commissario politico della Brigata che – già condan- nato dal Tribunale Speciale al carcere e dal regime al confino – ferito, viene lasciato dissanguare alle “Ca- sermette” delle brigate nere di Pordenone. Il 12 apri- le 1945, in Piancavallo, sul Col Sauc, durante un combattimento con i tedeschi cade anche “Maso”. Sul monumento che li ricorda in Piancavallo con gli altri partigiani caduti, presto arriverà il percorso della memoria, realizzato fra Piancavallo, Col Sauc e Malga Mario Bettoli “L’innominato” (a sinistra) e Cesare Marzona “Piero” nei Ciamp. pressi del Monumento alla Resistenza a Piancavallo. Sigfrido Cescut

A Morena di Reana del Rojale Al Sindaco Colaoni, che ha rivolto un breve saluto, è seguita la commovente descrizione dell’episodio, con Il sacrificio dei partigiani un affettuoso ricordo, da parte del fratello di una che ha ridato dignità delle vittime, Cesare Marzona, presidente dell’APO all’Italia Provinciale. Mauro Cedarmas, dell’ANPI Provinciale di Udine, ha Nella mattinata ferragostana, un nutrito gruppo di tenuto l’orazione ufficiale ricordando l’uccisione, per simpatizzanti della causa partigiana si è ritrovato a mano fascista, di “Piero”, un giovane di 22 anni, sot- Morena. L’occasione è stata la commemorazione di totenente di cavalleria e studente universitario, di due giovani partigiani della Osoppo, caduti proprio in Treppo Grande e di “Bologna”, operaio di 25 anni di quella località ben 66 anni fa: Giancarlo Marzona Tolmezzo e alpino. “Piero” e Fortunato Delicato “Bologna”. In quello stesso giorno ci fu il rastrellamento di Rea-

patria indipendente l 26 settembre 2010 l III Cronache

polazione dal contatto con la Resistenza, fosse questa attiva e organizzata o semplicemente silente e sussur- rata». Cedarmas ha sottolineato anche l’importanza della Costituzione, quale ultimo baluardo a difesa della de- riva populista ed autoritaria che sta investendo il no- stro Paese: «Se ci siamo potuti sedere al tavolo dei vincitori, se abbiamo potuto reclamare e ottenere uno Stato autodeterminato, se abbiamo potuto dotare la nostra democrazia di una Costituzione repubblicana, non è stato perché i fascisti in fondo in fondo, erano brava gente – ha proseguito Cedarmas – ma solo ed esclusivamente perché sul piatto della storia abbiamo potuto mettere questi morti, i Marzona, i Delicato, Il Sindaco Colaoni durante il suo intervento. assieme a tanti, troppi altri. Queste sono le morti che hanno ridato dignità all’Italia, non altre, e le morti la- na: «Erano le 9 del mattino del 15 agosto 1944, di sciatemelo dire, non sono tutte uguali». quella che sarà una tragica giornata ferragostana, In chiusura il caloroso saluto di Luciano Rapotez, se- quando a Reana giunsero un centinaio di tedeschi e gretario provinciale dell’ANPI di Udine, che si è fascisti in pieno assetto di guerra – ha ricordato Ce- espresso con franchezza, ed ha sottolineato i timori darmas – i quali diedero avvio a un’azione di rastrella- che la contingente situazione politica reca a coloro mento, un tipo di operazione assai frequente sul terri- che hanno vissuto epoche cupe e lottano quotidiana- torio friulano, che aveva lo scopo di allontanare la po- mente contro la loro ricomparsa.

In Carnia riosa Repubblica Partigiana. Ha preso quindi la paro- nel 66° anniversario la il dott. Romano Marchetti, Presidente onorario dell’ANPI, ultimo rappresentante del governo della delle stragi naziste Repubblica partigiana, che ha ribadito l’urgente ne- Nel mese di luglio la Comunità Montana della Car- cessità di un programma di attività culturali in Carnia nia, l’ANPI ed i Comuni della Valle del Bût hanno e di stabilire un Istituto Tecnico, oggi mancante, nel svolto una serie di celebrazioni in ricordo delle stragi capoluogo carnico e, con passione, ha invitato ad ap- compiute da reparti nazisti e fascisti della 24ª Divisio- plicare la Costituzione. ne Karstjäger. Il prof. Furio Honsell, Sindaco della Città di Udine, Gli incontri di partigiani e popolazione si sono svolti ha concluso la cerimonia con un discorso storico e in Treppo Carnico, in Paluzza, Timau, Cercivento, politico nel quale ha ricordato i tragici avvenimenti e presso la Malga Pramosio ed in Sutrio. ha sottolineato che la Resistenza fu un movimento In Treppo Carnico dopo il saluto del Sindaco Mauri- collettivo e spontaneo di queste meravigliose genti. zia Plos è intervenuto il prof. Pasquale D’Avolio, Pre- Il Primo cittadino udinese ha voluto ricordare l’eroe sidente dell’ANPI di Tolmezzo; a Paluzza il Sindaco Aulo Magrini, il medico dei poveri, caduto in com- Elia Vezzi. battimento. Concludendo il prof. Honsell ha detto In Sutrio presso il ponte sul fiume Bût, dopo i saluti con forza: «la Resistenza è attuale in ogni momento, il Sindaco Sergio Straulino ricordando i Caduti, ha come quello che stiamo vivendo, dove serve un riscat- sottolineato la necessità di difendere la Comunità to civile e morale della Repubblica». Montana della Carnia, erede del Governo della glo- Federico Vincenti, Presidente ANPI Udine

Il Sindaco di Udine, Furio Honsell, durante il suo intervento. A destra: un momento della celebrazione.

IV l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache

Torlano di Nimis non dimentica i suoi 33 martiri Fotogrammi drammatici che ritornano vivi alla mente: la madre colpita mentre tiene in braccio i fratellini Emma, di 4 anni, e Luciano di 2, che muoiono, e fa scudo a un altro figlio che riesce a sopravvivere. Quel bambino di allora è Paolo De Bortoli che, come ogni anno, è salito a Torlano, da Portogruaro, con parenti e concittadini, per la cerimonia che commemora l’ec- cidio nazifascista del 25 agosto 1944. Vi furono ucci- ni civiche, tra cui il sindaco di Udine Furio Honsell. se 33 persone innocenti, tra cui appunto molte donne Ivana Franceschinis, per il Comune di Portogruaro – e bambini. con lei c’era anche la presidente dell’ANPI Imelde Drammatiche pagine ricordate nella cerimonia in cimi- Rosa Pellegrini, autrice del libro “L’eccidio di Torlano” tero, dopo la messa di suffragio celebrata da mons. Ri- –, ha evidenziato come “il ricordo” fosse «non un rito zieri De Tina. Aperta con una benedizione dello stes- ma un rinnovo di un impegno civile». Al termine, a so arciprete e coordinata da Luciano Rapotez, del- commento di quella tragica giornata di 66 anni fa, l’ANPI provinciale di Udine. Vi hanno partecipato Honsell ha osservato che all’epoca «si sperimentarono rappresentanti delle forze dell’ordine, di associazioni i princìpi della Costituzione che è alla base della nostra combattentistiche e d’arma e di diverse amministrazio- Repubblica». (M.R.)

Sutrio e Paluzza inequivocabilmente di 52 morti tra il 21 e 22 luglio Ricordate le terribili del ’44; tanti furono i civili, ragazzi e ragazze, donne giornate della Valle del Bût (una incinta), anziani, uomini che caddero barbara- mente uccisi, molti dopo atroci torture e umilianti se- A 66 anni dalle tragiche giornate della Valle del Bût in vizie, ad opera di bande di SS tedesche e fasciste re- Carnia (UD) il ricordo dell’eccidio compiuto da nazi- pubblichine. fascisti sulla popolazione inerme è ancora vivo, soprat- Come ha avuto modo di affermare nel suo discorso uf- tutto per il modo crudele con cui si avventarono sui ficiale il Sindaco di Udine, Furio Honsell «Le vittime civili, colpevoli solo di abitare in quelle terre ostili al- delle stragi del 21 e 22 luglio del 1944, come ogni sin- l’occupazione nazifa- golo Partigiano, sono scista e dove operavano tutte ancora vive con da mesi gruppi armati noi, sono diventate im- di partigiani. mortali come possono L’aspetto più canaglie- diventarlo solamente sco fu quello di presen- gli eroi oppure i profe- tarsi vestiti essi stessi da ti di un mondo miglio- partigiani con lo scopo re che essi non hanno evidente di mettere la mai avuto l’opportuni- popolazione contro i tà di conoscere, ma so- resistenti. Ma l’inganno lo immaginare con la non passò e ci si rese su- forza dei loro ideali. bito conto che quelle Quei ragazzi sono i “bestie feroci” non po- nostri figli, quelle don- tevano che far parte del- ne sono le nostre madri la Wehrmacht, appog- e le nostre sorelle, que- giati da repubblichini locali, mai scoperti purtroppo. gli uomini i nostri fratelli. Sapremo essere all’altezza Sul ponte di Sutrio, dove sorge un monumento alle del loro sacrificio?». vittime innocenti, come ogni anno una folla – compo- La manifestazione di Sutrio è stata accompagnata da sta da autorità civili e militari, popolazione ed ex par- una serie di iniziative politico-culturali svoltesi nei tigiani – insieme all’ANPI provinciale si è radunata per giorni precedenti in altri Comuni della vallata: una rendere omaggio a questi eroi inconsapevoli. Tra essi il mostra sui ricordi di un internato a Buchenwald, spet- vecchio partigiano ultranovantenne Romano Marchet- tacoli teatrali e la proiezione del film di Diritti “L’uo- ti, componente della Giunta di Governo della Zona mo che verrà”. Il tutto si è concluso con la cerimonia Libera della Carnia, sorta di lì a poco, che ha associa- sulla Malga Pramosio, dove una cappella ricorda i pri- to il loro sacrificio alla lotta per la libertà e l’autonomia mi trucidati della banda, e dove si sono ritrovati anco- della montagna, ieri come oggi in attesa di interventi ra una volta familiari e tanta tanta gente del posto per “riparatori”. Un modo per ricondurre all’attualità la onorare la memoria e per non dimenticare. Resistenza in queste valli. Gli archivi storici parlano Pasquale D’Avolio, Presidente ANPI Tolmezzo

