Paesaggio in “Commedia”. Le fonti archivistiche per il paesaggio e lo sguardo dantesco sul territorio romagnolo 15 marzo 2021

Il primo fondo archivistico conservato in Istituto a essere presentato per questa occasione è il Catasto della Romagna toscana del 1834, con estremi cronologici 1834-1952, che comprende 398 registri e 12 cartelle di mappe, corredate da 108 fascicoli di allegati o arroti. I registri sono costituiti da matricole e repertori possessori, tavole indicative, registri campione e relativi supplementi. Nel 1810-1811 ebbero inizio in Toscana le operazioni per l’impianto di questo catasto geometrico e particellare, operazioni terminate nel 1834. La parte conservata presso il nostro Archivio, in particolare presso la sede di Forlì, riguarda appunto la Romagna Toscana e cioè i comuni di , , , , Sorbano (comune di ), Santa Sofia, , Dovadola, , , Castrocaro e Terra del Sole, . È cessato l’1 gennaio 1943, salvo per i comuni di Bagno di Romagna e Verghereto, nei quali è cessato l’1agosto 1952. Per questi due ultimi comuni una parte dei materiali (registri e volture) è consultabile presso la Sezione di del nostro Archivio. I fogli di mappa, con la rappresentazione dei centri abitati, dei corsi d'acqua e della viabilità ad essi parallela, sono stati digitalizzati nell'ambito di un progetto in collaborazione con la Provincia di Forlì-Cesena e sono stati i protagonisti di una mostra intitolata Romagna fiorentina. Confini Paesi Valli, organizzata nel 2014 e 2015, in collaborazione con il Comune di Castrocaro Terme-Terra del Sole. I pannelli realizzati dal nostro Istituto sono attualmente esposti presso la sede di Forlì, liberamente fruibili per i nostri utenti in occasione delle loro visite in Archivio. Iniziamo il viaggio tra i luoghi della Romagna, raffigurati in queste mappe e citati da Dante, con il torrente Acquacheta, al quale il Poeta dedica alcuni versi nel canto XVI dell’Inferno, 94-102 “Come quel fiume c'ha proprio cammino / prima da Monte Viso ‘nver levante, / da la sinistra costa d’Apennino, / che si chiama Acquacheta suso, avante / che si divalli giù nel basso letto, / e a Forlì quel nome è vacante, / rimbomba là sovra San Benedetto / de l’Alpe per cadere ad una scesa / ove dovea per mille essere recetto”.

La cascata dell'Acquacheta viene paragonata a quella del Flegetonte nel passaggio dal settimo all’ottavo cerchio, Malebolge.

AS-FC, Catasto della Romagna Toscana del 1834, mappa di Portico e San Benedetto, sezione B

Una tradizione vorrebbe che Dante avesse posto un’iscrizione vicino alla cascata, ancora oggi detta “caduta di Dante”; alla confluenza tra l’Acquacheta, il Rio Destro e il Troncalosso, i tre fiumi o torrenti che, unendosi, formano il fiume e i monti circostanti e ad alta quota, un altopiano erboso, la piana dei Romiti, proprio sopra la cascata dell’Acquacheta, sorge San Benedetto in Alpe.