museo nazionale del bargello

a sala, con volte a crociera ribassate, sostenute da robusti pilastri in pie- tra forte, fa parte del nucleo più antico del palazzo e la sua edificazione piano terra L 2 risale a poco dopo la metà del XIII secolo (1255-1260). Era in origine la sala d’ingresso e presumibilmente vi avevano sede i soldati e la “corte” (araldi, trombettieri, cavalieri) al servizio del podestà. Ospitava anche una cappella, Sala di dalla quale proviene la Madonna col Bambino (1), parte di un più vasto affresco di scuola giottesca che includeva i donatori, vari santi e fanciulli con i simboli dei sestieri della città, trasferito nell’Ottocento sulla parete della sala dove oggi si trova. Con la trasformazione del palazzo in carcere (dal 1574 al e della scultura 1857), il vasto ambiente fu suddiviso in più vani, destinati alle guardie e alle varie magistrature di giustizia. I volumi originari furono recuperati nel corso del restauro ottocentesco (1858-1865), demolendo le infrastrutture, e le pareti del Cinquecento furono dipinte da Gaetano Bianchi con decorazioni araldiche in stile gotico, secondo il gusto del tempo, successivamente imbiancate. Dall’istituzione del museo, nel 1865, all’alluvione del 1966, la sala accolse – assieme alla contigua sala della torre, oggi adibita a ingresso e biglietteria – la collezione dell’Armeria medicea. Nel riordinamento seguito all’alluvione, fu deciso di trasferire l’Armeria al secondo piano e di collocare qui le opere di Michelan- gelo e degli scultori del Cinquecento, precedentemente distribuite in ambienti diversi, secondo l’allestimento attuale, concepito da Luciano Berti e realizzato dall’architetto Carlo Cresti tra il 1970 e il 1975, oggi in parte modificato. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

2 3 principali  principali

8 Michelangelo Buonarroti Bacco opere 1496-1497 opere Marmo, cm 207 Inv. 10 Sculture

È una delle prime opere del maestro, poco più che ventenne, e certamente la prima scultura monumentale in cui si cimentò, ispirandosi alla statuaria classica. Questo giovane Bacco ebbro, in precario equilibrio e affiancato da un piccolo satiro che assapora un grappolo d’uva, fu commissionato all’artista – giunto per la prima volta a Roma nel giu- gno 1496 – dal cardinale Raffaello Sansoni Riario per il palazzo della Cancelleria, allora in costruzione. Il cardinale, tuttavia, non apprezzò la scultura e la cedette al banchiere Ja- copo Galli, nel cui giardino ricco di antichità il Bacco michelangiolesco rimase dal 1501 fin verso il 1570. Nel 1572 l’opera fu acquistata dai Me- dici per 240 ducati e risulta esposta agli Uffizi almeno dal 1591. Posta nel corridoio della Galleria, a diretto confronto con capolavori dell’arte classica della collezione medicea, l’opera doveva dimostrare come Michelangelo avesse uguagliato, se non superato, gli antichi fin dalla prima giovinezza. La novità della  9 Michelangelo Buonarroti questi due tondi marmorei l’artista e del Bambino, allo “stiacciato” della posa instabile e della composizione, Madonna col Bambino sperimentò il rilievo di forma circo- figura di san Giovannino – e alter- che prevede più punti di vista, di- e san Giovannino (“Tondo Pitti”) lare, che per soggetto e dimensioni nando nel modellato superfici per- mostra infatti il superamento dei 1505 si accordasse a un uso devozionale fettamente levigate ad altre lasciate Marmo, cm 91 x 80 modelli classici e l’inizio della per- Inv. 93 Sculture privato. quasi scabre (secondo la tecnica del sonale ricerca espressiva del maestro. È evidente la riflessione dell’artista cosidetto “non finito”), Michelangelo Assieme a molte altre sculture “mo- sul rilievo “stiacciato” di tradizione riuscì a conferire all’opera una vibra- derne” degli Uffizi, il Bacco venne L’opera fu commissionata al Buo- donatelliana, per gli effetti prospettici zione mutevole per effetto della luce trasferito al Bargello nel 1871. narroti dal mercante fiorentino Bar- e “atmosferici” conferiti dal progres- e a rendere le figure come immerse tolomeo Pitti, poco prima che Mi- sivo assottigliarsi del rilievo e dal di- in uno spazio atmosferico, per certi chelangelo, terminato il David per la verso trattamento delle superfici. Per aspetti affine allo “sfumato” leonar- Signoria (1504), lasciasse Firenze per quanto l’opera non sia ultimata, essa desco. Dopo la notizia del Vasari, tornare a Roma, lasciandola incom- dimostra come Michelangelo seppe dell’opera si erano perse le tracce piuta. Ricordata dal Vasari (1550) affrontare e risolvere genialmente i fino al 1823, quando fu acquistata assieme a un altro simile “tondo” problemi dello scorcio prospettico e dal governo lorenese per la Galleria marmoreo (il “Tondo Taddei”, oggi della composizione delle figure entro degli Uffizi dall’antiquario Fedele Londra, Royal Academy), l’opera uno spazio “compresso”. Attraverso i Acciai e collocata nella sala della si trovava allora nella collezione diversi spessori del rilievo – dalle te- scultura toscana. È conservata al di Luigi Guicciardini, a Firenze. In ste quasi a tutto tondo della Vergine Bargello dal 1873. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