patria indipendente l 26 settembre 2010 l V Cronache

La battaglia di Povoletto re di importanza fondamentale per la lotta furono Gi- del ’44 no Lizzero “Ettore”, Lino Argenton “Stuz”, Mario Zulian “Sandro”, Vincenzo Marini “Banfi” e tantissi- Un discorso commemorativo è stato tenuto, il 5 set- mi altri tra operai, contadini, studenti, ex-militari. La tembre, da Monica Emmanuelli dell’Istituto friulano 1a Brigata Osoppo era comandata dal suo fondatore di storia del Movimento di Liberazione di Udine e in Manlio Cencig, dal delegato politico Alfredo Berzan- rappresentanza dell’ANPI di Sacile. ti “Paolo”, coadiuvati da partigiani del valore di Fran- Ne riportiamo ampi stralci: cesco De Gregori “Bolla”, Gastone Valente, Italo «La celebrazione di oggi ricorda la Battaglia di Povo- Romanelli, Umberto Michelotti, Arturo Fontanini, letto del 5 settembre 1944, che identifica una tra le Mario Silvestri, Gino Bricco. Cappellani divisionali fu- pagine alte della Resistenza della nostra Regione, in rono don Redento Bello “don Candido”, don Erino particolar modo per il suo legame con quella che ven- D’Agostini. ne definita la Zona libera del Friuli Orientale. Il Friu- Il territorio era stato liberato dalle formazioni garibal- li-Venezia Giulia apparteneva all’Adriatisches Kue- dine e osovane. Il 22 luglio 1944 ci fu la sottoscrizio- stenland, territorio amministrato direttamente dal III ne di un primo accordo fra le due formazioni che san- Reich. civa uno scambio di informazioni militari e l’unifor- Con zone libere e le conseguenti repubbliche parti- mità dei gradi nei reparti. Il 26 luglio ci fu la costitu- giane vennero definiti tutti quei territori, 19 in Italia, zione del Comando di Coordinamento Operativo, in che durante l’occupazione tedesca erano controllati cui si univano i comandanti e i commissari delle due direttamente dai partigiani, con l’eliminazione di qualsiasi presi- dio fascista e nazista, amministra- ti dalle giunte comunali elette di- rettamente dalla popolazione so- stenute dai Comitati di Libera- zione Nazionale locali (gli organi della direzione politica della Resi- stenza). Si trattava delle prime sperimentazioni di quella che sa- rà, dopo la Liberazione, la nostra Repubblica, gettando le basi del- la vita democratica. Erano la ri- sposta forte della ricerca di liber- tà e di giustizia contro la dittatu- ra fascista che aveva cancellato per oltre un ventennio ogni for- ma di diritto, dove ogni opposi- zione era stata repressa. La Zona libera del Friuli Orienta- le, formata dai comuni di Nimis, Attimis, Faedis, Lu- formazioni, un unico servizio di intendenza e un cor- severa, Taipana e Torreano aveva una posizione stra- po di polizia. Il 19 agosto vi fu la decisione definitiva tegica importantissima, era a ridosso di fondamentali di porre sotto un unico comando operativo entrambe linee di comunicazione stradali e ferroviarie. Era pro- le formazioni con il nome di 1ª Divisione Garibaldi- tetta dalle divisioni partigiane garibaldine e osovane Osoppo con comandante “Sasso”, commissario poli- ed era stata fortemente voluta dal maggiore inglese tico “Vanni”, vicecomandante Francesco De Gregori Tucker delle forze militari alleate. Era situata fra Civi- “Bolla”, vice commissario “Paolo” e capo di stato dale e Tarcento, coprendo un’area di circa 70 Kmq. A maggiore “Carlino”. sud confinava con Povoletto, arrivava quasi fino a Ci- Povoletto si trovava proprio a ridosso di questa isola vidale, delimitata dai fiumi Torre e Natisone nei con- di libertà e di speranza ed era controllata da un con- fini laterali e a nord dalla catena dei Musi. La partico- tingente di nazifascisti numeroso e ben armato con lare conformazione geografica, con montagne, colline carabinieri, repubblichini e alcuni tedeschi. Il coman- e pianura rendeva più adatto e meno problematico, ri- do unificato decise di attuare un’offensiva con la fina- spetto, ad esempio, alla Zona libera della Carnia e del- lità di tutelare e di estendere la zona libera, sempre l’Alto Friuli, il rifornimento di viveri e la possibilità di esposta ad attacchi, e soprattutto aiutare la popolazio- coltivazioni locali che consentirono una certa forma ne locale, vittima di continue prevaricazioni. La batta- di autonomia. In quella Zona, prima della creazione glia del 5 settembre ebbe come scenario di guerra della Repubblica Partigiana, operavano la Garibaldi proprio Povoletto. I combattimenti tra le due forze Natisone e la 1a Brigata Osoppo. La Garibaldi era co- antagoniste, quelle partigiane e quelle nazifasciste, si mandata da Mario Fantini “Sasso”, dal commissario protrassero per ore e impegnarono estenuantemente, politico Giovanni Padoan “Vanni” e dal capo di Stato per la loro durezza, entrambe le parti combattenti, Maggiore Ferdinando Mautino “Carlino”. Altre figu- concludendosi con la capitolazione dei nazifascisti,

VI l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache che si erano rifugiati, e avevano cercato fino alla fine la fine lo si subisce senza poter fare molto, rispetto al- di resistere, nel municipio del paese. Per i partigiani fu l’indubitabile potere mediatico che certe forze politi- una vittoria memorabile per il numero ridotto di per- che hanno nel nostro paese. Falsare la storia, crearne dite, solo tre morti, e per l’ingente quantitativo di ar- una nuova, non è difficile. Basta avere idee precise e mi recuperate. un eloquio convincente. Sta a noi, allora, combattere Il risultato encomiabile portò a passare nelle file del- in maniera pacifica, tramite la memoria, il ricordo, le l’organizzazione partigiana molti dei carabinieri che commemorazioni, attraverso l’educazione alla cittadi- costituivano il grosso del presidio; risultato estrema- nanza, avvicinando i giovani alla conoscenza di pagine mente significativo dal punto di vista militare, perché della nostra storia così eroiche e importanti da esser significava aver raggiunto quasi la periferia di Udine. temute e volontariamente sottovalutate anche nei te- Con la distruzione dei presidi di Vedronza, di Moli- sti scolastici. Non è necessario creare un’epopea mito- nis e di Ciseriis il 23 settembre la zona libera raggiun- logica, che non farebbe altro che rendere ciò che è geva la sua massima estensione. Si trattò, purtroppo, successo una favola. Bisogna semplicemente racconta- di un’esperienza alquanto breve, perché dal 27 dello re i fatti, divulgarli, farli conoscere. stesso mese violenti bombardamenti da un treno blin- […] Vorrei, però, sottolineare come sia necessario ri- dato e l’attacco da parte dei nazifascisti, anche con cordare non solo i morti, ma anche chi è sopravvissu- mezzi pesanti, eliminò completamente la repubblica to e chi oggi ancora può raccontarci la storia in prima partigiana insediando un presidio cosacco, dopo aver persona. distrutto e dato alle fiamme i paesi di Nimis, Attimis e La superficialità e la mancanza di curiosità sulle nostre Faedis. La popolazione non subì solo i danni degli in- origini sono due delle malattie del mondo contempo- cendi delle case costringendo le famiglie a trovare ri- raneo, non solo dei più giovani, ma anche di chi, abi- fugio nei paesi vicini, ma grande fu il numero degli ar- tuato a dare per scontate troppe cose, se ne dimentica restati e deportati nei campi di sterminio del Reich. o considera acquisiti per sempre certi diritti. Non è Non possiamo in questa occasione non ricordare con così, invece. Ogni conquista ottenuta non garantisce commozione il sacrificio di coloro che non fecero più la sua presenza all’infinito, bisogna continuare a vivi- ritorno nelle loro case. ficarne il ricordo con l’impegno civile. Gli ostacoli che Continuare a ricordare episodi come questo ha si trovano lungo questo cammino devono diventare un’importanza elevata perché è una pagina di storia lo stimolo per non smettere mai di ringraziare chi ci che mostra quanto grandi siano stati i sacrifici della ha permesso di vivere nella libertà e per non far mori- nostra gente per la liberazione e per uno stato libero. re con l’inedia i valori umani che sono fondamentali Si parla continuamente di revisionismo storico, ma al- in un paese democratico».

