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14/15 Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Stagione Sinfonica

Auditorium Parco della Musica Orchestra e Coro Sala Santa Cecilia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Sabato 20 dicembre 2014 ore 18 Antonio Pappano Turno A-A1 direttore

Lunedì 22 dicembre 2014 Anna Netrebko ore 20.30 Turno B Ciro Visco del coro

Il concerto del 22 è trasmesso in diretta da Rai Radio 3 ed è ripreso dalla Rai per successive trasmissioni televisive Prima parte

durata: 50’ circa

Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto 1813 – Milano 1901)

Brani da Macbeth

Preludio e Introduzione: Coro delle streghe “Che faceste, dite su”

Scena e : “Nel dì della vittoria… Vieni t’affretta”

Coro delle Streghe: “Tre volte miagola”

Ballabili Allegro vivacissimo Allegro Valzer: Allegro vivacissimo

Coro di profughi scozzesi: “Patria oppressa”

Gran Scena del sonnambulismo: “Vegliammo invan due notti"

Medico Vincenzo Serra baritono* Dama Cristina Reale mezzosoprano*

* Artisti del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia Seconda parte durata: 35’ circa

Antonín Dvořák (Nelahozeves 1841 – Praga 1904)

Othello, Ouverture op. 93 prima esecuzione nei concerti di Santa Cecilia

Canzone alla luna, dall’ Rusalka prima esecuzione nei concerti di Santa Cecilia

Richard Strauss (Monaco di Baviera 1864 – Garmisch 1949)

Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel). Poema sinfonico da un’antica melodia, in forma di rondò op. 28 Verdi schiacciato dagli impegni in una caricatura di Melchiorre Delfico Le musiche in programma di Enrico Girardi

Musiche dal Macbeth di Verdi In scena per la prima volta nel 1847 al Teatro della Per- gola di Firenze e, in una nuova versione, diciotto anni dopo, nel 1865, al parigino Théâtre Lyrique, Macbeth, primo dei titoli shakespeariani del catalogo di Giuseppe Verdi, rappresenta un unicum all’interno di esso. È il me- lodramma cioè in cui i temi del demonismo, dell’osses- sione, dell’irrazionale e dell’indagine psichica, più an- cora che psicologica, inducono l’autore ad approntare una drammaturgia sperimentale e impopolare, nella quale le forme strofiche del belcanto e la quadratura geometrica del periodo melodico e dello stesso “nu- mero musicale” finiscono in secondo piano rispetto agli Macbeth scarti, alle irregolarità, alle improvvise deviazioni e al- l’imprevedibilità di scene e transizioni non più solo fun- AnnO DI COMPOSIzIOnE: zionali al pezzo strofico ma, per così dire, “composte” 1846-1847 dalla prima all’ultima parola, che costituiscono il cuore, PRIMA ESECuzIOnE: il nucleo profondo dell’opera. In altre parole, si potrebbe Firenze, Teatro la Pergola, dire che Macbeth è la prima opera “dispari” di un cata- 14 marzo 1847 logo che fino ad allora si costituiva di titoli “pari”, seppur SECOnDA VERSIOnE: Parigi, di un tipo di “parità” che nulla ha a che fare con le geo- Théâtre-Lyrique Imperial, 21 metrie rossiniane. aprile 1865 È un in cui il canto predilige la decla- mazione alla rotondità dell’espressione e in cui l’orche- ORGAnICO: Ottavino, stra “parla” più che non accompagni, un melodramma Flauto, 2 Oboi, per il cui debutto a napoli Verdi lamentò fosse scritturato Corno inglese, per la parte di Lady Macbeth il soprano Eugenia Tadolini, 2 Clarinetti, Clarinetto basso, che pure apprezzava profondamente, perché «ha una 2 Fagotti, 4 Corni voce stupenda, chiara, limpida, potente; ed io vorrei in 2 Trombe, 3 Tromboni, Lady una voce aspra, soffocata, cupa», raccomandando Tuba, Timpani, al contempo al protagonista maschile, il baritono Felice Percussioni, Arpa, Archi Varesi di servire «meglio il poeta che il maestro».

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 7 La trama del Macbeth

Atto primo. L’opera si apre in un bosco percorso da lampi e tuoni, dove alcune streghe commentano i sorti- legi compiuti (“Che faceste? Dite su”). Il rullo di un tam- buro annuncia l’arrivo di Macbeth e Banco, generali del- l’esercito del re Duncano. Le streghe profetizzando salutano Macbeth sire di Glamis, sire di Cawdor e re di Scozia. nell’atrio del castello, Lady Macbeth legge una lettera del marito ove egli racconta il vaticinio delle stre- ghe. Lady Macbeth riconosce l’ambizione del marito ma ne paventa la titubanza nel portare a termine l’impresa audace: sarà dunque lei ad accendere il cuore di Mac- beth e a istigarlo all’assassinio del re Duncano (“Vieni, t’affretta”). Lady Macbeth chiama le furie infernali a spin- gere il marito all’atto sanguinoso (“Or tutte sorgete o furie infernali”). La notte avviene il regicidio, ma la co- scienza di Macbeth vacilla: inizia ad avere la prima delle visioni che lo tormenteranno nel corso di tutta l’opera.

