Osservatorio Critico Della Germani- Carno, Dadò, 2005; Storie Che Danno Da Stica», II, N

Osservatorio Critico Della Germani- Carno, Dadò, 2005; Storie Che Danno Da Stica», II, N

XII - 30 O SSERVATORIO C RITICO della germanistica Francesco Fiorentino e Giovanni cole patrie», «Gli Orienti», «Paesaggi Sampaolo (a cura di), Atlante della let- di parole», «Utopie, eterotopie», teratura tedesca, Macerata, Quodlibet, «Deutschland glob@l». Arricchiscono 2009, pp. 635, ! 42 il volume alcune carte geografico-cultu- rali e i numerosi richiami tra i contri- L’Atlante della letteratura tedesca, buti, che alludono a ulteriori intrecci di dedicato a Marino Freschi, si offre discorsi e funzionano da inviti al lettore come ricco, suggestivo viaggio lungo le a seguire itinerari propri. topografie geopolitiche e culturali del- La prima sezione apre alle zone at- l’‘Europa di lingua tedesca’, i cui traversate dal Reno e dal Danubio, epicentri – più o meno estesi, aperti o realtà sovranazionali di scambio. Ai chiusi quali fiumi, regioni, città, teatri – paesaggi dei due fiumi s’intreccia una costituiscono lo scenario delle vicende trama letteraria radicata da un lato in intellettuali che hanno plasmato l’ampio una differenziata mitologizzazione flu- contesto della letteratura tedesca con viale – è il caso del Reno – dall’altro tutto il suo immaginario poetico. La nel crogiolo di possibilità antropologi- scelta originale di fare dello spazio il che, etniche e culturali proprio del principio organizzatore del volume ha mondo asburgico e mitteleuropeo. L’u- per i curatori ragioni profonde: in nes- no cifra di un patriottismo contaminato sun’altra area come in questa esso ha nel tempo da toni nazionalistici, l’altro intrattenuto con la storia – in un arco di simbolo del congedo dal ‘mondo di tempo che va dalla Kleinstaaterei del- ieri’, testimone dell’‘altra’ Europa cela- l’Impero germanico alle tragedie del ta dietro la cortina di ferro, i due fiumi Novecento fino alla riunificazione della adombrano i drammi del secolo scorso Germania – un rapporto tanto pre- e costituiscono il trait d’union di alcuni gnante. L’ambito interessato è ben più discorsi affrontati nell’Atlante, inerenti ampio della superficie degli stati in cui i concetti di natura e civiltà, storia e il tedesco è oggi lingua ufficiale e identità, ‘centro’ e ‘periferia’. Già que- chiama in causa altri luoghi che, in di- ste prime letture invitano a percorsi versi momenti storici, hanno fatto parte alternativi all’ordine testuale. Per quan- di quel mondo o, per vie diverse, sono to concerne l’ambiente renano, esso entrati in contatto con esso. conduce il lettore alle Alpi («Paesaggi Ne deriva una mappa variegata, trac- di parole»), luogo del sublime di Kant e ciata da oltre settanta contributi orga- di Schiller, teatro del Bergkristall di nizzati in sezioni tematiche: «Due fiu- Stifter e dello Zauberberg di Thomas mi», «Le piccole capitali», «Le metro- Mann, e da qui al Rütli («Tre luoghi poli», «Tre luoghi della memoria na- della memoria nazionale»), il prato zionale», «Spazi di confine», «Miti del dove secondo la tradizione elvetica, Sud», «Teutonismi», «Mitteleuropa», corroborata dal Wilhelm Tell di Schiller, «Un villaggio», «Lacerazioni», «Le pic- 2 venne siglato il patto di nascita della dove la memoria di Neuengamme e dei Confederazione. cantieri navali convive col ricordo dei I contributi dedicati alle piccole ca- sabotaggi ad opera della resistenza ope- pitali ricostruiscono innanzitutto, ac- raia. Con i suoi quartieri alternativi e canto ai volti architettonici, i dibattiti multietnici Amburgo testimonia nel politico-culturali nati, perlopiù nelle presente la differenziata identità mo- sedi universitarie, tra il XVIII e il XIX se- derna e il disagio sociale, temi cari a colo e diffusi da una stampa molto at- Siegfried Lenz. Un discorso a parte tiva. È allora la volta di Tubinga col spetta a Lubecca e Heidelberg, spazi prestigioso Stift, dove studiano Hegel, letterari eletti a dimensione esistenziale. Schelling e Hölderlin, e di Gottinga, La prima è teatro dei Buddenbrooks di città di Lichtenberg, avamposto di un Thomas Mann, romanzo in cui l’atmo- pensiero improntato all’illuminismo e sfera della città si traduce in «habitus sensibile ai processi dell’emancipazione estetico-morale», mentre la seconda è femminile. Un legame particolare uni- luogo celebrato da Hölderlin, che nel- sce la Lipsia – «città del libro» – di l’ode a lei dedicata la eleva a «geo- Gottsched, fautore di un teatro didattico grafia spirituale». Anche il contributo che guarda alla Francia classicista, alla su Graz richiede una riflessione di Zurigo settecentesca di Bodmer, me- ordine diverso, inerente l’affermazione diatore culturale nonché sostenitore, in dell’avanguardia letteraria del “Forum polemica con il collega, di un illumi- Stadtpark” e della “Grazer Gruppe” co- nismo volto all’emozionale. Legate tra