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Finanza e innovazione, fattori propulsivi dello sviluppo economico sommario ECONOMIA 3 Presentazione di Carlo Alberto Roncarati 5 Private equity e sviluppo economico di Andrea Calamanti e Paolo Diprima n. 3 17 Un nuovo strumento per lo sviluppo delle imprese innovative 2006 di Mauro Giannattasio 20 Il Fondo della Camera di Commercio: un “volano” finanziario per l’innovazione dell’imprenditoria ferrarese di Angelo Giubelli 22 Quando studiare è il miglior investimento di Marco Zavagli 24 Anche la Provincia di punta su innovazione e ricerca di Vito De Santis 26 I progetti di “private equity” della Cassa di Risparmio di Ferrara In copertina: di Andrea Botti Gioxe De Micheli 28 Contributi e finanziamenti statali per la riconversione industriale A Porta della Giovecca, 1998 di Claudia Botti olio su tela, cm. 50x40 30 Non sono più quelli di una volta Collezione Camera di Commercio di Ferrara di Andrea Poli PERIODICO DOCUMENTI NON IN COMMERCIO 32 Doppio binario sul fiume Po per la linea ferroviaria Bologna-Padova Direttore Responsabile: di Giovanni Marchi CORRADO PADOVANI 38 La Zona Industriale di Ferrara fra il 1937 ed il 1951 di Francesco Scafuri Comitato di Redazione: 46 Il Caffè Europa CORRADO POCATERRA di Giorgio Mantovani e Leopoldo Santini LAURA SERVIDEI 51 Una storica fabbrica di saponi PIERPAOLO CORREGGIOLI di Margherita Goberti 52 Dante Leoni e Longastrino di Vito De Santis Fotolito, Impaginazione e Stampa: SATE srl 54 Addizione Erculea e San Cristoforo alla Certosa per il restauro via Goretti, 88 - 44100 Ferrara del sistema urbanistico rinascimentale tel. 0532 765646 di Alberto Guzzon fax 0532 765759 CULTURA 59 Il pittore naif.. Nino Zagni e il Museo Scaramagli di Gabriele Turola 61 Su due fontane non ferraresi a Ferrara di Lucio Scardino 65 Un paio di restauri al Barocco ferrarese di Antonio P. Torresi Rivista quadrimestrale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato 68 I Camerini del Principe e Agricoltura di Ferrara di Ferruccio Ferrucci Telefono: 0532 783711 69 Una ferrarese nel mondo: Adelaide Ristori a 100 anni dalla morte e-mail: [email protected] di Mirella Golinelli Autorizzazione Tribunale di Ferrara n. 72 I giovani e l’Europa 41 del 18.03.1954 di Giuseppe Gabriele Sacchi È vietata la riproduzione degli arti- 76 L’Istituto Agrario “Navarra” e i prodotti tipici ferraresi coli e delle note senza citarne la i contributi degli studenti vincitori del “Premio Prof. Ciro Guidorzi” fonte. Gli articoli firmati rispec- 78 Ricordo di Olao Accorsi chiano soltanto il pensiero dell’Autore e non impegnano la di Andrea Botti Direzione. SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

79 Alberto Roveri, Beppe Bonazzoli Il respiro del Fiume di Bruna Bignozzi 80 Mario Merlante Dal Lago di Resia a Ferrara di Maria Merlante 81 Gianna Vancini Il culto secolare di San Nicola da Tolentino nel territorio ferrarese di Gabriele Turola 82 Luisa Carrà Borgatti Quaderni della “Dante” XI di Luisa Carrà 84 Davide Dalmas Piero Jahier: uno scrittore protestante? di Mario Gallotta 85 Federico Garberoglio Perchè non sono scrittore di Angelo Giubelli 86 Pepita Spinelli di Tarsia Esperia, quando la solitudine diventa amore di Gina Nalini Montanari

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Presentazione

Carlo Alberto Roncarati Presidente della Nel nostro Paese i processi di crescita e di menti tematici, si propone appunto di rac- Camera di Commercio apertura delle imprese risultano più diffi- cogliere una serie di contributi sulle espe- di Ferrara cili che altrove. Essi infatti risentono di una rienze e le opportunità offerte dagli stru- serie, purtroppo ben nota, di condiziona- menti di finanza innovativa allo sviluppo menti di carattere normativo-istituzionale, del sistema economico ferrarese. E, tra che si traducono, al crescere della dimen- questi strumenti, una particolare attenzio- sione, in una più elevata rigidità di funzio- ne viene naturalmente rivolta al Fondo namento. rotativo, che la Camera di Commercio di Questo “modello” - dimensionale e finan- Ferrara ha recentemente attivato per qua- ziario - del sistema produttivo italiano, che lificare ulteriormente la propria politica di pure nel passato è stato punto di forza interventi a supporto dell’imprenditoria della nostra economia, risulta oggi ormai ferrarese. Si tratta, come riferisce nel suo inadeguato di fronte ai processi di globa- articolo il Segretario Generale della nostra lizzazione dei mercati: di fatto, esso finisce Camera, Mauro Giannattasio, di un rinno- per tradursi in una fonte di svantaggio vato impegno per lo sviluppo dell’econo- competitivo nel confronto con gli altri mia locale: tramite questo strumento rite- Paesi. niamo infatti di poter agire in modo più Le imprese lo hanno capito da tempo, e efficace, nell’ottica di sistema, creando nel per questo, negli ultimi anni, hanno pro- contempo i presupposti per una serie di gressivamente modificato la loro attività di fondamentali collaborazioni e sinergie gestione finanziaria, così come del resto si con diversi soggetti, a vario titolo, interes- sono andate modificando anche le politi- sati. che volte a supportare tali processi. L’efficacia dello strumento deriva dal fatto In effetti, anche se la domanda di servizi che, diversamente da altre forme agevo- finanziari - soprattutto di quelli più innova- lative che possono riguardare la gestione tivi e complessi - continua ad essere rivol- patrimoniale, economica o fiscale dell’im- ta in misura preponderante ai servizi di presa, i Fondi di rotazione consentono un finanziamento, le imprese avvertono che sensibile contenimento dei tassi di inte- le strategie di miglioramento della com- resse, e quindi incidono a fondo nella petitività vanno affrontate con una struttu- gestione finanziaria dell’impresa. Non ra finanziaria più equilibrata nel rapporto dovendo essere remunerati “a mercato”, tra mezzi propri e capitale di debito. Le presentano oneri finanziari più conve- imprese avvertono, in altre parole, l’esi- nienti rispetto ai finanziamenti garantiti da genza di pianificare il finanziamento dello un normale fondo-rischi. E hanno poi la sviluppo senza appesantire eccessiva- capacità di assicurare, rispetto a questi, mente la propria struttura finanziaria. una maggiore “leva” moltiplicativa. Il reperimento di capitali e di finanzia- Per questo motivo, secondo gli esperti, la menti, facendo ricorso anche ai vari stru- loro più idonea modalità di utilizzo è rap- menti disponibili di “finanza innovativa”, presentata, ben più che da interventi diviene quindi un problema di estrema ampi e generici di sostegno agli investi- rilevanza, soprattutto se si considerano le menti, dalla capacità di raggiungere un difficoltà che, in particolare, le imprese di target più “mirato” e ristretto di imprese minori dimensioni incontrano nel racco- beneficiarie. gliere fondi con un elevato grado di “sta- Per l’appunto quello che la Camera di bilità”. Commercio di Ferrara intende fare, finaliz- zando l’utilizzo di questo strumento alla Questo numero de “La Pianura”, ripercor- diffusione dell’innovazione nel sistema rendo la linea editoriale degli approfondi- locale di impresa.

ECONOMIA 5

Private equity e sviluppo economico

Proff. Andrea Calamanti e 1. UN ANNOSO PROBLEMA fisiologico nelle imprese continua ad Paolo Diprima essere essenziale. Si tratta di vedere Università di Ferrara Nel proporci un intervento in tema di pri- fino a che punto le aziende possono Facoltà di Economia vate equity, la premessa del nostro indebitarsi in tal modo, perché - come è Interlocutore fu la seguente: “da una ben - quando il credito può essere nostra indagine emerge che da parte di rimborsato solo con il ricorso al merca- molti imprenditori non vi è, ancora, un’a- to dei capitali esso è sicuramente credi- deguata sensibilità all’importanza del to finanziario o meglio mobiliare, anzi è capitale di rischio e alla sua rilevanza ai senz’altro credito mobiliare. fini della crescita e della continuità azien- Il sangue di un’azienda è costituito dai dale.” mezzi propri. Il siero fisiologico [ndr: Tale affermazione - tutt’altro che isolata e inteso come credito che supplisce alla inattesa - ripropone un problema anno- carenza di mezzi propri] non fa parte so, al tempo stesso complesso e artico- della dieta normale di un organismo lato. sano e vegeto. Vi si ricorre quando un Aiutano ad inquadrarlo le considerazioni trauma impone di supplire alla momen- di un grande banchiere, cui affidiamo tanea scarsità di sangue...” l’introduzione dell’argomento anche nel- Sono considerazioni di Raffaele Mattioli, l’intento di creare un collegamento stori- tratte dalla Relazione all’Assemblea co. Sorprenderà, una volta datate, la loro generale ordinaria della Banca attualità. Commerciale Italiana del 1964, da lui Capitale proprio e debiti: presieduta.1 ”Per le aziende che ricorrono alle ban- Continua Mattioli: che è ‘umore vitale’ il cosiddetto credito ”La segnalata deficienza di mezzi pro- ordinario ed è ‘siero fisiologico’ il credito pri... non è ... una novità..., è una costan- che supplisce alla scarsità di ‘mezzi pro- te della nostra economia… ha radici pri’…. Ora questa infusione di siero antiche.... Ma negli ultimi anni si è fatta sentire con accento nuovo...sia perché....si è fatto più rapido il ritmo di espansio- ne...sia per la convergenza di nuove spinte esterne …che vengono dall’allar- gamento dei mercati, dall’inserimento in un complesso economico più vigoro- so e più rapido… che ci impone di ade- guare la nostra capacità produttiva e …competitiva.”

Il problema è dunque annoso, sussiste sempre e in qualsiasi stadio dello svilup- po: cambiano i contesti ma l’essenza è la medesima; si pensi all’attuale quadro congiunturale ed evolutivo e a come ben si attagliano frasi riferite al 1964 e, nella sostanza, presenti anche in relazio- ni di molti anni antecedenti2. Ma torniamo all’importanza dei mezzi La sede centrale dell’Università di Ferrara propri e a come la loro carenza si riflette Foto: Marco Bigoni sull’economia gestionale. 6 ECONOMIA

Avverte ancora Mattioli con acume: Che sia il 1964 o oggi fa poca differen- ”E’ necessario sopperire alla deficienza za: la sostanza è molto simile anche in di mezzi propri che affligge tante nostre termini di “vizi e virtù”. E’ invece ampia- imprese, le obbliga a effettuare ammor- mente maturato il supporto che il siste- tamenti per vie che, invece di assecon- ma finanziario è in grado di fornire alle dare, disseccano la liquidità aziendale operazioni suddette (quotazioni di borsa senza soddisfare a nessuna funzione di e I.P.O.3) in termini di istituzioni, mercati rinnovo; a sparagnare sulle ricerche e tecniche. scientifiche e sulla formazione dei nuovi La seconda realtà è costituita da impre- quadri, a puntare spasmodicamente se che non hanno conseguito lo status e sull’autofinanziamento e a rinviare i le condizioni per la quotazione di borsa piani di rinnovamento tecnico e com- e che non possono attingere capitali di merciale perdendo così poco alla volta rischio da tale mercato per soddisfare le la loro capacità di concorrenza e, in loro impellenti esigenze. Per esse il definitiva, erodendo anche l’inadeguato Banchiere si appella alla figura del capitale di cui dispongono.” Promoter: Più chiari non si può essere. E chi vive ”Il problema dell’adeguatezza dei mezzi l’azienda sa benissimo che illudersi del propri delle imprese sussiste e per que- contrario può condurre ad amare sor- sto, sapendo che il problema esiste e prese. continuerà ad esistere le banche d’inte- Come sopperire a tali carenze? resse nazionale... hanno costituito Mattioli ha ben chiare le soluzioni appro- Mediobanca. Per gli stessi motivi, ancor priate, distinguendo tra due realtà azien- più validi dopo una ventina d’anni dalla dali. sua fondazione, esse debbono volere La prima riguarda imprese che, dispo- oggi [ndr: 1964] che Mediobanca nendo già dello status e dei requisiti venga rafforzata, che nuovi mezzi le necessari, vanno sollecitamente avviate consentano… di sopperire anche alla alla quotazione nei mercati organizzati: rarità di Promoter che affligge il nostro “Esiste in Italia un cospicuo numero di sistema; …il credito mobiliare è caratte- imprese, per lo più di carattere e origine rizzato infatti dalla mentalità di promo- familiare, le quali hanno raggiunto le ter di chi lo concede e concedendolo dimensioni, la costanza di profitti, la prende l’iniziativa di creare o promuo- importanza nazionale che le ‘qualifica- vere lo sviluppo di una data attività eco- no’ per la quotazione di borsa e alla nomica assumendone i rischi - e quan- borsa bisogna cautamente avviarle – do occorre il controllo - finché non anche con l’ausilio di opportuni incentivi possa rientrare nei suoi soldi con ope- atti, tra l’altro, a sollecitare la reimmis- razioni sul mercato dei capitali.” sione nelle imprese di fondi da esse dis- Non ci si esprime ancora con termini tratti per investimenti extra-aziendali, anglosassoni. Per credito mobiliare si nell’interesse loro specifico e per la intende la temporanea fornitura di capi- meno anemica funzionalità del merca- tale di rischio nell’intento di favorire la to.” creazione (start-up) o lo sviluppo (deve- lopment) di attività aziendali, senza com- mistione con l’attività e il ruolo dell’im- prenditore, pur fungendo da supporto e da sprone per talune scelte gestionali, salvo non dover in casi estremi sostituir- si ad esso4. Si tratta di interventi non brevi, il cui smobilizzo può aver luogo sia grazie ai flussi di autofinanziamento, sia per l’in- tervento di terzi (o dell’imprenditore medesimo) pronti a rilevare la partecipa- zione, sia mediante la quotazione di borsa. E’ quest’ultima la via auspicata da Mattioli. Anzi, è l’unica da lui menziona- ECONOMIA 7 ta per il profondo convincimento che in cia di sintesi, riconduceva ma non limi- tal modo verrebbe a realizzarsi un iter tava a quella del Promoter. ottimale: tanto per l’impresa, cui si di- schiuderebbe stabilmente l’accesso al mercato azionario, quanto per le banche 2. IL PRIVATE EQUITY che si troverebbero di fronte a interlocu- tori capaci di conseguire più agevolmen- 2.1) Definizione e concetti di base te strutture finanziarie solide ed equili- brate, quanto, infine, per le borse, inte- Nonostante la progressiva diffusione del ressate da un ampliamento delle loro termine oltre il ristretto ambito degli dimensioni e del grado di liquidità. Per esercitare siffatta attività occorrono strutture, risorse e forma mentis tipiche * Per dare un’idea di come il problema fosse avvertito da sempre della figura del Promoter. e della consapevolezza circa i suoi riflessi, riportiamo alcuni fram- Si tratta della “punta di diamante” di un menti della Relazione all’Assemblea della Banca Commerciale sistema finanziario, indispensabile spe- Italiana del 1948 (all’epoca Mattioli era amministratore delega- cie in un paese ricco di imprese familia- to): “Ci siamo trovati… di fronte ad interrogativi che riguardano ri di dimensioni non elevate e povere (a un imprecisato, ma certo notevolissimo fabbisogno di capitali volte in apparenza) di mezzi propri. che però le banche di credito ordinario non possono servire. Ne era talmente conscio Mattioli, – alle Anzi esse debbono garantirsi che questo fabbisogno non assor- prese con un credito che tendeva a tin- ba, nel processo di riattrezzamento delle industrie, anche i fondi gersi di finanziario, quando non addirit- erogati, in origine, per effettive necessità commerciali. tura di “mobiliare”* – che, ricordando gli E’ compito delle banche vigilare che questo non avvenga, in intenti con cui negli anni ‘40 venne quanto l’imprenditore può essere portato a procedere a nuovi costituita Mediobanca, invocava per essa immobilizzi senza preoccuparsi di rispettare discriminazioni tra un attivo ruolo di Promoter e un’ade- le sue fonti di finanziamento, commerciali e finanziarie. ...se la guata dotazione di mezzi finanziari. fonte di finanziamento è solo quella bancaria ordinaria (o se Mattioli non vedrà mai realizzato il suo non la sola,…quella più facilmente accessibile) l’imprenditore desiderio, né dalla creatura che aveva può trovarsi di fronte all’alternativa o di fare con denaro otte- tanto contribuito a costituire e far cresce- nuto per altro scopo, o di non fare; e spesso il non fare è più re, né da parte di altri operatori. Ci lasce- difficile che passare per la strada proibita. D’altra parte può gio- rà in eredità una magistrale impalcatura care il genuino proposito di rinviare il consolidamento delle ope- teorica5, riguardante il sistema finanzia- razioni finanziarie attraverso indebitamenti che l’intenzione di rio, con al centro la banca, le sue funzio- rendere provvisori induce ad assimilare a quelli puramente ni, il suo comportamento ottimale ai fini commerciali; mentre quegli indebitamenti non collegati diretta- dell’equilibrio sistemico, e con solide mente al giro d’affari correnti, sono … i meno remunerativi per fondamenta nell’economia e nella finan- le banche e i più costosi per i clienti che pure possono tende- za d’impresa. Il credito mobiliare è solo re a trovare in una presunta larghezza di fondi e in un più pre- una parte di un tutto inscindibile. sunto “buon mercato” un incentivo per forzare il passaggio nel sistema bancario di tipiche operazioni mobiliari.” Risparmiamo al lettore la successiva Il concetto è chiaro. Mattioli lo espliciterà in più occasioni: il cre- evoluzione, a lungo povera di fatti e dito assume i connotati di mobiliare quando al suo rimborso si contributi relativamente alla materia in può provvedere solo con operazioni sul mercato dei capitali. esame. Continuiamo con le considerazioni consequenziali a quelle appe- Oggi la situazione è nettamente diversa. na interrotte: Negli ultimi anni molto è cambiato e in ”E’ ovvio perciò che le aziende di credito...debbono preoccupar- tempi relativamente brevi. si…di valorizzare le possibilità concrete di cui dispone il merca- Con linguaggio e tecniche operative to finanziario giacché sappiamo che sarebbe illusorio ritenere mutuate in ampia misura dalle espe- che... la sola volontà delle banche di limitarsi alle sole opera- rienze statunitensi, il nostro sistema zioni commerciali sia sufficiente a salvaguardarle... Da parte finanziario si è arricchito di operatori nostra, insieme con le altre banche d’interesse nazionale, abbia- specializzati nella fornitura di capitale di mo cercato di dare a questo problema il massimo concorso rischio e si è assistito ad una significati- attraverso la costituzione di Mediobanca .... non ci nascondiamo va affermazione di detta attività, definita che Mediobanca nel campo dei finanziamenti a medio termine di private equity. non può costituire che un modesto contributo ad un problema Si tratta di un’attività in apparenza più di ampie dimensioni.” ampia di quella che Mattioli, per effica-

ECONOMIA 9 addetti ai lavori, l’oggetto, i contenuti e sioni sufficienti per essere quotate in le finalità del private equity, non sem- Borsa, alla quale potranno eventual- bra siano adeguatamente conosciuti, mente accedere solo dopo il comple- anche da parte dei potenziali utenti. tamento di un percorso di sviluppo Appare quindi opportuno chiarirne il avviato a seguito dell’investimento di significato, partendo dalla definizione di private equity; private equity intesa come attività di assunzione di partecipazioni durevoli e • imprese che, pur avendo i requisiti rilevanti nel capitale di imprese non dimensionali e di redditività per esse- quotate, effettuata da investitori finan- re quotate in Borsa, sono controllate ziari specializzati, con lo scopo di accre- da imprenditori non disposti ad accet- scerne il valore nel medio termine e tare i costi diretti ed indiretti della realizzare un’adeguata plusvalenza quotazione, o la focalizzazione sulle dalla dismissione. performance a breve indotte dall’an- Il protratto profilo temporale degli inve- damento dei corsi e che preferisco- stimenti è insito nella natura stessa del- no, piuttosto, un’apertura del proprio l’operazione e nella necessità di perve- azionariato a partner finanziari stabili, i nire ad una adeguata valorizzazione quali misurano i risultati nel medio delle partecipazioni assunte. termine; L’entità di queste ultime deve essere rilevante, nel senso di consentire all’in- • imprese che si trovano in particolari vestitore di influire sulla gestione del- stadi di sviluppo non idonei alla quo- l’impresa, anche mediante accordi tazione in borsa, quali l’avvio dell’atti- parasociali. Si tratta quindi di partecipa- vità o il turn-around conseguente a zioni di minoranza qualificata, se non crisi aziendale, e che sono potenzial- addirittura di maggioranza. mente interessate proprio da inter- venti di private equity. L’intervento può consistere nell’acqui- sto/sottoscrizione di titoli rappresentati- Ricordiamo, da ultimo, che gli interven- vi del capitale (equity) e/o nell’eroga- ti di private equity possono essere fina- zione di crediti destinati ad essere tra- lizzati a favorire/consentire una ricom- sformati in mezzi propri e la cui remu- posizione della compagine sociale. Essi nerazione è in qualche modo collegata consistono nell’acquisto di partecipazio- alle performance aziendali (equity-lin- ni da soci uscenti e, come tali, non ked). Tali sono, ad esempio, i prestiti comportano alcuna immissione di capi- convertibili o cum warrant e i debiti tali nell’impresa, salvo non rientrino in mezzanine. operazioni di più ampio respiro. L’impresa target6 è di norma una socie- tà non quotata in Borsa; come tale, è definita “Private” secondo la terminolo- gia anglosassone, in contrapposizione a “Public”, ossia a società quotata. ll termine private equity non evoca quindi un concetto di “capitale privato” in contrapposizione a “capitale pubbli- co”, ma di investimento nel capitale di imprese non quotate7.

