Acronimi E Altre Forme Di Abbreviazione Nel DDR-Deutsch
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Il segno e le lettere Collana del Dipartimento di Studi Comparati e Comunicazione Interculturale dell’Università degli Studi G. d’Annunzio Saggi - 3 Barbara Delli Castelli Acronimi e altre forme di abbreviazione nel DDR-Deutsch Delli-Castelli-511-2-fronte.indd 1 17/07/12 13.35 Edizione a stampa 2012 ISBN 978-88-7916-511-2 Copyright © 2012 Via Cervignano 4 - 20137 Milano www.lededizioni.com - www.ledonline.it - E-mail: [email protected] I diritti di riproduzione, memorizzazione e archiviazione elettronica, pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche, i supporti digitali e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. 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Forme abbreviate e Kurz- wortbildung (p. 38) Riferimenti bibliografici 45 PARTE SECONDA 3. Premessa metodologica 53 3.1 Selezione delle voci e loro definizione (p. 53) – 3.2. Fonti e riferimenti bibliografici (p. 54) – 3.3. Struttura (p. 56) – 3.4. Elenco dei simboli e delle abbreviazioni (p. 58) 4. Corpus terminologico 61 5 PREMESSA Con la fine del Secondo Conflitto Mondiale (fine aprile – inizio mag- gio 1945) e la conseguente istituzione sul territorio tedesco di quattro zone di occupazione e di quattro settori a Berlino, iniziò per la Ger- mania un processo di divisione che, solo qualche anno più tardi, a- vrebbe condotto alla nascita di due Stati contrapposti per quanto concerne le scelte in ambito politico, economico e culturale. La netta separazione fra Ovest ed Est di quello che fino al 1945 era stato un unico Paese, portò con sé anche ripercussioni in campo linguistico. Soprattutto in seguito alla nascita della BRD (Bundesrepublik Deutschland) e della DDR (Deutsche Demokratische Republik), la tan- to temuta sprachliche Spaltung divenne oggetto di numerosi studi cri- tici apparsi dall’una e dall’altra parte del confine: materiali attestanti la diffusione di peculiarità stilistiche, neologismi, Neuprägungen, cal- chi e prestiti da altre lingue vennero sin da subito raccolti, documen- tati e analizzati da linguisti tedeschi (da ambo le parti) e non solo. In realtà, la naturale tendenza all’evoluzione linguistica si era manifesta- ta in modo uniforme a Est come a Ovest. Ciò che si era rivelato in- gannevole era piuttosto la propensione, da una parte e dall’altra, a considerare il proprio uso linguistico come metro di misurazione e valutazione oggettiva degli Spezifika linguistici dell’altro Paese, in quanto da nessuna delle due parti la lingua si era arrestata al punto di partenza comune del 1945. Solo fra gli anni Settanta e Ottanta del se- colo scorso una seria riflessione scientifica portò a riconoscere che nelle due Germanie si erano sviluppate piuttosto due distinte Kom- munikationsgemeinschaften, ciascuna legata al rispettivo contesto so- cio-politico, i cui condizionamenti si riflettono in parte ancora oggi sulla comunicazione fra tedeschi dell’Est e dell’Ovest. Superati, dunque, i timori che alla divisione politica potesse se- guire una scissione linguistica «so daß sich der Deutsche in Ost und 7 Premessa der Deutsche in West eines […] Tages kaum oder gar nicht mehr verstehen würden» (Kinne, Strube-Edelmann 1980, p. 6), la discus- sione si spostò sulla possibilità per la lingua in uso nella DDR di as- surgere al ruolo di variante standard della lingua tedesca al pari del BRD-Deutsch, dello svizzero tedesco e dell’austriaco. Oggi, a oltre vent’anni dalla riunificazione della Germania, si può sostenere, senza timore di smentita, che proprio la lingua aveva rappresentato il trait d’union fra i due Stati. Il systemrelevanter Wort- schatz della DDR è stato sin da subito destinato a soccombere, men- tre alcune altre differenze lessicali con il tedesco occidentale sono ri- maste nell’uso comune e compaiono nei dizionari come regionalismi. Tuttavia, a chi si accosti, per qualsivoglia ragione, ai testi pro- dotti nella DDR, non sfuggiranno le caratteristiche stilistiche e lessi- cali, frutto della particolare situazione politica, economica e culturale del Paese, nonché della manipolazione linguistica operata dalla SED: infatti, mentre le strutture