4 5 principali   principali

10 Michelangelo Buonarroti 11 Michelangelo Buonarroti Bruto David-Apollo opere 1539 1530-1532 opere Marmo, cm 96 Marmo, cm 147 Inv. 97 Sculture Inv. 121 S

L’opera venne commissionata dallo Nella prima edizione delle Vite (1550), storico Donato Giannotti – repub- Vasari narra la genesi dell’opera – blicano antimediceo, esule a Roma «uno Apollo che cavava una freccia – per farne dono all’amico cardinal dal turcasso» – richiesta al Buonarroti Ridolfi, in nome dei comuni ideali da Baccio Valori, commissario delle politici rappresentati dalla figura di truppe pontificie, per farne dono ai Bruto, eroe tirannicida, e con una Medici e ottenerne il perdono per il chiara allusione alle speranze dei suo tradimento. Rimasta incompiuta repubblicani fiorentini a seguito e forse confiscata coi beni del Valori, della recente uccisione del duca decapitato come “ribelle” per ordine Alessandro de’ Medici (1537) da di Cosimo I nel 1537, l’opera è do- parte del cugino Lorenzino, de- cumentata nella camera del duca in finito perciò il “Bruto toscano”. un inventario 1553, dove è interpre- Secondo il Vasari (1568), Miche- tata come «un David del Buonarroto langelo prese spunto per la figura imperfetto»: questo ha portato alla possente e fiera di Bruto da una doppia intitolazione con cui la scul- corniola antica, oltreché da ritratti tura è tuttora denominata, potendovi romani d’età imperiale. Certamente riconoscere sia un Apollo che estrae inedita è, tuttavia, la rotazione pe- una freccia dal turcasso e sovrasta il rentoria della testa (non finita), da capo di Argo decapitato (come at- cui spira al tempo stesso forza mo- testa il Vasari), che un David con ai rale e fisica; e la grandiosa dilata- piedi la testa di Golia, figura civica zione del collo e del busto, portato tradizionale e ricorrente nell’arte fio- a compimento da Tiberio Calca- rentina. gni, allievo del Buonarroti, nella Dal XVII secolo, nel temporaneo sottilissima lavorazione a gradina declino della fortuna di Michelan- del tessuto della clamide. Acqui- gelo e perché ampiamente non fi- stata dal granduca Francesco I de’ nita, l’opera cadde in disgrazia e fu Medici tra il 1574 e il 1584 per la relegata fra le statue dell’Anfiteatro, della Petraia, fu successiva- nel giardino di Boboli, fino al 1824, mente trasferita agli Uffizi (1634), quando fu riconosciuta l’autografia aggiungendovi sul piedistallo – buonarrotiana che le garantì l’espo- probabilmente nel XVIII secolo sizione nel corridoio della Galleria – l’iscrizione latina che giustifica degli Uffizi, di fronte al Bacco mi- l’incompiutezza dell’opera con il chelangiolesco: se l’uno rappresen- disgusto di Michelangelo nel ri- tava il confronto con l’antichità clas- trarre un parricida: «BRVTVS EF- sica, nella sua esasperata torsione FECISSET SCVLPTVR: SED MENTE questa scultura poteva considerarsi RECVSAT / TANTA VIRI VIRTVS, esempio della “figura serpentinata”, SISTIT ET ABSTINVIT». invenzione espressiva di Michelan- L’opera è stata trasferita al Bargello gelo all’origine del gusto manierista. dalla Galleria degli Uffizi nel 1873. L’opera è giunta al Bargello dagli Uf- fizi nel 1873. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

