Archivio Raich 001 346

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Archivio Raich 001 346 PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO QUADERNI DELLA RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO 109 Archivio Marino Raicich Inventario a cura di DANIELE MAZZOLAI presentazione di STEFANO MOSCADELLI MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2007 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI L’inventario è stato realizzato con il contributo della Direzione Generale per gli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito del progetto “Studium 2000” coordinato dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana. ©2007 Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per gli archivi ISBN 978-88-7125-289-6 Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato Piazza Verdi, 10 00198 Roma Stampato da Tipografia Senese (Siena) INDICE S. Moscadelli, Presentazione………………………………………………….. 3 Introduzione......................................................................................... 5 Nota biografica ..................................................................................... 15 Struttura dell’archivio secondo lo schema elaborato da Marino Raicich nel 1977 .................................................................................. 18 Struttura dell’archivio secondo l’ordinamento attuale ........................ 21 Abbreviazioni e acronimi ...................................................................... 30 Inventario............................................................................................. 31 I. Manoscritti e materiali di studio ............................................. 33 II. Attività politica .................................................................. 71 III. Direzione del Gabinetto G.P. Vieusseux e corrispondenza................................................................. 221 IV. Documentazione varia ...................................................... 295 Indice dei corrispondenti ................................................................. 303 Mittenti ................................................................................. 303 Destinatari ............................................................................ 319 Indice dei nomi................................................................................ 323 Riproduzioni di documenti dall’Archivio Marino Raicich ................... 333 A. Mezzedimi, Fotografie dall’Archivio Marino Raicich PRESENTAZIONE Gli archivi di personalità costituiscono un patrimonio documentario di grande interesse per lo studio di molti aspetti dell’epoca contemporanea. Ad una particolare attenzione da tempo rivolta agli archivi di grandi esponenti politici d’interesse nazionale o di scrittori e più in generale di ‘letterati’ – su cui preziosa è stata da un lato l’attività svolta dall’Archivio Centrale dello Stato e dall’altro dall’Università degli studi di Pavia –, si è in seguito aggiunto l’impegno di archivisti e bibliotecari verso l’individuazione di nuclei documentari, non sempre abbondanti o ‘completi’, riconducibili a personalità rilevanti nel campo della storiografia, della musica, della storia dell’arte e più in generale della cultura, d’impronta sia umanistica che tecnico-scientifica. In questo senso, la ricchezza quantitativa e qualitativa del materiale disponibile, nonché la vastità delle tipologie documentarie, possono essere verificate, ad esempio per il caso toscano, con quanto è emerso dal censimento condotto dalla locale Soprintendenza Archivistica in riferimento alle province di Firenze e di Pisa – mentre è in corso di completamento la rassegna relativa alle altre province della regione –, i cui esiti sono stati editi a partire dal 1996. In ambito senese la consapevolezza del rilievo di queste tipologie archivistiche ha stentato a prendere piede, rimanendo a lungo l’attenzione dei conservatóri prevalentemente rivolta agli archivi pubblici a scapito della documentazione privata e in particolare di quella personale, fors’anche in conseguenza di una relativa marginalità della città tra Otto e Novecento, del peso di una tradizione storiografica rivolta soprattutto ai fasti medievali o alla prima età moderna ed anche più in generale della sottovalutazione di questo genere di fonti da parte degli studiosi e degli archivisti locali. Non deve sorprendere, del resto, più di tanto che sia stata l’istituzione di una Facoltà di Lettere e Filosofia – avvenuta nell’anno accademico 1970-71 – a stimolare anche a Siena, come già avvenuto altrove, l’attenzione verso gli archivi di personalità. Ciò si è tradotto in un progressivo interesse verso materiale documentario riferibile a figure rilevanti sul piano nazionale o internazionale attive in ambito locale, così come a personalità che nella città avevano svolto limitatamente il