Camera Dei Deputati
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CAMERA DEI DEPUTATI XVII LEGISLATURA Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 622 di mercoledì 11 maggio 2016 Seguito della discussione della proposta di legge: S. 2081 – D'iniziativa dei senatori: Cirinnà ed altri: Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze (Approvata dal Senato) (A.C. 3634). PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3634: D'iniziativa dei senatori: Cirinnà ed altri: Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze. Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico della proposta di legge n. 3634, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato. (Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3634) PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia da parte dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà. PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Il gruppo Socialista voterà a favore della fiducia al Governo, anche se ci lascia perplessi l'uso di questo strumento, perché ci sembra improprio per provvedimenti che riguardano più o meno direttamente i temi etici, ancor più quando questi si intrecciano con i diritti civili. Nel merito del testo uscito dal Senato, non ci soddisfa perché contiene alcune misure che discriminano sulla base dell'orientamento sessuale e non ne contiene altre, come l'adozione del figlio biologico o della partner, che avrebbe qualificato il provvedimento. Siamo consapevoli del fatto che, apportando modifiche al testo e quindi rimandandolo al Senato, i tempi si sarebbero allungati all'infinito – e già siamo in ritardo –, soprattutto avremmo rischiato un impantanamento che abbiamo già sperimentato nel passato con i Pacs, i Dico, i Cus, i Didoré. Non possiamo permettercelo. Sono anni che si parla di una legge sulle unioni civili senza mai concludere nulla, oggi abbiamo il percorso, anche se è difficile, lo ripeto, accettare nella legge la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e lo stralcio della stepchild adoption, il che mette in second'ordine quello che doveva essere primario: l'interesse dei e delle minori. Ci costa questo voto ? Sì, abbastanza, ma ci costa anche l'essere tra i Paesi d'Europa che non hanno alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali, mentre quasi la metà dei ventotto membri UE riconoscono il matrimonio gay. Con questo voto ci collochiamo in una fascia intermedia dei Paesi che hanno superato il tabù di legiferare in tema di omosessualità: è un avvio, un primo passo a cui speriamo ne seguano presto altri, tanti altri, e per questo impegniamo il Governo e Parlamento a farne presto uno, e cioè la legge organica sulle adozioni. Naturalmente voteremo la fiducia. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Eugenia Roccella. Ne ha facoltà. Prima di intervenire, onorevole Roccella, mi permetta di salutare, a nome della Presidenza, gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto superiore «Einstein-Bachelet» di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi), insieme agli studenti e agli insegnanti del liceo scientifico 1 «Marinelli» di Udine, che sono presenti in tribuna e che oggi svolgono una giornata di formazione a Montecitorio (Applausi). Prego, onorevole Roccella. EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Lunedì, quando abbiamo svolto il dibattito generale, l'Aula era deserta, particolarmente deserta rispetto al nostro solito. Questo perché, nonostante il tema sia di quelli che stimolano il confronto, si sapeva che era già tutto deciso, che era una finzione scenica il dibattito: allora perché accalorarsi e discutere, quando si sa che si metterà il voto di fiducia ? Questa legge è andata avanti così, passerà, è passata già al Senato, senza che si sia potuto votare un solo emendamento in Aula. Al Senato ci sono state numerose violazioni della Costituzione, le abbiamo segnalate e come parlamentari abbiamo fatto ricorso, un conflitto di attribuzione. È stato trasformata una legge di iniziativa parlamentare in una legge governativa, è stata messa la fiducia già lì e viene messa anche qui, nonostante ci sia una maggioranza, qui, assolutamente indiscutibile. La verità è che questa legge è fatta contro il Paese, che notoriamente è diviso su questo tema, ma anche contro il Parlamento, perché si è voluto impedire ai parlamentari di esprimersi, di dibattere davvero, di poter incidere sulla legge e di cambiare anche solo una virgola di questa legge; è fatta contro il Paese, che è contrario, in particolare alla stepchild adoption, quindi all'accordo che è stato fatto, l'accordo Renzi-Alfano, che apparentemente stralcia la stepchild ma in realtà, nel comma 20, inserisce una sostanziale delega ai tribunali, tant’è vero che nell'ultimo mese cinque sono state le sentenze che hanno riconosciuto l'adozione alle coppie gay; ed è, quindi, fatta contro il Parlamento, come ho già detto. È chiaro, a questo punto, che l'Aula del Parlamento è vuota, ma le piazze sono piene, perché cresce la protesta: per due volte si sono riempite grandi piazze – San Giovanni e il Circo Massimo – di persone che protestavano contro il merito e contro il metodo con cui è stata condotta questa legge. Lo striscione «Renzi ci ricorderemo» è uno striscione, è uno slogan, che, secondo me, avrà un seguito: la questione non finisce qui, come sbrigativamente si sta cercando di fare. