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O SSERVATORIO C RITICO della germanistica

Francesco Fiorentino e Giovanni cole patrie», «Gli Orienti», «Paesaggi Sampaolo (a cura di), Atlante della let- di parole», «Utopie, eterotopie», teratura tedesca, Macerata, Quodlibet, «Deutschland glob@l». Arricchiscono 2009, pp. 635, ! 42 il volume alcune carte geografico-cultu- rali e i numerosi richiami tra i contri- L’Atlante della letteratura tedesca, buti, che alludono a ulteriori intrecci di dedicato a Marino Freschi, si offre discorsi e funzionano da inviti al lettore come ricco, suggestivo viaggio lungo le a seguire itinerari propri. topografie geopolitiche e culturali del- La prima sezione apre alle zone at- l’‘Europa di lingua tedesca’, i cui traversate dal Reno e dal Danubio, epicentri – più o meno estesi, aperti o realtà sovranazionali di scambio. Ai chiusi quali fiumi, regioni, città, teatri – paesaggi dei due fiumi s’intreccia una costituiscono lo scenario delle vicende trama letteraria radicata da un lato in intellettuali che hanno plasmato l’ampio una differenziata mitologizzazione flu- contesto della letteratura tedesca con viale – è il caso del Reno – dall’altro tutto il suo immaginario poetico. La nel crogiolo di possibilità antropologi- scelta originale di fare dello spazio il che, etniche e culturali proprio del principio organizzatore del volume ha mondo asburgico e mitteleuropeo. L’u- per i curatori ragioni profonde: in nes- no cifra di un patriottismo contaminato sun’altra area come in questa esso ha nel tempo da toni nazionalistici, l’altro intrattenuto con la storia – in un arco di simbolo del congedo dal ‘mondo di tempo che va dalla Kleinstaaterei del- ieri’, testimone dell’‘altra’ Europa cela- l’Impero germanico alle tragedie del ta dietro la cortina di ferro, i due fiumi Novecento fino alla riunificazione della adombrano i drammi del secolo scorso Germania – un rapporto tanto pre- e costituiscono il trait d’union di alcuni gnante. L’ambito interessato è ben più discorsi affrontati nell’Atlante, inerenti ampio della superficie degli stati in cui i concetti di natura e civiltà, storia e il tedesco è oggi lingua ufficiale e identità, ‘centro’ e ‘periferia’. Già que- chiama in causa altri luoghi che, in di- ste prime letture invitano a percorsi versi momenti storici, hanno fatto parte alternativi all’ordine testuale. Per quan- di quel mondo o, per vie diverse, sono to concerne l’ambiente renano, esso entrati in contatto con esso. conduce il lettore alle Alpi («Paesaggi Ne deriva una mappa variegata, trac- di parole»), luogo del sublime di Kant e ciata da oltre settanta contributi orga- di Schiller, teatro del Bergkristall di nizzati in sezioni tematiche: «Due fiu- Stifter e dello Zauberberg di Thomas mi», «Le piccole capitali», «Le metro- Mann, e da qui al Rütli («Tre luoghi poli», «Tre luoghi della memoria na- della memoria nazionale»), il prato zionale», «Spazi di confine», «Miti del dove secondo la tradizione elvetica, Sud», «Teutonismi», «Mitteleuropa», corroborata dal Wilhelm Tell di Schiller, «Un villaggio», «Lacerazioni», «Le pic-

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venne siglato il patto di nascita della dove la memoria di Neuengamme e dei Confederazione. cantieri navali convive col ricordo dei I contributi dedicati alle piccole ca- sabotaggi ad opera della resistenza ope- pitali ricostruiscono innanzitutto, ac- raia. Con i suoi quartieri alternativi e canto ai volti architettonici, i dibattiti multietnici Amburgo testimonia nel politico-culturali nati, perlopiù nelle presente la differenziata identità mo- sedi universitarie, tra il XVIII e il XIX se- derna e il disagio sociale, temi cari a colo e diffusi da una stampa molto at- Siegfried Lenz. Un discorso a parte tiva. È allora la volta di Tubinga col spetta a Lubecca e Heidelberg, spazi prestigioso Stift, dove studiano Hegel, letterari eletti a dimensione esistenziale. Schelling e Hölderlin, e di Gottinga, La prima è teatro dei Buddenbrooks di città di Lichtenberg, avamposto di un Thomas Mann, romanzo in cui l’atmo- pensiero improntato all’illuminismo e sfera della città si traduce in «habitus sensibile ai processi dell’emancipazione estetico-morale», mentre la seconda è femminile. Un legame particolare uni- luogo celebrato da Hölderlin, che nel- sce la Lipsia – «città del libro» – di l’ode a lei dedicata la eleva a «geo- Gottsched, fautore di un teatro didattico grafia spirituale». Anche il contributo che guarda alla Francia classicista, alla su Graz richiede una riflessione di Zurigo settecentesca di Bodmer, me- ordine diverso, inerente l’affermazione diatore culturale nonché sostenitore, in dell’avanguardia letteraria del “Forum polemica con il collega, di un illumi- Stadtpark” e della “Grazer Gruppe” co- nismo volto all’emozionale. Legate tra me reazione al provincialismo culturale loro sono anche Jena, fulcro dell’idea- della letteratura austriaca degli anni lismo tedesco e della Frühromantik, e Cinquanta. Dresda, la ‘città delle arti’ nella cui pi- I contributi su Parigi e Londra («Le nacoteca Wackenroder è abbagliato da metropoli») focalizzano aspetti politico- Raffaello. Parlare di Jena significa d’al- culturali differenti, così come essi sono tronde anche sconfinare in quel ‘luogo stati recepiti in ambito tedesco. La ca- della memoria nazionale’ che è la Wei- pitale francese è innanzitutto il «labo- mar di Goethe e di Schiller, culla ideale ratorio politico» sulla cui filigrana si della Bildung, a cui corrisponde sul misura la ‘miseria tedesca’, si valutano piano politico l’utopico progetto di una il fenomeno della rivoluzione e l’am- fusione fra spirito borghese e aristo- missibilità della violenza, si riflette crazia illuminata quale alternativa alla sulla dominazione napoleonica e sulla Rivoluzione francese. Restaurazione. Se già Parigi appare am- I percorsi della topografia letteraria bivalente paradigma della modernità, a obbligano a scarti temporali. Il volume maggior ragione lo è la metropoli in- introduce così alla Monaco nell’Otto- glese descritta nei resoconti di Lichten- Novecento dove l’antifilisteismo di berg, Moritz, Heine, nonché nell’opera Wedekind e la critica sociale del di Brecht. Centro dell’internazionale «Simplicissimus» si affiancano al cena- comunista, Londra diviene durante il colo di George, mentre nelle arti spicca nazionalsocialismo una delle mete degli l’avanguardia dello Jugendstil e del esuli tedeschi, uno per tutti Canetti. gruppo “Der blaue Reiter”, fondatore – Un ruolo particolare compete, nel- insieme a “Die Brücke” di Dresda – l’Atlante, alla Vienna del primo No- dell’espressionismo pittorico. È la do- vecento, somma interprete della crisi lente storia del secolo scorso a segnare, dei valori che investe l’Europa alla oltre a Dresda, la città di Amburgo, svolta del secolo e centro di sperimen- 3

tazione nelle arti e nelle scienze. È que- si vuole smarcato dai retaggi del na- sta eterogeneità che l’ha resa fulcro zismo e non provinciale. dell’immaginaria Kakania musiliana, Un percorso di lettura trasversale ha topos poetico del mondo imperial-regio per protagonista, nel volume, Berlino in destinato a scomparire, ora teatro del quattro momenti della sua storia. Capi- più bieco paternalismo (Kraus) ora spa- tale prussiana di Federico II (Berlino zio cangiante del multiculturale mitte- nel Sette-Ottocento), sede dell’illumini- leuropeo. Multiculturale è qui il termine smo di Lessing e Nicolai nonché dei appropriato, se si pensa a Trieste, città primi passi della travagliata emancipa- di aspri e fecondi confronti identitari, zione ebraica guidata da Moses frontiera politico-ideologica tra Est e Mendelssohn, Berlino si presenta all’i- Ovest. Alla ‘periferia’ della Kakania si nizio del XX secolo come rete del- situa la Praga di Kafka, dove mito e l’espressionismo, con i suoi molteplici leggenda medievale aprono all’ ‘aldilà’. punti d’incontro e il suo immaginario Qui l’elemento ebraico-tedesco si af- letterario e pittorico, che ne polarizza i faccia sul mondo dell’ebraismo orien- diversi aspetti. Ma Berlino è anche tale con la sua ortodossia religiosa rac- coagulo della storia del Novecento. La colta nello shtetl, la comunità rurale alla Berlino del Muro («Lacerazioni») resti- quale molti ebrei assimilati guarderanno tuisce i traumi originatisi da quella con l’interesse – è il caso, tra gli altri, di barriera attraverso le opere di Schnei- Kafka, Roth, Buber – di chi si interroga der, Johnson, , Plenzdorf, sulla propria identità. A toccare il tema gettando uno sguardo anche sulla capi- del declino dell’Impero, inscritto nella talistica Berlino ovest, testimone di più ampia visione di un mondo colpito eventi cruciali come la rivolta studen- da un’inarrestabile decadenza, è il con- tesca e il terrorismo della Raf. Le que- tributo dedicato a Salisburgo, luogo stioni annunciate a conclusione del d’origine di Trakl, nei cui versi la topo- contributo – la riunificazione tedesca grafia cittadina assume connotazioni come cancellazione dell’identità orien- angosciose. Sulle tracce dello scom- tale e il conseguente senso di spaesa- parso Impero si pone d’altronde anche mento negli intellettuali della Rdt – la vicenda umana e letteraria di Anto- sono al centro della Berlino dopo il nio-Tonko Ljeto (1919-1994) – scrittore Muro in cui sul filo di Was bleibt della italo-croato di sentimenti austriaci, ori- Wolf si affronta il naufragio del pro- ginario del villaggio di Crno Selo – il getto socialista condensato nell’im- cui romanzo incompiuto Beeren con- magine di una «città senza nome». Con densa i destini disgregati dalla storia. Ein weites Feld di Günter Grass il Completa infine la panoramica sul discorso si apre invece alla proble- mondo asburgico il contributo dedicato matica della nazione unita, che l’autore al Burgtheater e ai teatri viennesi («Tre occidentale, alla luce della tragedia luoghi della memoria nazionale»), che tedesca, vuole fondata su una cultura ricostruisce la scena sette-ottocentesca comune aliena da ogni pathos nazio- della capitale seguendo lo sviluppo dei nale. diversi generi teatrali, tra cui l’opera, il Topografie dell’esilio e Topografie teatro di prosa di Grillparzer, il Volks- della Shoah ripercorrono le lacerazioni stück di Raimund e Nestroy, l’operetta. provocate dal nazismo. Il primo contri- Nel secondo dopoguerra sono Vienna e buto ricostruisce i percorsi dell’emi- Salisburgo, con il suo festival, a cataliz- grazione intellettuale tedesca attraverso zare il dibattito intorno a un teatro che le dolorose vicende di Anna Seghers, 4

Brecht, Benjamin e riflette sul ruolo l’avanguardia politica di Lenin e quella della letteratura in un momento di culturale del Dada. È ancora Zurigo, emergenza politica e ideologica. Topo- alle soglie della Seconda guerra mon- grafie della Shoah affronta invece il di- diale, ad accogliere molti intellettuali in battito poetologico, avviato da Adorno fuga dalla Germania nazista. e tuttora attuale, intorno alla possibilità Dei drammi del Novecento parlano di una rappresentazione estetica di d’altronde anche i confini mutati. È il Auschwitz – inteso come luogo simbolo caso di Königsberg, centro del ducato dello sterminio – e focalizza le voci in- di Prussia scelto da Kant a domicilio terpreti di questa tragedia nella poesia perenne, inglobata col nome di Kalinin- (Celan e Nelly Sachs), nella prosa grad nell’Unione sovietica, che nel (Apitz), nella letteratura documentaria 1948 decide l’espulsione della popola- (Weiss, Heissenbüttel, Bäcker) o ancora zione tedesca, o della Bucovina, fertile nella riflessione saggistica (Améry). Al terreno della cultura ebraico-tedesca tema dell’esilio e della Shoah si lega prima occupato dai nazisti poi dai so- anche la riflessione intorno al concetto vietici, Heimat scomparsa per Celan e di Heimat che, compromesso dal na- Rose Ausländer. Ancora diverso è il zismo sull’onda dell’ideologia del Blut tema della Heimat nelle pagine del und Boden, diviene pressoché sinonimo premio Nobel Herta Müller, esponente di Vaterland. Sul processo di riabilita- della minoranza tedesca stanziata nel zione di questo complesso tematico e Banato e nella Transilvania, passata sulle diverse valenze da esso assunte nella Rft a metà degli anni Ottanta. I nel dopoguerra fa il punto l’omonimo motivi legati alla realtà rumena – contributo, toccando alcuni momenti l’angusta vita agreste e il giogo della essenziali della sua rielaborazione, dal dittatura – si intrecciano qui alla diffi- Prinzip Hoffnung di Bloch, alla tetralo- coltà di una piena integrazione in Ger- gia Jahrestage di Johnson, alla serie ci- mania. L’essere «senza casa» è anche nematografica Heimat di Reiz. nucleo del contributo dedicato al pae- La sezione «Spazi di confine» si saggio identitario del Südtirol, così volge alle zone di frontiera fervide di come esso emerge, in particolare, nei interazioni culturali e traccia un reticolo romanzi di Zoderer, al cui centro è la di spazi oggi non più appartenenti alla problematica della doppia estraneità di geopolitica tedesca. Il lettore è intro- chi, abbandonata la ristretta realtà lo- dotto così nell’alsaziana Strasburgo, cale per la città, finisce vittima di un patria dello “Sturm und Drang” ma duplice spaesamento. francese dal 1861, incrocio di due lin- Altri spazi si uniscono nell’ampio gue, due culture, due organizzazioni contesto tedesco a quelli nazionali, a te- politiche – quella feudale tedesca e stimonianza di una cultura continua- quella centralista francese. Se già la Zu- mente ‘deterritorializzata’ e stimolata rigo settecentesca è «terra letteraria di dall’‘alterità’. La Grecia, l’Italia con la margine», lo è ancor più la Zurigo del- sua capitale Roma («Le metropoli»), e l’Ottocento e del Novecento, la prima la Sicilia costituiscono i «miti del Sud» polo congeniale per gli autori del che da Winckelmann in poi fungono da Vormärz che si allontanano dalla re- luoghi reali o ideali intorno ai quali si pressiva Confederazione Germanica, la anima il confronto con l’antico. «Mito seconda crocevia dei movimenti rivolu- di valenza archetipica» è la Grecia, nei zionari europei, luogo della prossimità diversi significati che essa assume, oltre – e del mancato incontro – tra che nelle riflessioni di Schiller sui con- 5

cetti di ‘ingenuo’ e ‘sentimentale’, (Brecht), metafora di un potere assurdo nell’opera di Goethe, Hölderlin, Nova- (Kafka e Frisch). lis, Kleist. Meta privilegiata del viaggio È talvolta la letteratura a restituire di formazione tra Sette e Ottocento, l’immagine di città, regioni, terre altri- l’Italia è innanzitutto la Roma di Goe- menti conosciute, come evidenziano i the, vissuta tra finzione e realtà come contributi dedicati ai «paesaggi di pa- esperienza conoscitiva e sensuale. A role». È il caso della Marca di Brande- essa si affiancano i paesaggi rinasci- burgo di Fontane e di de Bruyn, colta mentali di Wackenroder, la natura me- negli ambienti in cui la sua storia fa ca- ridionale di Jean Paul, l’Italia popolare, polino e della Slesia, scenario del ro- noncurante e arretrata, ma detentrice di manzo pastorale di Opitz e teatro per una spontaneità antitetica alla funzio- Hauptmann di un naturalismo non sce- nalità tedesca. Concreto materiale di vro da componenti mistiche. Al mondo studio archeologico e architettonico è slavo-tedesco dell’Alta Slesia guarda invece la Sicilia visitata e ritratta da von invece Horst Bienek. Mentre la Svevia Klenze, Schinkel, Hittorff alla ricerca si materializza attraverso i viaggi com- dell’humus fondante per le utopie pro- piuti negli anni Cinquanta e Sessanta da gettuali del neoclassicismo tedesco. Bonaventura Tecchi sulle orme dei filo- La sezione dedicata agli «Orienti» sofi e poeti – Hölderlin, Hegel, Hesse – ripercorre la curiosità del mondo te- che lì hanno vissuto, la Frisia, terra di- desco per l’Egitto, l’India, la Persia, la vorata dal mare, riemerge tra scenari Cina e il Giappone. È l’interesse filolo- reali e irreali nella scrittura di Storm, e gico per le lingue antiche, la ricerca di la città di Augusta rivive attraverso il pedagogie alternative a quella umani- duplice sentimento, ora polemico ora stica, l’indagine di una possibile fusione nostalgico, del suo «figliastro» Brecht, tra culture lontane a spingere gli intel- così come nell’apprezzamento riserva- lettuali, a partire dalla fine del XVIII se- tole da Thomas Mann, che nel passato colo, al confronto con l’esotico. In que- della libera città dell’Impero ritrova una sto contesto si colloca il fascino per i parte della sua Lubecca. A completare geroglifici egizi, interpretati come ico- la mappa dei paesaggi di parole, sono nografia razionale o sistema arcano, o «le piccole patrie» Schilda e Seldwyla, lo studio del sanscrito e del mito in- la prima cittadina dalla fisionomia in- diano, attraverso i quali Friedrich certa sia nella geografia reale sia in Schlegel cerca l’origine della lingua te- quella letteraria, identificata da Wieland desca e fonda una mitologia comparata. nella greca Abdera poi ripresa da Dür- L’attenzione di Goethe per il ghazal renmatt, la seconda luogo inventato da persiano, attinto dall’opera di Hâfez, o Keller, entrambe designate a emblema, in epoca più recente di Rilke per lo tra ironia e tragedia, della stoltezza haiku giapponese e di Brecht per il tea- umana. Una deviazione di lettura con- tro nO attesta le contaminazioni poeti- duce a questo punto sulle tracce della che volte al superamento dei modelli Prussia («Teutonismi») della Minna von estetici dominanti. Più ambigua è l’im- Barnhelm di Lessing e del Prinz Fried- magine della Cina, riconosciuta de- rich von Homburg di Kleist, riflessione positaria di un sapere della natura sulle dinamiche interne a un stato fon- esente dalle storture della modernità – dato sull’onore e sulla subordinazione come in Döblin – oppure stigmatizzata nel quale pur si tenta conciliazione tra a emblema di quella stessa modernità necessità e libertà. 6

I contributi della sezione «Utopie, eros e thanatos, mito decadente per ec- eterotopie» rintracciano, come vuole cellenza è invece la Venezia che si pro- Foucault, quegli spazi «privi di un fila da Schiller e von Platen fino a luogo reale» in cui la società appare Wagner, Thomas Mann e Visconti. perfezionata o rovesciata, o quei «con- Utopia progettuale è, infine, il Duomo tro-luoghi» realmente esistenti sorta di di Colonia, la cui costruzione in stile utopie realizzate. Non è casuale che il gotico, ripresa nel 1842 circa seicento primo contributo sia dedicato all’Ame- anni dopo la posa della prima pietra, rica, ovvero agli Stati Uniti, raffigurati risponde alla ricerca di simboli identi- sin dalla fine del Seicento ora come tari comuni. Una valenza affine si rin- potenziale scenario di una società libera traccia anche nella Wartburg («Teuto- ed emancipata, ora – è il momento della nismi»), l’imponente complesso archi- disillusione – come emblema della de- tettonico situato presso Eisenach, sede generazione dei modelli occidentali. di una leggendaria tenzone poetica nel Sono d’altronde arrivate anche in Ame- XIII secolo, rifugio di Martin Lutero, rica le comunità pietistiche seguaci di che qui traduce il Nuovo Testamento, e Zinzendorf, fondatore nel 1722 della teatro nel 1817 del Teutsches Siegesfest colonia di Herrnhut, in cui si propugna organizzato dagli studenti della Bur- un cristianesimo rispettoso di tutte le schenschaft di Jena. confessioni. L’importanza del pietismo Un discorso particolare è da riser- nella cultura tedesca settecentesca è al- vare qui allo sviluppo del teatro te- tresì testimoniata da quella località desco. A essere ripercorsa nel volume è, dell’immaginario che è l’isola di Fel- innanzitutto, la nascita del National- senburg, teatro dell’omonimo romanzo theater, inteso come istituzione porta- di Schnabel, incentrato sullo sviluppo di voce, nel contesto di una Germania an- una società familiare il cui perno è il cora frammentata, della moderna co- luteranesimo in forma pietistica. Alle scienza borghese, nonché di uno spirito utopie sociali si affiancano quelle arti- nazionale fondato sull’idea di una cul- stiche. Così la colonia di pittori ope- tura condivisa. La breve esperienza del rante a Worpswede, presso Brema, ne- teatro di Amburgo, dove è attivo Les- gli anni tra Otto e Novecento, i cui sing, quella del teatro di Mannheim e, esponenti sostengono una visione anti- infine, del teatro di Bayreuth fondato da naturalistica del paesaggio con esiti che Wagner ne costituiscono i momenti preannunciano il tratto espressionista. principali. Il contributo Freie Bühne, Altri contesti tra loro eterogenei si ag- Volksbühne, Berliner Ensemble rico- giungono a quelli già nominati. Ad struisce invece il panorama teatrale esempio il giardino all’inglese del XVIII berlinese dalla fine dell’Ottocento ai secolo, come il Garten Reich Dessau- giorni nostri, focalizzandone le espe- Wörlitz, confluito nella letteratura del- rienze e le figure più significative tra i l’epoca – si pensi alle Wahlver- registi e gli autori – da Brahm e Rein- wandtschaften di Goethe – e da questa a hardt a Piscator, fino a Brecht, Besson, sua volta ridisegnato; o la Staatsbiblio- Heiner Müller, Peymann. thek di Berlino, eletta nel film di Wen- Negazione di ogni utopia è invece ders Der Himmel über Berlin a universo l’ospedale-manicomio Charenton, rico- in cui si odono «la voce dei libri e poi il vero non solo di pazzi ma anche di ‘ir- groviglio di voci di cui è fatto il mon- regolari’ e ‘dissenzienti’, in cui Weiss do». Luogo dell’ambiguo e dell’ingan- ambienta il suo Marat/Sade, ricono- nevole, dimensione del connubio di scendo in esso i prodromi di un’isti- 7

tuzione – quella dell’internamento – la volume va ben oltre la consueta tipolo- cui funesta degenerazione condurrà ad gia degli atti di un convegno, se non al- Auschwitz. Chiude la sezione un con- tro per due motivi: per la compattezza, tributo dedicato al romanzo Auf zwei annunciata nell’introduzione e mante- Planeten di Lasswitz. Al centro dell’o- nuta nell’insieme del volume, e per la pera è Marte, su cui si è realizzata l’uto- ricchezza delle cosiddette appendici, pia di una società improntata alla libertà che contengono la traduzione delle cri- e alla pace, salvo che l’esportazione del tiche musicali di argomento mozartiano modello marziano sulla terra comporta di G. B. Shaw (ad opera di una delle cu- l’uso della violenza, frutto di una ragio- ratrici del volume, la storica della mu- ne e di una tecnologia che si rovesciano sica Biancamaria Brumana), una colla- nel loro contrario. Una rivolta terrestre zione dei passi di argomento mozar- riequilibra i rapporti di forza: un monito tiano dal Diario di Eugène Delacroix e, affinché i più alti valori umani si come pezzo forte, ottime nuove tradu- affermino al di là di ogni azione coerci- zioni dei due principali e più famosi tiva. racconti di argomento mozartiano nella L’Atlante si conclude con «Deutsch- letteratura tedesca: Don Juan di E. T. land glob@l», sezione dedicata ai volti A. Hoffmann (a cura di Jelena Rein- della Berlino degli ultimi vent’anni. hardt) e Mozart in viaggio per Praga (a Muovendo dai romanzi di Brussig, cura di Carlotta Becagli). All’interno ironico interprete del disincanto di una del volume ad entrambi i racconti viene generazione ormai lontana dallo slancio dedicata un’analisi approfondita, rispet- ideologico di una Christa Wolf, il tivamente da Leonardo Tofi e Uta contributo Sonnenallee/Kreuzberg/Mit- Treder. In realtà i vari contributi che te si sofferma sulla letteratura e sulla compongono il libro spaziano pren- filmografia di una città in bilico tra dendo in esame molti altri testi letterari: l’incalzante globalizzazione e la difesa il libretto di Hofmannsthal per Die Frau delle peculiarità identitarie risalenti al ohne Schatten, testi sul Don Giovanni periodo della divisione. È la Berlino dei da Tirso de Molina a Max Frisch e Pe- migranti, multiculturale e interculturale ter Handke (Mocali), il famoso Mozart di Kaminer, Emine Özdamar, Yoko e Salieri di Puskin, e ancora Aleksandr Tawada a siglare le topografie della Blok, Anna Achmatova, Marina Cve- letteratura tedesca, come testimonianza taeva (Simcic), Laura Mancinelli e Vêra di una cultura che oggi sa far «entrare Linhartová (Schlicht), proponendo dun- l’estraneo» nei propri confini nazionali. que accanto a riletture e reinterpreta- zioni di opere molto note e studiate, Daniela Nelva analisi, accostamenti e chiavi di lettura accattivanti per testi meno presenti Biancamaria Brumana, Riccardo nella circolazione culturale. La novità Concetti, Uta Treder, Mozart nel mondo dell’accostamento e della chiave di let- delle lettere, Perugia, Morlacchi, 2009, tura, già evocata nel titolo Mozart nella pp. 360, ! 20 prospettiva dello schermo ovvero il buco nel sipario, vale anche per il bril- Nato da un convegno organizzato dai lante saggio di Alessandro Tinterri su docenti germanisti, dai musicologi e quattro film di argomento mozartiano storici dello spettacolo della Facoltà di (Il flauto magico di Ingmar Bergman, il Lettere di Perugia in occasione dei 250 Don Giovanni di Joseph Losey, Noi tre anni dalla nascita di Mozart, questo di Pupi Avati e Amadeus di Milo For- 8

man), così come per la presentazione di aspetto rimane poi in ombra, non es- alcuni fenomeni assai poco noti della sendo esaminato specificatamente nei ricezione, per esempio la passione di contributi del volume. Delacroix per Mozart nel contributo di All’introduzione segue il saggio di Giuliano Ciliberti. Hermann Dorowin sulla Zauberflöte, Ma ritorniamo al titolo, Mozart nel un’eccezione all’interno del volume, mondo delle lettere. Si potrebbe pensare non essendo l’aspetto più propriamente che il volume sia focalizzato sull’analisi musicale al centro dell’interesse. Il di testi che si ispirano a Mozart, alla sua contributo ci pone di nuovo davanti alla biografia e alle sue opere: in parte è domanda: in che senso un’analisi del- così, ma non esclusivamente, come con l’opera più famosa rientra nel tema lucidità illustra Riccardo Concetti nella “Mozart e la letteratura”? Ma la Zau- Introduzione, assai utile perché ben in- berflöte è un Singspiel (come Die Ent- formata sui nodi del dibattito intorno al führung aus dem Serail) nella migliore rapporto tra letteratura e musica, qui tradizione del teatro popolare viennese, analizzati alla luce dei numerosi studi in come risulta evidente anche dalla pre- proposito. Concetti prende subito l’av- cisa analisi del libretto di Schikaneder. vio da un motivo unificante della cop- Dorowin non si limita tuttavia a questi pia letteratura-musica, vale a dire quello aspetti, non rifuggendo dall’affrontare della qualità letteraria dei capolavori le questioni più dibattute dagli studiosi, mozartiani; in un secolo che in una che in passato si sono concentrate nella prima fase teorizza ancora la su- cosiddetta «teoria della frattura» balternità della musica alle parole per (Bruchtheorie); rifacendosi ai lavori di arrivare molti decenni più tardi al ro- Jan Assmann, Dorowin sottolinea come vesciamento di questa posizione nella la Zauberflöte «non raffigura o narra teoria romantica della musica assoluta, soltanto un processo iniziatico, ma lo Mozart, il quale pure ha influenzato i compie in senso performativo nei con- romantici, rappresenta un punto di fronti degli spettatori. [...] Lo svela- equilibrio nel rapporto tra parola e mu- mento della verità, cioè il superamento sica, grazie a «quella rara fattura (che si del pregiudizio (Vorurteil, termine evidenzia soprattutto nella produzione usato nel testo) è vissuto contempora- operistica) in virtù della quale il suono neamente dal protagonista e dal pubbli- sa dispiegare svolgimenti drammatici, co, come un passaggio dall’oscurità alla rivelare stati d’animo, evocare somme luce» (pp. 45-46). Nella discussione aspirazioni e nobili ideali, raggiun- della dimensione utopica dell’opera Do- gendo un tale grado di espressività né rowin rinvia al film di Bergman, atti- indipendentemente dalle parole, né vando così un nesso interno con il sag- come puro accompagnamento, ma in gio già ricordato di Tinterri. dialogo con esse» (pp. 19-20). Per tali Dopo un articolo di Concetti dedi- caratteristiche della sua musica e del cato alle influenze mozartiane sullo suo teatro musicale Mozart si interessò Hofmannsthal della Frau ohne Schat- molto alle teorie drammaturgiche e alla ten, i contributi successivi sono dedicati riforma teatrale sviluppate in quegli alla «carriera letteraria» di Mozart «che anni, a quelle di Lessing in particolare. non ha eguali tra i suoi colleghi compo- È un aspetto questo molto interessante sitori» (Concetti, p. 33), carriera che nell’ambito del rapporto tra letteratura e trova in Hoffmann più che un semplice musica, ben visibile in un’opera come iniziatore: infatti il suo racconto Don Die Entführung aus dem Serail; ma tale Juan, contenente una lettura particola- 9