Presentato al Bunker di Fortezza un filmato nella Resistenza, nella deportazione, nella guerra di Liberazione. Solo ricordando questo immane sacrifi- “Maggio 1945 - cio si possono capire fino in fondo le volontà diverse, Gli americani a Bolzano” ma unitarie, che ci hanno riscattato dal nazifascismo e compiuto il più alto patto di popolo nella Costituzio- Il circolo culturale dell’ANPI in collaborazione con ne, ponendovi i più profondi valori umani, che ci ap- Oppidum, che cura l’organizzazione del massiccio contenitore culturale di Fortezza, ha colto l’occasione partengono e i diritti che vogliamo raggiungere. della presentazione del filmato per ravvivare alcuni È stato facile ricordare – assieme all’attento uditorio episodi della Liberazione in Alto Adige. Il giornalista che gremiva tutti i posti disponibili (acustica perfetta Giovanni Perez, autore del filmato, ha delineato il fi- senza microfoni) – che le avanguardie della Liberazio- lo della ricerca dei documentari filmati che formano ne avevano già prima raggiunto Bolzano. E, ancora, un DVD della durata di 31 minuti, tra Istituto Luce e ricordare le 23 “missioni”, volontari italiani destinati l’americano Combat Film, indicando che tale ricerca a raggiungere la Resistenza nell’Italia occupata, i tru- non si è esaurita in Maggio 1945, ma continua e si cidati dai nazifascisti a Bolzano il 12 settembre 1944. completa in “Dalla Liberazione alla ricostruzione” di Erano giovani uomini soli e fieri che portavano nel prossima edizione, sempre a cura dell’ANPI. cuore, come altri nella Resistenza, quel seme della Pa- Lionello Bertoldi, assieme a Perez, ha precisato le tria che sembrava morta l’8 settembre. motivazioni profonde dell’ANPI e del suo circolo cul- Bertoldi ha ricordato anche un americano, il capitano turale, per la realizzazione di strumenti di informazio- Hall Stephen Roderick, della missione Eagle con la ne e diffusione culturale – come Maggio 1945, la col- brigata partigiana Calvi che, catturato a Cortina, fu lana dei 4 Quaderni della Memoria, della mostra do- ucciso nei sotterranei del comando il 19 feb- cumentario “Oltre il Muro” e per ultimo “Un viaggio braio 1945. E l’ANPI lo ricorda assieme al partigiano nel tempo” la ricostruzione animata in 3D e Il diario sudtirolese Karl Ludwig Ratschiller, suo compagno giornaliero nel Lager di Bolzano – che sono destinati d’armi nella Resistenza. soprattutto ai giovani delle scuole. Impegno dell’AN- Il coro “amici della Montagna” ha voluto regalarci, in PI è proteggere la memoria di un immenso sacrificio chiusura della serata, dopo altre canzoni, una nuova del popolo italiano, nella guerra voluta dal fascismo, edizione di “Bella Ciao”. (L.B.)

patria indipendente l 26 settembre 2010 l VII Cronache

Incontro partigiano a Piano Audi di Corio «A Piano Audi non si può non voler bene», ha affer- mato il sindaco di Corio Canavese Salvatore Diglio nel salutare i partecipanti all’incontro partigiano del 22 agosto, onorato da parecchi sindaci o loro rappresen- tanti, che hanno rinunciato agli ultimi spiccioli di va- canze per presenziare alla manifestazione che, no- nostante gli anni, conserva intatto il suo fascino. Qui, in questa piccola frazione circondata dalle montagne La cerimonia davanti alla sede del Comando partigiano. (foto di F. di Corio, che fu sede del comando della IV Divisione Brunetta) d’assalto Garibaldi e che, nel settembre 1943, tenne a battesimo i primi gruppi di “ribelli” della zona, ci si gonfaloni comunali di Balangero, Ciriè, Corio, Ger- immerge nella storia e, in questa giornata, si ha la for- magnano e San Maurizio, scandita dalle musiche del- tuna di passeggiare fianco a fianco con i protagonisti di la Filarmonica Coriese, segnata dall’omaggio floreale quelle irripetibili vicende. Capita sovente di ascoltare al Monumento e alle lapidi, tra cui quella che ricorda i loro emozionanti racconti di quando lottavano per i due partigiani Giuseppe Ferrero e Spirito Priardi, fu- costruire una società più giusta, anche per noi. cilati dai tedeschi, benché feriti, nel gennaio 1945. E Numerosi i parenti dei partigiani scomparsi che han- poi ancora toccante nell’applauso che ha salutato i 90 no raccolto il testimone del ricordo. Tra questi Gian anni del comandante Aldo Giardino, incorniciata nel- Paolo, nipote di Sergio Piazza detto “Palazzi”, che le appassionate parole di Gino Cattaneo, un altro pro- esibiva, con orgoglio, la Medaglia d’Argento appunta- tagonista di quella straordinaria stagione di lotta e di ta sul petto, proprio nell’anniversario dell’uccisione riscatto, oggi vice presidente nazionale dell’ANPI e dello zio nel 1944. oratore ufficiale dell’evento: «Nessuno potrà cancel- Questo straordinario contorno è il valore aggiunto lare con un colpo di spugna la Resistenza e con essa la della sobria cerimonia di Piano Audi organizzata dal Costituzione, vero baluardo contro tutti gli autorita- Comune e dall’ANPI guidato da Piero Bertolone Bal- rismi». larin, colorata dai vessilli delle sezioni partigiane e dai Franco Brunetta

A Montoso nel dopoguerra. In amicizia ed unità tra volontari Partigiani e giovani insieme combattenti della guerra di Liberazione e popolo, si ritrovavano puntuali ogni anno a Montoso la seconda I partigiani garibaldini (1a Divisione d’Assalto Gari- domenica di luglio. Era un patto. baldi “Leo Lanfranco”) con Comando e Distretto per Cosa succede dopo 65 anni? ampio tempo di stanza a Montoso (Bagnolo Piemon- I partigiani si ritrovano, ma in numero esiguo, incapa- te) al termine del conflitto, strinsero il patto di ritro- ci di salire in vetta dove c’è il Monumento eretto in varsi nello stesso luogo la seconda domenica di luglio onore degli oltre 400 Caduti per la Libertà: avieri, ci- di ogni anno. vili, partigiani, ma la manifestazione ha successo gra- La memoria della lotta intrapresa dai partigiani in col- zie alla presenza dei giovani. Con loro è stato un vero laborazione con operai e popolo, tutti volontari, do- successo a tutti i livelli: tradizionali, innovativi, storici. veva vivere, entrare nella storia in tutta la sua eroica Il corteo – da Piazza Martiri della Libertà diretto al consistenza, equivalente ad un se- Monumento – era aperto dalla Ban- condo Risorgimento. da Musicale di Bagnolo Piemonte al I partigiani dovevano rinnovare l’im- cui seguito c’erano gli studenti ac- pegno contratto durante la dura lot- compagnati dai docenti con la ban- ta di Liberazione, combattuta con- diera della Scuola Media Statale di tro i tedeschi invasori: mai dimenti- Bagnolo Piemonte. Seguivano le care la strategia della guerra di Libe- Autorità, i gonfaloni, le bandiere e i razione che aveva le sue regole. gagliardetti ed un folto popolo nel Nell’impossibilità di sostenere il quale in numero elevato i montosini. combattimento aperto contro il ne- La scuola forma la nuova generazio- mico nazifascista, potente e ben or- ne che studia la storia e la Costitu- ganizzato, invasore dell’Italia, i par- zione Italiana: la legge fondamentale tigiani si ritiravano, creavano il vuo- del nostro paese – nata sulle monta- to alla precisa condizione di ritrovar- gne… come Montoso – che afferma si tutti a Montoso dopo cinque gior- i valori fondanti della nostra demo- ni. Era la regola dettata dalla disci- crazia ed i princìpi fondamentali del- plina partigiana a cui bisognava ri- la nostra vita sociale. spondere. Così doveva essere anche Maria Airaudo