proprio lavoro o addirittura che con essa non avevano avuto relazioni di rilievo. In sostanza, l’operazione condotta nel corso degli ultimi decenni dalla biblioteca della Facoltà di Lettere ha avuto il merito di caratterizzare il lavoro archivistico svolto in questo particolare settore con la volontà di rapportarsi a problematiche d’interesse generale, coerentemente con la promozione culturale e con l’indagine scientifica portate avanti dall’Università. Ne è così conseguito che ai primi archivi raccolti presso la biblioteca – il più noto dei quali è quello di Franco Fortini, già docente presso la stessa Facoltà – se ne siano progressivamente aggiunti altri che permetteranno, dopo l’iniziale lavoro di inventariazione analitica, prospettive di ricerca di svariata natura, dall’ambito storico artistico e archeologico (gli archivi Enzo Carli, Stefano Cairola, Alessandro Parronchi, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Raissa Calza), a quello letterario (archivi Plinio Carli, Paolo Cesarini, ma anche quelli Enzo Carli e Parronchi, già ricordati), a quello della canzone d’autore (archivio Fabrizio De André). È in questo contesto che si colloca l’acquisizione da parte della biblioteca della Facoltà di Lettere dell’archivio di Marino Raicich, uomo politico e figura di primo piano a livello nazionale per quanto concerne lo studio della storia della scuola, vista non solo in riferimento alla metodologia pedagogica, ma soprattutto nei suoi rapporti istituzionali, sociali e politici, con particolare attenzione alle vicende comprese fra l’Unità d’Italia e la riforma Gentile. L’inventario analitico redatto da Daniele Mazzolai, nonché la preziosa introduzione che lo precede, non solo guidano il lettore verso una proficua ricerca, ma mettono anche in luce una metodologia di 4 PRESENTAZIONE lavoro – e in parallelo di archiviazione di quanto raccolto – che permea l’attività di Raicich e in questo senso costituiscono anch’essi un risultato storiograficamente di rilievo. Il lavoro di Mazzolai fa risaltare infatti la dimensione archivistica dell’opera di Raicich, la cura rivolta all’organizzazione dei materiali ritrovati a seguito di uno scavo paziente e meticoloso, la presa di coscienza che quanto faticosamente messo insieme possa essere utile per ulteriori indagini, con lo spirito – tutt’altro che diffuso in ambito accademico – di condividere con gli altri studiosi il frutto delle proprie ricerche. Sul piano prettamente archivistico colpisce inoltre la consapevolezza di dover ‘mettere ordine’ alle carte accumulate e di dotarle di strumenti di corredo e addirittura di un ‘titolario’ di classificazione coerente e funzionale alle proprie necessità, peraltro non solo scientifiche. Raicich elaborò infatti inventari e cataloghi che dovevano servirgli per ritracciare, nella sempre più cospicua massa di appunti e fotocopie, documenti e materiali a stampa di volta in volta necessari al proprio lavoro, venendo così a svolgere il compito di ‘archivista di se stesso’ o, per meglio dire, di meticoloso organizzatore della propria memoria, sfruttando evidentemente metodi e criteri che gli derivavano dalla consuetudine con gli archivi di Stato e le biblioteche. Sulla base di quanto Raicich stesso aveva elaborato ed in considerazione delle numerazioni apposte alle unità archivistiche, Mazzolai ha potuto pazientemente ricostruire l’insieme dell’archivio, ricomponendo il disegno originario e integrandolo con quanto fosse necessario, ma sempre in coerenza con la struttura organizzativa che discendeva dall’impostazione data dal produttore. A ciò si è opportunamente aggiunta una descrizione molto attenta agli elementi identificativi ed esteriori (datazione cronica e topica, intitolazione, numerazione, cartulazione, intestazione dei supporti, ecc.) e alla consistenza delle unità documentarie, ovvero a quegli elementi formali che sono imprescindibili per una corretta valutazione critica dei documenti e per una sicura tutela degli stessi nel corso del tempo. Nel rispecchiare l’impostazione data da Raicich all’organizzazione delle proprie carte, la struttura dell’inventario si presenta pertanto organizzata in serie (Manoscritti e materiali di studio; Attività politica; Direzione del Gabinetto Vieusseux e corrispondenza; Documentazione varia), che sostanzialmente corrispondono agli ambiti della sua attività: lo studioso, l’uomo politico, il direttore del gabinetto Vieusseux. Si tratta di una struttura che privilegia chiaramente le ‘funzioni’ svolte e i ruoli ricoperti dal produttore dell’archivio, piuttosto che l’individuazione delle tipologie dei materiali conservati. Da ciò consegue, all’interno delle serie, la sequenza di unità archivistiche assai composite sul piano tipologico e qundi l’alternarsi di forme di descrizione archivistica che devono tener conto di tale situazione.
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