rissima dell’opera mozartiana, come ri- Nella loro eleganza le due tradu- sulta dall’elegante saggio di Tofi, in- zioni, così come i saggi qui raccolti, fluenzò addirittura molte delle succes- cercano di ispirarsi all’armonia delle sive messe in scena del Don Giovanni. creazioni prese in esame, così come gli È proprio il Don Giovanni a fare la autori e le autrici si sono dovuti con- parte del leone in questa carriera lettera- frontare con il paradosso di rappresen- ria di Mozart, e Maria Chiara Mocali ne tare nel linguaggio la musica mozar- traccia la parabola dagli inizi nella cul- tiana. Come dice Uta Treder a proposito tura popolare e nel teatro spagnolo, pas- di Mörike: «[...] anche il cambiamento sando per Molière e per il teatro tedesco cromatico segnala l’incommensurabile del Settecento fino a Kierkegaard e agli per esprimere il quale le parole non esiti novecenteschi, in un ampio saggio sono più sufficienti, eppure devono ve- assai documentato e allo stesso tempo nire in aiuto al poeta. Nel dire l’in- criticamente convincente. Il Don Gio- dicibile Mörike raggiunge una delle vanni gioca un ruolo fondamentale an- vette più alte che il mondo delle lettere che nella ricezione russa, come risulta abbia trovato per descrivere il mondo dallo studio di Olga Simcic, che ci re- dei suoni» (p. 159). Mi piace quindi gala un panorama ampio e affascinante concludere con una citazione proprio su Mozart nella cultura russa. Ma anche dal testo di Mörike, precisamente con le molte delle recensioni di Shaw prese in parole ‘definitive’ di Franziska (nella esame da Biancamaria Brumana ver- traduzione di Carlotta Becagli): «La tono sul Don Giovanni. Il saggio di Uta mia opinione da sempliciotta è che se il Treder sul delizioso racconto di Mörike Don Giovanni non farà impazzire il Mozart auf der Reise nach Prag, un mondo intero Dio dovrà mettere sotto gioiello della letteratura tedesca che da chiave i suoi strumenti musicali, a solo, come qualcuno ha detto, baste- tempo indeterminato». rebbe a far entrare il suo autore nella letteratura mondiale, presenta una let- Rita Svandrlik tura critica di questo testo a tutto tondo, iniziando dal contesto biografico della genesi per arrivare all’interpretazione Marco Rispoli, Parole in guerra. simbolica e mitica delle Pomeranzen, Heinrich Heine e la polemica, Mace- delle arance, intorno alle quali ruota il rata, Quodlibet, 2008, pp. 291, ! 20 testo. Il capolavoro di Mörike riunisce due La lettura di questo volume, raro dei principali fili conduttori presi in esempio di equilibrio fra ricerca spe- esame nel volume, vale a dire sia la cialistica e respiro critico che ci attrae biografia di Mozart come materia lette- nel presente, si raccomanda anche a chi raria sia il suo Don Giovanni, perché è oggi intende riflettere sulla natura e i a quest’opera che Mozart sta lavorando confini della scrittura satirica, sulle mo- durante il suo viaggio a Praga e la sosta dalità del polemismo, mirato all’accer- al castello. E il personaggio Mozart, tamento della verità, insomma sulla addirittura come fantasma, in un’evi- plausibilità che il privato possa, anzi dente sovrapposizione con il suo perso- debba essere pubblico. Lo studio di naggio più famoso, è al centro delle Marco Rispoli, Parole in guerra, va- rivisitazioni operate dalle scrittrici riante traduttiva di Federkriege, guerre presentate nel contributo di Claudia di penna, è frutto di un’indagine appro- Schlicht. fondita e rigorosa, arricchitasi gradual- 10

mente nel tempo, su quella che si po- legame della scrittura satirica con la trebbe definire la fenomenologia poe- realtà, che Heine condivide con Ludwig tologica della scrittura satirico-pole- Börne e Wolfgang Menzel, secondo mica nell’opera di Heinrich Heine. Rispoli porta la satira all’abbandono di Per tradizione si è soliti attribuire ogni aspirazione poetica «facendosi alla scrittura polemica heiniana, dissa- esecutrice delle direttive di un intelletto crante e graffiante, la finalità esclusiva, critico che pretende di essere impar- di ascendenza illuministica, della de- ziale», ma anche a un’accentuazione di nuncia del sopruso e dell’ingiustizia un’aggressività che pur di raggiungere nella deutsche Misere ottocentesca. Ma l’obiettivo della verità sospende l’ha- l’eredità di Voltaire e di Lessing, fil- bitus morale. Al di là del sostanziale ca- trata dagli esiti ideologico-estetici ro- rattere sinonimico di satira e polemica, mantici, confluisce negli itinerari della la prima rivolta più al monologico a dif- discussione critica che la consapevo- ferenza della natura dialogica della se- lezza della fine della Kunstperiode conda, a Rispoli preme sottolineare in proietta in scenari nuovi, in Heine non queste pagine il rapporto conflittuale e linearmente declinati nei canoni mili- ambiguo di satira e diritto e non solo tanti del Vormärz. Nei sette capitoli del perché essa, come ricorda Heine stesso volume, sostenuti da un ricchissimo ap- in Die Stadt Lucca è «figlia di Temi, la parato di note e di riferimenti bibliogra- giusta». La satira, infatti, più che fici, Rispoli, ponendo al centro della ri- «complemento della legge», secondo le cerca la scrittura e l’agire polemici di parole di Lichtenberg, ha in Heine la Heine, traccia un percorso nell’Ottocen- funzione di colmare la carenza di ordine to tedesco che ne evidenzia i pesanti giuridico per colpire l’ingiustizia, ma limiti nell’atrofizzazione della discus- dalla sfera del diritto viene anche per- sione pubblica, ma anche rivela un seguita per la sua carica trasgressiva e primo, autentico, ancorché labile affac- aggressiva. Si coglie qui già la que- ciarsi dell’intellettuale moderno. stione della limitazione dell’esercizio Nel primo capitolo su Il giovane della satira e della soglia della sua tolle- Heine, la satira e la polemica Rispoli, rabilità da parte del potere, ma anche partendo da un’illuminante conversa- dalla sua funzione strumentale e di sup- zione fra il poeta e l’amico Eduard We- porto al potere stesso. dekind, riportata in un’annotazione del Nel secondo e terzo capitolo, dedi- 1824 nel diario di quest’ultimo, recu- cati alla nota e violenta polemica di pera la discussione sulla liceità di una Heine contro Platen, Rispoli scava con satira ad personam risalendo ad Aristo- puntiglio nelle pieghe dell’ultimo capi- fane, Orazio e Giovenale e sofferman- tolo dei Bäder von Lucca, considerato dosi sulle distinzioni spesso sottili e per tradizione volgare e scandaloso, e strumentali compiute in campo estetico affronta in un crescendo di complessità nella Goethezeit. L’affermazione hei- una serie di problemi di non facile solu- niana, di principio e tradotta in scrittura, zione. Per rispondere alla domanda ini- secondo cui «alle Satire ist persönlich», ziale: «Chi è dunque il conte Platen?», segna la rottura con l’impostazione ra- la cui risposta avrebbe rovesciato il dicata nell’età classico-romantica che primo giudizio positivo all’indomani aveva ‘derubricato’ la satira da genere della pubblicazione della commedia letterario a figura del discorso dissol- Der romantische Ödipus, Heine che vendosi in ironia, nel Witz o nel co- stabilisce «un’analogia tra il carattere e mico. La rivendicazione di uno stretto l’opera di un uomo» ricorre alla tradi- 11

zione francese delle personnalités, della con la denuncia del represso, che ap- polemica ad personam per poi proce- pare come un ipocrita» (p. 88). dere ad rem come efficacemente os- Nel quarto capitolo si ricostruisce la serva Rispoli: «Il metodo polemico a ricezione heiniana dell’ars disputandi più riprese applicato da Heine partecipa illuministica in Die romantische Schule dunque, in forme dissacranti, all’in- e in Zur Geschichte der Religion und teresse verso la personalità individuale Philosophie in Deutschland, inqua- dell’uomo pubblico che si era andato drando la propria poetica della sviluppando in quei decenni» (p. 66). polemica nella tradizione protestante in Ma più rilevanti e problematiche sono cui si inseriscono Lessing e Voß in un le considerazioni volte a spiegare il legame di continuità con Lutero. Alla retroterra tortuoso e forse non sempre canonica interpretazione dell’agire del tutto consapevole della elaborazione polemico come motore del progresso che sottende alla cruda e apodittica vis dell’umanità e dell’istanza della libertà polemica di superficie. Data ormai per di pensiero come fulcro comune del scontata l’impossibilità per il poeta di protestantesimo e dello spirito critico di evocare e recuperare ‘ingenuamente’ Lessing seguono significative rifles- secondo l’utopia romantica la natura e sioni sulle caratteristiche più intime la conseguente dimensione collettiva, dell’azione polemica che «non è dettata «svanita la fiducia in una corrispon- soltanto dall’interesse per la verità, e denza tra macro- e microcosmo – tra il non è soltanto la più degna espressione ‘cielo’ e gli ‘abissi del nostro cuore’ – dello spirito del protestantesimo: essa è al poeta non resta che proiettare in anche il frutto dello Übermut, è la pubblico la propria soggettività privata, soddisfazione di una Lust, di una sorta dando luogo a un culto della personalità di sadica voluttà che si esalta nella lotta che non si basa più sul valore univer- e che precede qualsiasi considerazione sale della voce poetica, ma, al contrario, circa l’opportunità dello scontro» (pp. sul carattere eccezionale della sua indi- 110-11). Affiora qui la percezione vidualità» (p. 78). Rispoli sembra tra- heiniana del carattere ambivalente della durre sul piano interpretativo le proce- polemica la cui finalità di affermare la dure delle indagini processuali e scien- verità e principi universali coesiste con tifiche, mirate da Heine alla sfera in- i tratti della crudeltà e della violenza tima dell’avversario. La lettura in chia- che ne intaccano pesantemente la patina ve omofobica e sessista della satira ideale. «Si tratta di far polemica e, al heiniana dello omoerotismo di Platen contempo, criticare la polemica […] a viene tuttavia riequilibrata da Rispoli segnalare che la polemica, anche nelle attribuendo le malizie e gli espliciti rife- sue espressioni più alte, anche quando rimenti sessuali in primo luogo a una si dimostra un prezioso strumento per il sorta di primo ‘sdoganamento’ della progresso dell’umanità, tende a sessualità come «chiave per compren- riprodurre simbolicamente gli aspetti dere il carattere degli individui»; in se- più brutali del potere materiale» (p. 142 condo luogo in forza dell’affermazione e 145), osserva incisivamente Rispoli dell’«omosessualità come categoria psi- dopo aver riportato i duri giudizi di cologica» Heine imputa all’ipocrisia Heine sulla situazione della Germania, l’asettica maestria formale di Platen. sul «violento procedere della storia» e «La denuncia della repressione – con- sul meschino e strumentale ricorso alla clude Rispoli – diventa allora tutt’uno polemica per puntellare e rafforzare il potere. 12

La polemica che mette in discus- una polemica che è certo un’arma utile sione se stessa è il principio interpreta- a mettere in discussione i dogmi e le tivo che segue Rispoli nel ricostruire forme del potere, ma che inevitabil- nella seconda parte del volume la di- mente diviene essa stessa strumento di scussione, una vera e propria «agonalità potere e di sopraffazione dell’altro, intellettuale» fra Heine e Ludwig senza più alcuna istanza universale su Börne, accomunati nella critica a Wolf- cui fondare se stessa» (p. 258). A ulte- gang Menzel, ma contrapposti in una riore commento si potrebbe osservare disputa che segna una distanza ideolo- che il polemismo ha portato Heine a gico-estetica incolmabile. Nell’acuto corroderlo rivelandone i meccanismi commento della Denkschrift Rispoli ri- interni per necessità distruttivi, dei quali conduce la sostanziale incompatibilità se fosse possibile vorremmo fare a di Börne e Heine, per carattere e moda- meno, come scrive il poeta stesso in Die lità di approccio critico, a una conce- Stadt Lucca: «Ahimè! Non si dovrebbe zione ancora settecentesca della sfera scrivere contro nessuno, a questo mon- pubblica del primo, tutta razionalità e do. Ciascuno è già abbastanza malato in idealità votate all’accertamento della questo grande lazzaretto». verità, e a una presunta rappresenta- zione instabile, umorale ed estetizzante Fabrizio Cambi della realtà da parte del secondo, la cui scrittura polemica risulta segnata da oscillazioni e ambiguità che sembrano Peter Sprengel, Hermann und Hed- confermare il luogo comune della sua wig Stehr im Briefwechsel mit Gerhart Charakterlosigkeit. Il ponte gettato da und Margarete Hauptmann, Berlin, Rispoli fra Börne e Karl Kraus, risoluti Erich Schmidt Verlag, 2008, pp. 262, ! polemisti entrambi, per così dire tutti 39,80. d’un pezzo nell’essere votati all’affer- mazione di verità universali, consente In questo quattordicesimo volume per contrarium di far risaltare l’atteg- della collana «Veröffentlichungen der giamento di Heine, afflitto ma anche Gerhart-Hauptmann-Gesellschaft», co- arricchito in una pluralità di prospettive diretta assieme a Klaus Hildebrandt e dal «venir meno di ogni fede e di ogni Sigfrid Hoefert, Peter Sprengel rico- statica certezza», rivelando così uno dei struisce la storia e le ragioni del rap- primi sintomi della modernità. Lo porto assai controverso che legò due schema oppositivo tra nazareni ed elle- delle personalità letterarie di maggiore ni, tra spirito e materia, nel libro su spicco della Germania guglielmina. Börne travalica allora la polemica fra i All’inizio furono interessi comuni a fa- due scrittori e investe le condizioni vorire l’incontro fra Gerhart Haupt- della civiltà coeva. mann e Hermann Stehr, ma ben presto Le conclusioni di Rispoli sono nitide la reciproca stima che aveva fatto avvi- e illuminanti al fine di sottrarre una cinare i due scrittori pressoché coetanei, volta per tutte Heine dalle canoniche e entrambi slesiani e profondamente le- inadeguate classificazioni: «Vi è nella gati alla loro terra (l’uno era nato il 15 sua vicenda umana e artistica la demi- novembre 1862 a Obersalzbrunn, oggi stificazione di entrambe le cose: la cri- Sycyawno Zdrój, l’altro il 16 febbraio tica al potere che emana dal mito di una del 1864 a Habelschwerdt, oggi genialità poetica che si vorrebbe supe- Bystrzyca K"odzka), si trasformò in una riore a ogni dissonanza, e la critica a sincera amicizia, non priva tuttavia di 13

tensioni e incomprensioni. A dividerli entrambi, contenenti annotazioni di fu spesso una certa divergenza di idee e valore biografico e documentario ri- convincimenti riguardo alle questioni guardanti incontri privati e non, ma an- politiche e sociali, e talora anche lette- che preziose osservazioni sulla vita pri- rarie, che tuttavia non intaccò mai la vata, in particolar modo sul rapporto di profonda simpatia intellettuale. coppia e sulla scrittura dell’altro. Nell’ampia e lucida introduzione al La storia di quella che Sprengel de- carteggio inedito, contenente numerose finisce una «sentimentale Legende» e preziose puntualizzazioni biografiche (13) ebbe inizio nel 1896, quando Stehr costantemente e opportunamente colle- inviò alla casa editrice S. Fischer un suo gate e riferite all’attualità storica e poli- racconto, Der Graveur. Il consulente tica in cui si mossero i due scrittori, editoriale Moritz Heimann ne fu favo- Sprengel mette in risalto la complessità revolmente colpito, lo fece pubblicare di questo rapporto, fornendo il ritratto sulla «Deustche Rundschau» e ne con- individuale di due personalità assai dif- sigliò la lettura all’amico Gerhart ferenti, nelle loro vicende private e pro- Hauptmann, il quale rimase sbalordito fessionali, in particolar modo per dal talento e dall’abilità narrativa del l’incidenza che ebbero nella vita cultu- suo autore e gli inviò una lettera per rale dell’epoca. Sicché l’epistolario si complimentarsi con lui. Di persona si rivela in un certo senso quasi il docu- conobbero però solo due anni dopo, a mento di un autentico «Psychogramm» casa del compositore Max Marschalk, (16) consumatosi fra lo scrittore di in- futuro cognato di Hauptmann e amico discusso successo e lo scrittore ancora di Stehr, quando lo scambio epistolare alla ricerca di conferme del proprio ta- si era oramai consolidato. lento letterario. Lo dimostra quella ca- A unire i due scrittori fu all’inizio la ratteristica asimmetria che emerge dal comune ricerca di uno stile letterario confronto dello stile dei due corrispon- che «superasse» il Naturalismo: da una denti: mentre per Hauptmann le lettere parte la prosa visionaria di Stehr, scritte agli amici sono degli ‘sfoghi’ dall’altra i tentativi neoromantici e spontanei, per Stehr esse rappresentano l’interesse per il mito greco di Haupt- dei veri e propri esercizi di scrittura, mann, che si andava puntualizzando che esibiscono una struttura ben precisa proprio in quegli anni. Sprengel mette a livello formale e stilistico, come di- in evidenza con dovizia di particolari le mostrano le tre lettere scritte a Marga- numerose somiglianze ma anche le so- rete Hauptmann, che possono essere stanziali differenze fra i tentativi lette- considerate un esempio di una ricercata rari di entrambi e dimostra come la «Literarizität» (71). maggiore influenza reciproca emerga Parte significativa del volume, che soprattutto nei romanzi Der Narr in accompagna, arricchisce e completa lo Christo Emanuel Quint (1910) di scambio epistolare, è la pubblicazione Hauptmann e Der Heiligenhof (1918) di di altri documenti inediti: l’abbozzo Stehr, romanzo quest’ultimo che po- della lettera al ministro della cultura trebbe essere considerato una sorta di prussiana del 5 settembre 1910, in cui «Gegenentwurf» (41) dell’opera haupt- Hauptmann loda le capacità artistiche e manniana. il talento dell’amico; la lettera indiriz- Ulteriore punto di contatto fu la cri- zata a Stehr per il suo sessantesimo tica al sistema scolastico guglielmino. compleanno con le sue due prime reda- Tale presa di posizione rappresenta il zioni; estratti dalle pagine diaristiche di momento di vicinanza ideologica più 14

significativo fra i due scrittori e l’inizio quelli delle filosofie orientali, e Haupt- di una futura collaborazione, di una mann un convinto protestante di cultura comune «Werkbank» (30), nonostante pietistica. le diverse motivazioni personali e non. Per comprendere a fondo il rapporto La critica di Hauptmann era la conse- fra Hauptmann e Stehr, Sprengel traccia guenza della propria disastrosa espe- anche un chiaro profilo della situazione rienza scolastica a Breslavia, mentre per socio-politica dell’epoca per poi illu- Stehr fu la battaglia di un insegnante li- strare analogie e differenze nelle posi- berale. Benché avessero idee divergenti zioni dei due scrittori. Come si evince riguardo all’istruzione scolastica, la fi- da alcuni saggi e interventi pubblici, gura dell’insegnante ebbe un ruolo fon- l’atteggiamento critico di entrambi nei damentale nella produzione letteraria di confronti dell’aggressiva politica estera entrambi. del Secondo Reich e dei danni che essa Ma il carteggio fu essenzialmente il ebbe per l’intera nazione, in particolare luogo del confronto letterario (Haupt- in ambito culturale, non impedì loro di mann, per esempio, propose diverse essere solidali con il destino della na- soluzioni al finale dell’opera Das letzte zione tedesca. L’esperienza del primo Kind, che Stehr prese in seria conside- conflitto mondiale unì i due scrittori razione), ma non solo. Largo spazio è non solo a livello ideologico, ma anche, dedicato anche alla discussione di vi- e soprattutto, nelle profonde e dolorose cende personali, seppure variamente esperienze personali: entrambi ebbero intrecciate a questioni riguardanti la un figlio al fronte, che fu fonte di ansie propria vocazione di scrittore. Ne è un e preoccupazioni, così che il loro rap- esempio il tema dell’«Identitäts- porto, che fino a quel momento era konflikt» (23) di Hauptmann con il stato solo la vicinanza di due scrittori, fratello Carl, nonostante egli fosse già divenne l’unione del destino di due fa- un drammaturgo affermato e avesse miglie. pubblicato alcune delle sue opere su Come testimonia l’epistolario, e riviste rappresentative del mondo come spiega dettagliatamente anche letterario. Sprengel, a partire dagli anni Venti il Un intero paragrafo dell’introduzio- rapporto fra i due corrispondenti si af- ne all’epistolario è dedicato a un regalo fievolì. Dopo il successo del romanzo molto particolare che Stehr volle fare a Der Heiligenhof , Stehr era divenuto un Hauptmann in occasione del suo cin- autore di successo e un punto di riferi- quantaseiesimo compleanno (37-46). Si mento nella vita culturale tedesca. Nel tratta di una edizione della Bibbia molto 1926 fu socio fondatore della «Preußi- particolare, la prima traduzione in lin- sche Dichterakademie», avvicinandosi gua tedesca con licenza papale, pubbli- più tardi all’ideologia del «Blut und cata fra il 1830 e il 1834 dal teologo Boden» e aderendo apertamente nel cattolico Franz Joseph von Allioli. Al- 1934 al nazionalsocialismo. Tale atti- l’episodio Sprengel attribuisce un parti- vismo era oramai inconciliabile con colare significato letterario e personale, l’individualismo di Hauptmann, che in considerazione del fatto che, fermo continuò invece a professare il proprio restando l’interesse di entrambi per i credo nell’autonomia dello scrittore temi di carattere religioso costante- (54s.). Un ulteriore motivo di attrito fu mente ricorrenti nelle loro opere, Stehr indubbiamente la concorrenza che si era cattolico, seppure aperto a continui aprì fra i due scrittori rispetto al loro stimoli e influssi, in particolar modo a rapporto di appartenenza con la terra di 15

origine. Ognuno riteneva di rappresen- Il volume aggiunge così un rilevante tare al meglio lo spirito slesiano, di es- e ulteriore tassello alla ricerca sui due sere scrittore «più slesiano» dell’altro. scrittori sia da un punto di vista critico, A tal proposito, Sprengel cita la lettera per i numerosi riferimenti alle loro inviata da Hauptmann all’amico in oc- opere e alle relative questioni letterarie, casione del suo sessantesimo com- sia da un punto di vista biografico, per pleanno, in cui egli paragona se stesso le descrizioni di scene di vita quotidiana alle «Wandernaturen», mentre l’amico e dei rapporti interpersonali che vi si a uno «starke(n) Baum» (65) radicato vedono intrecciare. Il merito di Spren- nel granito slesiano, mettendo in evi- gel non è quindi solo quello di aver rac- denza come tale metafora sia ripresa colto ed editato del materiale sinora anche nella lettera scritta al figlio di inedito, ma anche quello di aver fornito Stehr, Dietrich, qualche giorno dopo la il commento significativo di un impor- morte del padre, nel 1940, per espri- tante capitolo di storia letteraria te- mere il sincero affetto che li aveva le- desca, quello di una «Dichter-Freund- gati. schaft» (11) assai controversa, ma che Nella sua introduzione Sprengel si rimase sincera fino alla fine. sofferma anche sul ruolo che ebbero le rispettive mogli dei due scrittori. Signi- Giovanni Tateo ficativa e in un certo senso più impor- tante è la parte riservata al rapporto fra Stehr e Margarete Hauptmann, cui il Denis Forasacco, Girolamo Savona- marito si affidava completamente, ini- rola in der deutschen Dichtung um zialmente segnato da una certa diffi- 1900. Zwischen fiktivem Archetypus denza da parte dello scrittore, mitigatasi und Projektionsfigur der Krise, Ham- comunque con l’intensificarsi della fre- burg, Kovac, 2008, pp. 422, ! 48 quentazione e grazie anche alla comune passione per la musica. Ma non privo di Il saggio di Denis Forasacco sulla fi- interesse è quella parte dell’epistolario gura di Girolamo Savonarola nell’am- in cui emerge la figura di Hedwig Stehr. bito della letteratura tedesca a cavallo Per lo stile, caratterizzato persino da tra Ottocento e Novecento merita di un’ortografia incerta e dall’impiego di essere annoverato tra quei lavori che forme dialettali, e per i contenuti essen- colmano pesanti lacune, considerato zialmente pragmatici, le sue lettere si che gli ultimi due studi di riferimento di distinguono nettamente da quelle degli Maria Brie (Savonarola in der altri protagonisti della vicenda. Spren- deutschen Dichtung) e Alfred Teich- gel dimostra tuttavia come la donna ab- mann (Savonarola in der deutschen Li- bia occupato un posto centrale nel teratur) – volendo escludere quei lavori Weltbild hauptmanniano. Lo scrittore fu di carattere più ampio dedicati al Re- attratto spiritualmente dalla donna, so- naissancismus nelle sue varie fasi al- prattutto dalla sua sensibilità e fragilità, l’interno dei quali spicca, tra le altre, e cercò di rimanerle accanto nei nume- ‘anche’ la figura di Savonarola – risal- rosi momenti bui della sua esistenza: gono rispettivamente al 1903 e al 1924. quando ella perse il figlio in guerra, du- Lo studio, suddiviso in una prima parte rante la sua crisi coniugale e nella vi- introduttiva dedicata alla ricezione della cenda della sua malattia mentale, che si figura del domenicano e in una seconda aggravò fino a rendere necessario il ri- dedicata alla sua trasposizione lettera- covero in clinica. ria, procede prendendo le mosse 16

dall’assunto che «dort, wo das kultu- te’ Lutero come precursore del Prote- relle, ästhetische und bisweilen ideolo- stantismus tedesco e come martire della gisch-nationale Bewusstsein am stärk- riforma; fu infatti grazie alle sue tradu- sten ist, wird Savonarola verdrängt» (p. zioni (1524) delle prediche di Savona- IX): motivo per cui, mentre nella lette- rola che l’opera del frate italiano trovò ratura del Vormärz e della Décadence è la sua prima diffusione in ambito te- possibile riscontrare la presenza di que- desco. Parallelamente all’immagine sta figura, diverso è il caso per il perio- dell’antagonista di una Italia secolariz- do della Hochklassik, e dunque soprat- zata, quella rinascimentale, nella quale tutto in riferimento a personalità come assunse il ruolo di combattente per la Goethe o Schiller, per i quali non si può libertà del popolo e allo stesso tempo di certo asserire che il frate domenicano rappresentante di una neo-ascesi di esercitò lo stesso fascino che ebbe, ad stampo medioevale, Girolamo Savona- esempio, in Morgenstern o in Thomas rola assurse nella Germania di Lutero a Mann. Forasacco indaga per l’appunto emblema di un protestantesimo teso alla soprattutto le complesse modalità di difesa della verità e per questo, dunque, relazione di importanti rappresentanti sottoposto a persecuzione. della letteratura tedesca di fine secolo L’evidente salto temporale dal XIV con la personalità di Savonarola; ap- al XVIII secolo cui è costretto l’autore procci complessi e contraddittori, e sot- trova le sue ragioni nel fatto che dopo to molti aspetti aporetici, determinati un sostanziale disinteresse nei confronti senz’altro da una fascinosa attrazione della figura del frate nel periodo della accompagnata da una chiara tendenza controriforma, si registra un ritorno di alla proiezione sia di aspetti autobiogra- interesse a partire dalla seconda metà fici che di aspetti più generalmente so- del Settecento; in Francia, ad esempio, ciali, politici e culturali – si pensi sol- grazie a Pierre Bayle, mentre in Inghil- tanto al processo di autolegittimazione terra mediante l’opera di William sociale di stampo borghese tipica dei Roscoe. In ambito tedesco è soprattutto Gründerjahre, che ha voluto vedere in all’inizio del secolo XIX che opere di Savonarola anche un ‘nuovo’ tipo di studiosi quali Carl F. Benkowitz (Savo- uomo – e contemporaneamente, però, narola, der Märtyrer in Florenz – eine da distacco critico, alla luce della con- Wundergeschichte aus dem fünfzehnten sapevolezza che il fondamento della sua Jahrhundert, 1801), Gottlob Rudelbach idea democratica, costituito in realtà da (Hieronymus Savonarola und seine un’ascesi dal carattere fortemente con- Zeit, 1835), Karl Meier (Girolamo Sa- servatore-reazionario, non sostenne al- vonarola aus grossen Theils hand- tro che una bieca tirannia di un cattoli- schriftlichen Quellen dargestellt, 1836), cesimo perversamente oscurantista: nonché la voce presente nel Grosses «Savonarola stellte sich also zwischen Conversations-Lexikon für die gebilde- die Antipoden: zwischen katholische ten Stände (1851), tacciabili senz’altro, und evangelische Welt (typisch für die in taluni casi, di approssimazioni a fini Vorläufer), zwischen Konservatismus divulgativi o di condizionanti intenti und Progressismus, Größe und Deka- teologici di stampo protestante, posero denz, Askese und Lebensfülle» (p. XI). le basi per una lenta ma proficua appro- E proprio riguardo al protestantesimo priazione della figura e dell’opera di occorre rilevare un primo interessante Savonarola. Spetta tuttavia alla tradu- paradosso che vide il frate domenicano zione in lingua tedesca della Storia di incoronato dal ‘domenicano protestan- Girolamo Savonarola e de’ suoi tempi 17