Ponendosi in complementarietà e tavolta in alternativa al mercato borsisti- co, l’attività di private equity è in grado di soddisfare fabbisogni di capitali di rischio espressi da:

• imprese che, seppur consolidate nel posizionamento di mercato e nei livel- li di redditività, non hanno le dimen- 10 ECONOMIA

2.2) Gli operatori di private equity sario, ad assumere un ruolo attivo nella Per qualificarsi come private equity l’atti- gestione delle medesime, in forme dif- vità di acquisizione di partecipazioni ferenziate e con gradi di coinvolgimento deve essere esercitata, in via sistematica che variano in base alle caratteristiche e professionale, da intermediari finanzia- dell’investimento e all’entità della parte- ri specializzati che, di norma, sono o cipazione assunta. finanziarie appartenenti a gruppi bancari Si tratta di un approccio ben diverso da o operatori indipendenti, spesso di quello dell’operatore speculativo (hedge matrice anglosassone. fund in primis), finalizzato principalmen- La veste giuridica tipica degli operatori te a cogliere il timing di entrata e di usci- attivi in Italia è la Società di Gestione del ta da questo o quel segmento di con- Risparmio (SGR) autorizzata alla gestio- trattazioni regolamentate, con l’ottica ne di fondi mobiliari chiusi, con capitali attenta al trend generale del mercato di raccolti nel mercato finanziario, di norma riferimento più che alla creazione di presso investitori istituzionali. valore nell’impresa. La remunerazione di questi ultimi non è Sono sufficienti queste brevi considera- prefissata, ma collegata ai risultati degli zioni per comprendere come il valore investimenti effettuati, quindi ai profitti aggiunto apportabile da un investitore di ottenuti. private equity non risieda solo nell’age- Profitti che nell’attività di private equity volare il reperimento di capitale di derivano essenzialmente dalle plusva- rischio9, ma anche nel know-how messo lenze attese all’atto della dismissione a disposizione dell’azienda e negli sti- delle partecipazioni e debbono posizio- moli manageriali in essa introdotti. Ciò al narsi su livelli significativamente più ele- fine di sviluppare e valorizzare la parteci- vati di altri investimenti finanziari, inclusi pata, con potenziali ricadute positive sul- quelli in azioni quotate. Ciò, sia per l’ele- l’intera comunità economica. vato grado di rischio, che può portare anche alla perdita totale del capitale, sia 2.3) Le tipologie di operazioni di per il prolungato immobilizzo dei capita- private equity li impiegati8, sia per la sostanziale illiqui- dità delle quote dei fondi mobiliari chiu- Gli interventi di private equity, nelle si, prive di un efficiente mercato secon- forme e nei contenuti, tendono ad adat- dario. tarsi alle diverse fasi di vita delle imprese Per ottenere una redditività congrua con target ed alle conseguenti necessità di gli elevati livelli di rischio, l’operatore di capitali di rischio e di supporto manage- private equity deve dunque mirare a riale. conseguire significativi incrementi di Essi, in accordo a prassi operative ampia- valore delle imprese partecipate. Di con- mente invalse, vengono raggruppati seguenza, egli è indotto, laddove neces- nelle seguenti categorie:

a) finanziamento dell’avvio (venture capital);

b) finanziamento dello sviluppo (deve- lopment capital);

c) finanziamento del cambio di proprie- tà: c1) parziale (replacing capital); c2) totale (buy-out);

d) finanziamento della ristrutturazione di imprese in crisi (turn-around).

a) Finanziamento dell’avvio (venture capital) Vi rientrano tutti gli investimenti finalizza- ECONOMIA 11 ti a supportare le prime fasi di avvio del- l’impresa (early stage financing), com- presa la sua stessa progettazione e costi- tuzione. Generalmente questa attività è qualifica- ta con il termine anglosassone venture capital, espressivo della componente di “avventura” insita nell’apporto di capitali di rischio in una nuova iniziativa impren- ditoriale. All’interno dell’early stage financing, in corrispondenza di un’ulteriore segmen- tazione della fase di avvio dell’impresa, gli interventi di venture capital possono ulteriormente articolarsi in: a) Seed financing (finanziamento del “seme”, ossia del progetto imprendito- • il ricorso esclusivo al debito bancario riale): l’apporto di capitale di rischio ha non appare praticabile, per la sua one- luogo nella fase di sperimentazione rosità, per le garanzie che l’imprendi- del prodotto o nella fase di costituzio- tore non è in grado o non intende rila- ne dell’impresa, se non addirittura in sciare, per gli squilibri che ingenere- quella antecedente in cui esiste solo rebbe nella struttura finanziaria dell’im- una potenziale idea imprenditoriale; presa. b) Start up financing (finanziamento dell’avvio dell’attività produttiva), l’ap- c) Finanziamento del cambio di porto di capitale di rischio ha luogo proprietà nella fase in cui si è giunti allo svilup- Vi rientrano tutte le operazioni che com- po e alla produzione del bene/servi- portano un riassetto della compagine zio, spesso tutelato da brevetto, ma sociale dell’impresa target mediante non si è ancora avviata l’attività di ingresso di un investitore di private commercializzazione di massa. equity al posto di altri azionisti10. Dette operazioni non implicano alcun Entrambi gli interventi sono caratterizzati incremento di mezzi propri dell’impresa da elevata aleatorietà che, come ovvio, target se, almeno nell’immediato, non è tocca i massimi nel seed financing. necessario espandere l’attività aziendale o intervenire sulla struttura finanziaria b) Finanziamento dello sviluppo della partecipata. Nel caso contrario -e Rientrano in questa categoria gli investi- non improbabile- l’intervento dell’inve- menti finalizzati allo sviluppo di imprese stitore di private equity si estenderà già consolidate, attuati mediante apporti ulteriormente con apporti di capitale a di mezzi propri e/o mediante sottoscri- sostegno della crescita o della ristruttu- zione di prestiti obbligazionari converti- razione aziendale. bili. Il grado di intensità del riassetto aziona- Il finanziamento dello sviluppo può rio, e i conseguenti impatti sulla strate- opportunamente giovarsi dell’intervento gia aziendale, possono essere assai di investitori di private equity nei casi in diversi a seconda delle motivazioni sot- cui: tostanti. Al riguardo si è soliti distingue- re tra due categorie: • l’imprenditore non ha la possibilità o la volontà di apportare nuovi capitali di a) replacement capital (avvicendamen- rischio; to di uno o più azionisti di minoran- za); • l’impresa non ha i requisiti per quotar- si in borsa o l’imprenditore non è a ciò b) buy out (cambio radicale della pro- interessato; prietà dell’impresa). 12 ECONOMIA

L’operazione di replacement capital (MBO) o, meno frequente, di mana- presuppone la volontà di alcuni azionisti ger esterni all’azienda (MBI). di minoranza, non più interessati al pro- sieguo dell’attività aziendale, di dismet- d) Finanziamento della ristrutturazione tere la propria partecipazione. Ciò si delle imprese in crisi verifica tipicamente in occasione di pas- (turn-around) saggi “successori” di imprese a condu- Diversamente dalle operazioni di repla- zione familiare o di smobilizzi da parte cement e di buy-out, in quelle di turna- di precedenti investitori finanziari o per round financing l’impresa target versa in l’insorgere di disaccordi con il socio di uno stato di grave crisi, che richiede radi- maggioranza sulle strategie aziendali. cali cambiamenti a livello di manage- In tutti questi casi e in altri in cui il socio ment, assetto di controllo e posiziona- di maggioranza non può o non ha inte- mento strategico. resse a rilevare le quote dei soci uscen- L’intervento dell’investitore di private ti, l’intervento di un investitore di priva- equity si accompagna di norma all’impe- te equity è in grado di assicurare stabili- gno di un nuovo gruppo imprenditoriale tà alla compagine azionaria e conse- o di un team esperto di manager, inter- guente continuità alla gestione azienda- no o esterno all’azienda. le. In quest’ultimo caso l’operazione consi- Nei replacement capital l’uscita dei soci ste in una combinazione di manage- di minoranza non modifica, in genere, la ment buy-out/in e di turnaround finan- posizione del socio di maggioranza. cing. Nelle operazioni di buy-out è, invece, Gli interventi in esame sono inoltre quest’ultimo a dimettere la propria attuati con soluzioni volte ad alleggerire quota di controllo, cedendola a un il peso dell’indebitamento o a procrasti- nuovo soggetto o a una cordata. narne le scadenze. In questo senso va Nell’ambito della nuova compagine di inquadrata la richiesta alle banche finan- controllo, l’investitore di private equity ziatrici di convertire in azioni parte dei può assumere pesi e ruoli differenti a crediti vantati verso l’impresa target. seconda dell’entità della quota rilevata. L’ingresso delle banche nella compagine Si va dall’acquisto di quote di minoran- sociale, quando non dovuto all’evitare za a fianco del nuovo gruppo imprendi- un fallimento che azzererebbe comple- toriale di controllo, con un coinvolgi- tamente il valore dei loro crediti, è fina- mento limitato all’apporto di capitali di lizzato più al “rapido” recupero della pro- rischio, all’assunzione di partecipazioni pria esposizione12, che al rilancio a di maggioranza (talvolta con accordi di medio termine dell’attività imprenditoria- sindacazione con altri investitori finan- le, cui è invece più sensibile l’investito- ziari) implicanti la nomina di manager di re di private equity. propria fiducia11 e l’assunzione di responsabilità diretta della gestione Ricordiamo, infine, che gli interventi in aziendale. esame possono essere effettuati anche Le operazioni in esame, a loro volta, si nell’ambito di procedure concorsuali articolano in: (quali l’amministrazione controllata o l’amministrazione straordinaria), 1. leveraged Buy-Out (LBO), in cui una mediante subentro totale o parziale nella parte prevalente dei capitali necessa- gestione dell’impresa in crisi13 di una ri per acquisire il controllo societario new-co costituita ad hoc dal gruppo viene reperita mediante ricorso all’in- acquirente. debitamento, da rimborsarsi con i futuri flussi di cassa generati dall’im- presa target. 3. IL CONTRIBUTO DEL PRIVATE 2. management buy-out (MBO) o buy- EQUITY ALLO SVILUPPO ECONOMICO in (MBI), in cui l’intervento dell’inve- stitore di private equity è affiancato La rilevanza e le ricadute del private dall’acquisto di una partecipazione da equity non sono di natura esclusivamen- parte dei manager della società te aziendale, e non riguardano soltanto i ECONOMIA 13 soggetti che effettuano l’impiego e le pazione pari al 5,4% annuo, ampiamen- imprese destinatarie, ma interessano il te superiore allo 0,7% rilevato nello stes- sistema economico e sociale, i mercati so periodo per l’economia europea15. finanziari e una moltitudine di altri sog- Questa ricerca consente altresì di disag- getti, banche incluse, che intrattengono gregare il contributo occupazionale, relazioni con esse. distinguendo le imprese in due gruppi, a seconda del tipo di intervento di private 3.1. Le performance delle imprese ven- equity di cui sono state oggetto: ture-backed: evidenze empiriche a. società interessare da un’operazione Di recente sono state effettuate indagini di buy-out; empiriche su campioni rappresentativi di imprese oggetto di interventi di private b. società interessate di operazioni di equity. Tali indagini, condotte sia a livello venture capital. internazionale, che con specifico riferi- mento al contesto italiano, forniscono Entrambe hanno registrato una crescita interessanti informazioni circa le perfor- del numero dei dipendenti, ma di inten- mance assolute e relative fatte registrare sità assai diversa. da dette imprese (denominate venture- Per le prime il tasso di crescita medio backed) e sulla cui scorta è possibile dell’occupazione è stato pari al 2,4% avanzare alcune considerazioni di più annuo che -interessante da segnalare- ampio respiro. sale al 7% nei casi in cui il subentro mediante buy-out è avvenuto nei con- Mercati esteri. Nei Paesi ove il private fronti di un impresa a proprietà familiare. equity vanta le tradizioni più consolidate Per le seconde l’incremento occupazio- sono disponibili da tempo numerose nale è risultato di gran lunga superiore, e ricerche che dimostrano come l’ingresso ha raggiunto tassi del 30% annuo. di un venture capitalist nella compagine societaria di un’impresa consenta, sia di Mercato italiano. E’ disponibile anche registrare performance economico- per Italia un’indagine rappresentativa finanziarie superiori alle medie di setto- delle performance economiche e occu- re, sia di generare impatti positivi in ter- pazionali delle imprese venture backed. mini di incremento degli investimenti e Si tratta di una ricerca16 condotta dell’occupazione. dall’Associazione di Categoria, AIFI, e Un recente studio della Venture Capitale dalla Price Waterhouse Coopers, basata Association (NVCA), associazione ameri- su campione di 70 società italiane cana degli operatori di venture capital, oggetto, nel periodo 2002-2004, di dis- evidenzia che a fronte di un incremento investimento successivo a un’operazio- medio dei dipendenti del 2.3%, rilevato ne di venture capital (sia start-up che tra il 2000 e il 2003 per l’insieme delle expansion) o di buy-out. imprese statunitensi, quelle partecipate Le performance osservabili per società da un operatore di private equity (ven- incluse in questo campione sono state ture backed) hanno registrato nello stes- confrontate con quelle relative al gruppo so periodo un tasso medio annuo di cre- di medie imprese italiane oggetto di sta- scita dell’occupazione del 6.5%, arrivan- bile monitoraggio da parte di do a coprire, grazie alla parallela crescita Mediobanca. dimensionale, una quota del fatturato A livello aggregato, le imprese partecipa- nazionale prossima al 10%14. te dal private equity hanno registrato un In Europa, secondo i dati della European incremento annuo del fatturato pari al Venture Capital Association (EVCA), 18% circa, contro un modesto 3% con- associazione europea degli operatori di seguito dalle imprese appartenenti al private equity e venture capital, tra il campione di Mediobanca. 2000 e il 2004 le imprese venture bac- In termini di redditività le differenze sono ked, che assorbono il 6% della forza ancora più marcate: il margine operativo lavoro dell’intero Continente, hanno lordo cresce annualmente ad un tasso creato oltre un milione di posti di lavoro, medio del 10% per le prime, mentre per registrando una crescita media dell’occu- le seconde si contrae in media del 4% 14 ECONOMIA

l’anno. nali: l’incremento del numero degli Anche sul fronte occupazionale emergo- addetti si è verificato non solo nelle ope- no performance nettamente migliori per razioni di venture (+6.5% annuo) ma le imprese venture backed: nel triennio anche, e addirittura in misura più soste- la numerosità dei loro dipendenti nuta, nelle operazioni di buy-out aumenta ad un tasso medio dell’8.5%; (+10,7%). quella delle imprese incluse del campio- Viene così confutato il pregiudizio secon- ne di Mediobanca resta sostanzialmente do cui l’ingresso in un impresa di un invariata. operatore di private equity mediante un La ricerca dell’AIFI consente inoltre di dis- buy-out porta inevitabilmente a sacrifici aggregare tra operazioni di venture capi- occupazionali . tal (early stage e expansion) e opera- Come ovvio, trattandosi di dati riferiti a zioni di buy-out. un campione e a un arco temporale Nel triennio le società interessate da un piuttosto limitati, la valenza di tali con- intervento di venture capital (compor- clusioni deve essere sottoposta a ulterio- tante immissioni di capitali di rischio) ri verifiche ed è lungi da noi attribuire hanno registrato, grazie anche alla loro validità generale ad esse. minore dimensione media ante investi- mento, un maggior tasso annuo di cre- scita dei ricavi, pari mediamente al 24%, 3.2. Le ragioni sottostanti le migliori per- Per contro, le imprese oggetto di buy-out formance delle imprese venture (per le quali non vi è immissione capita- backed li di rischio, ma addirittura un aumento del loro grado di indebitamento) hanno Per le operazioni che comportano conseguito un incremento annuo dei immissione di “mezzi freschi” nell’azien- ricavi ben più contenuto, per quanto da (start-up, expansion) la maggior dis- significativo: 10%. ponibilità di capitali di rischio facilita sicu- Queste ultime denotano, però, una ramente i processi di sviluppo dimensio- migliore performance in termini di nale da realizzare mediante nuovi inve- EBITDA17, cresciuto in media più del stimenti e/o mediante acquisizioni di doppio (14% circa l’anno) rispetto alle altre aziende, con benefici in termini di imprese interessate crescita dell’occupazione. da operazioni di Di norma, ne conseguono, almeno nel venture capital. medio periodo, economie di scala e di Dalla lettura incro- scopo che si riflettono positivamente ciata di tali dati, si anche sui margini reddituali. conferma che di Ma la sola immissione di capitali di norma l’operazione rischio non giustifica completamente il di buy-out è focaliz- divario di performance riscontrato a zata precipuamente favore delle imprese oggetto di interven- sulla razionalizzazio- ti di venture capital e, soprattutto, non ne dei costi dell’im- può avere alcuna rilevanza nelle opera- presa partecipata18, zioni di buy-out ove, oltre a non esservi mentre l’operazione apporto di capitali propri nell’azienda, si di venture capital assiste a un ampio ricorso al debito che punta soprattutto ad finisce per essere trasferito all’impresa obiettivi di crescita, target con possibili condizionamenti dei contando sui mag- suoi margini di sviluppo. giori capitali propri a Le ragioni del divario positivo di perfor- disposizione dell’a- mance, mediamente registrato dalle zienda. imprese venture backed risiedono piut- Un aspetto interes- tosto nei fattori sottostanti l’imperativo sante, e tutt’altro della “creazione di valore” che un opera- che scontato, emer- tore di private equity è chiamato a per- ge infine dai dati seguire per poter garantire una way-out relativi alle perfor- (conclusione) profittevole al proprio mance occupazio- investimento. ECONOMIA 15