me reazione al provincialismo culturale loro sono anche Jena, fulcro dell’idea- della letteratura austriaca degli anni lismo tedesco e della Frühromantik, e Cinquanta. Dresda, la ‘città delle arti’ nella cui pi- I contributi su Parigi e Londra («Le nacoteca Wackenroder è abbagliato da metropoli») focalizzano aspetti politico- Raffaello. Parlare di Jena significa d’al- culturali differenti, così come essi sono tronde anche sconfinare in quel ‘luogo stati recepiti in ambito tedesco. La ca- della memoria nazionale’ che è la Wei- pitale francese è innanzitutto il «labo- mar di Goethe e di Schiller, culla ideale ratorio politico» sulla cui filigrana si della Bildung, a cui corrisponde sul misura la ‘miseria tedesca’, si valutano piano politico l’utopico progetto di una il fenomeno della rivoluzione e l’am- fusione fra spirito borghese e aristo- missibilità della violenza, si riflette crazia illuminata quale alternativa alla sulla dominazione napoleonica e sulla Rivoluzione francese. Restaurazione. Se già Parigi appare am- I percorsi della topografia letteraria bivalente paradigma della modernità, a obbligano a scarti temporali. Il volume maggior ragione lo è la metropoli in- introduce così alla Monaco nell’Otto- glese descritta nei resoconti di Lichten- Novecento dove l’antifilisteismo di berg, Moritz, Heine, nonché nell’opera Wedekind e la critica sociale del di Brecht. Centro dell’internazionale «Simplicissimus» si affiancano al cena- comunista, Londra diviene durante il colo di George, mentre nelle arti spicca nazionalsocialismo una delle mete degli l’avanguardia dello Jugendstil e del esuli tedeschi, uno per tutti Canetti. gruppo “Der blaue Reiter”, fondatore – Un ruolo particolare compete, nel- insieme a “Die Brücke” di Dresda – l’Atlante, alla Vienna del primo No- dell’espressionismo pittorico. È la do- vecento, somma interprete della crisi lente storia del secolo scorso a segnare, dei valori che investe l’Europa alla oltre a Dresda, la città di Amburgo, svolta del secolo e centro di sperimen- 3 tazione nelle arti e nelle scienze. È que- si vuole smarcato dai retaggi del na- sta eterogeneità che l’ha resa fulcro zismo e non provinciale. dell’immaginaria Kakania musiliana, Un percorso di lettura trasversale ha topos poetico del mondo imperial-regio per protagonista, nel volume, Berlino in destinato a scomparire, ora teatro del quattro momenti della sua storia. Capi- più bieco paternalismo (Kraus) ora spa- tale prussiana di Federico II (Berlino zio cangiante del multiculturale mitte- nel Sette-Ottocento), sede dell’illumini- leuropeo. Multiculturale è qui il termine smo di Lessing e Nicolai nonché dei appropriato, se si pensa a Trieste, città primi passi della travagliata emancipa- di aspri e fecondi confronti identitari, zione ebraica guidata da Moses frontiera politico-ideologica tra Est e Mendelssohn, Berlino si presenta all’i- Ovest. Alla ‘periferia’ della Kakania si nizio del XX secolo come rete del- situa la Praga di Kafka, dove mito e l’espressionismo, con i suoi molteplici leggenda medievale aprono all’ ‘aldilà’. punti d’incontro e il suo immaginario Qui l’elemento ebraico-tedesco si af- letterario e pittorico, che ne polarizza i faccia sul mondo dell’ebraismo orien- diversi aspetti. Ma Berlino è anche tale con la sua ortodossia religiosa rac- coagulo della storia del Novecento. La colta nello shtetl, la comunità rurale alla Berlino del Muro («Lacerazioni») resti- quale molti ebrei assimilati guarderanno tuisce i traumi originatisi da quella con l’interesse – è il caso, tra gli altri, di barriera attraverso le opere di Schnei- Kafka, Roth, Buber – di chi si interroga der, Johnson, Christa Wolf, Plenzdorf, sulla propria identità. A toccare il tema gettando uno sguardo anche sulla capi- del declino dell’Impero, inscritto nella talistica Berlino ovest, testimone di più ampia visione di un mondo colpito eventi cruciali come la rivolta studen- da un’inarrestabile decadenza, è il con- tesca e il terrorismo della Raf. Le que- tributo dedicato a Salisburgo, luogo stioni annunciate a conclusione del d’origine di Trakl, nei cui versi la topo- contributo – la riunificazione tedesca grafia cittadina assume connotazioni come cancellazione dell’identità orien- angosciose. Sulle tracce dello scom- tale e il conseguente senso di spaesa- parso Impero si pone d’altronde anche mento negli intellettuali della Rdt – la vicenda umana e letteraria di Anto- sono al centro della Berlino dopo il nio-Tonko Ljeto (1919-1994) – scrittore Muro in cui sul filo di Was bleibt della italo-croato di sentimenti austriaci, ori- Wolf si affronta il naufragio del pro- ginario del villaggio di Crno Selo – il getto socialista condensato nell’im- cui romanzo incompiuto Beeren con- magine di una «città senza nome». Con densa i destini disgregati dalla storia. Ein weites Feld di Günter Grass il Completa infine

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