(1859-1861) di Pasquale Villari il pri- dell’assolutismo affamato di libertà, as- mato tra le biografie dedicate al frate; a suma infine i contorni del tragico prota- essa, occorre dire, attinse la maggior gonista di un dramma, quello storico, parte degli scrittori della Jahrhundert- che lo vide vittima della ‘fortuna’. Alla wende, profondamente colpiti dalla stregua di un Copernico o di un Reuch- complessità e dalla contraddittorietà lin, nel Savonarola di Herder sono ben della personalità, esattamente così come riconoscibili le sembianze di un ideali- veniva fuori da questa biografia: «Sa- sta che deve soccombere ai misteriosi vonarola wurde dank dieser Biographie percorsi di un «höherer, überlegener vor allem für die deutsche Welt zu ei- Zeitgeist» (p. 31). nem der größten Wegbereiter der Mo- Contrariamente al ‘distacco’ anali- derne» (p. 19). tico di Herder, l’approccio di Goethe al Ben condotto risulta il secondo ca- Rinascimento italiano fu invece im- pitolo della prima parte introduttiva del prontato ad un forte interesse (auto)- saggio, dedicato al «verdrängter Savo- biografico: «ästhetische Bildung» e narola um 1800». Al suo interno Fora- «bürgerliche Freiheit», incarnati nella sacco prende le mosse dalle posizioni figure storiche di Benvenuto Cellini, espresse da Johann Gottfried Herder in Giulio II e Lorenzo il Magnifico, assur- Zu Hieronymus Savonarola Bildniß sero per Goethe a emblemi del moderno (1777), laddove si sofferma soprattutto «Ich-Prinzip» (p. 43). Che ruolo sa- sull’approccio storicistico herderiano rebbe dunque potuto spettare, in questo secondo il quale la storia viene ad as- quadro, alla figura e all’operato di Gi- sumere le sembianze di una grande tela rolamo Savonarola? Esattamente quello da osservare con distacco e spirito ana- del più ottuso oppositore di questa mo- litico al fine di rivelarne la sua più pro- derna tensione verso l’autodetermina- fonda struttura interna, per rinunciare, zione. Di particolare interesse risulta il contemporaneamente, a servirsi di confronto tra la figura di Filippo Neri e fuorvianti parametri di valutazione di Savonarola, allorché Goethe allude, coevi. Uno storicismo improntato sì, nella Italienische Reise, alla «gute per certi versi, ad una visione teleolo- Laune» e al «reiner» entusiasmo del gica che non poté esimersi dalla ten- primo in contrasto a quello «unrein» del denza a considerare l’analisi storica secondo (p. 49). Si tratta di una dicoto- come «anamnesi della Moderne» (p. mia perfettamente aderente al pensiero 26) e nella fattispecie come continua metafisico di Goethe all’interno del ricerca di tutte quelle fasi contraddi- quale è la coesistenza di contrari, l’«al- stinte dalla rivolta, nelle quali si voleva ternanza senza sintesi» di «opposti non riconoscere in nuce il lento sviluppo del polarizzati» (V. Mathieu), alla base del Bürgertum tedesco, ma tuttavia scevro principium individuationis. La pluralità da facili entusiasmi dettati da ingenua di sfumature, anche contraddittorie, immedesimazione: la visione matura, e presenti nella ricca personalità di Fi- distaccata per l’appunto, del periodo ri- lippo Neri – ascesi e coinvolgimento nascimentale italiano consentì a Herder mondano, serietà e ironia –, contraria- di ‘emanciparsi’, per certi versi, dal Ri- mente allo «ärgerlicher Humor» di Sa- nascimento stesso. Tenendo conto di vonarola determinato in definitiva dalla tali premesse Forasacco mette in luce volontà di dominio sullo «Zeitgeist» (p. come il Savonarola di Herder, quale 52), secondo il modo di percepirlo di pensatore liberale e carismatico casti- Goethe, lo faceva avvicinare in modo gatore di costumi, strenuo oppositore sensibile a quel volto umoristico di 18

gioco tra le parti alla base dello «Ich- Restaurationszeit tedesca e austriaca e Prinzip» dell’uomo moderno, e quindi che trovò voce già nel suo dramma in rinascimentale. La contrapposizione versi Faust, apparso nel 1835, nel quale operata da Goethe tra la figura di Fi- la negatività distruttiva della storia lippo Neri – ma con esso anche quella prendeva il sopravvento sulla volontà di Benvenuto Cellini, Giulio II e Lo- dell’uomo: perfetto ed esasperato con- renzo il Magnifico – e quella oscura e traltare, per l’appunto, al Faust goe- inquietante di Savonarola sintetizza in thiano. Non è dunque un caso che Le- realtà la modalità di una neutralizza- nau, guardando al passato, rivolgesse la zione dell’immagine del frate e altresì propria attenzione al tardo Rinasci- del suo retaggio, nello stesso momento mento italiano, ad un periodo cioè di in cui contrassegna la Goethezeit e, con trapasso nel quale il complesso, mo- le dovute differenze ed eccezioni, il derno processo di individualizzazione si romanticismo, laddove, soprattutto in accompagnò ad un certo pervertimento quello tardo, Savonarola incarnò l’o- morale oltre che ad una «stilizzazione scuro volto «satanico-dionisiaco» (p. manieristica dell’arte» (p. 73). Ben in- 60) del Rinascimento. trodotti dal paragrafo dedicato alla ge- L’analisi che Forasacco conduce nealogia del poema Savonarola, nel nella seconda parte del suo lavoro, con- quale Forasacco mette in controluce le centrata sul poema epico-lirico Savona- indubbie influenze determinate da un rola (1837) di Nikolaus Lenau, si ri- interesse religioso frammisto a Schwär- collega direttamente non soltanto alle merei e passione per Sophie von Lö- premesse storicistiche di Herder, cui si wenthal, il lettore viene introdotto a una è accennato, e cioè a quella concezione dettagliata analisi di un’opera che si positiva di storia come entelechia, gra- caratterizza piuttosto per la melanconia zie alla quale la moderna individualità (e non certamente per il portato reli- borghese poteva ‘scegliere’, per così gioso) oltre che per la potente spinta di dire, la propria parte di storia e i propri autoriflessione che la anima. Lenau ri- archetipi più ‘utili’ al processo di auto- conosce nella figura di Savonarola legittimazione, ma anche e soprattutto l’incarnazione del doloroso destino al superamento di tale concezione ad dell’idealista e del credente, del rifor- opera di Hegel e, dunque, ad una con- matore e del reazionario, dell’impe- cezione del percorso storico dell’uomo tuoso e dell’ascetico; come è facile meno positivamente progressivo, quan- vedere, immagini dicotomiche le quali to piuttosto condizionato dal contrasto ben si attagliavano alle personali pro- tra i particolari «Wollen, Interessen und fonde e irrisolte contraddizioni interiori Fähigkeiten»; la storia dell’umanità, in- dello scrittore, e che dovevano ne- somma, con Hegel cessava di essere un cessariamente concludersi con la crisi «Boden des Glücks. Die Perioden des della composizione e con la relativa Glücks sind leere Blätter in ihr; denn impossibilità di portarla a compimento. sie sind Perioden der Zusammenstim- Le contraddizioni insite nella figura mung, des fehlenden Gegensatzes» (p. e nella ricezione di Girolamo Savona- 70). Il nichilismo di Lenau è senz’altro rola, che, a ben vedere, costituiscono un fortemente improntato ad una simile Leitmotiv di questo lavoro, sono tanto concezione che fa non a caso il paio con più evidenti se si considera che nello un nuovo sentimento di disorientamento stesso momento in cui in Germania Le- e lacerazione interiore, tipico dei più si- nau proponeva una rappresentazione di gnificativi giovani rappresentanti della Savonarola sostanzialmente pessimi- 19

stica e lontana da ogni soluzione, in Moral, laddove Nietzsche riconosceva Francia il movimento del neo-cattolice- nella pratica ascetica una pericolosa simo ripescava dalle maglie della storia «partielle psychologische Hemmung la figura di un Savonarola portavoce und Ermüdung» (p. 151): fonte non se- della ‘risacralizzazione’ dell’arte e della condaria della volontà di potenza eser- cultura cristiana nel contesto rinasci- citata anche mediante la tensione verso mentale di decadenza e pervertimento il sovvertimento dei valori. dei costumi. Mentre ancora in Italia, in Ma è nel portato più generale che il pieno periodo risorgimentale, il Savo- culto del Rinascimento, e con esso an- narola di Tommaseo veniva presentato che la figura di Savonarola, ha avuto come liberatore della patria, «apostolo nella cultura fin de siècle fino ai primi di unità cattolica» e «apostolo di libertà del Novecento – e merita a questo pro- infinita» (p. 139) e Carducci celebrava posito menzione l’analisi di opere dedi- «la memoria del più libero e giusto reg- cate a Savonarola da parte di autori gimento onde mai godesse la città» (p. poco frequentati come Helene Wille- 140). In Germania, invece, se per moes-Suhm, Wilhelm Uhde, Richarda Burckhardt la Firenze rinascimentale Huch, Wilhelm Weigand, Raimund von rappresentò l’utopica alternativa all’an- Leon, Isidor Hopfner, Ernst Hammer, gusta e anti-moderna atmosfera di Franz Bachmann, Gilbert Beckett – che Basilea e Savonarola, in qualità di mo- occorre leggere la profezia di Nietzsche dello tipico dell’uomo rinascimentale espressa in Menschliches, Allzu- italiano, una «völlig zu Feuer und menschliches, e cioè che il Renaissan- Flammen gewordene Persönlichkeit» cismus, il culto manieristico nei con- (p. 147) capace di sintetizzare estetica e fronti di un passato senz’altro mitizzato, politica – stesso processo che Forasacco sotto diversi aspetti in modo esasperato, mette in evidenza in campo letterario altro non furono che il segno di una nell’opera di Arthur de Gobienau, il cui profondissima crisi e disadattamento Savonarola politico/artista dovette soc- vissuti in prima persona dall’artista combere al tentativo idealistico di con- moderno – a questo punto divenuto fondere arte e «Realpolitik» (p. 159) – vero e proprio epigono – il quale, nella per Nietzsche il frate domenicano tor- provvisoria illusione della rievocazione nava ad essere – si pensi alle Unzeitge- di un passato stilizzato, scrive Nietz- mäße Betrachtungen e a Der Antichrist sche, ha impedito all’uomo di «lavorare – l’oscuro e fanatico castigatore del vi- veramente al miglioramento del suo talismo e della volontà di potenza. Tut- stato» (p. 174). tavia, addentrandosi nell’analisi del Da questo culto per un passato mi- rapporto tra Nietzsche e Savonarola, tizzato di cui tuttavia Nietzsche e il suo Forasacco insiste sulla contraddizione Übermensch divennero, come visto, un che vi emerge nel momento in cui si emblema contraddittorio, fu rapito an- sofferma sulla indubbia fascinazione che Christian Morgenstern: il suo pro- esercitata dal frate sul filosofo. Frate getto, mai portato a termine, di una tri- che a questo punto, è lecito dire, as- logia dedicata a Savonarola, Cesare sume le sembianze del prototipo dello Borgia e Julius II, nacque per l’appunto Übermensch, in qualità di «Führer der nel contesto del comune Nietzsche-En- Masse» (p. 150) e soprattutto di pro- thusiasmus – Forasacco sottolinea an- blematica «Projektionsfigur» delle idio- che le implicazioni che la lettura di La- sincrasie psicologiche del filosofo garde, Langbehn e Stirner esercitò in stesso – si consideri la Genealogie der questo contesto in Morgenstern – e del 20

bisogno altrettanto caratteristico di rin- ringerer Hoffnung, daß meine Gebote novamento del teatro tedesco attraverso gehalten werde» (p. 247). il dramma, all’insegna della Einheit- Tra ‘risacralizzazione’ dell’arte e ri- lichkeit (Lagarde) del popolo tedesco cerca di un nuovo stile drammatico si (sebbene, nella prospettiva di Morgen- mosse anche il giovane Thomas Mann, stern, fosse rivolto ad una borghesia di autore del racconto Der Weg zum stampo sostanzialmente aristocratico). Friedhof (1900), nel quale i toni dal se- Come raggiungere questi fini? Median- vero piglio apocalittico rimandano di- te lo stile – uno stile alto e improntato a rettamente al fascino esercitato sullo quello classico – e la celebrazione della scrittore dalla figura del frate, cono- figura del protagonista, in questo caso, sciuto, anche nel suo caso, attraverso la dunque, di quella del frate. Il Savona- lettura della biografia di Villari, e che è rola che Morgenstern conosce attra- facile ricondurre ad un approccio in verso l’opera di Villari è segnato da una prima istanza determinato da una proie- sete (volontà) di potere, da un’os- zione imperniata proprio sulla coesi- sessione che si manifesta come il stenza di contraddizioni e conflitti, risvolto di una stessa medaglia, nella prima di tutte quella tra Geist e Leben. quale l’altra faccia è costituita dalla L’analisi condotta sulla novella Gladius profonda vena ascetica. La grandezza Dei (1902) introduce nei dettagli della morale e dell’ascesi di Savonarola all’interno del complesso rapporto tra veniva così a consistere – nell’ottica di Thomas Mann e Girolamo Savonarola; un nietzscheano come Morgenstern – complesso rapporto sul quale Forasacco nella «krankhafte Leidenschaft» e si concentra anzitutto puntando l’atten- «Perversität» (p. 238). Si tratta tuttavia zione sul «dissozierter Blick» (eserci- di una volontà di potenza che non viene tato stilisticamente attraverso l’uso del mai totalmente esperita, e proprio qui Präteritum) con il quale il Mann nar- risiede la rilettura personale di Morgen- ratore guarda alla città di Monaco e stern in chiave estetica e artistica, nel attraverso il quale gli riesce di espri- segno, cioè, della tragica consapevo- mere, parallelamente alla descrizione di lezza dell’impotenza dello «asketisch- una tedesca ‘Firenze rinascimentale’ künstlerischer Machtwillen» (p. 245). Il grottescamente contraffatta, un più o Savonarola di Morgenstern è una figura meno velato distacco critico. È tra le della decadenza tendente ad una pate- strade ‘abbagliate’ dal sole di questa tica declamazione di impotenza, così Monaco che si muove la figura del come si evince dalla battuta nella quale protagonista come una sorta di ombra la un rassegnato Savonarola esclama: «Ich quale al contrario fugge il sole e che sehe kein Ende – kein Ende… Ein assume le sembianze dell’artista/poeta Kriegshauptmann nannt’ich mich. Aber critico e anacoreta per il quale kein Kriegshauptmann hat es so schwer l’esercizio dell’arte è investito più di wie ich. Er unterwirft und setzt seine istanze prettamente morali ed etiche, Getreuen über die Stadt und unterwirft che estetiche ed edonistiche. Non a die nächste. Und fällt eine ab, kehrt er caso, stando agli appunti del terzo No- zurück, unterwirft sie abermals, bändigt tizbuch, Mann aveva in mente di inti- sie endlich alle mit Eisen und Gesetz. tolare la novella “Der christliche Jüng- Ich muß Tag um Tag, Mond um Mond, ling im Kunstladen” (p. 265). Da non Jahr um Jahr dieselbe Stadt mir immer sottovalutare è altresì il particolare von neuem unterwerfen mit immer ge- messo in luce da Forasacco riguardo al waltsameren Mitteln – mit immer ge- valore della scelta di un personaggio 21

come Savonarola in rapporto alla nota contraddittorio sensualismo (represso) opposizione del giovane Mann nei con- che sta dietro alle più appariscenti ma- fronti delle tendenze cattolico-cosmiche nifestazioni ascetiche e che natural- della maggior parte degli epigoni mente si riflette sul suo personale status georgeani, tipiche di una certa corrente di artista (e) borghese: «Noch einmal decadente. Il Hieronymus di Mann projiziert Mann auf die Figur des Savo- parteggia infatti per una «protestanti- narola eine Facette der Krise des bür- sche Heiligsprechung des Kritikers» gerlichen Künstlers, seiner eigenen contro la «narzisstische und katholische Krise: die problematische Spaltung der gefärbte Selbstheiligung des Künstlers» Moderne zwischen fortschritlichem (p. 270). Indubbiamente utile, al fine di Enthusiasmus und dekadentem Kultur- comprendere meglio non soltanto il konservatismus. Fiktiver Archetypus rapporto Mann-Savonarola, ma anche la und Projektionsfigur der Krise ist Gi- tecnica narrativa sottesa all’opera man- rolamo Savonarola für Thomas Mann» niana, risulta il capitolo dedicato al (p. 287). Le stesse dinamiche animano meccanismo doppio della maschera, di il dramma Fiorenza (1906), nel quale cui Thomas Mann si serve – non solo in Mann si trovò a ‘indossare’ la maschera questo caso – ogni volta che intende non più di un personaggio fittizio, ma di rappresentare un personaggio che nello quello esplicitamente storico. Forasacco stesso tempo osserva con sguardo cri- inserisce da subito la sua analisi su Fio- tico e indagatore. Il Hieronymus/Savo- renza nel già citato contesto secondo il narola di Mann, che è al contempo mo- quale l’approccio alla storia fu definiti- ralista critico del suo tempo e vittima, si vamente votato alla «Enthistorisierung risolve dunque non in una maschera der Vergangenheit» alla ricerca del fissa come quella del carnevale italiano, «Charakteristisches und Repräsentati- colorata e immobile, ma piuttosto in ves der menschlich-bürgerlichen Au- una maschera greca, la quale come una ßerordentlichkeit» (p. 292), al quale sorta di seconda pelle, cioè, mobile e neanche Mann appunto non fu estraneo, aderente al viso, è capace di comuni- e lo fa avvalendosi anche dello studio care i movimenti veri dell’attore che dei lavori preparatori al dramma risa- anima il personaggio; si tratta, in fin dei lenti agli anni 1900-1901 e alla docu- conti, dello stesso processo che qualche mentazione d’archivio non pubblicata. anno dopo Mann avrà modo di annotare La religione del frate, che in questo in Bilse und Ich in riferimento al noto dramma si manifesta in un bieco asso- concetto di Beseelung: «Es ist nicht die lutismo ascetico, si risolve in una sorta Gabe der Erfindung, – die Beseelung ist di compensazione, al fine di riguada- es, welche den Dichter macht. [...] Die gnare un presunto potere sulla vita, al- Durchdringung und Erfüllung des Stof- trimenti assente, e che alla fine si con- fes mit dem, was der Dichter ist, macht cretizza – è evidente la lezione nietz- den Stoff zu seinem Eigentum» (p. scheana – in un istinto di volontà di 275). Thomas Mann tratteggia in buona potenza intriso di odio e di vendetta. sostanza una figura che contempora- Più che un martire della verità, dunque, neamente osserva dall’alto del suo di- in Fiorenza il Savonarola di Mann stacco: nel momento in cui, in qualità di viene fuori come vittima del vitalismo Literat, sembra condividere appassio- rinascimentale, mentre nei panni del- natamente il criticismo di Savonarola, l’intellettuale ‘moderno’ deve con- se ne allontana allorquando sviscera, statare il fallimento del tentativo di con un forte processo di autoanalisi, il trascendere la vita attraverso l’arte: la 22

volontà di potenza si tramuta in un piuttosto di un vasto insieme di perso- «Willen zum Nichts» (p. 329), em- naggi – poeti, letterati, intellettuali, filo- blema della disillusione nei confronti sofi, storici, filologi, artisti, editori – della forza redentrice della ‘sacra’ che vennero a influenzare con il proprio opera d’arte. Ma Savonarola è anche contributo una parte considerevole e emblema di quel fanatico «gotischer determinante della cultura tedesca di Mensch der neuen Intoleranz» (p. 345) inizio Novecento, una cultura che, di cui parla Mann nelle Betrachtungen erede della grande tradizione classico- eines Unpolitischen, dal quale prenderà romantica, del Geist der Goethezeit più in là le distanze, e di cui Forasacco come avrebbe detto Korff, si preparava mette bene in evidenza i tratti pre-fasci- a quei tragici mutamenti che nel giro di sti sintetizzati nell’immagine del «nihi- tre decenni l’avrebbero irrimediabil- listischer Caesar» (p. 337). Per Thomas mente sconvolta. È proprio la radice Mann la figura di Savonarola ha dunque classico-romantica della Bildung incarnato quello stesso tragico destino espressa dal Kreis che permette l’indi- individuabile nella «Völkergeschichte» viduazione di quelle matrici autentica- (Schopenhauer) ogni qual volta al ten- mente teoretiche della sua produzione tativo di instaurare una «revolutionär- che ne esprimono tutto il fecondo spes- konservative Demokratie» (p. 349) è sore e tutta la controversa complessità, seguito un inesorabile declino. e questo nella continuità con quella grande tradizione filosofica, da Kant a Davide Di Maio Herder, da Schlegel a Novalis, che pro- prio nel periodo della Goethezeit ha permesso il definirsi e il consolidarsi Anna Maria Arrighetti, Mensch und della nostra modernità culturale e filo- Werk in kritischen Publikationen des sofica. Fra queste matrici, un ruolo di George-Kreises. Zu Friedrich Gundolfs assoluta preminenza viene assunto dalla “Goethe” und zu Ernst Bertrams prospettiva di filosofia della storia “Nietzsche. Versuch einer Mythologie”, quale viene elaborata nella produzione Heidelberg, Winter, 2008, pp. 296, ! 36 riconducibile alle grandi monografie di autori quali Friedrich Gundolf, Ernst È ormai da qualche decennio che gli Bertram, Kurt Hildebrandt, Berthold studi sul George-Kreis, in parte anche Vallentin ed Ernst Kantorowicz, solo in Italia, hanno contribuito in modo de- per citare alcuni dei nomi più significa- ciso e definitivo a mettere in luce la tivi cresciuti a stretto contatto con profondità teoretica e filosofica dell’o- l’ispirazione della poesia georgeana: è pera di quegli autori che operarono in la tradizione della cosiddetta Gestaltge- stretto contatto con la figura del poeta schichte che in tali opere prende forma, renano nella Jahrhundertwende e nei l’autentico sfondo teoretico di una primi decenni del XX secolo. L’elenco nuova comprensione e ricomposizione che se ne potrebbe fare sarebbe oltre- della realtà che trova proprio nel- modo lungo e articolato e non permette l’ambito della riflessione storico-fi- comunque di circoscrivere la figura di losofica del Kreis il suo momento di George e del suo seguito di discepoli, massimo e più fecondo sviluppo. ammiratori e collaboratori nel contesto Un ruolo fondamentale in tale pro- di una considerazione puramente sto- spettiva viene svolto in particolar modo rico-letteraria o storico-artistica del fe- dalle due monumentali biografie su nomeno nella sua complessità. Si tratta Goethe e su Nietzsche, rispettivamente 23

di Gundolf e di Bertram, che apparvero proprio nel legame vitale fra poesia e nel 1916 e nel 1918 nella serie dei storia il suo momento massimo di defi- Werke der Wissenschaft aus dem Kreise nizione e nella necessità di conferire der Blätter für die Kunst, e che, nel te- una nuova direzione alla cultura me- sto di Anna Maria Arrighetti, vengono a diante una profonda e autentica ‘rivolu- costituire i due poli dialettici intorno ai zione spirituale’ la sua missione più no- quali si definisce il presupposto stesso bile. Il fondamento della Gestaltge- della prospettiva teorica del Kreis. Con schichte di Gundolf, dice Arrighetti, ri- attento e profondo spirito di analisi e siede nel principio che «die Geschichte, con un riferimento costante ed estre- ebenso wie das Leben, besteht in einer mamente preciso alle numerose fonti fortlaufenden Reihe von einmaligen Er- disponibili, l’autrice procede a una rico- eignissen, da eine Auffassung der Rea- struzione delle vicende connesse all’e- lität als Fluss weder Wiederholungen laborazione e alla stesura delle due noch Ähnlichkeiten zulässt» (p. 58). È opere, mettendone in evidenza la con- il preludio alla rielaborazione compiuta nessione con tematiche storiche e filo- da Gundolf dell’‘eterno ritorno’ nietz- sofiche che trovano il loro modello di scheano, che qui viene a definirsi anche sviluppo nelle forme stesse della poesia attraverso il concetto di ‘grande uomo’ georgeana. Quella che nel testo viene e della sua irripetibilità, ripreso in parte definita come «eine stark metaphysisch dalla riflessione di Jakob Burckhardt: geprägte Auffassung des Mythos» (p. esso permette di rinsaldare il legame fra 17), quella appunto che caratterizza la i tempi, il nesso fra passato e presente, lettura gundolfiana e bertramiana, va fra uomo e divino, nella prospettiva di infatti intesa, nella linea della tradizione una nuova forma di umanità e di Klas- della Romantik, come una categoria sik: «Der grosse mensch – dice Gundolf fondamentalmente estetica, «im Sinne – ist die höchste form unter der wir das einer Art der Erkenntnis und der Erfas- göttliche erleben: alle grössten gedan- sung von Wahrnehmungsinhalten» ken sind nur in menschen, durch men- (ivi): è al mito infatti che è possibile ri- schen, aus menschen […], nur aus ih- condurre una visione della storia che nen fliesst jedes neue wort das fleisch connette l’interpretazione della tradi- wird, jede kräftige verwandlung, jeder zione letteraria e artistica a un nuovo zeugende same» (cit. a p. 59). È in que- sistema di valori, quello espresso dalla sto senso che l’autrice parla dello sto- lirica assoluta di George, alla sua ‘arte rico come Hüter der Bildung (p. 61), in spirituale’, e che permette pertanto una quanto artefice di una Geistesgeschichte nuova e rivoluzionaria percezione della che in fondo è sempre un Gestaltungs- Wirklichkeit. L’arte e la storia, allora, prozess finalizzato, attraverso l’unicità appaiono come forme eminenti di co- e irripetibilità dei suoi exempla, alla de- noscenza, fondamento stesso della finizione «einer der Gegenwart ad- scienza, che è sempre scienza del Le- äquaten ‘Bildungstradition’» (p. 65). ben: come dice Gundolf, infatti, «wir Nella complessità della figura e della ehren die Wissenschaft als ein Mittel produzione di Goethe, che Arrighetti, zur Gestaltung des Lebens» (cit. a p. seguendo l’impostazione della mono- 15). grafia gundolfiana, ripercorre in tutta la Fin dalla prima parte del testo, quella sua ampiezza, il poeta si pone «als ein dedicata a Gundolf, l’accento viene po- ursprünglicher Mensch einer abgeleite- sto sulla dimensione eminentemente ri- ten, sekundären Bildungswelt gegen- flessiva della nuova Kultur, che trova über» (p. 78) e attraverso di lui Gundolf 24