Oltre che finanziariamente, il suo appor- concessi in un’impresa familiare, sia per to ai fini della creazione di valore nel- i potenziali ritorni economici. Questi ulti- l’impresa partecipata, ha luogo in termi- mi possono assumente anche dimen- ni: sioni rilevanti in termini, di plusvalenze a. consulenza manageriale e strategica; conseguibili a fronte delle azioni even- tualmente sottoscritte dai manager nelle b. vaglio critico delle proposte dell’im- fasi iniziali e/o ricevute in attuazione di prenditore; piani di stock-option. c. contributo alla gestione della funzione Osserviamo infine che parte del divario finanziaria d’impresa, inclusi i rapporti positivo tra le performance delle impre- con gli intermediari finanziari; se venture backed e quelle delle altre imprese presenti nelle aree geografiche d. messa a disposizione di un network di di riferimento è dovuta, plausibilmente, accordi e partnership; alla capacità degli operatori di private equity di selezionare aziende con signifi- e. selezione e motivazione delle risorse cative potenzialità inespresse; potenziali- manageriali. tà che gli stessi sono in grado di ottimiz- zare e far emergere mediante gli appor- Quest’ultimo fattore induce un’ulteriore ti e le azioni sopra richiamate. riflessione circa il contributo che può provenire dal private equity ai fini del- l’allocazione ottimale delle risorse mana- 4. CONCLUSIONI geriali. In generale nelle imprese oggetto di un Sono trascorsi molti lustri prima che l’at- intervento di private equity, e in partico- tività di private equity iniziasse a svilup- lare nelle operazioni di Management parsi nel nostro sistema economico- buy-out19, la selezione del management finanziario. Ciò è avvenuto in tempi avviene sulla base di criteri professionali recenti e con un’intensità per certi versi e meritocratici assai più rigorosi di quelli superiore alle attese che le esperienze adottati sia nelle imprese familiari, ove storiche consentivano di nutrire. contano i rapporti di parentela o i legami Si tratta di un processo non concluso. fiduciari prevalentemente sia nelle Anzi, sotto vari profili esso deve ancora imprese pubbliche o cooperative, nelle maturare e deve essere messo alla quali sovente ha rilevanza il rapporto pri- prova da parte di una domanda ampia- vilegiato con partiti e lobbies di potere. mente inespressa. La selezione del management nel priva- Siamo però in presenza di un fenomeno te equity può inoltre risultare più coeren- rilevante che, a prescindere dalla ben te con l’obiettivo di massimizzare le per- consolidata realtà statunitense, interessa formance nel medio termine di quanto a anche paesi di tradizione banco-centrica, volte lo sia nelle public company. Ciò nei quali ha iniziato ad attecchire e ad tende a verificarsi quando tra i principali attrarre le attenzioni dei pubblici poteri. requisiti richiesti al management di que- Questi ultimi, oltre a riconoscerne la vita- ste ultime, si dà preminente importanza le importanza, si sono dichiarati favore- all’efficacia nella comunicazione al mer- voli all’introduzione di opportune e mira- cato finanziario e alla capacità di ottene- te forme di sostegno. re risultati di breve periodo atti ad inci- Le prime analisi empiriche di cui si dis- dere rapidamente sull’andamento dei pone, pur scontando i limiti della conte- corsi azionari. nuta estensione temporale e della Questa capacità di selezione ed incenti- ristrettezza della popolazione da sotto- vazione del management sta creando porre a campionatura, consentono di presso dirigenti di qualità dell’industria e avanzare cautamente valutazioni positi- del terziario un crescente interesse verso ve. l’esperienza di un management buy- Non necessitano, in vero, riprove empiri- out, sia per gli apprezzati margini di auto- che per propiziare l’esistenza e lo svilup- nomia riservati ai manager di un impre- po di un’attività indispensabile, di cui un sa venture backed, superiori a quelli sistema finanziario deve assolutamente 16 ECONOMIA

dotarsi. 3 I.P.O sta per Initial Public Offerings; alla lettera: Lo auspicava un grande banchiere agli offerte pubbliche iniziali. Trattasi di collocamenti di titoli azionari effettuati in occasione della (ini- inizi della seconda metà del secolo scor- ziale) quotazione della società emittente. so, adoperandosi attivamente, purtroppo 4 Dalle considerazioni di Mattioli emerge chiara- senza successo. La storia ne dimostra la mente che l’attività e le finalità del Promoter, ovvero di chi esercita il credito mobiliare, sono necessità in qualsiasi momento e in ben diverse da quelle di finanziamento, con- qualsiasi fase dello sviluppo economico. giunto al controllo e al coordinamento di grup- Con specifico riferimento alla realtà ita- po, svolte dalle holding e, all’estremo opposto, da quelle di gestione di portafoglio, improntate liana il mancato decollo, per lunghi anni, alla ripartizione del rischio/massimizzazione del di tale attività è dovuto a una serie di fat- rendimento, svolte dai fondi comuni d’investi- tori che non è il caso di richiamare in mento (aperti) e simili. Le prime assecondano questa sede. le esigenze di imprese appartenenti a gruppi, ne coordinano e controllano l’attività; i secondi Tra questi, preme tuttavia ricordare, con- agevolano il reperimento di mezzi propri soprat- vinti che sia ancora ampiamente diffusa, tutto delle società quotate, con gli stretti limiti, la ritrosità di molte imprese ad aprire il derivanti dagli obblighi di diversificazione degli impieghi e con la tipica logica della selezione di proprio azionariato a terzi: “a spogliarsi - portafoglio. come diceva Mattioli - dei vecchi panni”. 5 La fonte principale è costituita dalle Relazioni Non è, quindi, azzardato affermare che, annuali della Banca Commerciale Italiana per il periodo 1945-1971. Altro interessante materia- nell’attuale contesto, l’offerta di capitali le è contenuto nel testo di Giorgio Rodano, Il da parte degli operatori di private equity credito all’economia – Raffaele Mattioli alla è soddisfacente, variegata e, al momen- Banca Commerciale Italiana, Ricciardi, Milano to, non denota limiti di adeguatezza, 1983, 6 Tale è l’impresa oggetto dell’investimento. mentre è la domanda a non esprimere 7 Si può tuttavia assistere ad interventi nei con- appieno le proprie potenzialità. Un ritar- fronti di società quotate, spesso con l’obiettivo di do e un limite ancora difficili da rimuo- un loro delisting. 8 Si consideri che una profittevole dismissione vere. richiede mediamente un orizzonte temporale di almeno 3-5 anni e che le condizioni dei merca- ti mobiliari, qualora lo smobilizzo abbia ad effet- tuarsi mediante quotazione di borsa, possono comportare ritardi anche molto significativi. Le condizioni dei mercati finanziari finiscono comunque per esercitare una qualche influenza indiretta anche in presenza di altre forme di smobilizzo. 9 Tale funzione, precipua della sua attività, viene anche comunemente indicata come canalizza- zione verso l’impresa di capitali di rischio “pazienti”. 10 L’impresa target in questi casi si trova nella fase NOTE di maturità e, solitamente, versa in condizioni di sostanziale equilibrio sia economico che finan- ziario. Va tuttavia segnalato che gli interventi in GLI AUTORI: esame possono aver luogo anche in situazioni di crisi aziendale. 11 Andrea Calamanti è Professore Ordinario di o la conferma di quelli esistenti. 12 Economia degli Intermediari Finanziari presso la Anche accettando consistenti decurtazioni Facoltà di Economia dell’Università di Ferrara. È (write-off). 13 autore di numerose pubblicazioni e saggi, e tito- Il subentro della new-co (nuova società) può lare dei corsi di Economia delle Aziende di aver luogo, tra l’altro, mediante contratto di affit- Credito e di Economia del Mercato Mobiliare. to d’azienda o di singoli rami di essa. 14 Paolo Diprima è Dottore Commercialista e Global Insight, Venture Impact 2004. Venture Professore a contratto presso la cattedra di Capital Benefits to the U.S. Economy, ricerca Economia delle Aziende di Credito, Facoltà di condotta da National Venture Capital Economia, Università di Ferrara. Association, Alrlington, Virginia, 2006. 15 Center for Entrepreneurial and Financial Studies 1 Si tratta di affermazioni reiterate da anni, che (CEFS), Employment Contribution of Private andrebbero lette unitamente a quelle riguardan- Equity and Venture Capital in Europe, EVCA ti l’eccessivo e improprio ricorso al credito ban- Research Paper, EVCA, November 2005 16 cario a breve, riferite addirittura al 1948 e per le Cfr: L’impatto economico del private equity e quali si rinvia al riquadro di pag. 7. venture capital in Italia, AIFI-PriceWaterhouse & 2 Certo è che, anche grazie a Basilea 2, oggi e in Coopers, marzo 2006. 17 prospettiva le “infusioni” di siero fisiologico sono Acronimo in lingua inglese di Utile al lordo delle sempre meno praticabili e la soluzione del pro- imposte, degli interessi, delle svalutazioni e blema non più che avvenire con interventi degli ammortamenti. 18 appropriati e non con surrogati o succedanei. La razionalizzazione dei costi è necessaria Esso, quindi, per certi versi si esalta. anche per assicurare un cash-flow. ECONOMIA 17

Il Fondo di Rotazione della Camera di Commercio di Ferrara

Un nuovo strumento per lo sviluppo delle imprese innovative Mauro Giannattasio Segretario Generale della Camera di Commercio di Ferrara

Lo sviluppo di imprese innovative, come nere attivamente le imprese innovative è noto, è ostacolato dalla inadeguatezza tramite uno strumento, quale il Fondo di del mercato finanziario privato nel prov- Rotazione. Un Fondo, cioè, volto alla vedere al capitale di rischio, in particolare gestione di interventi, nella forma di par- nelle fasi di avvio dell’impresa, il cosid- tecipazioni di minoranza al capitale socia- detto start up. In effetti, la convinzione le di imprese innovative, costituite o che la nascita e la crescita di nuove costituende, che abbiano la natura giuri- imprese innovative richiedano strumenti dica di società di capitali. Si tratta di un profondamente diversi dal credito banca- ruolo, per inciso, che viene esplicitamen- rio è ormai diffusa e consolidata. te riconosciuto dalla stessa Commissione Numerose analisi concordano nel sottoli- Europea, purchè sia gestito secondo rigo- neare che le nuove imprese innovative, rosi criteri di mercato. quelle cioè basate sulla conoscenza e Più in particolare, il Fondo di rotazione, provenienti dalla Università e dalla ricer- mobilitando risorse vicine al territorio ad ca, oppure quelle fondate da imprendito- alto impatto, consente di: ri provvisti di un know-how tecnologico - partecipare al capitale di rischio delle originale, incontrano forti difficoltà nel imprese innovative, tramite quote di finanziamento delle loro fasi iniziali. Esse importo relativamente contenuto (si infatti, assai frequentemente, non hanno parla di seed capital, per esigenze di altre garanzie da offrire, che non siano finanziamento comprese nell’intervallo appunto quelle del talento degli impren- tra 100 mila e 500 mila euro), sogget- ditori, della tecnologia e della qualità del te a liquidazione alle scadenze concor- proprio progetto imprenditoriale. date; - contribuire alla predisposizione delle Le finalità del Fondo infrastrutture di servizi per la promozio- Per questi motivi, la Camera di ne, la selezione, l’accompagnamento Commercio di Ferrara ha deciso di soste- ed il loro supporto; 18 ECONOMIA

- gestire, con opportune misure, il rien- parte residuale dell’importo, destinato tro della Camera di Commercio dalle allo specifico intervento, fino a concor- quote investite, alle scadenze stabilite, renza della somma massima comples- per poter reintegrare il Fondo stesso. siva di € 100.000,00. Tenendo presente che il momento cri- tico del funzionamento del Fondo è Inoltre, la sottoscrizione delle quote di proprio quello rappresentato dalla di- capitale è accompagnata dal cosiddetto smissione dalla partecipazione. patto di riacquisto, mediante il quale i soci si obbligano a rispettare uno speci- Le tipologie di imprese beneficiarie fico piano di rientro. In particolare, esso Sono le imprese innovative che rientra- consiste nel riacquisto delle quote alla no nelle definizioni comunitarie di micro, scadenza dei 3 anni, peraltro con la pos- piccola e media impresa, di cui alla sibilità di rateazione di una parte del Raccomandazione della Commissione capitale nei successivi 2 anni. Il termine Europea n. 316/2003/CE del 6 maggio di 3 anni viene appunto ritenuto suffi- 2003, e che abbiano la propria sede ciente per permettere agli imprenditori legale ed operativa nella provincia di di realizzare il cosiddetto “business Ferrara. plan” e di riacquistare le quote. Questo In sostanza, deve trattarsi sia di imprese meccanismo consentirà una continua nuove da costituire nella forma di socie- alimentazione del Fondo che, “a rotazio- tà di capitali, purchè si impegnino ad ne” potrà disporre, a fronte di operazio- addivenire alla costituzione entro una ni di riacquisto, delle risorse necessarie Il dottor Mauro Giannattasio, Segretario Generale della data definita; sia di imprese già esisten- per realizzare nuovi interventi. Camera di Commercio di Ferrara ti, anch’esse nella forma di società di capitali, che prevedano progetti di svi- Il riscontro delle imprese all’iniziativa luppo fortemente innovativi. In entram- camerale bi i casi, le imprese debbono presenta- I primi riscontri dell’iniziativa camerale re almeno uno dei seguenti requisiti: sono stati incoraggianti. Infatti, già a - Il possesso documentato di una nuova seguito della pubblicazione del primo tecnologia di prodotto, processo e/o bando annuale per la raccolta di candi- servizio. dature, aperto dal 15 luglio al 30 - La provenienza del nucleo imprendito- novembre 2006, le imprese della riale dall’Università e dal mondo della nostra provincia hanno mostrato inte- ricerca pubblica e/o privata (la cosid- resse all’iniziativa. Finora sono pervenu- detta impresa spin off). te 3 richieste, mentre altre imprese, tra - Collaborazioni con Università e mondo le quali 2 spin-off dell’Università di della ricerca scientifica pubblica e/o Ferrara, hanno manifestato l’intenzione privata, che riguardino il trasferimento di trasmettere a breve analoga doman- di ricerche e di innovazioni tecnologi- da. Va ricordato che lo scorso 20 che, nonché le loro applicazioni ai pro- novembre era stato organizzato, nella cessi aziendali. sede camerale, un incontro illustrativo - La identificazione di una “business del progetto, al quale avevano parteci- idea” innovativa. pato rappresentanti di Associazioni di categoria, consulenti, oltre che le impre- se che avevano preso contatto con il Le modalità operative del Fondo Servizio Affari promozionali della Rimane da chiedersi dunque come Camera di Commercio, al fine di acqui- interviene operativamente il Fondo. sire informazioni più dettagliate sull’ini- Ebbene, l’intervento della Camera di ziativa. Ampia diffusione è stata ed è tut- Commercio di Ferrara prevede un tora offerta anche dal portale camerale ammontare massimo di € 100.000,00 www.fe.camcom.it, da inserti pubblicita- così suddiviso: ri e testi redazionali pubblicati sui due • Sottoscrizione di una quota del capita- quotidiani locali, ed ora anche da que- le sociale nominale, che non potrà sto numero de “La Pianura”. comunque eccedere il 25 % del capi- Va comunque evidenziato che il bando tale nominale complessivo; funge soltanto da strumento per cataliz- • versamento in conto capitale, per la zare, a cadenza annuale, l’attenzione ECONOMIA 19 sull’iniziativa: ai sensi del Regolamento della creazione di impresa e dell’alta di attuazione (e compatibilmente con le tecnologia, che sono stati prescelti dalla risorse disponibili), le imprese potranno Giunta della Camera di Commercio in infatti presentare domanda in qualsiasi modo da assicurare adeguata rappre- momento dell’anno. sentatività alle esperienze maturate anche in ambito universitario. Infine, la valutazione dei progetti sotto E’ stato inoltre predisposto, e recente- il duplice profilo tecnologico ed econo- mente sottoposto all’esame della mico-finanziario (la cosiddetta “due Giunta stessa, l’elenco degli esperti diligence”) viene svolta da un apposito valutatori esterni che, ai sensi dell’art. 9 Comitato tecnico di valutazione, che del Regolamento di attuazione del poi emette un giudizio finale di fattibili- Fondo, potranno coadiuvare il Comitato tà dell’intervento. Tecnico nello svolgimento delle attivi- Esso è composto da quattro esperti di tà di valutazione dei vari progetti pre- alto livello professionale, nel settore sentati. 20 ECONOMIA

Lo “spiega” Giantomaso Giordani, componente del Comitato Tecnico di valutazione Il Fondo della Camera di Commercio: un “volano” finanziario per l’innovazione dell’imprenditoria ferrarese a cura di Angelo Giubelli La Camera di Commercio di Ferrara, perseguiti dalla Camera di Commercio nella convinzione che lo sviluppo loca- con la costituzione del Fondo di rota- le delle imprese innovative possa zione. incontrare ostacoli nell’apprestare il “Con la istituzione del Fondo di rota- capitale di rischio necessario ad un zione – ha spiegato il professionista – equilibrato avvio del progetto d’impre- l’Ente camerale ha inteso assumere un sa, ha inteso assumere il ruolo di agen- ruolo di concreto sostegno alla nascita te sostenitore dei progetti di queste ed alla crescita di imprese portatrici di imprese mediante la creazione di uno novità nei processi produttivi e com- strumento ad hoc: il Fondo di merciali, nei prodotti, beni o servizi che Rotazione per le imprese innovative. Il siano, ed anche nella gestione, inse- Fondo è già operativo. E, a tal fine, è diate nel territorio ferrarese”. stato istituito il Comitato tecnico di valutazione di fattibilità dei progetti In che cosa, concretamente, consiste il interessati all’intervento camerale. Di sostegno del Fondo di rotazione? tale Comitato fanno parte: il professor “Il sostegno – precisa il dott. Giordani Remigio Rossi, presidente del – assume due forme. Una esplicita: la Consorzio Ferrara Ricerche; il dottor partecipazione dell’Ente camerale al Giantomaso Giordani, commercialista; capitale di rischio dell’impresa; la il professor Roberto Bettocchi, docente seconda implicita, conseguente all’in- alla Facoltà di Ingegneria dell’Università dubbio credito dato dalla presenza, di Ferrara e il dottor Laura Ramaciotti, nella compagine partecipativa, di un docente di Economia aziendale, prestigioso Ente, che opera istituzional- gestione imprese e marketing presso mente a presidio dell’attività economi- lo stesso Ateneo. Al dottor Giordani ca. A ben vedere, questa ultima forma abbiamo chiesto di illustrare gli intenti può assicurare al progetto industriale ECONOMIA 21 un valore d’immagine ed un consenso di per sé portatore di credito sulla vali- dità dell’obiettivo imprenditoriale, non- ché al suo corretto perseguimento”.

Referenza di grande rilievo, quindi. Non può, però, la partecipazione destare dubbi ed anche preoccupazio- ne nell’imprenditore sulla possibilità di eccessiva intromissione nella condu- zione dell’azienda? “Tale possibilità è da escludere” - pre- cisa il dottor Giordani e prosegue: “E’ opportuno sul punto essere chiari, fugando da subito qualsiasi perplessità. La Camera di Commercio non intende interferire nella gestione dell’impresa, non si ingerirà, pertanto, nella condu- zione della stessa. Vorrà avere, tuttavia, Camera , ulteriori risorse saranno desti- conoscenza dell’andamento e dei risul- nate al Fondo negli anni successivi; per tati gestionali, come è diritto di ogni il 2007, 500.000 Euro. La ‘rotazione’ socio di minoranza”. riporterà al Fondo le risorse già impe- gnate e, di tempo in tempo, rimborsa- Dottor Giordani, Lei ha fatto riferimen- te in attuazione dei programmi conve- to alla componente ‘esplicita’ degli nuti con le società partecipate. In tal interventi; può dettagliare tale concet- modo si creerà un ‘volano’ finanziario to? che col tempo potrà raggiungere un “La Camera di Commercio sottoscrive monte ragguardevole”. e versa una quota di minoranza, non eccedente il 25% dell’intero capitale Quali tempi sono previsti per il rientro sociale, oltre ad eventuali riserve di al Fondo dei capitali investiti? sovrapprezzo. L’esborso complessivo “E’ opportuno, nel rispondere a questa non potrà, allo stato, superare l’impor- domanda, ricordare l’intendimento to di Euro 100.000. Sono queste le dell’Ente camerale, già precisato dal condizioni poste in un regolamento Presidente Carlo Alberto Roncarati, alla della Comunità Europea (per il cosid- presentazione del progetto il 14 luglio detto regime ‘de minimis’ per la parte- 2006: l’intervento del Fondo di cipazione pubblica). Già si sa che dal 1 Rotazione è fatto con denaro pubblico gennaio 2007 l’importo detto potrà e non può essere considerato come essere elevato a Euro 220.000 in una devoluzione a fondo perduto. attuazione di una novella regolamenta- L’Ente camerale converrà con gli altri re dell’Unione Europea che ha esteso soci il rientro dell’investimento effet- la possibilità di dare tali aiuti anche alle tuato nella società partecipata, nell’ar- imprese operanti nei settori della com- co temporale di tre/cinque anni. In tal mercializzazione dei prodotti agricoli e modo risulterà possibile intervenire a dei trasporti.” favore di nuove imprese, meritevoli di essere sostenute, per favorire la cresci- A quanto ammontano le risorse poste ta economica della nostra provincia”. dalla Camera di Commercio nel Fondo, Il dottor Giantomaso Giordani ha ricor- quale dote iniziale, per poter soddisfa- dato che la documentazione e le infor- re le richieste di aziende innovative mazioni sugli aspetti operativi potranno interessate all’intervento del Fondo essere ottenute dagli interessati sia stesso? mediante consultazione del sito web “La dote iniziale del Fondo di della Camera di Commercio Rotazione - spiega il dottor Giordani - (www.fe.camcom.it) sia accedendo ammonta a 700.000 Euro per le ini- agli uffici preposti della stessa. In quel- ziative promosse e di competenza per la sede potranno essere fornite tutte le l’anno 2006. Secondo gli intendimenti informazioni tecniche sulla meritoria manifestati dagli esponenti della istituzione. 22 ECONOMIA