6 7 principali  principali

38 Benvenuto Cellini Narciso opere 1548-1565 opere Marmo, cm 149, base cm 50 x 42 Inv. Dep. 137

L’opera è così ricordata nel testa- mento del Cellini, tra i beni che lasciava al granduca Francesco I: «un Narciso di marmo greco, il quale è finito». L’artista lo aveva in- fatti realizzato per proprio diletto, usando un blocco di marmo greco che avrebbe dovuto servire per le integrazioni a un torso antico di proprietà del duca Cosimo (40), ma poi scartato per la sua pessima qua- lità. La statua rimase a lungo nella bottega dell’artista, dove fu tra- volta e danneggiata dall’alluvione del 1557: il Cellini stesso vi pose riparo, integrando e sostituendo le parti danneggiate con marmo di- verso, oggi ben distinguibili specie negli inserti alla base del collo, alla spalla destra, all’avambraccio sini- stro. La scultura figurava nel 1621 nel Casino mediceo di San Marco, da dove fu trasferita nel parco della villa di Pratolino e successivamente nel giardino di Boboli, deterioran- dosi progressivamente a causa delle intemperie. Riconosciuto soltanto nel 1940 come l’opera ricordata dal Cellini nella sua Vita, è entrato poco dopo nelle collezioni del Bar-  32 Baccio Bandinelli il Vasari nella Vita del Bandinelli: il del peccato, riscattato dal sacrificio di gello. L’esilità flessuosa del corpo Adamo ed Eva 1551 coro, di forma ottagonale e ornato di Cristo) suscitò subito aspre polemiche, di adolescente, reso dall’artista con Marmo, cm 272 (ciascuna) bassorilievi marmorei, occupò lo scul- che si protrassero ininterrottamente somma eleganza e poesia, ne fanno Inv. 14 Sculture tore per quasi vent’anni e rimase co- fino al 1722, quando l’intero com- una delle sue opere più suggestive. munque incompleto; nella loro prima plesso venne rimosso e smembrato: Nel 1547, il duca Cosimo I affidò a redazione, le statue furono giudicate L’Eterno benedicente e il Cristo de- Baccio Bandinelli – scultore e archi- inadatte al contesto sacro e vennero posto sorretto dagli angeli furono tetto di corte, rivale del Cellini – la collocate nel giardino di Boboli, come trasferiti in Santa Croce, dove tuttora costruzione di un nuovo coro mar- figure profane (il Padre Eterno fu sono (rispettivamente, nel chiostro e moreo nella cattedrale di Santa Maria trasformato in Giove, Adamo ed Eva nel Sacrario della basilica); Adamo ed del Fiore e le sculture che vi sareb- rispettivamente in Apollo e Cerere). Eva trovarono posto nel Salone dei bero state collocate: il Padre Eterno La seconda redazione incontrò in- Cinquecento in Palazzo Vecchio, da benedicente, Cristo deposto sorretto vece il consenso del duca e il gruppo cui pervennero al Bargello nel 1868. dagli angeli e Adamo ed Eva, a raf- prese posto nell’abside del Duomo di Collocate nel cortile, subirono gravi figurare l’umanità prima del peccato Firenze nel 1552. La nudità dei due danni a seguito dell’alluvione del originale. L’opera ebbe una lunga e personaggi biblici (che doveva allu- 1966. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento tormentata esecuzione, come ricorda dere alla loro purezza e bellezza prima Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