stesso dà rappresentazione «einer sich Ich zu seinem Stoff, drei verschiedene in einem permanenten Bildungsprozess Stufen der Stoffdurchdringung» (cit. a entfaltenden Gestalt […], in welcher p. 95). Con tale distinzione si intreccia Dichtung und Leben koinzidieren» quella di carattere temporale, che riper- (ivi). È questa, secondo l’autrice, l’ori- corre lo sviluppo dell’opera goethiana gine stessa del processo di creazione dalla gioventù fino alla comparsa del artistico, che si fonda sulla dinamica Faust II. Nell’ottica di una lettura unita- che sussiste fra la legge individuale ria della figura del poeta, risulta di par- della Gestalt e la sua interpretazione e, ticolare interesse l’interpretazione del- su un piano diverso, fra il divenire, l’ultima fase della poetica goethiana, come quello sviluppo del Leben dal che l’autrice riconduce al rapporto fra quale nascono le opere, e l’essere, come legge e natura: se infatti «das Verhältnis «das Hervortreten selbst durch Tat oder zwischen Ich und Welt in den vorigen Wort» (p. 80): «[F]ür den Betrachter Phasen seines Lebens die Form des der Gestalt – dice Gundolf – sind Leben Kampfes zwischen naturhaft schöpferi- und Werk nur die verschiedenen schem Ich und Gesellschaft hatte […], Attribute einer und derselben Substanz, so werden nun Schicksal und Gesetz einer geistig leiblichen Einheit, die der Natur subsumiert, und zwar als zugleich als Bewegung und als Form Funktionen einer weit gefassten Natur, erscheint» (cit. a p. 80). Il rapporto fra die an allen Lebensmächten teilhat, sie poesia e vita, che in Gundolf, secondo alle nach einer strengen Notwendigkeit Arrighetti, consegue un’intensità mag- bindet» (p. 137). È quel processo di ti- giore persino rispetto alla più celebre pizzazione che si pone all’origine delle interpretazione di Dilthey, ricollega ultime opere di Goethe, dalle Wahlver- direttamente la figura di Goethe alla sua wandtschaften a Dichtung und Wahr- componente organica e simbolica, che heit, da Pandora al Westöstlicher Divan si definisce in un nuovo rapporto fra e al Faust II, le opere, cioè, che portano parte e tutto, in un nuovo e decisivo a compimento il suo ultimo Bildungs- momento ermeneutico che sembra trieb, volto, come bene riconosce Ar- eliminare i confini fra elemento sogget- righetti, alla definizione di una unità tivo e oggettivo, fra carattere personale culturale europea, di una Weltliteratur, e überpersönliche Gewalt, fra destino e «durch die Bereichung und Erweiterung natura. In base a tale prospettiva l’au- des ‘deutschen Geistes’ durch Meister- trice procede poi a una attenta rico- werke fremder Literatur» (p. 146). Pro- struzione della struttura portante della prio in tal senso Goethe, attraverso la monografia gundolfiana a partire dal propria arte assoluta, rimane così Herr- concetto di Kräftekugel, secondo una scher della storia e del tempo, creatore concentricità che distingue la pro- di senso e di valore per il presente e per duzione goethiana nelle tre Hauptzonen un’umanità rinnovata nello spirito. dei discorsi, delle lettere e delle opere Nella medesima prospettiva si muo- propriamente dette e che impedisce, in ve l’interpretazione che l’autrice offre riferimento a queste ultime, la tradizio- della monografia bertramiana su Nietz- nale distinzione di genere fra lirica, sche, qui ricondotta alla centralità del epica e dramma: a essa Gundolf sosti- concetto di Legende, che viene a co- tuisce infatti quella fra lirica, simbolica stituire, assieme al concetto di Mythos e allegorica, quali «drei verschiedene così come espresso da Gundolf, l’altro Arten der Stoffgestaltung, drei ver- polo dialettico di definizione della Ge- schiedene Distanzen des gestaltenden staltgeschichte. Il ‘tentativo mitologico’ 25

intrapreso da Bertram mette in primo ‘oltre-tedesco’, classico in senso asso- piano il cosiddetto ‘ritratto biografico’, luto, europeo e universale. Lo stesso come fondamento stesso di una ‘meta- filosofo tedesco viene presentato come physische Darstellung’ che, come dice ultimo esponente della Goethezeit, cioè Arrighetti, «das ‘bloß’ Gewesene – das di quella che viene qui definita, in con- Individuelle und Akzidentelle – zugun- formità con la lezione korffiana, deut- sten des beständig-ideellen, immer an- sche Humanität, e quindi del Deutsch- ders erlebbaren Wertes des Menschen tum più originario e universale, in verwirft» (p. 166). È questa la ragione ferma e decisa opposizione con la cul- per cui la prospettiva bertramiana viene tura illuministica e con la Zivilisation a fondarsi su una concezione della filo- razionalistica occidentale. L’ermeneu- sofia della storia come Seelenwissen- tica bertramiana agisce anche sulla fi- schaft e Seelenkundung, nel cui conte- gura di Socrate, di cui viene presentata sto la leggenda stessa diviene possibi- un’immagine estremamente particolare, lità simbolica di espressione, sintesi fra che contrasta in parte con la celebre in- pensiero e significato nel prodotto lin- terpretazione nietzscheana della Nascita guistico: «Sie [die Legende] allein – della tragedia: è la figura del Socrate dice Bertram – verknüpft wirklich […] Musiktreibender, così come proposta den Heiligen und das Volk, den Helden nel Fedone platonico, che viene utiliz- und den Bauern: Seher und Nachwelt zata dall’autore per giustificare lo stret- finden sich nur hier» (cit. a p. 169), in to legame, proprio attraverso la musica, essa soltanto si disvelano allo stesso fra cultura greca e cultura tedesca in ri- modo la storia e la verità. L’autrice pro- ferimento alla centralità dell’eros peda- cede quindi a una attenta ricostruzione gogico come fondamento stesso della della struttura compositiva della mono- società e dello Stato. È con questa im- grafia che, come si mette bene in luce, magine, prosegue Arrighetti, che nel suo carattere ermetico «wirkt auf Bertram può rappresentare il mito in den Leser wie eine in sich geschlos- modo paradigmatico «als Möglichkeit, sene, polyphone Komposition» (p. als Geschehen, ja als Flucht aus der 175), attraverso le figure, i luoghi, i Einengung durch den Intellekt» (p. ‘paesaggi spirituali’ e mitici che hanno 221). In questo il filosofo tedesco ap- ispirato la produzione nietzscheana e partiene alle grandi personalità della che ne fanno un autentico mistero spi- storia dello spirito, assieme a Goethe e rituale per la storia universale. Come Novalis, Hölderlin e Schopenhauer, particolarmente interessanti sono da se- Kant e Wagner, ma in lui tale tentativo gnalare, fra le altre, le problematiche assume una forma esemplare, «weil er che vengono trattate nelle sezioni “Wei- all die seelischen Urkräfte des 19. Jahr- mar” e “Socrate”. Nella prima viene hunderts […] in sich vereinigt» (p. rinsaldato, secondo Arrighetti, il legame 223), portandole a compimento. È la fra Goethe e Nietzsche e così fra le due volontà mitopoietica di Nietzsche che monografie in oggetto, nella prospet- Bertram pone in primo piano come fon- tiva, così come dice Bertram, di una damento per la creazione di un nuovo entdeutschte Überdeutschheit, nella mito, di una ‘nuova epoca eleusinica’: quale il poeta tedesco, appunto come in tal modo, continua l’autrice, «Nietz- Nietzsche, appare come «der Held, der sche wird der Wirklichkeit entrückt und die Werte der Bildung, den Kampf ge- in eine heroisch-göttliche Dimension gen die Barbarei […] verkörpert» (p. überführt» (p. 225), in un orizzonte mi- 197), la manifestazione di ciò che è stico, quello stesso orizzonte nel quale 26

si trova inserita la Gestaltgeschichte del Maria Innocenza Runco, Visioni di Kreis. un teatro da camera. Il teatro di Hugo Il percorso che porta da Goethe a von Hofmannsthal e Richard Strauss, Nietzsche, nel confronto fra le due mo- Acireale, Bonanno Editore, 2008, pp. nografie qui presentato, appare quindi 268, ! 18 in tutta la sua inesauribile profondità, quale cifra stessa di una modernità che Il saggio di Maria Innocenza Runco non si lascia ridurre alle istanze di un ripercorre con un’attenta analisi critica razionalismo di maniera e che l’autrice la teoria e la prassi teatrale di due presenta sotto una luce di assoluta para- grandi artisti del primo Novecento, digmaticità, quella cioè della prospet- Hugo von Hofmannsthal e Richard tiva eminentemente mitico-simbolica in Strauss. Si tratta di un prezioso con- cui essa si scopre inscritta: è per questo tributo alla conoscenza dell’attività che, come si afferma, «über die weiter- teatrale dei due artisti (e più in hin fruchtbare Reflexion über das We- particolare di quella di Hofmannsthal), sen der historischen Darstellung hinaus che è stata finora sottovalutata sia sul liegt die unstrittige Modernität von versante della teoria sia su quello della Gundolfs und Bertrams Beiträgen somit pratica scenica. gerade in dem paradigmatischen Cha- Il volume è strutturato in quattro rakter und dem kulturgeschichtlichen capitoli, il primo dei quali analizza il Wert ihrer Bilder» (p. 233). Sono le complesso rapporto fra Hofmannsthal e immagini di quella ‘trasformazione mi- Strauss, con particolare attenzione alle tica’ alla quale, come dice Arrighetti in problematiche estetiche che emergono chiusura, è affidato il compito di sinte- dalla loro interazione. Gli altri tre tizzare il mondo ideale e l’esperienza capitoli sono invece dedicati a singoli reale dell’interprete; è il presente eterno spettacoli, di cui vengono accuratamen- della poesia, nel quale Mensch e Werk, te ripercorse la genesi, le forme e la biografia e poiesis, storia e leggenda, ricezione: Il Cavaliere della rosa, convivono nell’irripetibilità di un gesto Arianna a Nasso e Arabella. Nel primo potente, quello della poesia di George, capitolo, l’autrice illustra con molta che si fa annuncio di nuove possibilità chiarezza l’estetica teatrale sottesa alla per il pensiero e per l’arte. Questo è il realizzazione degli spettacoli analizzati. significato ancora oggi attuale e provo- Hofmannsthal auspica una sinergia fra cante dell’ambiente culturale formatosi le arti, in particolare fra parole, musica intorno al George-Kreis, e che il testo e messa in scena, elaborando un’alter- di Arrighetti coglie in uno dei suoi nativa possibile alla ricerca di Wagner momenti di sviluppo filosoficamente di un’opera d’arte totale. Attento ai più decisivi e significativi. codici non verbali della comunicazione scenica, delinea un Gesamtkunstwerk Giancarlo Lacchin complesso, che si arricchisce di ten- tazioni sinestetiche. Una poetica che, nella prassi, non poteva che entrare in conflitto con la concezione teatrale di Strauss, fondata sul ruolo preminente della musica, generatrice di immagini visive. La Runco, che aveva già affrontato la questione del rapporto fra Hofmannsthal e Strauss, descrive i 27

rispettivi atteggiamenti estetici di fon- esempio la tendenza di Hofmannsthal a do, affidando i riferimenti più espliciti e superare la monoliticità sentimentale – approfonditi alla trattazione dei tre derivante dalla mozione degli affetti su spettacoli realizzati in collaborazione cui si fondava la tradizione operistica – dai due artisti. per privilegiare una pluralità di voci, di Attraverso un’analisi rigorosa delle individui come di atteggiamenti psico- fonti, alcune delle quali inedite, Runco logici. Questa nuova impostazione era ricostruisce in modo efficace il contesto tanto più innovativa in quanto si scon- culturale in cui si colloca l’esperienza trava con consuetudini radicate, che ca- di Hofmannsthal e di Strauss, illu- ratterizzavano il genere, e forzava i li- strando il loro rapporto alla luce delle miti del ruolo tradizionalmente attri- rispettive concezioni estetiche. Sebbene buito al librettista stesso. La grandezza non sia lasciato molto spazio a possibili teorica di Hofmannsthal risiede tuttavia riferimenti ad altre figure importanti proprio nel costante confronto con la della scena europea di quegli anni, prassi teatrale – un aspetto che il saggio l’autrice dimostra di saper valutare con pone in evidenza mediante una dovizia notevole capacità critica l’apporto di di documenti e fatti oggettivi. Fra poetiche ed estetiche eterogenee nell’o- l’altro, considerato dal punto di vista pera di Hofmannsthal. Se l’intento di della storiografia teatrale, il supera- portare sulla scena l’invisibile e l’indi- mento del protagonismo attorico era in cibile avvicina Hofmannsthal alla poe- perfetta sintonia con le istanze più in- tica simbolista, molte altre influenze novative e persino rivoluzionarie dell’e- arricchiscono la sua concezione teatra- poca, tanto più se teniamo conto del le, dalla ricerca di uno «stile conver- sostanziale conservatorismo dell’am- sante», da cui discende la scelta della biente privilegiato dei «virtuosi», che commedia, alle suggestioni offerte dalla rendeva il teatro musicale, ancor più di tradizione dei comici dell’arte. Ciò che quello di prosa, ancorato a un’impo- caratterizza l’attività di Hofmannsthal è stazione tradizionalista. la ricerca di modalità espressive forte- In generale sia Hofmannsthal che mente comunicative, capaci di rappre- Strauss affrontano la questione del rap- sentare le vibrazioni interiori, l’essenza porto fra il codice verbale e la partitura magmatica della realtà. Si tratta di sonora, senza eludere il problema dei un’aspirazione comune alle avanguar- condizionamenti dovuti alle consuetu- die teatrali dei primi del Novecento, a dini della prassi teatrale, di derivazione partire da Craig e Appia, che tuttavia ottocentesca, che subordinava le scelte Hofmannsthal rielabora in una visione musicali allo sfoggio virtuosistico delle originale, in una continua dialettica fra abilità canore dei cantanti. L’atteggia- teoria e prassi scenica. Proprio que- mento dei due artisti è comunque molto st’ultimo aspetto, su cui Runco fonda la diverso, poiché Strauss parte da una sua analisi, costituisce il versante più maggiore acquiescenza al ruolo predo- degno di approfondimento, soprattutto minante della musica e a certe consue- in relazione al rapporto non sempre tudini del teatro musicale, che in altri facile fra Hofmannsthal e Strauss. casi potevano determinare un rapporto La portata innovativa di Hofmanns- conflittuale fra il musicista e il libretti- thal sul piano drammaturgico viene sta. Il ruolo di Hofmannsthal, d’altra valutata in relazione alla pratica scenica parte, va ben al di là di quello di un dell’epoca, con cui l’artista si misurò semplice librettista per investire diret- costantemente. Degna di nota è per tamente l’estetica teatrale nel suo com- 28

plesso e la messa in scena, intesa come lizza quindi l’organizzazione dello spa- momento di sintesi che deriva da una zio scenico – risalendo alle premesse compiuta sinergia fra gli elementi. teoriche che hanno determinato le scelte Come dimostra chiaramente il carteggio dell’allestimento (come l’uso simbolico fra i due artisti, la ricerca di Hof- ed espressivo di alcuni oggetti) – e mannsthal di un’equidistanza fra i due l’invenzione musicale di Strauss, di cui principali codici linguistici, musica e ricerca discendenze a assonanze nell’o- parole, è il proposito-guida che orienta pera di famosi compositori, a partire da il suo rapporto con Strauss. L’alle- Mozart. stimento diventa così un terreno di Il secondo spettacolo analizzato nel confronto dialettico fra le due pro- saggio è Arianna a Nasso, una «mo- spettive mediante la messa in gioco di derna favola mitologica», la cui strut- altri codici (mimici, gestuali, spaziali, tura metateatrale si intreccia con le ma- prossemici). schere della commedia del’arte. Con Il secondo capitolo del saggio rico- una leggerezza giustamente paragonata struisce la genesi della prima opera mu- a quella di E.T.A. Hofmann, l’opera sicale realizzata da Hofmannsthal in pone in rilievo due principi opposti, in- collaborazione con un compositore, Il carnati rispettivamente dalla protagoni- Cavaliere della rosa. Definita da Hof- sta Arianna, fedele all’uomo amato fino mannsthal «quasi una pantomima», alla morte, e la capocomico Zerbinetta, l’opera è caratterizzata da una mesco- che si abbandona felicemente alla mu- lanza fra tragico e comico. Per rico- tevolezza della continua seduzione. struire alcuni elementi essenziali dello L’analisi dello spettacolo prende avvio spettacolo, Runco attinge a varie fonti, dagli appunti di regia di Reinhardt, op- fra cui le indicazioni contenute in un portunamente messi a confronto con le quaderno di regia, il carteggio fra gli didascalie del testo di Hofmannsthal. artisti e le testimonianze sullo spetta- Esaminando la messa in scena alla luce colo. Al di là del limite intrinseco co- dell’immagine dei personaggi delineata stituito dalla relativa penuria di docu- dai due artisti, Runco dimostra di saper menti specifici, sarebbe stato apprezza- sottilmente interpretare gli scarti della bile un maggiore approfondimento rappresentazione rispetto alla conce- dell’apporto registico di Max Rein- zione iniziale, ovvero le complesse di- hardt, il cui intervento viene giudicato namiche sottese alla realizzazione sulla decisivo anche sul versante della recita- scena di un progetto estetico. L’apporto zione. A metà fra storia e fantasia, lo di Reinhardt è qui indagato con atten- spettacolo ha come cifra stilistica la li- zione critica, senza sottovalutare i det- bera reinvenzione di un Settecento tagli e senza perdere di vista il senso gioioso e raffinato, ricco di giochi lin- dello stile complessivo. La stessa atten- guistici e sollecitazioni visive. L’autrice zione viene riservata all’analisi della esamina lo spettacolo con un’analisi partitura musicale di Strauss. dettagliata dei personaggi, condotta a La scarsa coesione e coerenza stili- partire dalla caratterizzazione dramma- stica dello spettacolo, che provocò al- tica per giungere all’interpretazione cune recensioni negative, indusse Hof- scenica, di cui vengono valutati in par- mannsthal a una revisione del libretto e ticolare la partitura mimica e i costumi condusse a una nuova Arianna a Nasso, (che in quanto segno continuo contri- la cui sofferta gestazione rivela in modo buiscono in modo determinante alla ci- particolarmente evidente la tensione fra fra stilistica complessiva). Rusco ana- le diverse impostazioni dei due artisti. 29

Runco passa in rassegna con accura- anche Walter Benjamin: a suo avviso tezza le varianti dello spettacolo nessun autore più di Kraus andrebbe rispetto alla prima versione, coniugando onorato col silenzio. La complessità l’esegesi della poetica sottesa al pro- non priva di contraddittorietà degli getto con opportune e puntuali osserva- scritti krausiani, che spesso ha indotto zioni sulla performance, ovvero sugli la critica a trattarli con circospezione, è elementi visivi e sonori della messa in particolarmente evidente nelle sue ri- scena. Sottolineando le due scelte stili- flessioni in ambito giuridico e politico. stiche dominanti, il «travestimento ba- Refrattarie ad ogni sistematizzazione, le rocco del mito» e il «recitativo conver- disorganiche posizioni di Kraus hanno sante», enuclea inoltre con chiarezza la spesso dato luogo ad analisi troppo par- valenza comunicativa dell’opera nel ziali o mistificanti; si è inoltre assistito contesto culturale del tempo. alla frequente riduzione della sua opera Il quarto e ultimo capitolo è dedicato a pura miniera di citazioni o a mero ca- alla messa in scena di Arabella, opera leidoscopio di Witze arguti. in cui l’intervento di Strauss sul libretto Maurizio Cau riesce ad analizzare gli fu più pesante, al punto da costringere aspetti giuridico-politici dell’opera di Hofmannsthal a una serie di riscritture Karl Kraus in modo acuto e riccamente (che si protrassero fino alla sua morte documentato. Senza mai pretendere di improvvisa, nel luglio 1929). L’analisi condensare la complessità degli atteg- dell’opera procede, come di consueto, a giamenti krausiani in formulazioni ri- partire dal piano drammaturgico per poi duttive, Cau discute di volta in volta le passare all’analisi dello spettacolo nei posizioni espresse sulla Fackel con- suoi diversi elementi e codici lingui- frontandole con il loro contesto storico- stici, con particolare attenzione alla politico e dando conto dei vari esiti cri- partitura musicale. tici ai quali esse hanno dato origine. Il Concludono il volume una breve ap- validissimo libro di Cau coglie dunque pendice informativa sulla produzione una delle caratteristiche precipue della teatrale e le messe in scena di Hof- scrittura di Kraus, il quale, mantenendo mannsthal, un apparato illustrativo le proprie riflessioni sempre in continuo composto di bozzetti e foto di scena, la sviluppo, ha consapevolmente lasciato bibliografia e l’indice dei nomi. Il sag- irrisolte le contraddizioni interne alla gio, opportunamente corredato di una sua opera per scioglierle poi su un prefazione di Valentina Valentini, sto- piano più alto. La disomogeneità delle rico del teatro, costituisce un prezioso ventimila pagine della Fackel si risolve contributo alla ricostruzione di una pro- infatti, a ben guardare, in una tensione duzione artistica fondamentale nell’am- verso un cielo di stelle fisse costituito bito della germanistica, della storia del- da quei valori culturali originari che per lo spettacolo e della musica. Kraus costituiscono il concetto di Ur- sprung. Sandra Pietrini L’analisi di Cau si concentra in par- ticolare sugli aspetti giuridici e politici Maurizio Cau, Politica e diritto. della scrittura krausiana, e così facendo Karl Kraus e la crisi della civiltà, Bo- getta luce sull’intero percorso dell’au- logna, Il Mulino, 2008, pp. 464, ! 31 tore: come scriveva Benjamin infatti «non si capisce nulla di quest’uomo Alle difficoltà di interpretare criti- finché non si riconosce che tutto, neces- camente l’opera di Karl Kraus accennò sariamente e senza eccezione, lin- 30

guaggio e cosa, per lui ha luogo nella mativa da quella morale, quindi, Kraus sfera del diritto». La riflessione si interroga anche sulla relazione tra di- krausiana sul diritto muove a partire da ritto e giustizia e sulle basi etiche sulle un più alto ideale di giustizia, a sua quali si fondano le leggi. volta profondamente legato al culto per A questo proposito Cau distingue la lingua intesa come paradigma etico e due diversi filoni interpretativi. Alcuni giuridico. L’idea di giustizia per Kraus studiosi, tra i quali in particolare Rein- è infatti pensabile soltanto nella lingua: hard Merkel, leggono nelle posizioni la lingua è insieme specchio dell’ordine krausiane l’affiorare di alcune istanze originario e medium della sua della dottrina giuridica del suo tempo; riaffermazione, e possiede quindi una altri, primo tra tutti Benjamin, ricono- forte valenza ideale e prescrittivo- scono nelle sue posizioni una forte cri- normativa. Come ha scritto Adorno tica al fenomeno giuridico in sé. Il nelle Noten zur Literatur a proposito di primo gruppo di critici ha sottolineato Kraus, «la traccia giuridica penetra come la discussione dottrinale a cavallo profondamente fin nell’interno della tra i due secoli ruotasse proprio intorno teoria linguistica, fin nell’interno della agli obiettivi e agli scopi della coerci- sua prassi linguistica: egli conduce dei zione penale. È stata messa in risalto, processi in questioni di lingua contro tra l’altro, l’affinità tra le posizioni coloro che parlano, col pathos della krausiane e quelle di Franz von Liszt, verità contro la ragione soggettiva. secondo il quale la pena non si fonda su Arcaiche sono le forze che adduce in giustificazioni di stampo metafisico e ciò». Il libro di Cau sottolinea inoltre non conduce a una condanna morale come la prospettiva di Kraus su diritto e bensì ha carattere preventivo e corret- giustizia sia influenzata anche dalla ori- tivo. È fuor di dubbio che le idee di ginale rielaborazione di matrici culturali Kraus risentano del dibattito a lui con- diverse come in particolare la tradizione temporaneo; d’altra parte nella sua ebraica, con la quale Kraus intrattiene opera le suggestioni delle teorie giuridi- un rapporto fertile quanto controverso. che coeve sono mediate da quello stesso La riflessione krausiana sul diritto ideale di ‘origine’ che presiede alla sua caratterizza in particolar modo l’inizio prassi critica. L’influenza del concetto della sua attività, ovvero quello che Je- di Ursprung sulle posizioni krausiane in naczek definisce il «periodo social- ambito giuridico non lo porta ad ab- etico» della Fackel (seguirà poi una bracciare le dottrine del diritto naturale, «svolta estetica»). Pur senza mettere a però innesca quello che Cau definisce punto una strutturata dottrina penale, un «ripensamento critico della legalità Kraus si esprime con chiarezza a favore in termini di giustizia». dell’affrancamento dell’universo giuri- È proprio in questo senso che vanno dico dalle istanze morali: il monopolio interpretate le affermazioni di Benjamin statale della pena non può giungere a sul carattere «accusatorio» della prassi invadere il campo della morale privata. critica krausiana nei confronti dell’or- Coi suoi scritti Kraus mette in evidenza dinamento giuridico. Secondo Benja- l’ipocrisia di un sistema giuridico fili- min il «salto mortale veramente ebrai- steo e ipocrita, il cui perbenismo in- co» compiuto da Kraus – la venerazione nesca un circolo vizioso: la giustizia della giustizia divina in quanto lingua – che si propone la soppressione dell’im- dà luogo all’«ultimo atto d’accusa di moralità favorisce infatti l’immoralità questo fanatico: mettere in stato d’ac- stessa. Nel separare la dimensione nor- cusa lo stesso ordinamento giuridico. 31

[…] Egli denuncia l’alto tradimento di Stato come garante di alcuni principi perpetrato dal diritto contro la giustizia. fondamentali. La componente reaziona- Più esattamente, dal concetto contro la ria del pensiero di Kraus, ad esempio, parola, a cui deve la sua esistenza». Ciò va interpretata non tanto come non significa che Benjamin veda in un’adesione ai partiti conservatori della Kraus uno spirito anarchico antiau- Vienna del suo tempo, bensì in primis toritario nemico di ogni ordine come l’aspirazione alla ricomposizione giuridico; piuttosto lo inquadra nell’am- in ambito politico di quella armonia bito del proprio pensiero, intravedendo originaria che in Kraus prende il nome nell’ideale krausiano di giustizia alcuni di Ursprung. tratti del dio della tradizione ebraica. La contraddittorietà delle esterna- Kraus però non si richiama mai espli- zioni politiche di Kraus non dipende citamente a una giustizia di ordine solo dal loro rimanere subordinate a divino, né pensa la divinità come una quello che egli chiama «Dienst am istanza giuridica. Il fitto dialogo che Wort», bensì anche dalla convinzione Kraus intrattiene con la sfera del diritto che la politica non sia in grado di af- rimane immanente alla realtà e si espli- frontare in profondità i problemi dell’e- cita per mezzo dell’attività pubblici- sistenza. Ciò non fa di lui un autore stico-satirica: la satira è per lui com- impolitico: piuttosto, come afferma plemento del diritto penale e il processo Cau, «in Kraus si rende manifesta la diventa strumento della battaglia sati- differenza esistente tra una pubblicistica rica. che “fa politica” perseguendo precisi Sulla stessa falsariga, inoltre, Cau obiettivi e rendendosi portatrice di una compie un’analisi dettagliata delle posi- determinata ideologia, e un’attività cri- zioni krausiane in ambito politico. tica che opera “in maniera politica”, L’opera di Kraus non si regge su un slegata da ogni logica partitica e mossa pensiero politico coerente ed unitario: è da un polemico obiettivo di distruzione egli stesso ad affermare che «in politica di stampa, partiti e ideologie». non è da inseguire la cosa giusta, ma Lo stesso Kraus era ben consapevole l’unica possibile in ogni momento». Nel che la convivenza nella sua opera di libro di Cau anche le opinioni politiche matrici ideologiche diverse sfuggisse al di Kraus vengono messe in relazione al rigido sistema delle categorie politiche: contesto storico e alle istanze che rego- «ogni volta che leggo La muraglia ci- lano la sua attività di critico. La com- nese, gli uni dicono “Bravo! Questo era plessa dialettica tra convinzioni conser- di nuovo di sinistra radicale!”, mentre vatrici e rivoluzionarie è infatti solo l’altro gruppo riconosce ridendo sotto i parzialmente analizzabile per mezzo baffi le sue visioni conservatrici di de- delle categorie che regolavano il dibat- stra, senza che nella pausa o più tardi tito politico del suo tempo. Le esterna- segua un aspro accordo sul mio pro- zioni di Kraus in materia politica sono gramma politico. Così manovro abil- piuttosto il frutto del suo pensiero ri- mente tra i partiti». Specchio di questa guardo ai problemi della stampa, della voluta eterogeneità di prospettive è il lingua, della morale. A partire da una problematico rapporto con il partito so- tale prospettiva multifocale è dunque cialdemocratico che caratterizzerà tutti possibile capire come in Kraus possano gli anni Venti. L’esperienza della prima convivere posizioni antidemocratiche e guerra mondiale aveva alimentato lo repubblicane, antiliberali e antisociali- spirito pacifista e antimilitarista krau- ste, antiparlamentari e vicine a una idea siano; nel 1919 Kraus sostiene esplici- 32