Atto secondo. Del delitto viene incolpato il figlio di Duncano, Malcolm, che si trova costretto a fuggire in In- ghilterra. Ora che Macbeth è re di Scozia, la moglie lo convince a eliminare Banco e soprattutto il figlio di costui, Fleanzio, nel timore che si avveri la seconda parte della profezia fatta a Banco: «non re ma di monarchi genitore». I sicari di Macbeth assassinano Banco in un agguato, ma Fleanzio riesce a fuggire. Durante un banchetto a corte, il clima di festa è interrotto dall’arrivo di un sicario. Macbeth è turbato e inizia a delirare: vede l’ombra del- l’amico che gli scuote innanzi i capelli insanguinati. Lady Macbeth accusa il marito di pavidità e lo invita alla ra- gione: chi è morto non può più tornare.

8 Pappano / Netrebko Atto terzo. In un’oscura caverna, Macbeth interroga le streghe. La prima dice a Macbeth di guardarsi da Mac- duff; la seconda che nessun nato di donna gli potrà nuo- cere; la terza dichiara Macbeth invincibile fino a quando non vedrà la foresta di Birnam muoversi. Sfilano quindi i fantasmi di otto re, la stirpe di Banco che regnerà: Mac- beth li scaccia e infine sviene. Lady Macbeth, intanto, lo incita ad uccidere la moglie e i figli del nobile profugo Macduff, che insieme a Malcolm sta radunando in Inghil- terra un esercito per muovere contro Macbeth.

Atto quarto. Ai confini della Scozia, i profughi scozzesi piangono le sorti della patria in mano a un tiranno che la insanguina (“Patria oppressa”). Malcolm, alla testa dei soldati inglesi, invita tutti a raccogliere i rami degli alberi e con questi avanzare mimetizzati dando l'impressione che l'intera foresta si avanzi (come nella profezia). All’in- terno del castello, assisita da un medico e una dama, Lady Macbeth è colta da sonnambulismo: si sveglia e rievoca l’assassinio di Duncano e di Banco; invano cerca di pulire le sue mani dalle macchie di sangue (“una mac- chia... è qui tuttora”). Poi sopraffatta dal rimorso, muore nel delirio. Macbeth, rimasto solo, fronteggia l'invasore, ma è ucciso in duello da Macduff.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 9 Frontespizio della prima un melodramma, per finire, che si presta assai meno edizione del Macbeth di altri a una rivisitazione antologica, se quest’ultima si concepisce come galleria di “belle melodie”. nella versione del 1847 l’opera inizia con un Preludio (n. 1), seguito da un Concertato d’introduzione (n. 2), for- mato da un Coro di Streghe e da un Duetto di Macbeth e Banco, mentre nella versione del 1865, cui si riferiscono le presenti note, Preludio e Introduzione (comprensiva di un ulteriore Coro di Streghe in posizione di Stretta) for- mano un tutt’uno. Questo unico numero mette subito in luce le due presenze protagonistiche che abitano l’oriz- zonte psichico di Macbeth: da un lato, le streghe, che simboleggiano la paura del destino, dall’altro la Lady, che rappresenta l’irrazionale ambizione che lo trascina al cri- mine. Tali sfere sono appunto prefigurate nel Preludio che si apre con due temi angosciosi che si ascolteranno