Il Consorzio Ferrara Ricerche mette a frutto la ricerca applicata dei nostri migliori “cervelli” Quando studiare è il miglior investimento

a cura di Si scrive ricerca ma si legge reddito. È Dai 41 contratti commissionati del ’94 Marco Zavagli la formula virtuosa scritta in questi anni siamo passati ai 236 del 2005, con un dal Consorzio Ferrara Ricerche, quello controvalore che è lievitato da 628mila strumento che da anni riveste un ruolo euro nel ’94 a 7 milioni e 105mila nel attivo nello sviluppo economico locale 2005”. grazie a interventi sistematici a favore È il biglietto da visita del professor delle imprese innovative del nostro ter- Remigio Rossi, dal 2004 presidente ritorio, la cui crescita spesso è ostacola- dell’ente insediato nel polo scientifico ta dalla rigidità del mercato finanziario di via Saragat. privato. Sono gli stessi fini su cui ha “Il Cfr, la cui attività si esprime preva- voluto puntare la Camera di lentemente nelle aree della ricerca pre- Commercio intervenendo in veste di competitiva e di trasferimento tecnolo- investitore pubblico, attraverso la crea- gico, promuove e gestisce la ricerca e zione del Fondo di Rotazione per la l’innovazione – continua Rossi – attra- gestione di interventi nella forma di verso progetti realizzati in collaborazio- partecipazioni di minoranza al capitale ne con università, centri di ricerca, enti sociale delle piccole e medie imprese. pubblici e imprese in Italia come all’e- Il Fondo si propone di sostenere la stero, oltre che operare da collegamen- nascita e la crescita di imprese innova- to tra i generatori di know how, orga- tive nella provincia di Ferrara, parteci- nizzazioni industriali e mondo del lavo- pando al capitale di rischio con quote ro”. non superiori a 100mila euro. L’attività del Consorzio si concretizza È in questa mission che l’ente camera- nella acquisizione e nella gestione tec- le guarda con fiducia al ruolo che il Cfr nico-amministrativa di contratti di ricer- può avere come fiaccola di accensione ca, nel coordinamento di manifestazio- del motore dello sviluppo industriale ni scientifiche e nell’organizzazione di ferrarese. eventi formativi realizzati su commesse E da parte sua il Cfr le carte di imprese pubbliche e private, locali, in regola dimostra di aver- nazionali e internazionali. Fornisce assi- le. Costituito nel 1993 stenza alla imprenditoria con consulen- come organizzazione no za e con servizi: crea o partecipa a profit a partecipazione società strumentali anche a fini di lucro pubblica e privata, il suo per lo svolgimento di particolari attività statuto prevede la promo- (convegnistica, gestione tecnico-ammi- zione, lo sviluppo e la valo- nistrativa di spin-off, ecc.). promuove rizzazione di risorse accordi di cooperazione anche interna- umane, scientifiche, tecno- zionale tra enti di ricerca e imprese logiche ed economiche. industriali. Si propone inoltre come “Nel ’93 l’ateneo crea un partner nelle azioni che promuovono il organismo dove ci sono trasferimento di tecnologie strategiche come punti di riferimento e innovative dal mondo della ricerca a locale anche le imprese. Si quello delle imprese. forma un tavolo, attorno al Proprio sulla capacità propulsiva per quale siedono università e l’economia del trasferimento tecnologi- aziende, col fine di dare co alle imprese si fonda l’interesse Il Prof. Remigio Rossi, risposte a ogni domanda tecnica for- della partnership con la Camera di Presidente del Cfr nendo le persone in grado di offrirle. Commercio. ECONOMIA 23

“Operiamo in sinergia con l’Ufficio rap- Fisica, Chimica, Biologia, ecc... che ven- porti con le Imprese dell’Università gono coadiuvati da neolaureati del (Liaison office) – prosegue il presiden- nostro ateneo”. te - favorendo l’incontro tra l’offerta E quello che si sviluppa non è ricerca di presente nei centri di eccellenza e la base, ma ricerca applicata, i cui risultati domanda di ricerche e studi industriali sono più facilmente spendibili a breve e di crescita competitiva espressa dalle termine e di conseguenza immediata- imprese. La promozione del trasferi- mente apprezzabili dal mercato e dai mento tecnologico è attuata dal Cfr committenti, sia pubblici che privati. facilitando l’accesso per le imprese a “L’86% dei contratti che ci vengono programmi comunitari, ministeriali e proposti – entra nel dettaglio Rossi – regionali, fornendo notizie su opportu- proviene da aziende private. Solo il nità di finanziamenti e assistenza per la 14% del bilancio deriva da contratti loro richiesta, sostenendo le proposte con enti pubblici. Per quanto riguarda di ricerca con la individuazione delle le aziende private con le quali stipulia- partnership necessarie. Le imprese si mo un accordo, il 73% di queste opera mettono nelle nostre mani e noi ci sul territorio nazionale (fetta di merca- occupiamo del coordinamento di tutte to che per il Cfr ha voluto dire 4 milio- le attività pertinenti alla partecipazione ni e 450mila euro di commissioni), e alla gestione delle diverse tipologie di mentre il restante 27% (pari a 1 milio- intervento, dall’ambito amministrativo ne e 630mila euro) opera all’estero. alla completa copertura organizzativa Quanto alle aziende pubbliche, il 55% del progetto stesso. dei contratti che abbiamo sottoscritto In particolare, oltre alla identificazione (pari a circa mezzo milione di euro) delle opportunità di partecipazione ai discende da accordi con e diversi programmi di finanziamento, Provincia di Ferrara, mentre il 45% pro- cura la comunicazione delle informa- viene da altri enti (per un valore di zioni raccolte, l’assistenza nella predi- 463mila euro)”. sposizione della documentazione Un consorzio che diventa quindi una necessaria e la trasmissione finale agli vera e propria impresa, che dalla ricer- organi istituzionali, la redazione della ca trae profitto. “Gli eventuali avanzi di reportistica necessaria”. gestione – aggiunge Rossi – vengono Un elemento di raccordo e un punto di reimpiegati per sostenere borse di stu- incontro, quindi, tra il mondo della dio in ricerche universitarie, per acqui- ricerca e le imprese territoriali per stare attrezzature per i labora- garantire il trasferimento delle cono- tori di ricerca, nonché per scenze e delle competenze dai labora- organizzare eventi culturali”. tori ai soggetti consorziati e agli enti Nel 2005 le spese proprie del pubblici e privati. I progetti di ricerca consorzio e quelle dedicate che ne nascono riguardano la salute all’attività di ricerca ammonta- dell’uomo, l’ambiente, le biotecnologie, vano a 5 milioni 343mila. “Di l’innovazione tecnologica, la formazio- questi – conclude il presiden- ne, e numerosi altri ambiti scientifici te del Cfr – 2 milioni 390mila specificati nello statuto. “In questi sono andati a collaboratori di ambiti – precisa Rossi – attiviamo con- ricerca, facendo in questo tratti di ricerca e convenzioni con azien- modo lavorare i nostri giovani de, industrie, pmi e amministrazioni laureati. Oggi abbiamo 180 pubbliche. Dalla sua costituzione ad contratti di collaborazione a oggi il consorzio ha sottoscritto, con progetto, 50 assegni di ricerca committenti pubblici e privati, circa pagati all’università: significa duemila contratti di ricerca e conven- che nel 2005 abbiamo dato zioni per l’organizzazione di manife- lavoro (spesso si tratta della stazioni scientifiche. I responsabili prima occasione di impiego) a scientifici di tali contratti sono prevalen- 230 ragazzi, coinvolgiamo le temente docenti dell’Università di migliori teste del nostro ate- Ferrara che operano nei Dipartimenti e neo”. Quando si dice che studiare è il Foto: A. Guzzon negli Istituti di Medicina, Farmacologia, miglior investimento... 24 ECONOMIA

Intervista al Presidente Pier Giorgio Dall’Acqua

Anche la Provincia di Ferrara punta su innovazione e ricerca

a cura di Anche l’Amministrazione Provinciale nonostante le ristrettezze del bilancio Vito De Santis di Ferrara ha deciso di riservare risor- stesso. se, reperite all’interno del bilancio Ci sembrava giusto e opportuno”. 2006, a sostegno di imprese e di ini- ziative dei Comuni per opere di riqua- Presidente, di che si tratta esattamen- lificazione urbana e/o territoriale. te? “Lo abbiamo fatto – sottolinea il “Di due fondi, con stanziamento di 1 Presidente Pier Giorgio Dall’Acqua – milione di euro ciascuno, attraverso mutui BEI per i progetti dei Comuni e risorse interne per il sostegno alle imprese. A quest’ultimo proposito, abbiamo voluto costruire un bando volgendo l’attenzione soprattutto verso settori ed imprese innovative, cercando, con ciò, di contribuire anche ad iniziative analoghe messe in atto dalla Camera di Commercio attraverso l’istituzione di un Fondo di rotazione”. Fondo che, come è stato spiegato a suo tempo dal presidente dell’ente camerale Carlo Alberto Roncarati, si rivolge alla gestione di interventi nella forma di partecipazioni di minoranza al capitale sociale di imprese innova- tive, costituite o costituende, nella forma di società di capitali. Per quan- to concerne il bando provinciale (emesso con delibera di Giunta il 19/10/2006: i termini sono scaduti il 20/12/2006), Dall’Acqua spiega che “la scelta relativa al settore delle imprese innovative rientra nell’inten- zione di sostenere tutte quelle intra- prese che, attraverso la ricerca e, appunto, l’innovazione, possono con- tribuire alle iniziative di crescita del nostro territorio provinciale; rimanen- do in tal modo coerenti con una scel- ta strategica di coinvolgimento dell’Università nel campo della ricer- ca e dello sviluppo della stessa, tra- mite il già costituito Polo tecnologi- co”. Durante la fase di elaborazione del ECONOMIA 25

bando, il presidente ricorda che “tra le parti sociali e istituzionali c’è stato sui contenuti un ampio confronto, di cui poi sono stati raccolti i frutti”.

Quali? Dall’Acqua lo spiega dettagliatamen- te: “Come accennato sopra, l’obietti- vo generale del Fondo è sostenere l’espansione e la qualificazione della base produttiva ferrarese, mentre quello specifico è appoggiare la crea- zione – dalla fase di avvio della costi- tuzione a massimo 18 mesi dalla costituzione stessa – di imprese innovative ed il consolidamento di imprese nate da non più di 48 mesi”. L’intervento si spalma naturalmente su tutto il territorio ferrarese.

Ma quali sono i destinatari ed i pro- Sono invece ammesse le società in getti ammissibili? fase di costituzione, a patto che nel “I progetti candidati da piccole e business plan sia definita esplicita- medie imprese, microimprese e loro mente la data entro la quale la socie- aggregazioni (nella forma di ATI o tà verrà creata, da collocarsi entro Consorzi senza fine di lucro), attive 120 giorni dalla data di scadenza del nell’ambito della manifattura e dei bando”. servizi alle imprese; appartenenti a Il presidente fa un’ultima precisazio- settori innovativi, come farmaceutica ne, relativa alle associazioni tempora- e biotecnologie, elettronica ed infor- nee d’impresa: “Possono candidare matica, multimediale, meccanica di esclusivamente progetti per la realiz- precisione, chimica fine e nuovi zazione di consulenze e ricerche stra- materiali, impiantistica avanzata com- tegiche per lo sviluppo delle imprese presa la demotica, servizi informatici associate, o l’acquisto di beni che fac- e telematici, servizi all’impresa di tipo ciano salire il valore patrimoniale innovativo. delle imprese stesse, o per la realiz- E ancora: progetti candidati da impre- zazione del collegamento ‘ultimo se innovative che, seppure apparte- miglio’”. nenti a settori tradizionali, tuttavia candidano al bando progetti ad alto Quali sono state le risposte a questa contenuto di innovazione per la rea- vostra iniziativa di sostegno all’econo- lizzazione di nuovi processi, prodotti mia locale? e/o servizi alle imprese, nati da una “Pur non disponendo ancora di un collaborazione formalizzata tra l’im- dato quantitativamente certo, si è presa, un’Università o altri soggetti di avvertito un grande interesse, che fa ricerca pubblica e privata. Non vengo- pensare ad un lusinghiero successo. no accettati progetti che comportano Ne siamo particolarmente lieti, poi- esclusivamente miglioramenti e inno- ché uno dei motivi che ci hanno spin- vazioni incrementali di prodotto, di to a questo impegno è stata anche la processo o di servizi in essere; così riduzione delle risorse che potevano come vengono tenute fuori le impre- pervenire alle imprese da parte della se appartenenti ai settori di cui al Regione tramite appositi strumenti di Reg. CE 69/2001 (settori esclusi dal finanziamento che adesso si sono ‘de minimis’). ridotti”. 26 ECONOMIA

I progetti di “private equity” della Cassa di Risparmio di Ferrara

a cura di Quando la banca investe su un’impresa dott. Gennaro Murolo, da sei anni autore- Andrea Botti attraverso un intervento di partecipazione vole direttore generale dell’istituto di cre- finanziaria effettua un’operazione che tec- dito di corso Giovecca. nicamente viene definita Private equity. E il ruolo che questa forma di investimento Quante operazioni di Private equity avete in capitale di rischio assume in un moder- concluso finora e quante eventualmente no sistema economico appare rilevante sono in corso di perfezionamento? sotto numerosi profili. Anzitutto sul fronte “Il nostro Gruppo è divenuto socio in dell’impresa, in quanto offre interessanti sette progetti tutti riferiti ad imprese che opportunità di sviluppo in grado di con- operano nel Ferrarese, fatta eccezione per sentire nuove strategie, passaggi genera- una, localizzata a Mantova. Altri due pro- zionali o altri processi critici del loro ciclo. getti li stiamo esaminando e potrebbero E allo stesso tempo, fornendo il capitale, essere avviati entro breve tempo. Non introduce un altro importante vantaggio: siamo di fronte a numeri elevati, ma riten- un know how manageriale che l’investito- go di poter affermare che tuttavia i risulta- re mette a disposizione dell’azienda per il ti ottenuti appaiono interessanti anche sul raggiungimento dei propri obiettivi. piano dell’occupazione. Le attività impren- Nella nostra realtà territoriale la sola Cassa ditoriali nelle quali Carife ha indirizzato le di Risparmio di Ferrara Spa già da qualche partecipazioni finanziarie stanno dando tempo ha avviato questa forma di parte- lavoro a quasi duecento persone”. cipazione finanziaria. Ne parliamo con il In quali settori merceologici si sono atte- stati gli interventi? “Quasi sempre siamo di fronte a realtà caratterizzate da innovazione e da un tasso di livello tecnologico assai elevato. A questo proposito credo opportuno citare un’impresa della quale la Cassa di Risparmio di Ferrara è entrata a far parte. Si tratta dell’AMP Spa, realizzata da alcuni mesi nell’Area della Piccola e Media Industria di via Diamantina. E’ un’azienda che ricicla le materie plasti- che, le riporta alla loro composizione naturale di forma granulare, per poi impiegarle nella fabbricazione di con- tenitori per la frutta, per altri prodotti orticoli e anche di vasi in uso nella vivaistica e nelle serre. Alla sola AMP i dipendenti sono settanta. Del riciclag- gio e del successivo riutilizzo di mate- riale plastico si occupa anche l’impresa sorta nel Mantovano, attività queste Il Presidente della Cassa di che, oltre ad avere un impatto ambien- Risparmio di Ferrara, dott. Alfredo Santini (a sinistra), tale irrilevante essendo ecocompatibili, e il Direttore Generale contribuiscono in forte misura alla dott. Gennaro Murolo soluzione di problemi legati allo smal- ECONOMIA 27 timento dei rifiuti di materiale plastico”.

Dott. Murolo, a quanto ammonta il coinvolgimento finanziario complessi- vo di Carife nel Private equity? “Per queste operazioni ovviamente vi sono limiti imposti dall’autorità banca- ria e anche particolari attenzioni che il nostro istituto deve avere nell’esame dei progetti di sviluppo che ci vengono presentati. La nostra partecipazione finanziaria ha un potenziale di investi- mento di circa sessanta milioni di euro”. “Ma il nostro impegno a sostegno delle imprese è anche altro. In questi ultimi anni – precisa il direttore gene- rale Murolo – Carife ha erogato presti- ti per quattro miliardi e 200 milioni. Il settanta per cento di questo importo è andato ad aziende che operano nel Ferrarese. Inoltre mi preme ricordare la convenzione che abbiamo con la Sipro, che si pone l’obiettivo di incen- tivare gli insediamenti nelle aree del territorio ove sorgono questi poli pro- duttivi. Va molto bene quello di S.Giovanni di Ostellato, che vede la costante crescita delle attività, mentre non brilla, per il momento, la situazio- ne nell’altra area situata nei pressi del- l’uscita di Ferrara-Nord dell’autostrada Bologna-Padova. Quello che balza subito agli occhi nella nostra realtà locale è il fatto che sono sempre più le imprese che chiudono rispetto a quel- mi ero trovato di fronte a sistemi buro- le che vanno ad insediarsi. Questo è cratici così lenti e farraginosi”. La sede centrale di Corso un problema che si è sempre più Il più importante Gruppo bancario Giovecca della CA.RI.FE. accentuato negli ultimi tempi. Quindi della provincia di Ferrara, che in questi un quadro economico complessivo anni ha raggiunto una forte solidità e che tende al ristagno, come già da una posizione di prestigio nel panora- altre parti è stato sottolineato nei bilan- ma del credito nazionale, mette dun- ci di fine anno. C’è inoltre un’altra que a disposizione delle imprese risor- anomalia ferrarese che purtroppo se e strumenti che in buona misura frena fortemente le iniziative di svilup- stanno alla base del presente e del- po. Mi riferisco alla burocrazia, che l’immediato futuro dell’economia terri- nonostante annunci e impegni di snel- toriale. E grazie all’intuito e alle capaci- limento, continua invece ad ostacolare tà manageriali del suo direttore gene- le imprese nel momento in cui deci- rale, alla filosofia vincente del presi- dono di insediarsi nel nostro territorio. dente Alfredo Santini e all’impegno del Anche lo “Sportello unico” si è rivelato suo qualificato staff di vertice, l’istituto uno strumento inadeguato. Avrebbe bancario cittadino, mediante acquisi- dovuto facilitare le procedure e soprat- zioni e grazie alle strategie di sviluppo tutto renderle più rapide ed invece… ad esse collegate, ha saputo conqui- Prima di arrivare a Ferrara ho lavorato starsi un’autonomia che gli permette di a lungo a , in altre province e reggere le sfide interne e internaziona- anche all’estero, e debbo dire che mai li. 28 ECONOMIA

Il caso dell’industria saccarifera

Contributi e finanziamenti statali per la riconversione industriale

Claudia Botti La ristrutturazione del sistema saccarifero “Sviluppo Italia” imposta dalla Comunità europea si è Con la recente delibera del Cipe, pubbli- concretizzata nella chiusura di due dei tre cata lo scorso novembre nella Gazzetta zuccherifici presenti nel territorio ferrare- Ufficiale, è stata prevista la possibilità di se, ovvero gli impianti di Bondeno e poter utilizzare le agevolazioni previste da Ostellato, mentre sorte diversa avrà lo tale legge anche in alcune zone interes- zuccherificio di Pontelagoscuro che alme- sate dalla crisi del settore saccarifero. no per un anno potrà continuare a pro- durre. Sono stati infatti individuati dal CIPE i comuni di Bondeno e Ostellato, relativa- Proprio per tentare di arginare gli effetti mente all’area ferrarese, oltre a Porto Viro negativi della cessazione delle attività sac- (Rovigo), Russi (), Castiglion carifere, con un recente provvedimento Fiorentino (Arezzo), Villasor (Cagliari), varato dal CIPE - Comitato interministe- Venezia Marghera (VE) e Casei Gerla riale per la programmazione economica (Pavia). – si è deciso di estendere, a vari territori colpiti dalla crisi del settore, comprese Occorre precisare che i territori che sono alcune aree del ferrarese, le agevolazioni considerati oggetto di estensione della previste dalla legge n. 181/89. legge, non sono unicamente quelli sopraindicati ma, in base a quanto previ- La legge 181 del 1989 fu emanata per sto dalla normativa, sono ricompresi far fronte alla grave crisi siderurgica degli anche i comuni rientranti nel raggio di 50 anni ’80 con la finalità di promuovere chilometri rispetto al centro urbano inte- nuove iniziative industriali, rivitalizzare il ressato dalla crisi settoriale, purché rica- sistema imprenditoriale locale e creare denti nelle rispettive regioni di apparte- nuova occupazione stabile. nenza. L’applicazione delle agevolazioni, origina- riamente riservata esclusivamente ai pro- Conseguentemente, si precisa che all’in- getti di investimento che fossero stati rea- terno di tale area sono stati ricompresi lizzati nelle aree di crisi siderurgica speci- tutti i comuni della provincia di Ferrara. ficatamente individuate, ovvero nei terri- tori di Napoli, Taranto, Massa Carrara, In base a quanto previsto dalla legge Terni, ecc. è stata poi estesa ad altre zone 181/89 possono beneficiare delle agevo- di crisi industriale indipendentemente lazioni le piccole, medie e grandi imprese dalla vocazione siderurgica. economicamente e finanziariamente sane, operanti nei settori manifatturieri, Una disposizione della legge Finanziaria estrattivi e della fornitura di servizi. 2003 ha infatti previsto la possibilità di Le agevolazioni della legge in oggetto estendere gli interventi previsti dalla legge sono riservate a progetti che prevedano 181/89, ad altre aree interessate da crisi creazione di nuove unità produttive o del comparto industriale, da allora infatti all’ampliamento, ammodernamento, la legge in oggetto può essere applicata delocalizzazione, ristrutturazioni o riattiva- anche a Caserta, L’Aquila, Nuoro, zioni di impianti esistenti che in ogni caso Caltanissetta, Latina, , Brindisi, producano nuova occupazione. oltre che ad alcuni comuni del territorio milanese, ovvero Arese, Rho, Garbagnate La misura in oggetto è gestita dalla socie- Milanese e Lainate. tà pubblica Sviluppo Italia S.p.A., Agenzia ECONOMIA 29 nazionale per l’attrazione degli investi- va dell’incentivo statale, giungano nei menti e lo sviluppo d’impresa e consiste nostri territori ferraresi interessanti propo- in un contributo a fondo perduto e alla ste d’investimento che conducano alla contestuale partecipazione temporanea creazione di nuove unità produttive e allo di minoranza nel capitale dell’azienda sviluppo di nuova occupazione. beneficiaria, da parte di Sviluppo Italia, riscattabile nell’arco di cinque anni. In proposito si segnala infatti che nel quinquennio 2001-2005 sono state In ogni caso è necessario che i soci del- ammesse alle agevolazioni previste dalla l’impresa beneficiaria apportino mezzi legge 181/89, ben 27 iniziative impren- propri (capitale sociale) pari ad almeno il ditoriali per circa 482 milioni di euro di 30% dell’investimento, si precisa inoltre investimenti, con una ricaduta occupazio- che le agevolazioni saranno erogate nale prevista di 2357 unità e un impegno parallelamente allo stato di avanzamento di risorse pubbliche per 295 milioni di dei lavori. euro.