tamente il partito socialdemocratico, retto dal valore originario della parola e per poi attaccarlo da sinistra qualche del teatro. «Alla fine era il Verbo», anno dopo e abbandonarlo definitiva- scrive. mente nel 1934 manifestando la propria L’opera alla quale Karl Kraus si de- adesione al regime autoritario di Doll- dica durante gli anni dell’ascesa del na- fuß. È interessante notare inoltre che zismo, la Dritte Walpurgisnacht, è l’iniziale vicinanza di Kraus alle posi- l’ennesima dimostrazione di come per il zioni del partito socialdemocratico na- polemista austriaco l’istanza politica e sce dalle componenti antiborghesi e an- quella linguistico-letteraria convivano tiliberali di cui esso si faceva espres- nello stesso gesto. Portando la propria sione, ovvero quelle stesse che in se- lingua quasi alla soglia dell’incom- guito daranno origine al Deutsch-Na- prensibilità, Kraus intende non soltanto tionalismus. prendere posizione contro l’abuso lin- Parallelamente, la scrittura di Kraus guistico perpetrato dal giornalismo, ma può talvolta rammentare quel «gergo anche definire un programma politico dell’autenticità» che per Adorno con- teso a salvare la civiltà dalla barbarie traddistingueva il romanticismo politico nazionalsocialista riportandola al para- del pensiero conservatore d’inizio se- digma etico e linguistico dell’origine. colo, ma vi rimane aliena perché risulta Il silenzio in cui Kraus si chiude sostanzialmente scevra dal naziona- dopo gli avvenimenti del 1933 dà luogo lismo, dal vitalismo e dalla celebrazione ad accese polemiche: lo scrittore sati- del soggettivismo sostenuti dai partiti di rico viene accusato di aver messo a ta- destra. Infine le critiche al liberalismo, cere la propria vena polemica proprio che furono la costante più marcata della nel momento di maggiore necessità. In sua pubblicistica politica, sono il sin- realtà il silenzio è stato sempre parte tomo di una visione di carattere più integrante del procedimento satirico culturale che strettamente politico: og- krausiano, sia in ambito letterario che getto della satira krausiana sono prima politico. Già nel 1914, in occasione di tutto i clichés del pensiero liberale – della lettura pubblica del testo In dieser l’ottimismo nei confronti del progresso, großen Zeit, Kraus aveva affermato: l’esaltazione della libertà individuale – «Chi aggiunge parole ai fatti deturpa la e solo in seconda battuta i partiti che si parola e il fatto, ed è doppiamente spre- ispiravano a questi principi. gevole. Questa professione non si è Dopo il fallimento della durissima estinta. Chi ha qualcosa da dire si faccia polemica che Kraus scagliò contro il avanti e taccia». Nel 1934, a proposito capo della polizia Schober in seguito ai del silenzio krausiano che seguiva la sanguinosi avvenimenti del luglio 1927 citazione delle parole dei suoi avversari, si nota in Kraus non soltanto un di- Brecht notava: «Nessuna parola aiuta stacco dalla socialdemocrazia, dura- questi scribi ed oratori a superare il si- mente messa sotto accusa anche per la lenzio veramente mortale che segue le politica culturale della «Arbeiter-Zei- loro dichiarazioni, essi vengono portati tung», bensì anche un più evidente ri- via senza giudizio. Uno spazio vuoto piegamento su posizioni antipolitiche. sulla carta li lincia». Portando dunque Alla politica, resa impraticabile dai fa- allo scoperto il nesso che lega le scismi e dalle debolezze della social- posizioni krausiane in materia di diritto democrazia, Kraus oppone, per mezzo e di politica alla sua attività critico- delle letture shakespeariane e goethiane letteraria, Maurizio Cau non soltanto del Theater der Dichtung, un mondo permette una più profonda compren- 33

sione di questi aspetti, ma illumina con della libreria romana Simon Tanner, il chiarezza anche il significato di quel cinquantenario della morte di Walser è «silenzio rovesciato» col quale si passato nel nostro paese pressoché chiude la parabola intellettuale di Karl inosservato e in genere i contributi cri- Kraus. tici sull’autore elvetico sono alquanto sporadici. Irene Fantappiè Il lavoro di Beretta costituisce la se- conda monografia sull’autore uscita in Italia, dopo il significativo libro di Leo- Stefano Beretta, Una sorta di rac- nardo Tofi Il racconto è nudo! Studi su conto. La scrittura poetica e l’itinerario Robert Walser (Napoli, ESI) che risale dell’esperienza in Robert Walser, Udi- ormai al 1996. Il volume in esame è de- ne, Campanotto, 2008 (Le Carte stinato a chi già conosca l’autore di Biel tedesche 30), pp. 200, ! 18,00 e intenda entrare nel merito delle varie problematiche a lui connesse, prima di ogni altra quella del rapporto tra Negli ultimi anni si è registrata la l’artista e il contesto storico-letterario. pubblicazione, in rapida sequenza, di È questo infatti, in particolare a partire diverse traduzioni walseriane (Ritratti dal lavoro di Peter Utz Tanz Tanz auf di scrittori, a cura di Eugenio Bernardi, den Rändern. Robert Walsers ‘Jetztzeit- Milano, Adelphi, 2004; Una specie di stil’ (Frankfurt am Main, Suhrkamp, uomini molto istruiti. Testi sulla Sviz- 1998; si veda in merito la recensione in zera, a cura di Mattia Mantovani, Lo- «Osservatorio Critico della germani- carno, Dadò, 2005; Storie che danno da stica», II, n. 4, 1999), uno dei punti no- pensare, a cura di Eugenio Bernardi, dali delle trattazioni su Walser, sia che Milano, Adelphi, 2007; Il Brigante, a esse si propongano esplicitamente di cura di Margherita Belardetti, Milano, approfondire tale problematica, sia che Adelphi, 2008) che sembrerebbero in- questa emerga nel corso della discus- durre il lettore italiano a postulare, dopo sione di altri aspetti dell’autore elvetico. un lasso di tempo in cui molto rari Il libro di Beretta scandaglia tale que- erano i testi dell’autore svizzero propo- stione adottando un approccio a spirale sti al nostro pubblico, una sorta di sua ed evidenziando di volta in volta, nei tre rinascita in Italia, paese che negli anni capitoli di cui si compone, sfaccettature Settanta Paul Walser riteneva fosse diverse del complesso rapporto tra io e stato ‘conquistato’ dall’autore elvetico mondo, autore e contesto storico-lette- (Robert Walser erobert Italien, in «Ta- rario, rapporto di cui non mira a epurare ges-Anzeiger», 9.12.1977). Tuttavia, la contraddizioni, ma a mostrare la va- ricezione critica dello scrittore svizzero lenza documentaria «per una migliore nella germanistica italiana non può pa- comprensione della spiritualità tedesca ragonarsi all’eco che suscitano gli au- ed europea della prima parte del Nove- tori canonici del Novecento germano- cento» (p. 9). In tal modo l’Autore ri- fono. Se si prescinde dal numero mo- balta quella che fino a non troppi anni nografico che la rivista «Homo Sa- fa era la prospettiva di tanta Walser- piens» ha dedicato a Walser («Homo Forschung, la quale riteneva che pro- Sapiens. Rivista di filosofia, arte e lette- prio in virtù di contraddizioni e discre- ratura», nuova serie, 1, N. 1, giugno panze lo svizzero costituisse un caso a 2009), numero che raccoglie le rela- sé che rifuggisse da qualsiasi inqua- zioni presentate nel corso dell’iniziativa dramento storico-culturale. 34

Sgombrato il campo in sede prelimi- cui «il soggetto si fa solo con il lin- nare da topoi ricorrenti come ad esem- guaggio» – come l’esegeta francofor- pio quello di Walser poeta dell’idillio tese afferma per Hölderlin – si possa nonché da un equivoco molto frequente, applicare anche a Walser, particolare quello secondo cui tutta la produzione attenzione è rivolta ai procedimenti dell’autore elvetico non sarebbe che la formali attraverso i quali lo svizzero preparazione al silenzio, ovvero al ritiro coglie la molteplicità del reale. Sarebbe nella clinica psichiatrica, e che pertanto tuttavia vano cercare nella monografia una scrittura siffatta si sottragga a qual- una sezione dedicata esclusivamente siasi tentativo di ‘storicizzazione’, Be- agli aspetti linguistico-formali; i corposi retta nella parte introduttiva del libro paragrafi dei vari capitoli si susseguono descrive con chiarezza ed analiticità la infatti non in base ad uno schema ana- tesi che poi si volge a mostrare convin- litico che indichi di volta in volta centemente nelle dense pagine del vo- l’intento dell’autore, ma in base a una lume: «L’opera di Walser partecipa logica argomentativa che opera con ca- […] appieno del clima spirituale degli tegorie filosofiche (tempo, io, cono- anni in cui si dispiega, ma al contempo scenza, esperienza) grazie alle quali si configura come critica severa e in- l’Autore caratterizza pregnantemente transigente della cultura di quello stesso l’arte di Walser. Tale procedimento, se periodo. Da questa posizione incerta, da un lato richiede al lettore un impe- dalla rinuncia ad assumere un punto di gno maggiore rispetto a lavori con una vista assoluto discende una poesia Gliederung più minuziosa, dall’altro ha unica, a suo modo militante, aggressiva, il pregio di evidenziare la continuità e eppure tanto spesso a prima vista tratte- la coerenza della complessa argomenta- nuta su tonalità intimistiche e bucoli- zione, che si sviluppa con una ricchezza che» (p. 10). Tale caratterizzazione di riferimenti storico-letterari, estetici e della scrittura walseriana coglie dav- filosofici raramente rintracciabili in altri vero nel segno, come chiunque conosca lavori sull’autore elvetico. l’opera dello svizzero è indotto a rico- Il primo capitolo si volge a illustrare noscere, e si pone agli antipodi rispetto le peculiarità dello Ich-Buch. Lo stu- alla posizione di studiosi come ad dioso prende le mosse dalla notissima esempio Peter Gronau, che in tempi prosa tarda Eine Art Erzählung – di qui molto recenti sottolinea la disomoge- il titolo del libro – , in cui si legge «il neità stilistica di Walser definendolo romanzo che vado avanti a scrivere ri- anacronisticamente «Inselbewohner» mane sempre lo stesso, e potrebbe es- (‘Ich schreibe hier dekorativ’. Essays sere definito come un libro del’io va- zu Robert Walser, Würzburg, Königs- riamente articolato, o disperso», per af- hausen & Neumann, 2006, p. 45; si fermare che «il romanzo-vita di Walser veda «Osservatorio Critico della ger- è un Gesamtkunstwerk in cui un’indi- manistica», XI, n. 28, 2008). Beretta vidualità si racconta senza remore» (p. sostiene invece che «Robert Walser è 23). Che l’attività artistica di Walser sia autore che a pieno diritto va annoverato generata dalla biografia dell’autore non tra i grandi europei del secolo scorso, in vuol dire che i testi dello svizzero siano virtù della sua arte germinata dal parti- da leggere come «un lungo saggio au- colare ma per intuizione e per espe- tobiografico. Al contrario, la scrittura rienza cresciuta nell’universale» (p. 11). del libro dell’io si intende […] come af- Poiché l’Autore ritiene, a ragione, francamento della volontà autoriale da- che l’osservazione di Adorno secondo gli obblighi di rendere conto della vi- 35

cenda biografica dell’individualità che tore avulso dalla propria temperie cultu- la dirige» (p. 81). Rinunciando a tirare rale» (p. 46). in ballo il concetto di autofiction co- Il secondo capitolo esamina le mo- niato dal critico francese Serge Dou- dalità artistiche attraverso le quali si brovsky e che si presta a molteplici manifesta la libertà dell’io, con parti- fraintendimenti, Beretta spiega che colare riferimento alla dimensione tem- l’autoreferenzialità alla base del libro porale nei testi dello svizzero, che Be- dell’io è da intendere come concretiz- retta collega a suggestioni romantiche e zazione poetica del momento in cui simboliste e che mette inoltre in rela- l’individualità dell’artista incontra «la zione con le teorie di Döblin, Nietzsche, caotica magmaticità di una materia Mach, Musil, Hofmannsthal, quest’ul- senza forma, che necessita di essere timo ripetutamente, e a ragione, citato modellata per potersi trasformare in pa- in riferimento agli aspetti estetico-lin- rola scritta» (p. 14). Si è dunque molto guistici della magrisiana disarticola- lontani da un concetto di scrittura auto- zione del reale. L’arte di Walser parte- biografica come riproduzione positivi- cipa a tutti gli effetti, come lo studioso stica dello hic et nunc delle condizioni mostra in particolare in riferimento a di vita dell’artista. Lo Ich-Buch non è Jakob von Gunten, al bergsoniano sfal- da intendere come piatta elencazione di damento della dimensione cronologica vicende, ma riporta la non linearità in cui il tempo dell’io e quello del dell’esistenza che si compone – come mondo sono destinati a configurarsi Beretta spiega a partire dalla struttura malinconicamente come due entità di- del romanzo Geschwister Tanner – di stinte. Ulteriore manifestazione della attimi, epifanie e scorci caratterizzati da libertà dell’io è la spiccata autorialità un rapporto di tensione, non di armo- della scrittura, in cui l’io dell’autore nizzazione. La vita umana è percorsa da «tende ad egemonizzare la pagina del fratture e crepe che la scrittura non si romanzo-vita» (p. 95) dando origine ad propone di celare, ma di registrare «una tipologia testuale che sfugge ai senza alcuna pretesa di coerenza e tentativi di omologarne le strutture ad completezza; una rappresentazione analisi di genere» (p. 95) e che ubbi- ‘conciliante’ non sarebbe peraltro pos- disce unicamente alla personale esi- sibile in quanto, come l’alter ego di genza di assolutezza estetica di Walser. Walser Simon Tanner spiega, «Io non Alla base della poetica di «sismografo vedo l’insieme […] perché vedo troppo dell’esperienza» (p. 88) Beretta postula il particolare». A tale significativa cita- una dialettica in tre stadi memore delle zione walseriana è da ricondurre l’acuta poetiche romantiche: proiezione di sé osservazione di Beretta in merito alla nel mondo, ‘mimetica’ assimilazione funzione dell’ornamento, da intendere delle regole sociali e rientro in sé con come «la traduzione nella scrittura una nuova consapevolezza. Ma l’io, dell’allontanamento da un centro di passando per il mondo, rimane immune gravità che rischierebbe di consegnare da qualsiasi intellettualismo e non si la poesia all’illusione di poter stabilire lascia reificare, riuscendo a conservare un rapporto logico […] tra la vita ed il l’‘anima’, dato questo che rende Walser libro» (p. 49). Tipica di Walser è la di- autore congeniale a chi si volga a man- mensione della Nervosität – concetto tenere integri i valori dell’interiorità mutuato da Utz – che, «emblema della rispetto alle lusinghe della Kulturindu- spiritualità moderna, […] da sola baste- strie basata sulla legge del profitto. Tale rebbe a screditare l’immagine di un au- atteggiamento palesa senza dubbio un 36

anti-intellettualismo su cui lo studioso romantici e lo scrittore svizzero: negli più volte insiste, sebbene appaia non autori di fine Settecento e inizio Otto- del tutto condivisibile la conseguenza cento il Wandern non è connotato reali- che da tale osservazione viene tratta, sticamente ed ha un carattere aperto ossia la caratterizzazione di Walser estraneo a Walser, le cui passeggiate in come autore contrassegnato «dall’istin- ambiente bucolico – a differenza del tiva ripugnanza per il cerebralismo» (p. flâneur baudeleriano che si muove in 109); infatti, sebbene lo svizzero ri- ambienti cittadini – sono caratterizzate fugga costantemente da ogni forma di da un movimento circolare (emblema- esibizione di cultura (non sarà vano ri- tico in tal senso Der Spaziergang in cui cordare a tal proposito che nelle con- il protagonista parte dal proprio scrit- versazioni con Carl Seelig egli defi- toio per tornarvi alla fine della narra- nisce una «montagna di lardo» i ro- zione). Con figurazioni del moto si manzi biblici di Thomas Mann, presu- concludono, osserva lo studioso, tutti e mibilmente perché vi rinviene l’osten- tre i romanzi berlinesi, che sembrano tazione del sapere), tipico della sua rifuggire da un epilogo definitivo sug- scrittura è un cerebralismo per così dire gerendo piuttosto un universo di possi- congenito – una sorta di habitus men- bilità particolarmente congeniale a tale – che induce chi con lui si confronti Walser. a tornare ripetutamente su quanto legge Il lavoro si conclude con un’ampia per cercare di venire a capo della sug- bibliografia, che non trascura alcuno dei gestiva Vielschichtigkeit del testo, qua- contributi rilevanti per le tematiche lità dell’intera produzione dell’artista trattate. Tale libro costituisce sotto elvetico, dai primissimi tentativi fino molteplici aspetti una lettura imprescin- agli ultimi microgrammi. dibile per chi intenda approfondire la Il terzo capitolo esplora le figura- conoscenza dell’artista di Biel. Innan- zioni del moto che spesso si concretiz- zitutto, l’Autore adotta una prospettiva zano nel motivo della passeggiata – che ingloba nella discussione l’intera studiatissimo in Walser – che per Be- produzione di Walser, dai primi scritti retta racchiude i tratti salienti dello Ich- fino agli ultimi microgrammi, là dove Buch dell’autore: «Il movimento fisico sicuramente emerge un particolare in- assicura […] l’unità strutturale della teresse per i testi tardi, soprattutto per la descrizione, riassumendola nel presente poesia microgrammatica, di cui ven- della percezione […] In secondo luogo, gono evidenziate «tonalità hölderliniane l’io si immerge in questa attualità este- e trakliane» (p. 165) o anche tratti che tica e ne riporta una serie di impressioni l’accomunano alla poetica barocca, pa- emancipate dalla dipendenza da istanze rallelismi su cui molto raramente la cri- veristiche. Infine, nello spazio creato da tica si è soffermata. In secondo luogo, questo realismo magico, […] il moto chi si avvicini all’artista elvetico con walseriano riscrive continuamente il una solida conoscenza della letteratura proprio orizzonte, obbligando […] il germanofona troverà nel libro diverse linguaggio ad aderire […] alla genuinità vie di accesso alla sua opera, perché del racconto» (p. 160). Sebbene già da Beretta a partire dai testi di Walser tale citazione emerga l’ascendenza ro- compie utili incursioni in autori centrali mantica del motivo, evidenziata dal- della cultura tedesca per poi tornare l’espressione ‘realismo magico’, la trat- all’autore e mostrarne la consonanza tazione in più d’un luogo si volge a con grandi protagonisti della letteratura. sottolineare le differenze tra gli autori È questo il caso per quanto riguarda il 37

parallelismo con Novalis, nei cui Arnulf Knafl, Wendelin Schmidt- Frammenti di Teplitz si leggono afo- Dengler† (a cura di), Unter Kanonver- rismi paragonabili alla concezione wal- dacht. Beispielhaftes zur österreichi- seriana «della vita che diventa il ro- schen Literatur im 20. Jahrhundert, manzo dell’io» (p. 57). Non da ultimo è Wien, Praesens, 2009, pp.154, !-A 28 / da annoverare tra i meriti della mono- !-D 27,20 grafia, caratterizzata da una stringente argomentazione sorretta da una scrittura Dal 28 al 29 marzo 2008 si è voluto riflettuta ed elegante, l’estrema cura re- celebrare, a Vienna, con un convegno dazionale sia nel testo che nell’apparato internazionale dal titolo Hauptwerke delle note e della bibliografia. der österreichischen Literatur – aus der Se una riserva si può forse espri- Sicht der internationalen Literaturwis- mere, questa riguarda la scelta di ripor- senschaft, la giornata annuale dei borsi- tare nel testo in traduzione italiana le sti della Franz Werfel-Stiftung. I nove citazioni walseriane e di collocare contributi, raccolti nella miscellanea l’originale tedesco in nota. Tenendo Unter Kanonverdacht. Beispielhaftes conto soprattutto del fatto che l’Autore zur österreichischen Literatur im più volte sostiene – come già accennato 20.Jahrhundert, curata dai germanisti – che in Walser il soggetto si costruisce Arnulf Knafl e Wendelin Schmidt- con il linguaggio, sarebbe stato più Dengler, recentemente scomparso, sono agevole far trovare direttamente nel te- pertanto il frutto di quella giornata di sto la lingua dello svizzero, ovvero le studi, che ha inteso dare maggiore visi- citazioni in tedesco. Tuttavia, è da rico- bilità al progetto di interscambio scien- noscere che la correttezza e l’efficacia tifico della fondazione Franz Werfel, e delle traduzioni effettuate ex novo da che ha visto un gruppo di germanisti Beretta, che preferisce non ricorrere alle dell’Est Europa, autori dei saggi rac- versioni pubblicate, fa apparire per colti in questo nuovo volume edito dal contrarium l’inadeguatezza di qualche Paesens Verlag di Vienna, affrontare, traduzione esistente (ad es. de La rosa) con l’analisi testuale di una selezione di e la necessità di provvedere sia alla re- autori austriaci della modernità e della visione di quanto già edito che alla contemporaneità, quesiti innovativi, pubblicazione di ulteriori testi in ita- tutti riconducibili alla tematica della liano, in particolare per quanto con- canonizzazione e dell’identità culturale cerne i microgrammi e nello specifico della letteratura austriaca nel panorama la lirica. Va poi da sé che le citazioni in letterario tout court. italiano dei testi sia di Walser che di al- Il sospetto che la catalogazione della tri autori incrementano la fruibilità del letteratura austriaca sia un processo volume, stimolante anche per il lettore fortemente complesso e intrecciato con con interessi non strettamente germani- fenomeni ricettivi di matrice intercultu- stici, ma ad esempio estetici o filosofici. rale, non isolati e non occasionali, così C’è da auspicare che gli studi a ve- come non necessariamente legati alla nire sull’artista di Biel recepiscano gli pubblicazione di traduzioni in lingua spunti offerti da tale lavoro e seguano straniera, fa sì che si possa parlare, a con altrettanta erudizione e passione gli giusta ragione, di una visibile possibi- originali percorsi di ricerca qui indicati. lità di esistenza di isotopie culturali, generatrici a loro volta di una rete di Anna Fattori elementi contenutistici e stilistici domi- nanti e comuni alle letterature sovrana- 38

zionali. Ne sono un chiaro esempio i abbracciare quella della ricerca identita- due saggi di apertura del volume, dedi- ria del soggetto moderno mediante il cati all’opera di Hugo von Hofmanns- linguaggio e la funzionalità ontologico- thal, in cui Mladen Vlashki e Gennady gnoseologica attribuita alla parola reite- Vassilyev analizzano rispettivamente rata. Sia la forma narrativa breve del l’adattamento teatrale del 1924 del- racconto sia quella teatrale lasciano in- l’Elektra (1904), avvenuto per mano del travedere una riscrittura prosaico-poe- bulgaro Geo Milev, e la poetica di Das tica della quotidianità soggettiva, che si gerettete Venedig (1904), riproposta nel pone come rilettura, come Neuanfang, 2003 negli studi di Jurij Zwetkov e del vivere, costantemente oscillante fra Anna Lesina. Nonostante l’evidente sogno e realtà. La valenza comunicativa lasso temporale intercorso fra le fonti rivisitata come strumento di conoscenza critiche prese in esame dai due del Sé caratterizza anche gli ultimi due germanisti, si evince che la matrice contributi del volume, che sono dedicati isotopica ricettiva di queste due opere all’opera di Elfriede Jelinek. L’analisi di Hofmannsthal è riconducibile alla di Renata Cornejo su Die Klavierspiele- scrittura di William Shakespeare e più rin (1983) e di Dana Pfeiferová su Die precisamente all’Hamlet (1600-1602) Kinder der Toten (1995) evidenziano nel primo caso e a Julius Caesar (1599) sia una performatività del linguaggio, nel secondo. Il riferimento alla presenza riconducibile alle teorie sulla fisicità al interculturale, questa volta non di na- femminile di Hélène Cixous e di Judith tura letteraria, bensì topografica, carat- Butler, sia una demitizzazione di forme terizza anche il contributo di Gábor Ke- mitico-ancestrali verbalmente canoniz- rekes che, ripercorrendo la ricezione di zate dall’immaginario collettivo se- Robert Musil in Ungheria, a partire condo parametri unidirezionali, che Je- dalla metà degli anni Sessanta, rintrac- linek mette sapientemente in discus- cia nel musiliano Törleß (1906) tutti sione. È il caso del topos della morte in quegli elementi di «ungaricità» tanto Die Kinder der Toten, che destruttura le evidenti in Der Mann ohne Eigen- teorie fenomenologiche di Heidegger e schaften (1930-32). Chiheb Mehtelli e di Benjamin relative al legittimarsi Tymofiy Havryliv da un lato, Attila della letteratura attraverso la morte, os- Bombitz ed Eleonora Ringler Pascu sia sul fatto che la letteratura possa eri- dall’altro si confrontano, invece, con gere un monumento commemorativo due colonne portanti della letteratura alle vittime del passato, avvalendosi austriaca contemporanea: Thomas della scrittura e quindi della parola. Lo Bernhard e Peter Handke. Oggetto delle stesso dicasi delle sferzate satiriche ed loro analisi sono il racconto Jauregg eroticamente connotate, lanciate dalla (1966) e i volumi dell’autobiografia Jelinek contro le icone della cattolicità, (1975-1982) di così ritenuta colpevole di complicità e di come il racconto Die Wiederholung troppi reiterati silenzi sui crimini di (1986) e parte della produzione teatrale guerra e sull’olocausto. Demitizzato e di Peter Handke, fra cui Über die cambiato di segno è anche il binomio Dörfer (1981), Spiel vom Fragen carnefice-vittima, che giunge perfino a (1989), Die Stunde da wir nichts von- rendere permeabile la barriera fra vita e einander wußten (1992) e Zurüstungen morte. «Die Toten wollen befreit sein, für die Unsterblichkeit (1997). L’analisi aber um ihr Leben wieder zurückzube- isotopica di questi testi abbandona la kommen, müssen sie die Lebenden tö- linea della ricezione interculturale per ten» si legge in Die Kinder der Toten 39

(p. 456), quasi fosse un memento mori quotidiana e per gli oggetti che ne della rivisitazione del codice tradizio- hanno scandito i rituali. Questo modo di nale fra vita e morte. L’excursus lettera- leggere benjaminianamente il transito rio, proposto da questa nuova miscella- degli eventi collettivi nello spazio del nea, può essere considerato un valido privato e viceversa si rivela utile a contributo all’acceso dibattito sullo scongiurare la fine dei processi narrativi statuto della letteratura austriaca in area della storia passata con la scomparsa germanofona e al contempo un omag- dei testimoni diretti. È perciò tanto fo- gio alla dedizione e all’impegno co- riero di nuovi stimoli per cogliere ad stante e appassionato di Wendelin esempio la valenza culturale dei musei Schmidt-Dengler per la causa letteraria dedicati alle memorie divise della DDR austriaca, come anche Arnulf Knafl ben e della BRD (come spiega l’articolo di ricorda nella sua introduzione al vo- Liza Candidi sulle «memorie in con- lume. flitto», pp. 55-70), quanto per riconte- stualizzare in senso più dinamico e con- Ester Saletta sapevole le esperienze degli scrittori che hanno raccontato la città tra fiction e autobiografia (Daniela Nelva, pp. Anna Chiarloni (a cura di), Oltre il 119-136). Muro. Berlino e i linguaggi della riuni- Anna Chiarloni, alla quale si devono ficazione, Milano, Franco Angeli, 2009, nel passato molteplici iniziative scienti- pp. 205, ! 22,00. fiche atte a diffondere una più ampia e prismatica conoscenza della prosa e Come è normale, nell’anno in cui si della lirica tedesca contemporanea, celebra il ventennale dalla caduta del traccia ora, nella breve quanto efficace Muro di Berlino, proliferano le pubbli- introduzione al libro in oggetto, le cazioni dedicate alla capitale tedesca e coordinate spazio-temporali del pro- alle opere letterarie sorte dopo la cesso di progettazione della nuova ca- Wende. Ai germanisti questa ricorrenza pitale tedesca, tenendo conto del rap- pare aver fornito oggi le condizioni mi- porto tra memoria e oblio. La memoria gliori per dialogare in varia sede, sul è consegnata sostanzialmente al me- piano nazionale, sulle trasformazioni stiere della scrittura, mentre intorno più recenti della metropoli e sul fitto all’oblio si concentra l’attività degli ar- intreccio di storia, letteratura e memoria chitetti, che mirano sempre più ad evi- che la concerne, coinvolgendo altri spe- denziarne la presenza nel contesto della cialisti – tra gli altri, urbanisti e archi- metropoli in continua trasformazione: tetti – che hanno analizzato dal loro «L’arte scala il muro del tempo e fruga punto di vista il problema degli spazi nelle fondamenta cercando di rintrac- ideologicamente contesi della capitale ciare i segni remoti di una memoria tedesca. Karl Schlögel, autore di Im dispersa. Perché nelle falde geologiche Raume lesen wir die Zeit. Über Zivili- della capitale c’è la città imperiale e sationsgeschichte und Geopolitik l’era guglielmina, Weimar e la topogra- (2003), ora tradotto in italiano, dob- fia del terrore nazista. Ci sono le rovine biamo un avvicinamento allo spazio ur- della guerra e l’impronta della divisione banistico di Berlino nell’ottica di una – con i resti materiali delle sue sbiadite ricostruzione delle travagliate vicende bandiere rosse […] Proiettata verso il che l’hanno interessata nel ‘secolo futuro, Berlino è ancora oggi in conti- breve’, passando per i luoghi della vita nua trasformazione, oggetto d’arte e di 40

