PROPOSTA DI RELAZIONE SULLA CAMORRA PAGINA BIANCA Mercoledì 1° Dicembre 1993 — Ili — Commissione Bicamerale

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PROPOSTA DI RELAZIONE SULLA CAMORRA PAGINA BIANCA Mercoledì 1° Dicembre 1993 — Ili — Commissione Bicamerale Mercoledì 1° dicembre 1993 — I — Commissione bicamerale ALLEGATO PROPOSTA DI RELAZIONE SULLA CAMORRA PAGINA BIANCA Mercoledì 1° dicembre 1993 — Ili — Commissione bicamerale Indice: Premessa. PARTE I - La struttura delle organizzazioni camorristiche - 1)1 caratteri costitutivi delle organizzazioni camorristiche; 2) Continuità e rotture nella storia delle organizzazioni camorristiche. Il rapporto con il carcere e il rapporto con la politica; 3) Le vicende fondamentali nella storia recente delle organizzazioni camorristiche PARTE II -1 principali punti di crisi nella realtà campana- 4)Le questioni sociali 5) La questione urbana. 6) Casa e camorra. 7) La situazione scolastica 8) Il problema dellfoccupazione.9) La crisi delle istituzioni locali, 10) La questione morale nel comune di Napoli; 11) L'amministrazione della giustizia; 12) la fragilità* del sistema bancario. PARTE III - Lo sviluppo e le connessioni della camorra moderna - 13) Il sequestro e la liberazione di Ciro Cirillo. V assassinio di Vincenzo Casillo; 14) La camorra del terremoto; 15) Camorra e imprese; 16) Il blocco politico-camorrista negli enti locali; 17) Le responsabilità politiche. Conclusioni PAGINA BIANCA Mercoledì 1° dicembre 1993 — V — Commissione bicamerale Premessa La Commissione parlamentare, dopo aver presentato alle Camere la relazione su. Mafia e Politica, che riguardava Cosa Nostra, presenta con questo documento un rapporto sulla struttura e sulle connessioni delle organizzazioni camorristiche. La camorra e' stata sottovalutata. La prima commissione antimafia, istituita nel 1962, non se ne occupò ritenendola un fenomeno non assimilabile a quello mafioso. Una sentenza del Tribunale di Napoli del 1981, anno del predominio di Cutolo e della sua organizzazione, spiegava che le misure di prevenzione contro la mafia non potevano essere applicate alla camorra. Tuttavia esistono rapporti pluridecennali tra Cosa Nostra e clan camorristici tramite i quali entrambe le organizzazioni si sono rafforzate finanziariamente e militarmente; hanno potuto più agevolmente sfuggire alle ricerche; hanno esteso i propri interessi su affari rilevanti per ragioni economiche e politiche. La camorra, inoltre, riesce a mantenere nella propria regione un controllo del territorio, dell'economia e delle istituzioni locali che non ha eguali nè in Sicilia nè in Calabria; essa ha forti presenze in molte regioni italiane ed un tradizionale radicamento a Roma. Significative presenze camorristiche sono segnalate in Portogallo, Spagna, Olanda, Germania, Inghilterra! Oggi le organizzazioni camorristiche con circa 111 clan e ed oltre 6.700 affiliati rappresentano, in una regione che ha 549 cornimi e 5.731.426 abitanti, una vera e propria confederazione per il governo criminale del territorio con decisive capacità di condizionamento dell'economia, lìtSe istituzioni, della politica, della vita quotidiana dei cittadini. Negli ultimi mesi, dopo le stragi di Capaci e di via Mariano d'Amelio, soltanto la camorra, tra le diverse organizzazioni mafiose, ha ucciso parenti di collaboratori della giustizia^ Alla disseminazione di gruppi camorristici sul territorio della Campania corrisponde ima situazione particolarmente disastrata delle pubbliche istituzioni Il più alto numero di comuni sciolti per mafia è in Campania, 32 , contro i 19 della Sicilia, gli 11 della Calabria, i 6 della Puglia. Sempre in Campania si *Cfr. Rapporto Criminalpol sulle line evolutive della camorra in Campania nel perìodo 1980-1993 2 Si è trattato di Antonio Aroma turo e di Antonio Pepe uccisi rispettivamente a Napoli il 24/9/93 e a Pagani il 4/10/93. Successivamente, in coincidenza temporale con la decisione della Commissione Antimafia di occuparsi della vicenda Cutolo-Cirillo, è stato ucciso l'avvocato Errico Madonna il 7/10/93, legale di Cutolo, cbe nella vicenda ebbe un ruolo rilevante Mercoledì 1° dicembre 1993 — VI — Commissione bicamerale riscontra il più alto numero di amministratori rimossi dall'incarico, sessantaquattro, per aver compiuto atti contrari alla Costituzione, o gravi e persistenti violazioni di legge, o per gravi motivi di ordine pubblico (art. 40 L. 142/90); sono invece 37 in Calabria, 29 in Puglia e 26 in Sicilia. L'unico grande comune italiano per il quale è stato proclamato lo stato di dissesto è Napoli. Sono stati sciolti per impossibilità di governo, oltre al consiglio counale di Napoli, i consigli comunali di tutte le città capoluogo di provincia, fatta eccezione per Avellino. Per ragioni di corruzione o per connessioni mafiose sono stati arrestati a Napoli un ex sindaco e 16 consiglieri comunali, un ex presidente della provincia e un ex assessore provinciale all'ecologia e all'ambiente, un ex