Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 1

a XIII LEGISLATURA 327 SEDUTA 8 Novembre 2005

RESOCONTO STENOGRAFICO ______¨ ______

327ª SEDUTA (Solenne)

MARTEDI’ 8 NOVEMBRE 2005

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Presidenza del Presidente LO PORTO

INDICE

Assemblea regionale siciliana Celebrazione del centesimo compleanno dell’onorevole , presidente del primo Governo della Regione siciliana

PRESIDENTE ...... 2 CUFFARO, presidente della Regione ...... 5 MACALUSO, senatore della Repubblica ...... 8 ALESSI, primo presidente della Regione siciliana ...... 9

======Allegato: Messaggio dell’onorevole Giuseppe Alessi ...... 12 Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 2

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La seduta è aperta alle ore 17.45.

(Il Presidente Lo Porto fa accomodare l’onorevole Giuseppe Alessi al banco della presidenza dell’Assemblea come posto d’onore)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca: Celebrazione del centesimo compleanno dell’onorevole Giuseppe Alessi, presidente del primo Governo della Regione siciliana.

Diamo seguito a tale solenne seduta per la celebrazione del centenario di Giuseppe Alessi, non prima di avere comunicato che sono pervenuti messaggi di auguri e di solidarietà dal Presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, dal ministro della Difesa, Antonio Martino, dal ministro degli Affari regionali, senatore Enrico La Loggia, dall’onorevole senatore, Presidente emerito della Repubblica, e dal senatore . Onorevole Presidente della Regione, Presidente Alessi, onorevoli colleghi, rivolgo un saluto a tutte le autorità e personalità nazionali, locali, civili, religiose e militari e ai familiari tutti. La Presidenza dell’Assemblea, interpretando l’unanime volontà dei parlamentari regionali, ha inteso dedicare questa seduta alla celebrazione di un anniversario molto particolare, i cento anni di Giuseppe Alessi, il personaggio ancora vivente più illustre della vicenda storica dell’autonomia siciliana. Non è senza emozione che abbiamo il privilegio di rivedere, ancora oggi, tra i banchi di questo Parlamento, il Presidente Alessi, a distanza di quarant’anni dal suo passaggio al Senato della Repubblica, avvenuto dopo sedici anni di appassionata partecipazione alla vita istituzionale e politica della Regione siciliana. Egli è stato, in primo luogo, tra i protagonisti della nascita e dell’avvio dell’esperienza della Regione siciliana, insieme ad un ristretto nucleo di politici ed intellettuali raccolti nella Consulta dell’Alto Commissariato per la Sicilia retto da Salvatore Aldisio, all’indomani della crisi istituzionale dello Stato apertasi con lo sbarco degli alleati Anglo-Americani nell’Isola. Nel corso della sua lunga vita, Giuseppe Alessi ha testimoniato soprattutto cosa rappresenti per un uomo tenere fede ai propri ideali, e lo ha fatto con quella rara limpidezza di propositi e di comportamenti nell’agire quotidiano che solo le grandi personalità, che resistono al giudizio della Storia, sanno dimostrare. Tutti noi sappiamo quanto brillantemente egli abbia svolto, prima di dedicarsi alla vita politica, la professione di avvocato. L’onorevole Alessi è stato il primo Presidente della Regione siciliana, ed era pertanto in corso il confronto sulle competenze regionali rispetto allo Stato e sull’apprestamento dell’ organizzazione amministrativa della Regione. Egli è stato, quindi, unanimemente eletto quale quarto Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ed ha svolto i mandati di deputato e di senatore al Parlamento nazionale. Infine, a coronamento di tanto illustre carriera politica, ha rivestito per ben vent’anni il prestigioso incarico di presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Dopo lo sbarco alleato, quale attivista del Movimento cattolico, ha saputo immediatamente manifestare spirito d’iniziativa e capacità organizzativa nell’anticipare, con la celebrazione del primo convegno regionale nel dicembre del 1943, la nascita della Democrazia Cristiana, forza politica che soltanto cinque anni dopo avrebbe assunto posizione di piena centralità nello schieramento politico italiano. Forte di una formazione politica influenzata dal magistero della dottrina sociale della Chiesa e dagli insegnamenti sturziani, non esitò, insieme all’ancora sparuto drappello di compagni di partito (Aldisio, B. Mattarella, Restivo, Cortese), a riorganizzare il nuovo soggetto politico Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 3