VIII l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache

A Genazzano Sentieri partigiani di ieri memoria antifascista di oggi La sezione ANPI di Genazzano-Monti Prenestini-Al- ta Valle del Sacco, “G. Emilio D’Amico-Lidia Cicco- gnani”, l’11 luglio ha voluto ricordare i partigiani del- la Banda di Genazzano, ripercorrendo i luoghi, i na- scondigli e i percorsi teatro delle loro azioni. La volontà della sezione di Genazzano è quella di creare per il 25 aprile, un appuntamento annuale, con l’ANPI, il Sindaco e i cittadini della Valle, dando vita ad una manifestazione denominata: “I Sentieri della progettate parte delle azioni partigiane. Ci sono grot- Memoria” con lo scopo di riscoprire i percorsi della te scavate nel tufo (Arnari) utilizzate come base per lotta partigiana, oggi apparentemente scomparsi, per- riunioni, deposito armi e rifugio da bombardamenti e ché nascosti, alcuni, dall’abbandono e dalla vegeta- rastrellamenti nazi-fascisti. zione. La manifestazione, in programma per il 20 giugno, è Il percorso si snoda nel paese e in zone ricche di vege- stata rimandata, causa maltempo, ma finalmente, l’11 tazione (come La Selva) in otto punti: 1) La casa di G. luglio, si è svolta in una bella giornata di sole. Emilio D’Amico, Capo della Banda di Genazzano e Molti iscritti all’ANPI, abitanti di Genazzano e dei martire delle Fosse Ar- paesi vicini, hanno per- deatine; 2) Colle San- corso i luoghi teatro delle t’Andrea, luogo di un ra- azioni dei partigiani della strellamento tedesco; 3) “Banda di Genazzano” e San Pio, usato come de- dopo il lungo giro si so- posito di opere d’arte no incontrati a casa dei provenienti da Palazzo fratelli Vinicio e Giusep- Venezia e altri luoghi; 4) pe Di Marco (dove i par- Parco degli Elcini-Castel- tigiani spesso si fermava- lo Colonna dove era il no). Sulla facciata della comando tedesco, le car- casa, il Sindaco Fabio ceri ed i forni “Wass” per Ascenzi, la presidente fare il pane da portare ai della sezione ANPI, Rita soldati tedeschi a Cassi- Camicia, ed il sottoscrit- no; 5) Luogo dell’arresto to, quale segretario pro- di G. Emilio D’Amico, vinciale di Roma, alla presso la bottega, sotto casa sua; 6) Percorso interno al presenza di molta gente, hanno scoperto una targa in paese: luoghi bombardati (campanile di S. Maria, piaz- marmo a ricordo dei partigiani della Valle. È stata una za Napoli, via del Borgo, Piazzetta del Senile, la Valle) cerimonia molto semplice ma sentita da tutti i presen- luoghi di posizionamento dei comandi tedeschi (Ca- ti. serma vecchia, Piazza Santa Croce, Tirassegno dove Riproponendo il percorso nei luoghi della lotta al na- era una piccola base aerea), Via Antonio Gonne, Via zifascismo, l’ANPI di Genazzano ha voluto sensibiliz- Andreani (sosta alle targhe di vittime del fascismo); 7) zare i cittadini e gli abitanti della Valle del Sacco (tra Via dello Spanditore; 8) La Selva: nella zona venivano cui Olevano Romano, Bellegra e Palestrina) sulla sto- ria della “Banda partigiana di Genazzano”, forse trop- po presto dimenticata, così come, forse, molti hanno dimenticato il sacrificio di G. Emilio D’Amico, morto per un ideale chiamato Libertà. Con i Percorsi della Memoria, l’ANPI di Genazzano rammenta a chi vuole cancellare la storia della Resi- stenza che nella Valle ci sono stati dei giovani antifasci- sti che hanno combattuto, armi in pugno, contro na- zisti e fascisti per la conquista della libertà e della de- mocrazia. Ed oggi, come ieri, nella Valle ci sono donne e uomi- ni che hanno fatto proprio il testimone ideale di quei giovani del 1943-’44, pronti a loro volta a passarlo ai giovani del futuro, perché la lotta partigiana in questi luoghi è e sarà sempre scritta nel cuore: “Ora e sempre Resistenza”. Ernesto Nassi

patria indipendente l 26 settembre 2010 l IX Cronache

Viterbo Depositata all’Archivio di Stato la documentazione ANPI e ANPPIA

Trentaquattro buste d’archivio, contenenti 473 fasci- coli – di cui 104 muniti di fotografie e sessantadue di manifesti – e 178 sottofascicoli; quattordici buste di materiale emerotecario, contenenti “L’Antifascista”, periodico dell’ANPPIA (anni 1981-’92), e “Patria indipendente”, periodico della Resistenza e degli ex Combattenti (anni 1966-2002), più la mostra Storia e cronaca della Resistenza italiana ed europea (1995). È la consistenza dell’archivio dei comitati provinciali dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Ita- liani Antifascisti (ANPPIA), depositato presso l’Archi- vio di Stato di Viterbo, frutto di un lavoro volontario di oltre 450 ore, tra schedatura, ordinamento, selezio- ne e inventariazione del materiale. La documentazione archivistica ANPI riguarda gli anni dal 1968 (quando Luigi Tavani, dopo una fase di stallo, rilancia l’Associa- zione sul territorio) al 2002 (quando, con la morte del Presidente Luigi Amadori e l’elezione di Biagio Gion- fra, entriamo nella fase corrente dell’archivio). La do- cumentazione ANPPIA, invece, riguarda soltanto gli anni 1981-’92. Vi sono comunque documenti origi- nali che datano a partire dal 1944. L’archivio si suddivide in tre serie: Documentazione e cessato la sua esistenza o esaurito la sua funzione: a pratiche (a sua volta suddivisa in quattro sottoserie: partire dal Congresso nazionale di Chianciano Antifascisti e partigiani di Viterbo e Provincia, Paesi (2006), l’ANPI ha aperto le iscrizioni a chiunque fos- della Provincia; Antifascismo e bande partigiane della se vicino ai suoi scopi associativi. Il venir meno dei Provincia; Altre province italiane); Attività ANPI e partigiani, per ragioni anagrafiche, è stato ampiamen- Attività ANPPIA. te compensato da una crescita dell’Associazione che, Con l’archivio è stato depositato un inventario, che nel 2009, ha superato i 110 mila iscritti. L’inventaria- consta sia di una versione sommaria, per avere un’idea zione e il deposito del nostro archivio sono quindi da circa le serie e il contenuto delle buste, sia di una ana- inquadrare nel complesso delle attività che l’ANPI litica, con la descrizione dei singoli fascicoli e sottofa- svolge per salvaguardare la memoria, locale e non, scicoli. In appendice all’inventario, gli indici delle for- dell’Antifascismo e della Resistenza. mazioni partigiane, dei luoghi e dei nomi citati: uno Mettiamo a disposizione di storici, studiosi e semplici strumento di ricerca redatto proprio per venire incon- interessati un patrimonio archivistico ragguardevole, tro alle richieste solitamente rivolte alla nostra Asso- per la nostra storia civile, politica e sociale, senza im- ciazione. porre limiti, cronologici o d’altro tipo, alla consulta- Al contrario di quanto spesso succede al momento dei zione. depositi d’archivio, la nostra non è una realtà che ha Silvio Antonini, ANPI Viterbo

Nel Maceratese sciatti e di Matteo Petracci, autore del libro sull’oppo- sizione dei maceratesi al fascismo. È nata la Sezione ANPI In precedenza gli iscritti avevano nominato i dirigenti dell’Alto Nera locali presentati alla riunione pubblica: Antonio Ca- puzi, figlio dell’eroe Pietro, Presidente Onorario; Intitolata al partigiano Pietro Capuzi Medaglia d’Oro Giulio Lattanzi, Presidente; Vice Presidenti Venanzi- al Valor Militare alla memoria, barbaramente tortura- na Capuzi e Roberto Flammini; componenti il Comi- to e poi ucciso dai nazifascisti il 9 maggio del 1944 in tato Paolo Cioli, Camilla Fabi, Marco Rinaldi. località Vena d’Oro di Ussita, è stata presentata, la Se- All’incontro al Teatro Comunale di Visso oltre all’af- zione di Visso-Ussita-Castelsantangelo sul Nera del- fermazione dei valori della Resistenza e della Costitu- l’Associazione Partigiani d’Italia nel Teatro Comuna- zione per ritornare ad un convivere civile, si sono pro- le di Visso, il 4 settembre, davanti ad un numeroso grammate le prossime iniziative storico-politiche della pubblico, alla presenza del Presidente Provinciale Sezione dell’ANPI che coinvolgeranno le popolazio- Giulio Pantanetti e di quello di Camerino Mario Mo- ni, i residenti, i giovani dell’Alto Nera.