presidente della Regione, cinque consiglieri regionali e sei assessori regionali. Il più alto numero di magistrati indagati penalmente è in Campania; sono 16, su un totale di 41; 11 sono in Puglia, 9 in Sicilia, 3 in Lombardia, 1 in Piemonte ed 1 in Veneto. Il maggior numero di parlamentari per i quali è stata richiesta l'autorizzazione a procedere per collusioni mafiose è eletto in Campania; sono otto ( Cirino Pomicino , Conte, Del Mese, Gava, Mastrantuono, Meo, Raffaele Russo, Alfredo Vito), quattro calabresi, tre siciliani, uno laziale. Dopo decenni di silenzio, da qualche anno e' iniziata in Campania un'intensa azione di contrasto nei confronti della Camorra e dei suoi alleati che ha dato risultati pari a quelli conseguiti a Palermo nei confronti di Cosa Nostra. Non sarà' facile liberarsi della camorra perche' l'azione repressiva deve affiancarsi, per specifiche condizioni di quella Regione, ad un'intensa attività' sociale. Ma i primi passi sono stati compiuti. La Commissione ha disposto audizioni dei magistrati delle procure distrettuali di Napoli e Salerno, ha ascoltato i ministri dell'Interno e della Giustizia, nonché i responsabili delle diverse forze di polizia, ha compiuto visite a Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento, ha ascoltato due collaboratori della giustizia, Pasquale Galasso e Salvatore Migliorino, ha acquisito documenti dai Ministeri degli Interni, della Giustizia, della Pubblica Istruzione, dagli uffici giudiziari e di polizia della Campania, dal Provveditorato agli Studi di Napoli, dall'Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno. La Commissione ha acquisito elementi che consentono un'approfondita conoscenza delle struttura e delle alleanze delle organizzazioni camorristiche, per offrire un contributo ulteriore alla lotta contro queste organizzazioni. Mercoledì Io dicembre 1993 — VII — Commissione bicamerale PARTEI LA STRUTTURA DELLE ORGANIZZAZIONI CAMORRISTICHE 1) I caratteri costitutivi delle organizzazioni camorristiche. 1.1) La camorra non ha una struttura verticale e gerarchica. E' costituita da un insieme di bande che si compongono e si scompongono con grande facilità, a volte pacificamente, altre volte con scontri sanguinosi. 1.2) Questa struttura pulviscolare è stata sostituita da un'organizzazione gerarchica soltanto in due occasioni negli ultimi decenni. Prima, nella seconda metà degli anni 70, dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e poi, verso la fine degli anni 70, dalla Nuova Famiglia di Bardellino-Nuvoletta- Alfieri, sorta, d'intesa con Cosa Nostra, per contrastare Cutolo, e perciò modellata sugli stessi caratteri dell'organizzazione cutoliana. Nel 1992 Alfieri tento' di costruire un'organizzazione unitaria, secondo lo schema siciliano, chiamata significativamente Nuova Mafia Campana. Tutti gli esperimenti sono cessati dopo pochi anni. La NCO, e' finita nel 1983 , per l'indebolirsi delle alleanze politiche per la riduzione delle fonti di finanziamento e per i colpi ricevuti dagli avversari. La Nuova Famiglia cesso' nello stesso periodo per il venir meno della ragione dell'alleanza dopo la sconfitta di Cutolo. La Nuova Mafia Campana fu più' un'aspirazione che ima realizzazione. 1.3) Al di fuori di queste esperienza ha prevalso la mobilità e la flessibilità. I clan nascono per scissione: se un capo è in momentanea difficoltà perchè arrestato, è facile che il suo vice cerchi di costituire un gruppo autonomo che poi diventa acerrimo nemico dell'organizzazione originaria, con aggressioni reciproche di inaudita violenza. 1.4) Attualmente, come già detto in premessa, opererebbero in Campania, complessivamente, circa 111 famiglie ed oltre 6.700 affiliati^. Nel 1983 erano stati censiti circa dodici gruppi; nel 1992, 108 con circa 5000 aderenti4. Nella provincia di Napoli opererebbero oggi circa 67 clan, 25 nel capoluogo . I clan sarebbero, inoltre, 12 nella provincia di Salerno, 17 nella provincia di Caserta, 4 nella provincia di Benevento, 11 nella provincia di 3 Dati tratti dal rapporto Criminalpol, cit 4 Questo dato e quello che precede SODO tratti dal Rapporto annuale sul fenneno della criminalità organizzata per il 1992,presentato al Parlamento dal Ministro dell'Interno, p. 182. Mercoledì 1° dicembre 1993 — Vili — Commissione bicamerale Avellino. Il clan prevalente sarebbe ancora oggi quello che faceva capo ad Alfieri , oggi detenuto, al quale farebbero capo altri 20 gruppi^ Ma la mancanza di particolari criteri selettivi per l'accesso in un gruppo camorristico, la prevalente assenza di rituali, essenziali invece in Cosa Nostra e nella 'ndrangheta, lo stato di illegalità secolare nella quale vivono gli strati più poveri della popolazione in molte aree della Regione , la disponibilità ad avvalersi anche di bambini come corrieri, spacciatori al minuto di sostanze stupefacenti, e trasportatori di armi, inducono a ritenere che la manovalanza criminale mobilitabile
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