morfo-sintattiche erano rimaste pressoché immutate, il lessico era stato esposto a un’evoluzione indipendente ri- spetto a quanto accadeva oltre confine con le conseguenti difficoltà di comprensione. Il problema comunicativo fra i tedeschi dell’Est e quelli dell’Ovest emergeva, dunque, laddove le parole «dell’Altro» erano sconosciute (neologismi nati dalla necessità di denominare nuove figure e istituzioni nei campi più disparati della vita pubblica e forestierismi in uso da una sola parte), non comuni (Neuprägungen, frutto di calchi semantici e strutturali da altre lingue) o difficilmente riconoscibili nel loro significato (adeguamenti semantici dovuti all’ideologia dominante o al contatto con altre lingue). Fra gli aspetti che contraddistinguono il DDR-Deutsch spicca, tra l’altro, l’uso di forme abbreviate, acronimi e sigle presenti in ogni tipo di testo (dalla propaganda politica alla letteratura, dalla stampa agli slogan pubblicitari, passando per i documenti ufficiali e gli inevi- tabili documenti «riservati»). Un Abkürzungsfimmel che è conse- guenza diretta di un’altra propensione dei burocrati: quella a creare Komposita e sintagmi lessicali sempre più lunghi (a livello esemplifi- cativo: Armeesportvereinigung, abbreviato ASV, oppure ökonomisch- kultureller Leistungsvergleich, abbreviato Ökulei). Alcuni di questi Kurzwörter non rappresentavano un ostacolo per la comprensione anche al di fuori dei confini nazionali (es.: DDR, SED, FDGB, FDJ), altri erano ovvi per i soli parlanti orientali (es.: ABV = Abschnittsbe- vollmächtigter, HG = Hausgemeinschaft, LPG = Landwirtschaftliche 8 Premessa Produktionsgenossenschaft, WB = Wohnbezirk), alcuni rappresentava- no un problema per gli stessi DDR-Bürger (es.: Bdl = Bahnhofsdispat- cherleitung, DWBO = Deutscher Verband für Wandern, Bergsteigen und Orientierungslauf, GGG = Gesetz über die gesellschaftlichen Ge- richte, LaSK = Landstreitkräfte) e altri ancora sono riscontrabili preva- lentemente nei linguaggi specialistici (OBL = Oberbauleitung, SHD = Seehydrographischer Dienst, THI = Technische Hauptinspektion, WSGP = Wasserschutzgruppenposten), nonché nelle migliaia di «do- cumenti riservati» presenti negli archivi della SED, della Stasi, ecc. ai quali si è avuto accesso solo dopo la caduta del Muro di Berlino (es.: AKV = Arbeitskartei Verkehrmittel, HZE = Hinweis zur Einschätzung, MF = Mikrofilm, NdT = Nichteinhalten der Transitwege). Il presente studio si rivolge anzitutto ai docenti e agli studenti di lingua, traduzione e mediazione tedesca di livello universitario che abbiano la necessità di lavorare con testi burocratico-istituzionali, giornalistici o letterari prodotti nella Germania orientale dal 1945 al 1989-90. Ulteriori destinatari del volume sono gli studiosi di altri in- dirizzi (storico, economico, giuridico, politico e quant’altro) che ab- biano un interesse legato alla quarantennale divisione della Germania e allo sviluppo dei due Stati, nonché i docenti d’istruzione secondaria interessati a inserire l’aspetto storico-linguistico nei loro corsi di tede- sco e di Landeskunde. Il volume è articolato in due parti. La prima è dedicata alla de- scrizione degli aspetti distintivi del DDR-typischer Wortschatz in raf- fronto con il coevo sviluppo lessicale nella Repubblica Federale (Standortbestimmung per lo studioso, il professionista e lo studente in comunicazione interlinguistico-culturale). La seconda parte presenta, invece, il corpus relativo alle abbreviazioni in uso nella Repubblica Democratica Tedesca strutturato in ordine alfabetico. Desidero ringraziare sentitamente il Prof. Roberto Bertozzi, il Prof. Demeter Michael Ikonomu e la Dott.ssa Jana Walther per i suggerimenti pragmatici e per l’aiuto offerto in fase di revisione del lavoro. Ringrazio, inoltre, il Direttore della Collana Il segno e le lette- re, Prof. Carlo Consani, per aver voluto accogliere il presente studio e il Dipartimento di Studi Comparati e Comunicazione Interculturale che ne ha finanziato la pubblicazione. Barbara Delli Castelli 9 PARTE PRIMA 1. LA GERMANIA DEL DOPOGUERRA FRA DIVISIONE POLITICA E SVILUPPO LINGUISITCO 1.1. RIFLESSIONI STORICHE Il 1945 (fine aprile - inizio maggio) aveva sancito per la Germania