X l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache

Rosa Mecarolo Un pensiero per... Presidentessa onoraria del Comitato provinciale ANPI di Viterbo dal 2006 era Eugenio Bruni nata a San Michele in Teverina, frazione di Civitella d’Agliano, il 6 marzo 1933. L’ANPI Provinciale di Bergamo Maestra elementare nei centri di annuncia commossa la scomparsa di Spoletino (frazione di Civitella Eugenio Bruni, Vice Presidente d’Agliano), Celleno, Civitacastellana e Provinciale, già Presidente del Comitato Vignanello, aveva pubblicato le Antifascista Bergamasco, e rende memorie della sua attività didattica in omaggio al suo antifascismo, culminato Vu… come gorpe? Da scolara a maestra (2005). nel doloroso internamento nel lager di Nel 1955 si era sposata con Angelo La Bella (1918-2005), Dachau in cui morì il fratello Roberto, e divenendone stretta collaboratrice nella lunga e fortunata coerente testimone per tutta la vita attività di militante comunista, sindaco, deputato, sindacalista, degli ideali di democrazia, giustizia e libertà. I funerali si sono giornalista e, negli ultimi anni, autore e dirigente ANPI. Assieme svolti il 16 luglio presso il Cimitero di Bergamo. Eugenio Bruni, a lui aveva contribuito alla nascita e all’affermazione di partigiano e difensore dei valori della democrazia, della libertà, Rifondazione comunista nel Viterbese. Coautrice di numerose della pace, era nato l’11 luglio del 1918. Avverso al fascismo, monografie – tra le quali Martiri Viterbesi alle Fosse Ardeatine alle leggi razziali, all’entrata in guerra con i nazisti, si dedicò, (1995) e Portella della Ginestra - La strage che ha cambiato la con il fratello Roberto, all’attività clandestina: scrivendo sui storia d’Italia (2003) – dopo la morte del marito, aveva curato la muri, pubblicando volantini, partecipando a riunioni. La prima pubblicazione postuma di due raccolte di articoli e contributi: volta venne arrestato a Bergamo l’11 ottobre 1941, processato Cronache, storie e leggende del Viterbese e dintorni e Rosso di dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato con l’accusa di sera (2007). Diversi anche gli articoli per “Comunità”, il mensile avere sporcato il monumento al duce posto davanti al Comune del Comune di Civitella d’Agliano (nato nel 1985 e diffuso di Bergamo, fu condannato a tre anni di carcere. Incarcerato, anche presso gli emigrati civitellesi), che hanno avuto diversi con il fratello Roberto, a San Vittore e processato, fu liberato riconoscimenti come esempio per la cura e l’efficacia alla caduta di Mussolini, nel luglio del 1943. nell’ambito della stampa minore e per la conservazione e la Dopo l’8 settembre entrò nella Resistenza: divulgazione della cultura popolare dell’Alto Lazio. «... fuggii per raggiungere i partigiani, prima andai a Santa Le sue attività, inoltre, sono ampiamente documentate nel Brigida, poi dovevo andare in Val Canovina sul Lago Maggiore fondo archivistico di Angelo La Bella, donato all’Archivio di ma venimmo intercettati dalla guardia forestale repubblichina; Stato di Viterbo. arrestati fummo consegnati alle SS che ci fecero salire su una Attorno ai figli Andreina e Mauro, ai nipoti e ai familiari tutti si è camionetta per condurci a Como; per due volte pensai che stretto il Comitato provinciale ANPI che ha partecipato alle stavano per ucciderci perché per due volte scesero e ci esequie presso la chiesa di San Michele in Teverina il 20 luglio spianarono contro i fucili. Invece non spararono...». scorso. Eugenio e Roberto Bruni vennero trasportati al lager di Bolzano (Silvio Antonini, Segretario e Portabandiera ANPI Viterbo) e da lì a Dachau dove Eugenio vide morire il fratello. Poche ore prima che arrivassero gli americani, le SS spararono sui prigionieri, le vittime furono ottocento; Eugenio riuscì ancora a salvarsi e a lasciare il campo: pesava 35 chili. Giovanni Masuero “Cok” Alla fine del 1946 iniziò la carriera di avvocato penalista. Fu A quasi un anno dalla scomparsa, membro del direttivo provinciale del PSI e consigliere comunale avvenuta il 7 novembre 2009, a Bergamo. Presidente della Società di Mutuo Soccorso, ricordiamo il partigiano Giovanni società garibaldina di Bergamo, Presidente del Comitato Masuero “Cok”. Antifascista Bergamasco e Vice Presidente dell’ANPI provinciale È stata una perdita dolorosa anche per di Bergamo. la nostra Associazione. Innumerevoli sono stati gli studenti, non solo bergamaschi, che Lo ricordano moltissimi studenti delle hanno avuto la fortuna di ascoltare e di imparare da lui cosa è scuole della nostra zona che hanno stata la Resistenza, con i suoi valori, e la deportazione. avuto la possibilità di conoscerlo per i (ANPI Bergamo) racconti della vita Partigiana e per gli ideali che esprimeva e per i quali abbiamo lottato. Augusto Livaldi Giovanni Masuero partecipa alla lotta dal novembre 1943 alla Liberazione, facendo parte del Distaccamento Piave, della 50ª Aveva combattuto nella Guerra di Brigata, Dodicesima Divisione Garibaldi che operava nelle Liberazione Nazionale nelle fila della montagne Biellesi e nella pianura Vercellese. “Cok” con il suo Brigata “Italia” della Divisione Modena aspetto di uomo mite, aveva avuto il coraggio e la ed era componente del direttivo ANPI determinazione di seguire, in un momento difficile per la storia associazione con la quale seguiva del nostro Paese, una strada onorevole e rischiosa: quella della attentamente i problemi della Lotta di Liberazione nazionale. Fra i primi dopo l’infausto 8 Resistenza. Ci ha lasciati il giorno settembre 1943 era salito al Basto entrando nel Distaccamento dell’Epifania di quest’anno. Piave. Varie le vicissitudini partigiane tra le quali quella della Alla moglie Ines Credi, alle figlie Elma e drammatica battaglia, per le formazioni biellesi, di Rassa. Nel Nadia, ai generi Salvatore e Giuliano, alla sorella Ilva, la nostra 1944 nel processo di pianurizzazione strategica era sceso Associazione, unitamente all’ANCR rinnovano le espressioni del nell’area della Garella facendo parte fino alla Liberazione della loro dolore per la sua scomparsa. 50ª Brigata comandata da “Danda”, il compagno Giachetti. (ANPI Pavullo) Esempio di umanità e di responsabilità per le nuove generazioni, in una temperie civile in cui anche gli impegni Giovanni Ravasio diventano sempre più difficili e problematici, Giovanni è da considerarsi cittadino esemplare, per comportamenti e sapienza Il comandante partigiano Clen, è scomparso il 7 luglio scorso. critica di fronte alla complessa visione del mondo che sta Giovanni Ravasio è giunto alla fine del suo cammino, durante il turbando fortemente il clima delle più giovani generazioni, nel quale ci ha insegnato l’amore per la Libertà, la dignità della contesto di precarietà in cui vivono. Povertà, la fierezza dell’Onestà, la necessità della Solidarietà ed Le pagine di memorie, raccolte nel suo libro “I ricordi del il rigore del Dovere. partigiano Cok”, possono costituire un riferimento costruttivo Un altro piccolo pezzo di quell’Italia che amavamo e per cui per i giovani mentre per noi dell’ANPI provinciale rappresentano valeva la pena lottare se ne è andato. Le sue ceneri riposano in una identità che conforta, che parla al nostro orgoglio un piccolo cimitero, sulle Alpi che tanto amava. associativo spronandoci a rimanere dei resistenti attivi e dei Lo ricordano con stima ed amore la moglie Giuseppina, Piercarlo, cittadini critici e liberi. Massimo, Alberta, Aurora, Titti, Alessandra, Federico, Alessio. Caro Giovanni non ti diciamo addio, perché resti con noi. Ciao Papà. (Piercarlo Ravasio - Cisano Bergamasco) (Aldo Sola – ANPI Biella e ANPI Zona Cossato Vallestrona)