8 9 principali   principali

44 Benvenuto Cellini 47 Vincenzo Danti Basamento della statua del Perseo L’Onore che vince l’Inganno opere 1553 circa 1561 opere Marmo e bronzo, cm 213 x 90 Marmo, cm 190 Inv. 531 Sculture (il basamento marmoreo); Inv. 3 Sculture Inv. 818-822 Bronzi (le figure bronzee)

Il basamento marmoreo, fino al re- Vincenzo Danti, che si era affermato stauro conclusosi nel 2000, era sor- giovanissimo con la statua bronzea montato dal grande bronzo con la di Papa Giulio III (Perugia, sacrato figura di Perseo che mostra al po- della cattedrale), fu chiamato a Fi- polo la testa decapitata di Medusa, renze al servizio di Cosimo I grazie sotto la Loggia dei Lanzi, in Piazza ai buoni uffici del potente ciambel- della Signoria. Nella sua raffinatezza lano del duca, Sforza Almeni, come e nella sua complessità, il Perseo è lui perugino, che gli commissionò l’opera più rappresentativa del ge- quest’opera per il cortile del suo nio creativo dell’artista, che fu orafo, palazzo, in via de’ Servi. Un so- scultore e scrittore, a lungo al ser- netto in lode della statua, pubbli- vizio di Francesco I, re di Francia, cato nel 1561, permette di datare a e del duca Cosimo I de’ Medici. Per quell’anno la scultura, primo lavoro espresso volere di quest’ultimo, Cel- in marmo del Danti e suo capola- lini eseguì, tra il 1550 e il 1554, la voro. Rappresenta l’allegoria dell’O- monumentale statua bronzea (tut- nore che vince l’Inganno, forse in tora sulla piazza) e il suo piedistallo relazione agli intrighi di cortigiani marmoreo, mirabilmente intagliato che tentatavano di insidiare la re- con motivi araldici (come le teste putazione dell’Almeni, ma anche di capricorno, emblema del duca), allusiva alla rivalità e ai contra- mitologici (come l’erma di Diana sti con altri scultori fiorentini che efesina che si ripete agli spigoli) e Danti intendeva sconfiggere con “grotteschi”. Il basamento include questa dimostrazione di bravura. statuette di bronzo a tutto tondo, L’Onore è rappresentato dalla figura collocate entro quattro nicchie, che del giovane eroe, dal corpo agile e raffigurano i personaggi del mito di possente, che soggioga e stringe al Perseo, tratto dalle Metamorfosi di laccio l’Inganno, raffigurato come Ovidio – Giove, Mercurio, Minerva, un vecchio barbuto e con la testa Danae col piccolo Perseo – come avvolta da un turbante. Sotto di spiegano, nei cartigli sottostanti, le lui, un serpente dalla testa umana iscrizioni latine, dettate dall’umani- allude alla menzogna velenosa, se- sta Benedetto Varchi. Faceva parte condo l’iconografia biblica. L’opera del basamento anche il bassorilievo rivela l’abilità compositiva dello con la Liberazione di Andromeda scultore, seguace di Michelangelo, (43), in origine collocato sul para- e la sua padronanza del disegno e petto sottostante. Del Perseo celli- dell’anatomia, nell’intreccio delle niano, il Bargello conserva inoltre il significato politico del Perseo, al pari logna, nella seconda metà del secolo due figure, ricavate da un unico primo bozzetto in cera (45), e una di quello della Giuditta che decapita si diffuse in tutte le principali corti blocco di marmo. La perfezione tec- realizzazione in bronzo, in scala ri- Oloferne di , posta quasi di d’Europa. A seguito del restauro del nica e l’eleganza dei dettagli dimo- dotta e con varianti (46), forse re- fronte sulla stessa piazza, intendeva Perseo, per il suo precario stato di strano la sua adesione al gusto del lativo all’elaborazione del progetto alludere alla sconfitta dei nemici conservazione il basamento marmo- manierismo e lo studio delle opere finale. Dopo una laboriosa e difficile (anche politici) in nome della virtù reo è stato tolto dalla piazza (dove di Benvenuto Cellini. Nel 1775 la fusione, nel 1554 il grande bronzo fu e della giustizia divina. Il Perseo è è oggi sostituito da una copia) ed scultura fu trasferita dal cortile di collocato sotto la Loggia dei Lanzi, considerato il capolavoro dell’artista esposto al Bargello, completo di tutti palazzo Almeni al giardino di Bo- in piazza della Signoria, tra l’univer- e un’opera emblematica del linguag- i suoi bronzi originali, già conservati boli; fu successivamente collocata sale ammirazione, come rammenta gio colto e raffinato del manierismo, al museo dal 1971. in Palazzo Vecchio, da dove giunse Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento lo scultore stesso nella sua Vita. Il che attraverso Cellini e poi Giambo- al Bargello nel 1868. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

