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LUGLIO 1943: LA GUERRA SBARCA IN SICILIA. IL BILANCIO DELLA DISFATTA

Capitolo XXIV

La Sicilia in guerra, separata, separatista

1943 - 1945

Luglio 1943: la guerra sbarca in Sicilia. Il bilancio della disfatta Quando, il 10 luglio 1943, gli anglo-ameri- cani diedero l'assalto alla Sicilia, l'isola era tutt'altro che preparata alla difesa: non lo era militarmente, non lo era spiritualmente. Tre anni di rinunce, di razionamenti, di carovita, di paure, di rilassamento civile, e, nell'ultimo anno, le molte vite spezzate, i gravi danni subì- ti, il terrore delle ricorrenti e disastrose incur- sioni aeree, e infine la sensazione della disfatta avevano fiaccato le resistenze della popolazio- ne. E non erano pochi coloro che, consapevoli della superiorità strategica e logistica del nemico, vincitore ormai nello scacchiere africano, si auguravano in cuor loro che giungesse presto purché tutto finisse. Questo radicato fatalismo, frutto dell'amaro senso dello sfacelo, era una costante dell'anima siciliana: tutt'altra cosa che il desiderio acre del- più guerra italiana e neppure fascista: è guerra Sopra: La Conferenza di Casablanca. la disfatta, ma semplicemente l'aspirazione alla mussoliniana. Il Paese lo sente e lo dichiara ad In questa città, nella giornata fine dei tormenti, costasse pure la sconfitta o la alta voce. L'esercito pure lo sa, e fa la guerra conclusiva dei colloqui fra i rappresentanti delle Potenze resa. C'era in tutto ciò il costume antico dell'es- perché c'è un'organizzazione militare, ma lo fa impegnate nella guerra contro di malavoglia». E proprio allora iniziavano ad l'Asse - Roosevelt, Churchill, ser soggetti, il sentimento filosofico dell'inutilità Hopkins e i capi di Stato del martirio e l'orgoglio di rappresentare — intensificarsi, ripetuti e devastanti, i bombar- Maggiore dei due Paesi -, il 23 gennaio 1943 venne decisa anche nella capitolazione dinanzi al nemico — damenti aerei sulle indifese città della Sicilia, l'invasione della Sicilia, stabilita le ragioni più profonde e vere di un'umanità che, per «la luna favorevole di luglio». All'impresa venne dato nello sbaraglio di una guerra incompresa e per- il nome convenzionale di dente, vedeva le prospettive di un avvenire mi- "operazione Husky". gliore e più giusto. Così quel nemico, che in A sinistra: Sicilia veniva con le armi a portare lutti e rovi- L'invasione venne preceduta da una serie di micidiali ne, era alla fine atteso, e, quando fu giunto, ven- incursioni aeree sulle inermi città, allo scopo di creare ne accolto dalle moltitudini come un liberatore. disordine civile e di suscitare O, da coloro che non lo accolsero e scelsero la scoramento fra i difensori. Nella foto, la vita difficile maggiore dignità del silenzio, con un senso di della popolazione fra le strade liberazione. di Agira invase dalle macerie. Un tale sentimento, in verità, non era solo dei Siciliani. Annotava nel gennaio 1943 il maresciallo Caviglia, un eroico comandante, veterano delle campagne d'Africa e della prima guerra mondiale, nel proprio Diario: «La guerra è impopolare in Italia; ormai essa non è 508

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

Nel 1943 gran parte delle città della Sicilia presentavano zata tedesca "Sizilien", dislocato nella parte terribili aspetti di devastazione. Solo nei primi tre mesi dell'anno centro-occidentale dell'isola, e il xvi corpo ben 58 furono le incursioni aeree sull'isola. Ripetutamente d'armata, nella zona sud-orientale, compren- furono bombardate: Palermo dente le divisioni "Napoli" e "Livorno", con la (dove in tre attacchi si contarono, oltre agli ingenti divisione corazzata tedesca "Goering" e il po- danni al patrimonio edilizio, ben tente gruppo tattico "Schmaltz"; attestati a riser- 1228 vittime fra morti e feriti), Licata, Lampedusa, Sciacca, va d'armata erano i gruppi tedeschi "Neapel" e Porto Empedocle, Gela, "Fullriede", la "Livorno" stessa ed alcuni gruppi Catania, Messina, Ragusa, Siracusa, Augusta, Trapani, mobili antiparacadutisti; si aggiunsero in un Marsala e altri centri. Le incursioni si intensificarono nei secondo tempo la 15a e la 29a divisione tre mesi successivi, "Panzer-grenadier" germaniche e il xiv corpo accrescendo l'olocausto delle città semidistrutte, spopolate, d'armata corazzato tedesco, il che portò il terrorizzate. Le due tragiche contributo totale tedesco alla difesa dell'isola a immagini documentano l'effetto dei bombardamenti in due zone sei divisioni. A protezione del perimetro del centro storico di Palermo, a costiero erano attestati altri reparti italiani, quelli piazza Massimo e in via Maqueda. deputati a sostenere, da ripari malamente organizzati, il primo urto del nemico. Si trattava complessivamente di una forza di che, poco dopo, la perdita dell'impero africa- circa 315 mila uomini, di cui 255 mila italiani no, sotto l'inarrestabile avanzata degli eserciti (secondo altre fonti, di 405 mila uomini, di cui anglo-americani, rivelerà quale ormai prossi- 355 mila italiani), a prima vista una difesa im- mo territorio di operazioni per la risalita del-l' pressionante, dotata però di inadeguata prepa- Italia. razione e di insufficiente armamento: 100 carri L'isola, dicevamo, non era strategicamente armati italiani, scadentissimi e di limitato attrezzata alla difesa: non tanto per entità di rendimento, e 65 della divisione tedesca "Sizi- truppe, quanto per fortificazioni, armamento e lien" (o forse, in totale, 100 carri armati), e cir- mezzi logistici. La struttura difensiva era affidata ca 500 pezzi di artiglieria, di cui 130 tedeschi; alla vi armata italiana, poi divenuta Comando inoltre, i reparti costieri non disponevano di delle forze armate della Sicilia, organizzata su mezzi di trasporto, se non di alcune biciclette e due corpi d' armata: il xn corpo d' armata, com- di qualche autocarro. Nella sostanza, i soli re- prendente le divisioni di fanteria "Aosta" ed parti in grado di affrontare i potenti mezzi "Assietta", con la divisione di fanteria motoriz- corazzati nemici erano le divisioni tedesche, l'italiana "Livorno" e alcuni gruppi mobili. Quanto alla flotta aerea italiana, questa com- prendeva 200 caccia e 38 fra ricognitori e silu- ranti, ma solo per un terzo sicuramente efficien- ti; e comunque già prima dell'invasione essa era stata per gran parte distrutta al suolo senza aver potuto prendere parte ad alcuna controffensiva; disponevano di mezzi aerei anche i tedeschi, che però poi furono in buona misura dislocati altrove. Grossi problemi anche negli apprestamenti difensivi per difetto di materie prime, di mezzi di trasporto e di carburante, e nei rifornimenti, che influirono sulla movimentazione delle truppe. Notevoli difficoltà intralciavano il coordi- namento dei comandi: al comando supremo dell' armata era, al momento dell' attacco, il generale Alfredo Guzzoni, succeduto solo da sei 509

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A sinistra: ll generale d'armata Alfredo Guzzoni. Succedendo al generale Roatta, assunse il comando delle operazioni in Sicilia il 30 maggio 1943, praticamente alla vigilia dell'invasione, trovandosi subito alle prese con una miriade di ostacoli e di carenze. Impartì perciò direttive assai vaghe, lasciando campo alla libera iniziativa dei comandanti sottoposti. Oltretutto si manifestarono varie divergenze di vedute con i comandanti tedeschi, che, più che alle sue direttive, mostravano di attenersi a quelle dell'Oberkommando Wehrmacht.

A destra: Una parziale veduta aerea dell'imponente spiegamento di mezzi navali che il nemico predispose nella notte fra ìl 9 e il 10 luglio 1943 di fronte alle settimane al generale Roatta, e questo a sua volta la vetustà dei mezzi corazzati d'appoggio — di coste sud-orientali della Sicilia. La grandiosità dell'operazione preceduto da due successivi comandanti, cia- tenere stabilmente le proprie posizioni. Nei fatti, suscitò lo stupore degli stessi scuno dotato di propri criteri operativi e ine- poi, non sempre fu così, ma laddove si ebbero corrispondenti di guerra. All'attacco parteciparono 3.000 sperto della situazione ambientale; e anche al accanita resistenza e persino vittoriosi con- unità navali di varia specie, 1.800 mezzi da sbarco, 4.000 comando dei due corpi d'armata si avvicenda- trattacchi, essi furono solo frutto di autentiche velivoli, 15.000 automezzi, 600 rono diversi generali. Quanto alle truppe germa- vette di abnegazione e di eroismo. carri armati, 480.000 uomini con 1.600 cannoni. Ciò mentre niche, formalmente soggette per l'impiego al Mussolini queste cose sapeva, o sapeva in la difesa disponeva di 315.000 Comando italiano, esse non di rado adottavano parte. Convinto ancora di riprendere in mano la uomini, un centinaio di carri armati, 500 pezzi di artiglieria comportamenti autonomi: comandante supremo situazione (ma non così i suoi generali), contava, per lo più di modesta gittata, della Wehrmacht nel Mediterraneo era il fel- malgrado gli avvertimenti dei comandi sulle 200 caccia, dei quali solo un terzo poteva dirsi efficiente, e dmaresciallo Kesselring, e ufficiale di collega- deficienze strutturali e logistiche delle difese, scarsi mezzi di trasporto (interi reparti si spostavano in mento col comando d'armata in Sicilia il gene- che la coraggiosa resistenza degli eserciti, ora bicicletta). rale Frido von Senger und Etterlin; ma fra questi costretti a difendere il suolo della patria, avrebbe e Guzzoni non erano univoche le vedute sulla respinto l'aggressione nemica; e comunque difesa dell'isola. faceva affidamento sullo spirito bellico e sulle Il continuo succedersi di comandanti supe- indubbie capacità militari del-l' alleato riori, lo scollamento logistico fra i comandi e i germanico. reparti e la precarietà dei rifornimenti si riflette- Molto meno era fiducioso sullo spirito della rono negativamente sull' organizzazione delle popolazione e, prima di tutto, sulla collabora- difese, cui a malapena pose rimedio la febbrile zione dell'apparato civile, anche del suo partito. attività degli ultimi mesi; ma ciò non fu risolu- Né una tale sfiducia era dell'ultima ora, se già tivo né valse a ridare fiducia alle truppe italiane, nell'estate del 1941, dubitando di esso, aveva consapevoli delle proprie deficienze, tanto più ordinato il trasferimento in massa dall'isola del che ben il 75% di esse era costituito da siciliani, corpo impiegatizio di ogni ordine e grado. naturalmente soggetti a timori per le difficili L'anno dopo, in effetti, già 1.020 pubblici condizioni e per la sorte delle proprie famiglie. dipendenti erano stati trasferiti, ma poi il Basti dire che nessuno dei reparti costieri, sui provvedimento non ebbe ulteriore seguito per via quali in primo luogo si fondavano le speranze dell'incalzare dello stato di guerra e della del contenimento degli assalti, era in grado —per difficoltà di reperire i rimpiazzi. Toccò, invece, la modestia delle artiglierie, la scarsezza del ormai alla vigilia dell'invasione, alle alte ge- munizionamento, la mancanza di opere di mi- rarchie civili di essere epurate, e fra il maggio e metizzazione e di sbarramento, l'arretratezza e il giugno del 1943 furono sostituiti i prefetti 510