Le domande di agevolazione potranno In conclusione occorre però specificare quindi essere presentate da parte di che dal 2007 sarà reso noto il nuovo imprenditori che sosterranno progetti da elenco delle aree sottoutilizzate individua- realizzare nelle aree specificatamente te dalla Commissione europea, infatti con indicate, alla società Sviluppo Italia che è il nuovo periodo di programmazione dei soggetto incaricato dal Ministero delle Fondi Strutturali comunitari 2007-2013 Attività Produttive, ora Ministero dello saranno indicati i comuni del neonato Sviluppo Economico di gestire la legge obiettivo “Competitività ed occupazione” 181/89, quindi, valutare i progetti pre- che prenderà il posto dell’attuale sentati ed erogare le agevolazioni. Obiettivo 2. Il nuovo elenco delle aree sottoutilizzate Gli incentivi previsti dalla legge in oggetto in base alla normativa comunitaria e la sono certamente poco noti nel nostro ter- sua successiva pubblicizzazione sarà ritorio e nell’Emilia Romagna, poichè, pre- quindi di poco successivo a questa ultima cedentemente a tale recente estensione estensione della legge 181/89. territoriale tale normativa agevolativa non Quindi, solo quando saranno noti i nuovi poteva trovare applicazione nella nostra territori sottoutilizzati si saprà con certezza Regione. quali comuni della provincia ferrarese potranno essere oggetto dell’estensione Auspichiamo quindi che, con la prospetti- della legge 181/89.

Lo Stabilimento Sfir di Pontelagoscuro 30 ECONOMIA

Controcorrente / I giovani di oggi sono diversi. E meno male...

Non sono più quelli di una volta

Non dico per piaggeria, ma le recenti ini- severissimi riti di iniziazione all’età adulta Andrea Poli ziative della Camera di Commercio a allora in vigore. Che erano, nell’ordine: favore dei giovani che vogliono metter su volteggiare leggiadri sui cedri del Libano un’impresa sono lodevoli assai e merito- di parco Massari senza schiantarsi contro rie anzichenò. Mi riferisco agli aiuti al uno dei famigerati copponi ammazzacri- ricambio generazionale nelle aziende, stiani del vigile - per inciso ex pugile, cate- illustrati con dovizia di esempi sul nume- goria pesi massimi - Uber Bacilieri; pren- ro scorso della rivista, e al prestito plu- dersi una balla di Rosso Antico; resistere riennale di cui si tratta diffusamente su a due film di seguito di Alejandro questo. Dove la Camera seleziona i pro- Jodorowsky sulle sedute in legno del getti più affidabili e diventa partner del- cinema Manzoni (con l’appendice eroica l’aspirante imprenditore, sostituendosi per i più scavezzacollo: trangugiare un opportunamente alle banche che, quan- paio di cartocci delle salatissime brustoli- do vai a chiedere un prestito, puoi esse- ne del ‘Manzo’ senza bere per tutte e cin- re anche un premio Nobel ma ti caccia- que le ore della doppia programmazio- no la grana solo se sei in grado di offrire ne. Ho amici che ancora non riescono a le cosiddette garanzie, e cioè un capitale vedere film ambientati nel deserto senza perlomeno triplo rispetto ai soldi che cadere preda della sindrome da disidra- chiedi loro. Facendo sorgere nell’animo tazione psicosomatica). A venticinque del giovane intraprendente che bussa a anni lavoravi già dieci ore al giorno com- quattrini per realizzare il suo sogno una preso il sabato ed eri accasato, ammo- domanda non peregrina: scusate, ma vi gliato, affigliato, rovinato; Marcello pare che se avessi già i soldi di mio ver- Marchesi aveva cinquant’anni, ne dimo- rei qua a farmi spennare da voialtri? strava settantasei e in televisione magni- Davvero quella della Camera di ficava le meraviglie della sua situazione Commercio di Ferrara è una risposta anagrafica canticchiando: “Che bella età, all’altezza, in un mondo dove tutto, ma la mezza età, tralallallà tralallallà”, instil- proprio tutto sta cambiando vorticosa- lando in noi ex giovani di fresco conio il mente. Persino la percezione del termine fondato sospetto che il mezzo secolo di ‘giovane’ non è più la stessa; ai tempi dei vita fosse l’anticamera della morte: ben- tempi - i miei, mannaggia - potevi fre- venuti nel mondo degli adulti, bellezze. giarti del titolo di ‘giovane’ fino ai venti- Adesso le cose sono sensibilmente cam- due anni circa, ai quali di norma si per- biate. Sarà l’allungamento della vita veniva dopo aver superato indenni i media, quel particolare fenomeno per cui ti viene l’incontinenza a sessantacinque anni come prima, ma ti tocca portare i linidor per una decina di anni in più. Sarà che i giovani - fra scuola, università, master, praticantato, lavoro interinale e via precarieggiando - approdano a un posto decentemente stabile attorno all’e- tà in cui i più sventurati della mia gene- razione, ciucciati come limoni, venivano consegnati armi e bagagli al lavoro nero dopo quindici anni sei mesi e un giorno di vita lavorativa stoicamente consumata in un qualche oscuro ufficio pubblico. Sarà che appena uno ha due soldi da ECONOMIA 31 parte si regala un lifting per ringiovanirsi si - che hanno pazientemente accompa- di vent’anni, ragione per la quale si vedo- gnato fino alla fine della quinta raccon- no in giro certe trentenni che sembrano tando loro il ruolo sociale dell’agricoltura ragazzine di prima media però con tette, e degli agricoltori attraverso decine e culo e labbroni da pornostar. O magari decine di lezioni in classe, visite nelle sarà che già dalle sei del mattino, da aziende agricole e incontri finali completi tutte le reti televisive di domineddio, di giochi educativi, spettacoli teatrali a schiere di illustri nutrizionisti ci rendono tema e megamerendoni a base di cro- quotidianamente edotti del fatto che il state, pizze e succhi di frutta; in altre radicchio è un alimento altamente salu- parole, dei sani prodotti della Grande tare perché contiene meno colesterolo Madre Terra, sezione decentrata di della salama da sugo, chi l’avrebbe mai Ferrara. Sia dunque lode e gloria alle due detto. Sarà quel che volete, insomma; sta coordinatrici del progetto, Teresa comunque di fatto che molti cinquanten- Pistocchi & Patrizia Caleffi, chiedo venia ni saltano ancora i fossi per il lungo (e agli altri sodali che non cito per lasciare anche qualche cinquantaduenne, se mi spazio a una domanda ad uso e consu- consentite una divagazione personale) e mo dei lettori: è o no utopia pensare di si permane nella categoria ‘giovani’ Cambiare il Mondo insegnando a qual- molto più a lungo che in passato. Io per- che centinaio di bambinetti i cicli della sonalmente, per dire, da alcuni anni a natura e il rispetto che le è dovuto? Forse. questa parte mi son trovato a frequenta- Anzi: sì, lo è di sicuro. Giusto; ma abbiate re un gruppo di individui di età compre- la compiacenza di leggervi queste fulmi- sa fra i quaranta e i quarantacinque anni nanti riflessioni al riguardo dello scrittore che risultano iscritti all’Anga, che sta per uruguaiano Eduardo Galeano: “Lei sta Associazione Nazionale Giovani all’orizzonte. Mi avvicino di due passi: lei Agricoltori e fa capo a Confagricoltura. si allontana di dieci passi più in là. Per Siccome ai tempi dei tempi - sempre i quanto io cammini non la raggiungerò. miei, rimannaggia- uno che osava defi- Quindi a cosa serve l’utopia? Serve a nirsi giovane a quarant’anni veniva per- questo, a camminare”. Ecco, illudersi che seguito d’ufficio per millantato credito, l’umanità possa diventare migliore sem- ho controllato; in effetti gli individui di cui plicemente portando un branco di ragaz- trattasi risultano regolarmente iscritti zini vocianti a vedere le mucche che ven- all’associazione e in ordine col paga- gono munte è pura utopia; ma se non ci mento della quota sociale: a termini di fossero persone come la Tere e la Patty e statuto possono a buon titolo definirsi le tantissime altre convinte che si possa giovani agricoltori, cosa volete che vi dica. tutti vivere in un mondo più giusto anche Va onestamente riconosciuto, in ogni a partire dalle mucche in lattazione e caso, che questi qui dei giovani hanno dalla raccolta di abiti usati e dalla vendi- conservato l’utopia più grande e più ta di torte fatte in casa saremmo tutti bistrattata di tutti i tempi: l’ideale di un fermi ad aspettare non si sa bene cosa. mondo migliore. Che nel loro caso si è Per dire che le nostre esistenze sarebbe- tradotta nell’adesione totale e incondizio- ro sicuramente peggiori senza i tanti gio- nata a un progetto che a dirlo è di una vani di tutte le età che si dannano l’ani- semplicità persino disarmante: insegnare ma per coltivare il l’agricoltura ai bambini per farne un gior- sogno illusorio e no degli adulti consapevoli e rispettosi potentissimo. E dell’ambiente che li circonda. E così, tomi l’hanno cambiato, tomi cacchi cacchi, hanno realizzato due il mondo, e lo cam- edizioni del Progetto Tellus, Terra in latino, biano; tutti i giorni, lanciato dall’Unione Europea, diventando anche se non se dei punti di riferimento a livello continen- ne accorgono, per- tale in virtù dei risultati raggiunti; che pos- ché magari la loro sono sommariamente essere compen- Utopia è ancora là, diati nell’entusiasmo delle circa tre centi- a dieci passi; ma naia di ragazzini di quarta elementare - e intanto hanno spo- relativo corollario di insegnanti, genitori, stato tutti noi di nonni, direttori didattici annessi e connes- due passi in avanti. 32 DOCUMENTI

Doppio binario sul fiume Po per la linea ferroviaria Bologna-Padova Giovanni Marchi Consigliere CIFI - Collegio Ingegneri Dal 31 Agosto 2006 la linea ferroviaria va sotto il dominio dell’Impero austro- Ferroviari Italiani Bologna-Padova è interamente a dop- ungarico. Occorreva dunque realizzare, pio binario. Infatti con il passaggio alle per presidiare efficacemente questo ore 11.19 del treno Intercity 700, pro- confine, un collegamento ferroviario da veniente da Roma e diretto a , è Bologna a Ferrara che avrebbe consen- stato inaugurato il secondo ponte fer- tito un rapido trasferimento delle trup- roviario sul fiume Po, che si affianca al pe italiane su questo fronte. La linea fu ponte aperto all’esercizio ferroviario inaugurata nel 1862 e prolungata poi nel 2001. Con questa attivazione si è nell’aprile 1863 fino a Pontelagoscuro. passati dal semplice al doppio binario Dall’altra parte l’, per presidiare il tra le stazioni di Pontelagoscuro ed suo confine meridionale, realizzò il col- Occhiobello, conseguendo indubbi legamento ferroviario da Padova a vantaggi per la circolazione e per l’e- Rovigo, che fu inaugurato nel giugno conomia dell’esercizio. In termini ferro- 1866. viari, dal 31 agosto scorso è utilizzabi- Dopo gli eventi della Terza Guerra le il nuovo binario pari, da sud a nord, d’Indipendenza, il Regno d’Italia potè tra le due stazioni attigue al Fiume, annettere anche il Veneto: per difende- mentre il semplice binario usato in pre- re i nuovi confini settentrionali, su , cedenza in modo alternato dai treni, Venezia Giulia e Trentino, si rendeva diventa, in condizioni normali di circo- necessario prolungare la linea ferrovia- lazione, la sede del binario dispari, uti- ria da Rovigo a Occhiobello e connet- lizzato dai treni che da nord vanno terla velocemente con la restante rete verso sud. italiana attestata a Pontelagoscuro. Per Il ponte inaugurato non è un ponte questo, nel dicembre 1866 venne completamente nuovo come quello inaugurata la tratta Rovigo- del 2001. Per la sua costruzione, infat- Pontelagoscuro con l’installazione di un ti, sono state riutilizzate in larga parte ponte coperto provvisorio in legno, che le vecchie travate che erano state rimase in servizio per soli 4 anni. Del smontate dopo l’inaugurazione del ponte in legno restano le fotografie trat- ponte del 2001. te da dagherrotipie dell’epoca; come riportato nelle didascalie delle foto il Un po’ di storia ponte era composto di 15 travate per Politici e governanti, dopo il primo viag- una lunghezza complessiva di 374 gio del treno in Italia avvenuto nel metri. Dello stesso ponte in legno resta 1839 sulla Napoli –Portici, intuirono anche un modellino lungo circa due che il treno era un mezzo di trasporto metri realizzato per hobby da uno dei insostituibile per trasferire rapidamente carpentieri che costruirono material- grandi quantità di persone e di merci su mente il vero ponte. La firma del car- distanze considerevoli. La seconda pentiere assevera, in modo inequivoca- metà dell’Ottocento vide quindi il proli- bile, che il modello riproduce in modo ferare delle linee ferroviarie. Per parlare fedele il ponte di Pontelagoscuro. di vicende locali, alla conclusione della Purtroppo questo modello, ritrovato da Seconda Guerra di Indipendenza, con un noto studioso di storia locale di l’adesione al Regno Sabaudo di Ferrara, non ha trovato la giusta collo- Lombardia, Emilia, Romagna e Toscana, cazione in una sede museale ferroviaria il basso corso del Po divenne la linea di come di diritto, ma, dopo essere passa- frontiera a nord, poichè il Veneto resta- to di mano in mano, fa ora bella mostra DOCUMENTI 33

di sé in un noto ristorante della porta da Pontelagoscuro a Francolino) Il Ponte in legno, in opera dal Lombardia. Peccato! fu irrimediabilmente distrutto. Vista l’im- 1866 al 1870. Fonte: La tecnica professionale, In Italia, paese in cui il legno è sinoni- portanza strategica del ponte, gli Alleati febbraio 1999. mo di precarietà, i ponti ferroviari in ne costruirono nel 1945 uno di tipo legno non hanno avuto fortuna e sono militare, 15 metri a monte di quello stati quasi subito sostituiti da ponti con distrutto, costituito da 17 travate metal- fondamenta in muratura e travate in liche di tipo UCBR da 24 metri ciascu- ferro. Negli Stati Uniti, al contrario, i na. Poiché si trattava di un manufatto mitici “trestle bridge” hanno fatto per provvisorio poggiante su pali infissi in lunghi anni ed egregiamente il loro ser- legno si provvide successivamente alla vizio. realizzazione del ponte in ferro, inaugu- Per questo motivo anche il nostro rato il 16 Luglio 1949. ponte in legno fu rapidamente sostitui- to da un ponte in ferro di 428 metri di Novembre 1994 ... da giorni la pioggia lunghezza. L’opera d’arte, curata dalla flagella il Nord Italia, colpisce duramen- Società Ferroviaria Alta Italia (SFAI), fu te il Piemonte e la Lombardia causando inaugurata nel 1870. Fu subito collau- vittime, frane, allagamenti e crolli di data, resistendo, già nel 1872, ad una ponti. L’ondata di piena del grande piena eccezionale che culminò con la Fiume interessa da ovest verso est tutta disastrosa rotta di Pontelagoscuro. la pianura padana ma è soprattutto nel Il ponte fu successivamente rafforzato Polesine che si teme il ripetersi dell’al- nel 1934. Andò invece completamente luvione del 1951. Sotto l’incalzare della distrutto durante la Seconda Guerra pioggia incessante, vengono prima Mondiale, quando bombe d’aereo chiusi i ponti stradali e in progressione alleate e alcune mine tedesche distrus- anche i ponti ferroviari di Piacenza, sero le travate che precipitarono tutte Ostiglia e Pontelagoscuro. La televisio- nel Fiume, tranne quella laterale che fu ne diffonde inquietanti immagini di un poi abbattuta. Analogamente erano mare d’acqua limacciosa e vorticosa state distrutte tre pile sia nella parte in che sommerge in un angoscioso cre- elevazione che in quella in fondazione, scendo le sponde del Fiume e le pile mentre le altre erano solo danneggiate dell’unico ponte ferroviario, tra nella parte in elevazione. Anche il sot- Occhiobello e Pontelagoscuro, che tovia tuttora esistente lato Ferrara (che d’ora in avanti, identificheremo come 34 DOCUMENTI

frammentazione della struttura. Il crollo in alveo del Ponte comporterebbe inol- tre una diminuzione della sezione utile e quindi una riduzione della portata del Fiume. Per di più, l’unico collegamento ferroviario tra il Nord Est e il resto del Paese resterebbe interrotto per mesi e mesi. I tecnici delle Ferrovie optano per la soluzione, poi attuata, di sollevare il ponte, o meglio di alzarne le due cam- pate centrali. Il “ponte 1949”, che poggia su sette pile in alveo, è composto di 6 travate metalliche da 70 metri ciascuna, incer- nierate da un lato e dall’altro semplice- mente appoggiate su un carrello, in modo da poter essere alzate a coppie (3 coppie) con l’uso di potenti marti- “ponte 1949”, dalla data riportata sulle netti idraulici. Ottobre 2000, vecchie travate di testa. Alle ore 18.00 di giovedì 19 Ottobre la Tramonto col Fiume in piena Foto Lavezzi Poichè il “ponte 1949” è più basso di circolazione (che è a semplice binario) oltre due metri rispetto all’altezza del- viene interrotta e, dopo avere tagliato le l’argine e potrebbe verificarsi un’eson- due rotaie, due martinetti idraulici da dazione proprio dalla trincea ferroviaria, 150 tonnellate alzano le due sole cam- su ordine del Magistrato del Po si rea- pate centrali, proprio per evitare la for- lizza (togliendo una traversa sotto al mazione di dighe in corrispondenza del binario su ciascuna sponda) una fon- ponte. L’operazione è condotta con 5 dazione armata con ferri pronti ad innalzamenti consecutivi da 15 cm ancorare una barriera verticale in (tale è la misura degli spessori via via cemento, da innalzarsi in caso di neces- impilati), per un’altezza sottotrave di sità. circa 80 cm. Alle ore 9 del mattino suc- L’innalzamento della barriera viene alla cessivo, la massima piena di + 3,63 m fine fortunatamente evitato, perchè il sullo zero idrometrico passa senza mare riprende a ricevere, la pioggia danno e, successivamente, il livello del diminuisce d’intensità e l’acqua comin- Fiume inizia finalmente a decrescere. Il cia lentamente a defluire risparmiando- Ponte ha retto! Nella stessa giornata, ci da una disastrosa esondazione. vengono operati l’abbassamento e il riposizionamento delle travate e alle Ottobre 2000 ... esattamente sei anni 18.30 riprende la circolazione ferrovia- dopo. ria. La brillante operazione di solleva- Ancora una volta il “ponte 1949” è in mento va su tutti i media; i tecnici delle pericolo per una nuova enorme piena Ferrovie sono ospiti delle trasmissioni montante: il livello dell’acqua lambisce televisive e, nella borsa virtuale del gra- le travate che, intercettando tronchi e dimento e della popolarità, le quotazio- masserizie, potrebbero formare una ni delle Ferrovie salgono, almeno per autentica diga e ostruire il passaggio una volta, alle stelle. della piena con le immaginabili conse- guenze. La Protezione Civile prende in La carta d’identità del “ponte 1949” considerazione anche la possibilità di Il “ponte 1949” ha rappresentato, abbattere il ponte con l’esplosivo; que- assieme alla galleria di Monselice, l’o- sta ipotesi ha come contropartita la pera d’arte più importante sui 123 Km necessità di sgomberare in tempi bre- della linea Bologna–Padova, fino alla vissimi la popolazione circostante e costruzione del nuovo ponte in affian- tempi troppo lunghi per una corretta camento dell’agosto 2001. La linea era posa delle cariche, per ottenere - forse tutta a doppio binario salvo nella tratta - un lavoro “pulito”, cioè la massima di 3,5 km proprio tra Pontelagoscuro ed DOCUMENTI 35