10 11 sala

la

principali  Inv. 403 Sculture  52 (Jean de Boulogne) menti equestri dei granduchi Cosimo la sala 15 Jacopo Tatti detto il Sansovino Fiume (da uno studio di Michelangelo), , 1541-1542 circa 1550 circa  42 Benvenuto Cellini Mercurio volante I e Ferdinando I, rispettivamente in Sala di Michelangelo Altarolo mediceo opere 1578-1580 circa Bronzo, bronzo dorato, legno, Bronzo, cm 16,5 x 31,3 Apollo e Giacinto, 1548 circa piazza della Signoria e in piazza della e della scultura del Cinquecento cm 130 x 64 (l’insieme) Marmo, cm 191 base inclusa Bronzo, cm 187 Inv. 32 Bronzi Santissima Annunziata – Giambolo- Inv. 446 Bronzi  28 Pierino da Vinci (attribuito) Inv. Dep. 136 Inv. 449 Bronzi   43 Benvenuto Cellini gna fu a capo di una fiorentissima e  1 Scuola giottesca 16 Pietro Francavilla Sansone e i Filistei (da uno studio (dal para- celebre bottega, che accoglieva artisti Madonna col Bambino, fanciulli Mosè (bozzetto per la statua di Michelangelo), 1550 circa Perseo libera Andromeda petto sottostante la statua del Per- e donatore, metà XIV secolo della cappella Niccolini in Santa Croce), Bronzo, cm 32 Insieme al Ratto delle Sabine in sia fiorentini sia stranieri (soprattutto 1554 affresco 1580 circa Inv. 99 Bronzi seo in piazza della Signoria), piazza della Signoria, è questa l’opera fiamminghi), nella quale operavano Terracotta, cm 79  Bronzo, cm 81 x 90  2 Giovanfrancesco Rustici 29 Benvenuto Cellini più famosa di Giambologna, l’artista come collaboratori diretti del mae- Nettuno sul carro, 1510 circa Inv. 449 Sculture (o ?) Inv. 483 Bronzi  d’origine fiamminga che trascorse a stro scultori di prima grandezza quali Bronzo, cm 68 x 42  17 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo Ganimede, 1560 circa 44 Benvenuto Cellini Basamento della statua Firenze gran parte della sua vita e Pietro Francavilla, Antonio Susini, Inv. 53 Bronzi Il Giorno (derivazione dalla Tomba Bronzo, cm 88 Inv. 439 Bronzi del Perseo, 1553 circa  3 Andrea Contucci detto Il Sansovino di Giuliano de’ Medici di Michelangelo) primeggiò per quasi mezzo secolo Adrian de Vries e Pietro Tacca, as- Marmo e bronzo, cm 213 x 90 Madonna col Bambino, Inizi XVI secolo 1534-1537  30 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo Inv. 531 Sculture (il basamento marmoreo); alla corte, favorito dai granduchi sieme a numerosi apprendisti. Una Terracotta, cm 41 x 23 Terracotta, cm 55 Allegoria di Fiesole, 1545 circa Inv. 818-822 Bronzi (le figure bronzee) Francesco I e Ferdinando I. Oltre alle delle attività prevalenti all’interno Inv. 451 Sculture Inv. 315 Sculture Pietra serena, cm 198  45 Benvenuto Cellini  4 Artista fiorentino  18 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo Inv. Dep. 134 commissioni dei sovrani per grandi della bottega era la realizzazione di Modello per la statua del Perseo, Testa di Bacco, (derivazione da Il Crepuscolo (derivazione