patria indipendente l 26 settembre 2010 l XI Cronache

Bruna Bianchi Mario Olivieri “Balilla” Il 24 luglio è deceduta la compagna Sono avvenuti tragici avvenimenti per Prof.ssa Bruna Bianchi, membro del cambiare la vita di un giovane. Comitato Provinciale dell’ANPI di Varese La guerra, i bombardamenti, la vita grama e componente della Vice Presidenza. per tutti dove non c’è cibo per sfamare le Contravvenendo ai desiderata di Bruna, famiglie. I giovani che partono e non non possiamo ignorare i sentimenti che ritornano più. immediatamente la sua scomparsa ha Mario Olivieri è giovanissimo operaio alla provocato: e ne riportiamo qui due tessitura e filatura di Genova e in un esempi, che si “coniugano” tra loro, secondo tempo a quella dei Pernigotti in essendo il primo di una docente, ed il secondo di un suo ex Ovada. Nei giovani corre un senso di sgomento e impotenza di allievo. fronte a questi avvenimenti. Vi è stata la caduta del fascismo, l’armistizio dell’8 settembre. Tanti giovani hanno rifiutato gli appelli «È mancata all’affetto di noi tutti la professoressa Bruna Bianchi. della RSI e dei nazisti e sono saliti sull’appennino, alla Benedicta vi Si è spenta all’improvviso a Varese, dopo un repentino è stato il massacro dal 6 al 10 aprile 1944. peggioramento delle sue condizioni di salute, senza che quasi A questo punto Mario, già militante nei gruppi giovanili di Eugenio ce ne rendessimo conto. Stavamo ancora discutendo se e come Curiel, lascia la famiglia e sale in montagna raggiungendo la recarci da lei in visita in ospedale ed ecco che la notizia ci ha Brigata “Emilio Vecchia” che diventerà in seguito “Divisione Mingo” travolto con la sua ineluttabilità: Bruna non c’è più. in memoria del Capitano Domenico Lanza caduto a Piancastagna. Avevo imparato a conoscerla durante le riunioni del Comitato Mario è il più giovane dei partigiani: ha 14 anni compiuti. Vanni, il provinciale dell’ANPI, cui entrambe partecipavamo: lei, così comandante della formazione, vedendo questo giovanissimo in esperta, ricca di motivazione, così autorevole e benvoluta, ed io, attesa del nome di battaglia, dice: «l’ho chiameremo “Balilla” come aggiuntami nell’ultimo anno al gruppo, accolta con affetto dai il mitico combattente della rivolta genovese contro i francesi». membri della vecchia generazione. Ne avevo ascoltato alcune La Brigata “Emilio Vecchia” era una formazione molto apprezzata volte gli interventi, sempre così misurati, concisi, ponderati: per il suo coraggio, composta da uomini bene addestrati nelle varie poche parole che lasciavano sempre il segno. Ne avevo gustato azioni specie nella zona del Savonese e in particolare nella zona qualche conferenza di argomento storico, qualche lectio portuale. Nei suoi racconti, “Balilla”, ha sempre messo in risalto i magistralis così preziosa e rara. Ne conoscevo la tempra schiva, valori della Resistenza e della sua formazione e l’audacia delle il carattere asciutto, la riservatezza che solo una volta Bruna azioni che comportava, però, a volte, la perdita di cari compagni. A aveva per un attimo abbandonato per dirmi: “Sono stata Liberazione avvenuta, ritornando nella propria zona, si impegnò, insegnante di storia e filosofia al Liceo Classico”. Immagino specie nel luogo di lavoro, per il Partito e nell’operazione di intendesse il Cairoli. Non ho neppure osato chiedere conferma, sviluppo e creazione dell’ANPI in difesa di quei tanti ex combattenti tanta era la soggezione che mi ispirava. Altro di lei non so. Io che non trovavano lavoro, ma soprattutto di coloro che venivano non sono di Varese, la ritrovavo solo come membro dell’ANPI perseguiti dalle leggi repressive contro i partigiani. Sono questi i alle riunioni o a qualche commemorazione del 25 Aprile, motivi per i quali dovette emigrare nella Repubblica Cecoslovacca quando, incaricata dall’ANPI medesima, accettava di tenere un per evitare il peggio. In quella terra che gli ha dato ospitalità ha discorso. L’ho sentita in una occasione: che differenza tra la sua profuso tutto il suo entusiasmo per l’attività a cui era stato lucida analisi storica, il suo sguardo penetrante e tanti altri chiamato nel partito e nel sindacato ricevendo encomi da parte interventi che ho ascoltato – prima e dopo – insipidi, retorici, delle autorità cecoslovacche e della stessa scuola che aveva normali! frequentato, con successo, per una sua personale qualificazione. Bruna era una persona che si notava, pur essendo suo precipuo Poi incontrò la sua compagna, Anna, con la quale si formò una desiderio non farsi notare. Ma non potevano passare famiglia allietata dalla nascita della piccola Dascia. Ritornato in inosservate la sua intelligenza, la sua competenza storica Italia si impiegò nella funzione pubblica presso il Comune di (messa al servizio dell’Istituto Storico Varesino oltre che Ovada. Nell’ANPI dell’Ovadese fu Segretario di Zona e poi dell’ANPI e dei suoi studenti), la sua serietà. Per me che svolgo Presidente, sostituendo degnamente il compagno Paolo Marchelli il suo stesso mestiere, ha rappresentato un esempio: di “Augusto”. Faceva parte del Comitato Provinciale di Alessandria. dedizione alla causa, di rigore, di onestà intellettuale. Una grave malattia ci ha privati di un mitico compagno. Ciao Sgomenti e con le lacrime agli occhi, rispettosi della natura “Balilla”. riservata di Bruna ci sentiamo però di tributarle un estremo (Sezione ANPI “Paolo Marchelli” - Ovada) saluto. Addio, professoressa, e in perpetuum ave atque vale. Dino Notari Rita Gaviraghi, del Comitato Provinciale ANPI di Varese» Quasi alle soglie dell’anniversario della Liberazione – il 5 aprile di quest’anno – «Ho appreso dalla stampa della morte della Professoressa Bruna questo Partigiano Combattente della Bianchi, indimenticata insegnante di Filosofia e Storia al Liceo Guerra di Liberazione Nazionale nella Classico E. Cairoli. Allo sconforto per questa notizia si “Brigata Anderlini” della Divisione assommano tanti ricordi legati agli anni in cui ho avuto la fortuna Modena, ci ha lasciati. Ora riposa nel di essere un suo studente dal 1988 al 1991. La prima lezione di Cimitero di Niviano di Pavullo. filosofia è stata per me come un fulmine a ciel sereno. In quegli Alla moglie Lina Bernardoni, alla figlia anni in cui i sogni per il proprio futuro si accavallano e ognuno di Anna, al genero Luciano ed ai parenti noi cerca di capire quale possa essere la sua strada tutti rinnoviamo le più sentite condoglianze. all’università, la Professoressa Bianchi ha saputo illuminarmi in (ANPI Pavullo) maniera determinante. È stato l’inizio di un percorso scolastico che mi ha portato sempre più ad approfondire la filosofia fino a Ernesto Piana farne la scelta definitiva per il mio percorso universitario. La Professoressa Bianchi aveva l’enorme pregio di rendere Il 3 settembre scorso ci ha lasciato comprensibile anche il ragionamento più difficile e complesso, Ernesto Piana, il partigiano “Nando” riuscendo a trasmetterci la passione per la ricerca della verità. della Brigata Oliveri - Divisione Solo più tardi ho appreso del suo impegno presso l’ANPI e dei Buranello, che ha operato nei territori valori nei quali credeva che, le devo riconoscere, non hanno mai della Valle Stura, tra le province di influenzato il suo insegnamento in un senso piuttosto che in un Genova e Alessandria. Ernestin (così era altro. Mi sono sempre sentito legato a lei da un profondo affetto, soprannominato affettuosamente da quello di uno studente che vede nel suo insegnante anche e amici e famigliari) era nato a Campo soprattutto un maestro. Per questo serberò per sempre nel mio Ligure il 18 marzo 1918 e fino all’ultimo cuore il ricordo della mia Prof. ricambiando ora con le mie giorno della sua vita è stato presente nell’attività del locale lacrime di dolore, le lacrime che lei, presente durante il mio Circolo ANPI, nel quale ricopriva la carica di Vice Presidente. esame di maturità, versò per la felicità di vedere un suo alunno Con lui se ne va uno degli ultimi testimoni della lotta di che aveva affrontato con impegno e risultati lo studio della sua Liberazione locale. Il Circolo ANPI di Campo Ligure lo ricorda materia, decidendo di farne anche la sua strada per il prossimo con affetto e gratitudine e si stringe ai famigliari nel momento futuro. del commiato. Uno studente del Cairoli» (ANPI Genova)