riscrittura, una capitale immessa in una in scala 1:1 come una sorta di quinta ci- dinamica rituale ed inesausta di scavo, nematografica che doveva suggerire in ripristino e demolizione urbanistica» quale direzione sarebbe andato il pro- (Chiarloni, p. 7). getto (p. 19), fatti salvi i ripensamenti Il libro è stato costruito in modo da successivi. consentire prima di tutto una disamina Le memorie divise che hanno condi- dei problemi della gestione edilizia zionato i processi trasformativi degli della metropoli, considerando le ten- spazi urbani non sono tali solo in rela- sioni sorte intorno al controllo politico zione al conflitto epocale tra Est ed degli spazi simbolici: in particolare Ovest, tra ex-zona sovietica e zona dell’area del castello degli Hohenzol- controllata dalle potenze occidentali. lern di Mitte, che nel 1950 fu spianata Esse sono anche frammenti di una co- per volere di Walter Ulbricht e che ac- scienza collettiva che è stata sottoposta colse nel 1976 il Palast der Republik alle dure prove del confronto con il pas- quale più importante edificio culturale sato storico dal periodico prevalere di di Berlino Est. Il Palast der Republik, una linea-guida approvata dalla mag- sede della Volkskammer e di altri or- gioranza delle forze politiche e istitu- gani istituzionali, ospitava uno dei teatri zionali coinvolte nell’opera di ristruttu- più avveniristici di Berlino, in cui si razione. Si pensi al Mahnmal per gli realizzavano spettacoli di danza, teatro ebrei trucidati, inaugurato tardivamente di prosa, concerti, incontri culturali. (10 maggio 2005) presso il Branden- Inoltre, altri spazi ludici e di ristoro ga- burger Tor in coincidenza con il 60° rantivano alla cittadinanza una piace- anniversario della liberazione dei so- vole pausa dalla routine quotidiana. Si pravvissuti dei campi di concentra- può dunque comprendere, come si mento, che molti hanno considerato evince d’altronde dalla documentata come un’impropria obliterazione della relazione di Cristina Bianchetti e di memoria delle sofferenze di altri gruppi Tomà Berlanda che apre il volume, di civili, perseguitati dai nazisti: zin- quanto sia stata sofferta la scelta nel gari, omosessuali e dissidenti politici. 2006 di cancellare questo edificio-sim- Il rapporto costruzione-demolizione, bolo, ancorché oggettivamente in con- che rappresenta uno dei fili rossi flitto con la cornice estetica dello spazio dell’impresa collettiva di Oltre il muro, contiguo al Duomo e al ponte che con- viene fatto scivolare da Antonella Gar- duce da Unter den Linden ad Alexan- gano nel calco di una storia di cancella- derplatz. La loro relazione segue cro- zioni senza fine che, sintomaticamente, nologicamente il percorso strategico, fanno di Berlino l’espressione di una guidato da architetti e da urbanisti, che ‘topografia traumatizzata’. Racco- è stato affrontato per ‘istruire’ l’opi- gliendo un suggerimento dello scrittore nione pubblica sui processi di riscrittura , celebre per le sue in- degli spazi di Mitte. Particolarmente numerevoli esperienze odeporiche e per originale risulta dunque la scansione del sue luminose annotazioni diaristiche, loro Bericht sulla base di una lettura Gargano si affida ai desueti elementi quasi ‘fisiognomica’ dei diversi volti del «sotterraneo», della «reliquia» e che avrebbe assunto nell’idea dei dello «smantellamento». Coglie così, progettisti l’area del Marx-Engels- attraverso una prospettiva capovolta, Platz, poi ridefinito Humboldt-Forum. quella della demolizione, il senso della Si pensi, ad esempio, all’allestimento furia iconoclasta che ha segnato gli ul- del 1993 di un trompe-l’oeil del castello timi due secoli della storia dell’edilizia 41

berlinese. Il vincolo che unisce il ro- della città rispetto a quelle predilette manzo di , Rot (2001) – in dalla comunità prima dello scoppio cui si immagina che un gesto dinami- della Seconda Guerra Mondiale: a tardo faccia simbolicamente saltare in Prenzlauer Berg intorno al Kollwitz- aria la Siegessäule nel giorno del trasfe- platz e nella zona della sinagoga della rimento del governo da Bonn a Rykestrasse, ovvero nel settore orien- Berlino –, ad alcuni passi del monu- tale. mentale Ein weites Feld (1995) di L’opera letteraria di Wladimir Ka- Günter Grass e al romanzo di Christian miner, che con le sue attività culturali Försch, Unter der Stadt (2001), rivela ha instaurato un dialogo permanente una forma di diversa riemersione del con i berlinesi, fa leva sul sentimento di represso. Esso si manifesta come indipendenza degli ebrei dell’Est, che evocazione e conseguente rimozione oggi vogliono dispiegare le proprie dei fantasmi della storia passata in energie creative in una città pronta a un’alternanza che ci ricorda che non metabolizzarle, senza poter far velo basta demolire gli edifici per eliminare però al dramma che si è consumato sul le tracce mnestiche di quanto è suolo tedesco ai danni del popolo avvenuto nei luoghi. d’Israele. Un dato interessante di questa Identità nazionale, etica della re- letteratura è la mancanza di ogni forma sponsabilità e dimensione simbolica di vittimismo e la tendenza a dissacrare dell’autocomprensione politica sono in modo umoristico la figura virtuosa temi salienti di questo libro, che si oc- dell’ebreo senza colpa. Calabrese sop- cupa di analizzare prioritariamente pesa i pro e i contro legati a questo fe- come sia possibile rappresentare la rot- nomeno, che inclina a diffondere tura della civiltà con i mezzi dell’arte, «un’immagine ebraica astorica e tran- sia essa quella scrittoria che quella ar- quillizzante» e perciò, in un certo senso, chitettonica o museale. Di questo vo- esposta a strumentalizzazioni antise- lume si apprezzano inoltre le letture mite. particolari delle nuove tendenze socio- Eva Banchelli si concentra invece culturali che si legano agli effetti del sulla prospettiva del flâneur per eviden- dodicennio nero, che distrusse letteral- ziare la tendenza di molti autori di oggi mente i gangli vitali dell’esistenza co- a cogliere in modo impressionistico la munitaria di Berlino. Rita Calabrese, realtà dello spazio urbano. Si ottiene con l’ausilio di statistiche e di testimo- così complessivamente una percezione nianze che registrano l’entità della pre- desueta dei luoghi di transito e di colle- senza di ebrei nella città e i luoghi della gamento tra un luogo dell’evento so- loro convivenza prima del 1937 e dopo ciale e il successivo, ma anche l’esplo- il 1945, mette in luce come accanto ad sione di nuove forme narrative, che una «nuova letteratura ebraico-tedesca» traducono l’esperienza quotidiana in di terza generazione, impegnata a supe- strutture di un racconto alternativo e rare il trauma del rapporto tra mondo propongono nuovi generi di scrittura. ebraico e Germania dopo la Shoah, si Gli Übergänge di Rolf Schneider, la sia profilata a Berlino una realtà russo- necrofilia scopica di Jens Sparschuh, il ebraica. Essa è capace di dar voce alle cui sguardo si sofferma sui sintomi tan- proprie esigenze culturali grazie alla gibili del degrado architettonico, gli creazione di un certo numero di giornali Streifzüge di Wolfgang Büscher negli e di periodici in lingua russa. Gli ebrei angoli della città non ancora codificati si sono, inoltre, insediati in zone diverse in precisi segnali di riconoscimento, il 42

collage di istantanee dello Stadtführer L’opportuna menzione di Mugnolo für Lebenskünstler di Bernd Wagner, del parere di Claudius Seidl circa l’esperimento Webcam del 2002, arti- l’unica formula possibile di un corretto colato sulla registrazione di microeventi rapporto con Berlino, quella che sugge- nel corso di diverse ore del giorno, risce di incontrarla in una prospettiva commentate dai loro protagonisti noti o parziale per esserle amici (p. 164), offre sconosciuti: tutto questo è il nuovo l’occasione per compiere un’ampia car- modo di scrivere Berlino in nome di rellata nella galleria dei racconti perso- una difesa della sua composita realtà e nali di scrittori che l’hanno restituita della sua incessante mutazione. alla sua polifonia di voci e alla sua Il saggio di Banchelli può essere complessità. Alcuni dei contributi del utilmente accostato a quello di Dome- volume, pertanto, si concentrano su un nico Mugnolo, La città, la totalità e le unico profilo letterario: quello di Fabri- antologie, che insiste sulla decostru- zio Cambi, ad esempio, dedicato a Mo- zione di una visione organica e pano- nica Maron e in particolare agli otto te- ramica della metropoli testimoniato a sti raccolti nell’esile, eppure intenso partire dall’inizio degli anni Novanta da volumetto Geburtsort Berlin (2003), e una ricca produzione di antologie. Se si quello di Gerhard Friedrich, che ricorda può leggere questa impresa letteraria l’esperimento di osmosi funeraria tra nel periodo immediatamente successivo cimitero e città in Halbschatten (2008) alla Wende come una forma di elusione di Uwe Timm, ma che si apre a venta- di un impegno più consistente nella ste- glio anche ad altri testi che scelgono di sura di romanzi dedicati al Muro e alla investire nella presenza di revenants il ricomposizione delle due culture dopo motivo di esperienze traumatiche cor- il 1989, Mugnolo smaschera tuttavia la relate all’esperienza del nazismo. Il nu- sindrome da prestazione nei confronti cleo dell’analisi di Cambi è invece co- di un’impresa di più ampio respiro già stituito dall’intreccio tra storie private e nei capostipiti della prosa berlinese ideologia politica, su cui anche Daniela dell’età moderna: l’ormai dimenticato Nelva propone un’intensa riflessione: Paul Lindau (1839-1919) e il maestro «La riaffermazione delle proprie radici, Theodor Fontane (1819-1898). Che l’affettuosa consonanza con la Berliner Berlino non sia mai stata una città Schnauze, il grugno berlinese, sem- omogenea lo rivela il suo stesso atto brano travalicare e sanare le fratture fondativo, che la vede sorgere dal- della storia, ma forse sono funzionali l’unione di un nucleo abitativo a Nord all’annullamento di ideologie da parte della Sprea, Berlino, con la zona di di chi, come Monika Maron, le ha at- Cölln, ed espandersi grazie ad una traversate» (Cambi, p. 152). successiva aggregazione di villaggi che Molte letture della Berlino letteraria hanno sviluppato nel corso dei secoli un proposte nel volume di Chiarloni insi- profilo sempre più individuale. È stono sul fatto che Berlino non può es- senz’altro interessante rilevare come le sere Heimat né prima, né dopo il Muro, antologie e la proporzione di partecipa- ma piuttosto un ‘rifugio precario’ in cui zione al loro progetto da parte di autori ciascuno può sentirsi a casa con senti- dell’Est e dell’Ovest rappresenti anche menti intermittenti di amore e di odio. un sismografo delle diverse fasi di di- Come sia impossibile ‘mettere le mani stensione e di inasprimento dei rapporti su Berlino’ facendone il baluardo di tra le due metà della Germania prima un’ideologia positiva dopo il nazismo è della caduta del Muro. stato sempre uno dei temi di Heiner 43

Müller. Egli ha evidenziato il ruolo po- inaugurando il saggio conclusivo, Ber- sitivamente parassitario del dramma- lino e dintorni con il paragrafo intito- turgo che prospera nei momenti in cui lato Radici, che si appella ai modelli la dittatura e le tragedie che ad essa si canonici della letteratura berlinese (ad accompagnano forniscono il materiale es. la narrativa di Fontane) per ricordare più fecondo per una critica al potere, la loro funzione-guida nelle fasi più che si trasforma così in opera artistica. esitanti del primo periodo della riunifi- Le reazioni di Heiner Müller al diso- cazione. Esperienza personale e tradi- rientamento che lo travolse dopo la ca- zione narrativa si incontrano in Grass e duta del Muro, pur senza renderlo muto, in Delius producendo una visione disin- sono registrate con dovizia di partico- cantata del nuovo corso nel romanzo lari da Manuela Poggi, che si dedica Ein weites Feld (su cui si sofferma an- però principalmente alla sua lirica degli che Banchelli) e nel racconto Die Bir- anni Novanta: «Presente fin da Germa- nen von Ribbeck (1991) di Friedrich nia Tod in Berlin […] quale epicentro Christian Delius. Goethe è invece il re- da cui si dirama la storia tedesca dal se- ferente del dramma di Rolf Hochhuth, condo conflitto mondiale in avanti, Wessis in Weimar: Szenen aus einem Berlino diventa dopo il 1989 il luogo besetzten Land (1993), in cui, come della sconfitta, della perdita e dell’as- suggerisce il titolo, il tema centrale è senza, in cui il silenzio su quell’utopia fornito dalla liquidazione della DDR da sempre presente nei drammi precedenti parte della politica occidentale. diventa tanto più forte quanto più Molti altri autori, meno noti al diffuso si fa il lessico legato allo pubblico italiano e anche a quanti non sviluppo economico in senso capita- sono immediatamente interessati a te- listico della città […] Lo sguardo del nere il passo della vasta produzione bi- poeta, che dall’hotel si leva signifi- bliografica che è sorta intorno alla me- cativamente dal basso verso l’alto, con- tropoli, vengono proposti come spunto stata, su un piano di osservazione vi- di lettura nelle pagine di questo volume, sivo, l’arroganza urbana dei nuovi loghi in cui i saggi inquadrano sempre in aziendali che si riflette successivamente modo puntuale la loro prospettiva cri- su un parallelo piano ideologico: la tica e le caratteristiche peculiari nelle cultura egemonica della politica neo-li- scelte tematiche e di stile. Salta berista che domina la città e lo stesso io all’occhio che gli autori dei contributi lirico attraverso i contorni del nuovo cercano in ogni caso di concentrarsi skyline, è ormai onnipresente nella sulla letteratura primaria, appoggian- quotidianità berlinese» (Poggi, p. 105). dosi solo in modo marginale alla Se- Dallo spazio urbano e dagli edifici kundärliteratur: un fatto, questo, che pubblici e privati alla parola poetica e rappresenta sicuramente un pregio del ritorno, per constatare forme via via lavoro e un incoraggiamento a riferire mutevoli di colonizzazione del territo- una brevi sinossi delle opere trattate rio, ma sempre appellandosi a quel de- senza dare nulla per scontato. Risulta posito di emozioni che la scrittura con- chiaro che le due assi principali da cui solida nel corso del tempo. Così come prendono le mosse le analisi si deli- nella città si sedimentano i resti mate- neano in un caso a partire dagli autori riali, gloriosi e infami del passato, così per toccare i luoghi e per percorrerli nella memoria restano le diverse testi- lungo lo sviluppo della narrazione, monianze liriche e narrative sui luoghi. nell’altro a partire dai luoghi per rico- Chiarloni corona il percorso del volume 44

struire la loro fortuna artistica nei pro- tedesca del dopoguerra» (Krauss, p. cessi di scrittura poetica. 102). Galli racconta perciò, abbracciando questa seconda opzione, la storia del Elena Agazzi Prenzlauer Berg e del suo importante esordio come location di film su Ber- lino dalla seconda metà degli anni Cin- Bernhard Metz, Sabine Zubarik (a quanta. Il suo saggio ricostruisce tas- cura di), Am Rande bemerkt. Anmer- sello per tassello l’archivio delle opere kungspraktiken in literarischen Texten, cinematografiche che hanno dedicato Berlin, Kulturverlag Zadmos, 2008, pp. spazi più o meno significativi alla pre- 442, ! 26,90 senza di questo quartiere, che da Ort si è trasformato in Szene, mostrando un Il presente volume è il frutto di un modo alternativo di vivere in uno dei workshop tenuto presso l’università di pochi spazi berlinesi non devastati dai Erfurt dal 28 al 30 giugno 2006 che bombardamenti. Wolfgang Kohlhaase, portava lo stesso titolo ed era incentrato che ha scritto e sceneggiato i quattro sullo studio delle pratiche di annota- Berlin-Filme girati da Gerhard Klein zione nei testi letterari. In seguito il la- negli anni Cinquanta, ha collaborato voro è proseguito sul sito www.am con Galli per sviluppare nella prospet- randebemerkt.de nel quale si trova una tiva filmica un tema che abbraccia tut- bibliografia continuamente aggiornata tavia il volume per tutta la sua am- della critica focalizzata sullo studio piezza: la microstoria berlinese alla luce delle note e una lista di romanzi che della grande storia tedesca. La Berlino presentano note a piè di pagina o che fornisce i maggiori stimoli agli arti- annotazioni di altro tipo. sti è infatti la Berlino della ‘piccola Il primo risultato che si ricava dalla gente’, degli sguardi d’angolo di hof- lettura di questo testo è a dir poco para- fmanniana memoria, dei quartieri non dossale: le note, le glosse, gli appunti a monumentali, delle zone oggi lontane margine di un testo non appaiono più – dai traffici turistici. È anche la Berlino mi si passi questo gioco di parole, a dire di Klaus Schlesinger, che scopriamo il vero un po’ scontato – come un grazie alla guida di Hannes Krauss in aspetto marginale del testo. Il volume un compatto saggio che ne attraversa la curato da Metz e Zubarik svela circo- carriera dagli anni Settanta a oggi. stanze tutt’altro che scontate: le glosse e Nell’opera di Schlesinger i personaggi le note non sono, come si sarebbe in- conservano quel ‘Muro nella testa’ che dotti a pensare, un portato della lette- ne fanno i protagonisti in ottavo della ratura moderna, le troviamo già in clas- grande storia della divisione delle Ger- sici come il Narrenschiff (1492) di Se- manie. In una definizione che Krauss bastian Brant o nel primo romanzo in- usa per caratterizzare la qualità narra- glese Beware the cat (1533) di William tiva dello scrittore e il suo rapporto af- Baldwin. La lista dei romanzi con an- fettivo – non privo di traumi – con la notazioni è lunga e, per comprendere il città, è già contenuto il senso di questo rilievo di questa indagine, è bene tener lavoro sulla relazione tra luogo, tempo presente che ne fanno parte fra gli altri: e memoria: «Una letteratura regionale Jonathan Swift, Tale of a Tub (1710); di dimensione globale, che prende la Henry Fielding, Tom Jones (1749); forma sotterranea di un tableau di storia Laurence Sterne, Tristram Shandy (1759-1767); Johann Wolfgang Goethe, 45

Werther (1774) e West-östlicher Divan esprimere al meglio la sua polifonia e (1819/1827); Laclos, Liaisons dange- polisemia, un momento privilegiato per reuses (1782) ma anche E.T.A. Hof- la decostruzione del testo. La letteratura fmann, Lebens-Ansichten des Katers moderna e postmoderna ha conosciuto, Murr (1820-22); Herman Melville, come testimoniano diversi contributi di Moby-Dick (1851); T.S. Eliot, Waste questa miscellanea, anche note conte- Land (1922); James Joyce, Finnegans nenti informazioni false, note vuote o Wake (1939). Questo elenco diventa note senza testo. sempre più fitto mano a mano che ci Johannes Klaus Kipf discute nel suo avviciniamo alla contemporaneità; vi saggio «Pluto ist als vil als Lucifer». troviamo , La in- Zur ältesten Verwendung gedruckter vención de Morel (1940), molti racconti Marginalnoten in deutschen literari- di Jorge Luis Borges, Flann O’Brien schen Texten un problema di periodiz- The Third Policeman (1940/1969); zazione. Lo scopo del suo contributo è Vladimir Nabokov, Pale Fire (1962) o di presentare i primi testi che hanno Ada, or Ardor (1969); Arno Schmidt, fatto uso di note marginali, quelle che Gelehrtenrepublik (1957) e Zettels possiamo considerare gli antenati delle Traum (1970); Julio Cortazar, Rayuela note a piè di pagina o di fine testo. (1963); Georges Perec, La Vie mode Contrariamente ad altri critici Kipf d'emploi (1978); Alain Robbe-Grillet, pensa che già dal 1474, se non prima, La Reprise (2001); Paul Auster, Oracle esistano delle note marginali alle bibbie Night (2004); John Barth, The Book of latine, e che dal 1490 in poi vengano Ten Nights and a Night (2004); Ingo usati anche in altre forme testuali. Ad Schulze, Neue Leben (2005). Dal mo- esempio, già nella Grammatica rhyt- mento in cui le note hanno trovato una mica del 1468 si trovano esperimenti collocazione nelle opere di finzione, con le note a piè di pagina. Un altro hanno rivelato la loro poliedricità: esempio è il Narrenschiff di Sebastian possono sia contenere indicazioni bi- Brant la cui trasposizione latina del bliografiche o fonti, aggiungere infor- 1497 è costellata di note. L’autore mazioni supplementari o delucidazioni stesso ne giustifica l’utilizzo fornendo e commenti, sia avvalorare, continuare, così probabilmente la prima teorizza- deviare o vanificare percorsi narrativi. zione metaletteraria dell’oggetto di que- La loro capacità di vanificare il senso o sto volume. Le note indicano le fonti l’orientamento del corpo centrale del delle sue citazioni, indicando quello che testo o di disturbare o disorientare la nella filologia biblica è conosciuta lettura complica notevolmente la cele- come loca concordantia. Nello stesso bre definizione di paratesto di Genette. anno è pubblicato il Libri Philomusi di Le note hanno sempre una funzione du- Jakob Locher, un discepolo di Brant, plice, poiché, contemporaneamente, che presenta molte note marginali nelle uniscono e separano delle parti del te- quali prevale l’intenzione didattica, so- sto. Esse tracciano una linea visibile e prattutto laddove si soffermano sulla invisibile fra gli elementi del testo de- spiegazione delle figure retoriche e dei terminando dicotomie come sotto/sopra, nomi dell’antica mitologia. Kipf svela importante/insignificante, centrale/mar- l’uso delle note anche nella più antica ginale. Esse formano una protesi del te- satira in lingua tedesca, la Deutsche Sa- sto ma allo stesso tempo lo compri- tyra und Strafe des Eherechts di Hiero- mono, ne delimitano lo spazio d’azione. nymus Emser (1505), e nelle Lötze Kla- Sono il luogo in cui la letteratura può gen (1510) di Ulrich von Hutten in cui 46

le note marginali servono a sottolineare del saggio di Metz si concentra la funzione appellativa del testo met- sull’invenzione di Thomas Chatterton tendo in risalto le tematiche trattate. Le delle opere di un monaco Thomas funzioni delle annotazioni riscontrate da Rowley che sarebbe vissuto nel Quat- Kipf nei testi da lui osservati sono trocento a Bristol e di cui lui avrebbe quattro: quella strutturante e orientativa, ritrovato in una soffitta gli scritti. Già le quella didascalica, quella di indicare le prime edizioni dei testi di Rowley dopo fonti e quella appellativa. la morte di Chatterton iniziano a solle- Bernhard Metz inizia il suo saggio vare dubbi sulla loro provenienza; an- con una domanda fondamentale e antica che qui le note sono determinanti per come la letteratura stessa che riguarda il scoprire le tracce degli impostori. Metz rapporto fra la finzione e la menzogna: apre nel finale del suo contributo una la letteratura può dire il falso e, se sì, prospettiva interessante: anche nei ro- come? Tale domanda trova un’urgenza manzi storici di Walter Scott si trovano particolare nelle mistificazioni delle note false accanto a quelle semantica- poesie di Ossian di James Macpherson mente corrette e storicamente esatte. e nei falsi documenti di Rowley redatti Pare che per la sua tecnica di annota- da Thomas Chatterton. Questi autori fu- zione Scott, che ha scritto nel 1792 un rono banditi dalla storia della letteratura breve trattato su Ossian e che nel suo e solo negli ultimi decenni sono stati Ivanhoe cita Macpherson, sia andato a riscoperti e, per un certo verso, riabili- scuola da questi due celebri impostori. tati. James Macpherson finge di aver Jean Paul, un vero maestro della di- raccolto e tradotto le antiche poesie gressione e delle tecniche di annota- gaeliche di bardi come il mitico Ossian. zione, è l’oggetto dell’analisi di ben Con un’acribia da detective Metz dimo- quattro contributi del volume (Till stra come un’attenta lettura delle note a Dembeck, Bettine Menke, Magnus piè di pagina delle edizioni curate da Wieland, Annina Klappert). Quello di Macpherson avrebbero permesso di Bettine Menke si distingue per perspi- smascherare da subito l’impostore. Già cacia e densità. A suo dire le annota- nella collezione pubblicata anonima del zioni sono una conseguenza della visi- 1760 Macpherson aveva imparato a bilità della scrittura e della spazialità usare i commenti paratestuali per orien- del testo. Secondo la Menke la nota a tare il giudizio del pubblico, dare credi- piè di pagina è tale solo per la sua col- bilità ai suoi scritti e preparare l’udi- locazione spaziale, creando come altri torio per le sue nuove ‘scoperte’ e segni tipografici un margine al testo. pubblicazioni. Se da un lato egli sotto- Jean Paul definisce le note un elemento linea continuamente la sua traduzione espulso dal testo che come «rifiuto» è letterale del testo, dall’altra, secondo ancora visibile nella cantina o nel sou- Metz, Macpherson si svela proprio nelle terrain del testo stesso. Anche i trattini sue insistenti allusioni ai dubbi fanno parte delle interruzioni e delle di- sull’inautenticità dei testi da lui divul- gressioni del testo e sono per Jean Paul gati. A volte si spinge addirittura a fare «le salme di pensieri defunti». Bettine riferimenti a lacunae nel manoscritto Menke sottolinea l’utilizzo dei trattini originale, parti che a suo avviso sareb- di sospensione in Jean Paul e Kleist bero state integrate da bardi moderni. dove impediscono la chiusura dei testi e Ossian viene presentato come un Origi- ne costituiscono un elemento di ric- nalgenie e messo alla pari di narratori chezza e pluralità. Partendo sempre da antichi come Omero. La seconda parte Jean Paul, Annina Klappert tenta invece 47

di definire le analogie e le differenze fra «oceanica» perché rifiutandosi di fis- l’ipertesto dei testi digitali e le note a sarsi continua indefessamente a fluire. piè di pagina. Anche i testi analizzati da Bettina Sabine Mainberger presenta un ge- Kümmerling-Meibauer sono atipici per nere particolare di libro, il libro d’ar- un’analisi di critica letteraria. Si tratta tista, e sceglie come testimone An di libri per l’infanzia e specificatamente Anecdoted Topography of Chance di di Mark Twain: The Prince and the Daniel Spoerri. Le note a piè di pagina Pauper (1881); Vamba: Il giornalino di diventano in questo testo un flusso inar- Gian Burrasca (1920); Lisa Tetzner: restabile che cancella le differenze fra Mirjam in Amerika (1945); Italo Cal- testo e paratesto; lo evidenzia già il ti- vino: Il barone rampante (1965); Victor tolo del libro che Mainberger definisce Caspak & Yves Lanois: Die Kurzho- barocco: An Anecdoted Topography of sengang (2004). È atipico trovare an- Chance done with the help of his very notazioni in testi per l’infanzia poiché dear friend Robert Filliou and spesso, anche sotto la pressione delle translated from the French and further case editrici, vengono evitate. Qui l’uso anecdoted by their very dear friend è giustificato dal fatto che si tratta di Emmett Williams, enriched with still crosswriter ovvero di autori che scri- further anecdotations by their very dear vono sia per i bambini che per un friend Dieter Roth (translated out of the pubblico adulto. Spesso gli autori striz- German for the first time by Malcolm zano l’occhio agli adulti che accompa- Green), with 100 reflective illustrations gnano i bambini nella lettura. Secondo by Topor. Come si desume dal titolo, il la Kümmerling-Meibauer le note hanno testo non è stato scritto solo da Daniel in queste opere diverse funzioni: sup- Spoerri, ma da Emmett Williams e da portano la comicità dei testi, risvegliano un novero di amici, commentatori, cu- la curiosità dei giovani lettori spiegando ratori. Coerentemente alla poetica di alcuni concetti non scontati e introdu- Fluxus cui Spoerri appartiene, qui non cono i bambini alla dimensione meta- si distingue fra proprio e altrui, impor- finzionale. Soprattutto quest’ultima si tante e insignificante, giusto e sbagliato. rivela importante per le opere analizzate La prima edizione di questo testo è del in cui spesso il narratore differisce dal 1962 e le edizioni successive sono state curatore del testo che si esprime nelle costantemente arricchite, contenendo note. Il corpo del testo e le note pre- anche i documenti della ricezione del sentano dunque due piani diversi, due testo stesso; produzione e ricezione qui tipi di lettura differenti: una orizzontale si mescolano. L’edizione del 1995, che e una verticale, dove l’affidabilità del è consultata dalla Mainberger, presenta narratore è messa in questione. 3 introduzioni, 4 motti, un manuale Thorsten Bothe presenta invece le d’istruzione, 7 postfazioni, un indice, e strategie di annotazioni in Jacques Der- la maggior parte di questi presenta a sua rida par Geoffrey Bennington et volta delle annotazioni. Tutto è con- Jacques Derrida, Paris, Editions du temporaneamente testo e paratesto, vi- Seuil, 1991 (Les Contemporains 11). La sibile e leggibile e il lettore che deve particolarità di questo libro è che si aprire le pagine piegate di questo libro tratta di un profilo di Jacques Derrida in si trasforma, nell’immaginario di Main- cui Bennington rinuncia a usare delle berger, in un lettore delle mappe di que- citazioni letterali per favorire la sua ar- sta intricata e giocosa topography. Egli gomentazione e la chiarezza del testo. naviga in una scrittura che diventa Nel saggio di Bennington si trovano 48