a XIII LEGISLATURA 327 SEDUTA 8 novembre 2005 cattolico in Sicilia, propugnando l’idea di regione in chiave unitaria, consapevole della necessità di arginare la ventata separatista impersonata da Finocchiaro Aprile e dal suo Movimento per l’Indipendenza per la Sicilia, in una prima fase sostenuti dalle forze angloamericane di occupazione. Una delle più importanti intuizioni politiche del Presidente Alessi, è stata la convinzione, poi provatasi vincente per la vicenda regionale, che la rapidità con cui lo Statuto sarebbe stato emanato, prima dell’elezione dell’Assemblea costituente, avrebbe garantito il risultato di lasciare intatta la formulazione dello Statuto, quale era scaturita dalla rielaborazione della bozza Salemi da parte della V Consulta regionale, nella quale erano riuniti i rappresentanti di tutti i partiti dell’epoca. Una volta ottenuta, mercé l’opera di Aldisio e la sensibilità del Presidente del Consiglio De Gasperi, l’emanazione dello Statuto dal Re Umberto II con Regio Decreto Legislativo 15 maggio 1946, n. 415, Alessi si batté strenuamente per l’immediata elezione dell’Assemblea regionale, prima della conversione dello Statuto in legge costituzionale da parte dell’Assemblea costituente. Si ebbero in tal modo il 20 aprile del 1947 le prime elezioni per l’Assemblea regionale siciliana e quindi l’elezione del primo Governo regionale, presieduto dall’onorevole Alessi. L’Assemblea costituente procedette al coordinamento dello Statuto siciliano con la Costituzione in una sola seduta, quella tenuta in occasione dell’approvazione della legge costituzionale di conversione n. 2 del 1948. Come ha ricordato egli stesso nel corso del Convegno sui trent’anni dello Statuto, l’Assemblea costituente accolse in quell’occasione il famoso emendamento Persico-Dominedò (ispirato da Luigi Einaudi), che implicava la possibilità del coordinamento dello Statuto con la Costituzione da parte dello Stato nell’arco di un biennio con semplice legge ordinaria, sia pure udita la Regione ma non anche d’intesa con la Regione, come invece avrebbe voluto il Governo regionale. Tuttavia, la partita l’ebbe vinta la Regione. Infatti, l’Alta Corte, “giudice delle leggi” dello Stato e della Regione sino all’avvento della Corte costituzionale nel 1956, con una delle sue prime sentenze (la numero 4 del 19 luglio 1948) dichiarò incostituzionale tale disposizione tempestivamente impugnata dal Governo Alessi. I primi anni di vita della Regione coincisero con la ricostruzione economica di un’isola la cui popolazione era fortemente impoverita dalla guerra. Furono gli anni del piano Marshall, della riforma agraria, della legislazione sull’amministrazione regionale e sugli enti locali, delle opere pubbliche regionali, della speranza riposta nei giacimenti di idrocarburi, degli studi sulla programmazione economica. A tali vicende l’onorevole Alessi partecipò da protagonista, da presidente della Regione, da assessore per gli enti locali, da presidente di quest’Assemblea. Dopo gli anni trascorsi tra Montecitorio e Palazzo Madama (1963 - 1972), in cui funse da punto di riferimento per l’attività parlamentare dei leader del partito di maggioranza relativa, il Presidente Alessi si allontanò dalla vita politica, e si dedicò quale presidente, con intelligenza e competenza, al rinnovamento dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato da Giovanni Treccani, pur nella tradizione dell’attività editoriale. Mantenne tale incarico sino al 1992. A questo punto della sua vicenda personale, sempre vissuta in primo piano, uno iato tuttavia dovette verificarsi tra l’intensa attività politica di Alessi ed il buon ritiro presso ruoli, autorevoli ma meramente amministrativi: non uno strappo con il mondo culturale e politico, ma una presa di distanza da avvenimenti e personaggi che dovettero pesargli molto, se un temperamento come il suo, tutto tempra e passione, preferì l’isolamento nel grigiore dell’amministrazione. Del resto, non è degli uomini di alto profilo la rincorsa verso traguardi più o meno a portata di mano, cui concorrono arrivisti e parvenu. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 4