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

Le direttrici dell'attacco alla di Palermo, Catania, Trapani e Messina, e i e bombardieri raggruppati in 267 squadriglie. Sicilia. Gli sbarchi avvennero lungo i 260 km di costa da federali di quasi tutte le province, eccetto quelli Ai comandi erano i migliori generali, reduci Torre di Gaffe (ad ovest di di Palermo e Trapani. Si trattò, in questo caso, dalle vittoriose operazioni in Nord-Africa e ta- Licata) a Capo Murro di Porco (a sud di Siracusa). Nella di un tentativo di recuperare al fascismo la luno esperto anche delle operazioni sul fronte cuspide orientale, I'VIII armata britannica, al comando del fiducia delle popolazioni, e a nient' altro che a orientale. Lo statunitense Dwight D. Eisenho- generale Montgomery, integrata tal fine mirò la concessione alle città di Paler- wer, comandante degli Alleati nello scacchiere da una divisione canadese, travolte le difese da Scoglitti a mo, Messina e Trapani (i centri maggiormente europeo, era al vertice supremo della coalizione, Capo Ognina, irruppe verso provati dall'offesa nemica) dei distintivi di affiancato dai britannici Harold Alexander al Nord, raggiungendo S. Stefano di Camastra, Enna, Nicosia, "grande mutilata". Poco prima — estremo quan- comando delle forze terrestri nel Mediterraneo, Centuripe, Agnone; a sinistra, to inutile contentino ai Siciliani — il riabilitato Andrew Cunningham al comando delle opera- la VII armata americana, al comando del generale Patton, Cucco era stato elevato al rango di vice-segre- zioni marittime e Arthur Tedder a capo delle straripò da Gela a Torre di tario nazionale del partito. forze aeree; essi costituivano lo stato maggiore Gaffe, avanzando quindi alla volta di Marsala, Trapani, Ma la tempesta era alle porte, e nell'attacco, delle operazioni di guerra, concretamente gui- Palermo. Un tentativo di contenimento si ebbe più tardi a sferrato da Sud, il nemico scatenò infatti una date dai generali Bernard Montgomery alla testa Nord-est lungo la linea San massa imponente di mezzi navali, di armamenti, dell'armata britannica e George Patton alla testa Fratello-Agira-Troina-Bronte- Paternò, finché, cedute le di uomini. All'alba del 10 luglio, per un intero dell'armata americana. resistenze, le ultime difese si fronte costiero di 260 km, da Licata alla L'avanzata ebbe svolgimento a tenaglia, in concentrarono sulla linea Furnari-Novara-Linguaglossa- penisola della Maddalena, non era che un nero vari casi (a Gela, a Santa Croce Camerina, nella Fiumefreddo, nell'estrema pullulare di navi, mentre dall'alto stormi di zona di Scoglitti) eroicamente contrastata dalle punta dei Peloritani: ciò allo scopo di consentire la ritirata caccia proteggevano l'assalto; fu la più gran- difese costiere; energiche operazioni di dei tedeschi oltre lo Stretto. Il diosa operazione anfibia fin allora realizzata. contenimento e valorose controffensive si ebbero 17 luglio, con l'evacuazione dell'ultimo reparto germanico e Ad essa presero parte la vii armata statunitense nei capisaldi di Cassibile e Noto, più tardi a con l'ingresso degli Alleati a Messina, dopo 38 giorni la e l' vm armata britannica, per un complesso di Troina e sulla linea dell'Etna; ma, superata ogni guerra in Sicilia era finita. tredici divisioni di fanteria, due divisioni resistenza, gli americani dilagarono verso Paler-

In alto, a destra: I marines corazzate e due aviotrasportate oltre ad alcuni mo e Trapani, i britannici verso Siracusa e Cata- sbarcano in Sicilia. Il loro reparti speciali, per un totale di 478 mila uomi- nia, mentre ovunque si susseguivano le defezioni assalto fu facilitato dall'impiego per la prima volta ni, 14 mila veicoli, 500 carri armati, 1.800 can- e le autodistruzioni, e torme di sbandati, dei DKW, i prestigiosi mezzi noni; le forze navali erano costituite da 280 abbandonati i reparti e assunti abiti civili, rag- da sbarco anfibi. unità da guerra, 2.775 da trasporto, 1.800 mezzi giungevano le proprie famiglie. Si dileguavano anfibi; le forze aeree contavano 4 mila caccia via via anche prefetti e federali e persino i 511

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dipendenti comunali, mentre in molti centri le di durata della campagna di Polonia, coi 17 A sinistra: Il generale Bernard Montgomery, popolazioni affamate e ormai disanimate si ab- della campagna di Francia, coi 14 della campa- comandante dell'VIII armata bandonavano al saccheggio di depositi e ma- gna di Jugoslavia, e se si pensa alle condizioni britannica. Al comando supremo dell'operazione era preposto il gazzini e in qualche caso anche delle abitazioni di inferiorità logistica nelle quali le truppe del- generale David Dwight di privati. Di episodi di violenza e di saccheggi Eisenhower, cui erano affiancati l'Asse ebbero a misurarsi con un avversario il generale Harold Alexander, si resero responsabili, nel ritirarsi, anche le numericamente e per mezzi assai superiore. comandante delle forze terrestri, l'ammiraglio Andrew truppe germaniche, che pure in combattimento Purtroppo, fu pagato un alto prezzo alla vittoria Cunningham, comandante delle diedero onorevoli prove di valore, e in verità la anglo-americana: l'armata dell'Asse perdette, forze navali, e il maresciallo dell'aria Arthur Sicilia si trovò in quei terribili giorni preda del secondo i calcoli del generale Faldella, 9.013 Tedder, capo delle forze aeree. più vasto sfacelo sociale e morale. uomini, di cui 4.688 italiani, cui vanno aggiunti In alto: Il 22 luglio gli americani raggiungevano i 14.772 militari, soprattutto germanici, periti Il generale Giuseppe Molinero, Palermo, il 5 agosto i britannici occupavano Ca- comandante territoriale nelle incursioni nemiche durante le operazioni della zona Ovest, tenta di trattare tania; e a questo punto, considerata perduta la dell'evacuazione; molti di più furono coloro di col generale Geoffrey Keyes, incaricato di Patton, la libertà dei battaglia per la Sicilia, gli sforzi dei comandi cui nulla si seppe perché inumati in fosse reparti italiani di stanza a dell'Asse furono diretti all'obiettivo di trasferire comuni o — soprattutto siciliani — dispersisi Palermo; ma l'interlocutore restò fermo sulla linea intatti i reparti attraverso lo Stretto nel con- dopo avere abbandonato i reparti. In totale, fra della "resa incondizionata". tinente, concentrando uomini e mezzi su Mes- morti, feriti, prigionieri, dispersi, le perdite sina. Verso Messina, allo scopo di imbottigliare italiane furono di 130 mila uomini, quelle il nemico, anche gli Alleati fecero convergere tedesche di 37 mila uomini; fra le perdite ma- uno schieramento imponente di forze terrestri e teriali, 260 carri armati, 500 cannoni e un nu- aeronavali, che tuttavia non riuscirono a mero elevatissimo di aeroplani. Quanto agli impedire che le operazioni di sgombero avessero Alleati, essi subirono la perdita di 7.803 uomini pieno successo, con minime perdite; allorché, al fra caduti e dispersi, nonché di 103 carri ar- mattino del 17 agosto, le avanguardie della mati, 96 mezzi da sbarco e 274 aerei. fanteria americana posero piede nella città Questo, nelle sue nude cifre, il sintetico ingombra di macerie, gli ultimi difensori bilancio della guerra. Ma altro ancora, in ter- avevano abbandonato l'isola. mini di stragi di civili, di rovine nelle città e Finiva in quel punto la battaglia di Sicilia, nelle campagne, di danni all'economia va ag- dopo 38 giorni dall'invasione: non potevano dirsi giunto. In quell'estate 1943 tutto era, infatti, pochi, se messi a confronto coi 30 giorni compromesso e tutto precario: le campagne 512

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

tri di strade, 20 chilometri di banchine e dighe foranee, il 44% delle centrali elettriche, 1'84% delle cabine di trasformazione, i due terzi del già misero parco ferroviario, il 60% del patri- Gli Alleati avanzano in Sicilia monio alberghiero, il 20% del patrimonio zoo- EN G111314 Anche BielgorodiSterbiaileo tecnico, 1.700 ettari di bosco, 6.400 ettari di 8fedwili [Od !I conquista? riai russi Me Gagliano N E W S,' ;bio SIM il occupale dagli A Alecalt superficie coltivata, oliveti, vigneti, agrumeti.

