Tesi Di Dottorato Università Degli Studi Di Urbino Carlo Bo
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Tesi di Dottorato Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali: Storia, Culture, Lingue, Letterature, Arti, Media (DISCUI) Corso di dottorato di ricerca in Studi Umanistici Curriculum Storia contemporanea e culture comparate XXXII Ciclo Governare il cambiamento. Sperimentazione e società nella scuola superiore italiana tra anni Settanta e Ottanta Settore Scientifico Disciplinare: M-STO/04 Relatore Dottorando Chiar.ma Prof.ssa Monica Galfré Giordano Lovascio ANNO ACCADEMICO 2018-2019 1 2 Indice Abbreviazioni 7 Archivi e raccolte documentarie 7 Associazioni, enti, istituzioni: 7 Scuole: 8 Introduzione 9 Periodizzare 11 Un “vuoto” da riempire 17 Le molte Italie scolastiche 25 Fonti 30 Struttura del lavoro 36 1 Apogeo e crisi di un mito 41 Riforma globale e sperimentazione nell’Età dell’oro dell’istruzione 41 Una scuola per la Repubblica 41 Definire la sperimentazione: il DPR 419/74 50 I bienni unitari 63 Crepe e crisi della riforma globale 73 Crisi economica e professionalità 73 La “sperimentazione selvaggia” 84 Il tramonto del mito 98 2. Governare il cambiamento 113 Basta con le riforme palingenetiche 113 Socialisti e cattolici all’alba degli anni Ottanta 113 Il nuovo protagonismo dell’Amministrazione scolastica 124 Le origini della via amministrativa alla riforma 137 I progetti assistiti 137 Un ministro decisionista 146 3. Tra Stato e Chiesa 161 Il movimento dell’’85 e la riforma amministrativa 161 L’applicazione dell’ora di religione 169 3 Verso un sistema formativo integrato? 182 L’autonomia scolastica e la commissione Brocca 194 4. La partecipazione studentesca negli Ottanta 209 Fuori da scuola 209 Dal ‘68 all’’85 209 Scuola e impegno civile 233 Ritornare alla scuola 247 Le continuità: democrazia scolastica e diritto allo studio 247 Movimenti di studenti o di utenti? 259 5. Una nuova domanda formativa 269 Sperimentazione diffusa, certo, ma quale sperimentazione? 269 Un’ansia di rinnovamento scolastico 269 Tra «computerimania» e piani nazionali sperimentali 278 Un unico assente. La riforma 288 Docenti in crisi d’identità 297 I “pionieri” della sperimentazione 297 Formazione e aggiornamento 307 6. Sperimentazione e territorio .319 Divari regionali e locali 319 Tra tradizione, sviluppo e memoria 319 Il Nord e l’istruzione tecnico-professionale 325 Regioni bianche, regioni rosse: l’area NEC 334 Gli Irrsae e il Mezzogiorno 347 La forza attrattiva della metropoli 361 Il Milanese come sistema scolastico integrato 361 Il Cobianchi 373 La riscossa della provincia 382 Dalla provincia di Livorno, a quella di Firenze 382 L’ITF di Campobasso e il liceo Capece di Maglie 400 Conclusioni 407 4 Fonti . 421 Fonti archivistiche 421 Periodici, bollettini, numeri unici 423 Bibliografia 427 Letteratura 427 Articoli in rivista 437 Tesi di laurea e dottorato 441 Sitografia, blog, riviste in rete 442 5 6 Abbreviazioni Archivi e raccolte documentarie A68 Archivio del Centro Studi politico sociali “Il Sessantotto” ACS Archivio Centrale dello Stato ACDL Archivio del Centro di documentazione di Lucca ADSU Archivio di deposito della Società Umanitaria AFBC Archivio della Fondazione Bettino Craxi AFS Archivio della Fondazione Luigi Sturzo AGU Archivio dell’Istituto di Istruzione Superiore Giotto Ulivi AGV Archivio dell’Iistituto di Istruzione Superiore Gobetti-Volta AMR Archivio Marino Raicich ANS Archivio della Nuova Sinistra “Marco Pezzi” ASDA Archivio dell’Istituto di Istruzione Superiore Salvemini-Duca d’Aosta ASE Archivio per la Storia dell’Educazione ASI-IRRE Archivio Storico di Indire, archivi ex Irre BASSANI Raccolta documentaria di Paolo Bassani CASTELLI Raccolta documentaria di Luciano Castelli Associazioni, enti, istituzioni: BDP Biblioteca di Documentazione Pedagogica (poi Indire) Cede Centro Europeo dell’Educazione Censis Centro Studi e Investimenti Sociali Cirse Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa Cisem Centro di Innovazione e Sperimentazione Educativa di Milano Cnadsi Comitato Nazionale Associazione Difesa Scuola Italiana Cnpds Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale Cnite Centro Nazionale Italiano Tecnologie Educative Fgci Federazione Giovani Comunisti Italiani Fnism Federazione Nazionale degli Insegnanti di Scuola Media Irrsae Istituto/i Regionale/i di Ricerca Sperimentazione e Aggiornamento Educativi (poi Irre) MPI Ministero della Pubblica Istruzione 7 Snals Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola Uciim Unione Cattolica Italiana Insegnanti e Maestri Scuole : BUS Biennio Unitario Sperimentale IIS Istituto di Istruzione Superiore IPA Istituto Professionale d’Agraria IPC Istituto Professionale Commerciale IPIA Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato ITA Istituto Tecnico