La Commedia Italiana Degli Anni Cinquanta: Stili Di Regia, Modelli Culturali E Identita’ Di Genere

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La Commedia Italiana Degli Anni Cinquanta: Stili Di Regia, Modelli Culturali E Identita’ Di Genere Scuola Dottorale “Culture e trasformazioni della città e del territorio” Sezione “Il cinema nelle sue interrelazioni con il teatro e le altre arti” XXI ciclo – a. a. 2007 - 2008 LA COMMEDIA ITALIANA DEGLI ANNI CINQUANTA: STILI DI REGIA, MODELLI CULTURALI E IDENTITA’ DI GENERE Dottoranda Tutor Valeria Festinese prof.ssa Veronica Pravadelli INTRODUZIONE ...................................................................................................................... 6 Gli anni cinquanta del cinema ....................................................................................................... 11 Le commedie: una panoramica ..................................................................................................... 17 CAPITOLO 1 ........................................................................................................................... 24 Gli anni cinquanta delle donne: identità, corpo, bellezza ...................................................... 24 1.1 Le donne nell’Italia degli anni cinquanta ............................................................................... 24 1.2 Il cinema e la storia delle donne ............................................................................................. 45 1.3 Bellezza e divismo femminile: la star come corpo nazionale ................................................. 56 CAPITOLO 2 ........................................................................................................................... 64 La commedia nel segno di Venere .......................................................................................... 64 2.1 Desideri femminili .................................................................................................................... 69 2.2 Il rapporto maschile/femminile ............................................................................................... 74 2.3 La voice over ............................................................................................................................. 82 2.4 La centralità del corpo ............................................................................................................. 91 2.5 Il corpo come spettacolo: scene di esibizione .......................................................................... 95 CAPITOLO 3 ......................................................................................................................... 108 Tradizione ed erotismo nella prima metà del decennio ........................................................ 108 3.1 La ragazza “semplice”: bersagliere, contadine e domestiche .............................................. 109 “A me m’ha battezzato mio padre, con la polvere da sparo”: Carmela e Due soldi di speranza ................ 112 “E’ la troppa miseria a metterle il diavolo in corpo”: Maria e Pane, amore e fantasia ............................... 114 “Se ci levi pure un matrimonio coi fiori d’arancio, a una povera ragazza che ci resta?”: Angela e Giorni d’amore ........................................................................................................................................................ 117 “Il diavolo si serve di molte vesti per nascondersi, e soprattutto vesti di donna”: Carmela e La bella mugnaia ........................................................................................................................................................ 120 Cameriere bella presenza offresi ................................................................................................................. 122 3.2 La ballerina, l’attrice, la miss e la mannequin ..................................................................... 124 3.3 La prostituta ........................................................................................................................... 134 CAPITOLO 4 ......................................................................................................................... 140 Autoaffermazione e “ribellione” nella seconda metà del decennio ..................................... 140 4.1 La unruly woman: il corpo come riscatto ............................................................................. 140 Marisa Allasio: innocenza e seduzione ........................................................................................................ 142 Sophia Loren: la fortuna di essere donna .................................................................................................... 154 4.2 La giovane ribelle ................................................................................................................... 