La Canzone Napoletana

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La Canzone Napoletana La canzone napoletana. Tra memoria e innovazione a cura di Anita Pesce e Marialuisa Stazio La canzone napoletana. Tra memoria e innovazione a cura di Anita Pesce e Marialuisa Stazio Culture e Società del Mediterraneo, 1 Collana del Cnr-Issm, Responsabile Paola Avallone I contributi di questa pubblicazione sono stati sottoposti a un double blind peer reviewing Progettazione e sviluppo dei testi e dei contenuti multimediali a cura di Antonio Marra ISBN 978-88-909500-0-1 Copyright © 2013 by Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM). INDICE PAOLA AVALLONE Prefazione pag. 7 MARIALUISA STAZIO I motivi di un progetto » 11 GIANFRANCO PLENIZIO I Passatempi Musicali da Guglielmo Cottrau a » 25 Francesco Florimo. Due diverse concezioni nell’elaborazione del ‘popolare’. Modalità di fruizione ed evoluzione dei linguaggi musicali. GIOVANNI AULETTA Canti paralleli » 41 MASSIMO LEOCATA Memoria ovvero rimembranza. Analisi dell’opera » 71 Rimembranza di Napoli di Giovanni Caramiello CARLA CONTI Schedare per credere. Analisi dei repertori della canzone » 87 napoletana per la configurazione di una scheda condivisa GIORGIO RUBERTI Presentazione e primi risultati di un’analisi stilistica » 97 sulla canzone napoletana classica ROSSELLA DEL PRETE La città del loisir. Il sistema produttivo dello spettacolo » 121 dal vivo a Napoli tra ‘800 e ‘900 MASSIMO PRIVITERA La nostra musica: «Fortunio» tra vecchie e nuove » 165 canzoni (1888-1899) PAOLO SOMMAIOLO Il café-chantant e la spettacolarizzazione della canzone a » 183 Napoli tra la fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale ANNAMARIA SAPIENZA Grandi interpreti della canzone napoletana tra musica e » 205 teatro: il caso di Gilda Mignonette GIULIANA MUSCIO Tra nostalgia e memoria: da Francesco Pennino a » 217 Francis Coppola GINO FREZZA Lacreme napulitane. Cinema e canzone dagli anni Trenta » 233 agli anni Ottanta del XX secolo MARIALUISA STAZIO Canta Napoli! Napoli transmediale! La canzone » 257 napoletana nell’Italia del miracolo economico e nella Napoli laurina. Indice SERENA FACCI Le canzoni dei napoletani al Festival della Canzone pag. 297 Italiana di Sanremo CARLA CONTI Canzone appassionata: 90 anni tra identità e significati » 335 MARIA I. SIMEON La canzone napoletana, patrimonio identitario ed » 353 attrattore turistico-culturale LELLO SAVONARDO Musica, memoria e cultura digitale » 371 RAFFAELE DE MAGISTRIS Nuovi modelli di fruizione e valorizzazione della canzone » 393 napoletana all’ingresso del terzo millennio: quale ruolo – se un ruolo c’è – per le biblioteche? GIUSEPPE AIELLO Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono » 405 neomelodici… MARCELLO RAVVEDUTO La metropoli neomelodica » 415 MARIANO CAIAFA E si nun canto moro. L'industria della musica » 453 neomelodica a Napoli 6 Prefazione di PAOLA AVALLONE La ricchezza del Mediterraneo è il frutto della diversità. Molti tentativi sono stati compiuti in passato per trovare qualche carattere che accomuni i paesi del Mediterraneo e li distingua rispetto ad altre aree del mondo. In alcuni casi questo elemento comune è stato individuato nelle condizioni fisiche (ad esempio l’orografia) delle regioni che si affacciano sul mare interno; altre volte in alcuni aspetti della flora e della fauna; altre ancora nelle comuni radici culturali che affondano nella civiltà antica. Ma questi tentativi d’individuare la specificità mediterranea si sono rilevati poco fruttuosi oltre che destinati, in molti casi, al fallimento. Le regioni del Mediterraneo presentano, infatti, diversità notevoli che non è possibile trascurare. Ma la diversità non è una diminutio, anzi proprio ad essa è legata la ricchezza dell’area mediterranea nella sua lunga storia. Un carattere comune può essere, tuttavia, rintracciato nella musica. Se da un lato non esiste un genere di musica mediterranea tout court, è però possibile riconoscere nelle melodie dei singoli paesi caratteri e tonalità molto simili. E la musica napoletana, da quella più antica a quella più moderna, concentra sicuramente in sé le sonorità dei vari popoli mediterranei che si sono ritrovati a dominare, commerciare o semplicemente a passare per il Mezzogiorno italiano, regalando o lasciando in eredità ritmi della propria terra d’origine. Da qualche tempo l’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nell’ambito della commessa Divari di sviluppo nel Mediterraneo. Italia e Mezzogiorno tra età moderna e contemporanea, sta dedicando una particolare attenzione alla canzone napoletana come esempio di fenomeno culturale complesso, che si gioca nella tensione fra gli imperativi della produzione industriale e quelli della creatività, della