«L'ultimo Dei Partigiani»
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Liceo Cantonale di Lugano 1 Anno scolastico 2014/2015 Viale Carlo Cattaneo 4 Lavoro di Maturità (Storia) 6900 Lugano La parola al testimone L’uso di fonti orali per approfondire la conoscenza della storia «L'ULTIMO DEI PARTIGIANI» La testimonianza di Enzo Folezzani sull'esperienza partigiana nell'Appennino parmense. Docente responsabile Massimo Chiaruttini Simone Boraschi – IV°F Via Muraccio 6987 Caslano 2 Caro Enzo, in questi mesi ho avuto modo di ascoltare e di analizzare la tua storia. Sono molto contento di avere avuto questo onore, soprattutto perché, per me che ho i nonni di Palanzano, questo lavoro di maturità rappresentava qualcosa di più di un semplice lavoro scolastico. Ti ringrazio ancora per esserti messo a disposizione e spero che il lavoro possa piacerti. Buona lettura! Simone Boraschi 3 4 ABSTRACT Nell’Italia della seconda guerra mondiale, occupata dai nazisti, un giovane ragazzo emiliano viene costretto a scappare e a unirsi ai partigiani sui monti sopra a Parma, per sfuggire alla chiamata nell’esercito della Repubblica sociale italiana. La vicenda ha inizio nel paese di Langhirano, in provincia di Parma, e si concluderà il giorno della Liberazione a Parma. L’avventura in montagna lo mette in contatto con tutto il movimento resistenziale che si sta formando nell'estate del 1944 sugli Appennini emiliani. Oggetto del mio lavoro di ricerca è la raccolta di questa preziosa testimonianza in un’intervista audio-filmata. Questa intervista, analizzata mediante l’utilizzo di fonti orali e della ricerca storiografica, ha permesso di approfondire il periodo storico della Seconda guerra mondiale sul fronte italiano, con particolare attenzione alla zone della provincia di Parma. 5 6 INDICE 1. Introduzione p. 9 2. Il testimone e la sua vicenda p. 11 2.1. Scheda biografica del testimone p. 11 2.2. Informazioni sulle circostanze della scelta della persona p. 12 2.3. Breve descrizione di quanto narrato dal testimone p. 13 3. Le fonti orali e il loro ruolo nello studio della storia p. 15 3.1. I vari tipi di fonte p. 15 I. Le fonti orali II. L'uso delle fonti orali nella ricerca storica III. Interpretazione delle fonti orali 3.2. Breve resoconto sulla propria esperienza personale nell’uso della p. 19 testimonianza orale 4. Il contesto storico nel quale si svolgono le vicende narrate dal testimone p. 21 4.1. La II guerra mondiale p. 21 I. L'asse Roma - Berlino II. L’entrata in guerra dell'Italia 4.3. La svolta della guerra (1942-1943) p. 23 I. La caduta del fascismo in Italia II. Il governo Badoglio e l'armistizio con gli Alleati III. L'invasione tedesca IV. L'inizio della "Resistenza all' invasore" 4.4. L'Emilia nella Resistenza P. 28 I. Dall'estate all'inverno 1944 II. La fine della guerra sul fronte italiano 7 8 5. La testimonianza p. 31 5.4. Il Distaccamento "Marco Pontirol Battisti" p. 31 I. Storia II. Il ruolo della staffetta 5.5. I rapporti della Resistenza p. 47 I. Introduzione II. Rapporto con gli Alleati III. Rapporto con i Tedeschi IV. Rapporto con la popolazione civile V. Rapporto con i fascisti 5.6. Le giornate cardini della guerra italiana p. 87 I. 25 Luglio II. 8 Settembre III. 25 Aprile 6. Conclusioni p.103 Bibliografia e Sitografia p.105 Allegati p.109 Ringraziamenti p.115 9 10 1. INTRODUZIONE Con questo lavoro di ricerca ho voluto indagare sugli avvenimenti principali avvenuti nella provincia di Parma tra l' 8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, prestando particolare attenzione alla brigata partigiana nella quale ha militato il mio testimone, il signor Enzo Folezzani. Prima di incominciare il lavoro concreto sulla testimonianza di Enzo, ho dovuto documentarmi sul contesto storico dentro il quale il testimone è vissuto. Per fare ciò, ho utilizzato diversi libri e testi, provenienti da diverse biblioteche, anche della vicina Penisola. Dopo questa prima fase di documentazione, ho potuto iniziare a svolgere il lavoro. Esso è incentrato sull’analisi di una testimonianza orale, nella quale ho potuto individuare alcuni temi interessanti, che sono stati poi l’oggetto della mia indagine. Questi dati sono stati messi a confronto con la storiografia sull’argomento. Ciò mi ha consentito, da una parte, di appurare la veridicità degli episodi narrati dal testimone; e dall’altra di completare le informazioni ricavate dall’intervista fatta Enzo con quelle fornite dagli storici che si sono occupati dell’argomento. Il lavoro mi ha consentito pure di completare eventuali lacune presenti nella storiografia su singoli episodi raccontati da Enzo, anche se per alcuni episodi, di natura propriamente privata, non è stato possibile fare un confronto storiografico approfondito. Lavorare con una testimonianza orale ha dei vantaggi che le altre tipologie di fonti non possiedono. Oltre a sopperire, come già scritto nelle righe precedenti, a eventuali lacune delle fonti scritte, le fonti orali permettono di andare a esplorare la dimensione della soggettività e della memoria, permettendo di evidenziare