XII l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache

Giovanni Merlo ANNIVERSARI

“Baffo” era il suo nome di battaglia, Ambrogio Zino “Fracassa” assunto durante la Lotta Partigiana e mantenuto per tutta la vita. Ad un anno dalla scomparsa (31/08/2009) del Partigiano Ambrogio Classe 1924, l’8 settembre 1943 lo Zino “Fracassa”, le figlie, il nipote e il genero lo ricordano. Era nato sorprende militare in provincia di a Mignanego (Genova) il 25 dicembre 1927. Raggiunta dopo l’8 Salerno da dove, con mezzi di fortuna, settembre la brigata Garibaldi che operava nelle Langhe, ha vissuto riesce a raggiungere il suo paese: una intensissima attività partigiana al fianco del fratello Andrea Roccagrimalda (Alessandria). Sono “Panciolino”, ferito in piena azione di guerra e riportato a casa da momenti e avvenimenti tragici in Novi Ligure in mezzo a mille pericoli, dopo azioni di combattimento particolare per questi giovani che devono assumere delle scelte svolte in Val Borbera con la Brigata Arzani. Fu arrestato a causa di importanti: arruolarsi nella Repubblica di Salò o salire in una spiata, poi la fuga e l’ultima fase di azioni partigiane condotte montagna con i Partigiani, affrontando i rischi delle rappresaglie nell’area delle Capanne di Marcarolo con la Brigata Buranello. sugli abitanti e la deportazione come giovani renitenti. Conosciuto e amato per la sua attività politica e amministrativa nel A Roccagrimalda abita Domenico Badino conosciuto da tutti dopoguerra, fu sindaco di Mignanego dal 1980 al 1985, primo come antifascista, già perseguitato e più volte arrestato dai Sindaco comunista. fascisti. “Baffo” prende contatto con lui e in pochi giorni lascia (ANPI Provinciale Genova) la famiglia e sale sui monti dell’appennino, cercando quel grande cascinale chiamato “La Benedicta”. In quel luogo ci sono molti Cesare Dalla Riva giovani come lui che si organizzano per la costituzione del vari distaccamenti. Il suo è collocato alla “Cornaggetta” al cui In punta di piedi come non era suo stile, comando c’è un giovane ufficiale: Emilio Casalini “Cini” (eroe è uscito dalla vita “Oriano”, per l’anagrafe Cesare Dalla Riva, mitico Comandante Partigiano poi fucilato dai nazisti), che durante la lotta trova il della Brigata “Lulli” punta di diamante modo di comporre, durante un turno di guardia sul Monte della Divisione Partigiana “Avesani”, Pracaban, l’inno della Benedicta: “I ribelli della montagna”. operante sul Monte Baldo e lago di “Baffo” partecipa attivamente alle varie azioni che le formazioni Garda, da fine 1943 alla Liberazione, partigiane compiono nel vasto territorio appenninico per fermare contribuendo alla gloria della città di le attività di repressione. Con altri giovani riesce a mettersi in Verona decorata di Medaglia d’Oro al salvo sganciandosi durante il tragico rastrellamento che va dal 6 Valor Militare. Il nome di “Oriano” risuona ancora tra le cime e valli al 10 aprile 1944 – la tragica Pasqua di sangue – nel corso del del Monte Baldo, dove gli ormai anziani abitanti lo ricordano con quale 97 Partigiani vennero massacrati dai fascisti italiani e dai nitida memoria per il suo coraggio d’indomabile ribelle, sempre in nazisti e centinaia di loro deportati nei lager in Germania. lotta contro un nemico spietato e oltremodo potente. Cesare Dalla Dopo la tragedia della Benedicta, Giovanni Merlo non Riva era originario di Valli del Pasubio in provincia di Vicenza, dove abbandona la lotta, si congiunge con altri ed entra nella Terza la Resistenza ha preso vita all’indomani del funesto 8 settembre Brigata Liguria, che dopo il rastrellamento di Bandita, 1943. Tra i suoi componenti più convinti si trovava in prima fila Piancastagna e Olbicella del 10 ottobre 1944 assumerà il nome Cesare. Dal Vicentino, un gruppo di ardimentosi partigiani, di “Divisione Mingo” in memoria del Capitano Domenico Lanza, compreso “Oriano”, partirono alla volta del Garda avvicinandosi il eroicamente caduto a Piancastagna. La Brigata Olivieri è la sua più possibile a Salò sede del governo fantoccio di Mussolini, per collocazione definitiva fino alla Liberazione. contrastare il più possibile le loro attività con l’alleato tedesco ben Ritorna al lavoro come operaio alle officine Val D’Orba di Ovada, sistemato nel centro gardesano. Per la conformazione geografica, dove conosce nuovi compagni nell’attività politica nel PCI. Sarà, la zona più adatta per organizzare una seria attività di guerriglia fu in seguito, libero professionista come autotrasportatore. La sua certamente il Monte Baldo dove si radunarono, in breve tempo, più è la vita di tutti coloro, che avendo vissuta l’esperienza della di 600 volontari tutti animati da un puro spirito di ribellione contro guerra, hanno voluto, con il lavoro, dare una migliore esistenza l’invasore straniero. “Oriano”, il più esperto di armi e tattiche di alla propria famiglia. battaglia, prese il Comando di una Brigata producendo Per la nostra Sezione ANPI era un testimone della storia innumerevoli azioni di contrasto ai collegamenti militari partigiana e in quanto tale frequentava il mondo della scuola sabotandone l’efficienza e il conseguente sostegno alla logorante dove portava la sua testimonianza e dove spesso allietava gli guerra in corso. Il richiamo alla ribellione fu tale che perfino alcuni alunni con il canto della Brigata “I ribelli della Montagna”: tedeschi lasciarono il loro comandi per unirsi ai partigiani del i ragazzi ne rimanevano affascinati. Baldo. Di particolare risonanza fu la fuga di Hans Gamber, (Sezione ANPI “Paolo Marchelli” - Ovada) appartenente al distaccamento SS di Peschiera, che raggiunse la Brigata “Lulli” con due camion pieni di armi, divenendo lui stesso, in seguito, comandante di pattuglia partigiana, dimostrando doti di Roberto Iattoni particolare audacia. I funerali di “Oriano” sono stati officiati nella chiesa di San Martino Il Partigiano combattente nella Guerra Buon Albergo di Verona. Gonfaloni e bandiere si sono di Liberazione Nazionale nella Brigata rispettosamente inchinati tra la commozione dei diversi partigiani “Costrignano” della Divisione Modena presenti uniti ad un folto pubblico. Nei discorsi pronunciati dal “Armando”, è deceduto a Pavullo l’11 presidente dell’ANPI e da altri compagni di lotta è stato aprile del 2009. Come tutti coloro che sottolineato il convinto impegno profuso da “Oriano” hanno vissuto questa tragica e gloriosa esclusivamente per la conquista della Libertà e un mondo migliore. esperienza era molto legato ai temi della Resistenza e alle vicende della (Raul Adami - ANPI Verona) nostra democrazia. Ora riposa nella frazione di Acquaria di Montecreto, suo paese natio. Guerino Bosi Al figlio Giulio, alla nuora Fernanda Bernardoni, ai familiari ed ai Di famiglia antifascista “Macario” parenti tutti l’ANPI rinnova le espressioni di cordoglio per la sua – questo era il suo nome di battaglia – scomparsa. (ANPI Pavullo) è stato uno dei primi ad aderire al movimento partigiano adoperandosi ad orientare i giovani per disertare il Gilio Cassanelli fascismo ed aderire alla Resistenza. Capo squadra mitragliere nella Brigata È deceduto a Pavullo il 12 maggio Costrignano, aveva passato il fronte nel scorso il Partigiano Combattente nella 1944 partecipando con gli Alleati ai Guerra di Liberazione Nazionale nelle combattimenti sulla Linea Gotica per la liberazione del nostro fila della “Brigata Roveda” della Appennino. Ci ha lasciati il 17 ottobre del 2009 ed ora riposa nel Divisione Modena M. Cimitero di Acquaria di Montecreto. Ai nipoti Armando Capita e Vittorio e ai Le ANPI di Lama Mocogno e di Pavullo, nel ricordarlo a un anno parenti tutti giungano le espressioni più di distanza, rinnovano le espressioni del loro dolore per la sua sentite di cordoglio della nostra scomparsa alle figlie Mimma e Loredana e al genero Niviano. Associazione. (ANPI Pavullo) (ANPI Pavullo)

patria indipendente l 26 settembre 2010 l XIII Cronache

Ricordata la battaglia di Pian d’Albero

Il 30 maggio a Firenze in Piazza Elia della Costa ha avuto luogo la celebrazione dei caduti di Pian d’Albe- ro: 38 giovani che, all’alba del 20 giugno 1944, alle pendici del Pratomagno nella cascina di Pian d’Albe- ro, messa a disposizione dalla famiglia Cavicchi per l’addestramento dei giovani volontari alla lotta parti- giana, vennero sorpresi dai paracadutisti nazisti. Mol- ti di loro colpiti a morte, altri catturati. Dopo la benedizione e la deposizione delle corone al li, presidente del Quartiere 3, i consoli USA e Gran monumento ai Caduti – presente un picchetto d’ono- Bretagna e l’addetto militare russo; Rossana Carresi, re militare e rappresentanti di CGIL CISL UIL – da- presidente dell’associazione dei caduti, Rossella Can- vanti a un folto numero di ex partigiani combattenti, toni, presidente dell’Istituto Cervi ed infine Mario ha celebrato l’avvenimento il Sindaco di Firenze, Leone, presidente della Federazione Regionale delle Matteo Renzi (foto in basso). associazioni antifasciste e della resistenza della Toscana. Sono quindi intervenuti Giorgio Pacini, segretario del Alla cerimonia, come di consueto, erano presenti i Comitato del Parco della Memoria, Andrea Ceccarel- rappresentanti della Giunta Regionale Toscana e quel- li dell’Amministrazione Provinciale oltre a numerosi sindaci dei Comuni della Provincia di Firenze con le loro bandiere ed insegne. A fare da degna cornice al ricordo dei Caduti di Pian d’Albero le associazioni della resi- stenza ANPI, ANED, ANVRG, FIAP, ANP- PIA, circoli ricreativi e case del popolo. La manifestazione è stata aperta dalla filar- monica G. Rossini con l’inno nazionale e, nel suo corso, con quelli della Resistenza. A conclusione vi è stato un brindisi alla dife- sa della Costituzione e della democrazia. Nel pomeriggio presso il Centro Culturale REIMS è stato proiettato il film “La Batta- glia di Firenze”. (G.P.)