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Il Presidente Alessi ha dovuto assaporare l’amarezza dei trapassi e probabilmente dovette bere l’amaro calice dell’isolamento per l’avvento di una stagione politica poco adeguata al suo rango. Una su tutte, come esempio, la vicenda Milazzo. Alessi ha vissuto in filo diretto tale vicenda nella duplice veste del democristiano rattristato dall’evento scissionistico e del siciliano speranzoso che i diritti dell’Isola venissero maggiormente difesi da un movimento ad alto tasso autonomista. Se oggi tutto il Paese vede nella riforma dell’assetto istituzionale della Repubblica una questione cruciale e vede nello Statuto siciliano del 1946 un punto di riferimento imprescindibile, al di là delle divergenze politiche sull’entità dell’estensione dei poteri delle Regioni, delle Province e dei Comuni rispetto allo Stato, ciò significa che il Presidente Alessi e quella sparuta minoranza di intellettuali di diversa estrazione politica che diedero vita allo Statuto siciliano avevano saputo intuire il valore strategico di tale scelta costituzionale. E ciò soprattutto con riferimento all’esigenza di coniugare il massimo di autonomia politica, organizzativa, normativa e finanziaria di ciascuno degli enti territoriali che in base all’art. 114 della Costituzione compongono paritariamente la Repubblica italiana, con un’indispensabile “unità nazionale”, che non può fare a meno di istituzioni centrali forti, autorevoli, stabili e democraticamente sostenute. Nel marzo scorso l’Assemblea Regionale ha approvato, con voto pressoché unanime, il disegno di legge costituzionale che mira a revisionare lo Statuto del 1946. Le modifiche che sono state introdotte, e che sono attualmente in attesa di esame da parte del Senato, attengono al rapporto tra la Regione e gli Enti locali, al ruolo della Regione all’estero ed in ambito euromediterraneo, alla promozione di interventi in grado di apportare maggiore dinamismo all’economia siciliana in un mondo globalizzato, alle innovazioni inserite nel Titolo V della Costituzione, che vengono fatte proprie in ambito regionale. Non si tratta di stravolgimenti, ma volutamente di aggiustamenti, modifiche ed integrazioni che lasciano sostanzialmente inalterate, persino nella numerazione e nelle partizioni formali, le disposizioni statutarie elaborate nel 1945 in seno alla Consulta, di cui fece autorevolmente parte il Presidente Alessi. E ciò - lo affermiamo con orgoglio - è la riprova che i deputati dell’Assemblea di questa XIII legislatura guardano al passato con grande rispetto e consapevolezza del valore delle conquiste già ottenute da una classe dirigente assai degna di rappresentare i Siciliani. Quando volgiamo lo sguardo all’origine della nostra autonomia regionale, a ciò che ci rende orgogliosi di un’eredità e di un’esperienza istituzionale durata oltre mezzo secolo, non possiamo non tributare un sentito ringraziamento a uomini come Giuseppe Alessi, sicuramente all’altezza delle difficoltà e dell’importanza storica degli eventi che condussero all’avvio della vicenda autonomistica. La consapevolezza che l’Istituto regionale aveva rappresentato una vera e propria conquista per la Sicilia, che aveva aspirato all’autonomia lungo tutti gli anni della storia post-unitaria, non impediva ad Alessi di rintracciare nel “partitismo” e nella tendenza verso l’accentramento amministrativo nel capoluogo due dei mali che avrebbero influito pesantemente su alcune delle disfunzioni più critiche della vita della Regione siciliana. Come già abbiamo rilevato l’anno passato, in occasione della presentazione degli scritti e discorsi dell’onorevole Alessi, il pensiero di questo protagonista della storia autonomistica della Regione si rivela schietto, lineare, con parole prive di retorica poiché mai fini a se stesse, ma ispirate da una fede autentica nella concezione cristiana, nella bontà dell’istituto autonomistico, nell’espansione della libertà e della democrazia quali strumenti per elevare il progresso della comunità siciliana all’interno della Patria italiana. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 5

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Sta a questa classe dirigente, che ha oggi la fiducia dei Siciliani, interpretare altrettanto degnamente il ruolo di innovatori che hanno ricoperto uomini come Giuseppe Alessi, di cui questa Regione e questa Nazione, hanno e avranno sempre bisogno. A nome del Parlamento siciliano le giungano, Presidente Alessi, i più fervidi auguri di felice centenario e di un’ancora lunga vita.

(Vivi e prolungati applausi)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione, onorevole Cuffaro.

CUFFARO, presidente della Regione. Signor Presidente, colleghi deputati, Presidente Alessi, come iniziare questo ringraziamento alla persona e all’opera del Primo Presidente della Regione Siciliana, Giuseppe Alessi, di cui festeggiamo il centesimo compleanno, senza comunicarvi, innanzitutto, la commozione con cui mi accingo a parlare e che mi ha accompagnato in questi ultimi giorni, in cui ho cercato di trovare le parole più giuste per esprimere la gratitudine e il riconoscimento che tutti i siciliani gli devono? Cento anni sono un traguardo lusinghiero per tutti, ogni uomo che lo raggiunge porta un bagaglio di esperienze e di ricordi sempre meritevole di essere consegnato alle successive generazioni. A maggior ragione, ciò vale per un politico come il Presidente Alessi che, soprattutto dal dopoguerra in avanti, ha dato il meglio di sé nel servire questa terra e la sua gente in un momento certamente decisivo (e di ciò siamo ancora più consapevoli oggi) per le sorti della Sicilia, ed anche della stessa Italia. Per celebrare degnamente questo anniversario ho scelto di affrontare alcuni temi dell’autonomismo siciliano che, proprio in occasione delle celebrazioni per il quarantacinquesimo anniversario della prima seduta dell’Assemblea regionale siciliana, il 25 maggio del 1992, il Presidente Alessi ha voluto ricordare in quest’Aula a tutti noi parlamentari presenti, con la comunicazione - come lui stesso disse - di “qualche personale ricordo”, ma che personalmente mi è apparsa come una grande lezione politica e morale. Il Governo Alessi non può essere ricordato solo come il primo della Regione siciliana appena nata, ma come quello che, certamente più di altri, ha avuto a cuore l’affermazione e la difesa del giovanissimo Statuto autonomistico che, già prima di vedere la luce, dovette essere difeso da innumerevoli attacchi. Essi gli provenivano, soprattutto, da ambienti e personalità nazionali, poco inclini a comprendere le vere ragioni della sua nascita e più propensi a considerarlo, come lei Presidente Alessi disse quel giorno in quest’Aula, “la conquista ricattatoria del separatismo, nei confronti di uno Stato imbelle e incapace a resistergli, perché mal ridotto dalla guerra e dalla disfatta”. Ben sappiamo che le cose non stavano così. Ma mentre oggi sessant’anni di autonomismo e di studi storici ci confortano in questo giudizio, nel 1947 le sue prese di posizioni assumevano ben altro spessore e richiedevano ben altro impegno al quale, lei Presidente Alessi, non si è mai sottratto, con la dignità e la fierezza di sapere, non solo di essere nel giusto, ma soprattutto di servire una giusta causa, quella del Popolo siciliano. Mi ha sempre colpito il modo in cui è nato il suo primo Governo. La Democrazia Cristiana, di cui lei, Presidente, è stato fondatore a Caltanissetta, non aveva la maggioranza ed ella fu dunque “costretta” a varare un Governo monocolore che certamente avrebbe avuto bisogno di maggiore forza e autorevolezza, vista la delicatezza di quel particolare momento. Con grande saggezza e realismo, lei ha ricordato - proprio nel 1992 - che il motivo di quel riconoscimento non le veniva dato in relazione ai valori particolari sul piano della cultura o della sua esperienza, ma dal fatto che lei, e la Democrazia Cristiana, eravate stati in prima fila per l’istituzione e la vitalità della Regione. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 6