come il testimone si è relazionato rispetto all'evento o al contesto storico dentro al quale è vissuto. Inoltre, questa indagine mi ha permesso di conoscere la guerra non solo da un punto di vista generale, ma anche in rapporto ai luoghi in cui i miei nonni sono nati e cresciuti: una prospettiva per me molto interessante e dal grande valore, ma che viene descritta genericamente da ogni manuale di storia. Questa esperienza mi ha arricchito molto, poiché mi ha permesso di rivisitare con uno spirito rinnovato queste terre, con la consapevolezza che anche in zone molto vicine alle nostre latitudini elvetiche,vi sono luoghi dove si è respirata appieno l'esperienza della 11 guerra; dove la popolazione ha subito le angherie degli invasori e dove i resistenti hanno combattuto per la cosa più importante: la riconquista della libertà, persa con il fascismo e riconquistata dai partigiani. 12 2. IL TESTIMONE E LA SUA VICENDA Scheda biografica del testimone: Il mio testimone si chiama Enzo Folezzani. È nato a Langhirano (in provincia di Parma) l' 11 marzo 1926 in una povera famiglia contadina. All'inizio degli anni Quaranta ha incominciato a lavorare in fabbrica presso la ditta Carletto Ferrari di Torrechiara, specializzata nella trasformazione dei pomodori. Di solida fede socialista, si è unito ai partigiani all'età di diciotto anni, all'inizio dell' estate del 1944, dopo essere scappato in modo rocambolesco da casa a causa della chiamata alle armi per i giovani di classe '26 da parte della Repubblica sociale italiana. Assieme a lui, altri ragazzi si nascosero nello stabilimento dove lavorava e, grazie alla collaborazione del padrone, non furono trovati dai Tedeschi. Dopo esser scampato al pericolo, si diede alla macchia, finendo per entrare, assieme a tutti gli altri ragazzi fuggiti con lui, in un distaccamento partigiano. Da lì in seguito ha combattuto per conto del distaccamento “Marco Pontirol Battisti”1 della 47°Brigata Garibaldi nella zona tra Palanzano, Corniglio e Parma sino alla Liberazione con il nome di battaglia di "Sandokan". Durante la sua militanza nel distaccamento, è stato utilizzato come staffetta per trasportare viveri, armi e messaggi tra la pianura e le montagne in quanto, vista la sua giovane età, nessuno poteva sospettare che potesse collaborare con la Resistenza. Malgrado ciò, era uno degli uomini più esposti, in particolare durante le tappe in pianura. Appena scendeva dalla montagna e s’incamminava verso Parma, le famiglie si chiudevano in casa e non gli aprivano la porta, pur di non attirare l'attenzione delle truppe tedesche. Anche non possedendo un'arma, è stato artefice di diverse azioni rischiose. Una volta, sulla strada per Langhirano, aveva il compito di portare in montagna alcune armi (per l'esattezza si trattava di un mitra e una decina di bombe a mano) nascoste sotto i vestiti. Lungo il tragitto incontrò per caso un automezzo delle SS tedesche che si stava dirigendo verso Parma. Appena li avvistò, si sedette sui gradini di una casa vicina e rimase lì quieto fino a quando i Tedeschi non furono passati oltre, senza neanche degnarlo di uno sguardo. 1 Il distaccamento "Marco Pontirol Battisti" faceva parte del secondo battaglione della 47° Brigata d'Assalto Garibaldi, che operava prima nella zona compresa tra Langhirano e Palanzano e, in seguito, sul versante parmense della valle dell'Enza. Il distaccamento è nato dopo l’uccisione in combattimento del giovane Marco Pontirol Battisti nel paese di San Michele Tiorre, tra Pilastro e Felino (Istituto tecnico statale Carlo Emilio Gadda, "Le bande partigiane nelle valli del Parma e del Baganza", pp. 41-42) 13 Nel corso delle commemorazioni del 70° anniversario della Resistenza (1943-2013) gli è stata conferita un'onorificenza come membro del Comitato d'onore ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Provinciale di Parma) per il generoso impegno nella lotta di Liberazione. Informazioni sulle circostanze della scelta della persona: La Resistenza italiana è uno dei capitoli più importanti dell'Italia durante la sua breve e travagliata esistenza ed è un tema che sin dalle medie ha riscosso in me parecchio interesse. Le azioni della Resistenza risultavano attrattive, soprattutto perché chi le compiva erano i partigiani: figure patriottiche e misteriose che mettevano davanti agli interessi personali quello dell'intera popolazione italiana, stremata dalla guerra, dalla dittatura e dall'invasione tedesca. Ho conosciuto Enzo tramite una mia zia. Lei vive nel paese di Torrechiara, frazione di Langhirano (in provincia di Parma) da diversi anni. Nel suo tempo libero, collabora con l'associazione "Donne di Torrechiara", che organizza diversi eventi culturali sul territorio comunale. Quando, tramite lei, i componenti del gruppo hanno saputo il mio interesse ad organizzare un lavoro di maturità incentrato sulla Resistenza, hanno individuato Enzo come uno dei possibili testimoni. Le figlie, Paola e Morena, mi hanno messo in contatto con il padre, che ha accettato volentieri di mettersi a disposizione per il lavoro.