10 Pappano / Netrebko LIBRI nella celeberrima Scena del sonnambulismo della Lady e che prosegue con il ghigno beffardo, i ritmi anapestici Riccardo Muti (due brevi una lunga), le settime diminuite e le acciacca- Verdi, l'italiano. ture che marcano la presenza delle streghe. Tali sinistri Ovvero, in musica, materiali contrappuntano anche il successivo Coro delle le nostre radici streghe, che Verdi prescriveva “urlato” tanto da preferirlo Milano, BuR Rizzoli 2014 appunto cantato da un intero coro femminile piuttosto che dalle sole tre streghe della Tragedia di Shakespeare. Julian Budden «nel dì della vittoria» è l’incipitdella Scena e Cavatina di Le opere di Verdi. Lady Macbeth, secondo numero dell’opera che costituisce Da Oberto a Rigoletto dunque l’angosciosa “sortita” del tragico personaggio. Da Torino, EDT 2013 un punto di vista formale si tratta di brano “regolare”, con la scena, il «Vieni t’affretta», il tempo di mezzo «Al Gabriele Baldini. cader della sera» e la «Or tutti sorgete». non al- Abitare la battaglia. trettanto “regolari” sono però gli elementi musicali contenuti La storia di Giuseppe Verdi in questo numero: l’esordio nella scena in forma recitata Milano, Garzanti 2001 (lei che legge la lettera), la veemenza tutt’altro che “canta- bile” e l’emissione più staccata che legata del cantabile, la velocità telegrafica del tempo di mezzo e la violenza della cabaletta, con la sua anomala serie di ampi intervalli. né potranno mai ritenersi consuete le relazioni armoniche tra le parti, se è vero che il cantabile è in re bemolle maggiore, il tempo di mezzo in la maggiore e la cabaletta in mi mag- giore: un da una chiave con 5 bemolli a una con 4 diesis accademicamente da matita blu. I Ballabilisono tre brani che Verdi inserì nella versione del 1865 destinata a Parigi, dove il pubblico era abituato ad assistere a opere contenenti almeno un Balletto. non si tratta naturalmente di brani meramente decorativi perché Verdi li inserì poco dopo il principio del terzo atto, quando l’azione torna ad ambientarsi nell’oscura ca- verna abitata dalle streghe. E per l’appunto di un ballo di spiriti, diavoli e streghe si tratta, spiriti che invocano Ecate, dea della notte e dei sortilegi, affinché li istruisca sui nuovi vaticini da rivelare al re. Scomparsa la dea, il Ballo si conclude con un macabro valzer di tali spiriti in- fernali. Entrambe le danze “di cornice” sono in mi minore (ma con conclusione in modo maggiore) su tempo “Al- legro vivacissimo”, binaria la prima, ternaria (in forma ap- punto di valzer) la seconda. La danza centrale, quella relativa all’episodio di Ecate, è invece un Andante in si

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 11 CD bemolle maggiore caratterizzato da una melodia così ampia, distesa e “generosa” (Verdi la affida a clarinetto Netrebko: basso, violoncello e fagotto «onde formare un suono “Anna netrebko. Verdi” basso cupo e severo, come esige la situazione») da ri- Arie da Macbeth, sultare eccezionale nel contesto di quest’opera. Per non Giovanna d’Arco, Don Carlo, rompere la continuità dell’azione coreutica il passaggio Trovatore, Vespri siciliani dall’una all’altra di queste sezioni avviene sempre me- Anna netrebko soprano diante opportune transizioni, tutte di elevato interesse Orchestra del Teatro Regio armonico, il che spiega l’ampia fortuna di cui godono di Torino, questi Ballabili anche in sede concertistica. Gianandrea noseda Come i Ballabili, anche il Coro «Patria oppressa» è pa- direttore gina che Verdi compose in vista dell’edizione parigina DGG 2013 del 1865, dove fu inserita al principio del quarto e ultimo atto, guadagnandosi fin da subito un’eccezionale fortuna “Anna netrebko. critica e popolare. Gli anni delle battaglie risorgimentali Opera ” sono ormai alle spalle. Questo Coro, lamento dei profughi Arie da Rusalka, Don scozzesi banditi da Macbeth, non ha nulla dunque del- Giovanni, l’ottimismo di quella stagione ma è attraversato, con le Bohème, Manon, sue frasi spezzate e quasi mai cantate all’unisono, da una Lucia di Lammermoor cupezza tanto commossa da indurre qualche studioso Anna netrebko soprano a ipotizzare che il brano potrebbe avere influenzato il Wiener Philharmoniker “pianto dell’innocente” del Boris di Musorgskij . Gianandrea noseda Dopo questo Coro e la successiva di Macduff, direttore che si alimenta dello stesso spirito emotivo, il quarto atto DGG 2012 procede con «Vegliammo invan due notti… una macchia è qui tuttora», con la Grande Scena del sonnam- bulismo di Lady Macbeth. Tecnicamente parlando, si tratta di una Scena in fa minore, dove si ritrovano in or- chestra i temi annunciati nel Preludio, seguita da un am- pio segmento in re bemolle maggiore (la stessa tonalità del cantabile della Cavatina del primo atto) che costitui- rebbe l’Aria, un’Aria priva della bipartizione cantabile+ca- baletta. Il condizionale però è d’obbligo perché gli unici temi si trovano in orchestra, mentre la linea vocale è un’ampia, articolata, frastagliata sezione di prosa musi- cale appena attraversata, qui e là, da improvvise cadenze cantabili: una prosa che dà spazio a ogni minima infles- sione del delirio schizofrenico della Lady, ossessionata dalle incancellabili macchie di sangue che vede sulla propria mano, e che eleva Verdi al rango di drammaturgo musicale di prima grandezza.