A Livorno i lavori dei l’argomento della Resistenza e hanno deciso di pre- ragazzi sulla Resistenza sentare dei lavori – essendo, come sempre, libera la scelta dell’argomento da trattare – sulla figura di Don A Livorno tra le iniziative “storiche” che mirano a Roberto Angeli, il sacerdote attivo protagonista della celebrare la Festa di Liberazione e che si rivolgono Resistenza e che fu anche deportato nei lager nazisti, particolarmente al mondo giovanile scolastico, occor- che ha suscitato nei ragazzi forti emozioni. re citare la Borsa di Studio intitolata al Capitano dei Ne sono scaturiti dei bellissimi lavori, di genere assai Carabinieri Giotto Ciardi M.O. al Valor Militare. diverso: poesie, disegni, elaborati al pc. Anche quest’anno la Alla presenza delle figlia Paola, Presi- autorità cittadine, dente dell’ANPI Co- della preside dell’isti- munale di Livorno, tuto, Maria Grazia con il patrocinio di Rocchi, e della Sig.ra Comune e Provincia Ciardi sono stati pre- e con la collabora- miati con una targa zione dell’Associa- ricordo e un premio zione, ha organizza- in denaro. to la 12a edizione Si è classificata al pri- dell’iniziativa, che ha mo posto Chantal visto coinvolti gli Caracciolo grazie ad studenti dell’Istituto un lavoro nel quale il Professionale “Luigi filmato è stato ac- Orlando”. I ragazzi compagnato da mu- si sono dimostrati siche scritte e inter- molto interessati al- pretate dalla stessa

XIV l patria indipendente l 26 settembre 2010 Cronache ragazza. Il secondo premio è andato a Chiara D’Api- surarsi con avvenimenti di una storia finora a loro ce ideatrice di un altro bellissimo elaborato, mentre le quasi sconosciuta. giovanissime figlie di due immigrati, Fatime Salillari Il testimone dell’iniziativa è stato passato quindi al- ed Elisiana Demiri, si sono meritatamente aggiudicate l’ISIS Niccolini-Palli, che avrà il compito di coinvol- il terzo premio grazie ad un ottimo lavoro di ricerca, gere i propri studenti nella 13a Borsa di Studio il pros- reso ancor più encomiabile dal fatto che dovevano mi- simo anno. (Cristina Tosi)

Le cinque scuole di danza gnosi delle inevitabili distorsioni della storia, plasmata per il 25 aprile a Livorno ad uso e consumo di interessi personali o di parte, per far apparire migliori i protagonisti del passato e giusti- Anche quest’anno molteplici sono state le iniziative ficabili le loro azioni e le loro decisioni politiche. organizzate a Livorno per celebrare la Festa della Li- Come sottolinea giustamente Traversi nella presenta- berazione. zione del suo show, «In un tempo in cui diventa pos- Di particolare rilevanza è stato l’ormai tradizionale sibile scaricare per pochi euro i discorsi di Benito spettacolo che si è svolto al Teatro Goldoni e che ha Mussolini sul proprio telefono cellulare, non ci si stu- visto impegnati gli attori-detenuti della Casa Circon- pisce più del fatto che vi siano individui interessati ad dariale delle Sughere e cinque prestigiose scuole di ascoltarli, quanto del fatto che anche la memoria sto- danza della città: Arabesque, ArteDanza, Atelier delle rica di un intero paese sia inevitabilmente destinata a Arti, Koinè Danza e Laboratorio di Danza e Movi- diventare una merce...». Ecco perché è fondamentale mento. Un connubio che è stato collaudato già da tre ricordare sempre e riproporre con costanza la realtà anni e che ha funzionato anche stavolta perfettamen- degli eventi, senza revisionismi che mirano solo a pla- te, sotto l’abile regia di Alessio Traversi, che dello smare la cultura popolare, soprattutto quella delle spettacolo è stato anche autore. nuove generazioni, ai propri interessi di partito. Soggetto della rappresentazione intitolata “Liberazio- Lo spettacolo, al quale ha collaborato anche l’ARCI, ne Show” è stata una critica feroce, espressa talvolta è stato patrocinato dal Comune e dalla Provincia di anche con toni grotteschi, alla spettacolarizzazione Livorno, sempre disponibili a sostenere l’ANPI e mediatica degli eventi bellici, anche i più cruenti e tra- l’ANPPIA nella loro missione di salvaguardia dei valo- gici, avvenuti nel passato o più recentemente; una dia- ri della lotta di Resistenza. (Cristina Tosi)

A Murci una lapide nati dietro una siepe adiacente questo cimitero e ma- per ricodare due eroi cabramente esposti alla popolazione terrorizzata. Solo la sera tardi, il Parroco don Tista Amantini riuscì, do- Il 1° agosto si è tenuta a Murci, nel Comune di Scan- po molte insistenze con il capo manipolo fascista, a far- sano, organizzata dall’ANPI di Grosseto e dalla Pro si consegnare quei corpi straziati che furono deposti Loco del paese una significativa celebrazione – presen- nella cappella e vegliati tutta la notte. Il giorno se- te la Fanfara dei Bersaglieri di Cinigiano – che ha co- guente, ricomposti da donne del paese, ebbero final- involto numerosa popolazione, autorità civili militari e mente degna sepoltura. Due anni dopo, alla presenza religiose. dei rispettivi familiari le salme furono traslate nei luo- L’occasione è stata quella dell’affissione, all’esterno del ghi di origine: il S. Ten. Canzanelli a Milano, il solda- cimitero, di una targa in ricordo del S. Tenente Luigi to Conti a Montemerano. Canzanelli (“Tenente Gino”) e del soldato Giovanni L’affissione di questa targa, dedicata al tenente Gino Conti, uccisi il 7 maggio 1944 in uno scontro a fuoco ed al suo attendente è anche un modo per ricordare il a pochi chilometri dal paese nella cosiddetta strada del- loro sacrificio, il loro senso del dovere, il loro amore la Dogana. I loro corpi furono, il mattino dopo, trasci- per la patria ed il coraggio della loro scelta partigiana

patria indipendente l 26 settembre 2010 l XV Cronache che appartengono alla storia e mai po- tranno essere cancellati (per chi ne voles- se sapere di più: N. Bianchi, Il tenente Gino e il soldato Giovanni, Edizioni ETS). Le figure dei due partigiani appartenga- no alla memoria, alla cultura ed al senso civico del paese di Murci, che, pur nella sua marginalità demografica e nel suo isolamento geografico si sente di posse- dere tutti quei valori che definiscono l’appartenenza a quella più vasta comu- nità che porta il nome di Italia. Un plauso va ai giovani della Pro Loco che con questa iniziativa ricordano l’ospi- talità che questo piccolo cimitero dette, con cristiana pietà, alle due salme e in questa maniera riannodano, sotto il segno della solidarietà, anche spezzoni di storia che scandiscono, nel passaggio da una ge- nerazione all’altra, l’identità di un paese. Come un collegamento c’è tra quelle che qualche sto- Con l’affissione di questa targa si ristabilisce quindi rico ha chiamate le “generazioni del risorgimento” e un collegamento tra più generazioni: quella dei giova- la presenza della fanfara dei bersaglieri, intitolata al ni di oggi con quella dei loro nonni che vissero i tor- cap. Bruchi, eroe cinigianese, come cinigianese era menti della 2ª guerra mondiale e quella dei loro bi- anche l’anziana Mafalda Antonelli che fu per qualche snonni, protagonisti della Grande Guerra del ’15-’18, mese la staffetta del VII Raggruppamento Bande altro crudele evento al quale il paese partecipò con Monte Amiata, comandato dal “tenente Gino”: sicu- generoso e doloroso contributo di sangue. re tracce nei nostri DNA morali. (N.B.)

Con l’ARCI Dopo una sosta al cimitero di Madonnuccia, sono sta- di Pieve S. Stefano te raggiunte le località di Antonelli (dove, lungo il tor- rente Tignana, furono fucilati Anna Boncompagni Del sui luoghi delle stragi Furia, Giuseppe Mercati, Sante Ferrini e sua moglie Il 22 agosto, avvicinandosi il giorno della ritirata dai Maria Pasquinelli), Calcina (che vide trucidare Benia- territori altotiberini, vari crimini furono commessi da mino Zanchi e Adelmo Roti) e Terranieri (teatro del- soldati tedeschi a danno della popolazione civile. l’uccisione della giovane Fines Ciavattini insieme ad Legittimati ad uccidere chiun- Adelmo Lucherini, Arturo que venisse sorpreso nelle zo- Tizzi ed Angelo Bindi). ne precedentemente sottopo- Con la benedizione consueta ste ad evacuazione forzata, la di padre Ugo, quest’anno è truppa spesso ne approfittò per stata data lettura dei capi d’ac- commettere omicidi aggravati cusa indicati nell’informazione dalla gratuità del crimine, dalla di garanzia indirizzata dalla crudeltà e dal proposito di usa- Procura militare italiana ad un re violenza sulla donne. maresciallo tedesco coinvolto Da alcuni anni il Circolo ARCI nei fatti di Vannocchia e Male- “Bororo” di Pieve S. Stefano, spese e deceduto pochi giorni in collaborazione con la sezio- prima di essere raggiunto dal- ne ANPI di Sansepolcro, pro- l’avviso. muove una commemorazione La giornata è stata conclusa da visitando, insieme ai familiari, i una cena con le famiglie, du- luoghi delle esecuzioni avve- rante la quale il Circolo “Bo- nute intorno a Madonnuccia. roro” ha consegnato una targa In modo particolare Arman ricordo all’ANPI di Sansepol- (presidente del Circolo) insie- cro che, oltre ad apprezzare il me a Silvano, Marcello, Giulia- gradito omaggio, ha ribadito no ed altri si sono impegnati la necessità di far conoscere ta- per ripulire e delimitare le aree li storie alle nuove generazioni, interessate, contribuendo in- organizzando lezioni e percor- dubbiamente a rendere più si guidati per gli alunni delle agevole la visita. scuole. (A. Bertocci)

XVI l patria indipendente l 26 settembre 2010