Workshop 2 Economia Circolare E Nuove Forme Produttive
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Workshop 2 Economia circolare e nuove forme produttive _ Coordinatori: Barbara Lino, Stefano Munarin Discussants: Ezio Micelli, Consuelo Nava La pubblicazione degli Atti della XIX Conferenza nazionale SIU è il risultato di tutti i papers accettati alla conferenza. Solo gli autori regolarmente iscritti alla conferenza sono stati inseriti nella pubblicazione. Ogni paper può essere citato come parte degli “Atti della XIX Conferenza nazionale SIU, Cambiamenti. Responsabilità e strumenti per l’urbanistica al servizio del paese, Catania 16-18 giugno 2016, Planum Publisher, Roma-Milano 2017. © Copyright 2017 Planum Publisher Roma-Milano ISBN 9788899237080 Volume pubblicato digitalmente nel mese di marzo 2017 Pubblicazione disponibile su www.planum.net | Planum Publisher È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, anche ad uso interno e didattico, non autorizzata. Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Workshop 2 ECONOMIA CIRCOLARE E NUOVE FORME PRODUTTIVE Coordinatori: Barbara Lino, Stefano Munarin Discussants: Ezio Micelli, Consuelo Nava L’economia mondiale ha imboccato la strada della post-glo- PAPER DISCUSSI balizzazione. La stessa green economy è diventata parte del processo di accumulazione dell’economia capitalistica, tra- Autoproduzione di servizi: risposte spontanee alla città sformando i limiti ambientali in opportunità di crescita. contemporanea La delocalizzazione delle attività manifatturiere non si carat- Sara Altamore, Venera Pavone terizza più, in modo esclusivo, secondo la ricerca della mi- nimizzazione del costo dei fattori produttivi. Il commercio si Shifting paradigms. Metabolismi circolari per una città trasforma in modo altrettanto consistente. La mutazione del healthy territorio come supporto dei processi di produzione evidenzia Libera Amenta sempre di più gli sprechi avvenuti negli ultimi decenni e pone nuovi interrogativi e opportunità. Le imprese sociali quale motore di sviluppo locale Flussi di persone, merci e conoscenze diventano a volte occa- Francesco Andreottola sioni per incentivare lo sviluppo, altre vincoli che rischiano di compromettere attività economicamente importanti. Il riciclo produttivo dei beni confiscati. Il caso studio Le criticità di un’idea convenzionale di “economia lineare”, ali- del “Pazo Baión” mentano nuove idee di sviluppo, contestuali e consapevoli, ca- Michele Maria Anzalone paci di mettere al centro quei principi di equilibrio, continuità e contezza dei limiti eco-sistemici, o anche la critica di modelli Inerti riciclati per l’abitare sostenibile. Da “rifiuti” a come, ad esempio, quello della liera lineare “produzione-con- materie prime “seconde” per il progetto di territorio, sumo-scarto”, che è possibile convertire in “economia circola- di architettura, di paesaggio re”. Un’economia finalizzata a minimizzare gli scarti e a basare Giuseppe Caldarola sulla dissoluzione nella biosfera e sul riciclo l’intero processo di produzione, fondato sulla consapevolezza del nesso pro- L’economia circolare dei rifiuti come prospettiva di fondo che esiste tra la vita dei prodotti e i loro cicli di vita, riuso del territorio. Caso studio: Genova decisivo per l’equilibrio dell’ecosistema. Produzione e scarto Selena Candia, Francesca Pirlone, Ilenia Spadaro divengono in questo senso fasi collegate in forma circolare, per un’economia rigenerativa in grado di favorire la crescita Che ne è dei distretti industriali? Riscrivere Prato economica e la creazione di posti di lavoro, di ridurre le emis- Michele Cerruti But, Luis Antonio Martin Sanchez sioni di gas a effetto serra e la dipendenza dalle materie prime importate. Economia circolare e città: Obiettivo del workshop è il confronto tra esperienze o elabora- una nuova sfida per l’urban planning? zioni teoriche in cui le nuove forme di economia post-globale Rosalba D’Onofrio, Elio Trusiani si integrano o confliggono con le dinamiche insediative, in contesti urbani o di area vasta. Questo tema include una mol- I flussi di acqua, energia e cibo nell’economia teplicità di forme: dal recupero delle aree dismesse al destino circolare: il caso di Amsterdam delle infrastrutture dismesse o sottoutilizzate, dal riciclo dei Michele Dalla Fontana, Francesco Musco territori-scarto alla riattivazione dei drosscapes. Next economy in the areas in between city and port. Rotterdam case-study: resilient spaces for a contemporary urban port Paolo De Martino Verso la società circolare Federico Della Puppa, Roberto Masiero CAMBIAMENTI Il prodotto dello scarto Francesca Malecore Strategie sostenibili e tattiche innovative di “rural making”. Proposte per le aree interne in via di spopolamento e per le comunità emergenti