Occhiobello, che è rimasta a semplice ste travate, 4 sono in completo alveo binario fino al 31 agosto di quest’anno. (la lunghezza unitaria è di metri 76,70), Come abbiamo già visto, il ponte mentre le restanti 5 di estremità sono a “1949”, oltre a costituire una limitazio- cavallo di golene ed argini (la lunghez- ne alla circolazione ferroviaria, rappre- za è di metri 60,68 ciascuna). I viadot- sentava un potenziale pericolo, denun- ti di approccio di ambo i lati sono stati ciato già nel 1976 dall’Ufficio del Genio realizzati con impalcati bicassone in Civile di Rovigo. Il sottotrave, infatti, si cemento armato precompresso com- trovava ad una quota di circa un posti da 46 campate, ciascuna della metro al di sotto del livello di massi- lunghezza di 24 metri. ma piena, corrispondente a quello Il plinto di fondazione ha un’altezza di che nel 1951 causò l’alluvione del m. 3 a partire dalla quota del livello idri- Polesine. Successivamente anche il co del fiume che si trova a circa -3,5 Magistrato per il Po richiese alle metri sotto il livello del mare. Ferrovie l’innalzamento delle travate Il “ponte 2001” presenta gli stessi metalliche di circa 3 metri; nei primi ingombri in acqua del “ponte 1949” anni ‘90 anche il Prefetto di Ferrara per lo scorrimento e la navigazione, con scrisse direttamente al Presidente della un incremento di impatto ambientale Repubblica per rendere nota l’urgenza del tutto trascurabile. dell’intervento in quanto quel ponte La sua altezza consentirebbe di avere le ferroviario rappresentava un rischio per spalle del ponte pressoché emerse la città in caso di piena. anche se si verificasse una piena a Poiché era impossibile alzare le travate quota di m.14,32 sul livello del mare, metalliche senza interrompere l’eserci- limite raggiunto in occasione della zio ferroviario (dato che la linea era a piena del 1951; di conseguenza si binario unico), si pensò di realizzare un avrebbe comunque un franco libero fra nuovo ponte pure a semplice binario, pelo d’acqua e lato inferiore del ponte parallelo al ponte 1949. Questa struttu- in assoluta sicurezza. ra, che identificheremo come “ponte 2001”, si colloca a valle rispetto al flus- Il “ponte 2006” so del fiume in affiancamento al “ponte Il “ponte 2006”, ultimo nato, non è altro 1949”. Ha lo stesso numero di campa- che il vecchio “ponte 1949”, che fu dis- te del suo omologo, ma si trova ad una messo al momento della messa in ser- quota più elevata di 3 metri. vizio del ”ponte 2001”, come indicato in premessa, ma non demolito. Il “ponte 2001” Già nell’autunno 2001 i binari, le tra- Carta d’identità del ponte. Dopo la lezione del 1994 non era più verse e le vecchie travate furono smon- (Foto Marchi) possibile procrastinare la realizzazione di un nuovo ponte ferroviario, che tar- dava principalmente per la mancanza di specifici finanziamenti. I lavori inizia- rono qualche anno dopo il 1994 e gli eventi meteorici dell’autunno 2000, già descritti, trovarono il “ponte 2001” già completato fino quasi alle spalle. Fu così che alla fine di agosto del 2001 fu messo in esercizio ferroviario il “ponte 2001”, ancora a semplice bina- rio.

La carta d’identità del “ponte 2001” Il “ponte 2001” ha la spalla destra al Km ferroviario 51+276,62 e la spalla sinistra al km 52 + 286,82. L’attraversamento vero e proprio si compone di 10 pile e di 9 travate reti- colari metalliche a via inferiore. Di que- 36 DOCUMENTI

tate e completamente rimesse a nuovo 10,272 per mille lato Pontelagoscuro e lavorando a piè d’opera. Le fondazioni del 10,405 per mille lato Occhiobello; il delle pile in alveo e sugli argini sono raggio minimo di curvatura è superiore state rinforzate, le pile in alveo sono ai 1200 metri e la sopraelevazione state rialzate di 3 metri e le nuove spal- massima in curva è di 15 cm. le costruite per avere un ponte alla L’interasse fra i binari è di 13 metri in stessa quota di quello inaugurato nel corrispondenza del ponte e si riporta 2001. Da ultimo le travate metalliche progressivamente ai valori standard in sono state ricollocate al loro posto. corrispondenza delle due stazioni A queste travate metalliche del ponte porta. “1949” ne sono state aggiunte tre Anche la velocità di tracciato prevista, completamente nuove, delle quali dopo un breve periodo iniziale per l’as- due lato Occhiobello ed una lato sestamento sul nuovo ponte, sarà quel- Pontelagoscuro. Per quanto riguarda la adottata lungo la linea, che tiene ancora gli interventi infrastrutturali, sono conto delle caratteristiche della linea e state realizzate nuove rampe di acces- del tipo di treno che la percorre. so. Quella lato Pontelagoscuro è lunga La realizzazione del nuovo collegamen- 476 metri ed è costituita da uno scato- to ha comportato anche il riassetto dei lare in cemento armato di 206 metri e binari e dei fabbricati nelle stazioni di da 15 impalcati della lunghezza di 24 Ponte ed Occhiobello. metri ciascuno e larghi 7,5 metri. Il via- In dettaglio, la stazione di Pontelagoscuro, dotto di accesso lato Occhiobello è dal punto di vista infrastrutturale, conserva lungo circa 1160 metri ed è costituito la vecchia sistemazione e numero di bina- da 22 impalcati da 24 metri e da 630 ri, con doppia precedenza laterale e parco metri di nuovo rilevato. merci. Sono stati allungati i marciapiedi, costruito un sottopasso con rampe per Caratteristiche del nuovo tracciato fer- disabili, apportate modifiche alle estre- roviario dopo l’inaugurazione mità dei binari di stazione sia verso La “livelletta” dei due binari (termine Padova sia verso Bologna, eliminato un ferroviario che identifica una misura in passaggio a livello privato e realizzata, qualche modo assimilabile alla pen- in sua vece, una apposita diversione. denza che tutti conosciamo), è del La stazione di Occhiobello è stata tra-

I due ponti affiancati (Foto Marchi) DOCUMENTI 37

sformata in fermata impresenziata, ha venimento di una pila in muratura in Maggio 2006. solo i binari di corsa serviti da binari occasione della spianatura della parte Viadotti e ponti affiancati per lo scavalco del Fiume. laterali esterni. I binari della stazione golenale lato Pontelagoscuro, dissestata Foto Lavezzi non sono più quelli preesistenti ma a causa di un cantiere. Sarebbe auspi- quelli realizzati fuori esercizio, in paral- cabile che questa pila fosse pulita dal lelo alla costruzione della nuova rampa fango per riportarne alla luce i sotto- di accesso al ponte ferroviario. E’ stato stanti mattoni, ben conservati sotto lo soppresso il passaggio a livello di sta- strato di limo fluviale, e lasciare quindi zione (sostituito con un adeguato sot- una testimonianza del manufatto alle tovia) mentre la nuova fermata è stata generazioni future. Si tratta infatti di una dislocata dal lato opposto rispetto alla pila di un precedente ponte che scaval- vecchia stazione, cioè dal lato della fra- cava il Fiume ad una quota più bassa zione di Santa Maria Maddalena, per degli esistenti, segno che la quota base migliorare la fruibilità della stazione dell’alveo e le arginature si sono alzate stessa da parte degli abitanti di quella nel tempo e che le escursioni tra perio- località. di di magra e di piena erano, nei secoli scorsi, assai più modeste. Conclusioni Probabilmente anche sulla golena di Questa attivazione comporta notevoli sinistra, in corrispondenza, c’è una pila benefici: incremento della potenzialità oggi nascosta dal terreno di riporto e complessiva della linea con possibilità dalla vegetazione. di passare da 150 treni/giorno a 200 Roba di archeologia ferroviaria, che ha i treni/giorno, maggiore regolarità della suoi appassionati cultori! circolazione, minori soggezioni rispetto alle eventuali piene del Fiume, nessun problema per la manutenzione ordina- ria in corrispondenza delle due opere d’arte, potendo mettere fuori esercizio alternativamente l’una o l’altra, minori ostacoli alla navigazione, minori sogge- BIBLIOGRAFIA zioni per la viabilità in corrispondenza dello scavalco del Fiume. A questo si Gaetano Ratti su Il Giornale dell’ Ingegnere aggiunge un riassetto complessivo degli 1986 - “Ponte sul Po a Pontelagoscuro” impianti di stazione, dato che le due Renzo Pocaterra Giugno 2006 “Appunti sulla stazioni porta (Pontelagoscuro e Bologna - Padova” Renzo Pocaterra su Linea Diretta - febbraio Occhiobello) saranno telecomandate 1999 - “Uno Sguardo dal Ponte” direttamente da Ferrara, con un fonda- Giovanni Marchi su Trapezio n.33 sett.-ottobre mentale risultato per le economie di 1999 - “il Nuovo Ponte sul Fiume Po” Maurizio Gentile su Linea Diretta - ottobre 2000 gestione indotte. Questi interventi pro- - “Quel ponte sul fiume Po…” durranno sia un miglior servizio ai clien- Alvaro Fumi su Editoriale de La Tecnica ti del treno, sia notevoli risparmi di Professionale - novembre 2000 - “Quella notte sul Po…” gestione per le Ferrovie che in pochi Ezio Maraschin Giugno 2001 “Costruzione e anni compenseranno i costi di realizza- varo delle travate metalliche del nuovo ponte zione delle opere. sul Po” Autori vari - Relazioni, disegni e comunicati stampa delle Ferrovie dello Stato dal 1994 al Non dobbiamo infine tralasciare il rin- 2006. 38 DOCUMENTI

Un ambizioso progetto, tra innovazioni e contraddizioni

La Zona Industriale di Ferrara fra il 1937 ed il 1951

Francesco La Zona Industriale di Ferrara nacque creati ex novo o trasferiti nell’area entro Scafuri ufficialmente grazie al R.D.L. del lo stesso termine, a partire dalla data 26.12.1936 n. 2455 convertito poi della loro attivazione (1). nella Legge del 17.06.1937 n. 1433; la Il Municipio, tramite un apposito ufficio normativa dichiarò di pubblica utilità le tecnico-amministrativo formato in gran opere occorrenti per il suo “impianto” parte da funzionari comunali, sotto la ed “esercizio”. L’area era “compresa tra il guida dell’ingegnere capo Girolamo Po, la strada nazionale Ferrara-Padova, Savonuzzi, curò direttamente lo studio una linea parallela al canale Boicelli e da di uno specifico Piano Regolatore, le esso distante m. 200 dal lato ovest, il procedure relative agli espropri ed alle naviglio Volano, la strada Nazionale vendite dei terreni (a costi contenuti), la Ferrara-Bologna, la linea delle vecchie progettazione di tutti gli impianti della mura cittadine, il viale Battisti e la strada Zona, gli aspetti legati alla pubblicizza- comunale di San Giacomo”. zione dell’iniziativa e l’assistenza neces- A tal proposito, era stata conferita al saria alle industrie interessate alla realiz- Comune di Ferrara la facoltà di espro- zazione dei vari opifici. Carlo Savonuzzi, priare, con procedura semplificata, le fratello di Girolamo ed anch’egli inge- aree comprese entro il perimetro della gnere comunale, con una grande voca- Zona, un territorio che si estendeva per zione per i lessemi razionalisti, “proget- 280 ettari. Ai proprietari veniva conces- tò alcune fabbriche”, avvalendosi della so un indennizzo pari “al puro valore sua esperienza maturata in altre impor- venale del terreno, considerato come tanti costruzioni nel centro storico di fondo rustico, indipendentemente dalla Ferrara. sua eventuale edificabilità”. Alla stesura del Piano, progettato nel Per reperire i fondi necessari al finanzia- 1937 ed approvato nello stesso anno mento dei lavori pubblici (strade, illumi- dal Ministero dei Lavori Pubblici, colla- nazione, fognature e banchine portuali), borò come consulente tecnico l’ing. l’Amministrazione Municipale veniva Coen Cagli, “creatore della zona indu- autorizzata a provvedere mediante con- striale di Marghera” (2), nata quasi ven- tributi applicati alle “Confederazioni t’anni prima: nel vasto complesso vene- fasciste”. to si svolgeva una mole di lavoro Al fine di incentivare l’imprenditoria ad “impressionante”, in quanto poteva con- investire risorse nella costruzione delle tare all’epoca ben 85 stabilimenti, di cui nuove industrie in una città come alcuni grandiosi. Marghera venne presa Ferrara, attanagliata dalla crisi economi- come punto di riferimento a cui aspira- ca, vennero concesse principalmente le re, anche perché le altre zone industria- seguenti agevolazioni: li oggetto di analisi in quei frangenti da esenzione dai dazi doganali per i mate- parte di tecnici ed autorità politiche fer- riali da costruzione e i macchinari, sem- raresi, cioè quelle di Napoli, di Trieste, di pre che non potessero essere prodotti Livorno e della neonata Bolzano, aveva- in Italia, per quegli stabilimenti sorti no manifestato uno sviluppo assai con- nella Zona entro il 31 dicembre 1941 e tenuto ed in alcuni casi persino scarso. per quelli ivi esistenti, ma ampliati o tra- In realtà, l’idea di impiantare una serie di sformati entro tale data; fabbriche a Ferrara nel sito individuato esenzione per un decennio dall’imposta dalla normativa di cui sopra veniva da di ricchezza mobile sui relativi redditi lontano, in quanto già in una lucida rela- industriali concessa agli stabilimenti zione letta dall’ing. Girolamo Savonuzzi DOCUMENTI 39

Ex Linificio Canapificio Nazionale, linee architettoniche in movimento in occasione del “Congresso della molino, un canapificio, un setificio, i Navigazione Interna tenutosi a Ferrara, magazzini frigoriferi del mercato orto- Ravenna e Venezia nell’ottobre del frutticolo, oltre ad alcune officine mino- 1921”, si faceva presente che la definiti- ri, l’altro a Pontelagoscuro, dove erano va variante al tracciato del canale attivi due zuccherifici, un molino, Boicelli, “studiata ed approvata nel lon- una distilleria ed il complesso tano 1919”, era stata impostata anche in dell’Acquedotto comunale, dotato di funzione di una futura Zona Industriale Serbatoio, vasche e pompe idrauliche da realizzare nelle aree prospicienti il (4). corso d’acqua. In quella circostanza l’ing. La realizzazione di una Zona Industriale, Savonuzzi espose le sue argomentazio- in una realtà come Ferrara nella quale ni in “qualità di Direttore tecnico del era piuttosto forte la disoccupazione, fu Consorzio per la costruzione del Canale propiziata dall’interessamento del gerar- Boicelli”, scavato negli anni Venti ed ulti- ca ferrarese Italo Balbo, anche se questi mato nel 1933 con la realizzazione inizialmente si dimostrò piuttosto scetti- della Biconca di Pontelagoscuro (3). co sul fatto che si potessero impiantare Come accennato, la vasta area interessa- degli stabilimenti in una realtà pretta- ta dalle incentivazioni legislative si esten- mente agricola, come testimoniato da deva in gran parte ad ovest della città con Francesco Grossi, un dirigente sindacale direzione sud nord rispetto al Po di dell’epoca (5). Il “Maresciallo dell’Aria”, Volano e sulle sponde del Canale Boicelli, poi, fece propria l’idea e la assecondò in spingendosi fino a Pontelagoscuro ed in tutti i modi, da una parte per motivi larghezza sino alla strada Nazionale affettivi legati alla sua terra (che biso- Ferrara-Padova, mentre la parte minore, gnava riscattare dalla crisi), dall’altra con che conteneva la Darsena fluviale, era il fine più generale di offrire un contri- compresa fra la città, il Volano e la strada buto all’agognata quanto utopica autar- Nazionale per Bologna. chia economica nazionale, perseguita Nel periodo in cui fu emanato il R.D.L. dal regime. del 1936, il territorio ora descritto era L’iniziativa ebbe subito un rapido suc- destinato soprattutto a fini agricoli, inol- cesso ed il futuro si presentò carico di tre possedeva due nuclei di vecchi sta- ulteriori sviluppi positivi, non solo grazie bilimenti dove si svolgevano attività con- alle citate agevolazioni fiscali, ma anche siderate allora “industriali”: uno attorno perché la vasta superficie in esame era allo scalo merci ferroviario di Ferrara, in già dotata alla fine degli anni Trenta di cui funzionavano due zuccherifici, un una serie di reti di comunicazione che 40 DOCUMENTI