solo i rinvii ai testi di Derrida. Il testo di stagioni del Minnesang, Milano, Riz- Bennington che nelle sue intenzioni non zoli, 1994), che resta tuttora il princi- doveva presentare note è invece anno- pale testo di riferimento per il lettore tato dall’oggetto della sua analisi, ov- italiano interessato a questo genere vero da Jacques Derrida stesso. Que- della letteratura medievale. st’ultimo ha apportato 59 annotazioni Il lavoro di Maria Vittoria Molinari che scorrono sul margine inferiore del si indirizzava a un pubblico colto e cu- testo di Bennington. Questa ‘tecnica’ rioso, composto essenzialmente da non solleva vari problemi: chi è l’autore di specialisti o da specialisti di altre disci- questo libro? Può un libro avere lo pline medievistiche e, accanto alla tra- stesso autore e lo stesso titolo? Quello duzione di un considerevole numero di che la topografia e la tipografia del testi, offriva il testo originale, derivato testo classifica come secondario do- dalle edizioni critiche più recenti, e una vrebbe essere al centro di questo scritto. introduzione utile a illustrare sia il Secondo Bothe Derrida presenta qui contesto storico e culturale in cui tale «un’epistemologia della nota a piè di forma poetica ebbe origine, sia le linee pagina sulla base del grafema tipogra- fondamentali della sua evoluzione. Più fico». Anche in questo caso la deco- ristretto e specifico è il pubblico cui si struzione pare offrire la migliore chiave rivolge Massimiliano Bampi che con esegetica per forzare il mistero delle chiarezza, nella Premessa al volume, tecniche di annotazione. dichiara gli intenti didattici del suo la- Come si intuisce da quanto detto il voro e individua negli studenti univer- volume espone alcuni curiosa, nient’af- sitari i lettori cui è destinato, in primo fatto secondari, della storia della luogo, il libro. letteratura. Tutti i contributi di questo La finalità didattica dell’antologia, in istruttivo volume sono in fondo una realtà, comporta soprattutto una restri- digressione, un’annotazione, al concetto zione del materiale proposto: dei tren- di paratesto formulato da Genette. È tanove poeti rappresentati nella scelta di sbalorditiva la ricchezza del corpus Molinari, infatti, solo diciassette sono presentato in questo volume che va presenti in quella di Bampi che, in ge- cronologicamente dal Quattrocento ai nere, traduce anche un numero inferiore giorni nostri e spazia attraverso generi e di testi per ognuno degli autori (di culture letterarie diverse. Fossero tutte Walter von der Vogelweide, ad esem- così le cose dette per inciso! pio, Bampi sceglie 4 testi contro i 15 tradotti da Molinari). Più sintetiche Massimo Salgaro sono anche, quasi sempre, le presenta- zioni dei singoli poeti che precedono le composizioni di ognuno degli autori Massimiliano Bampi (a cura di), antologizzati. Questa riduzione di autori L’amor cortese nel medioevo tedesco. e di testi appare del tutto funzionale Introduzione al Minnesang, Venezia, all’uso del volume, che può agevol- Cafoscarina, 2009, pp. 180, ! 12. mente essere letto, commentato e di- scusso nell’ambito di un corso univer- L’agile volumetto curato da Massi- sitario. miliano Bampi si affianca, senza sosti- Coerente con tale uso, d’altro canto, tuirla, all’antologia della lirica cortese è la scelta di non sacrificare lo spazio tedesca pubblicata a metà degli anni destinato all’introduzione che, in modo Novanta da Maria Vittoria Molinari (Le sintetico ma esauriente, affronta le que- 49

stioni principali legate al Minnesang: la Come a suo tempo aveva fatto Maria definizione del genere, le sue origini, la Vittoria Molinari, anche Massimiliano sua evoluzione, le relazioni con altre Bampi rinuncia quindi a ricreare nella tradizioni culturali, la tradizione ma- lingua d’arrivo una struttura metrica noscritta, gli aspetti metrico-ritmici. Pur che riproduca sistematicamente il metro non potendo affrontare in modo anali- degli originali, cercando invece di co- tico ognuno di questi ambiti di inda- struire, con movimenti ritmici e strut- gine, l’introduzione di Massimiliano ture sintattiche, una rete di allusioni Bampi traccia una sintesi della discus- linguistiche che permetta al lettore al- sione scientifica dell’ultimo quindicen- meno di intuire la musicalità della poe- nio, riprendendo dunque sia gli studi sia medievale. Il fatto che Bampi si pubblicati da Maria Vittoria Molinari in muova nel solco della strategia tradut- epoca successiva alla pubblicazione tiva in precedenza adottata da Maria della sua antologia, sia i contributi edi- Vittoria Molinari, tuttavia, non rende toriali e scientifici forniti da altri stu- affatto il suo lavoro una semplice ripro- diosi italiani e stranieri. Il risultato è un posizione di quanto già realizzato un quadro essenziale dello stato degli quindicennio fa: in primo luogo, infatti, studi, in grado di fornire allo studente le poesie incluse nella sua antologia informazioni attendibili sia su quanto sono per la maggior parte diverse da attualmente condiviso dalla critica, sia quelle contenute nelle Stagioni del sui problemi tuttora aperti. Minnesang, e il numero di testi tradotti Anche la strategia traduttiva riprende a disposizione del lettore italiano risulta le finalità a suo tempo dichiarate dal- quindi notevolmente ampliato. In se- l’antologia di Maria Vittoria Molinari: condo luogo, la condivisione di una il testo italiano si propone così, in strategia di traduzione non significa che primo luogo, come mezzo di accesso i risultati del lavoro traspositivo siano all’originale, supponendo dunque una identici. Anche dove le due antologie conoscenza almeno della lingua tedesca propongono uno stesso componimento, moderna da parte del lettore, il che ap- la scelta di diverse opzioni all’interno di pare del tutto ragionevole se si pensa a un archivio di possibilità dà origine a un pubblico di studenti universitari che testi italiani anche sensibilmente diffe- abbiano il tedesco come lingua di stu- renti. Si prenda, ad esempio, la prima dio. Tale obiettivo rappresenta quindi strofa della poesia di Heinrich von Vel- un vincolo all’attività del traduttore e ne deke Tristan muose sunder sînen danc, riduce le possibilità di scelta, in quanto che nella versione di Maria Vittoria la traduzione non può essere libera a tal Molinari si presenta in questo modo: punto da non poter risalire all’inter- «Tristano doveva, al di là del suo volere pretazione sintagma per sintagma del / alla regina essere fedele, / perché il testo tedesco. Questo, tuttavia, non filtro a ciò lo costringeva / più che la comporta in alcun modo una rinuncia forza del suo amore. / Di ciò la bella mi all’autonoma leggibilità del testo tra- deve esser grata, / e sapere che io mai dotto, ma costringe il traduttore a muo- un tal filtro bevvi, / eppure l’amo / più versi in uno spazio determinato dalle di lui, e così è giusto che sia. / Tu che opposte finalità di costruire una via di sei bella / senza falsità, / fa’ ch’io sia accesso all’originale e, al contempo, di tuo / e tu sia mia.» Gli stessi versi ven- creare testi che proiettino nella lingua di gono così tradotti da Massimiliano arrivo la complessità, l’alterità e la bel- Bampi: «Tristano doveva suo malgrado lezza dei componimenti medievali. / restar fedele alla regina, / giacché a 50

ciò lo costringeva la pozione / più che L’incertezza biografica è un tratto tra- la forza dell’amore. / Perciò la bella mi sversale ai diversi periodi in cui si è so- deve / rendere grazie, giacché un tal liti suddividere il Minnesang: dal pe- filtro / non ho mai preso e tuttavia io riodo danubiano a quello post-classico, l’amo / più di lui, e così sia. / Tu che sei dal Kürenberger a Tannhäuser, sono as- bella / e non conosci falsità, / lascia che sai rari i casi di poeti di cui conosciamo io sia tuo / e che tu sia mia». con certezza la vita. Proprio il caso di Stabilire quale delle due traduzioni Tannhäuser, celebre ed enigmatico rap- sia migliore è, in tutta evidenza, que- presentante dell’ultima fase del canto stione di gusto, e un’analisi puntuale d’amore cortese tedesco, è particolar- dei testi italiani metterebbe indubbia- mente interessante: se è vero che della mente in luce quali significati e quali figura storica non sappiamo sostanzial- elementi di musicalità presenti nell’ori- mente nulla di certo, a partire dal Me- ginale siano stati posti in rilievo, e quali dioevo il ‘personaggio Tannhäuser’ è in ombra, nel lavoro dei due traduttori. stato al centro di un processo di trasfi- Proprio un confronto tra le due versioni, gurazione che ha poi dato vita ad una tuttavia, mi sembra che faccia risaltare lunga catena di rielaborazioni e inter- le possibilità di interpretazione del testo pretazioni, la più celebre delle quali è tedesco, ne sottolinei le difficoltà, le senza dubbio quella wagneriana. ambiguità e la ricchezza di significati. Il volume che Maria Grazia Camma- E, contemporaneamente, che tale rota dedica al corpus lirico di Tannhäu- confronto rappresenti per il lettore non ser conservato nel prezioso Große Hei- (ancora) specialista una sfida e uno delberger Liederhandschrift – noto an- stimolo a misurarsi con un linguaggio che come Codice Manesse, dal nome poetico e con una cultura resi lontani e della famiglia zurighese che ne com- altri più dai secoli trascorsi che non missionò la compilazione all’inizio del dalla distanza nello spazio. XIV secolo, oppure come manoscritto C – presenta dei meriti che vanno ben Fulvio Ferrari oltre l’edizione dei testi. Oltre a essere arricchita dalla traduzione in italiano, l’edizione, infatti, è preceduta da una Maria Grazia Cammarota, Tannhäu- corposa introduzione in cui vengono af- ser. Le liriche del Codice Manesse, Edi- frontate con rigore e chiarezza esposi- zione critica con trad. a fronte, introd. e tiva tutte le principali questioni riguar- note, Bergamo, Sestante Edizioni, 2006, danti la trasmissione delle liriche di pp. 306, ! 16 Tannhäuser e le modalità di interpreta- zione della sua opera nell’ambito dello Com’è noto, nell’ambito della ricca sviluppo del Minnesang. Nella sezione produzione letteraria del Medioevo te- introduttiva l’autrice prende in esame le desco il Minnesang rappresenta senza posizioni della critica relativamente alle dubbio uno dei fenomeni più rilevanti e questioni più controverse della figura di celebrati. Protagonisti della straordina- Tannhäuser, dalle ipotesi sulla sua ria fioritura di liriche dedicate al com- identità storica alla vexata quaestio plesso tema dell’amore cortese, lungo della ricostruibilità della vita del poeta un arco cronologico che va all’incirca attraverso lo specchio della sua produ- dalla metà del XII al XIV secolo, fu- zione lirica. A proposito di quest’ultimo rono poeti di varia provenienza sulla cui aspetto, come osserva opportunamente identità spesso sappiamo assai poco. Cammarota, «[l]’equivoco di fondo che 51

conduce a percorsi inferenziali più o schrift è indizio significativo che induce meno fantasiosi è l’identificazione di a ritenere «che i compilatori del Codice autore reale e autore implicito, due fi- Manesse attraverso la selezione da loro gure che invece vanno tenute rigorosa- operata hanno voluto affidare alla mente distinte» (p. 23). scrittura un determinato aspetto della L’approccio della studiosa ai pro- produzione lirica di Tannhäuser, esclu- blemi relativi alla lirica di Tannhäuser è dendo invece altri testi» (p. 16). ispirato a un rigore filologico che Un altro aspetto centrale cui Cam- prende le mosse dalla necessità di un marota dedica ampio spazio è la caratte- doveroso ritorno al testo inteso nella rizzazione della produzione lirica di sua concretezza storica, al di là di qual- Tannhäuser nell’ambito dello sviluppo siasi idealismo ricostruttivo. In buona della lirica d’amore cortese tedesca. Le sostanza, ciò che siamo in grado di dire riflessioni proposte dall’autrice si ba- a proposito di Tannhäuser e della sua sano sulla natura dialogica e complessa opera deve essere fondato nei testi che – in termini di eterogeneità tematica – ci sono giunti. Ne consegue un atteg- dei componimenti dell’enigmatico poe- giamento di opportuna prudenza che ta tedesco: in particolare, secondo Cam- consente di arginare o scartare ipotesi marota «si può dire che nell’opera di interpretative che prescindano dal testo Tannhäuser risuonino contemporanea- nella forma in cui esso ci è noto. In altre mente più ‘voci’, che esprimono con- parole, «le specifiche circostanze in cui trastanti visioni del mondo: il linguag- ci è pervenuta la produzione lirica a- gio, le tematiche e i modelli carat- scritta a Tannhäuser non ci permettono teristici del primo Minnesang vengono di porre come obiettivo di ricerca la ri- abilmente ripresi e mimati, per essere costruzione di tutto il suo repertorio inaspettatamente rimodulati o distorti» poetico nel modo in cui fu da lui conce- (p. 9). Movendo da questa osservazione pito» (p. 17). preliminare, nell’introduzione all’edi- Accanto ai Lieder e ai Leiche, tràditi zione (pp. 33-49) vengono messi in nel Codice Manesse, esistono altri testi, evidenza, attraverso esempi signifi- attribuiti a Tannhäuser, che Cammarota cativi, i meccanismi di ripresa, ridefini- prende in esame per fornire spunti di zione e rifunzionalizzazione dei con- riflessione sull’eterogeneità del corpus cetti e dei moduli tematici tradizionali del poeta e sulle modalità di trasmis- del Minnesang (in particolare, il Min- sione delle liriche di cui egli è ritenuto nedienst) nell’opera di Tannhäuser, de- autore. Particolarmente interessanti ri- dicando adeguato spazio alla discus- sultano, ad esempio, il Bußlied, testo di sione delle cosiddette Minneparodien, contenuto penitenziale conservato nel alla descrizione della nuova figura cosiddetto Jenaer Liederhandschrift femminile e della nuova concezione del (metà del XIV secolo), e la cosiddetta rapporto d’amore, presentato e cele- Hofzucht, testo di carattere didattico sul brato ora nella sua dimensione di rea- comportamento cortese, conservato in lizzazione concreta e fisica. Nel corpus due manoscritti, l’uno della fine del del manoscritto zurighese l’esaltazione XIV secolo, l’altro della metà del se- dell’amore realizzato va di pari passo colo successivo. Il fatto che tanto il con il rovesciamento parodico della Bußlied quanto la Hofzucht differiscano Minne, intesa tradizionalmente nella in maniera significativa dal quadro che sua dimensione astratta e idealizzata. si ricava dalla lettura del corpus poetico Proprio l’atteggiamento ironico e can- del Große Heidelberger Liederhand- zonatorio nei confronti dell’amor cor- 52

tese valse al poeta un giudizio di immo- esplicitati e commentati. La discussione ralità da parte degli studiosi dell’Ot- della strategia traduttiva adottata denota tocento e del primo Novecento, che un notevole grado di consapevolezza tendevano a interpretare i toni e i temi delle problematiche legate alla tradu- delle liriche di Tannhäuser come ri- zione del testo medievale in un contesto flesso della sua vita reale. contemporaneo. La scelta di Camma- Vengono inoltre presentati e discussi rota, che si inserisce dichiaratamente anche gli spunti di natura politica che nel solco di un dibattito traduttologico affiorano in alcuni componimenti vivace e aggiornato, mira a «eviden- (come, ad esempio, nei Leiche V e VI) ziare l’appartenenza delle canzoni di e viene opportunamente messa in evi- Tannhäuser a un cosmo linguistico e denza la marginalità del tema religioso culturale diverso dal nostro» (p. 79). In nel corpus lirico del Codice Manesse, a opposizione a un tipo di traduzione ad- sottolineare l’anticonvenzionalità e l’in- domesticante – per usare le parole di novatività come tratti caratterizzanti Lawrence Venuti – la traduttrice si av- della produzione lirica di questo poeta vale di una «lingua “contaminata”, che nella forma in cui essa ci viene presen- importa nella traduzione alcune tracce tata nel manoscritto zurighese. del testo di partenza e distrugge l’il- Un ulteriore spunto analitico di no- lusione di trasparenza normalmente tevole interesse riguarda l’interpreta- richiesta alla traduzione» (p. 80). In zione della leggenda di Tannhäuser, questo modo, il lettore riconosce nel te- alimentata in particolare da un ballata sto tradotto segnali della sua alterità giuntaci in quattro redazioni diverse, la rispetto al contesto in cui viene rece- più antica delle quali risale alla metà pito. La riflessione sulle implicazioni del XV secolo. In essa si narra del traduttive delle numerose ambiguità dei tentativo del cavaliere Tannhäuser di testi di Tannhäuser (pp. 81-85) permette ottenere il perdono papale in seguito poi di cogliere i limiti dello sforzo di alla decisione di abbandonare la vita mediazione interculturale, soggettiva- dissoluta che lo aveva portato a trascor- mente fondato, rappresentato dalla tra- rere un periodo nel regno della dea duzione. dell’amore. Secondo Cammarota, «la La resa in italiano dei testi, precisa e leggenda, come la miniatura, sembra puntuale, è del tutto coerente con le svolgere la funzione di contrastare il premesse illustrate nell’introduzione: la potenziale negativo delle canzoni “im- decisione di mettere in evidenza i tratti morali” di Tannhäuser. Il poeta diventa di alterità del testo di partenza nella tra- così un esempio a cui i predicatori pos- duzione non compromette in alcun sono far ricorso per sottolineare che modo la leggibilità del testo tradotto. l’abbandono al piacere dei sensi è un I sedici componimenti – tra Leiche e peccato che richiede pentimento, con- Lieder – che costituiscono il corpus li- fessione ed espiazione; e che potrebbe rico di Tannhäuser nel manoscritto C comunque portare alla dannazione sono ampiamenti commentati, sia sul eterna» (p. 69). piano formale sia su quello dei conte- L’introduzione è seguita dalla parte nuti, attraverso il ricorso a un apparato principale del volume: l’edizione critica di note posto al termine di ciascun delle liriche del Codice Manesse, corre- componimento. Attraverso tale apparato data di traduzione e commento. I criteri il lettore viene puntualmente informato che hanno guidato la curatrice nelle su vari aspetti dell’operazione ecdotica. scelte editoriali e traduttive sono ben Più specificamente, adeguato spazio 53

viene assegnato al commento lingui- sorsa per l’innovazione scientifica, stico di determinate forme di ciascun strumento di cui la scienza si serve per testo, sia per giustificarne l’emen- formulare e comprovare ipotesi cono- dazione o la conservazione rispetto alle scitive e denominare nuove scoperte, è precedenti edizioni – in particolare oggetto generale della collana che dà rispetto a quella di Siebert (1934) – sia voce alla corrente linguistica di ispira- per illustrare le scelte traduttive. zione funzionale e pragmatica dedicata Vengono inoltre messi in evidenza i alla comunicazione scientifica, la quale legami intertestuali con altre opere della può essere considerata un punto di ap- produzione letteraria tedesca coeva, con prodo degli studi sulle lingue speciali. l’intento di svelare le strategie di rin- La riflessione sulla comunicazione novamento dei moduli classici della scientifica intende indagare, in partico- poesia d’amore cortese adottate dal lare, ciò che Konrad Ehlich (1995) de- poeta. finisce la alltägliche Wissenschafts- In conclusione, quindi, il risultato sprache, equivalente, secondo Thiel- del lavoro di Maria Grazia Cammarota mann, a quelle formulazioni linguisti- è uno strumento di indubbia utilità e di che «in denen Konzeptionen des wis- pregevole valore, sia nell’ambito della senschaftlichen Erkenntnisprozesses ricerca filologica sullo sviluppo del selbst abgebunden sind, z.B ‘einen Minnesang, sia a livello didattico. Grundsatz ableiten’, ‘eine Erkenntnis setzt sich durch’» (p. 27). Analizzata a Massimiliano Bampi contrasto e nelle sue realizzazioni cultu- ralmente connotate, la metalingua della prassi scientifica istituzionale si pone al Winfried Thielmann, Deutsche und centro dell’interesse scientifico della englische Wissenschaftssprache im cosiddetta «Komparatistik der Wissen- Vergleich. Hinführen – Verknüpfen – schaftssprachen» (ancora una defini- Benennen, Heidelberg, Synchron Wis- zione di Ehlich, 1993). È in tale conte- senschaftsverlag der Autoren (Wissen- sto programmatico che si colloca l’ope- schaftskommunikation n. 3), 2009, pp. ra di Thielmann, con il suo intento di 352, ! 39,80 identificare le differenze cognitive me- diate dal tedesco e dall’inglese della Come suggerisce il titolo dell’opera, scienza. alludendo a un’unità di referente (la Sulla scorta di un confronto empirico Wissenschaftssprache) implicitamente tra le due lingue, svolto su un corpus confutata dalla doppia attribuzione parallelo di 11 + 11 articoli di diversa (deutsche und englische) e dall’esten- provenienza disciplinare, l’autore ne sione in funzione rematica (im esplora la modalità di trasmissione delle Vergleich) del nome, il terzo volume conoscenze scientifiche, contribuendo a della collana «Wissenschaftskommuni- chiarire il rapporto tra nuove conquiste kation», di recente istituita da Konrad del sapere e fenomeno linguistico. Nella Ehlich, Christian Fandrych, Clemens parte iniziale, l’opera lumeggia il conte- Knobloch e Angelica Redder, propone sto politico-culturale della problema- il confronto tra due lati della stessa me- tica, nel riferimento alle origini del plu- daglia: la lingua della scienza quale rilinguismo delle scienze europee modalità comunicativa universale, che all’epoca di Galilei, momento in cui il si attualizza con specificità diverse da metodo di indagine delle scienza mo- cultura a cultura. La lingua come ri- derna sostituisce la procedura conosci- 54

tiva della scolastica e in cui il latino, Un excursus sull’origine dell’articolo fino ad allora lingua internazionale scientifico come genere testuale costi- delle scienze, non sembra più adeguato tuisce, in detto capitolo, premessa all’a- a descrivere i nuovi percorsi e a rappre- nalisi empirica della sezione intro- sentare le nuove conquiste. Nella nostra duttiva di due articoli di medicina, uno epoca, al contrario, si rileva il recedere per ogni lingua considerata. L’analisi del plurilinguismo di fronte al tenden- strutturale, i cui risultati sono compro- ziale utilizzo, in ambito scientifico, vati sugli altri testi del corpus, porta a dell’inglese come lingua franca, ciò che formulare la seguente ipotesi: introdurre spesso equivale alla realizzazione di il lettore al tema e all’assimilazione di una variante semplificata della lingua in nuove conoscenze è prassi operativa uso presso la comunità madrelingua. comune alle due culture. Diversa ap- Tale uso a livello internazionale non pare, peraltro, la modalità di orienta- appare scevro da rischi, comportando mento, ossia meno evidente nei testi te- limiti all’espressione esatta delle opera- deschi, più lineare in quelli inglesi. Il zioni argomentative e cognitive, con terzo capitolo analizza la dimensione conseguenze negative per il progresso sintattica (= Verknüpfen), trattando, scientifico. Il plurilinguismo ha costi- nello specifico, dei connettori di causa- tuito per secoli, in Europa, la risorsa ot- lità, segni considerati di per sé funzio- timale per l’innovazione scientifica, la nali all’elaborazione e alla trasmissione quale – questa la tesi da dimostrare del sapere. All’interno di tale classe si nell’opera – non è indipendente dalla identificano, ai fini dell’analisi contra- lingua mediante cui si realizza la tra- stiva, due congiunzioni equivalenti per smissione dei nuovi dati conoscitivi. La diffusione, significato e comportamento lingua della scienza, come documen- sintattico: weil e because. L’analisi tano i risultati dell’indagine empirica, porta alla constatazione di un’identità non è mezzo indifferente alla trasmis- funzionale solo parziale: l’uso di weil si sione di nuove conoscenze, bensì vero e realizza in punti centrali dell’argomen- proprio veicolo di conoscenza. Della tazione, nei quali l’autore facilita la potenzialità funzionale del mezzo lin- comprensione del lettore, svelando l’an- guistico è necessario dunque siano con- tefatto dell’operazione concettuale. Più sapevoli sia gli autori sia i fruitori dei versatile si mostra l’uso sintattico e testi scientifici. Completano il primo logico della congiunzione inglese, che capitolo un panorama introduttivo allo può introdurre argomenti compatibili, stato dell’arte e la descrizione del me- ma allo stesso tempo estranei alla linea todo e del corpus d’indagine. argomentativa del testo. Il quarto I tre capitoli centrali (2-4) del vo- capitolo è dedicato all’analisi della fun- lume illustrano nel dettaglio le strategie zionalità della terminologia scientifica, di trasmissione del sapere scientifico e la cui provenienza si spiega con l’esi- le loro peculiarità culturali, facendo genza, da parte delle scienze, di dare un perno sulle tre dimensioni di analisi cui nome (= Benennen) alle proprie sco- allude il sottotitolo (Hinführen – Ver- perte. Non essendo un sistema lingui- knüpfen – Benennen). In particolare, il stico autonomo, per descrivere nuove secondo capitolo analizza il livello te- esperienze ed elaborare nuovi concetti, sto, occupandosi dell’introduzione, se- la lingua della scienza deve utilizzare le zione deputata, per tipologia testuale, a risorse generali del sistema. Come cam- fornire al lettore una guida ai contenuti pione per l’analisi contrastiva, Thiel- concettuali dell’articolo (= Hinführen). mann seleziona parole utili a esprimere 55

simbolicità, in accezione bühleriana. Nel suo interesse per la questione me- L’inventario reso delle procedure sim- todologica, Thielmann tenta di andare boliche delle due lingue mostra come la oltre i limiti delle analisi dedicate alle loro diversa tipologia (il tedesco è differenze culturali nell’organizzazione lingua in parte sintetica e in parte dei testi accademici facenti seguito ai analitica, mentre l’inglese è sostan- lavori pionieristici di Michael Clyne, zialmente isolante) produca il prevalere nelle quali rileva tendenzialmente una di diverse strategie di formazione di serie di carenze: la funzionalità delle parola e di diverse occorrenze di risorse linguistiche tipiche (per es. il relazioni sintagmatiche complesse: il passivo) non viene ricostruita empiri- tedesco sembra usare più sostantivi di camente, bensì data a priori e sempli- derivazione verbale e sintagmi che cemente constatata nella sua frequenza rendono manifesti i processi di sviluppo di occorrenza; l’approccio contrastivo si del nuovo sapere; viceversa, nell’ingle- limita ad accostare fenomeni e consta- se vi è uso diffuso di sintagmi nominali tare deficit in uno dei sistemi posti a in senso traslato. Tale diversità struttu- confronto; la razionalizzazione dei dati rale si riflette nella diversa attribuzione quantitativi avviene essenzialmente ex assegnata al tedesco e all’inglese scien- post, mentre è assente il tentativo di ri- tifico, che Thielmann definisce, rispet- costruire i processi di formazione del tivamente, lingua a struttura «ermeneu- fenomeno linguistico. Necessario è in- tica» ed «ermetica». vece, secondo Thielmann, esaminare Nel quinto e ultimo capitolo del vo- non solo la quantità, ma anche la qualità lume si riassumono i principali risultati espressiva e la motivazione funzionale dei tre livelli di indagine e si tirano le degli usi linguistici, nonché il poten- somme sul piano teorico-metodologico ziale comunicativo dei testi, quale si e culturale-applicativo. realizza alla lettura. L’opera di Thielmann ha un grado di Prestando grande attenzione alla co- complessità teorica che non la rende di struzione del termine di paragone e dei facile lettura e potrebbe deludere chi si criteri di confronto, che il lettore è aspettasse un elenco piano e basale messo in grado di ripercorrere analiti- delle strutture salienti della scrittura camente, il libro sembra tentare una scientifica – le quali vengono peraltro sintesi metodologica tra principi opera- riassunte nel primo capitolo, facendo tivi oppositivi (analisi/sintesi; fram- riferimento a studi precedenti (es. mento/sistema; empiria/logica formale; Fluck, Ickler, Weinrich): alta occor- diacronia/sincronia). Il risultato è im- renza di nomi derivati e composti, alta ponente. La sistematicità del procedi- frequenza di costrutti con verbo sup- mento è palese specialmente nella serie porto (Funktionsverbgefüge), uso fre- centrale dei capitoli (2-4), ognuno dei quente di forme passive del verbo e at- quali segue analogo disegno strutturale: tribuzioni complesse, ecc. L’opera, è a) un excursus dedicato alle origini dei evidente, né può né intende essere una fenomeni linguistici considerati. L’esi- descrizione superficialmente esaustiva genza di capire il contesto di origine, della lingua della scienza. In quanto il- motivata dalla considerazione della lustrazione teorica e applicata di un lingua come fenomeno sociale, produce metodo, essa presenta un’indagine com- spaccati di storia delle idee (via via plessa e paradigmatica di alcuni aspetti dedicati al metodo scientifico, alla prototipici, il che giustifica pienamente riflessione sulla lingua della scienza, l’apparente minimalismo dei risultati. all’articolo scientifico come genere te- 56

stuale, all’etimologia e allo sviluppo dotto risultati concreti soprattutto in dell’uso di weil e because), i quali con- ambito di lessicografia, anche bilingue tribuiscono a fondare i parametri meto- e plurilingue: utilissimi dizionari desti- dologici; b) la definizione del tertium nati naturalmente a gruppi sociolingui- comparationis per l’analisi contrastiva, stici ben determinati. Da tali studi con- sulla scorta di una descrizione minu- trastivi e interculturali ci si possono at- ziosa del modus operandi; c) la dimo- tendere manuali per la didattica univer- strazione di un’ipotesi di fondo riguar- sitaria della scrittura argomentativa in dante la presenza di diverse strategie tedesco L2, e saranno sicuramente pro- funzionali nelle due lingue considerate; ponibili ulteriori scopi e applicazioni. d) la generalizzazione dei risultati me- Di grande interesse generale è la legit- diata dall’analisi dell’intero corpus; e) tima messa in discussione del concetto la discussione dei risultati, alla luce di lingua franca, che in Thielmann si delle conseguenze applicative per la accompagna alla giusta e condivisibile scrittura scientifica e per la traduzione. difesa del plurilinguismo, anche e so- Il metodo integrativo presentato costi- prattutto in ambito scientifico e acca- tuisce terreno fertile per il dibattito, an- demico. che e soprattutto in quanto proposta applicabile a testi di altra tipologia, Marina Foschi Albert dunque interessante per ogni analisi contrastiva che intenda individuare il SEGNALAZIONI fattore di specificità culturale nei testi. Alla proposta metodologica si ac- SAGGI compagna, nel lavoro di Thielmann, un Elena Agazzi, Berlino. Piccolo ma- riconoscimento di obiettivi solo in parte nuale di viabilità letteraria, Milano, confacenti alla ricerca italiana. Il con- Unicopli, 2009, pp. 144, ! 12 fronto tedesco-inglese fonda la sua ori- ginalità e il suo modus operandi in una Massimiliano Bampi, L’amor cor- prospettiva di ricerca contrastiva la cui tese nel Medioevo tedesco. Introduzione applicazione è finalizzata, oltre che alla al Minnesang, Venezia, Libreria Edi- traduzione, alla didattica della scrittura trice Cafoscarina, 2009, pp. 182, ! 12 scientifica in inglese. Per la coppia di lingue tedesco-italiano il secondo Gianluca Battistel, Filippo Del Luc- obiettivo è di scarsa rilevanza, poiché chese, Vittorio Morfino (a cura di), né il tedesco né l’italiano sono lingue in L’abisso dell’unica sostanza. L’imma- questo senso internazionali. Cionondi- gine di Spinoza nella prima metà dell’Ottocento tedesco, Macerata, meno, la lettura del libro è di grande Quodlibet, 2009, pp. 276, ! 22 interesse anche per i germanisti ope- ranti in Italia, potendo spronare alla ri- Beate Baumann, Sabine Hoffmann, flessione non solo sul metodo, ma an- Martina Nied Curcio (a cura di), Qua- che sugli scopi delle indagini linguisti- litative Forschung in Deutsch als che, nel momento in cui esse si rivelano Fremdsprache, Frankfurt am Main et in grado o, per meglio dire, necessitano al., Lang, 2009, pp. 140, ! 27,50 di assumere connotazioni specifiche in base alle diverse esigenze applicative Francesco Borgia, Appartenenza e della nazione e della cultura linguistica alterità. Il concetto di storicità nella in cui si realizzano. Ad esempio gli filosofia di Martin Heidegger, Milano, studi sulle lingue speciali hanno pro- Mimesis, 2009, pp. 120, ! 12 57

Giuliano Campioni, Nietzsche. La 1930). Gustav Meyrink e dintorni, Pa- morale dell´eroe, Pisa, Ets, 2009, pp. lermo, Sellerio, 2009, pp. 153, ! 16 158, ! 16 Giacomo Danese, Theodor Wiesen- Giulia Cantarutti, Paola Maria Fi- grund Adorno. Il compositore dialet- lippi, La lingua salvata. Scritture te- tico, Soveria Mannelli, Rubbettino, desche dell’esilio e della migrazione, 2008, pp. 360, ! 22 Rovereto, Edizioniosiride, 2008, pp. 155, s.i.p. Enrico De Angelis (a cura di), La giovane germanistica italiana. Secondo Silvia Capodivacca, Danzare in ca- convegno (Pisa 17-18 settembre 2007), tene. Saggio su Nietzsche, Milano, Mi- Pisa, Jacques e i suoi quaderni, 48, mesis, 2009, pp. 226, ! 14 2007, pp. 279, s.i.p.

