Trovatore Errante, Originario Della Provenza, Albertet Fu in Grado Di Emergere Tra I Suoi Contemporanei Soprattutto Come Giullar
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Università degli Studi di Napoli Federico II Dottorato di ricerca in Filologia moderna Coordinatore: Prof. Costanzo Di Girolamo Tesi di dottorato Ciclo XXIII Il trovatore Albertet Edizione critica Candidata: Dott. Francesca Sanguineti Tutore: Prof. Costanzo Di Girolamo Cotutore: Prof. Corrado Calenda Napoli 2010 Indice Introduzione 4 1. Ricostruzione biografica e canone 1.1. La biografia: un trovatore-giullare 5 1.2. Il canone: temi del discorso poetico 11 1.3. Albertet nella tradizione trobadorica 18 2. Forme metriche e stile 2.1. Metrica e versificazione 20 2.2. Tratti di lingua e stile 29 3. Tradizione manoscritta 3.1. Tavola dei manoscritti 31 3.2. Caratteristiche della tradizione 41 3.3. Componimenti apocrifi e testi di dubbia attribuzione 42 4. Presentazione del testo critico e criteri di edizione 4.1. Precedenti edizioni 46 4.2. Criteri di edizione e struttura 48 Tavola di concordanza 51 Testi 52 Vida 53 Canzoni I. Ab joi comensi ma chanson (BdT 16.1) 55 II. Ab son gai e leugier (BdT 16.2) 66 III. A mi non fai chantar folia ni flors (BdT 16.5a) 78 IV. Atrestal vol faire de mi m’amia (BdT 16.6) 85 V. A vos vuelh mostrar ma dolor (BdT 16.7) 93 2 Indice VI. Bon chantar fai al gai temps del paschor (BdT 16.8) 101 VII. Destreytz d’amor venc denant vos (BdT 16.9) 109 VIII. Donna pros e richa (BdT 16.11) 121 IX. En amor ai tan petit de fiansa (BdT 16.12) 132 X. En amor trob tantz de mals seignoratges (BdT 16.13) 146 XI. En mon cor ai tal amor encobida (BdT 16.14) 165 XII. Forfagz vas vos, q’eu no m’aus razonar (BdT 16.15a) 173 XIII. Mos coratges s’es camjatz (BdT 16.17a) 180 XIV. Mout es greus mals de qu’om no s’auza planher (BdT 16.18) 186 XV. Pos en ben amar m’esmer (BdT 16.20) 197 Descort XVI. Bel m’es oimais (BdT 16.7a) 202 Tenzoni e partimens XVII. Gaucelm Faidit, eu vos deman (BdT 16.16 = 167.25) 210 XVIII. Albertet, dui pro cavalier (BdT 388.1 = 16.4) 222 XIX. Monges, digatz segon vostra scienssa (BdT 16.17 = 303.1) 233 XX. N’Albert, chauszetz al vostre sen (BdT 10.3 = 16.3) 245 XXI. Amics Albert, tenzos soven (BdT 10.6 = 16.5) 254 XXII. En Peire, dui pro cavallier (BdT 16.15 = 322.1) 266 Bibliografia 278 3 Introduzione 1. Ricostruzione biografica e canone 1.1. La biografia: un trovatore-giullare Convenzionalmente noto come Albertet de Sisteron, benché questa denominazione figuri soltanto nelle rubriche di tre manoscritti1, Albertet rappresenta un caso emblema- tico di compenetrazione delle funzioni di trovatore e giullare. Trovatore errante, originario della Provenza, fu in grado di emergere tra i suoi con- temporanei soprattutto come giullare-esecutore, grazie alle sue riconosciute doti canore e al suo dinamismo sul versante lirico-musicale. Ce ne offre conferma la sua menzione nel gap-sirventes di Uc de Lescura, De mots ricos no tem Peire Vidal (BdT 452.1), ve- rosimilmente composto tra il 1190 e il 12042. Nella prima strofe, concepita sotto forma di vanteria giullaresca, Uc de Lescura ricorda infatti Albertet al v. 2: «ni N‟Albertet de sa votz a ben dir», inserendolo in seconda posizione all‟interno di una galleria di otto nomi di professionisti del trobar al cui vertice è collocato, per autorevolezza, Peire Vi- dal. Il riferimento contenuto nel gabbo sirventese di Uc va inteso come una preziosa testimonianza della celebrità di cui Albertet doveva godere nel panorama culturale tra XII e XIII secolo, ciononostante non tantissime, e per lo più desumibili dai componi- menti, sono le notizie biografiche che ci permettono di ricostruire un profilo storico del trovatore. Di Albertet, il cui nome è registrato spesso con varianti e riferimenti a luoghi geo- grafici (A. de Sestaro, de Terascon, de Gapenses), e che non va confuso con quello di altri poeti chiamati Albert (Albert de Malaspina, Albertet Cailla), ci è pervenuta una breve biografia provenzale, che costituisce a tutt‟oggi la fonte principale di informa- zioni per un primo inquadramento storico-letterario. Questi i dati più importanti estrai- bili dall‟antica vida, tràdita dai mss. AAaIK: che fu originario della zona di Gap, figlio di un giullare di nome N‟Asar, che fu un ottimo cantore, apprezzato in particolare per le melodie delle sue composizioni, che trascorse un lungo periodo di tempo a Orange, e che a un certo punto della sua vita si recò a Sisteron, dove morì. Se è vero che non di- sponiamo di alcuna base solida per provare l‟attendibilità di queste notizie veicolate dalla circoscritta biografia medievale, allo stesso tempo conviene osservare che quanto apprendiamo rientra nella sfera del plausibile. Il primo indizio riguarda la provenienza di Albertet dal Gapençais, che sembrereb- be corroborata, o almeno resa verosimile, dalla rubrica del ms. I (Albertez de Gapen- ses). L‟informazione divulgata dalla vida, secondo cui anche il padre di Albertet fu un 1 Si tratta dei mss. CMa2, che hanno rispettivamente in rubrica Albert de Sestaro (C), Al- bertet de Sestaro (M), Albertetz o Albertet de Cestairo (a2). Nella maggior parte dei codici tro- viamo la semplice denominazione Albertet o Albertetz; fanno eccezione I (Albertez de Gapen- ses) e T (Albertet o Albert de Terascon). 