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A sessant’anni di distanza, queste argomentazioni sono più attuali che mai, in un momento in cui i valori del nostro autonomismo tornano ad assumere carattere di assoluta attualità, nel contesto del dibattito nazionale sul federalismo e nel corso del processo di revisione costituzionale che attraversa tutto il Paese. Ieri come oggi, occorre sapere far seguire le scelte ai ragionamenti, le decisioni ai fatti, al fine di non ridurre tutto ad un accademico dibattito che rischia di distrarre l’attenzione da scelte che, invece, vanno esattamente nella direzione opposta. Il confronto con il Governo nazionale in quegli anni fu duro e crudo, incentrandosi su decisioni che avrebbero prodotto conseguenze diverse e deleterie per il processo che, così faticosamente, la classe politica siciliana aveva avviato. Il Presidente Alessi seppe mettersi alla testa di quel processo, sempre aperto al confronto, ma mai incline a cedere, pronto a dimettersi, come accadde in occasione della ormai famosa vicenda dell’emendamento Persico-Dominedò, che aiutò tutti a comprendere il valore che il nostro Statuto aveva, non solo per la nostra Regione, ma per tutto il Paese. Ricordando il confronto con il Ministro del Bilancio (che era Einaudi), lei, Presidente Alessi, ha più volte ricordato come in quel periodo si fosse creato un clima di conflitto permanente con lo Stato che si protrasse per molti anni. E’ vero, questo clima per molti versi dura ancora, ma tanti anni di governo autonomistico stanno convincendo, anche i meno disponibili, a riconoscere al nostro Statuto e alla nostra esperienza una valenza nazionale, che ben travalica i ristretti limiti regionali in cui si è tentato di costringerla in questi anni. Temi solo apparentemente localistici, quali ad esempio, la sua estrema difesa per l’Alta Corte, oggi tornano di grande attualità, a dimostrazione che i nostri padri videro bene e, soprattutto, lontano, in una fase storica che aveva bisogno di mobilitare le coscienze e gli intelletti, ben oltre la dura contingenza del momento. Fu proprio il contrasto sull’Alta Corte che la indusse alle sue seconde ed irrinunciabili dimissioni, che lei volle mantenere, anche dopo il doveroso chiarimento del Governo nazionale, “per motivi di doverosa serietà politica”, come lei stesso ci ha ricordato in quella seduta del 25 maggio del 1992. Ecco, a questa doverosità politica bisognerebbe fare più spesso appello, per evitare che le “regole della politica”, come spesso le chiamiamo, finiscano con lo snaturare il valore della nostra azione e lo spessore morale del nostro agire da politici. A lei si deve una concezione dell’autonomismo, fatta sì di giuste rivendicazioni, ma anche di grande concretezza, della logica del passo dopo passo, che produce più risultati della pretesa del tutto e subito. Nei decenni successivi, ha prevalso invece una logica più rivendicazionistica, talvolta definita “piagnona”, che molto credito ci ha fatto perdere nei confronti di tutti gli interlocutori nazionali, fino a far sostenere anche ad autorevoli esponenti siciliani che, forse, sarebbe stato meglio non avere l’autonomia. Questi tempi sono passati ed il nostro Statuto, recentemente riformato da questo Parlamento, sulla scorta delle nuove esigenze emerse negli ultimi anni, torna ad essere uno strumento vitale e propositivo, a servizio di tutta la Nazione. Segno di questo mutato clima, cui l’attuale classe politica siciliana ha molto contribuito, è certamente il riconoscimento avuto sulla piena attuazione dell’articolo 37. Certamente, il contesto di questi anni è stato decisivo per la risoluzione di una problematica che, in anni precedenti, nessun governo era riuscito a dirimere. Numerose e significative sono state le novità introdotte nel nostro nuovo Statuto, soprattutto attraverso il preambolo, ma una è certamente più significativa delle altre: l’esplicito riferimento alla lotta alla mafia, che in questi anni è stato impegno costante del mio Governo e delle Istituzioni regionali. Nel ricordo di quegli anni lei, Presidente Alessi, fa riferimento ad un altro padre della politica siciliana, a me particolarmente caro, Don Luigi Sturzo. Fu certamente un punto di riferimento ed un amico col quale condivise tanti difficili momenti, pur nella lontananza fisica che lo teneva a Roma e dal quale assunse il principio cardine del nostro autonomismo: Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 7