Io, A. 0. 14. q axtumeh•vs, *t t.••••••••,,,, oelt4 Cotloroxe weeegtfewat di Colmala* In una situazione nazionale ormai pesante- ' , 14171,47"'MA*44 1"21„ I, 444140 .n4its truppe Ilberatalet 001AM due IO do,. od• li Io., ...Il.orma Orti broiri, I. F. , 944774.7 404 9,40.34. db• 11 -7.1 17, doodr0o 118011 4.40, 0•00 taxe. 31.1,11> m 111(>•etindl 7. W,/ gbg tmb,rowl y 4404 a• mente deterioratasi dopo le rovinose spedizioni 11,1 ,12,1'rela 411.0. 1.11110 0 *111 sPerifft, er1,1~ yer (11•111.• ,00"rh,004e0 1.11, 41110 rame1114, ue graIt 1..1 lr 0. .4 1,1,,14040, n'Api, Y0111eg 011 1141.4 •••ro de latarbtwo 4 ka 11 14.1 ,1 1 ”Pr.e..~ '110Ge4 I0*4 T11 1 11 ••:•• . 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H911 "A .M. a34:i I/ Ir 14»440n, 1,0 Moe1.110* tre giorni dopo la presa di Palermo, il Gran Con- *Me >ari>, 4 04 ,77, 1 eou 110 /7 . bt 41. 74141," mar.. 4,1411 N .wnm n 4 11 ,•• 1 1 1, . • p i a m e , r• j , 0,00.444ha» te Nn ma ro0 o Al i rader* 744 t4'914 4 11 1. 1010/00. 4'04 eodd tOilkl•fe omen: eiva 441 n07744 siglio del fascismo sfiduciava il duce, che il re 94,1 ty e444 11.14. ,k/,,,r4r m ( 0 ' 4] 4 474..4444 pa.04•0 41ex11o4edett 4•--C 1,9,5.. 1,14.7,. 4147/.7444, 44, M 44... fata Pt, ••••••> I pe. Thk, ; 131.11weet.• • 1/1 loro Rea 41 (110030 • I.11i11 11. tR ent • tel 10 4.4 41 .1 to1,,,,t, •/1 .1,1 ero ••••••••.•• immediatamente destituiva da capo del governo e :mtrah Auna, ot lb• .` *". ^".9 i 1.3110 0.>,^ poptít i9 Roti': n.« •,/, fon a etere a .M14 4 7-04 .11,24'44444 nrateser 49errat 1•01,, sto. 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Sebbene il rovesciamento isti- . 1 444144,47. è 204 lata. enide 4. mota 4~40 4,9, 1110» 04te10 11 q mmatAltre that ta• 1,4 (MA rata a 471re1M. 410 ddt. atett affina 4*. 0,3o do- 41474 141.64 14-r I mnetteee *II. faatatat ptpolare Me mina atta 4 1,414 ,,Miao» bre ma 1 ano 0 1 4 JP ~non 41 g149l oen rometat'ate dt 1.0 .1116, 00414 tuzionale avveratosi significasse la fine della ''Sicilia liberata", il quotidiano dittatura e, nella sostanza, il capovolgimento che accompagnò l'avanzata degli anglo-americani in Sicilia della linea di contiguità politica e militare con la e costituì fino al ripristino della Germania, la forte presenza degli eserciti tede- libertà di stampa l'unica fonte di informazioni nell'isola. Si schi in Italia costrinse il nuovo capo del governo pubblicò in formato tabloid dal ad una linea di prudenza; così che questi, 6 agosto 1943. Il primo numero andò letteralmente a affrettatosi da un canto a proclamare che la ruba, con indescrivibili resse nelle edicole, tanto che guerra proseguiva a fianco dell'alleato germani- qualche giorno dopo le autorità co, dall'altro clandestinamente intraprese una americane si indussero a ristamparlo. manovra di avvicinamento agli Alleati, sfociata nell'armistizio di Cassibile (Siracusa), reso pub- A fianco: Una folla osannante circonda le prime colonne blico 1'8 settembre, e, cinque giorni più tardi, americane entrate a Palermo. nella cobelligeranza a fianco degli anglo-ameri- Eccezionali scene di giubilo accolsero le truppe anglo- cani contro la Germania. americane nel loro passaggio per le città dell'isola: ovunque Drammatici eventi si succedettero nel biennio le popolazioni, provate dalle che seguì al 17 agosto 1943: la lenta risalita lunghe privazioni, dalle rovine, dai lutti, erano portate degli eserciti alleati per la penisola, divenuta a vedere nell'avanzata del terreno di scontro di opposti eserciti, la reazione nemico - rivelatosi tollerante e benefico - la fine della tedesca e l'occupazione di Roma, lo sbanda- guerra e dei patimenti e il mento e la disgregazione dell'esercito italiano, ristabilimento dell'ordine sociale. la fuga del re e del governo a Brindisi e poi a isterilivano, erano distrutte le fonti di produ- Salerno per gestire da qui, sotto la protezione zione, difettavano sussistenze, vestiario, medi- alleata, la possibile direzione del Paese, la frat- cinali; in moltissimi comuni mancavano l'acqua tura dell'Italia in due tronconi, con la costitu- potabile, per la distruzione degli acquedotti, e zione della Repubblica Sociale di Mussolini al l'energia elettrica; il servizio postale era Nord, e infine la Resistenza e la guerra parti- interrotto, treni non ne viaggiavano, gli uffici giana. Ma questi e altri fatti non riguardarono la pubblici erano serrati o saccheggiati, i prezzi dei Sicilia, che, separata dal continente, estranea in pochi generi alimentari che ancora si com- un primo tempo allo stesso precario Regno del merciavano erano alle stelle, ovunque spettacoli Sud governato da Badoglio, costituiva ormai di indescrivibile miseria. un'isola amministrativa sotto il governo degli Le città erano sommerse dalle macerie. La Alleati. guerra aveva distrutto 250 mila vani di abita- zione, 15 mila vani di fabbricati rurali, 9 mila automezzi e macchine agricole, 2.300 chilome- 513

LUGLIO 1943: LA GUERRA SBARCA IN SICILIA. IL BILANCIO DELLA DISFATTA

In alto: Una pattuglia britannica avanza per le strade di Catania devastate dai bombardamenti.

A sinistra: Il cardinale Lavitrano, arcivescovo di Palermo, a colloquio col generale Patton, comandante della VII armata americana.

A fianco: Reparti britannici pattugliano le strade di Augusta ricolme di macerie. 514

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXI

rità, aggravata dalla precarietà delle risorse e dall'instabilità della vita civile. Sebbene — occupate all'indomani dello sbarco le prime città nella cuspide sud- orientale del- l'isola e preso possesso dei municipi — vi fosse- ro state esercitate le prime funzioni, solo alla fine di luglio, dopo l'occupazione dell'intera area centro- occidentale e l'insediamento a Paler- mo, poté dirsi che si fosse stabilizzata un'Ammi- nistrazione militare della Sicilia. Essa prese a governare subito, rendendo note alle popolazio- ni le proprie disposizioni tramite proclami aventi valore di legge e di regolamento predisposti ancor prima dello sbarco ed affissi, via via che l'avanzata procedeva, nelle case comunali e nelle principali arterie cittadine di ogni centro; e, appunto, col primo proclama furono annunziate la cessazione di ogni potere e giurisdizione del-l' autorità italiana, e la loro assunzione da parte del governo militare alleato. Governatore militare della Sicilia fu il gene- rale Alexander, e capo dell'Amgot un altro inglese, il generale Francis Rennell of Rodd, un diplomatico che era stato addetto all'ambasciata di Roma e nell'Africa italiana aveva già organizzato l' amministrazione militare; ma, in concreto, il personaggio di maggiore spicco, fu il tenente colonnello Charles Poletti, un uomo politico del Vermont di origine italiana, che nel 1942 era stato governatore di New York e nel- l'amministrazione militare dell'isola assolse il ruolo di addetto agli Affari civili della vii arma- In alto: Scene di giubilo Il governo dell'Amgot ta americana. In pratica, era l'arbitro della si- all'indomani del 25 luglio 1943: Mussolini è caduto, il Fascismo e il difficile dopoguerra tuazione nella Sicilia occidentale soggetta al si è dissolto, il re ha affidato il Con gli eserciti anglo-americani giunse in controllo statunitense; nei territori orientali del- governo al maresciallo Pietro Badoglio. La folla esultante Sicilia un nucleo di ufficiali preparati in appo- l'isola, soggetti al controllo degli inglesi, eser- scende nelle piazze. siti corsi di addestramento alla gestione dei citava invece le funzioni di capo degli Affari Sopra: Il generale Smith, capo territori italiani occupati: era l'organico del- civili dell' viii armata britannica il commodoro di Stato Maggiore di Eisenho- wer, firma a Cassibile l'Amgot (Allied Military Government of Occu- C. E. Benson. (Siracusa) l'armistizio fra l'Italia pied Territory), una struttura amministrativa In dipendenza dalla complessità e dalla varie- e gli Alleati. A destra, in abiti civili, i rappresentanti italiani, i che ebbe i compiti di ristabilire l' ordine e di tà delle competenze esercitate, l'Amgot era arti- generali Castellano e sovvenire alle esigenze civili della popolazio- colato in varie branche o divisioni: Finanziaria, Montanari. Stipulato il 3 settembre 1943, per motivi ne, di assicurare e disciplinare i rifornimenti, di con funzioni di vigilanza sui prezzi e sulla cir- logistici l'armistizio venne ripristinare i servizi, di tutelare la sicurezza colazione monetaria; per i Rifornimenti civili, annunciato solo 1'8 settembre. Fu "una vera capitolazione": pubblica, garantendo alle spalle l'avanzata delle preposta agli approvvigionamenti e all'organiz- con esso le forze armate italiane si consegnavano truppe: compiti complessi, in una situazione di zazione del lavoro; della Sanità pubblica, con interamente all'ex-nemico, cui suprema emergenza, ardui da gestire nella compiti di direzione e coordinamento delle ini- erano devolute l'incondizionata sovranità sul Paese, sul povera eredità del passato e negli sconvolgi- ziative sanitarie e dell'attività ospedaliera; della governo, sulla popolazione e la menti morali e materiali del marasma bellico, Pubblica Sicurezza, con compiti di polizia, pro- piena disponibilità delle risorse naturali e dei beni pubblici. nella dissoluzione infine di ogni forma di auto- tezione civile e controllo sulla circolazione 515

IL GOVERNO DELL' AMGOT E IL DIFFICILE DOPOGUERRA

70/11NO Anno 77 Num. Il« isdemwle, 1043 rnortottnMitrontt LA STAMPA ...... stradale; degli Affari legali, con compiti di au- silio ai tribunali militari istituiti nell'isola per LA GUERRA E' FINITA assolvere alle funzioni delle sospese giurisdi- zioni civili; e infine delle Proprietà alleate e Badoglio annuncia alla Nazione che la richiesta di un del nemico, preposta all' amministrazione dei armistizio è stata accolta dal gen. Eisenhower beni dei cittadini degli Stati alleati requisiti dal Le forze italiane cessano ovunque da ogni ostilità contro gli mio - s a s s o n i m a governo italiano, nonché dei beni pubblici del- sapranno reagire contro eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza lo Stato italiano e di quelli dei privati allonta- Resa all’ ineluttabile la decisine imposta dall’impossibilità la notizia alla casa bianca natisi dall'isola. birre continuare l'impari lotta d i ' ••••••• Nell' ambito della Divisione finanziaria venne pedo Sediap‹. istituito uno speciale organismo, l'Amfa (Al-lied li Capo del Governo Mo,Rwalk, d lwlm Baeloglia toltolan ma, atlo alle radia or« 1 , i 5 . h o romunkentiong Military Financial Agency), cui vennero affidate . 11 Governo italiano, riconooduto, io imp.• i ibilitti di continuare l'impari lotto contro lo so. competenze delicatissime in materia di riiirch,orde pedonia wrbdiniorici, mar Intento di regolamentazione del mercato valutario e di In alto: controllo e vigilanza sulle operazioni bancarie. Nel dare notizia dell'armistizio, La Stampa di Torino, come gli altri Avrebbe dovuto costituire il termometro del quotidiani, annunciava: «La settore finanziario e garantire la copertura degli guerra è finita». Purtroppo, fuori dalla Sicilia, ormai pacificata nello istituti di credito e il reperimento di fondi desti- sfacelo sociale, non fu così. nati a mutui e prestiti; in effetti, operò in fun- Roma e l'Italia settentrionale furono subito occupate dai zione di istituto di emissione, surrogandosi alla tedeschi, mentre il re e il governo Banca d'Italia, e tra la fine di luglio e l'agosto fuggivano a Brindisi (10 settembre), Mussolini liberato 1943 mise in circolazione oltre 2.100 milioni di fondava a Salò la Repubblica lire di occupazione, le am-lire, mediante ac- Sociale Italiana, chiamando a raccolta un nuovo esercito (23 creditamenti alle banche ed anticipazioni agli settembre), iniziava nel Nord il travaglio della Resistenza, e enti pubblici. l'Italia, riconosciuta Quella massa di miliardi fu per gli appaltatori "cobelligerante", entrava in guerra contro la Germania al delle opere dello Stato e dei Comuni, che da fianco molti mesi non venivano pagati, e per gli impie- degli Alleati (13 ottobre). gati pubblici che rischiavano di rimanere senza A fianco: stipendio, una salutare panacea; essa, però, Il feldmaresciallo britannico Harold Alexander, comandante suscitò altri e gravosi problemi, poiché l'im- supremo delle operazioni terrestri nel Mediterraneo, missione nel mercato finanziario di rilevanti governatore militare della quantitativi di valuta che non trovavano riscon- dovettero sottostare al rigore di disposizioni Sicilia. Nell'isola gli Alleati costituirono un governo di tro in corrispondenti riserve auree e che aveva- restrittive delle libertà civili, imposte dallo stato occupazione, di cui fu capo il no corso solo nei territori occupati diede un di belligeranza e dall'esigenza di assicurare una generale britannico Francis Rennell of Rodd; ma esponente decisivo impulso all'inflazione e, di conse- qualche misura di ordine: così fu per il di maggiore spicco ne fu il guenza, stimolò il rincaro dei prezzi. Qualcosa tenente colonnello Charles coprifuoco, per il divieto di stampa e di orga- Poletti, un americano del fruttarono, però, imposte e tasse, un settore nel nizzazione, per le restrizioni di movimento, per Vermont di origine italiana insediato a Palermo come capo quale gli Alleati non interferirono, procurandosi la sospensione dei servizi postali e ferroviari, degli Affari Civili nei territori l'avversione delle popolazioni, che conside- per l'introduzione della censura, per l'epura- controllati dagli americani, mentre alle aree orientali ravano vessatoria — in una condizione così for- zione operata negli uffici pubblici, che, nel sovrintendeva il commodoro temente disagiata — l'esazione fiscale; ma il marasma e nell'incontrollata emotività del pri- Benson, capo degli Affari Civili dell'VIII armata britannica. gettito, alla fine dell'esercizio finanziario, risultò mo momento, colpì notevoli masse di piccoli e Nell'ultimo mese talmente irrisorio per mancate riscossioni, che medi impiegati che certamente non erano fra i dell'amministrazione alleata, nel gennaio 1944, a Poletti poté a malapena servire a pagare le sole spese notabili del passato regime; e anche i tribunali successe il colonnello Hancock. generali e di personale delle amministrazioni militari operarono senza freni, con severissime pubbliche. pronunce, fino alla pena di morte, per modesti Nel tempo, la complessa attività dell'Amgot reati comuni. Al 31 agosto, ben 1.291 persone venne articolandosi e specializzandosi, e si fece erano già state giudicate dal primo tribunale più liberale. Ma da principio le popolazioni sommario insediato a Licata, e di queste solo 155 erano state mandate assolte. 516