12 Pappano / Netrebko Othello e Canzone alla luna di Dvořák Othello è il terzo tassello di un Trittico di Ouvertures per grande orchestra di Antonín Dvořák che si intitola Příroda, život a láska (natura, vita e amore). Avendolo composto nel corso del biennio 1891-92, l’autore lo diresse per la prima volta il 28 aprile 1892 nel concerto di congedo che tenne a Praga prima di partire alla volta degli Stati uniti, dove pure lo inserì nel pro- gramma del suo primo concerto americano, che ebbe luogo a new York il 21 ottobre dello stesso anno. Que- sto Trittico costituisce dunque la “nota di volta” dei due periodi biografico-creativi del musicista boemo, che aveva particolarmente a cuore questa tripartita composizione, il cui disegno prevede che le Ouver- tures V Přírodĕ (nel regno della natura) e Karneval celebrino le gioie che la natura e la Vita offrono al- l’uomo, mentre Othello descriva come quest’ultimo possa distruggere tali doni quando confonde l’amore con il desiderio di possesso e la gelosia. Dei tre, solo Karneval gode di frequente circolazione, forse in ragione del suo indiavolato ed eccitato vitalismo. Othello è invece pagina meditativa e tormentata, per quanto sembrino fuori luogo tali aggettivi nel caso di una musica che non perde, a causa del suo contenuto pro- Othello grammatico, la fluidità e la naturalezza tipici dell’eloquio dvořákiano. AnnO DI COMPOSIzIOnE: Ispirato ovviamente alla Tragedia shakespeariana, 1891-1892 il brano dapprima, in una sorta di esposizione di una PRIMA ESECuzIOnE: forma-sonata tritematica, rievoca il tema della natura Praga, 28 aprile 1892 (già esposto nei brani precedenti del Trittico) e dipinge i caratteri di Otello e Desdemona, per poi mettere a DIRETTORE: Antonín Dvořák fuoco, nello sviluppo, i temi del loro amore e della cor- ruzione di tale sentimento per opera della gelosia. In ORGAnICO: Ottavino, tale sviluppo compaiono anche allusioni a Wagner e 2 Flauti, 2 Oboi, la citazione di un tema che Dvořák aveva usato nella Corno inglese, propria Messa da Requiem del 1890. La ripresa dei 2 Clarinetti, 2 Fagotti, temi principali suona dunque infine beffarda. Tra gli 4 Corni, 2 Trombe, ammiratori di questa composizione si annovera per 3 Tromboni, Tuba, primo Johannes Brahms, che ne curò l’edizione Timpani, Percussioni, presso Simrock modificandone taluni dettagli d’or- Arpa, Archi chestrazione.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 13 Prima di rivolgersi alla strega che le darà fattezze umane e, con esse, la speranza di conquistare il cuore del giovane uomo che ama, la ninfa Rusalkasi rivolge alla luna affinché la sua decisione non allontani da lei l’affetto dello Spirito dell’acqua, che aveva cercato di dissuaderla dal suo intento di perseguire un amore impossibile, e abbracci per lei l’amato. Tale è il contenuto emotivo, prima che dram- matico, della celeberrima Aria della protagonista che dà nome alla Favola lirica in tre atti Rusalkadi Antonín Dvořák che, rappresentata per la prima volta il 31 marzo 1901 al Teatro nazionale di Praga, costituisce il titolo di gran lunga più fortunato del suo catalogo teatrale. Aria lirica per eccellenza la Canzone alla luna (Mĕsíčku na nebi hlubokém», tale ne è l’incipit)è la pagina d’opera più conosciuta del musicista boemo per l’og- gettiva bellezza della melodia, trasognata ma non sve- nevole, tutta in stile ed espressivo, e poggiante su un morbido tappeto d’archi in sol maggiore che con- Růzena Maturová, tribuisce non poco a determinarne il clima notturno, fa- prima interprete tato, impalpabile: una parentesi di puro, incantato, mor- del ruolo di Rusalka, bido e burroso lirismo prima che il dramma vero e proprio 31 marzo 1901. prenda l’abbrivio. © Teatro nazionale di Praga