a XIII LEGISLATURA 327 SEDUTA 8 novembre 2005 l’assoluta lealtà nazionale e condivisione delle sorti della Nazione, unite al netto rifiuto di ogni impostazione statalista. Tra le innumerevoli attività legislative e amministrative del suo Governo, si deve annoverare l’istituzione dell’Assessorato per gli Enti locali. Sturzo fu entusiasta di questa scelta con cui si dava prova di coraggio e di sensibilità nei confronti delle autonomie locali, in quell’occasione le scrisse che si trattava di un compito “nuovo, importante e capitale”. Questa lezione politica assume, ancora oggi, tutti i caratteri della sua efficacia ed è anche da essa che abbiamo tratto giudizio per riformulare compiti e funzione con la nascita dell’Assessorato per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali. Ma, più di ogni altro riferimento, mi ha colpito ciò che lei, Presidente Alessi, scrisse a Sturzo nel gennaio del 1949, quando cedette il testimone della Presidenza della Regione all’onorevole Restivo. Nell’occasione lei volle fare un rapido bilancio di un cristiano impegnato in politica. Dopo aver espresso a Sturzo la sua personale riconoscenza e un sentimento di filiale affetto, lei ha scritto: “La mia è stata un’avventura nel senso cristiano della parola: affrontai il compito operosissimo e delicatissimo, senza altra arma, senza altra cognizione o strumento materiale che la fede di Dio, la buona volontà e l’amicizia, anzi la protezione della sua persona”. Né meno intensa fu la risposta di Sturzo che, replicando, scriveva che la lettera rivelava “il tuo animo, la tua rettitudine, la fede negli ideali, l’amore per la Sicilia e anche la confidenza verso di me, che mi ha commosso”. Un valente storico del movimento cattolico, nel riportare questo carteggio, afferma che le due lettere volano ambedue molto alto, al di là del frastuono della politica, dei compromessi, delle incomprensioni tra le due capitali, del sottobosco che stava comunque lentamente proliferando intorno alla limpida idea di autonomia. Desidero dirle, Presidente Alessi, che trovo questa testimonianza valida ed attuale, nonché utile per la nostra azione di governo: essa fa riferimento a comuni ideali che, talvolta, la crudezza della politica vuole farci mettere da parte. Ma lei, come anche la sua generazione di politici convinti e devoti servitori di questo popolo, ci ha lasciato una testimonianza che non possiamo e che non dobbiamo dimenticare. Cari colleghi, consentitemi, infine, un ultimo riferimento alla circostanza cui ho fatto cenno all’inizio. Il Presidente Alessi in quell’occasione ha voluto concludere, sul filo dei ricordi, nominando, uno ad uno, i deputati di quella prima legislatura, definendoli “impressi nella incancellabile memoria della mia mente e del mio cuore”. Per ciascuno ha avuto un riferimento, un giudizio, un ricordo. Credo che anche noi, che non li abbiamo conosciuti tutti e direttamente, dobbiamo a questi primi novanta deputati un doveroso ringraziamento per quello che fecero in condizioni certamente sfavorevoli e in un contesto politico certamente non facile; unirli al Presidente Giuseppe Alessi, in questo momento di festa e di ringraziamento, mi pare giusto ed opportuno. Dal loro impegno e dal loro amore per la Sicilia e per i Siciliani, tutti noi dobbiamo imparare. Tantissimo certamente dal Presidente Giuseppe Alessi, al quale rinnovo i miei personali auguri e quelli di tutto il Governo della Regione, per la testimonianza che ha dato e continua a dare, e nella speranza che noi tutti sappiamo portarla avanti e giungere a quel compimento, la piena attuazione dello Statuto, per cui ci stiamo continuando ad adoperare. Voglia in questo giorno, presidente Alessi, accogliere l’omaggio che tutto il Popolo siciliano, mio tramite, le porge, riconoscendo in lei la guida autorevole che ha indicato un sicuro cammino e il testimone prestigioso di un’epoca esaltante, di cui noi tutti cogliamo oggi gli altrettanto esaltanti risultati. Grazie, Presidente Alessi, ed auguri.