2 Si veda Riquer 1975, p. 925. 5 Introduzione giullare, chiamato N‟Asar e a sua volta autore di alcune canzoni, sembrerebbe addirit- tura trovare una parziale conferma nella tradizione manoscritta, dal momento che il ms. F ci ha trasmesso tre coblas di una canzone, Dompna plaz vos el vers auzir (BdT 44.1), attribuendola proprio a N‟Azars3. Una dimostrazione del fatto che Albertet fosse un giullare molto gradito a corte, sia vicino che lontano, e che godesse di notorietà soprat- tutto per le melodie dei suoi componimenti proviene in primis dalla fortuna della sua opera, tramandataci da parecchi testimoni e in qualche caso con l‟aggiunta di notazioni musicali4. Senza dimenticare che le qualità compositive e melodiche riconosciute ad Albertet dall‟antico biografo non sono poi così dissimili dal giudizio espresso da Uc de Lescura, il quale fa menzione del nostro trovatore proprio come prototipo di virtuosi- smo canoro. La notizia, infine, che Albertet abbia terminato i suoi giorni a Sisteron ri- sulta anch‟essa credibile, giacché Sisteron costituisce una località situata nei pressi del Gapençais, suo paese d‟origine, ed è possibile che il trovatore abbia definitivamente abbandonato a un certo punto della sua carriera poetica l‟Italia per recarsi di nuovo nel sud della Francia. La breve vida ci informa però anche di un soggiorno di Albertet presso il principa- to di Aurenga, accenno che merita una particolare attenzione, dal momento che la pre- sunta attendibilità di questo dato ha suscitato opinioni controverse tra gli studiosi. Bou- tière, infatti, aveva avanzato a questo proposito il sospetto che potesse trattarsi di una ricostruzione fantasiosa del biografo medievale, il quale avrebbe potuto evincere tale indicazione dall‟erronea identificazione del tenzonante di Albertet nel partimen XVIII, Albertet, dui pro cavalier, scambiato con Raembaut5. Secondo l‟editore francese, il bi- ografo avrebbe potuto confondere tale Raembaut con il celebre principe d‟Aurenga, deceduto nel 1173, e proprio a partire da questo spunto avrebbe potuto elaborare la no- tizia riportata nella vida. Diverso, invece, è il parere formulato di recente da Saverio Guida, che, riprendendo alcune considerazioni fatte a suo tempo da Panvini, ha messo in luce una serie di argomenti che permettono di accogliere come verosimile la presen- za di Albertet ad Aurenga attestata dall‟antica biografia6. Riallacciandosi a Panvini, Guida ha innanzitutto dimostrato che tra i discendenti di Raimbaut d‟Aurenga c‟era Guillem del Baus, nipote del conte d‟Orange, il quale ereditò dallo zio la passione per la versificazione, oltre che la propensione a portare avanti pratiche di mecenatismo. Non è da escludere, pertanto, che proprio nella fase iniziale della sua carriera poetica e in veste di giullare esecutore Albertet abbia soggiornato nella vicina corte di Aurenga, 3 Oltre alle tre strofi della canzone tràdita da F e attribuita a N‟Azars, Saverio Guida ha messo in luce la possibilità di identificare uno dei due interlocutori del partimen incompleto e trasmesso unicamente da a2, Gaucelm, qe·us par d’un cavalier (BdT 350.1), con il padre di Al- bertet, a partire da una probabile innovazione del compilatore Bernart Amoros, il quale avrebbe potuto alterare la lezione originaria Paire de mon Albert in Peire de Mont Albert. Si veda Guida 2010. 4 Si conservano notazioni musicali per le canzoni III, XI e XIII. 5 Si veda Boutière 1937, p. 10, e Boutière – Schutz – Cluzel 1973, p. 509, n. 5. 6 Si veda Guida 2008, pp. 259-263, il quale rielabora e sviluppa alcune intuizioni di Panvi- ni 1952, pp. 22-23. 6 Introduzione dove sarebbe potuto avvenire, oltretutto, l‟incontro e lo scambio di coblas con En Ra- embaut, identificabile molto probabilmente con Raimbaut de Vaqueiras. Stando sem- pre alla ricostruzione di Guida, al casato di Guillem del Baus era legato anche Raim- baut de Vaqueiras, che fu ospite della sua corte fino al 1180, anno in cui attraversò le Alpi per poi recarsi stabilmente a servizio di Bonifacio di Monferrato. Documentati sono, tuttavia, una serie di rientri a più riprese in Provenza tra il 1189 e i primi anni del 1200, durante i quali i luoghi praticati da Raimbaut sembrerebbero essere gli stessi fre- quentati dall‟allora giovanissimo Albertet, vale a dire Aurenga e la regione intorno a Gap, sicché si può ipotizzare che proprio entro questo periodo e in questo ambiente culturale vada iscritta la tenzone XVIII.