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

Un tribunale militare costituito nel distretto di Agrigento. Le corti di giustizia istituite dalle autorità di occupazione per assolvere alle funzioni delle giurisdizioni civili sospese, furono assai rigide e comminarono pene severissime anche per reati di modesta entità.

Di ben maggiore complessità la soluzione del alimentari, che poi finivano per tonificare la problema alimentare per una società costretta da catena del contrabbando, così che dovettero quasi tre anni a subire restrizioni e privazioni alla fine ridursi i razionamenti a quantitativi insostenibili e razionamenti annonari al limite irrisori, e di alcuni generi contingentati non della pura sussistenza. Gli Alleati lo affrontarono riuscì a farsi alcuna distribuzione. con provvedimenti di emergenza, disponendo il Un sensibile beneficio arrecò il flusso di conferimento obbligatorio all'ammasso del grano importazioni, che si instaurò allora dall'America, dell'annata in corso, ma anche del latte, della di ingenti quantitativi di farina, pasta, biscotti, carne macellata e di altri generi, parzialmente carne in scatola, zucchero, formaggio in pasta, maggiorando le quote delle razioni; tuttavia, non legumi, medicinali, caffè, sapone, combustibili, risultando sufficiente al fabbisogno l'effettiva lubrificanti e altri generi; ma — avvertiva il disponibilità di grano e di farina, più volte si nuovo capo degli Affari civili, il colonnello dovette surrogarne la distribuzione con legumi Arthur N. Hancock, succeduto nel gennaio 1944 secchi. Si introdussero alla fine di agosto i listini a Poletti — «se il popolo perseverasse nella vera dei prezzi dei generi alimentari di prima disciplina e vi fosse più altruismo da parte di necessità a quotazioni remunerative per tutti gli elementi della popolazione, il pane produttori ed esercenti, e tuttavia molti generi sarebbe sufficiente senza bisogno di ricorrere restarono per la gente, come per il passato, repe- agli Alleati. Gli Alleati non hanno alcun dovere ribili solo al mercato nero e a prezzi di gran lun- in proposito e non intendono salvare il popolo ga superiori a quelli ufficiali. dalle conseguenze della sua mancanza di senso La situazione venne deteriorandosi nel corso civico e di devozione al bene pubblico. Gli dell' anno, stante che i produttori, eludendo i Alleati importeranno ciò che l'onore detterà loro controlli e in qualche caso avvalendosi di propri [...]. Ma le navi destinate a vincere la guerra non rapporti con ufficiali alleati, riuscivano a possono essere utilizzate per importare viveri e sottrarre all'ammasso buona parte dei generi materiali che sa- 517

IL GOVERNO DELL' AMGOT E IL DIFFICILE DOPOGUERRA

Una lira di occupazione. Per regolamentare il mercato valutario e assicurare il controllo della circolazione monetaria, gli Alleati disposero la generale moratoria dei debiti e dei depositi, nonché dei pagamenti rebbero qui di facile accesso se tutti i in valuta; inoltre, per sopperire alla mancanza quasi assoluta cittadini cooperassero strenuamente». di contante nelle banche, stanti Era una pesante lezione morale, che i i prelievi straordinari di capitali e i trasferimenti nella penisola Siciliani non intesero; e l'imboscamento, i operati dai Siciliani in vista traffici illegali,la "borsa nera" (come era dell'invasione, fu immesso nel mercato un ingente quantitativo detto il minuto contrabbando) continuarono di cartamoneta, le am-/ire. ad essere, per tutti gli anni dell 'emergenza, Stampate in Africa nei tagli da 1 lira a 1.000 lire, senza alcun una vergognosa costante nella vita dell'isola, corrispettivo in riserve metalliche, nella quale si radicarono profondamente. Né esse avevano corso legale solo in Sicilia. Si pagarono in tal la Sovrintendenza regionale per gli modo stipendi, pensioni, approvvigionamenti, costituita in quel mese transazioni, saranno 526, le rapine 1.642, le estorsioni 171, forniture ed appalti; ma stesso per sostituirsi all'Amministrazione i sequestri di persona 24. gli effetti inflazionistici furono militare nel coordinamento delle attività di dirompenti, e se ne ebbe In confronto alla consistenza dei problemi, la misura allorché nel 1945 raccolta e distribuzione dei generi alimentari l'Amministrazione alleata fece, nella sostanza, la Sicilia poté fare il confronto e di uso civile, riuscì ad arginare il dilagare col livello dei prezzi, quel che poté, né sempre la sua opera si rivelò sensibilmente più basso, del fenomeno.Era venuta frattanto del Nord-Italia. accorta o corretta. Ciò valse, certamente, per evolvendo la politica dell'Amgot, che, con quel tono di crociata impresso alla campagna di la firma dell'armistizio, allentò via via e poi defascistizzazione dell'apparato amministrativo revocò le originarie restri zioni imposte alla e dei ruoli docenti della scuola e Sicilia: così, dal settembre 1943 vennero dell'Università; furono rimosse, infatti, tutte le ripristinandosi le libertà personali, ripresero maggiori autorità amministrative (prefetti, le attività bancarie e quelle dei tribunali sindaci, commissari camerali, autorità sanitarie, civili, mano a mano tornarono a funzionare provveditori agli studi e così via), ma anche i servizi postali, fen-oviari e telefonici, funzionari minori; la stessa riapertura delle furono ricostituite le Camere di Commercio, scuole fu condizionata ad una vastissima istituiti gli Uffici provinciali del lavoro in epurazione di presidi e professori; sostituzione delle soppresse corporazioni indiscriminata anche I' epurazione dei docenti fasciste dei datori di lavoro e dei lavoratori, universitari (35 a Palermo, 36 a Catania, altri riavviate alla meglio - dopo un intero anno ancora a Messina), nella gran parte dei casi di sospensione - le attività scolastiche. colpevoli solo di essere stati costretti ad Tutto ciò, però, non valeva ancora a dare iscriversi al Partito fascista. Circa 11 mila alla Sicilia nemmeno la lontana parvenza furono le destituzioni, e «si trattò della più della ripresa civile. Città e paesi, sommersi vasta opera di epurazione compiuta dagli dalle macerie, presentavano estesi quadri di Alleati in Italia» (MANGIAMELI). , "don Calò", squallore; vi erano uffici pubblici sen-ati e patriarca riconosciuto della mafia tradizionale, fratello abbandonati e fabbriche distrutte; di preti, uomo del compromesso l'indigenza diffusa, la mancanza di fonti di e dei loschi affari, paciere e garante di un ordine illegale. lavoro, il vagare di ex-soldati senza meta né Tacitato dal Fascismo, con gli Alleati risorse dall'ombra, occasioni di lavoro rendevano precaria in e con lui venne ricomponendosi vasti strati della popolazione persino la l' onorata società nel centro della Sicilia, prosperando speranza. Nel marasma e nel collasso dei imperseguita sul "mercato nero" pubblici poteri, aberrante segno di vitalità e sulla gestione dei feudi (Vizzini gestiva il feudo dava la delinquenza, le cui fila Micciché). Presto la mafia ottenne tanto credito e potere venivano ad ingrossarsi in quei tempi per politico da accaparrarsi posizioni la liberazione di circa seicento criminali dominanti nei comuni della Sicilia occidentale, evasi o dimessi dalle carceri. in centri tradizionali Ed infatti i reati aumentarono sensibilmente dell'organizzazione mafiosa. Così Vizzini, che poteva alla fine del 1943. Nelle quattro province vantare di essere stato della Sicilia occidentale gli omicidi da 87 un canale di riferimento del servizio di spionaggio dell'anno precedente passarono a 161, le americano durante rapine da 75 a 562, le estorsioni e i sequestri la preparazione dello sbarco, fu fatto sindaco del suo paese, di persona da 5 a 70, mentre non si Villalba, e, quando, assai contavano abigeati, furti, saccheggi; poi, più tardi, venne a morte, ebbe funerali solenni e una plateale alla fine del '44, gli omicidi attestazione di galantomismo 518