(Vivi e prolungati applausi)

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PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Emanuele Macaluso.

MACALUSO. Signor Presidente, innanzitutto la ringrazio per avermi dato la possibilità di salutare l’onorevole Giuseppe Alessi, in questa occasione straordinaria, mentre varca la soglia dei cento anni. A tutti i colleghi dico subito che provo una grande emozione a parlare da questa tribuna dopo tanti anni, credo quarantacinque! Tutti gli anni ’50 e i primi anni ’60 li ho trascorsi in quest’Aula. Quanto detto dal Presidente dell’Assemblea e dal Presidente della Regione, sul ruolo che ha avuto l’onorevole Alessi nella vita della Sicilia e dell’Autonomia, lo condivido. Vorrei, quindi, toccare molto brevemente solo alcuni punti, alcuni mi riguardano anche, e sono i momenti in cui la mia attività e la mia vita si sono intrecciate con quella di Giuseppe Alessi; faccio ciò perché è un intreccio che riguarda generazioni, non solo persone. Negli anni del Fascismo, per la mia generazione, Alessi è stato un punto di riferimento a Caltanissetta che è la mia città e anche la sua città. Alessi, popolare, cattolico, antifascista, e Pompeo Colajanni, comunista, antifascista e avvocato come Alessi, per la mia generazione sono stati un riferimento essenziale per capire cosa significasse la riconquista della libertà e della democrazia. Non solo io, quindi, ma la mia generazione è grata a Giuseppe Alessi per quello che in quegli anni ha fatto per tutti noi e per la Sicilia. Il secondo momento è stato qui ricordato e riguarda l’affermazione dell’autonomia, non solo nel momento in cui, in quest’Aula, Alessi fu eletto Presidente della Regione, ma negli anni precedenti, nel Dopoguerra, quando fu necessario affrontare il “separatismo”, quando fu necessario affrontare una condizione della Sicilia, a dir poco drammatica. Alessi, ancora una volta, è stato punto di riferimento nel richiamo ad una battaglia che aveva due momenti essenziali: l’autonomia e l’unità nazionale; e la conquista della Regione, nei termini e nelle condizioni che qui sono stati ricordati dal Presidente dell’Assemblea e dal Presidente della Regione, ne testimoniano altresì l’attività nel momento in cui è stato eletto Presidente della Regione. Io ricordo ancora quel giorno, non ero ancora stato eletto deputato regionale, non avevo l’età, ma ero già segretario regionale della CGIL ed assistetti, da quei banchi, all’elezione di Giuseppe Alessi! E’ stato qui giustamente ricordato il ruolo del presidente Alessi nell’impianto dell’autonomia e della Regione: dal nulla è stato realizzato un edificio, quello della Regione e dell’autonomia. Quindi, Alessi, è un punto di riferimento come costruttore della Regione e dell’Autonomismo siciliano. E vorrei ricordare un altro momento, la sua seconda elezione a Presidente della Regione nel 1955 - in quella occasione, ero seduto in quei banchi -. Nel 1955 succedeva ad un altro Presidente che ha avuto anch’egli un ruolo importante nella vita della Regione, seppure personalmente ebbi dissensi molto radicali con quel Governo (parlo di ), ma che ebbe, ripeto, un ruolo straordinario anche lui. Ebbene, dopo quel Governo, quando la situazione politica si aprì ad una nuova fase, segnata dalla elezione di Giovanni Gronchi a Presidente della Repubblica, Alessi ebbe l’intelligenza politica di convocare una grande assemblea al teatro Massimo, con il concorso delle organizzazioni sindacali, della Sicindustria e dei produttori, per porre un problema rimasto centrale, poi, nella vita della Regione. Dopo la riforma agraria, nel transito di una Sicilia che doveva andare verso un sistema sociale più avanzato e moderno, Alessi pose con forza il problema dello sviluppo industriale. Ricordo quella grande assemblea al teatro Massimo e come l’iniziativa di Alessi scosse le coscienze e promosse anche una mobilitazione che successivamente ebbe un certo sviluppo in tutta la Sicilia. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 9