160 4.3 La donna che lavora e la casalinga modello americano ....................................................... 170 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................... 186 FILMOGRAFIA .................................................................................................................... 207 2 AI MIEI GENITORI 3 “Il cinema era la cattedrale dei suoi desideri, il paese dei sogni, il luogo di liberazione da se stessa. Non c’era smarrimento, malinconia o dolore che non cedesse di fronte alla fascinazione, all’emozione che suscitava in lei un film” (Patrizia Carrano, Cattivi compleanni, Rizzoli, 1991) 4 INTRODUZIONE Il centro di questa ricerca è la commedia italiana degli anni cinquanta, analizzata secondo un’ottica di gender e in convergenza con lo studio dei modelli culturali del periodo, veicolati anche da altre forme di cultura popolare. Seguendo le metodologie dei Cultural Studies, con l’influenza della Feminist Film Theory, la mia ricerca si basa su un doppio terreno di analisi: quello del testo cinematografico e quello del contesto storico. L’analisi delle rappresentazioni culturali è un’area di sovrapposizione tra Women’s Studies e Cultural Studies dal momento che entrambi sono interessati allo studio della cultura popolare e della rappresentazione dell’identità ed entrambi, in questi ultimi anni, hanno visto uno slittamento della focalizzazione dal testo al contesto di consumo. Gli anni cinquanta sono un periodo significativo della storia italiana durante il quale il paese, dopo la seconda guerra mondiale, affronta grandi trasformazioni, prima fra tutte la ricostruzione di una identità nazionale. La crescente urbanizzazione e il rilancio dell’economia, che porta al boom economico di fine decennio, trasformano ogni aspetto della vita sociale, da quello privato a quello politico a quello culturale. Per comprendere al meglio la produzione cinematografica del periodo è necessario dunque studiare la storia di queste trasformazioni. In particolare ritengo che vada riservato un ampio spazio allo studio della storia del privato degli uomini e delle donne. L’introduzione della categoria gender nell’analisi storica è utile per una maggiore attenzione all’organizzazione sociale del rapporto tra i sessi. Come suggerisce Natalie Davis “è mia opinione che dovremmo interessarci sia della storia delle donne sia di quella degli uomini, che non dovremmo occuparci soltanto del sesso succube, così come uno storico delle classi sociali non può dedicarsi esclusivamente ai contadini. Il nostro scopo è di comprendere il significato dei sessi, dei gruppi di genere nel passato storico; il nostro scopo è di scoprire la gamma dei ruoli e del simbolismo sessuale in società e periodi diversi, e di capire quale ne fosse il significato e quale funzione svolgessero nel mantenere l’ordine sociale o nel promuoverne il mutamento”1. Inoltre “il genere è un terreno fondamentale al cui interno o per mezzo del quale viene elaborato il potere. […] Quando gli storici indagano sui modi in cui il concetto di genere legittima e costruisce i rapporti sociali, essi analizzano il carattere di reciprocità che si stabilisce tra genere e società”2. 1 Natalie Zemon Davis, Women’s History in Transition. The European Case, in “Feminist Studies”, 3, inverno 1975-1976, p. 90 (tr. it. in “dwf”, n. 3, 1977, ora in Paola Di Cori (a cura di), Altre storie. La critica femminista alla storia, Bologna, Clueb, 1996, pp. 67 – 101). 2 Joan Scott, Il “genere”: un’utile categoria di analisi storica, in “Rivista di storia contemporanea”, n. 4, 1987 (ed. orig. Gender: A Useful Category of Historical Analysis, in “American Historical Review” 5/91, 1986, pp. 1053 – 1075). 5 Nel contesto sociale degli anni cinquanta emergono sempre più evidenti segnali di un profondo mutamento dell’identità femminile e del rapporto tra i sessi e il cinema si pone come modello che anticipa e favorisce queste trasformazioni. Il cinema è infatti uno strumento di costruzione dell’identità collettiva, uno spazio di socializzazione, un’esperienza condivisa che costruisce legami e la visione è un’occasione di incontro e di sovrapposizione tra sfera privata e sfera pubblica, tra individuo e gruppo. E’ chiaro che “il circuito tra socialità, forme dell’identità e modi di rappresentazione raggiunge una maggiore intensità simbolica, una configurazione più paradigmatica e più efficace nei film di successo”3. Dunque il criterio per la scelta del corpus di film analizzati è quello delle produzioni più popolari. Nel corso degli anni cinquanta il genere più popolare in Italia è quello della commedia: si osserva infatti un aumento consistente nella produzione e il genere sostituisce progressivamente il melodramma in testa alle classifiche degli incassi. Grazie al grande successo ottenuto presso il pubblico la commedia italiana
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