Agrario ITC/ITG/ITCG Istituto Tecnico Commerciale/ per Geometri/ Commerciale e per Geometri ITI Istituto Tecnico Industriale ITSOS Istituto Tecnico Statale a Ordinamento Speciale 8 Introduzione Nell’ottobre del 2018 a Valencia si è svolto uno dei tanti convegni organizzati in occasione del cinquantenario del Sessantotto. L’obiettivo dell’incontro, intitolato “Globalizing the student rebellion in the long ‘68”, era quello di interrogarsi in un’ottica comparata sulle conseguenze di medio-lungo periodo dell’inedito protagonismo degli studenti e dei giovani - primo “evento globale” della storia del dopoguerra per «l’ampiezza geografica e la simultaneità temporale» 1 - sulle strutture educative dei diversi paesi coinvolti 2. La domanda principale che aleggiava tra i vari interventi e panels era più o meno la seguente: è possibile rintracciare nelle diverse forme nazionali assunte dal Sessantotto una cifra comune che racchiuda il “senso” di quell’evento dal punto di vista educativo? Quali effetti ha provocato sui diversi sistemi scolastici, sulle concezioni educative e pedagogiche nazionali negli anni successivi? In altre parole, è possibile enucleare una vera e propria pedagogia del Sessantotto, rintracciabile nelle politiche e nelle pratiche scolastiche successive e capace di aiutarci a leggere la scuola del presente? È una buona domanda, a cui è difficile dare una risposta univoca. Il Sessantotto è stato tante cose insieme: in ogni paese ha avuto un impatto (e una durata) peculiare, coinvolgendo settori sociali e gradi scolastici diversi. Figurarsi in Italia, dove l’evento apre una stagione di fermento e scontro sociale lunga un decennio, con ripercussioni a 360 gradi nel panorama politico, culturale e sociale del paese. La necessità di mettere a fuoco tali ripercussioni obbliga a mettere da parte quelle lenti monoculari che, ancora oggi, non aiutano a leggere un fenomeno che, certo, è stato più che l’inizio della crisi della scuola, o l’incubazione della crisi degli anni Settanta. Gli studiosi più avvertiti hanno parlato dei molteplici conflitti che hanno attraversato quell’anno fatale, di cui furono protagonisti non solo la nuova generazione di studenti, figli del baby boom del dopoguerra 3. Ormai vent’anni fa, ad esempio, una pubblicazione scritta a sei mani da Dario Ragazzini, Pietro Causarano e Maria Grazia Boeri propose una 1 Per questi aspetti si veda l’opera datata ma ancora valida di M. Flores, A. De Bernardi, Il sessantotto , Bologna, Il Mulino, 1998. 2 I diversi interventi del convegno, che si è svolto dal 3 al 5 ottobre del 2018, sono raccolti in: R. Andrés Payà, Huerta, J. L. Hernandéz et al. (Eds), Globalizing the student rebellion in the long ‘68 , «Collection Agora», n. 8, Series Education, n. 8, Cabrerizos (Salamanca), FarenHouse, 2018. Cfr. G. Fiocco, Il Sessantotto “globale” degli studenti. Un quadro storiografico introduttivo , «Documenti geografici», 1, 2019, pp. 19-37. 3 D. Giachetti, Un Sessantotto e tre conflitti: generazioni, genere, classe , Pisa, BFS, 2008; F. Socrate, Sessantotto. Due generazioni , Bari-Roma, Laterza, 2018. 9 chiave di lettura interessante per tentare di rispondere alla domanda emersa a Valencia, lanciando una pista di ricerca purtroppo poco praticata negli anni seguenti 4. Rimuovere gli ostacoli , così s’intitola la pubblicazione, tentava di mettere in rilievo l’importanza assunta dal settore educativo nelle politiche degli enti locali e delle nascenti Regioni tra anni Sessanta e Settanta: un processo che ha un comun denominatore in quel clima di «sensibilità civile e politica che diviene pedagogica» che portò a vedere nella scuola e nelle strutture formative uno strumento dal potenziale incalcolabile per orientare e trasformare la società. I Decreti delegati emanati nel 1974, nel loro tentativo di fornire gli strumenti per una gestione sociale della scuola, sono probabilmente l’espressione più compiuta di questo aspetto del ‘68 5. Per comprendere le trasformazioni profonde avvenute nella scuola secondaria superiore italiana dopo il “lungo Sessantotto”, ho deciso quindi di spostare l’attenzione sugli anni compresi fra l’entrata in vigore dei Decreti delegati (1974) e l’istituzione della Commissione Brocca (1988). In questo modo, vorrei ricostruire alcuni aspetti di un periodo assai poco studiato e troppo rapidamente interpretato come una cerniera opaca tra il “movimentismo” che contraddistinse gli anni Settanta e la “svolta” dell’autonomia scolastica che caratterizza l’ultimo decennio del secolo. Anche perché, in quegli anni, il paese attraversò ulteriori – e altrettanto contraddittorie - trasformazioni rispetto al quadro in cui era esploso il ‘68. Per quanto riguarda la scuola superiore, in assenza di un intervento legislativo organico, tali trasformazioni sono avvenute attraverso un processo sperimentale