dalla Tomba  31 Baccio Bandinelli opere pubbliche – fra cui i monu- bronzetti, che traducevano in piccolo 1550-1553 Jacopo Sansovino), XVI secolo di Lorenzo de’ Medici di Michelangelo), Busto di Cosimo I, 1544 circa formato opere o modelli giambolo- Cera, cm 78 Terracotta, cm 23 1534-1537 Marmo, cm 91 Inv. 424 Cere gneschi, destinati al collezionismo Inv. 520 Sculture Terracotta, cm 50 Inv. 7 Sculture  46 Benvenuto Cellini  5 Bottega di Benedetto da Maiano Inv. 314 Sculture  32 Baccio Bandinelli internazionale di sovrani e signori di Perseo (bozzetto per la statua bronzea 1480-1495 circa  Adamo ed Eva, 1547-1551 tutta Europa, contribuendo in modo Crocifisso, 19 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo di piazza della Signoria), 1550-1553 circa Legno policromo, cm 32,5 L’Aurora (derivazione dalla Tomba Marmo, cm 272 (ciascuna) determinante alla fortuna e alla dif- Bronzo, cm 85 Inv. 20 Sculture Lignee di Lorenzo de’ Medici di Michelangelo), Inv. 14 Sculture Inv. 359 Bronzi fusione di questa preziosa e raffi-  6 Giovanfrancesco Rustici 1534-1537  33 Bartolomeo Ammannati  47 Vincenzo Danti nata tipologia artistica. Il Mercurio Zuffa di cavalieri, 1505 circa Terracotta, cm 55 Allegoria della Vittoria e Guerriero L’Onore che vince l’Inganno ,1561 Terracotta con tracce di bronzatura Inv. 313 Sculture giacente (dalla Tomba di Mario Nari) volante, che fu subito tra le creazioni Marmo, cm 190 cm 44 x 47 x 23  20 Giambologna (Jean de Boulogne) Marmo, cm 200 x 100 (Vittoria); più ammirate e replicate di Giambo- Inv. 3 Sculture Inv. 469 Sculture Appennino (bozzetto per il “gigante” cm 78 x 164 (Guerriero)  48 Vincenzo Danti logna, deve la sua fama non solo  7 Matteo Ferrucci del Tadda del parco di Pratolino), 1578-1579 Inv. Dep.138 (Vittoria) Sportello della cassaforte all’eleganza e all’agilità delle forme, Alessandro morente, inizi XVII secolo Terracotta, cm 31 x 54 Inv. 250 Sculture (Guerriero) di Cosimo I, 1559 Porfido e alabastro orientale, cm 80 Inv. 553 Sculture  34 Vincenzo de’ Rossi ma anche all’audacia della posa che Bronzo, con lumeggiature a foglia d’oro, Inv. 187 Sculture Adone morente, seconda metà nasconde la straordinaria sapienza  21 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo cm 99 x 67  8 Michelangelo Buonarroti del XVI secolo Fiume (bozzetto di fontana), Inv. 440 Bronzi tecnica e fusoria dell’artista: capace Bacco, 1496-1497 Marmo, cm 68 x 77 1550 circa  49 Daniele da Volterra di tenere in equilibrio la figura sulla Marmo, cm 207 Inv. 6 Sculture Argilla e cera, cm 60 Busto di Michelangelo, 1564 circa Inv. 10 Sculture  35 Bartolomeo Ammannati (attribuito) punta di un piede, sorretto dall’esile Inv. 317 Sculture Bronzo, cm 76  9 Michelangelo Buonarroti Mosè (da Michelangelo), 1515 circa perno di bronzo che simula il soffio  22 Pietro Francavilla Inv. 96 Bronzi Madonna col Bambino e san Marmo, cm 63 Aronne (bozzetto