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

In quel semestre cruciale, dunque, in cui si incontrarono in Sicilia un mondo vecchio e ago- nizzante, e tuttavia ancora in grado di risollevar- si sulle proprie scorie, e un mondo nuovo (o che tale voleva apparire), per tanti versi espressivo già di un sistema antico di clientelaggio, si con- ciliarono innovazione e restaurazione, dando luogo al formarsi delle strutture del sistema am- ministrativo-burocratico e culturale che avrebbe traghettato la Sicilia agli anni della ripresa de- mocratica. Il discorso, naturalmente, prescinde dall'intrinseco valore delle singole personalità, che fu tante volte indiscusso. Essenziale punto di riferimento per la nor- malizzazione amministrativa nelle città e nei Giuseppe Genco Russo, in un paesi, ma anche pilastro della garanzia dell'or- disegno degli anni Sessanta. Esponente della mafia di dine, fu in quei tempi di disorganizzazione dei Mussomeli, successe a Vizzini poteri costituiti il clero locale, che manifesta- a capo della organizzazione mafiosa della Sicilia mente affiancò le iniziative degli anglo-ameri- occidentale. E che nel suo cani. Su altro versante, anche la mafia siciliana paese avesse un rango rappresentativo emerse nel non perse tempo a riemergere. Se controversa è giugno 1944, quando supplì il tuttora, a livello storiografico, la vicenda sindaco del suo paese nella convention del movimento dell'appoggio dato da essa nel '43, per in- separatista a Palermo. Era l'affidatario del feudo tervento della mafia statunitense, all'avanzata Polizzello, del quale per tempo delle truppe, è un fatto che durante 1' ammini- realizzò più tardi la smobilitazione al fine di strazione degli Alleati, «i quadri della nuova sottrarlo agli scorpori della mafia che si andavano riorganizzando ricomin- riforma agraria, e ottenne la vicepresidenza del Consorzio ciarono ad acquistare l'antico peso e potere del Tumarrano. Anche per lui, politico, ed essa ebbe affidate alle sue cure uomo "di rispetto", una patente di galantomismo. numerose amministrazioni di enti locali della Sicilia occidentale in centri tradizionali della organizzazione mafiosa» (ROMANO). Emble- Le nuove nomine (che lo Stato italiano si vide matico è, al riguardo, il caso del "patriarca" di poi costretto a riconoscere), adottate senza che si Villalba, don Calogero Vizzini, nominato sin- avesse alcuna chiarezza sulla scelta delle per- daco nel suo paese; né fu il solo episodio del sonalità da sostituire e al di fuori da ogni garan- genere. E la mafia, che andò prosperando in zia giuridica, furono frutto di decisioni arbitrarie, quel tempo col mercato nero, ricambiò il favo- di sollecitazioni esterne, di occasionali re, garantendo l'ordine agli Alleati. informazioni attinte. Ma è vero che, in quelle Ma soprattutto una nuova forza, cui la mafia circostanze, gli ufficiali dell'Amgot, ignari delle guardò con interesse strategico nella prospettiva situazioni locali, non avrebbero potuto agire della futura evoluzione degli assetti nazionali, altrimenti che affidandosi alle segnalazioni dei emerse ad agitare il depresso quadro politico loro interpreti e ai suggerimenti di quei notabili dell'isola: il movimento separatista, che proprio che derivavano la loro autorevolezza dal passato in quei tempi, e fin dai primi giorni del- prefascista, o di gruppi e istituzioni che rap- l'occupazione, cercò — sull'antica e risorgente presentavano una parvenza di potere, o infine di istanza dell'indipendenza dell'isola — di accre- quei ceti che costituivano la classe tradizionale ditarsi presso gli Alleati come soggetto rappre- predominante nell'isola, cui gli Alleati avevano sentativo delle istanze dei Siciliani. Per quanto tutto l'interesse di appoggiarsi al fine di raffor- le autorità anglo-americane, preoccupate di non zare la loro presenza nel territorio. creare i presupposti di una futura controversia 519

IL SEPARATISMO E LA RIPRESA POLITICA

diplomatica con l'Italia, avessero nelle loro Il separatismo e la ripresa politica dichiarazioni e nei loro rapporti negato ogni Nella Sicilia senza Stato la prima esteriorizzazione appoggio al disegno degli indipendentisti (REN- politica fu dei separatisti. Il 28 luglio 1943, mentre per DA), resta il fatto che, almeno in un primo tem- l'isola ancora si combatteva, un proclama affisso per le po, non mancò ai separatisti un certo atteggia- strade delle città e dei paesi raggiunti dalle forze di mento di favore da parte degli occupanti; tanto è occupazione a firma di un "Comitato per l'indipendenza vero che, proprio fra gli esponenti del separa- della Sicilia" chiedeva in nome dei Siciliani agli Alleati tismo o comunque nel seno di quelle classi che fosse dichiarata la decadenza della Monarchia sabauda agrarie aristocratiche e altoborghesi che lo fian- e la Sicilia venisse costituita in Stato indipendente a cheggiavano, essi scelsero i sindaci delle due reggimento repubblicano. maggiori città isolane, e non solo di quelle: il Dietro quella sigla c'era un anziano parlamentare cavaliere Lucio Tasca Bordonaro a Palermo, il d'epoca prefascista, considerato vicino alle posizioni marchese Antonino di Sangiuliano a Catania. E radicaleggianti di Nitti, nel cui governo era stato intorno ad essi si raccolsero altri esponenti del sottosegretario alla Guerra e poi al Tesoro nel 1919-20: blocco agrario, insediatisi al vertice di varie am- l'on. Andrea Finoc-chiaro Aprile, esponente della ministrazioni locali. democrazia liberale. Lo affiancavano altri eminenti Quando, 1'11 febbraio 1944, la Sicilia venne politici dell'età liberale, quali il demosociale Giovanni restituita dali'Amgot alla giurisdizione di Guarino Amella, il socialriformista Domenico Cigna, i un'Italia ridotta allora al debole Regno del Sud, popolari Francesco Termini e Luigi La Rosa; ma, più in essa si trovava governata, nel più assoluto sban- generale, intorno alle prime manifestazioni neo- damento, da quell'improvvisato apparato nato indipendentistiche si muoveva una eterogenea dalla confusa opera organizzativa posta in essere rappresentanza di ideologie e di interessi riconducibili al fra emergenza e contraddizioni. Da un mese, blocco aristocratico agrario (i fratelli Lucio e Alessandro venute meno le restrizioni imposte, emergeva Tasca Bordonaro, il marchese Notarbartolo di dalla clandestinità la vita politica, che, in verità, Montallegro, il principe Francesco Starrabba di già da qualche tempo si agitava fra malessere e Giardinelli, il barone Stefano La Motta, il duca Fabrizio smarrimento. Alliata di Pietratagliata, il duca Francesco Paternò Castello di Carcaci e il fratello Guglielmo, il principe Gianfranco Alliata di Montereale), nonché ad alcuni riflussi del parlamentarismo prefascista, in un ampio ven- A sinistra: taglio di tendenze comprese fra il popolarismo (Antonino Lucio Tasca Bordonaro. Esponente del blocco Parlapiano Vel l a), il s oci al riformismo (Santi Rindone, aristocratico agrario, grande Carlo Ardizzoni, Edoardo Di Giovanni) e la sinistra proprietario terriero e laudatore del latifondo moderata (Antonino Varvaro, Mariano Costa). (pubblicò nel 1943 un Elogio Era la ricorrente istanza indipendentistica che risorgeva in del latifondo siciliano), fu l'alfiere più tradizionalista una contingente aggregazione interclassista compostasi dell'indipendentismo. intorno ad un'ideologia che era nelle stratificazioni Affiancò Finocchiaro Aprile, rientrato in Sicilia nel 1942, profonde dell' ani ma siciliana, interpretando remoti nella riemergente istanza indipendentistica: la sua motivi latenti nella storia dell'isola; ed essa, nelle nomina, nel settembre condizioni di dissoluzione dell'autorità statale e nel 1943, a sindaco di Palermo è l'espressione più evidente disordine sociale dei tempi, poté fortemente radicalizzare della originaria inclinazione la spinta politica intorno alla petizione separatista. Molte di alcune sfere dell'Amgot in favore dei separatisti, nel componenti agiva- cui seno vennero prescelti alcuni sindaci: Antonino di Sangiuliano a Catania, Peppino Scarlata a Lercara, Serafino Di Peri a Bolognetta, Antonino Affronti a Misilmeri, lo stesso Vizzini a Villalba, e ancora i sindaci di Ragusa, Palma, Canicattì. 520

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

nazione furono tutti motivi che ridondarono nei vari volantini dell'Indipendenza che il Comitato diffuse fra professionisti e studenti, uomini di cultura e gente del popolo. E questi manifestini conseguirono il fine di aggregare le più disparate individualità intorno all'ideo- logia della Sicilia separata, con la coscienza viva dell'identificazione in essa degli interessi dell'isola. Si aggiungeva — meno esplicita, meno diffusamente percepita, ma sempre più assillante via via che gli eventi nel Nord-Italia precipitavano nel caos della guerra civile e nel- la Resistenza dominata dalle componenti comuniste — il timore di dover subire una rivoluzione sociale e istituzionale di matrice bol-scevica per i mutamenti sovversivi che avrebbero potuto sconvolgere l'Italia. E, non potendo opporsi a questo pericolo altra barriera che la separazione politica della Sicilia, ecco no nell' adesione a quel progetto, che non furono che nell'indipendentismo trovò la sua bandiera In alto, a destra: Andrea Finocchiaro Aprile in un soltanto gli assiomatici riferimenti alla Sicilia il potente blocco latifondistico aristocratico- caratteristico atteggiamento mitizzata o ai precedenti storici del nazionalismo borghese (MARINO). oratorio. Parlamentare e sottosegretario di Stato in siciliano, né il convincimento tipicamente Così, dunque, il separatismo ebbe molte ra- periodo prefascista, fu una sicilianista della gran parte di coloro che si gioni (seppur eterogenee, né valide per tutte le delle personalità politiche di maggior rilievo nel convulso trovarono accomunati nell'istanza di una sue componenti) e molte anime, ma una fede panorama del secondo repubblica indipendente di Sicilia. sola, che fu anche tutto il suo programma: l'in- dopoguerra siciliano. Leader indiscusso del movimento Certo, vi fu anche questo lievito aggregante; transigente certezza dell'indipendenza come indipendentista, invocò all'indomani dell'occupazione ma vi furono molte altre cose: il radicato risenti- unico bene della. Sicilia; e su di essa realizzò anglo-americana la scissione mento contro uno Stato nazionale che aveva pro- quella estesa alleanza di classi di cui si è detto. Il della Sicilia dal resto dell'Italia e non arretrò nemmeno grammaticamente subordinato il Sud al Nord, compromesso fu possibile in forza della es- dinanzi alla prospettiva di un sfruttandone «le potenziali ricchezze» e impo- senzialità delle motivazioni intorno alle quali si aperto conflitto armato coi poteri dello Stato. nendogli una condizione di inferiorità; il rifiuto realizzò la convergenza fra il conservatorismo del centralismo politico romano, «naufragato nel agrario dei grandi proprietari terrieri e il riven- Sopra: Il frontespizio de La Sicilia ai Siciliani, l'opuscolo disastroso ottantennale periodo sperimentale»; la dicazionismo sociale delle masse popolari, fra che, con lo pseudonimo di l'idealismo sicilianista dell'intellettualità medio- Mario Turri, nel 1942 un radicata credenza che le possibilità di ripresa giovane professore di Storia dell'isola potessero essere assicurate solo da un borghese e le tensioni politico-affaristiche di una delle dottrine politiche dell'Università di Catania, governo locale libero e indipendente; l'estrema e categoria di trasformisti che nella nascita di uno Antonio Canepa diede inconsistente fiducia nell'autosufficienza Stato siciliano riponevano le proprie speranze di clandestinamente alle stampe. Canepa fu il primo comandante dell'isola, tale da «assicurare al popolo la affermazione come classe dirigente o i miraggi dell'Evis, l'esercito prosperità e il benessere mai goduti»; oltre che la delle proprie fortune affaristiche. indipendentista; cadde sotto il fuoco dei carabinieri nel giugno prospettiva del sorgere di quella «gagliarda Allo stesso tempo, però, una tale composita 1945 insieme a due compagni, congerie di caratteri sociali e culturali, le con- ma il suo libretto sebbene industria siciliana» fin allora impedita dagli fosse opera maldestra e colma interessi filo-settentrionali dello Stato. traddizioni fra moderatismo e sovversivismo, i di inesattezze storiche - costituì quasi il catechismo dei E, insomma, i rancori per il modo in cui si era diaframmi etici fra reazione e progressismo e la separatisti. realizzata l'Unità nazionale, il radicato convin- disomogeneità ideologica della base e della cimento che l'indipendenza avrebbe assicurato stessa classe dirigente impedirono che nel sepa- alla Sicilia «la fine dello sfruttamento e della ratismo tutti quegli aggregati si combinassero in miseria», la promessa — valida per i ceti più unità. Sicché, nonostante che, con la conces- umili — di un profondo riformismo sociale, sione delle libertà politiche e di associazione, il l'inebriante profilo politico dell' autodetermi Comitato per l'indipendenza si tramutasse in 521