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Renate Gebhard. Ne ha facoltà. RENATE GEBHARD. Grazie, Presidente. I deputati di SVP e PATT voteranno la questione di fiducia posta dal Governo al fine di approvare in via definitiva la proposta di legge per il riconoscimento delle unioni civili. Con il «sì» definitivo della Camera si compie un atto lungamente atteso in Italia e dall'Europa, e si colma così una lacuna più volte denunciata dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea di Strasburgo sui diritti dell'uomo e che ha visto l'Italia isolata rispetto agli altri Paesi europei, i quali hanno da tempo regolato la materia, come per esempio la Germania ormai quindici anni fa. Si possono avere diverse opinioni su una materia così sensibile e ogni giudizio merita il nostro rispetto, tuttavia credo mai il legislatore possa esimersi dal dovere di legiferare: sarebbe una prova di incapacità da parte del Parlamento che non potremo mai condividere. Se ogni opinione appare legittima nel confronto, riteniamo siano comunque infondate le contrapposizioni avverse al provvedimento, perché è stata mantenuta la distinzione fondamentale fra l'istituto del matrimonio e l'istituto dell'unione civile. Particolarmente positiva, a nostro avviso, è la salvaguardia dei diritti del convivente di fatto, fino a oggi non tutelato dalla legge, che ha contribuito con il proprio lavoro all'impresa familiare, e auspichiamo che il Governo accolga un ordine del giorno a mia prima firma, con il quale chiediamo di valutare l'opportunità di garantire, anche ai conviventi di fatto, l'accesso alla pensione di reversibilità del convivente defunto. Con la legge sulle unioni civili si introducono tutele e garanzie anche per le coppie di fatto: è, dunque, una scelta di civiltà, affinché ogni individuo non si senta più escluso e abbia piena cittadinanza. 2 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luca D'Alessandro. Ne ha facoltà. LUCA D'ALESSANDRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, il provvedimento che ci accingiamo a votare ha avuto una gestazione complicata e non poteva essere altrimenti, vista la delicatezza dei temi affrontati e la portata delle norme introdotte. Una riforma tanto attesa, parafrasando Tolkien, dato che gli ultimi ritocchi al diritto di famiglia risalgono a circa trent'anni fa: tre decenni che hanno registrato enormi mutamenti sociali e che hanno introdotto novità in numerosi ambiti. Tra questi, la venuta allo scoperto di nuove formazioni sociali, fino ad allora rimaste nascoste all'ombra del pregiudizio, e di uno spirito del tempo chiuso ad ogni elemento, in contraddizione con il pensiero dominante. L'estensione del concetto di libertà ha fortunatamente condotto ad un allargamento dello spettro visivo cui, giocoforza, deve seguire un'estensione sul piano dei diritti. Sì, perché, checché se ne dica, vi sono fenomeni sociali che esistono a prescindere dai gusti e dalle opinioni personali. Il compito della politica è non già pretendere di cancellarli o fingere che non ci siano, ma governarli, introducendo norme chiare, senza lasciare il compito di legiferare alla Corte costituzionale o ai tribunali. È nostro compito, quindi, dimostrare di essere un Paese finalmente moderno, al pari delle altre democrazie occidentali. Ecco la ragione del nostro voto di fiducia al provvedimento sulle unioni civili, un voto che, così come è accaduto – non senza polemiche – al Senato due mesi e mezzo fa, non è dettato da ragioni di opportunità politica ma dall'intima convinzione che il provvedimento su cui siamo oggi chiamati ad esprimerci sia una legge sì necessaria, sì giusta per le ragioni prima illustrate, ma anche e soprattutto buona. Salutiamo con un certo favore anche lo stralcio della stepchild adoption, non perché confidiamo in un rinvio sine die di una normativa al riguardo, ma perché siamo convinti che sia irrinunciabile affrontare globalmente la disciplina dell'adozione e dell'affido, valutandone ogni singolo aspetto, dai soggetti cui si riconosce la possibilità di adottare, siano essi single, coppie eterosessuali, non sposate, coppie omosessuali, alla complessità dell'iter che devono seguire – per meglio dire, subire – coloro che intendono adottare un bambino, dal ruolo svolto dalle strutture (case-famiglia, comunità) a quello svolto dai tribunali dei minori e dai giudici onorari minorili, alle circostanze che favoriscono quel che potremmo definire «turismo adottivo».