ne facevano un’area industriale tipica, que anni successivi, sia pure a fasi alter- piuttosto appetibile in quella determina- ne, nella Zona Industriale furono costrui- ta fase storica: basti pensare che afflui- te le strade, come quella principale inti- vano alla Zona ferrovie statali, provincia- tolata a Costanzo Ciano (attuale via li e locali per Mantova, Bologna, Rimini, Marconi), con relative fognature e illu- Comacchio e Copparo, nonché le strade minazione pubblica, impianti di acqua statali e provinciali per le medesime potabile e gas, reti ferroviarie raccordate destinazioni. Inoltre, era opinione diffu- con quelle delle Ferrovie dello Stato, un sa allora e nell’immediato dopoguerra nuovo servizio tranviario (filobus) per che la risorsa maggiore fosse rappre- Ferrara e Pontelagoscuro, oltre ad un sentata dalla vasta rete navigabile di collettore sotterraneo per raccogliere e oltre 300 km, costituita da canali che scaricare nel Po (mediante centrali elet- solcavano in ogni senso il territorio della tromeccaniche di sollevamento) le provincia, idonea in particolare per la acque inquinanti prodotte dagli stabili- navigazione a costi minimi di natanti “da menti. Le opere interessarono anche il 300 tonnellate per tutto il suo sviluppo vecchio bacino della Darsena di San e di natanti da 600 tonnellate per alcu- Paolo, dove non solo furono costruiti ni tratti, fra i quali il Canale Boicelli”. depositi e magazzini, ma si eseguì un Quest’ultima via d’acqua, attraversando primo ampliamento delle banchine e la Zona Industriale dalla stazione ferro- dello specchio d’acqua antistante (8). viaria di Ferrara fino a Pontelagoscuro, e Tra la fine degli anni ‘30 e gli inizi degli quindi al Po, poteva costituire una anni ‘40 sulla vasta area furono impian- magnifica darsena di 5 km. di lunghez- tate diverse “industrie”, grazie anche al za, primo tronco di collegamento con successivo R.D.L. del 20.10.1939 n. Mantova-Cremona da un lato e con 1901 (convertito nella Legge 4.4.1940 Venezia-Marghera dall’altro. n. 439): la norma in pratica prorogava a Anche in relazione “agli effetti di temuti tutto il 1946 le contribuzioni e le age- inconvenienti per eventuali esalazioni volazioni fiscali a favore degli stabili- degli stabilimenti” di Ferrara, non si menti che vi si sarebbero insediati e nutrivano particolari preoccupazioni, in prevedeva l’ampliamento della superfi- quanto si faceva notare che “ i venti cie a disposizione, utilizzata per la dominanti” erano “lo scirocco e la bora, costruzione dello stabilimento della rispetto ai quali la posizione relativa Gomma Sintetica. A tal proposito, le della città e della Zona Industriale era la indicazioni e le cifre fornite all’epoca dal migliore possibile”(6). regime a scopo propagandistico a gior- Nel verbale della riunione svoltasi pres- nali e pubblicazioni sull’entità dell’ope- so la Prefettura di Ferrara il 29 aprile razione variano; invece ci sembra atten- 1937 alla presenza di Italo Balbo, di dibile, per ovvi motivi, una lettera del 15 tecnici (come l’ing. Girolamo aprile 1940 che il prefetto di Suni inviò Savonuzzi) ed autorità (a cominciare direttamente a Benito Mussolini, per dal senatore e finanziere Vittorio Cini), informarlo dello stato dei lavori nella il Podestà Renzo Ravenna, dopo aver Zona a quella data e per fornirgli gli ele- ricordato che era stato il “Maresciallo menti essenziali sugli stabilimenti appe- dell’Aria” ad impartire “le prime diretti- na realizzati o in corso di costruzione, ve per la creazione della zona indu- che qui riportiamo: striale di Ferrara”, sottolineava inoltre “Industrie in attività che al Comune era demandato, tra l’al- Federcanapa. Stabilimento per la sele- tro, un compito molto importante: zione della canapa e prima lavorazione quello di creare i servizi necessari, sino dei cascami. 100 operai. ad un ammontare di 10.500.000 lire, Mobilificio e falegnameria Fratelli versati all’Amministrazione Municipale Santini (di Dante e Alfredo Santini ndr.). “in apposito conto autonomo, dalle 100 operai. organizzazioni sindacali in sette annuali- Linificio e Canapificio Nazionale. Sta per tà a partire dal 1937 coi contributi desti- essere ultimata l’installazione del mac- nati all’Ente Ferrarese di Colonizzazione chinario. Potrà lavorare 35.000 ql. di per la Sardegna” (7). canapa all’anno. Ha ora 50 operaie in Cosicché dal 1937 e nel corso dei cin- addestramento. Ne occuperà 300 entro DOCUMENTI 41 l’anno, 500 a installazione e rifornimen- china già sul posto. Inizio to completi. lavorazione dal Novembre, Falegnameria Fratelli Villani per fabbri- con 150 operai. Occupati cazione imballaggi in legno, impiegati attualmente in cantiere 65 particolarmente per l’esportazione della operai. frutta. 40 operai. Soc. An. Zani per la fabbri- Fabbrica piastrelle e tubi in cemento cazione di lisciva liquida. S.E.M.I.C. – 35 operai. In difficoltà per Stabilimento in costruzio- mancanza di cemento. ne, produzione dal Stabilimento Meneguzzi per fabbricare novembre con 20 operai. scatolame di latta. Per mancanza di Oleificio Padano per la materia prima, lavora a orario ridotto lavorazione di semi di rici- con 15 operai. Potrà occuparne fino a no e di lino. Lavori sospesi 60. a causa mancata consegna Stabilimenti in corso di costruzione del macchinario. Occuperà Stabilimento per la produzione della 25 operai. gomma sintetica. Entro il prossimo giu- Società Trombetta e gno dovrà essere consegnato il lotto Bonaccorsi per la produ- principale degli edifici e si inizierà l’in- zione dell’acido ossalico. stallazione dei macchinari. Lo stabili- Entro maggio avrà inizio la mento sarà in piena attività entro il giu- produzione normale, che gno 1941. Occuperà 500 operai per la coprirà un terzo del fabbisogno naziona- Copertina del volume “La Zona Industriale di Ferrara” produzione di 3.000 tonnellate di le di acido ossalico, finora totalmente Pubblicato dal Comune gomma all’anno. Sono ora occupati nel importato dall’estero. 10 operai”. di Ferrara nel 1938 cantiere 700 operai. La missiva ricordava, inoltre, che erano Società Cellulosa Italiana. Pronti i in corso le pratiche o gli studi per i capannoni per il deposito della paglia seguenti impianti industriali: 1) (36.000 q.li); in ultimazione il fabbrica- Montecatini (concimi ed elettrodi); 2) to per la macchina continua della cellu- Lavorazione Leghe Leggere; 3) Riseria losa. Alcuni macchinari già sul posto. Italiana; 4) Calzaturificio Veca (poi Prime prove di lavorazione in settem- Bata); 5) Distilleria italiana di alcole; 6) bre; dall’ottobre produzione regolare Distilleria e rigenerazione minerali; 7) (80.000 q.li di cellulosa all’anno) con Fabbrica amido e destrine. 180 operai. Occupati attualmente in La lettera, infine, informava il duce che i cantiere 175 operai. responsabili degli zuccherifici di Ferrara Società Chimica dell’Aniene per la pro- e Pontelagoscuro, insieme ad altri indu- duzione del cloro e soda liquida. striali della Zona, si erano accordati con Fabbricati in corso di costruzione. l’Istituto di Case Popolari per la costru- Produzione in pieno dal marzo 1941 zione, a partire dall’estate 1941, di case con 80 operai. Occupati attualmente in operaie (poi realizzate) nelle adiacenze cantiere 170 operai. La Società inizierà dell’area per un importo di otto milioni tra breve la costruzione di alcune case di lire; allo scopo di mantenere gli affitti per impiegati e capi reparto (2 milioni di ad un livello sostenibile, gli industriali spesa). avrebbero versato a fondo perduto Società I.M.I. per la fabbricazione di rulli all’Istituto un contributo di L. 1.600.000. e cuscinetti a sfere. Ultimato il comples- Nell’aprile del 1940, dunque, negli sta- so dei fabbricati. Incominciata l’installa- bilimenti in attività costruiti ex novo nella zione di notevole parte del macchinario: Zona Industriale di Ferrara erano occu- si prevede qualche ritardo per la conse- pati 340 operai, mentre il numero di gna di altro macchinario di fabbricazione persone impegnate nei cantieri saliva a nazionale o proveniente dagli Stati Uniti. 1225 (9). Produzione dei cuscinetti dall’ottobre. Contemporaneamente alla costruzione Occuperà in un primo tempo 150 ope- degli stabilimenti, come accennato, si rai, 300 a piena produzione. realizzarono i servizi pubblici, i cui lavori Soc. An. Fratelli Zanzi per la fabbricazio- iniziarono nel 1938 e furono condotti ne di valvole per motori di aviazione.. rapidamente fino a tutto il 1940, poi Fabbricati quasi ultimati, qualche mac- subirono l’inevitabile rallentamento 42 DOCUMENTI

mentalmente come un fenomeno “di importazione di attività industriali prive di collegamento con la struttura econo- mico-produttiva ferrarese”, alcune delle quali stentarono a decollare fin dal prin- cipio. Secondo tali ricerche, quindi, la crisi della Zona si ebbe ben presto non solo perché alcune attività produttive erano direttamente finalizzate alla produzione bellica, ma anche perché da una parte le fabbriche ferraresi produssero beni e materie prime in funzione della crescita di altre aree economiche nazionali e determinato dallo stato di guerra, infine nell’esclusivo interesse dei monopoli, Plastico del Mobilificio Falegnameria Meccanica Dante furono sospesi nel 1942 (10). mentre dall’altra non si realizzò “nessun e Alfredo Santini (presentato alla mostra delle attività di Ferrara Il processo progettuale e burocratico- processo di integrazione economica fra fascista nel ventennale della amministrativo, che vedrà realizzate le imprese industriali importate e quel fondazione dei fasci 1919-1939) gran parte delle industrie citate nella minimo di struttura manifatturiera che si missiva indirizzata al duce, a cui se ne era andata faticosamente costituendo aggiungeranno alcune altre fino al nell’area ferrarese” (13). A tal proposito, 1942, sembrava ormai inarrestabile, in occorre ricordare alcune peculiarità quanto nato sotto i buoni auspici dei delle grandi industrie e di quelle medio- massimi esponenti del regime. piccole dislocate nell’area a partire dalla Come si può notare, nella Zona, intitola- fine degli anni Trenta e nel dopoguerra. ta a Lino Balbo (11), si svolgevano alcu- “Le prime operavano in svariati settori ne attività industriali sussidiarie dell’agri- produttivi (in primo luogo chimico, poi coltura; ciò era dovuto al fatto che la metallurgico-metalmeccanico e tessile- provincia di Ferrara produceva in abbon- calzaturiero), ed erano espressione, danza frumento per molini e pastifici, diretta o indiretta, di grandi gruppi barbabietole per le attività degli zucche- nazionali (FIAT, Pirelli, IRI, Borletti, rifici, mais per la produzione di amido, Montecatini) o stranieri (Solvay, Bata). glucosio e destrina, riso per brillerie, pro- Le seconde appartenevano perlopiù al dotti ortofrutticoli per marmellate e altre settore agro-alimentare, e facevano confetture, semi oleosi per oleifici, capo ad imprenditori locali” (14). In paglia e legname di pioppo per la pro- aggiunta a quanto argomentato dai duzione di cellulosa. diversi storici che si sono occupati delle Dalla documentazione iniziale riguar- motivazioni della crisi dell’industria ferra- dante la realizzazione della Zona, si rese nel Novecento, è necessario evince che uno dei principali obiettivi segnalare che persino alcune di quelle delle autorità era proprio quello di inse- lavorazioni tipiche locali, avviate grazie rire le risorse locali (soprattutto quelle alla legislazione del 1936-37, ebbero legate all’agricoltura) nel sistema indu- vita breve. Basti segnalare, per esempio, striale autarchico del regime fascista: il caso del Linificio Canapificio così, per esempio, la canapa diveniva Nazionale, che cessò definitivamente la indispensabile per sostituire le fibre tes- produzione quasi subito, non tanto per sili d’importazione, come il cotone, effetto dei bombardamenti del 1944 mentre dalla barbabietola si poteva rica- (che pure provocarono alcuni danni allo vare, oltre allo zucchero, anche l’alcool stabilimento), quanto per il cattivo da addizionare alla benzina e la “mate- andamento dei mercati della canapa, ria prima nell’importantissima produzio- che caratterizzò la fine degli anni ’40 e ne di gomma sintetica, secondo un pro- gli inizi degli anni ‘50, tanto che già nel cedimento messo a punto dalla Pirelli” 1954 il Comune di Ferrara approvava “il (12). Però le cose andarono diversa- mutamento del processo di lavorazio- mente poiché, secondo alcuni studi, nei ne” presso lo stabilimento ed autorizza- fatti la Zona Industriale (sia inizialmente va la società F.lli Toselli ad impiantarvi che nel dopoguerra) si sviluppò fonda- un’attività di “fabbricazione di aratri e DOCUMENTI 43 macchine agricole in genere”. Tuttavia, nonostante le connotazioni negative intrinseche alla nascita ed al primo sviluppo della Zona Industriale, a cui si aggiunse la crisi determinata dalle vicende belliche, nel 1942 era stato rag- giunto comunque un importante obiet- tivo, quello di un sostanziale incremen- to dell’occupazione; secondo stime comunali del dopoguerra, quell’anno “il numero degli stabilimenti già costruiti era di 17 e davano lavoro a 4.800 fra operai ed impiegati”, mentre secondo un’indagine degli anni Cinquanta con- dotta da Radames Stefanini, gli stabili- I lavori in corso nel 1938 per la menti già costruiti tra il 1937 ed il 1942 praticamente ripristinati. costruzione del sistema viario di collegamento con la zona indu- erano venti e gli occupati 4.204 (15) Il deciso intervento di ricostruzione ope- striale. Sullo sfondo l’acquedotto Nel 1944 la situazione della Zona rato dall’Amministrazione Comunale, Industriale di Ferrara si presentava estre- accompagnato da facilitazioni contrat- mamente desolante a causa dei bom- tuali concesse alle industrie “ancora bardamenti aerei: le strade furono scon- riluttanti a continuare” le lavorazioni, volte, i binari ferroviari divelti, i ponti favorì una sia pur limitata ripresa della distrutti, le centrali di sollevamento delle Zona, in quanto otto stabilimenti riatti- acque putride rase al suolo (16). Molti varono la produzione con un impiego stabilimenti, costruiti ex novo o già esi- di 1.500 operai”. Nello stesso anno stenti al 1937, furono colpiti, tanto che altre quattro fabbriche erano in fase di “tutte le attività produttive si fermarono ricostruzione “mentre ...12 industrie, fra o vennero trasferite in luoghi più sicu- cui alcune nuove, erano al punto di ini- ri”(17). Tra le “industrie” interessate dai ziare i lavori di costruzione”. micidiali bombardamenti ricordiamo lo A partire dal 1946 e durante i cinque stabilimento per la Lavorazione delle anni successivi furono impiegati per la Leghe Leggere, gli Zuccherifici Bonora ricostruzione della Zona Industriale ed Eridania, la Società Elettrica Padana, fondi statali e comunali pari a il già ricordato Linificio e Canapificio L.77.727.000 ed i risultati non tardarono Nazionale, il glorioso Mobilificio falegna- ad arrivare; nel 1951, infatti, esistevano meria Dante e Alfredo Santini (distrutto, nella vasta area “30 stabilimenti di cui ora complesso commerciale Self ed altri 25 in marcia” e cinque fermi per cause esercizi), la Società I.M.I. (oggi sorge il varie, che occupavano un totale di supermercato Coop Via Modena), la 2.250 maestranze, numero che sareb- Metallurgia Santini, la Società An. Fratelli be salito a 3.800 una volta attivati gli Zeni (distrutta) e la ditta Meneguzzi. Altri stabilimenti in costruzione, per la realiz- complessi produttivi furono danneggiati zazione dei quali erano impiegati 1.400 o incendiati dalle bombe nella località di operai. Erano stati costruiti e messi in Pontelagoscuro, tra cui il Mulino SEMES, funzione, tra l’altro, sei stabilimenti: l’officina meccanica Boldrini, Le Ortofrutticola Padana, Soc. Ital. Distillerie Italiane e lo Zuccherificio Calzature, Molino Saini, fabbrica Benini Gulinelli (18). Ferruccio (pali in cemento armato), Soc. Alla fine della Seconda Guerra Ing. G. Droghetti & Masotti (manufatti Mondiale, il Comune di Ferrara si trovò prefabbricati), Società Cooperativa Arte ad affrontare un impegnativo compito Muraria (manufatti in cemento armato). di ricostruzione, per ripristinare le attrez- Occorre ricordare ancora che nel 1951 zature dell’area ed assicurare le condi- altre imprese industriali stavano inve- zioni essenziali di ripresa delle attività stendo nuove energie nella Zona: la lavorative negli stabilimenti. Attraverso il Fabbrica Italiana derivati Acetilene contributo dello Stato, che finanziò i stava impiantando “una grandiosa progetti dell’Ufficio Tecnico, alla fine del distilleria”; la Montecatini, che nel 1947 i servizi pubblici della Zona erano 1957 avvierà il primo impianto al 44 DOCUMENTI

mondo per la produzione del polipro- dello stabilimento Burgo); l’ex pilene isotattico, costruiva un comples- Società Chimica dell’Aniene, che ini- so industriale (utilizzando in parte gli ziò la produzione nel gennaio 1942, impianti dell’ex Gomma Sintetica) per oggi sede dello stabilimento Solvay la produzione innovativa di materie Chimica Italia S.p.A., all’interno del sintetiche, ma anche un nuovo stabili- quale sopravvivono ancora alcuni mento per la produzione di ammonia- interessanti fabbricati costruiti a parti- ca e concimi, che insieme si estende- re dagli anni Quaranta, sia pure in ranno lungo il Boicelli per un tratto di parte trasformati. circa 2 km; nell’area dell’Aniene (grup- I complessi ora citati, che tra l’altro si po industriale romano fondato nel trovano tutti in via Marconi, già da soli 1923 per iniziativa della Società potrebbero costituire un interessante Generale della Viscosa), la società affi- percorso di visita legato all’architettu- liata Solvic realizzava una nuova fabbri- ra industriale del Novecento, da ca di resine sintetiche; la cartiera pie- aggiornare alla luce di altri studi ed montese Burgo, che aveva rilevato gli approfondimenti, che questo contri- impianti della Società Italiana buto, qui riassunto per ragioni di spa- Cellulosa, stava operando la ristruttura- zio, si propone di sollecitare e pro- zione e l’ampliamento dei capannoni muovere (21). (19). Per concludere occorre sottolineare Più in generale, si può rilevare che che, nonostante l’opera di ricostruzio- molti stabilimenti nati grazie al R.D.L. ne e di ampliamento di alcuni stabili- del 1936 cessarono la produzione menti approntata nell’immediato dopo la guerra, altri furono definitiva- dopoguerra, Ferrara anche nei decen- mente demoliti e ricostruiti in altre ni successivi non decollò mai vera- forme, oppure trasformati sia sotto mente come città industriale. Alcuni l’aspetto produttivo che architettoni- imputano questo fatto alle contraddi- co. Fanno eccezione importanti com- zioni brevemente analizzate in prece- plessi, caratterizzati in alcuni casi da denza e presenti fin dal principio una comunanza di stilemi legati al nella strategia di sviluppo della Zona. razionalismo che, pur essendo ora Altri sostengono che il progressivo destinati anch’essi perlopiù ad altri declino della struttura industriale non usi, conservano in tutto o in parte sarebbe stato determinato dalla man- l’assetto tipico dell’epoca (fine anni canza di imprenditorialità locale, ’30 - inizi anni ’40) ed un’architettura come di frequente si dice, ma dall’in- di un certo interesse (20). Tra questi, sufficiente programmazione e dalla oltre ad alcuni fabbricati che ancora si mancata realizzazione delle “infra- possono riconoscere, per esempio in strutture indispensabili ad incremen- via del Lavoro ed in via Darsena, tare e poi consolidare le fasi positive vogliamo ricordare: l’ex stabilimento del ciclo economico”(22). C’è infine Meneguzzi (attivato nel gennaio chi indica ragioni più lontane nel 1940, oggi stabilimento Moccia tempo, individuabili addirittura nel Liquori); l’ex fabbrica per la lungo periodo legatizio, definito spes- Lavorazione Leghe Leggere, messa so “fondamentalmente negativo” per in funzione nel giugno 1942 (ora Ferrara, soprattutto sotto l’aspetto Consorzio Agrario Provinciale e com- economico. plesso adiacente che si estende a Come spesso accade, le ragioni non nord di esso, destinato a varie attività sono esclusivamente da una industriali e commerciali); l’ex parte…ma questa è un’altra storia. Linificio e Canapificio Nazionale (costruito su progetto di Carlo Un sincero ringraziamento all’amico Savonuzzi a partire dal 1939 e attiva- ed appassionato cultore di storia to nel febbraio 1940, più conosciuto locale Leopoldo Santini, per i preziosi come ex Toselli; l’ex stabilimento suggerimenti e per aver messo gentil- della Società Cellulosa Italiana, (ora mente a disposizione la copiosa Cartiera di Ferrara S.p.A., nata nel documentazione conservata presso il 1985 dopo un ammodernamento proprio archivio privato. DOCUMENTI 45

