Dall'internazionale a Fischia Il Vento a Niguarda.Pdf Definitivo.Pdf

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Dall'internazionale a Fischia Il Vento a Niguarda.Pdf Definitivo.Pdf Collana Il Cormorano 37 1 TUTTI I DIRITTI RISERVATI ĈIUJ RAJTOJ REZERVITAJ 2011 ISBN 978-88-96028-61-2 © Edizioni Eva Via Annunziata Lunga 29 I 86079 Venafro (IS) Tel. e fax 0865.90.99.50 www.edizionieva.com [email protected] 2 Antonio Masi Dall’Internazionale a Fischia il vento a Niguarda L’insurrezione popolare del 24 aprile e l’impegno per la Costituzione Collaborazione e ricerche di Michele Michelino Introduzione di Roberto Cenati EDIZIONI EVA 3 Ringraziamenti Gli autori ringraziano Antonio Pizzinato, Presidente dell’ANPI della Regione Lombardia per i preziosi consigli e la cortese attenzione con cui ha seguito l’evolversi di questa ricerca; Roberto Cenati e Dante Reggi per la collaborazione in sede di ricerca negli archivi dell’ANPI. Gli Autori non dimenticano il sostegno morale di Renato Vercesi, Sa- muele Brivio, Enzo Piazza e Franco Tucci del Comitato di Sezione Martiri Niguardesi. Un grazie particolare al Presidente della sezione Alberto Codevilla, al vice Angelo Longhi e al tesoriere Silvio Rigoldi, impegnati concreta- mente nella pubblicazione di questo volume. ANTONIO MASI [email protected] MICHELE MICHELINO [email protected] 4 Prefazione Antonio Masi, nato e cresciuto a Venafro ma trasferito a Milano, nel quartiere Niguarda, da quasi cinquarant’anni ormai, ha – possia- mo dire – due patrie. Quando torna a Venafro, sembra non aver mai lasciato il Molise: conosce tutti e lo conoscono tutti, si integra ed è integrato, ma quando è a Niguarda è niguardese piú dei niguardesi di nascita. Due mondi che gli appartengono e dove si trova, nell’uno e nell’altro, a suo agio. Ma bisogna dire che Antonio, carattere aperto e spirito libero, si trova bene dovunque e con chiunque. Ricercatore impegnato, sempre interessato al sociale, attratto an- che dalla politica e dall’antropologia culturale, dedica tutto il suo tempo o quasi allo studio e alle ricerche. Dalle ricerche svolte nel Molise, sua terra natale, sono nati ben tre libri: Affettuosamente da Venafro (2003), La fiera nel tempo - Mercanti e avventori a Venafro e altrove (2005); Il mio Novecento (2010). A Niguarda Antonio aveva già dedicato un libro, Antifasci- smo e Resistenza a Niguarda e dintorni nel1984, ed ora torna alla sua città d’adozione licenziando alle stampe questo secondo libro, Dall’Internazionale a Fischia il vento a Niguarda, scaturito dalla sua grande passione per il sociale e per la lotta civile. Una pubblicazione di notevole interesse, che parte da Milano ma che non per questo si limita alla storia locale, sia perché molti sono gli eventi di Milano sono di per sé di interesse nazionale, basti pensare alla strage di Piaz- za Fontana, sia perché Masi fa in modo da contestualizzare gli eventi in un quadro storico piú ampio, a livello nazionale e anche transna- zionale. Nel volume troviamo tanti nomi. Nomi, nomi, nomi, protagonisti e testimoni, e, ovviamente, luoghi, eventi, testimonianze, pagine di storia, pagine dimenticate e qui riscoperte e riproposte. Masi ha in- tervistato persone, scavato negli archivi, spulciato nelle biblioteche e nelle emeroteche e da questo suo instancabile lavoro, scaturisce que- sto volume, che non ha una struttura rigorosa ed organica, ma pro- prio per questo risulta forse più accattivante e facilmente leggibile. Io credo che tutti i niguardesi saranno interessati a leggere il libro dove troveranno un pezzo particolarmente importante della loro sto- ria, quella legata alla Resistenza. Una storia ora drammatica, ora epi- ca, ma troveranno anche fatti minori e spesso dimenticati, che pure sono tessere che concorrono a ricostruire il mosaico della grande storia. 5 Ma anche i lettori che niguardesi e milanesi non sono (e io non lo sono) possono trovare il libro di grande interesse: non solo appren- deranno molte notizie, ma troveranno anche molti spunti di riflessio- ne. La scrittura di Masi non è quella distaccata del cronista e dello storico, ma è quella del testimone, diretto o per interposta persona, comunque sempre partecipe e tesa anche a dare un contributo per il riscatto sociale delle classi deboli. Nella realizzazione di questa pubblicazione, Masi ha potuto con- tare sull’apporto e la collaborazione dell’Associazione Nazionale Par- tigiani d’Italia, Sezione Martiri Niguardesi, e ha potuto contare sul- l’apporto di idee e la collaborazione di amici di valore, come Michele Michelino, che ripercorre, tra l’altro, le cronache del periodo degli anni di piombo, e in particolare fa rivivere le lotte operaie cui ha partecipato in prima persona. Di piacevole lettura i racconti che incontriamo nel testo, come quello dell’elezione di Miss “Vie Nuove”, o quello di Gennaro (“Il Vemisat”) che cercava di recuperare qualche lira, andando a racco- gliere i vermi nel fango lungo i canali per venderli ai pescatori. Un personaggio caratteristico tanto vero da sembrare inventato. Dall’Internazionale a Fischia il vento a Niguarda è cronaca e sto- ria, è giornalismo e letteratura, è racconto e testimonianza. Un libro che non potrà mancare nelle biblioteche di Niguarda, ma