Francesco Cattaneo, Luogotenente Paola Del Zoppo, Faust in Italia. Ri- del nulla. Heidegger, Nietzsche e la cezione, adattamento, traduzione del questione della singolarità, Bologna, capolavoro di Goethe, Roma, Arte- Pendragon, 2009, pp. 268, ! 20 mide, 2009, pp. 320, ! 30

Claudio Cesa, Individuazione e li- Adriano Fabris, Antonio Cimino, bertà nel “Sistema dell´idealismo tra- Heidegger, Roma, Carocci, 2009, pp. scendentale” di Schelling, Pisa, Ets, 180, ! 14,50 2009, pp. 144, ! 10 Valentina Ferreri, La rivoluzione nel Anna Chiarloni (a cura di), Oltre il teatro di Ernst Toller, Frankfurt am Muro. Berlino e i linguaggi della riuni- Main et al., Lang, 2009, pp. 390, ! ficazione, Milano, Franco Angeli, 2009, 64,80 pp. 208, ! 22 Filippo Focardi, Criminali di guerra Anna Chiarloni (a cura di), La poe- in libertà. Un accordo segreto tra Italia sia tedesca del Novecento, Roma-Bari, e Germania Federale 1949-55, Roma, Laterza, 2009, pp. 194, ! 18 Carocci, 2008, pp. 170, ! 18,20

Gaetano Chiurazzi, Modalità ed esi- Carlo Galli, Lo sguardo di Giano. stenza. Dalla critica della ragion pura Saggi su Carl Schmitt, Bologna, Il Mu- alla critica della ragione ermeneutica. lino, 2008, pp. 177, ! 16,50 Kant, Husserl, Heidegger, Roma, Aracne, 2009, pp. 352, ! 20 Carlo Gentili, Friedrich Wilhelm von Herrmann, Aldo Venturelli (a cura di), Michele Cometa (a cura di), L´età Martin Heidegger trent’anni dopo, Ge- classico-romantica. La cultura lettera- nova, Il Nuovo Melangolo, 2009, pp. ria in Germania tra Settecento e Otto- 316, ! 30 cento, Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 160, ! 18 Tiziana Gislimberti, Mappe della memoria. L’ultima generazione te- Domenico Conte, Albe e tramonti desco-orientale si racconta, pref. di En- d’Europa. Ernst Jünger e Oswald rico De Angelis, Milano-Udine, Mime- Spengler, Roma, Edizioni di Storia e sis, 2009, pp. 208, ! 18 Letteratura, 2009, pp. 195, ! 30 Cristina Guarnieri, Il linguaggio allo Margherita Cottone, La letteratura specchio. Walter Benjamin e il primo fantastica in Austria e Germania (1900- 58

Romanticismo tedesco, Milano, Mime- Hermann Mildenberger (a cura di), sis, 2009, pp. 200, ! 13 Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori delle rac- Pierre Hadot, Ricordati di vivere. colte di Weimar, trad. di Paolo Scotini, Goethe e la tradizione degli esercizi Milano, Officina Libraria, 2009, pp. spirituali, trad. di Anna Chiara Peduzzi, 136, ! 18 Milano, Raffaello Cortina, 2009, pp. 192, ! 19,50 Sabrina Mori Carmignani, Soglia e metamorfosi. Orfeo ed Euridice Alessandro Izzi, Giovanni Spagno- nell’opera di Rainer Maria Rilke, letti (a cura di), Nuovo cinema tedesco. Roma, Artemide, 2008, pp. 217, ! 25 Da Herzog a Wenders, da Fassbinder a Kluge, analizzati, fotogrammi alla Sabrina Mori Carmignani (a cura di), mano, nei loro procedimenti tecnico- Immanuel Kant e Benjamin Constant. Il formali, Roma, Audino, 2009, pp. 136, diritto di mentire, Firenze, Passigli, ! 15 2008, pp. 69, ! 8,50

Peter Kofler (a cura di), Ekstatische Daniela Nelva, Identità e memoria. Kunst - Besonnenes Wort. Aby War- Lo spazio autobiografico nel periodo burg und die Denkräume der Ekphrasis, della riunificazione tedesca. Stefan Bozen, Sturzflüge, 2009, pp. 253, s.i.p. Heym, Günter de Bruyn, Heiner Müller, Günter Kunert, Milano, Mimesis, 2009, Christoph König, Strettoie. Peter pp. 197, ! 16 Szondi e la letteratura, trad. di Mas- simo Pizzingrilli, Macerata, Quodlibet, Roberta Picardi, Il concetto e la sto- 2009, pp. 112, ! 16 ria. La filosofia della storia di Fichte, Bologna, Il Mulino, 2009, pp. 403, ! 32 Reinhart Koselleck, Il vocabolario della modernità, trad. di Carlo San- Paola Rosà, Lipsia 1989. Non vio- drelli, Bologna, Il Mulino, 2009, pp. lenti contro il Muro, postfaz. di Gian 159, ! 15 Enrico Rusconi, Trento, Il Margine, 2009, pp. 265, ! 16 Tommaso La Rocca, L´albero della conoscenza del bene e del male. L´etica Gian Enrico Rusconi, Berlino. La di Kant, Roma, Aracne, 2009, pp. 332, reinvenzione della Germania, Roma- ! 24 Bari, Laterza, 2009, pp. 126, ! 8

Ulrich Mählert, La DDR. Una storia Carlo Salzani, Constellations of breve, a cura di Andrea Gilardoni e Ka- Reading. Walter Benjamin in Figures of rin Birge Gilardoni-Büch, trad. di An- Actuality, Oxford et al., Lang, 2009, pp. drea Gilardoni, Milano-Udine, Mime- 387, ! 64,20 sis, 2009, pp. 191, ! 16 Teodoro Scamardì (a cura di), Il Elisabetta Mazzetti, Thomas Mann teatro tedesco del Novecento, Roma- und die Italiener, Frankfurt am Main et Bari, Laterza, 2009, pp. 164, ! 18 al., Lang, 2009, pp. 367, ! 56,80 Gustav Seibt, Il poeta e Augusto Mazzoni, Il dono delle l’imperatore. La volta che Goethe in- Muse. Heidegger e la musica, Genova, contrò Napoleone, trad. di Monica Lu- Il Nuovo Melangolo, 2009, pp. 128, ! machi e Paolo Scotini, Roma, Donzelli, 15 2009, pp. 262, ! 16

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Anna Maria Sigmund, Dittatore, SALETTA, Der “legitimierte Wahn- demone e demagogo. Domande e rispo- sinn” in Elfriede Czurdas Kriminalro- ste su Adolf Hitler, trad. di Valeria man “Die Giftmörderinnen” (1991); Montagna, Milano, Corbaccio, 2008, DAGMAR WINKLER, Elfriede Gerstl. pp. 246, ! 18,60 Alla ricerca di parole che “sventolano” profondamente “nel vento” Paolo Simoncelli, Cantimori e il li- bro mai edito. Il Movimento nazional- daf/Werkstatt socialista dal 1919 al 1933, Firenze, Le 11/12, Dezember 2008 Lettere, 2008, pp. 151, ! 18 ANDREA GESELLE, Vorwort; Rita Svandrlik, Elfriede Jelinek. Una SUSANNE SOFIE FETZER, Von prosa altra, un altro teatro, Firenze, Fi- Kontrasten zur bewussten Performanz. renze University Press, 2008, pp. 173, Überlegungen und Vorschläge zur s.i.p. Unterrichtsgestaltung in den Kursen Mediazione linguistica scritta italiano- Eva Maria Thüne, Simona Leonardi tedesco im Bachelor-Studiengang; (a cura di), I colori sotto la mia lingua. MARIA BÖHMER, Anmerkungen zur Scritture transculturali in tedesco, Praxis der Übersetzungsdidaktik im Roma, Aracne, 2009, pp. 216, ! 17 Studiengang Lingua e comunicazione interculturale; BARBARA HANS- Harald Weinrich, Piccole storie sul BIANCHI, Ein kleiner Wegweiser in bene e sul male, trad. e cura di Franca die Welt der Übersetzung. Überlegun- Ortu, Bologna, Il Mulino, 2009, pp. gen und Übungssätze zu einer didakti- 128, ! 11,50 schen Hinführung; ANNA MARIA CURCI, “Gut begonnen…” – Wege zur Aldo Venturelli, L´età del Moderno. Sprachmittlung für junge Erwachsene; La letteratura tedesca del primo Nove- ANDREA GESELLE, Kontrastive cento (1900-1933), Roma, Carocci, Grammatik und mentale Bilder: orien- 2009, pp. 288, ! 25 tierungshilfen bei der Annäherung an die schriftliche Sprachmittlung Italie- nisch-Deutsch; SUSANNE LIPPERT, RIVISTE Übersetzen in die Fremdsprache im Deutschunterricht an italienischen Uni- Studia austriaca XVII versitäten; ANDREA META BIRK, Sprachmittlung als Kulturmittlung. WOLFGANG NEHRING, Peter Kulturspezifika als Möglichkeiten inter- Altenbergs Selbstinszenierung; MA- kultureller Sensibilisierungsprozesse im RINA RAUCHENBACHER, Vom Rahmen des Übersetzungsunterrichts; “verstohlenen und beunruhigten Blick”. HELLMUT RIEDIGER, Suchen und Zu Bildlichkeit und Bildender Kunst in Suchenlernen: das Internet als Nach- Leo Perutz’ Texten “St. Petri-Schnee” schlagewerk in der Übersetzungspraxis; und “Der Judas des Leonardo”; FAU- SANDRO MORALDO, Anspruch und STO CERCIGNANI, Rileggendo la Wirklichkeit bei der Übersetzung von prima silloge trakliana; BETTINA DDR-Spezifika. Thomas Brussigs Am RABELHOFER, “Die Liebe ist ein kürzeren Ende der Sonnenallee oder Monstrum” – Die Groteske Poetik in Plädoyer für eine Kulturspezifika-On- Franzobels Stück “Wir wollen den line-Datenbank; ROBERTO MENIN, Messias jetzt oder Die beschleunigte Appunti sul lettore di traduzioni. Teo- Familie”; SIMONETTA CARUSI, Il rie, contesto traduttivo e mediazione mito Americano nell’Austria del ’68: interculturale; MONIKA LUSTIG, gli esordi di Peter Handke; ESTER 60

Und immer schön lächeln. Aus dem zu- Friedrich Christian Delius, Ritratto gigen Bergwerk des Übersetzergewer- della madre da giovane, trad. di Gian- bes; MAGDA OLIVETTI, Una grande lupo Osti, Milano, Archinto, 2009, pp. esperienza, una nuova proposta; SER- 157, ! 14 GIO PATOU-PATUCCHI, Il reale e il possibile; LUCIA COCCI, Un approc- Irene Dische, Le lettere del sabato, cio sociolinguistico al fenomeno Den- trad. di Roberto Serrai, Milano, Feltri- glisch; Berichte von ANDREA BIRK, nelli, 2008, pp. 93, ! 5,50 HENRIETTE KLOSE; Rezensionen. Sebastian Fitzek, Il ladro di anime, TRADUZIONI trad. di Monica Pesetti, Roma, Elliot, 2009, pp. 300, ! 17,50 Jakob Arjouni, Happy birthday, turco!, trad. di Gina Maneri, Milano, Barbara Frischmuth, La scrittura Marcos y Marcos, 2009, pp. 221, ! 10 dell’amico, trad. di Stephanie Kunze- mann e Silvia Morante, Roma, Voland, Ingeborg Bachmann – Hans Werner 2009, pp. 352, ! 14 Henze, Lettere da un’amicizia, trad. di Francesco Maione, Torino, EDT, 2008, Katharina Hagena, Il sapore dei semi pp. 312, ! 29 di mela, trad. di Emanuela Cervini, Milano, Garzanti, 2009, pp. 205, ! Ingeborg Bachmann, Lettere a Feli- 17,60 cian, trad. di Antonella Moscati, Roma, Nottetempo, 2008, pp. 52, ! 6 Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Filosofia della natura. Lezioni del Ingeborg Bachmann, Verrà un 1821-22, a cura di Marcello Del Vec- giorno. Conversazioni romane, trad. di chio, Milano, Franco Angeli, 2008, pp. Francesco Maione, Genova-Milano, 234, ! 21 Marietti, 2009, pp. 118, ! 18 Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Volker Braun, La sponda occiden- L´Arte nell´Enciclopedia, a cura di Al- tale, a cura di Anna Chiarloni e Giorgio berto L. Siani, Pisa, Ets, 2009, pp. 96, ! Luzzi, Roma, Donzelli, 2009, pp. 192, ! 10 14 Martin Heidegger, Karl Jaspers, Clemens Brentano, Fiaba del Reno, Lettere 1920-1963, a cura di Walter a cura di Camilla Miglio e Laura Bocci, Biemel e Hans Saner, trad. di Alessan- trad. di Laura Bocci, Camilla Miglio e dra Iodicicco, Milano, Raffaello Cor- Melani Traini, Roma, Donzelli, 2008, tina, 2009, pp. 308, ! 33 pp. 305, ! 30 Jana Hensel, Zonenkinder. I figli Friedrich Creuzer, Gottfried Her- della Germania scomparsa, trad. di mann, Lettere sulla mitologia, a cura di Maria Giovanna Zini, Milano, Mimesis, Sotera Fornaro, Pisa, Ets, 2009, pp. 2009, pp. 244, ! 16 288, ! 18 Paul Heyse, Pio Spezi (Carteggio), Friedrich Christian Delius, Il mio Un’amicizia intellettuale italo-tedesca anno da assassino, trad. di Giovanni tra Otto e Novecento, a cura di Italo Giri, Santa Maria Capua Vetere, Spar- Michele Battafarano e Claudio Costa, taco, 2008, pp. 294, ! 16,50 Roma, Quaderni della Biblioteca cen- trale di Roma, 2009, pp. 409, s.i.p.

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Robert Hültner, Un’indagine senza Herta Müller, Il paese delle prugne importanza, trad. di Paola Del Zoppo, verdi, trad. di Alessandra Henke, Rove- Cosenza, Del Vecchio, 2008, pp. 192, ! reto, Keller, 2008, pp. 254, ! 14 15 Markus Orths, Sala professori, trad. Alfred Kolleritsch, Paralleli conso- di Roberta Gado Wiener, Roma, Vo- latori, trad. di Beatrice Donin, Firenze, land, 2008, pp. 120, ! 13 Passigli, 2009, pp. 165, ! 15 Annette Pehnt, Mobbing, trad. di Helmut Krausser, I demoni di Puc- Riccardo Cravero, Vicenza, Neri Pozza, cini, trad. di Giovanni Giri, Siena, Bar- 2009, pp. 154, ! 15 bera, 2008, pp. 287, ! 15,50 Martin Pollack, Assassino del padre. Mareike Krügel, Volevo sposare Il caso del fotografo Philipp Halsmann, Cary Grant, trad. di Roberta Gado trad. di Luca Vitali, Torino, Bollati Bo- Wiener, Padova, Meridiano Zero, 2008, ringhieri, 2009, pp. 244, ! 22 pp. 190, ! 13 Ferdinand Raimund, Il Re delle Alpi Hartmut Lange, Il viaggiatore, trad. e il misantropo, a cura di Gabriella Ro- di Monica Pesetti, Roma, Voland, 2009, vagnati, Riano (RM), Editoria & Spet- pp. 112, ! 12 tacolo, 2009, pp. 139, ! 10

Siegfried Lenz, Un minuto di silen- Gregor von Rezzori, Uno straniero zio, trad. di Francesco Porzio, Vicenza, nella terra di Lolita, trad. di Silvia Al- Neri Pozza, 2009, pp. 128, ! 14,50 besano, Milano, Guanda, 2009, pp. 87, ! 12 Charlotte Link, L’ultima traccia, trad. di Alessandra Petrelli, Milano, Charlotte Roche, Zone umide, trad. Corbaccio, 2009, pp. 492, ! 18,60 di Eleonora Servalli, Milano, Rizzoli, 2008, pp. 192, ! 15 Heinrich Mann, Il suddito, trad. di Clara Bovero, revisione di Fabrizio Ci- Joseph Roth, Al bistrot dopo mezza- coira, Torino, Utet, 2009, pp. 530, ! 18 notte, a cura di Katharina Ochse, trad. di Linda Russino, Fabrizio Rondolino, Selma Meerbaum-Eisinger, Non ho Flaminia Bussotti e Gabriella de’ avuto il tempo di finire. Poesie soprav- Grandi, Milano, Adelphi, 2009, pp. vissute alla Shoah, a cura di Adelmina 301, ! 19 Albini e Stefanie Golisch, Milano, Mi- mesis, 2009, pp. 150, ! 15 Gaston Salvatore, Drammi politici, trad. di Irene Fantappiè e Riccardo Anna Mitgutsch, La voce del de- Held, Milano, Scheiwiller, 2008, pp. serto, trad. di Paola Buscaglione Can- 413, ! 24 dela, Firenze, Giuntina, 2008, pp. 216, ! 15 Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling, Clara, ovvero Sulla connes- Anna Mitgutsch, La casa della no- sione della natura con il mondo degli stalgia, trad. di Paola Buscaglione Can- spiriti, a cura di Markus Ophalders, dela, Firenze, Giuntina, 2009, pp. 269, Rovereto, Zandonai, 2009, pp. 154, ! ! 16 14,50

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Arnold Schönberg, Stile e pensiero. Ludwig Tieck, Fiabe romantiche, a Scritti su musica e società, a cura di cura di Gianni Bertocchini, Milano, Anna Maria Morazzoni, Milano, Il Garzanti, 2009, pp. XXII-156, ! 9 Saggiatore, 2008, pp. 703, ! 35 Robert Walser, Il brigante, trad. di Ingo Schulze, Adam e Evelyn, trad. Margherita Belardetti, Milano, Adelphi, di Stefano Zangrando, Milano, Feltri- 2008, pp. 179, ! 17 nelli, 2009, pp. 283, ! 16,50 Ernst Weiss, Animali in catene, a Peter Stamm, Un giorno come que- cura di Raoul Melotto, Bologna, Clueb, sto, trad. di Francesco Porzio, Vicenza, 2008, pp. 255, ! 20 Neri Pozza, 2009, pp. 154, ! 15 Peter Weiss, Inferno, a cura di Ale# $teger, Berlino, trad. di Mi- Marco Castellari, Milano, Mimesis, chele Obit, Rovereto, Zandonai, 2009, 2008, pp. 325, ! 18 pp. 126, ! 15 Ludwig Wittgenstein, Lezioni di filo- Richard Strauss e Stefan Zweig, sofia 1930-1933. Annotate da George Vuole essere il mio Shakespeare? Let- E. Moore, a cura di Luigi Perissinotto, tere 1931-1936, a cura di Roberto Di Milano, Mimesis, 2009, pp. 136, ! 12 Vanni, Milano, Archinto, 2009, pp. 195, ! 18,50 Feridun Zaimoglu, German Amok, trad. di Margerita Belardetti e Elena Si- Ludwig Tieck, Il biondo Eckbert, a nisi, Milano, Isbn, 2008, pp. 243, ! 15 cura di Leonardo Tofi, Venezia, Marsi- lio, 2009, pp. 102, ! 10 Juli Zeh, Un semplice caso crudele, trad. di Roberta Gado Wiener, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2009, pp. 327, ! 18 63

Questo volume raccoglie un esempio significativo dei contributi che l’anarchia ha dato a una forma politico-letteraria, quella del cabaret, particolarmente rilevante in Germania nel primo scorcio del ventesimo secolo. Al di là della stretta appartenenza ideologica di ciascuno degli autori dei quali sono qui raccolti i testi, aleggia in essi uno spirito comune che li raggruppa nel territorio anarchico. Tale spirito fu particolarmente compatto e coinvolgente nel periodo che va tra la fine dell’Ottocento e la repubblica di Weimar e si rifletté in ogni settore della vita artistica di cui il cabaret rappresentò una sintesi colta e popolare insieme. Gli autori che si alternano sulla scena del cabaret e su quella della vita di bohème in quegli anni sono tra i più noti, come Erich Mühsam, Hugo Ball o Frank Wedekind, e i meno noti, come Peter Hille o Joachim Ringelnatz: tutti accomunati da una vena dissacrante e trasgressiva che traduce in espressione lette- raria una riflessione complessa e profonda sul ruolo dell’uomo nella società e nel mondo e sull’utopia di una diversa, più autentica forma di convivenza civile.

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Contributi di: Fabrizio Cambi, Wolfgang Emmerich, Daniela Nelva, Hannes Krauss, Eva Banchelli, Antonya Visser, Antonella Gargano, Stefano Beretta, Heinz-Peter Preu- ßer, Maurizio Pirro, Karen Leeder, Michele Sisto, Magda Martini, Elena Agazzi, Ger- hard Friedrich, Domenico Mugnolo, Mark M. Anderson, Alessandro Fambrini, Klaus Schuhmacher, Italo Michele Battafarano, Simone Costagli, Viviana Chilese, Eva-Maria Thüne, Matteo Galli, Anna Chiarloni, Brigitte Burmeister, Friedrich Christian Delius, Uljana Wolf. 65

Il 9 novembre 1989 la caduta del muro di Berlino innesca il processo di dissoluzione della DDR, che viene rapidamente cancellata dagli Atlanti e rubricata nei manuali di storia alla voce “dittatura”. La Deutsche Demokratische Republik era stata però anche una Repubblica delle lettere, il paese di elezione di molti scrittori scampati al nazismo, come Brecht, Anna Seghers, Heinrich Mann e Arnold Zweig. Nello “stato socialista in terra tedesca” gli scrittori erano chiamati a partecipare alla costruzione di una società nuova, senza precedenti, all’invenzione del futuro. Oggi conosciamo fatti che smasche- rano quell’invenzione come inganno, illusione: la censura e l’autocensura, la collabora- zione di alcuni scrittori con la Stasi, l’emigrazione di altri nella Germania federale. Ma invenzione del futuro ha significato anche altro: creazione di strutture, disegno di uto- pie, esplorazione della fantasia. Nella DDR si sono formati –tra consenso e dissenso – autori come Uwe Johnson e Christa Wolf, Heiner Müller e Volker Braun. Ancora oggi forme e contenuti di questa letteratura segnano l’opera di alcuni tra i più rilevanti autori della Germania riunificata, da Ingo Schulze a Uwe Tellkamp. 66

Osservatorio Critico della germanistica anno XII, n. 30 Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Filologici - Trento 2009

Direttore Responsabile: Pietro Taravacci

Redazione: Fabrizio Cambi, Alessandro Fambrini, Fulvio Ferrari

Comitato esterno: Luca Crescenzi, Guido Massino, Lucia Perrone Capano, Maurizio Pirro, Grazia Pulvirenti, Aldo Venturelli, Roberto Venuti

Progetto grafico: Roberto Martini

Impaginazione: Lia Coen

Editore: Università degli Studi di Trento, via Belenzani, 12 - 38122 Trento

Periodico semestrale (giugno, dicembre) Abbonamento annuale (due numeri): ! 13 Abbonamento estero: ! 18 Numero singolo e arretrati Italia: ! 7,50 Numero singolo e arretrati estero: ! 10

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Reg. Tribunale di Trento n° 1329 del 12.06.2007

ISSN 1127-6908

Indice

Daniela Nelva Francesco Fiorentino, Giovanni Sampaolo (a cura di), Atlante della letteratura tedesca 1 Rita Svandrlik Biancamaria Brumana, Riccardo Concetti, Uta Treder, Mozart nel mondo delle lettere 7 Fabrizio Cambi Marco Rispoli, Parole in guerra. Heinrich Heine e la polemica 9 Giovanni Tateo Peter Sprengel, Hermann und Hedwig Stehr im Briefwechsel mit Gerhart und Margarete Hauptmann 12 Davide Di Maio Denis Forasacco, Girolamo Savonarola in der deutschen Dichtung um 1900. Zwischen fiktivem Archetypus und Projektionsfigur der Krise 15 Giancarlo Lacchin Anna Maria Arrighetti, Mensch und Werk in kritischen Publikationen des George-Kreises. Zu Friedrich Gundolfs “Goethe” und zu Ernst Bertrams “Nietzsche. Versuch einer Mythologie” 22 Sandra Pietrini Maria Innocenza Runco, Visioni di un teatro da camera. Il teatro di Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss 26 Irene Fantappiè Maurizio Cau, Politica e diritto. Karl Kraus e la crisi della civiltà 29 Anna Fattori Stefano Beretta, Una sorta di racconto. La scrittura poetica e l’itinerario dell’esperienza in Robert Walser 33 Ester Saletta Arnulf Knafl, Wendelin Schmidt-Dengler† (a cura di), Unter Kanonverdacht. Beispielhaftes zur österreichischen Literatur im 20. Jahrhundert 37 Elena Agazzi Anna Chiarloni (a cura di), Oltre il Muro. Berlino e i linguaggi della riunifica- zione 39 Massimo Salgaro Bernhard Metz, Sabine Zubarik (a cura di), Am Rande bemerkt. Anmerkungs- praktiken in literarischen Texten 44 Fulvio Ferrari Massimiliano Bampi (a cura di), L’amor cortese nel medioevo tedesco. Intro- duzione al Minnesang 48 Massimiliano Bampi Maria Grazia Cammarota, Tannhäuser. Le liriche del Codice Manesse 50 Marina Foschi Albert, Winfried Thielmann, Deutsche und englische Wissenschaftssprache im Ver- 53 gleich. Hinführen – Verknüpfen – Benennen

SEGNALAZIONI 56

XII-30 ! 7,50