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Sappiamo come sono andate le cose dopo quella fase. Il tentativo di transito dalla Sicilia feudale e agricola alla Sicilia dello sviluppo industriale, della modernizzazione, del nuovo che avanzava è stato in tutta Italia periglioso, difficile, contrastato e oggi, io penso, si possa fare un bilancio non pienamente positivo. E’ stato ricordato - e finisco - il ruolo che Alessi ha avuto anche nel momento in cui fu eletto il Governo Milazzo nel 1958. A quel tempo, Alessi era Presidente dell’Assemblea regionale e ha governato quella vicenda politica – che era molto difficile ed aspra - con saggezza e con indipendenza; con grande indipendenza! Ha guidato l’Assemblea regionale pur in contrasti molto duri, nei quali - come è stato ricordato - ha sempre intrecciato la sua passione e la sua militanza di democristiano con quella di siciliano, di autonomista, di un uomo che guardava a quei processi politici con distacco, ma anche con interesse. Ecco perché il Presidente Alessi riveste un posto rilevante nella vita della nostra Regione. Successivamente ho rincontrato il Presidente Alessi nelle vesti di parlamentare nazionale - alla Camera prima e al Senato dopo - e anche in quelle sedi il Presidente Alessi ha manifestato una grande fiducia nell’autonomismo e nelle virtù del Popolo siciliano, con un ottimismo che non è il mio, debbo dire, ma con un ottimismo talmente convincente e convinto, da fargli continuare battaglie che sembravano perse. Pertanto, conservo un ricordo affettuoso, non solo politico, di questi sessantacinque anni, nei quali la mia vita politica e anche i miei rapporti personali si sono intrecciati con quelli del Presidente Alessi, mio compagno di lotta durante il fascismo e mio avversario leale negli anni dopo il fascismo, nella Repubblica italiana. Questo ricordo lo trasmetto alle nuove generazioni affinchè prendano consapevolezza che i rapporti politici possono essere tali, nel senso che è possibile - da una parte e dall’altra - essere disponibili a trovare i momenti e le condizioni in cui lottare insieme per la libertà, per l’autonomia, per la Sicilia.

(Vivi e prolungati applausi)

PRESIDENTE. La seduta prevede la lettura, da parte del Presidente Alessi, di un breve messaggio all’Assemblea regionale siciliana. Ritengo più opportuno e preferibile per tutti allegare il messaggio al resoconto di questa seduta solenne e pregare il Presidente Alessi, se lo ritiene, di formulare un saluto all’intera Assemblea. Ha la parola l’onorevole Alessi.

ALESSI. Signor Presidente, onorevole Presidente della Regione, onorevoli colleghi e tutti voi che in questo momento vi ricordate di me e dell’opera da me svolta nell’attuazione di quell’ordinamento che è ancora vivo e vitale, ebbene, desidero dire che è proprio a questa vitalità ed efficienza che non possiamo non fare riferimento ogni volta che pensiamo a come lo Statuto della Regione si sia immedesimato nel terzo momento; e questa è una disfunzione molto antipatica. Mi auguro però che qui tutti i colleghi vogliano fare “buon tempo a cattivo gioco” e, perciò, avanzare nel tempo quella misura che, invece, nella mia idea doveva precedere e non seguire. Ad ogni modo, ogni cosa non viene per nuocere. Un sentito ringraziamento a tutti.

(Vivi e prolungati applausi da tutta l’Aula)

PRESIDENTE. I festeggiamenti proseguono nella Sala dei Viceré, dove tutti i presenti sono invitati per un brindisi in onore del Presidente Giuseppe Alessi. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 10

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Onorevoli colleghi, la seduta è rinviata a domani, mercoledì 9 novembre 2005, alle ore 17.00, con il seguente ordine del giorno:

I - Comunicazioni.

II - Discussione dei disegni di legge:

1) - «Modifiche ed integrazioni alla normativa regionale in materia di appalti. Disposizioni concernenti l’attività degli uffici del Genio civile e la prevenzione del rischio sismico» (nn. 771-774/A) (Seguito);

2) - «Norme sull’esposizione al pubblico dei prezzi dei prodotti in vendita» (n. 1023/A) (Seguito);

3) - «Istituzione di un ulteriore turno elettorale autunnale per il rinnovo degli organi dei Comuni e delle Province della Regione. Modifica dell’articolo 8 della legge regionale 2 agosto 2002, n. 7» (n. 977/A) (Seguito);

4) - «Istituzione di poli turistici all’interno dei parchi dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonne» (nn. 986-987/A);

5) - «Disposizioni finanziarie urgenti e per la razionalizzazione dell’attività amministrativa» (n. 151 - Norme stralciate II/A);

6) - «Rendiconto generale della Regione siciliana e dell’Azienda delle foreste demaniali per l’esercizio finanziario 2004» (n. 1064/A);

7) - «Variazioni al bilancio della Regione ed al bilancio dell’Azienda delle foreste demaniali per l’esercizio finanziario 2005 – Assestamento» (n. 1063/A).

III - Seguito della discussione del Documento di programmazione economico- finanziaria per gli anni 2006-2008.

IV - Votazione finale dei disegni di legge:

1) - «Disposizioni sul rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull'esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo» (n. 988/A);

2) - «Interventi in materia di cooperative agricole e norme in materia di camere di commercio» (nn. 392-402-763 - Stralcio I/A).

V - Elezione delle Commissioni legislative permanenti e della Commissione per l’esame delle questioni concernenti l’attività dell’Unione europea. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 11

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VI - Elezione di deputati segretari.

