Da Un Grande Paese, Ungrande Brandy

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Da Un Grande Paese, Ungrande Brandy ANNO I -n. 3 MARZO 1983 - L. 2500 Sped. in abb. posI. gr. 111170 Da un grande paese, ungrande Brandy. Da un grande paese, un Quindi, il prestigio del grande Brandy. Brandy Oro Pilla, legato Questo sarà lo slogan del ad una massiccia campagna più grande investimento pubblicitaria e, a una pubblicitario m.ai fatto. fino capillare organizzazione adpra per jl Bra1)dy Oro di vendita che presenta ai Pillà, ~slogah _: che, da Ottobre clienti moltissime 1982 a tutto' Maggio 1983, iniziative promozionali, I • .....;: . • • . _ appar1f~ su tutti . farà salire vertiginosamente i più .vnpo~ti , veicoli le vostre vendite. d'1nformazi6ne;' 'tra cui, le E tutto questo televisioni Rai e le. private, la senza dimenticare gli altri "Stampa e le radio, su tutto prodotti Pilla: il .territorio nazionale, per Grappa del Lupo, ottenere' milioni e Sambuca, Select, milioni di contatti Amaretto, Wodka, utili a tutti noi. Amaro Erbert. ORoPILLA BRANDY Sommario I Siciliani 3 -5 milioni Editoriale Rendiamo onore alla P2 4 Attualità 5 milioni di siciliani bruceranno in un lampo 6 di Giuseppe Fava di siciliani Né acqua, né turisti: solo cannoni 9 di Miki Gambino bruceranno Politica Se non sono uomini di paglia • 18 Attualità Mafia e camorra: chi sono, chi comanda 26 di Giuseppe Fava In un lampo Robin Hood, Pulci nella e AI Capone 29 I di Antonio Roccuzzo Poi arrivò Lucky Luciano e anche a Napoli fu Cosa Nostra 40 Le testate nucleari di Michele Pantaleone della Nato non sa­ Economia L'onorata economia 46 ranno soltanto a di Raimondo Catanzaro Comiso: l'intera Si· cilia è destinata a Attualità Tecnica della corruzione al Sud 48 diventare un imo di Claudio Fava menso deposito di Natura Pianeta arancia 58 missili. E se scop­ di Vittorio Lo Giudice pia una guerra ... Fantapolitica I verbali della mafia 60 di Politir:us Attualità Come si conquista e si distrugge Palermo 68 di Enzo Fazzino Furono spogliati della loro città 72 di Omelia Di B1asi Immagine Sicilia Solitudine 81 foto di Mario Torrisi Spettacolo Ridendo, ridendo, il cinema muore 98 di Giovanni Iozzia Sport NapolicaIcio: serie A o Terzo mondo 110 di Fabio Tracuzzi Economia Tra Sicilia e CEE il barometro segna tempesta 122 di Paolo Castorini Costume Lo spinello in tribunale 125 di Enzo Musco Umorismo Crokodil; «Sedicesimo» di satira e varia umanità 129 Itinerario La dolce ibla 145 Mesto declino del di Gabriella De Nicola foto di Bruno Pelligra cinema italiano. Cultura Il cinema e la purezza 161 Trame banali, per­ sonaggi volgari, i Teatro Il sindaco è effimero e non lo sa 162 grandi interpreti di Gaetano Caponetto della commedia Cinema Vietnam vince perché spara 164 all'italiana ridotti a di Giovanni Iozzia comprimari di Aba· TV Sei puntate «rosa» shocking 166 tantuomo e Vitali di Roselina Salemi Musica Il tuo suono è come un Rock 168 di Roberto Milone Arte Una collettiva sulla confusione 170 di Elena Brancati Attualità Cavalieri non si nasce 172 di Rosario Lanza Attualità La rivolta dei giudici siciliani 182 di Lillo Venezia Giochi Proviamo a spiegare gli arcani 190 di Giusy Caudullo I Siciliani 4 Bz.viri ciel Sud Rendiamo ri, colonnelli che ricevevano i gradi di comandante di ar­ onore mata, altri gaglioffi impreparati, ignoranti immorali (per il fatto stesso di avere scelto la via della P2 non po­ tevano essere altrimenti) nei posti di maggiore responsa­ bilità della società italiana. Praticamente era come se la P2, morbidamente, stes­ alla P-2 se completando una specie di colpo di Stato impadro­ nendosi dei gangli vitali della Nazione (il loro obiettivo ultimo: il Quirinale) senza nemmeno spargimento di sangue. Nella realtà - ripeto - tutti lo sapevano, soprat­ All'epoca della P210 scandalo fece tremare lo Stato e tutto chi aveva giornalisti fidati, servizi segreti, conti vacillare la Repubblica. Intellettuali intrepidi e spiriti bancari per saperlo, ma nessuno faceva motto, c'era eletti, (Bocca, Biagi, Sciascia, Baget Bozzo, Scalfari) uno stato di amabile compromissione, talvolta di grade­ anime guida della nazione scrissero che mai la democra­ vole alleanza, finché qualcuno evidentemente non si zia italiana aveva corso un pericolo cosÌ mortale. sentÌ tradito, e n'ebbe troppo danno, o s'impaurì che la Cos'era la P2? Era una associazione segreta (ma non concorrenza si stesse facendo troppo micidiale, e troppi tanto: lo sapevano tutti, anche Pietro Longo che era de­ eventi e fatti, e interessi, e posizioni di potere stessero votissimo iscritto, anche Maurizio Costanzo che riempi­ sfuggendo dalle mani. E fu lo scandalo! Anzi venne fat­ va delle demenze di Gelli intere terze pagine del Corrie­ to scoppiare lo scandalo. Gli spiriti eletti vennero avanti re, anche il generale Dalla Chiesa che aveva inoltrato ri­ a spiegarci il tentativo di assassinio della Repubblica ita­ spettosa domanda per farne parte), un'associazione che liana. aveva lo scopo - partendo dall'antico fatidico motto In verità la P2 era cosa immonda sia per il fine, sia massone: Dio, Patria e Famiglia - di aiutare tutti i pro­ per il mezzo, sia infine (ma questa è solo valutazione in­ pri aderenti a salire quanto più rapidamente la scala del tellettuale) per la pochezza degli uomini. Stare sull'at­ prestigio e del potere sociale: chi era deputato diventava tenti dinanzi a un torvo pazzoide come Gelli, dice tutto. ministro, chi era colonnello presto promosso generale Era in effetti una laida congiura da sradicare, soprattut­ d'armata, chi intrattenitore al salotto subito show-man to come idea, come concetto, dal corpo della democra­ della televisione, chi capocronista veniva chiamato alla zia, e i suoi uomini da disperdere, che sprofondassero ai direzione di un grande giornale, chi artigiano delle scar­ livelli della loro mediocre qualità morale (ma stanno ri­ pe cominciava improvvisamente a fabbricare cannoni, salendo tutti ai vecchi ruoli, tirandosi l'un l'altro per chi piccolo funzionario sbalzato a direttore di rete tele­ mano: la P2 è soprattutto una idea maligna). visiva, chi usuraio alla presidenza di una grande banca, Tutto questo ci viene da ricordare dinnanzi alla vicen­ e cosi via dicendo. Il merito non c'entrava, né il talento, de del governo Fanfani, alle selvagge contese fra demo­ né l'onestà, e profondità di pensiero, e attitudine creati­ cristiani, socialisti, socialdemocratici, non sui principi va. Niente!. di governo, la scelta degli strumenti di politica e di eco­ In tal modo anche canaglie, o perfetti imbecilli, o roz­ nomia, ma sulla spartizione clientelare e brutale del po­ zi disonesti, fecero carriere tumultuosamente rapide, tere, le nomine ai vertici dell'Eni, dell'Iri, delle grandi raggiungendo in poco tempo i vertici del sistema, laddo­ banche, degli Enti di Stato, una contesa che non verte ve giunti- continuarono ad aiutarsi l'un l'altro, ad age­ mai sulle qualità tecniche, professionali, morali dei can­ volarsi, concludere affari, aumentare il rispettivo pote­ didati, ma sulla loro devpzione nei confronti dell'uno o re, contribuendo altresÌ in modo determinante a sospin­ dell'altro partito e quindi sulla certezza da parte di gere in alto tutta la pic.cola folla di piduisti che scalma­ quest'ultimo di poter controllare quella posizione di po­ nava più in basso chiedendo strada. Altri pretori che di­ tere e quindi l'amministrazione di centinaia di migliaia ventavano magistrati, reporter che diventavano diretto- di miliardi. Politica Nella pagina accanto, vicino al titolo, Licio Gelli al tempo in cui ovunque gli si rendeva· no onori. Sotto a destra ri· spettivamente Di Donna e Gianni De Michelis, protago· nisti, ognuno per la sua parte del cosiddetto balletto ENI È naturalmente una ipotesi di fantapolitica poiché una interpretazione del genere autorizzerebbe il potere giudiziario a intervenire in tutte le scelte di governo per l'amministrazione degli Enti di Stato e sostanzialmente ad una sovrapposizione in costituzionale sul potere ese­ cutivo. Sarebbe una guerra civile. E tuttavia ci sono dei casi cosÌ clamor.osamente infami, delle spartizioni clien­ telari cosÌ palesi e ignobili, delle situazioni in cui gli estremi del reato emergono c'osÌ palesi e inquietanti, che una volta almeno bisognerà cogliere una di queste occa­ sioni. E se confronto duro ha da esserci, che sia, per di­ mostrare almeno che il potere giudiziario non è destina­ to solo ad amministrare giustizia ordinaria per cittadini ordinari, ma esiste per colpire qualsiasi violazione di legge, a qualsiasi livello, anche quelle più difficili e peri- E tutto questo valutando e conoscendo, ci viene spon- colose da perseguire. E indurre infine il Parlamento che taneo e amarissimo ammettere che in Italia la P2 è so- dovrebbe essere l'autentico sovrano della Nazione, a prattutto un'idea di governo. Una dottrina. Ci furono sentire profondamente il prestigio, l'importanza fonda­ Nazioni che furono governate da un'idea fascista o na- mentale della propria funzione, ben al di là e ben più in zista, altre che lo sono da un'idea marxista, o liberale, o alto dei partiti, e intervenire finalmente con quella che è socialdemocratica, o keynesiana, altri ancora da una fa- la sua facoltà suprema: nuove leggi che stabiliscano per­ natica idea islamica, o maoista, o tribale. In Italia è fettamente gli strumenti per l'affidamento della pubbli­ sempre la P21'idea di governo democratico. Perfeziona- ca amministrazione negli enti di Stato, alle persone tec­ ta a livello di dottrina politica. Non stupirebbe se il pro- nicamente più preparate e sicuramente oneste. Da qua­ fessore Fanfani (è lui l'occasionale ma non per questo rant'anni a tutti i livelli dello Stato, nei Comuni, nelle meno appassionato interprete di tale dottrina) desse alla province, nelle regioni, nei ministeri, nei grandi Enti che stampa un suo «Mein Kampf». A questo punto c'è da gestiscono il denaro pubblico, la Nazione si porta la za­ chiedere alla magistratura competente (la Procura gene- vorra degli inetti, degli imbecilli, degli ignoranti, dei rale di Roma? o il pretore di qualsiasi luogo italiano do- corrotti, degli incapaci.
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