IL SEPARATISMO E LA RIPRESA POLITICA

partito e nascesse il Mis (Movimento per l'indi- sostrato siciliano, il Fronte unico, per la qualità pendenza della Sicilia), coi suoi comitati pro- e la varia estrazione dei suoi esponenti, in parte Sopra: vinciali e le sue sezioni, il separatismo rimase — reduci dal parlamentarismo democratico e Un comizio di Lucio Tasca a Palermo. Uomo di punta del come meglio vedremo in seguito — fortemente liberale prefascista, ebbe in sé autorevolezza di movimento separatista, in seno al quale rappresentò - frazionato nella sua organizzazione, discorde nei rappresentatività. Lo componevano i liberali insieme al fratello Alessandro metodi, incapace di trasformare in coerente Enrico La Loggia (proveniente dal socialri- e al figlio Giuseppe - l'ala conservatrice, Tasca fu uno azione politica la violenta verbosità della prote- formismo) e Giovanni Baviera, rettore del- dei sostenitori della rivolta sta. Sul piano logistico avrà l'appoggio della l'Università di Palermo, gli azionisti Giuseppe armata e della convergenza dei fuorilegge nelle file mafia, che però gli varrà solo come collante della Scialabba e Antonio Ramirez, il radicale Anto- dell'indipendentismo. più sprovveduta base popolare e come copertura nino Lo Presti, i cattolici Salvatore Aldisio, A sinistra: nella fase in cui prenderà la via della lotta armata , , Giuseppe Uno dei primi appelli e della saldatura col banditismo. del Movimento indipendentista Alessi, il comunista Giuseppe Montalbano, il ai Siciliani perché aderissero Gli eventi maturati successivamente al con- socialista Mario Mineo e altri. La sua opera si all'istanza separatista e si preparassero agli avvenimenti solidamento delle posizioni dell'Amgot non si fece più concreta allorché, alla vigilia della che maturavano. svolsero favorevolmente al separatismo. Questo riconsegna della Sicilia al governo italiano, fu subito contrastato, sul piano ideologico, con un secondo documento, agitando i timori dall'emergere nell'ottobre 1943 di un Fronte (più presunti che reali) di «un colpo di forza unico siciliano, che, con un appello al governo per la proclamazione della Sicilia a repubblica Badoglio, perorò il mantenimento della Sicilia indipendente», chiese per la Sicilia una forma nel quadro dell'unità nazionale. Più tardi e più di decentramento amministrativo. Esso si sostanzialmente, l'opposizione gli venne dal sarebbe dovuto concretizzare in una giunta di costituirsi delle varie formazioni politiche (de- commissari presieduta dall'avvocato Francesco mocristiani, comunisti, socialisti, azionisti, li- Musotto, un parlamentare dell'età prefa-scista, berali, repubblicani), tutte di orientamento uni- allora prefetto di Palermo di nomina Amgot, tario, che, finito l'ultraventennale silenzio, in- con funzioni di coordinamento dei prefetti trapresero la lotta politica sui temi della rico- delle nove province. struzione. E allora apparve netta la smentita della Era, in fondo, la medesima soluzione contrat- mistificazione ecumenica del Mis, assuntosi il tata dagli Alleati nei preliminari della riconse- ruolo di "voce dei Siciliani". gna della Sicilia. Gli anglo-americani avevano Del resto, per quanto espressione poco nu- tutto l'interesse a non lasciarsi tensioni politiche merosa di una coscienza ideale fermentante nel alle spalle, mentre ancora combattevano 522

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

nell'Italia centro-meridionale, e soprattutto a Il ritorno all'Italia non crearne con l'Unione Sovietica, Stato e l'Alto Commissariato per la Sicilia alleato e membro della Commissione consulti- La restituzione della Sicilia al Regno del Sud va per l'Italia, ostile all'evenienza di una ipo- si effettuò 1'11 febbraio 1944, e con decre- teca statunitense su una Sicilia resasi indipen- to-legge del 18 marzo successivo venne istitui- dente ai margini di un'Italia continentale che il to l'Alto Commissariato per la Sicilia, cui fu trionfo della Resistenza avrebbe potuto sospin- preposto Musotto, nonostante le opposizioni gere nell'area socialcomunista. dell'estrema Sinistra, che al prefetto di Paler- In conseguenza, l'istituzione di un governo mo attribuiva la responsabilità della crescita altocommissariale, quale quello che si profilava, del separatismo nell'isola (in verità, gli era era apparsa soluzione tale da soddisfare (o generalmente imputata una certa indulgenza almeno da mediare), in una fase di piena tran- verso i separatisti). All'alto commissario, fun- sizione, la petizione dei separatisti e le posizioni zionario dello Stato alle dirette dipendenze del degli unitari, nei cui programmi politici era base Capo del governo, era affiancata una Giunta comune l'istanza dell'autonomia regionale. Era consultiva di nove membri ed erano conferite chiaro che un tale organismo, questo Alto tutte le attribuzioni delle Amministrazioni cen- Commissariato, istituto di decentramento delle trali dello Stato con eccezione degli affari mili- attività e dei poteri dello Stato, costituiva il tari e di giustizia e fatte salve le competenze prodromo dell'Autonomia regionale, e quindi un del Consiglio dei ministri, cui comunque egli punto di non-ritorno in una direzione garantista partecipava per la trattazione delle questioni degli interessi della Sicilia, e forse tale — nella concernenti l'isola. credenza degli Alleati — da paralizzare la Le esitazioni manifestate in confronto alla pressione degli indipendentisti. gravità dei problemi e la mancanza di un effet- ln effetti, l'Alto Commissariato, proposto tivo sostegno politico resero, poi, inadeguata all'Italia dagli Alleati, e più tardi l'Autonomia, l'azione dell'alto commissario, al quale dai segnarono il declino dell'istanza indipen- partiti unitari rappresentati nei Comitati di li- dentistica, che le stesse vicende interne del berazione costituitisi in Sicilia (sebbene nulla Mis avrebbero finito in buona parte per inde- vi fosse da liberare) venne contestato di non bolire negli anni successivi. E, infatti, in seno avere normalizzato le Amministrazioni comu- al movimento vennero ben presto a frazionarsi nali rette da sindaci separatisti e di non avere le posizioni fra i vari schieramenti, affrontato decisamente i problemi dell'alimen- compromettendone l'unità d'azione. A fianco tazione e dell' approvvigionamento delle mate- della corrente liberale che si riconosceva nella rie prime. leadership di Finocchiaro Aprile, si formarono In effetti, la situazione alimentare permaneva una corrente socialista, facente capo a Varvaro grave e le distribuzioni annonarie restavano e ai penalisti palermitani Antonino Di Matteo e modestissime, mentre prosperava il mercato Sirio Rossi, auspice di una soluzione demo- nero e il carovita rodeva le possibilità economi- cratico-collettivistica, una corrente autonomi- che delle famiglie a reddito fisso; fallimentare, stico-laburista rappresentata dall'avvocato inoltre, si delineava fin dalle prime battute la Vincenzo Petrigni, mentre Guarino Amelia, stessa iniziativa dell'istituzione dei "granai del che insieme col duca Avarna di Gualtieri rap- popolo", che prevedeva il conferimento all'am- presentava l'ala moderata dell' indipendenti- masso di un minimo di 3.100.000 quintali di smo, se ne distaccò successivamente per assu- grano, dei quali in settembre appena il 32,6% mere posizioni autonomistiche. In funzione risultava consegnato, con una punta minima del fiancheggiatrice si collocheranno alcune mi- 15% nella provincia di Palermo. nori formazioni: il Partito siciliano del lavoro, Si trattava di poco più di un quinto della pro- il Partito laburista siciliano, il Partito repub- duzione effettiva, con la conseguenza che oltre blicano indipendente e il Partito comunista si- 2 milioni di quintali di prodotto affluivano al ciliano, tutti con orientamento democratico di mercato nero, apportando guadagni enormi ad sinistra. evasori, trafficanti e speculatori, in una condi- 523

IL RITORNO ALL'ITALIA E L'ALTO COMMISSARIATO PER LA SICILIA

A sinistra: Francesco Musotto. Avvocato, deputato dal 1924 al 1929, prefetto di Palermo negli anni 1943-44, in quest'anno stesso, con la cessazione dell'amministrazione alleata e il ritorno della Sicilia al Regno d'Italia, venne preposto all'Alto Commissariato per la Sicilia, l'organo di decentramento funzionale allora istituito per esercitare nell'isola varie attribuzioni di competenza dello Stato. Affiancato da una Giunta consultiva, l'Alto Commissario era posto alle dirette dipendenze del Capo del governo.

A fianco: . Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale, nel giugno 1944 con la liberazione di Roma e il trasferimento dei poteri da Vittorio Emanuele III al figlio Umberto, nominato luogotenente generale del Regno - venne chiamato alla presidenza del Consiglio, che resse fino al giugno 1945.

zione di estremo bisogno della popolazione. operò per l'allontanamento dei sindaci separa- Intanto, con l'arrivo a Roma degli Alleati (4 tisti e dei prefetti politici, che vennero tutti giugno 1944), la situazione nazionale evolvette. sostituiti con elementi di fede unitaria i primi (a Costretto dagli eventi, il re trasferì i poteri Palermo in novembre venne insediato il sovrani al principe ereditario Umberto col rango socialista Rocco Gullo) e con funzionari di di luogotenente generale del Regno; seguirono le carriera i secondi; e in ciò fu sostenuto dai par- dimissioni di Badoglio e la costituzione di un titi ciellenisti (componenti, cioè, dei Comitati di governo di unità nazionale presieduto dal Liberazione nazionale). socialriformista Ivanoe Bonomi con la par- Ma quei problemi finirono per costituire la tecipazione di tutti i partiti antifascisti (18 giu- camera di combustione delle tensioni sociali gno 1944). Il mutamento politico innovò nella esplose fra gli ultimi mesi del '44 e i primi mesi Salvatore Aldisio. Deputato situazione siciliana: in luglio, alla carica alto- del '45. Per un verso, infatti, gli estremi bisogni popolare dal 1921 al 1924, commissariale venne nominato Aldisio con una delle popolazioni, vittime delle penurie decaduto insieme con gli altri parlamentari dell'A ventino, Giunta consultiva di sei membri, ed era una no- alimentari e del carovita, e dall'altro le riprese l'attività politica mina forte. all'arrivo degli Alleati, sobillazioni dei separatisti, che, isolati politica- organizzando la Democrazia Principale organizzatore della Democrazia mente e sconfessati dai governi di Washington Cristiana. Prefetto di Caltanissetta di nomina Amgot, cristiana, insieme con Alessi, Salvatore Aldisio e di Londra — di cui Finocchiaro Aprile aveva ministro dell'Interno nel era stato prestigioso esponente del popolari-smo millantato l'appoggio —, si diedero a manovra- governo Badoglio, nel 1944 successe a Musotto nella e parlamentare negli anni prefascisti e, re le leve del disordine civile, trovarono facil- carica di Alto Commissario per nell'ultimo gabinetto Badoglio, ministro del- mente sbocco in gravissimi episodi, dei quali la Sicilia, che mantenne fino al 1946; ritornato in Parlamento, l'Interno. Assunse la guida della Sicilia in una comune denominatore era il profondo malesse- sarà ripetutamente ministro in fase rovente, per la consistenza del problema re sociale che permeava l'isola. vari governi della Repubblica. alimentare (che non gli riuscì di risolvere) e per Sommosse e dimostrazioni di fiera intensità l'emergenza dell'ordine pubblico, che gli toccò ebbero luogo in vari centri fin dal trasferimento di affrontare con duri provvedimenti repressivi. della Sicilia all'amministrazione italiana: a Raf- Se non fu più fortunato del suo predecessore fadali, Canicattì, Gangi, Partinico, Geraci Sicu- nella politica degli ammassi, fattivamente lo, Naso, Regalbuto, Licata. Esse ebbero per lo 524