14 Pappano / Netrebko Till Eulenspiegel Till Eulenspiegel di Strauss I tiri burloni di Till Eulenspiegel. Poema sinfonico per grande orchestra da una antica melodia in forma di rondò AnnO DI COMPOSIzIOnE: è il titolo del quinto Poema sinfonico di Richard Strauss, 1894-1895 che lo compose nel 1895. Il battesimo esecutivo ebbe PRIMA ESECuzIOnE: luogo a Colonia il 5 novembre dello stesso anno sotto Colonia, 5 novembre 1895 la guida di Franz Wüllner. Sebbene il sottotitolo rechi l’indicazione di una forma DIRETTORE: di rondò, il brano è formato come un duplice tema dap- Franz Wüllner prima sottoposto a una serie di variazioni e poi riesposto nella forma originaria. Tale “soggetto” è duplice in quanto ORGAnICO: Ottavino, 3 Flauti, formato da un motivo di violini (la “melodia antica” cui fa 3 Oboi, Corno inglese, riferimento il sottotitolo) da cui promana il sapore me- Clarinetto in re, 2 Clarinetti, dievale dell’epoca in cui si svolge l’azione immaginaria Clarinetto basso, qui rievocata e da un motivo di corno che raffigura il pro- 3 Fagotti, Controfagotto, tagonista Till Eulenspiegel. È costui una figura leggen- 4 Corni, 3 Trombe, daria della cultura fiamminga, un monello impertinente 3 Tromboni, Basso tuba, e scanzonato che scandalizza i benpensanti con il suo Timpani, Percussioni, Archi fare da ribelle e i suoi scherzi a dir poco bizzarri. nel 1889 Strauss aveva assistito a Weimar a una rappresenta- zione di un’opera comica di Cyrill Kistler su tal soggetto. Gli piacque assai, forse perché intravedeva nel provo- catorio ragazzaccio fiammingo l’immagine di sé quale era stata dipinta da quella parte del pubblico che aveva opposto maggiore resistenza alla forza dirompente – ché dire dissacrante sarebbe troppo – dei suoi primi ci- menti compositivi. Fatto sta che qualche anno dopo si dedicò a questo Poema sinfonico, “spericolato” nel suo virtuosismo orchestrale, nel quale vengono rievocati ora l’irruzione di Till a cavallo sulla piazza del mercato, ora il dissacrante sermone recitato da questi travestito da frate, ora il suo spericolato corteggiamento di un’onesta fanciulla, ora la disputa filosofica che egli conduce contro cinque avversari (un quintetto di fiati), per finire con l’ar- resto, il processo e la morte per impiccagione di Till. Il ri- torno infine del motivo associato all’impenitente monello ne sancisce tuttavia anche l’immortalità.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 15 Johann Heinrich Füssli (zurich 1741 - Londra 1825) Lady Macbeth sonnambula Testi cantati

MACBETh di Giuseppe Verdi di Francesco Maria Piave da Shakespeare

ATTO I Coro delle streghe

Streghe I Che faceste? dite su! II Ho sgozzato un verro. I E tu? III M’è frullata nel pensier La mogliera d’un nocchier; Al dimòn la mi cacciò... Ma lo sposo che salpò Col suo legno affogherò. I un rovaio io ti darò... II I marosi io leverò... III Per le secche io lo trarrò. (odesi un tamburo)

Tutte un tamburo! Che sarà? Vien Macbetto. Eccolo qua. (si confondono insieme e intrecciano una ridda) Le sorelle vagabonde Van per l’aria, van sull’onde, Sanno un circolo intrecciar Che comprende e terra e mar.

ATTO I Nel dì della vittoria… Vieni t’affretta

Lady nel dì della vittoria io le incontrai... Stupito io n’era per le udite cose; Quando i nunzi del re mi salutaro

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 17 Sir di Caudore, vaticinio uscito Dalle veggenti stesse Che predissero un serto al capo mio. Racchiudi in cor questo segreto. Addio.

Ambizioso spirto Tu sei, Macbetto... Alla grandezza aneli, Ma sarai tu malvagio? Pien di misfatti è il calle Della potenza, e mal per lui che il piede Dubitoso vi pone e retrocede.

Vieni! T’affretta! Accendere ti Vo’ quel tuo freddo core! L’audace impresa a compiere Io ti darò valore; Di Scozia, a te promettono Le profetesse il trono... Che tardi? Accetta il dono, Ascendivi a regnar.

Un servo, e la precedente. Entra un servo.

Servo Al cader della sera il Re qui giunge.

Lady Che di’? Macbetto è seco?

Servo Ei l’accompagna. La nova, o donna, è certa!

Lady Trovi accoglienza quale un re si merta. (Il servo parte.)

Lady Duncano sarà qui! qui! Qui la notte?...

18 Pappano / Netrebko Or tutti sorgete, - ministri infernali, Che al sangue incorate, - spingete i mortali! Tu notte ne avvolgi - di tenebra immota; Qual petto percota - non vegga il pugnal.

ATTO III Coro delle streghe

Tre volte miagola…

I. Tre volte miagola la gatta in fregola. II. Tre volte l’upupa lamenta ed ulula. III. Tre volte l’istrice guaisce al vento.

Tutte Questo è il momento. Su via! sollecite giriam la pentola, Mesciamvi in circolo possenti intingoli; Sirocchie, all’opra! l’acqua già fuma, Crepita, e spuma. (gettando nella caldaia) I. Tu rospo venefico Che suggi l’aconito, Tu vepre, tu radica Sbarbata al crepuscolo, Va’, cuoci e gorgoglia nel vaso infernal. II. Tu lingua di vipera, Tu pelo di nottola, Tu sangue di scimmia, Tu dente di bottolo, Va’, bolli e t’avvoltola nel brodo infernal. III. Tu dito d’un pargolo Strozzato nel nascere, Tu labbro d’un tartaro, Tu cuor d’un eretico, Va’ dentro, e consolida La polta infernal.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 19 Tutte Bolli. Bolli. (danzando intorno) E voi spiriti negri e candidi, Rossi e ceruli, Rimescete! Voi che mescere Ben sapete, Rimescete!...