non solo. Venafro, 9 agosto 2011 AMERIGO IANNACONE 6 L’Internazionale Questo canto mi piace. Canto e titolo evocano qualcosa d’indefi- nito, mettono in moto sentimenti e organizzano stati d’animo verso qualcosa d’irraggiungibile, ma che spingono all’azione. L’Interna- zionale diventa obiettivo di una nuova umanità. E fu questo canto utopia della mia infanzia, quando sulle aie, con mio padre e con tan- ti mezzadri, cantavo ‘la terra a chi lavora, le fabbriche agli operai’. Canticchiavo l’ Internazionale con i piú deboli, con i disoccupati, i braccianti, e gli operai, sempre impegnati in gesti di solidarietà con- creta. Una fiumana di operai a piedi o in bicicletta raggiungeva la Pirel- li, la Breda, la Falck, la Marelli, l’Innocenti cantando l’ Internaziona- le: che giustizia venga: chiediamo non piú servi, non piú signor! Fra- telli tutti esser vogliamo nella famiglia del Lavor! Ci fu il grande sussulto unitario della Resistenza, ma con la Libe- razione non si avverò la profezia di Marx: ‘proletari di tutto il mon- do unitevi!’ Oggi c’è l’internazionale del capitale finanziario, che per sua natura non può tenere conto delle esigenze di chi lavora. I canti degli anni Settanta tornarono ad entusiasmarci perché im- pregnati dei valori della Resistenza e dell’antifascismo: Auschwitz di Guccini, La Pianura dei Sette Fratelli, Stalingrado, La Fabbrica degli Stormy Six. I valori della Resistenza s’innestano su ritmi nuovi, paro- le antiche che continuano a suggestionarci: evocano cori degli anni della guerra partigiana e la ricerca ci riporta alle note resistenziali dei musicisti swing sui grandi transatlantici che attraversavano l’o- ceano o al dolore degli artisti della RAI licenziati perché antifascisti, come il Trio Lescano, il cantante Vittorio Benelli o Renato Ganzena del Quartetto Hot, arruolatosi nelle Brigate Garibaldi e morto in combattimento. Bisogna ricordare anche Armando Broglia, infiltrato dal CLN negli studi dell’Eiar di Torino con il nome di Armando San- der. E poi? Il cuore resistente del pop e del rocK non smette di battere in Gran Bretagna con i RocK against Fascism e in Italia con Reggae, Hip Hop, Roots Rock. Questo filo musicale ritorna con i ragazzi delle magliette a strisce. I loro canti chiudono l’era delle canzonette che parlano di colombe che volano o di Vecchi scarponi. In questi anni è Franco Trincale che rinnova l’antica tradizione dei cantastorie. Con i suoi canti di protesta lo ritroviamo con gli operai della Fabbrica Apollon occupata da mesi: Sette mesi l’Apollon occupata. E resiste il 7 padrone furfante / A Natale pelliccia all’amante e l’azienda la tiene serrata. / Questo è quello che accade quaggiú / o caro Bambino Gesú. Trincale corre in Sicilia, ad Avola a portare conforto ai fami- liari dei braccianti uccisi dalla polizia, mentre lottavano contro il ca- poralato e canta per loro: Sicilia a lutto contro li mafiosi e gli agrari che la ricchezza vonni accumulari / con il sangue dei lavoratori. Oggi sentiamo il bisogno di una nuova stagione musicale che sappia interpretare le esigenze espresse dai drammi e dalla rabbia per le nuove povertà. Ritorna attuale il canto unitario della Resisten- za: bisogna tornare a intonare Fischia il Vento. a. m. 8 Nota introduttiva Antonio Masi, agitatore coerente e determinato di masse lavora- trici impegnate al recupero della loro dignità, poi – di recente – stu- dioso appassionato dei fenomeni sociali e politici del secondo dopo- guerra italiano, da quanto di lui emerge dal presente suo lavoro di minuta ricognizione di testimonianze e di indagine storica, si confer- ma uno degli ultimi eredi (se non proprio l’ultimo) di quel Massima- lismo rosso che si ritenne (a torto) chiuso con la segreteria Longo1 del Partito Comunista Italiano. Nativo di Venafro – il Masi –, e formatosi nella realtà contadina della “bassa” molisana nel tempo in cui gli ultimi sussulti della no- biltà terriera segnavano – della classe – l’irrevocabile esaurirsi, mi- gra nel Nord, e dopo un periodo di “nomadismo” da precarietà oc- cupazionale, trova nella milanese Niguarda un sottosuolo culturale che sente suo, ricco com’è di operative tensioni, di fermenti organiz- zativi che, avendo a suo tempo avuto a bersaglio il regime fascista, si volge ora in battaglie sindacali per l’emancipazione del proletariato. Così l’incontro di un’esperienza di lotte meridionali con l’altra, che diremo geneticamente affine, del Nord lombardo, dà vita a un innesto rigoglioso che di anno in anno va producendo, e pubblican- do con l’Editrice Eva di Venafro, frutti di qualità, meritevoli del giu- sto riconoscimento, a prescindere dalle simpatie, dalle antipatie, dal- le pregiudiziali ideologiche, da preferirsi sempre e comunque al qualunquismo e all’indifferenza dei piú. Il lavoro di Masi, compiuto – per cosí dire – a quattro mani, con la collaborazione di Michele Michelino, se pone al centro della ricer- ca la realtà socio-antropologica e politica di Niguarda, si dilata in frequenti, non brevi, incursioni nella storia d’Italia, ed europea in generale, con il risultato di fornire un panorama ampio e pressoché completo degli eventi che caratterizzarono gli anni cruciali del ’900.
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