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

li manifestatesi con segni di così drammatica emergenza e la spinta del separatismo, ormai orientato al guado dalla sponda della protesta a quella dell' eversione, sollecitarono il governo a quella svolta che ormai si rendeva matura per dare soluzione istituzionale alla domanda poli- tica della Sicilia. E, in effetti, il potenziamento delle funzioni dell'Alto Commissariato e l'isti- tuzione di una Consulta regionale, lontano embrione di una libera ed elettiva Assemblea regionale, che furono disposti con decreto legi- slativo luogotenenziale il 28 dicembre 1944, costituirono una tappa importante nel percorso verso l'Autonomia, l'istituto che avrebbe con- sentito di «risolvere in loco i problemi della Sicilia senza le remore di una lontana burocra- zia centralizzata», com'era nel dibattito politico dei partiti unitari. La Consulta venne poi insediata il 25 febbraio 1945. Era un organo non deliberativo di 36 Una dimostrazione di protesta più fondamento economico e si conclusero con membri fra politici e tecnici, i «designati dalla ai Quattro Canti di Palermo, nel corso di una manifestazione spargimenti di sangue. Poi, a Palermo, il 19 stima pubblica», come venne detto (in parte contro il carovita. Fra la ottobre 1944, una manifestazione contro il caro- scelti dai partiti del CLN di Palermo, in parte primavera del 1944 e i primi mesi del '45, in tutta la Sicilia la vita davanti alla Prefettura, malamente control- proposti dall'alto commissario), chiamati, in tensione sociale, acuita dalla dilagante disoccupazione, lata dalle truppe, si risolse con 16 morti ed un un'ora difficile in cui tutto era da ridefinire, a raggiunse vertici di estrema centinaio di feriti, destando enorme impressione compiti di consulenza e di proposta sui gravi pericolosità, e frequenti furono le sommosse e gli scioperi. ed una serie di reazioni politiche. problemi della ricostruzione e della ripresa, ma Gravi tumulti si ebbero a Nello stesso tempo, sobillato in molti casi dal-l' soprattutto all'elaborazione giuridica dello Sta- Raffadali, Canicattì, Gangi, Naso, Regalbuto, Licata e opposizione indipendentista, un vasto sussulto tuto dell' autogoverno: una realtà nuova da im- altrove. Ma i più gravi incidenti rivoltoso, fra il dicembre 1944 e il gennaio 1945, porre, senza eccessi sciovinistici e con pienezza si ebbero il 19 ottobre 1944 a Palermo, dove una attraversò la Sicilia come reazione alla chiamata di coscienza storica, alla tradizione centralistica manifestazione contro il dello Stato, innervandola armonicamente nel carovita davanti a Palazzo alle armi dei reduci e delle classi 1922-24 dispo- Comitini, sede del prefetto e sta dal governo. Furono vere insurrezioni armate, contesto politico-istituzionale del Paese. dell'Alto Commissario, mala- mente controllata dalle truppe, che divamparono in numerosi centri: a Catania, Fecero parte di quel consesso alcuni dei mag- si risolse in un tragico bagno di Scicli, Naro, Piana degli Albanesi, Co-miso, giori esponenti dell' autonomismo: i democri- sangue, lasciando una memoria profonda Ragusa, Vittoria, Gela, Mazzarino, Palma di stiani Pasquale Cortese, Attilio Salvatore, Giu- dell'avvenimento e delle povere Montechiaro, Trapani, Alcamo, Giarrata-na, seppe Alessi; i liberali Enrico La Loggia, Gio- vittime, che ancor oggi inalterata perdura. Avola, Palazzolo Acreide, Santa Margherita vanni Baviera, Giuseppe Faranda; i demolabu- Belice, Canicattì e altrove, coniugandosi il più risti Giovanni Guarino Amella e Virgilio Nasi; delle volte con l'esasperazione per le tristi con- gli azionisti Vincenzo Purpura e Antonio Rami- dizioni sociali, per le privazioni, per la disoccu- rez; il socialista Giovanni Cartia; i comunisti pazione, per il lievitare del costo della vita e delle Girolamo Li Causi e Cesare Sessa; il filoindi- imposte. Tutta una miscela esplosiva sfociò in pendentista Fabrizio Alliata di Pietratagliata. saccheggi e devastazioni, e in alcuni comuni (a Ciononostante, per quasi l'intera sua attività la Comiso, Ragusa, Piana degli Albanesi, Palazzo Consulta, abdicando alla propria funzione co- Adriano) diede luogo ad episodi secessionistici stituente, si abbandonò in dibattiti spesso di con la proclamazione di repubbliche popolari disorientante inconcludenza su varie questioni locali. Nel ristabilimento dell'ordine si ebbero economiche, riscattandosi solo alla fine del- molti caduti fra i rivoltosi e le truppe. l'anno, nella quinta e ultima sessione dei suoi Ma fu allora che le aspre conflittualità socia- lavori, quando venne preso in esame e appro- 525

IL RITORNO ALL'ITALIA E L'ALTO COMMISSARIATO PER LA SICILIA

vato il testo dello Statuto autonomistico. Nella greve moratoria che attardò il processo di elaborazione giuridica e politica dell'ordina- mento regionale, la centralità dello scenario po- litico e sociale dei tempi se la intestò il movi- mento separatista, che instaurò una strategia di guerra armata allo Stato, alla quale attrasse, innervandolo nelle proprie file, il banditismo. L'opzione militare, sebbene da lui minacciata, non fu però, almeno in un primo tempo, di Fi- nocchiaro Aprile, che coi Tasca, i Carcaci, Var- varo, Restuccia, Rindone, Attilio Castrogiovan- ni e qualche altro esponente di primo piano rap- presentava il vertice politico del Mis. Egli, però, come capo riconosciuto del separatismo, dotato di immaginativa strategica e di capacità mistifi- catoria, di trascinante oratoria e di abilità dema- gogica, si era assunto il compito di diffondere i postulati politici e le grandi linee d'azione del movimento cui richiamare le masse, fossero pure quelle dell'insurrezione armata. La minacciò, infatti, in un memorandum inviato ai delegati degli Stati partecipanti alla Conferenza di San Francisco (26 aprile 1945), convocata per definire l'organizzazione internazionale delle Nazioni Unite, invocando un deliberato che imponesse all'Italia «l'indipendenza della Sicilia come atto di riparazione e di giustizia», av- vertendo (ma era solo una minaccia strumentale) che, «se occorrerà impugnare le armi, ciò sarà fatto con sicurezza di riuscita». Non sfuggiva alla sua sagacia politica che il successo dell'autonomismo, ormai avviato a Il Mis, si è detto, era una realtà politica com- In alto: La sede regionale del MIS sancire con una carta di rilievo costituzionale posita, nella quale si trovavano rappresentate (Movimento per l'Indipendenza l'autonomia politica e amministrativa dell'isola, categorie e tendenze eterogenee, che andavano della Sicilia) nel palazzo Villarosa a Palermo. L'edificio, oggi non svuotava le istanze più valide dell'indipendenti- dalla componente popolare e di sinistra al pic- più esistente, sorgeva ai Quattro Canti di campagna, nel sito in smo. Così, messo alle corde sul piano ideologi- colo e medio ceto impiegatizio e professionale, cui è sorto il moderno palazzo co, non gli restò che di ricondurre la questione fino all'aristocrazia e all'alta borghesia terriera. del Banco di Sicilia. all'affermazione polemica e intransigente del di- Ora, se era scontato il poter soddisfare con Sopra: ritto dei Siciliani all'indipendenza. L'Autonomia, promesse populistiche le attese palingene-tiche Un comizio indipendentista nel 1945, in piazza Castelnuovo a ancorché concessa, non poteva bastare: essa non degli uni, alle quali in verità il senso politico di Palermo. Da sinistra a destra, dissociava la Sicilia dal quadro istituzionale Finocchiaro Aprile si sentiva meglio orientato, sul palco, Finocchiaro Aprile, Attilio Castrogiovanni, Concetto nazionale, né la sottraeva, quindi, alla sovranità l'ala destra del movimento — quella solida Gallo. di statuizioni giuridiche valide per l'intera classe agraria che ne costituiva la forza nazione, con enormi conseguenze per gli inte- economica e di finanziamento e la struttura di ressi dei ceti agrari dell'isola nel caso in cui fos- collegamento con la mafia fiancheggiatrice — sero maturati in Italia fattori eversivi che i timori reclamava, per la propria difesa, una politica per l'avanzata comunista rendevano ipotizzabili. sicilianista fino all'estremo. E una tale prospettiva suscitava un vivo fer- E, quindi, solo la scelta dell'indipendenza mento nell'ala destra del movimento. poteva sanare l'incoerenza fra la programmati- 526