La seduta è tolta alle ore 18.35

DAL SERVIZIO LAVORI D’AULA Il Direttore Dott.ssa Iolanda Caroselli

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ALLEGATO

Messaggio dell’onorevole Giuseppe Alessi

Signor Presidente, Signori Onorevoli Colleghi dell'Assemblea regionale siciliana, se qualche anno fa, lontano, mi avessero raccontato che, alla giovanile età di cento anni, avrei partecipato ad una solenne convocazione nella quale affettuosamente sarei stato festeggiato, proprio qui nella Sala d'Ercole, avrei risposto con un cortese sorriso. Perché cento anni è un secolo e avrei chiesto perché proprio a me, sarebbe toccato questo altro onere ed onore al contempo. E ancora oggi non so darmi una risposta. Ma mi inchino davanti ai disegni della Provvidenza, perché durante il percorso della nostra esistenza, secondo il pensiero cristiano, ogni giorno che si vive è un giorno in meno e non un giorno in più: figuriamoci a cento anni. Ma vi confiderò che i ricordi della mia povera ma felice infanzia li rivivo intensamente e forse melanconicamente. E poi mi consolo ripetendomi alcune delle pagine meravigliose delle letture dei testi del Mignosi, di Padre Semeria, di Padre Gioacchino Ventura, di Pier Luigi Frassati; pagine, la cui lettura consiglio a tutti ancora oggi. E poi l'incontro che segnò la mia vita politica, quello con Don Luigi Sturzo, sacerdote severo ed irriducibile, guida rocciosa che ebbe uno sconfinato amore per la Sicilia e per la comune civiltà cristiana. E se appena volgo lo sguardo indietro, rivedo l'immagine di tanti amici protagonisti della irripetibile avventura per costruire l'Autonomia Siciliana: Aldisio, Scelba, Restivo, Mattarella, Cortese, Varvaro, La Loggia, Colajanni, Milazzo e tanti altri ancora. Vorrei che le testimonianze operose di personaggi così determinanti per la nostra Sicilia non fossero archiviate, ma rivitalizzate quale patrimonio culturale per le generazioni future e per coloro che vogliono realisticamente spendersi e attivarsi per il bene comune della società siciliana. Mi rendo conto che viviamo in un periodo di grande transizione che interessa globalmente ogni attività dell’uomo ed anche particolarmente nel nostro Paese le organizzazioni partitiche, che in larga parte sono state sostituite da organici ed efficienti apparati. E' auspicabile un ritorno alla memoria quando chi voleva testimoniare con le opere nella vita politica lo faceva con il cuore e con l'anima: bisogna umanizzare questa stagione politica post- moderna; una stagione dove spesso il disordine e l'incertezza vincono sulla ragione e sulla speranza e l'indifferenza sulla fede. Per ridare senso al tempo che viviamo dobbiamo ricominciare a narrare quale sia stato lo sconfinato amore per il nostro Paese di coloro che scrissero la Costituzione e per la Sicilia, in particolare, di coloro che scrissero lo Statuto per l'Autonomia siciliana: il vento del Nord ed il vento del Sud, come quello dell'Est e dell’Ovest soffiarono per spingere le vele della nostra Patria verso porti sicuri e fu il rispetto profondo e reciproco delle convinzioni altrui che rese possibile e fattibile unire ciò che era disunito e rinsaldare ciò che si era disperso. Oggi si parla tanto di libertà, a volte impropriamente. La libertà non può essere un dono di altri, ma deve essere conquista del popolo giorno per giorno, è così che si rivendica il diritto alla nostra Italia e perciò anche della nostra Sicilia al loro avvenire. La nostra Costituzione è garanzia, appunto, di libertà, di progresso e di pace anche perché fu scritta con animo cristallino ed a sostegno dei propri ed altrui ideali: ecco gli ideali su cui tanti sorridono e che tantissimi irridono. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana 13

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Eppure quella che tanti, tanti anni fa ci diede l'invincibile, profonda convinzione che la forza redentrice dell'Autonomia regionale fosse un vero messaggio di speranza della rinata democrazia alle future generazioni isolane fu la spinta di un nuovo Risorgimento: "Autonomisti perché Unitari, Unitari perché Autonomisti", questa fu la nostra bandiera. Allora proclamammo che di nazione ce n'era una sola: l'Italia, ma, nel contempo, affermammo come punto indeclinabile ed essenziale l'Autonomia regionale siciliana, come orgoglioso riscatto e dovuta riparazione. Onorevoli Colleghi, battetevi con forza perché sull'Autonomia regionale siciliana sorga sempre nitido il sole. Scrive in una lettera San Paolo: "siate lieti nella speranza, forti nelle tribolazioni, solleciti per le necessità dei fratelli, cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti". Permettetevi, però, il mio fraterno, sentito, sincero ed affettuoso abbraccio al Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, onorevole Guido Lo Porto, che con consumato equilibrio e saggia determinazione presiede questa Assemblea. Grazie a voi tutti per il calore delle vostre parole di amicizia e di stima che ricambio toto corde. Un augurio fervido di lunga vita: credo che voi tutti lo meritiate.

Giuseppe Alessi