ATTO IV Patria oppressa

Coro Patria oppressa! il dolce nome no, di madre aver non puoi, Or che tutta a’ figli tuoi Sei conversa in un avel. D’orfanelli e di piangenti Chi lo sposo e chi la prole Al venir del nuovo Sole S’alza un grido e fere il Ciel. A quel grido il Ciel risponde Quasi voglia impietosito Propagar per l’infinito, Patria oppressa, il tuo dolor. Suona a morto ognor la squilla, Ma nessuno audace è tanto Che pur doni un vano pianto A chi soffre ed a chi muor! Patria oppressa! Patria mia!

ATTO IV Gran scena del sonnambulismo

Medico Vegliammo invan due notti.

Dama In questa apparirà.

20 Pappano / Netrebko Medico Di che parlava nel sonno suo?

Dama Ridirlo non debbo Ad uom che viva... Eccola!

Medico un lume Recasi in man?

Dama La lampada che sempre Si tiene accanto al letto.

Medico Oh come gli occhi Spalanca!

Dama Eppur non vede.

Medico Perché sfrega la man?

Dama Lavarsi crede!

Lady una macchia è qui tuttora... Via, ti dico, o maledetta!... una... due... gli è questa l’ora! Tremi tu!... non osi entrar? un guerrier così codardo? Oh vergogna!... Orsù t’affretta!... Chi poteva in quel vegliardo Tanto sangue immaginar?

Medico Che parlò?...

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 21 Lady Di Fiffe il sire Sposo e padre or or non era? Che n’avvenne?... E mai pulire Queste mani io non saprò?...

Dama e Medico Oh terror!...

Lady Di sangue umano Sa qui sempre... Arabia intera Rimondar sì picciol mano Co’ suoi balsami non può. Ohimè!...

Medico Geme?

Lady I panni indossa Della notte... or via ti sbratta!... Banco è spento, e dalla fossa chi morì non surse ancor.

Medico Questo ancor!

Lady A letto, a letto... (s’avvia lentamente alle sue stanze) Sfar non puoi la cosa fatta... Batte alcuno!... Andiam, Macbetto, non t’accusi il tuo pallor. Andiam.

Dama e Medico Oh terror! Ah, di lei pietà! (seguono Lady Macbeth inorriditi)

22 Pappano / Netrebko RuSALkA di Antonìn Dvořák Libretto di Jaroslav Kvapil

Canzone alla luna

Rusalka Piccola luna, così alta nel cielo, La tua luce mi trafigge da lontano, Tu erri per il vasto mondo, Tu vedi le cose degli umani. Piccola luna, fermati un istante, Dimmi dov’è il mio amore! E digli, piccola luna d’argento, Che per me tu l’avvolgi fra le tue braccia, Digli che, almeno per un istante, Egli si ricordi di me in sogno. Rischiaralo, laggiù, molto lontano, E digli quanto l’aspetto! E se io apparissi in sogno, A quest’anima umana, Forse si sveglierebbe con il ricordo! Ah, piccola luna, non nasconderti, non nasconderti!

(Il testo è cantato nell’originale ceco)

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 23 © Musacchio & Ianniello

24 Pappano / Netrebko Antonio Pappano direttore

Sir Antonio Pappanoè Direttore Musicale dell’Accademia na- zionale di Santa Cecilia dal 2005; dal 2002 è Music Director del Covent Garden di Londra. In passato ha ricoperto altri in- carichi di prestigio: nel 1990 viene nominato Direttore Musi- cale della norske Opera di Oslo e dal 1991 al 2002 ricopre lo stesso ruolo al Théâtre Royalde laMonnaiedi Bruxelles. nato a Londra nel 1959 da genitori italiani, ha studiato pia- noforte, composizione e direzione d’orchestra negli Stati uniti. Fra le tappe più prestigiose della sua carriera sono da ricor- dare i debutti alla Staatsoper di Vienna nel 1993, al Metropoli- tan di new York nel 1997 e al Festival di Bayreuth nel 1999. Pappano ha diretto molte tra le maggiori orchestre del mondo, tra cui new York Philharmonic, Wiener e Berliner Phil- harmoniker, Concertgebouw di Amsterdam, Symphonieor- chester des Bayerischen Rundfunks, London Symphony e lo scorso aprile ha debuttato alla Scala di Milano con Les Tro- yens di Berlioz. nel 2005 è stato nominato “Direttore dell’anno” dalla Royal Philharmonic Society e ha vinto il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana per l’esecuzione dei Requiem di Brahms, Britten e Verdi realizzati con i Complessi Artistici dell’Accade- mia di Santa Cecilia. Sir Antonio Pappano registra in esclusiva per Emi Classics (ora Warner Classics) e con l’Orchestra e il Coro di Santa Ce- cilia ha inciso diversi cd. Fra le incisioni più recenti segnaliamo la Sinfonia n. 2 di Rachmaninoff, la Sesta Sinfonia di Mahler, la Nona Sinfonia “Dal nuovo Mondo” di Dvořák, la Petite Messe Solennelle di Rossini, i Quattro pezzi sacri di Verdi, il War Re- quiem di Britten e il cd “Rossini Ouvertures”. Il 16 aprile 2007 Sir Antonio Pappano è stato nominato Ac- cademico Effettivo di Santa Cecilia; nel 2012 la regina Elisa- betta lo ha nominato Cavaliere per i servizi resi alla musica; nello stesso anno è stato anche nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 25 © Dario Acosta