per la statua  50 Vincenzo Danti del vento. Il Mercurio volante è ri- Giovannino (“Tondo Pitti”), 1505 Inv. 100 Sculture della cappella Niccolini in Santa Croce), Mosè e il serpente di bronzo, 1559 cordato per la prima volta nel 1580 Marmo, cm 91 x 80  36 Bartolomeo Ammannati 1580 circa Bronzo, cm 90 x 176 Inv. 93 Sculture Leda e il cigno (da un disegno quando, ultimato dal Giambologna, Terracotta, cm 65,5 Inv. 257 Bronzi  10 Michelangelo Buonarroti di Michelangelo), 1540-1550 circa venne inviato a a Roma, Inv. 450 Sculture  51 Giambologna (Jean de Boulogne) Bruto, 1539 Marmo, cm 50 x 61  23 Niccolò Pericoli detto Il Tribolo e Pietro Francavilla residenza del cardinale Ferdinando Marmo, cm 96 Inv. 73 Sculture Fiume (bozzetto di fontana), Firenze vittoriosa su Pisa, 1575-1580 de’ Medici, futuro granduca. Qui il Inv. 97 Sculture  37 Baccio Bandinelli 1550 circa Marmo, cm 290  11 Michelangelo Buonarroti Ebbrezza di Noè, 1540-1550 circa bronzo fu sistemato a coronamento Argilla e cera, cm 60 Inv. 8 Sculture David-Apollo, 1530-1532 Marmo, cm 59 x 90 di una fontana, che ornava la scali- Inv. 316 Sculture  52 Giambologna (Jean de Boulogne) Marmo, cm 147 Inv. 311 Sculture  24 Pierino da Vinci (attribuito) Mercurio volante, 1578-1580 circa nata d’accesso alla villa e vi rimase Inv. 121 Sculture  38 Benvenuto Cellini Sansone e i Filistei (da uno studio Bronzo, cm 187 fino al 1780, quando il granduca  12 Giovanfrancesco Rustici Narciso, 1548-1565 di Michelangelo), 1550 circa Inv. 449 Bronzi Madonna col Bambino e san Marmo, cm 149, base cm 50 x 42 Pietro Leopoldo di Lorena lo fece Bronzo, cm 37 53 Giambologna (Jean de Boulogne) Giovannino, 1508 Inv. Dep. 137 rimuovere per collocarlo al centro Inv. 286 Bronzi Bacco, 1560 circa Marmo, diam. cm 91  39 Francesco Mosca, detto “Moschino”  25 Scultore fiorentino Bronzo, cm 208 della nuova “Sala dei bronzi mo- Inv. 102 Scultura Diana e Atteone, 1554-1564 Fiume (da uno studio Inv. 898 Bronzi derni”, agli Uffizi. Insieme a tutte le  13 Jacopo Tatti detto il Sansovino di Michelangelo), 1550 circa Marmo, cm 77 x 100 Inv. 310 Sculture opere di quella sala, è stato trasferito Madonna col Bambino, 1550 circa Bronzo, cm 22,8 x 25,9  40 Benvenuto Cellini al Bargello intorno al 1870. Cartapesta dipinta, cm 110 x 180 Inv. 34 Bronzi Ritratto di Cosimo I, 1545 Inv. 471 Sculture  26 Vincenzo Danti (attribuito) Bronzo, cm 117  14 Jacopo Tatti detto il Sansovino L’Onore che vince l’Inganno, 1560 circa Inv. 358 Bronzi Bacco, 1511-1512 Terracotta, cm 46  41 Benvenuto Cellini e arte romana Marmo, cm 146 Inv. 286 Sculture Ganimede, 1548, I-II secolo d. C. (il torso) Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Inv. 120 Sculture  27 Scultore fiorentino Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Marmo, cm 107 12 13 Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

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