differenziazione, della vocazione identitaria. L’Istituto ha accolto, dunque, con entusiasmo il progetto, nato come un Paola Avallone piccolo scatto d’orgoglio di un gruppo di studio sulla Canzone Napoletana per un settore mortificato dalle politiche pubbliche – con la radicale erosione delle risorse che restringe la libertà di ricerca – ma consapevole e fiero della propria centralità e autonomia. Un gruppo di studio che si è formato grazie alla libera associazione fra studiosi che nelle Università, nei Conservatori, negli Enti di ricerca, nelle Biblioteche e negli Archivi già si occupano del fenomeno “canzone napoletana” e studiosi interessati ad aprire nuove linee di ricerca sul tema. Lo studio della musica napoletana ha visto trasformare questo argomento in una disciplina storica che via via è andata costruendosi sulla base di una relazione dialettica e feconda con le discipline tradizionali (storiche, geografiche, economiche, giuridiche, antropologiche), che deve tener conto dell’apporto innovativo dell’incrocio interculturale dei saperi. Studiare la musica napoletana anche alla luce dei problemi odierni è di cruciale importanza e significa misurarsi con questioni ampie, che attengono alla crisi e trasformazione del sapere storico, nelle sue premesse metodologiche e nelle sue finalità conoscitive, e con temi fondamentali legati alla nozione stessa di musica, all’oggetto/soggetto “napoletana” e alla possibilità di farne la storia per porla al servizio dei problemi del presente. Questo libro è il primo prodotto dell’ISSM sul tema. Esso è la sintesi di alcune giornate di studio che il gruppo di studiosi di cui sopra ha voluto dedicare all’argomento. Ma allo stesso tempo risulta l’inizio per un approfondimento di un filone che, come sottolineano nell’introduzione le due curatrici Maria Luisa Stazio e Anita Pesce è heritage, patrimonio culturale immateriale dell’umanità e come tale va studiato in tutti i suoi caratteri comuni e distintivi, nelle influenze reciproche e nelle identità culturali dei paesi europei del bacino del Mediterraneo Grazie all’apporto multidisciplinare dei contributi, la canzone napoletana non resta invischiata negli stereotipi nazional-popolari. La canzone napoletana è qui rappresentata da un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni, diventa “stile di vita”, cioè un insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali il popolo meridionale ha creato e ricreato, nel corso dei secoli, una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno alla canzone. 8 Prefazione L’obiettivo che si è raggiunto è triplice: si è consentita una riflessione sulla musica napoletana in un momento formativo necessario, comune e condiviso; si è messo a disposizione della platea uno scambio di conoscenze grazie alla presenza di storici, sociologi, antropologi, musicisti e di figure intellettuali di livello internazionale; infine, si è offerta la possibilità a giovani studiosi di approcciarsi all’argomento avvalendosi dei più moderni strumenti tecnologici e di piattaforme multimediali. La novità del volume sta, difatti, non solo nei contenuti, ma anche nella sua particolare forma editoriale: il formato digitale. Rappresenta un primo esempio di ebook dell’ISSM, la cui progettazione e lo sviluppo dei testi e dei contenuti multimediali sono stati curati con professionalità da Antonio Marra. Il formato utilizzato è il Pdf della Adobe e può essere liberamente scaricato dal sito cnr-issm nella sezione “libri digitali”, sia per intero che per singolo contributo. Ma la peculiarità sta anche nel fatto che i vari saggi sono integrati sia da rimandi a link su siti web esterni, sia da filmati residenti su YouTube, nonché da video e audio forniti dagli autori. Con questo progetto si è inteso, dunque, assicurare “manutenzione” (continuità, strutturazione, controllo scientifico) al patrimonio culturale rappresentato dalla canzone e al complesso di conoscenze cumulate da quanti si occupano di tutelarlo, conservarlo, studiarlo, incrementarlo e trasmetterlo. 9 I motivi di un progetto di MARIALUISA STAZIO Questo volume riunisce i contributi di quanti sono intervenuti durante quattro giornate di lavoro del Gruppo di studio sulla Canzone Napoletana (Napoli, 28 e 29 novembre 2011, Biblioteca BRAU, Polo di Scienze Umane e Sociali, Università di Napoli Federico II; Napoli, 7 e 8 giugno 2012, Dipartimento di Sociologia “Gino Germani”, Università di Napoli Federico II). Inizialmente concepita da Anita Pesce e da chi scrive, l’idea di promuovere questo gruppo di studio multidisciplinare sulla canzone napoletana parte da un paio di constatazioni. La prima è che le canzoni napoletane fine ottocentesche hanno rappresentato un unicum, per estensione
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