26 Pappano / Netrebko Anna Netrebko soprano

Anna netrebkoè unanimemente riconosciuta come una delle più acclamate e premiate cantanti del mondo. Presente nei maggiori teatri, il soprano russo è stato salutato dalla Asso- ciated Press come “la nuova d’inizio Ventunesimo se- colo”. nel 2007 è stata la prima musicista “classica” ad essere stata nominata nella categoria delle “100 persone più influenti” dalla rivista Time. Dal suo debutto al Festival di Salisburgo nel ruolo di Donna Anna (Don Giovanni 2002) la netrebko si è esibita, tra l’altro, alla Metropolitan Opera, San Francisco Opera, Lyric Opera of Chicago, Covent Garden di Londra, Scala di Milano, Wiener Staatsoper, Opéra di Parigi, Staats- oper di Berlino, Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera diretta dalle più celebri bacchette. Inoltre è ospite abituale del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo (dove ha avuto luogo il suo debutto) per collaborare con il suo mentore, il direttore Valery Gergiev. Anna netrebko incide in esclusiva per l’etichetta Deutsche Grammophon e la sua vasta discografia comprende album solistici, brani da concerto e opere. I suoi dischi da solista Opera Arias, Sempre Libera,Russian Album, Souvenirs, In the Still of Night, Anna Netrebko: Live at the Metropolitan Opera, e Anna Netrebko. Verdi sono stati tutti dei bestseller; inoltre ha registrato la Traviata, Le nozze di Figaro, La bohème, I Capuleti e i Montecchi, War Requiemdi Britten, Stabat Materdi Pergo- lesi e Rossini (questi ultimi due cd con l’Orchestra dell’Acca- demia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano). Anna netrebko è stata ospite dei maggiori show televi- sivi come Good Morning America (ABC), The Tonight Show with Jay Leno (nBC), 60 Minutes (CBS) e documentari su di lei sono stati trasmessi dalle televisioni di Austria, Dani- marca, Germania, Russia e Svizzera. nel 2008 è stata eletta “musicista dell’anno” da Musical America; in Germania ha ricevuto il prestigioso premio Bambi, in Gran Bretagna l’uK’s Anna netrebko è un’artista Classical BRIT Awards come “Cantante dell’anno” e “Fe- CSAM – Centre Stage Artist male Artist of the Year”. nel 2005 le è stato conferito il Rus- Management sian State Prize (la maggiore onorificenza nel campo delle arti e della letteratura) e nel 2008 è stata insignita del titolo www.annanetrebko.com di “People’s Artist of Russia.”

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 27 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Sir Antonio Pappano Direttore musicale

Carlo Rizzari direttore assistente

Violini primi Carlo Maria Parazzoli*, Roberto González- Monjas*, Ruggiero Sfregola, Marlene Prodigo, Elena La Montagna, Margherita Ceccarelli, Roberto Saluzzi, Fiorenza Ginanneschi, Roberto Granci, Paolo Piomboni, Barbara Castelli, Kaoru Kanda, Jalle Feest, nicola Lolli, Daria Leuzinger, William E. Chiquito Henao, Soyeon Kim, Ylenia Montaruli, Olesya Emelianenko, Elisa Papandrea

Violini secondi Alberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli, Rosario Genovese, Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi Capicchioni, Riccardo Piccirilli, Daniele Ciccolini, Andrea Vicari, Maria Tomasella Papais, Cristina Puca, Giovanni Bruno Galvani, Brunella zanti, Svetlana norkina, Annamaria Salvatori

Viole Raffaele Mallozzi*, Simone Briatore*, Sylvia Mayinger, Michael Kornel, Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona Balint, Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, Stefano Trevisan, David Bursack, Luca Manfredi, Federico Marchetti, Stefania Pisanu

Violoncelli Luigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori, Diego Romano, Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di Donna, Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna, Danilo Squitieri, Roberto Mansueto, Giuseppe Scaglione

28 Pappano / Netrebko Contrabbassi Antonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita Mazzantini, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco Cardarelli, Enrico Rosini, Paolo Cocchi, nicola Cascelli, Simona Iemmolo