in Calabria Giuseppe Mangano, Franco Rossi Paesaggio industriale e aree dismesse tra conservazione e trasformazione Fatima Melis Spazi della produzion. Una possibile grammatica della trasformazione Stefano Pendini, Giuseppe Pepe Reflections on Mountaintop mining, the Anthropocene; and the concept of Solastalgia Stefania Staniscia, Charles Yuill Il commercio al dettaglio nell’area metropolitana di Napoli Federica Tuccillo, Anna Giulia Castaldo Autoproduzione di servizi: risposte spontanee alla città contemporanea Sara Altamore Università degli studi di Catania LabPEAT– Laboratorio di per la Progettazione Ecologica ed Ambientale del Territorio DICAR - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Email: [email protected] Venera Pavone Università degli studi di Catania LabPEAT– Laboratorio di per la Progettazione Ecologica ed Ambientale del Territorio DICAR - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Email: [email protected] Abstract In questi ultimi anni, per via della crisi economica che le nostre città sono costrette ad affrontare, siamo stati spettatori di un ingente taglio all'offerta di servizi e di risposte che hanno puntato all'efficientamento della gestione con centralizzazione e privatizzazione di questi. Il conseguente impoverimento delle funzioni urbane ha come effetto immediatamente visibile l'abbandono e il degrado, oltre la perdita del ruolo di collante sociale della città. Tutto ciò, oltre a mettere in discussione i fondamenti dell'economia del nostro secolo e cercare un nuovo equilibrio che consenta una produzione sostenibile basata sulla rigenerazione e il riuso, costringe a rivalutare il ruolo della città nella gestione pubblica del bene comune. L'economia circolare tenta di dare una risposta tramite la promozione di una crescita responsabile che possa garantire una ridistribuzione equa delle risorse e una più ampia accessibilità ai servizi. In questo scenario nascono nuovi meccanismi creativi che cercano di costruire nuove strade per dare risposta ai problemi della città contemporanea. Tra questi le esperienze di orti urbani possono essere lette come una traduzione dei principi sovraesposti. Gli orti sono infatti luoghi condivisi di scambio e di contaminazione culturale, permettono un'ampia accessibilità, aumentano il senso di appartenenza e vedono in alcuni casi la nascita di microeconomie. In questo paper riportiamo una raccolta di esperienze di orti in Sicilia e un primo tentativo di classificazione. Lo scopo è quello di restituire un quadro dei punti di forza e debolezza e di immaginare i possibili scenari futuri. Parole chiave: community, economics, local development. Introduzione L’obiettivo welfare è oggi in crisi, poiché non sono in equilibrio i pilastri su cui si reggeva: mercato, società, Stato. In un mondo in cui si è sovrasfruttato lo strumento del credito, ci si è progressivamente indebitati. In questo sistema, il crescente tasso d’interesse ha fatto si che il problema crescesse in maniera esponenziale e ha reso fittizio un potere d’acquisto che si è dimostrato essere dannoso. Questo meccanismo è avvenuto non solo per i privati, ma anche per il sistema città, che si è ritrovato a vivere un’esperienza di profonda crisi. In molti casi il risultato è stato quello di procedere al taglio o alla privatizzazione dei servizi, con il conseguente acuirsi del divario sociale dovuto ad una sempre più ridotta funzione di collante sociale delle città. In questo scenario, chi continua a detenere il potere economico può accedere a servizi privati, chi invece non può rimarrà in una condizione di non emancipazione. Quella che Latouche (2014) definisce la “la società della crescita” attualmente non garantisce a chi ne fa parte di vivere da pari. A questo sistema si aggiunge una crisi di tipo ambientale derivante in parte dall’errato 319 approccio alla crescita economica, che si riteneva infinitamente possibile, ma che fa i conti invece con sistemi che sono nella realtà finiti, giungendo così al collasso (Bresso, 1997; Molesti, 2006). L'economia circolare tenta di dare risposta alle problematiche esposte promuovendo una crescita responsabile volta alla valorizzazione dei saperi tradizionali e del capitale naturale e ad una equa ridistribuzione delle risorse. Filiere corte, inclusione sociale e accessibilità sono pertanto la traduzione dei principi su cui si basa l'economia circolare e le potenzialità degli orti urbani risultano esserne una concreta applicazione. Questi collaborano infatti alla ricostruzione del sistema città come dimensione locale, in cui negli anni sono fioriti attività associative e di cooperazione del terzo settore come banche del tempo, comitati di quartieri, banche etiche, associazioni di consumatori, gruppi di agricoltura urbana. Nell’ambito di questo