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

dal socialriformista Bonomi, si avviasse sulla strada del riformismo progressista (e quindi degli scorpori fondiari) non era solo nelle fon- date previsioni politiche, ma ne dava concreta verifica l'emanazione, il 19 ottobre 1944, di due decreti legislativi proposti dal ministro del- l'Agricoltura, il comunista Fausto Gullo, che di- sciplinavano in senso conforme alle istanze del mondo contadino questioni di lunga e acre con- flittualità con gli agrari. Con essi si riformavano i patti di mezzadria, dettandosi nuove proporzioni nel riparto del prodotto fra proprietari e coloni, a beneficio di questi ultimi, e si disponeva la distribuzione ai contadini associati in cooperativa delle terre incolte o insufficientemente coltivate di pro- prietà dei privati o di enti pubblici, demandan- dosi ad apposite commissioni prefettizie costi- tuite con la partecipazione delle rappresentanze contadine la determinazione delle indennità dovute, in caso di disaccordo fra le parti. Que- st'ultimo provvedimento ebbe, poi, tardiva e scarsa applicazione in Sicilia, in parte per la peculiare natura del latifondo, che rendeva opi- nabili gli accertamenti di insufficiente coltiva- zione, in parte per i notevoli costi di sistema- zione dei terreni stessi. Ma era chiaro che l'in- dirizzo tracciato dai decreti Gullo, nella linea per altro di una legislazione che aveva avuto ripetute tappe sin dalla fine del Settecento, avrebbe avuto ulteriore svolgimento in un'Italia uscita dal travaglio della Resistenza. Fra il 1944 e il 1945 i separatisti ca promessa della riforma agraria a beneficio Certo, una riforma agraria tiepida, marginale svolsero una intensa attività organizzativa e propagandistica. delle cooperative contadine e la retriva conser- e casalinga, persino pilotata dal padronato, Le manifestazioni politiche del vazione del latifondo, cui nel 1944 uno dei lea- movimento convogliavano poteva pur restare nelle promesse del Mis alle larghe partecipazioni di massa ders della destra, il cavaliere Lucio Tasca Bor- masse popolari, ma la condizione per una tale (in alto, un comizio in piazza Politeama a Palermo), donaro, dedicava un appassionato Elogio del situazione di compromesso era che si andasse sollecitate dalla violenta carica latifondo siciliano. L'ambiguità non era di facile oltre l'Autonomia. Così, la strada era inelutta- protestataria, dalle euforiche promesse e dall'impegno soluzione, poiché, se bisognava da un canto bilmente segnata, né vi fu alternativa alla radi- riformistico e rivoluzionario che conquistare le masse contadine, non poteva calizzazione dell'azione separatista. E, infatti, informava i programmi e l'azione del MIS. trascurarsi che «le aree di consenso più impor- nell'autunno del 1945 Finocchiaro Aprile, con tanti e caratterizzanti del Mis riguardavano un infiammato discorso a Palermo, lasciava In basso: Una sfilata separatista a Palermo, in via senz'altro quella dei grandi proprietari (che si intendere la fine della lotta politica in favore Maqueda. La foto documenta la disinvolta opera di trascinavano l'adesione di consistenti strati del dell'opzione armata, sebbene non sapremmo proselitismo del movimento: borgesato agricolo e di altri gruppi marginali del dire con quanta personale adesione: «Non si fra i partecipanti, in primo piano sul calesse si notano i mondo cerealicolo) e la fascia generazionale dei perda ancora tempo a cianciare di autonomie e capimafia Gaetano Filippone ventenni di estrazione piccolo borghese» di decentramenti. Il nostro popolo non ne vuole e Paolino Bontà. (MANGIAMELI). sapere. Non vi è altro per la Sicilia che l'in- Il fatto che l'Italia, retta a quel tempo da un dipendenza. È qui la nostra unica salvezza. O governo di larga intesa democratica presieduto indipendenza o morte». 527

L'Evis, LA GUERRIGLIA ARMATA E IL RUOLO DEL BANDITISMO

L'Evis, la guerriglia armata e il ruolo del banditismo In seno al movimento indipendentista, fin dal mese di aprile del 1945, la strategia militare era stata intrapresa. Una formazione di guerriglieri, composta da una cinquantina di giovani, per lo più studenti, si era infatti costituita sotto la sigla dell'Evis (Esercito volontario per l'indipendenza Il commerciante catanese Concetto Gallo. Successe siciliana), acquartierandosi nelle campagne fra nell'estate 1945 a Canepa nel comando dell'Evis, l'esercito Cesarò e Randazzo, al comando di Antonio indipendentista, che Canepa, un professore universitario a Catania di riorganizzò, potenziò e insediò nelle sue terre di San Storia delle dottrine politiche, antesignano del Mauro presso Caltagirone. neo-indipendentismo rivoluzionario. Già nel Con una forza di circa 140 giovani e un formidabile 1942, in un modesto opuscolo pubblicato sotto armamento intraprese la sua il nome di Mario Turri, La Sicilia ai Siciliani, guerriglia allo Stato, fiancheggiato dalla feroce aveva infatti elaborato tesi insurrezionali. banda dei Niscemesi. Cadde in un agguato, prima di aver potuto tentare alcuna operazione, insieme con due giovani compagni, nel giugno 1945, sotto il rute forze della repressione, Salvatore Giuliano piombo di una pattuglia di carabinieri. era il più temibile e il più abile. Alla macchia dal Ma l'Evis, dissoltosi con quella morte, si settembre 1943, quando, giovanissimo, eserci- riorganizzò ben presto per impulso dei Carcaci tando per vivere il piccolo contrabbando, uccise e sotto il comando di un facoltoso imprenditore un carabiniere da cui era stato sorpreso mentre di Catania, Concetto Gallo, che nelle sue terre trasportava un sacco di farina sottratto all'am- di San Mauro di Caltagirone insediò il nuovo masso, aveva via via aggregato a sé numerosi campo militare. E a rafforzare le truppe della altri disperati, conducendo dal suo imprendibile guerriglia indipendentista erano adesso, in riparo di Sàgana (Montelepre), con grande auda- funzione fiancheggiatrice o inserite all'interno cia e abilità tattica che lo resero leggendario, della stessa organizzazione sovversiva, i com- varie azioni banditesche. Arruolato, dunque, nel- ponenti di una delle più feroci bande di fuori- legge che imperversavano per l'isola, quella dei Niscemesi, capeggiata da Rosario Avila. Sopra: Il barone Stefano La Motta. Naturalmente, non mancò ad una tale scelta Fu uno degli esponenti dell'ala — nella disinvolta teorizzazione dei capi del militare del movimento indipendentista e, insieme con separatismo — il ricorso alla giustificazione gli altri aristocratici, uno dei storica: non era forse sempre avvenuto in Sicilia suoi finanziatori. che in tutti i sommovimenti libertari (nel 1820 A fianco: Il bandito Salvatore Giuliano, in come nel '48, nel '60 come nel '66) i rivoluzio- una spavalda posa "per la nari avessero trovato appoggio nel brigantag- Storia". Assoldato nel maggio 1945 dall'Evis col grado di gio? E, poiché la guerra allo Stato non aveva colonnello, condusse dalla sua senso farla solo in metà della Sicilia, ecco sor- piazzaforte di Sàgana una serie di sanguinose imprese, tire, alla metà di maggio del 1945, il coinvolgi- nell'illusorio sogno mento nella guerriglia separatista della banda dell'indipendenza e dell'annessione della Sicilia Giuliano, operante nel Palermitano. alla grande Confederazione americana; con esse sarebbero Fra tutti i fuorilegge (Trabona, Croci, Mulé, Di venute l'amnistia e forse, nel Maggio, Avila, Dottore, Ferreri, Jannuzzo, Sti- nuovo governo siciliano, una moli, Labruzzo) che, a capo di agguerrite bande poltrona ministeriale. armate, avevano preso a terrorizzare, nel marasma del dopoguerra, le contrade dell'isola, spargendo molto sangue e tenendo in scacco le spa- 528

STORIA DELLA SICILIA - CAPITOLO XXIV

nell'avvocato Castrogiovanni; lo stesso Varvaro si era dichiarato fortemente contrario all'inizia- tiva militare, e, in quanto a Finocchiaro Aprile, da qualche tempo sostanzialmente esautorato, la sua autorità nel Mis era essenzialmente morale, essendo altri a governare i nuovi orientamenti dell'indipendentismo: i finanziatori e gli ispi- ratori effettivi della guerriglia. E la guerriglia fu ben presto avviata, per pre- venire un più vasto ed energico intervento del governo. Fin dall'ottobre, proditori e cruenti attacchi si susseguirono con impressionante ri-petitività, da parte della banda Giuliano e di quella dei Niscemesi, contro le forze dell'ordi- ne, destando vivo allarme fra la popolazione. La reazione dello Stato scattò il 29 dicembre Una operazione di carabinieri l'Evis col grado di colonnello, adesso avrebbe con un deciso contrattacco contro il quartier contro la banda Giuliano. combattuto per un ideale, e sequestri, rapine, ri- genera- le dell'Evis, condotto con un esercito catti sarebbero stati atti politici per il finanzia- di 2 mila uomini, appoggiati da mezzi corazzati mento delle operazioni di guerra. Nella pro- e artiglie- ria campale, al comando di tre spettiva della vittoria separatista, gli arridevano generali: due giorni di combattimento ebbero ingenuamente l'impunità e forse un ministero. ragione, alla fi-ne, delle inesperte e velleitarie Ma ormai nel quadro nazionale gli eventi milizie dei ribel- li; vi furono alcuni morti e evolvevano. Il 29 aprile 1945 i tedeschi avevano feriti da ambo le par-ti, Concetto Gallo e i firmato la resa in Italia, e pochi giorni più tardi, pochi catturati finirono al confino, ma i molti col suicidio di Hitler, le operazioni belliche sfuggiti alla cattura finirono per ricongiungersi erano cessate su tutti i fronti europei. Uscito dal alle bande dei fuorilegge e condurre, da disorientamento politico e dagli orrori della latitanti, una vita di crimini. guerra civile, il Paese avviava la ricomposizione Restava, nel Palermitano, Giuliano a delle proprie strutture sotto il governo conti-nuare la propria isolata e sanguinaria dell'azionista Ferruccio Pani, succeduto a Bo- guerra: in soli quaranta giorni, tra la fine del nomi (21 giugno 1945). E con Parri, espressione 1945 e l'ini- zio di febbraio del '46, ben delle aspirazioni di rinnovamento democratico venti furono gli assalti a caserme e a colonne emerse dalla Resistenza, di cui era stato uno dei di carabinieri in marcia, a fattorie isolate, protagonisti nel Settentrione, fortemente impianti radio, carceri, autocarri militari, motivato ad interrompere il processo eversivo depositi di carburanti, nonché le rapine e i avviato dal separatismo e a bloccarne l'attentato sequestri di persona a scopo di riscatto. Operava all'unità nazionale, il Mis subì una pesante nel nome di una ideologia che lo portava mutilazione: il 1 ° ottobre, per le sollecitazioni persino ad alimentare, insieme con , esponente del Partito d'azione, successe nel dell'alto commissario, Finocchiaro Aprile e l'indipendenza, l'ingenua utopia dell'annessio- giugno 1945 a Bonomi a capo del ne della Sicilia alla Confederazione americana. governo. Lascerà in dicembre il Antonino Varvaro, che era il segretario generale passo al primo governo De del movimento, vennero arrestati a Palermo e Ciò mentre l'elemento aristocratico e Gasperi. confinati nell'isola di Ponza; ne condivise le conserva-tore del movimento, ormai sorti, per una erronea valutazione delle sue re- consapevole del- l'improponibilità della rivolta sponsabilità, l' avvocato Francesco Restuccia, armata, cui oltre-tutto mancava il sostegno capo del Mis di Messina. I tre uomini politici della popolazione, abbandonata persino la saranno poi liberati nel marzo successivo. pregiudiziale antisabau-da, trattava Il provvedimento, però, in quanto restrittivo clandestinamente coi rappresentanti della della libertà personale degli esponenti più mode- Corona una generale amnistia, la rinuncia ai rati del separatismo, non arrecò alcun contributo principi dell'indipendentismo e la canalizza- al recesso dalla lotta armata, che aveva i princi- zione del Mis verso l'autonomismo nel pali organizzatori e i sostenitori nei Carcaci, nel quadro dell'unità nazionale, impegnandosi in cavaliere Lucio Tasca, nel barone La Motta e cambio al sostegno della causa monarchica.