Flauti Carlo Tamponi*, Andrea Oliva*, nicola Protani, Giovanni Gandolfo Ottavino Davide Ferrario

Oboi Paolo Pollastri*, Francesco Di Rosa*, Anna Rita Argentieri, Andrea Gallo Corni inglesi Maria Irsara, Gabriele Cutrona

Clarinetti Stefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone Sirugo Clarinetto piccolo Leonardo Abbruzzo Clarinetto basso Dario Goracci

Fagotti Francesco Bossone*, Andrea zucco*, Fabio Angeletti, Carmen Maccarini Controfagotto Alessandro Ghibaudo

Corni Alessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco Bellucci, Arcangelo Losavio, Luca Agus, Fabio Frapparelli, Giuseppe Accardi

Trombe Andrea Lucchi*, Omar Tomasoni*, Ermanno Ottaviani, Vincenzo Camaglia, Antonio Ruggeri

Tromboni Andrea Conti*, Enzo Turriziani*, Agostino Spera Trombone basso Maurizio Persia

Tuba Gianluca Grosso

Timpani Enrico Calini*, Antonio Catone*

Percussioni Marco Bugarini, Edoardo Albino Giachino, Andrea Santarsiere, Michele Camilloni

Arpa Cinzia Maurizio*

*Prime parti soliste. nB: le prime parti del concerto odierno sono evidenziate in neretto

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 29 Ciro Visco maestro del coro

Dal marzo 2010 Ciro Visco è il Maestro del Coro dell’Acca- demia nazionale di Santa Cecilia, da settembre 2011 ha as- sunto anche la carica di Direttore responsabile delle Voci Bianche. Dal 1997 al 2000 è attivo all’Accademia di Santa Cecilia accanto a norbert Balatsch, e in seguito come maestro del coro in numerose produzioni collaborando, tra gli altri, con direttori quali Sinopoli, Chung, Tate, Roberto Abbado, Sado e Morricone. negli ultimi anni ha preparato il Coro di Santa Cecilia in occasione di concerti in prestigiose sedi europee: Théâtre des Champs Elysées, Teatro alla Scala di Milano, PROMS di Londra e Festival di Salisburgo. Ciro Visco è stato maestro del coro al Teatro Carlo Felice di Genova dal 2001 al 2010, al Teatro San Carlo di napoli e a Radio France. Recentemente ha preso parte alle incisioni dello Stabat Mater, del Guillaume Telle della Petite Messe So- lennelle di Rossini, dei Quattro pezzi sacri di Verdi e del War Requiemdi Britten.

30 Pappano / Netrebko Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Ciro Visco maestro del coro

Mirco Roverelli maestro collaboratore

Soprani Anna Maria Berlingerio, Cristina Cappellini, Fabrizia Carbocci, Mascia Carrera, Maria Chiara Chizzoni, Letizia Cosacchi, Roberta De nicola, Rosaria Di Palma, Sara Fiorentini, Rosita Frisani, Francesca Gavarini, Cristina Iannicola, Orietta Manente, Donika Mataj, Maura Menghini, Eufrasia Meuti, Antonietta nigro, Daniela Petrini, Patrizia Polia, Patrizia Roberti, Emanuela Scilocchi, Bruna Tredicine, Marta Vulpi Mezzosoprani Simonetta Anniballi, Cristina Bigaroni, Francesca Calò, Antonella Capurso, Maria Grazia Casini, Anna Stefania Februo, Michela Malagoli, Giovanna Mayol, Simonetta Pelacchi, Patrizia Pupillo, Cristina Reale Contralti Flavia Caniglia, Katia Castelli, Daniela Gentile, Gabriella Martellacci, Tiziana Pizzi, Donatella Ramini, Maura Riacci, Violetta Socci Tenori Corrado Amici, Francesco Assi, Antonio Cerbara, Anselmo Fabiani, Alessandro Galluccio, Massimo Iannone, Ivano Lecca, nicola Montaruli, Carlo napoletani, Gianluca Parisi, Simone Ponziani, Valerio Porcarelli, Carlo Putelli, Antonio Rocchino, Marco Santarelli, Carmelo Scuderi, Antonio Sorrentino, Francesco Toma, Paolo Traica, Maurizio Trementini, Cesare zamparino Baritoni Gian Paolo Fiocchi, Sergio Leone, Davide Malvestio, Marcovalerio Marletta, Antonio Vincenzo Serra, Massimo Simeoli, Andrea Sivilla, Roberto Valentini, Renato Vielmi Bassi Danilo Mariano Benedetti, Andrea D’Amelio, Francesco Paolo De Martino, Fabrizio Di Bernardo, Giulio Frasca Spada, Cesidio Iacobone, Antonio Mameli, Giuliano Mazzini, Marco Pinsaglia, Antonio Pirozzi

Accademia Nazionale di Santa Cecilia 31