NOTE

1 Oltre alla normativa citata, cfr. La Zona Industriale di Ferrara, Milano, Istituto Grafico Bertieri, 1938, pp. 11-16 2 Cfr. Bollettino di statistica del Comune di Ferrara, anno 1947, Ferrara, 1948, pp. 86; ; su Carlo Savonuzzi cfr. in particolare L. SCARDI- NO, Itinerari di Ferrara moderna, Firenze, Alinea, 1995, p. 133; F. SCAFURI, Architettura del Novecento a Ferrara. Alcuni esempi di straordinaria quotidianità, in AA.VV., Giulio Zappaterra Architetto a Ferrara, 1960-95, Firenze, Alinea, 2006, pp. 144-148 e relative note 3 Bollettino di statistica del Comune di Ferrara, anno 1947, Ferrara, 1948, pp. 86; ARCHIVIO DI STATO DI FERRARA, Prefettura, Riservato di Gabinetto, 1939-45, b. 188, fasc. G 4 Per la ricostruzione di queste fasi ci si è avval- si anche della cartografia storica topografica della città degli anni Trenta, conservata presso la BIBLIOTECA COMUNALE ARIOSTEA, l’ARCHIVIO STORICO COMUNALE e L’ARCHI- 13 cfr. F. CAZZOLA, Origine di un sottosviluppo, in VIO LEOPOLDO SANTINI, confrontandola poi Parametro, n. 34, Faenza, marzo 1975, p. 6; Ex Linificio Canapificio Nazionale, con la planimetria della Zona allegata alla pub- cfr. anche R. Sitti, Lucilla Previati, Ferrara. Il scala interna blicazione La Zona Industriale di Ferrara, cit.; regime fascista, cit., p. 170 cfr. anche sullo stesso tema R. CORAZZA, 14 M. BRUZZO, La nascita della zona industriale Territorio, città e architettura a Ferrara nel di Ferrara, in La Pianura, n. 1, Ferrara, Camera Ventennio, Tesi di laurea presso l’Università di Commercio Industria Artigianato Agricoltura degli Studi di Bologna, Facoltà di Ingegneria, di Ferrara, p. 38 relatore prof. Celestino Porrino, anno acc. 15 Bollettino di statistica del Comune di Ferrara, 2001/2002, pp. 17-27 anno 1951, Bologna, 1952, p. 68; i dati del- 5 Cfr. tra l’altro l’intervista rilasciata alla giornalista l’indagine degli anni ’50, che riportiamo di Luce Tommasi da Francesco Grossi e pubblica- seguito, sono stati pubblicati tra gli altri da R. ta dalla Nuova Ferrara l’1.11.1989, p. 6 SITTI, L. PREVIATI, Ferrara. Il regime fascista, 6 I dati riportati sono stati estrapolati dalla docu- cit., p. 172; R. SITTI, La Capillare. Rapporto su mentazione in ARCHIVIO DI STATO DI FERRA- un’organizzazione fascista di base, Ferrara, RA, Prefettura, IBIDEM; cfr. R. SITTI, LUCILLA Cartografica Artigiana, 1983, p. 34; per l’ex PREVIATI, Ferrara. Il regime fascista, Milano, La Linificio e Canapificio cfr. L: SCARDINO, Pietra, , 1976, p. 169. Si veda anche la docu- Itinerari di Ferrara moderna, cit., pp.132-133, mentazione in ARCHIVIO STORICO COMUNA- oltre alla deliberazione di Giunta Municipale LE DI FERRARA, XX secolo, Commercio, buste del 17/02/1954 n. 3164 (in ARCHIVIO STO- nn. 5-7ter RICO COMUNALE DI FERRARA, Deliberazioni 7 Verbale della riunione svoltasi presso la di Giunta, 1954) Prefettura di Ferrara il 29 aprile 1937 alla pre- 16 Cfr. Bollettino di statistica del Comune di senza di Italo Balbo, in ARCHIVIO DI STATO DI Ferrara, anno 1951, Bologna, 1952, pp. 68 FERRARA, Prefettura, IBIDEM 17 M. BRUZZO, La nascita della zona industriale 8 Cfr. Rassegna della mostra delle attività di di Ferrara, in La Pianura, n. 1, Ferrara, Camera Ferrara fascista nel ventennale della fondazio- di Commercio Industria Artigianato Agricoltura ne dei fasci 1919-1939, 1-28 ottobre XVII di Ferrara, n. 1/1994, pp. 38 [1939], Bologna , Cooperativa tipografica 18 Cfr. L. MARAGNA, Per non dimenticare. Nel Azzoguidi, [1940], p. 129 60° Anniversario della Liberazione. 9 Lettera del 15 aprile 1940 a firma del prefetto Bombardamenti e rifugi antiaerei a Ferrara e di Suni inviata al duce, in ARCHIVIO DI STATO Provincia (1943-1945), Ferrara, 2005, pp.19, DI FERRARA, Prefettura, Riservato di Gabinetto, 20, 28, 29, 35, 36 b. 188, fasc. H; in relazione al R.D.L. del 19 cfr. Bollettino di statistica del Comune di 20.10.1939 n. 1901 (convertito nella Legge Ferrara, anno 1951, Bologna, 1952, pp. 68- 4.4.1940 n. 439) cfr. S. TADDEI, La questione 69 ferrarese. Risorse e lavoro, Reggio Emilia, 20 Cfr. Architetture del Lavoro nel ferrarese (a Magis Books, 1996, p. 55) cura di D. BARBIERI), Ferrara, Liberty house, 10 Bollettino di statistica del Comune di Ferrara, 1996, p. 136 anno 1947, Ferrara, 1948, pp. 87 21 Per la redazione di questa parte, così come 11 A.FARINELLI, Ferrara industriale fra Ottocento per l’intero studio, si è rivelata molto impor- e Novecento. L’Addizione Continiana, in A. tante la documentazione tecnica, amministra- FARINELLI, F. SCAFURI, a cura di, Ferrara VII- tiva e catastale conservata in ARCHIVIO SER- XX secolo, Trasformazioni, Addizioni, VIZIO PATRIMONIO ED ESPROPRI DEL Ampliamenti, Comune di Ferrara, 1991, p. 53 COMUNE DI FERRARA, bb. “Zona Industriale” 12 M. BRUZZO, La nascita della zona industriale ed “Ex Toselli” di Ferrara, in La Pianura, n. 1, Ferrara, Camera 22 S. TADDEI, La questione ferrarese. Risorse e di Commercio Industria Artigianato Agricoltura lavoro, cit., (cfr. la Prefazione di L. Marzola, p. di Ferrara, pp. 35-36 10) 46 DOCUMENTI

Il Caffè Europa

Giorgio Mantovani e Il 24 ottobre 2006 il Resto del pre- che non abbiano ad essere interrotti i lavo- Leopoldo Santini cisava “Ennesimo ed a questo punto deci- ri per l’illuminazione dell’Arco della sivo colpo di scena nella vicenda del Caffè Giovecca... se nel ritorno dal detto Europa: nei giorni scorsi il giudice Mario Passeggio (il Montagnone n.d.r) i signori d’Orazi ha depositato in cancelleria la sen- proprietari di carrozze... vengono pregati di tenza che di fatto riassegna il nome del preferire alla Giovecca la via della Ghiara locale alla proprietà dell’hotel di Corso (XX Settembre n.d.r.) anche per non di- Giovecca. Riconoscendo il loro diritto sturbare i lavori per la pubblica festività esclusivo ad utilizzare il marchio della più che si faranno rimpetto al caffè antica e celebre pasticceria cittadina...”. Un dell’Apollo...”. A quale festività ci si riferiva? diritto al quale ha contribuito, come effi- La risposta l’abbiamo rintracciata negli ciente servizio per la cittadinanza, la ricerca Annali Ferraresi di Roveri e Fiorentini storica presso la biblioteca della Camera di ”1846, 18 luglio. Grande in vero e Commercio, una fonte di consultazione magnanimamente liberale fu l’atto di cle- poco conosciuta, ma i cui dati, se interpo- menza compiuto dal Pontefice Pio IX, allor- lati con le domande di richieste di licenze ché nel diciotto di luglio proclamava l’am- al Comune, consentono di ricostruire uno nistia ai ribelli detenuti politici”. Per festeg- degli aspetti meno conosciuti di Ferrara, la giare l’avvenimento al mattino le truppe storia delle attività commerciali. Più che la del presidio con il corpo dei carabinieri e i sentenza, ci ha coinvolto la notizia e abbia- dragoni a cavallo si schierarono nella piaz- mo deciso di entrare in quel labirinto di cui za della cattedrale, quindi seguì una solen- conoscevamo l’uscita, “Caffè Europa”, ma ne cerimonia all’interno del tempio. Nella non il percorso. Passo dopo passo, colle- notte splendide luminarie ravvivarono i gando i dati dell’Archivio Storico Comunale principali palazzi e le case private in Corso con quelli della Camera di Commercio, Giovecca, mentre tre bande musicali intrat- siamo riusciti a comporre quel puzzle che tennero la popolazione che acclamava Pio in precedenza, e solo in parte, altri avevano IX. iniziato ma mai concluso. Tra i primi gestori del caffè Apollo ci fu la La storia comincia dal luglio 1846, perché famiglia Diletti: il padre Carlo, nato a Faenza in un Avviso Comunale dell’archivio di il 13 settembre 1823, di professione caf- Leopoldo Santini abbiamo letto ”Allo scopo fettiere, aveva sposato Orsola Casadio e da quell’unione, sempre a Faenza, erano nati due figli, Corinna e Ugo, che a Ferrara aveva preso in moglie Amelia Azzolini (un cognome che riapparirà nel Novecento). Con iniziativa tipicamente romagnola i Diletti avviarono a Ferrara numerosi eserci- zi commerciali: nel 1872 Orsola Diletti, esercente del caffè con biliardo in Corso Giovecca 53-55, si rivolse al Comune per esporre sopra le due porte d’ingresso l’in- segna “Caffè Apollo di Diletti Orsola” poi nel 1878 lo trasformò in caffè ristoratore. Nel 1881 riaprì il Caffè Savonarola, di pro- prietà del marito che nel 1891, dopo essersi trasferito dal n° 53 al n° 5 di Via Cairoli (già Borgonuovo), aprì il Ristorante DOCUMENTI 47

Italia (un nome che diverrà famoso nel Novecento quando verrà gestito da Giovanni Molara di fianco al Castello). Nel 1894, dopo le opportune e necessarie tra- sformazioni riattivò l’albergo e ristorante Cavalletto in Piazza Municipale (già aperto nel 1853 e che continuò ad accogliere clienti fino agli anni ’60 del Novecento). Sempre nello stesso anno gestì una locan- da in Volta Paletto 3, e probabilmente avrebbe continuato quella frenetica attività se la morte non lo avesse colto nel 1899. Raoul Bernardello, nel primo volume dei Caffè letterari scrisse ”Attorno al 1890 qualche innovazione comincia a far capo- lino nei caffè ferraresi che erano rozzi nelle suppellettili, fumosi e poco puliti. Mentre il l’Hotel Europa, prese il nome di Folchini, un Caffè del Teatro restava per sua natura caffè che, come ha precisato il giornalista Il Caffè Folchini negli anni ‘40 immutato e immutabile, si modernizzava Giuseppe Longhi, sulle porte d’entrata in Giovecca il Caffè Folchini che sotto la avrebbe potuto scrivere “Proibito ai non ragione del nuovo conduttore diventava il addetti al lavoro perché escludeva tutte le ritrovo dell’aristocrazia e dall’alta borghe- classi sociali all’infuori di quelle privilegiate. sia”. A Orsola Diletti subentrò Giuseppe Dal volgo correva voce che bisognasse Ferretti, che nel 1880 presentò al Comune essere soci del Circolo dell’Unione, azioni- una domanda perché la Commissione sti della Cassa di Risparmio o rientrare tra d’Ornato gli concedesse di sostituire al la clientela del parrucchiere Trenti che nome Apollo (lo stesso nome nel 1870 all’angolo di via Borgoleoni gestiva il indicava un altro caffè in Corso Porta Po negozio più raffinato della città”. 59) una nuova insegna: “Caffè del Corso. Nella principale stanza del Folchini, con G. Ferretti”. La domanda non fu accettata splendidi specchi incorniciati da cornici lac- perché il nome del gerente doveva essere cate, i camerieri, che inizialmente indossa- completo. Il caffè Apollo fu acquistato da vano la giacca bianca e i pantaloni neri, Alessandro Folchini, che in Corso Giovecca adeguandosi sempre più alla clientela, 49-51-53 aprì una sala con bigliardo e bot- optarono per il frac e in seguito per lo smo- tiglieria. Folchini, di professione droghiere, king, ad eccezione dell’inserviente che si nato a Ferrara il 18 giugno 1844, era fra- distingueva per un camiciotto a righe azzur- tello di Eugenio, un audacissimo acrobata re, una caratteristica riferita anche dal pitto- che all’Arena Tosi Borghi–Verdi - con altri re Filippo De Pisis nella Città delle cento allievi (tra i quali eccelleva Alfonso meraviglie. Manarini, “capo squadra d’oro” della Palestra Ginnastica alle Olimpiadi di Londra del 1908 e che in cinquant’anni di attività la guidò in 44 Concorsi vincendo 386 premi e 44 corone d’alloro) sfidava la morte ad ogni esibizione. Il 28 dicembre 1875, a venticinque anni, pochi mesi dopo il suo matrimonio con Enna Strocchi, morì durante uno di quegli spettacoli. L’evento luttuoso colpì profondamente i suoi allievi, che decisero di abbandonare le esibizioni acrobatiche per costituire una società ”che si prefiggeva la cultura e lo studio della ginnastica per sviluppare le forze fisiche”. Nacque così la Palestra Ginnastica Ferrara, tuttora in attività. Il caffè Apollo, in Corso Giovecca al piano terra del palazzo Signa, che oggi ospita 48 DOCUMENTI

zuccherificio a Pontelagoscuro del conte Luigi Gulinelli, della fabbrica di saponi del conte Luigi Chiozza a Pontelagoscuro, della fabbrica di concimi chimici dell’ing. Pietro Alfonso Barbè, industrie che si contrappo- nevano alla normale economia della pro- vincia rivolta soprattutto all’agricoltura e in particolare alla canapa), amministratori e professionisti. Tra gli abituali frequentatori il senatore Stefano Gatti Casazza, portaban- diera dei “Mille”; il dott. Pietro Niccolini, pre- sidente della Cassa di Risparmio dal 1928 al 1931; Giuseppe Agnelli, letterato, scritto- re, bibliotecario; il senatore Giovanni Martinelli, docente di diritto civile all’Università; il cav. Tito Obici, nel cui nego- Ricorda il frac anche l’avvocato Carlo Lega zio di pellicceria affluivano tutti gli aristocra- nella seconda edizione de Le Mie Strade, tici. I dottori Nino Bragliani e Angelo Benati, quando scrive che dopo la prima guerra urologi; il nobile Giulio Monti, il cav. Enrico mondiale sua zia Emma, ormai più che Santini, il cav. Luigi Nagliati e il marchese ottantenne, nelle buone giornate arrivava Carlo di Bagno si ritrovavano allo stesso fino al caffè Folchini per gustare la rinoma- tavolino. L’unica eccezione tra quelle perso- ta pasticceria di quel locale in cui i came- nalità la Nuta (Assunta Ascoli), che nella rieri indossavano ancora il frac. In quel caffè bottega di via Mazzini vendeva i salamini affluivano i clienti da mezzogiorno alle tre- d’oca e il caviale di storione. Proprio per le dici per l’aperitivo, come consuetudine sue specialità, ogni domenica, indossato occupavano in parte l’interno e l’esterno l’abito più elegante, in compagnia di una del locale bloccando così l’ingresso a sua cugina con la quale poteva conversare chiunque non fosse tra le categorie socia- entrava al Folchini. Un’altra persona mal tol- li ammesse. Nel pomeriggio e nelle ore lerata dalla clientela era il marchese Ercole

Una ricevuta rilasciata della ditta della notte c’erano i proprietari agricoli, i Mosti, perché si era decisamente orientato Alessandro Folchini. pochi industriali (erano gli anni della verso la democrazia e in faccia a un suo Fonte: Biblioteca Archivio Ferrarese di Leopoldo Santini Società delle Bonifiche Ferraresi, del primo avversario politico sputò il toscano che fumava abitualmente. Giuseppe Longhi così commentò l’avvenimento ”Una peco- ra nera! Quando si avvide che le pecore... bianche belavano alla sua vista, abbando- nò l’ovile con un gesto che fu ritenuto... plebeo, ma che fece cronaca”. Il Folchini era apprezzato per la sua pastic- ceria: tra le specialità il pasticcio con l’invo- lucro di pasta frolla croccante e dolcificata e all’interno maccheroni o cappelletti con besciamella, rigaglie di pollo, tartufi. Ottime anche le paste dolci (bilin) il cui prezzo variava dai cinquanta centesimi a una lira secondo la raffinatezza, le “morine” di mar- zapane ricoperte di cioccolato, le offelle, i cannelloni (bastoncini di zucchero con mandorle e bignè), i cannoni di crema. Alessandro Folchini morì nel 1909 all’età di 65 anni e sulla sua tomba alla Certosa si legge ”Col lavoro e colla probità seppe meritare la stima dei migliori. Rimpianto generale imperituro ne circonda la memo- ria”. Due anni dopo Francesca Manarini Folchini raggiungeva il marito. Longhi ha DOCUMENTI 49 scritto che i fratelli Folchini rinunciarono nel 1921 alla conduzione dell’esercizio e il locale passò al bolognese Magnani “nuovo del mestiere ed all’infuori, per costumi e per metodi, dall’ambiente che avrebbe dovuto gestire”. Nella biblioteca della Camera di Commercio risulta che nel 1919 il caffè fu rilevato da Giovanni Preti e fratello, un dato confermato anche dall’Indicatore Commerciale di Ferrara e Provincia. Con la fine del primo conflitto mondiale la cliente- la del Folchini subì un naturale ricambio per il nuovo indirizzo politico e sociale. Ha scritto Ruy Blas nelle Figurine di Scorcio da cui stralciamo alcuni brani ”... tenente di fanteria in guerra e in pace è sempre stato ardente, pieno di coraggio e di allegria. In qualunque parte d’Italia egli vada o si sia trasferito, si trova subito come a casa sua... A Ferrara va e viene come la nebbia. Lo vedete per cinque, sei, sette giorni al “Folchini” poi scompare...”. “Se sale in tram in compagnia di altri potrebbe far valere il diritto di non pagare la corsa perché è discutibile che passi il metro d’altezza... Come i pipistrelli e le cocottes, quantunque nulla abbia né del- l’uno, né delle altre, esce solamente quan- gestito il Ristorante Pellegrino-Gaiana di do le tenebre sono discese sulla città. fianco alla chiesa di S. Giuliano (Piazza Allora lo troverete certamente per Corso della Repubblica) e poiché si mangiava Giovecca o al Caffè Folchini, intento a una bene e si beveva meglio vi affluivano artisti partita di poker o di goffetto. Davanti a lui lirici e di prosa che potevano anche intrat- bisogna sempre stare guardinghi...”. tenersi con Gaetano Azzolini, il celebrato “ E’ un collezionista di antichità, ma queste basso-comico che ogni mese ritornava non sono né medaglie, né armi, né qua- nella locanda gestita dal fratello. In Viale dri, ma barzellette ed aneddoti che egli ha Cavour, all’angolo con Corso Isonzo, nel la pretesa che siano originali ed inediti e 1925, abbattuta la cosiddetta “Casa degli per i quali pretenderebbe che gli ascolta- spiriti“, per iniziativa dei F.lli Guglielmo e tori facessero le più ampie risate. Ma essi sono in tutte altre faccende affaccendati , dovendo prestare attenzione sui tavoli del Folchini al trionfo, al tombolino, al poker...”. Nel 1928, come attesta il giornale “Lo Spettacolo”, il locale era pubblicizzato come Pasticceria ex Folchini, che vendeva pam- pepato, certosino, panettoni, torroni, offriva un grande assortimento di vini e liquori e assicurava, oltre ai prezzi mitissimi, anche servizio a domicilio. Il 30 agosto 1929 la famiglia Paparelli affittò fino al 1932 i loca- li ad uso bomboneria, pasticceria e caffè in Corso Giovecca 51-53-55 agli Azzolini; così l’ex Folchini assunse il nome di Premiata Pasticceria Azzolini: Amelia Azzolini si era sposata con Ugo Diletti, figlio del gestore del caffè Apollo; Giacomo Azzolini aveva 50 DOCUMENTI

Federico Azzolini e su disegno dell’ing. Ranieri, Beppe Grillo e Ottavio Missoni, che Giacomo Diegoli, era stato costruito il quando passava per Ferrara si portava a palazzo“Panfilio”, tuttora esistente. Il locale, casa una torta multicolore che riproduceva attrezzato come ristorante con servizio bar i variopinti disegni dei suoi maglioni. I colo- ed eleganti saloni per cerimonie, banchet- ri erano ottenuti usando vari tipi di frutti che ti, ricevimenti, non portò fortuna agli escludevano l’uso di coloranti, gelatine. Azzolini che come pasticceri si erano fatti Finita l’epoca della torta a più piani si richie- conoscere per la ciambella alla ferrarese, la sero quelle al gianduia, la pinolata suprema “brazzadela“. Dopo quel fallimento nell’a- (crema di mandorle al maraschino) e le gosto del 1929 decisero di prendere in tipiche specialità ferraresi: il pampepato affitto l’ex Folchini, poi nel 1936 aprirono la quadrato e a forma di filone, gli amaretti, i Rinomata e Antica Pasticceria Azzolini con mandorlini del Ponte. Fra le paste si pote- salone per ricevimenti e feste, banchetti, va scegliere tra 45 tipologie: dalle millefo- matrimoni nella nuova sede in via Boldini. glie ai cannoncini di crema, a sei tipi di brio- Il trasferimento era stato deciso perché la ches dolci; per la prima colazione la riccio- famiglia Paparelli li aveva citati in giudizio lina, pasta di pane salata a forma di treccia, per il mancato rilascio dei locali nei termini senza burro, sfornata in continuazione. A previsti, e per questo gli Azzolini furono mezzogiorno la clientela si orientava sui obbligati a pagare un semestre di canone pezzi salati agli spinaci, alla crema, al for- di affitto, e nonostante avessero migliorato maggio, al prosciutto con salse e paté; non e abbellito i locali con un forno per la mancavano una ventina di gusti di gelato e pasticceria non ottennero alcun rimborso. gli aperitivi, molti dei quali a base di frutta. Nel 1948 Paparelli rag. Franz Nino riaprì il Per i suoi ricevimenti a Roma Giorgio locale di Corso Giovecca, chiamandolo Bassani prenotava i cannoncini di crema e Europa. Nel 1960 Claudio de Pestel e la le millefoglie della pasticceria-caffè Europa, moglie Maria Grazia Taddia, con la collabo- per ricordare non solo la città ma anche il razione del figlio Claudio, rilevarono padre cliente abituale del Folchini Andrea l’”Europa” e negli anni, grazie alla passione Guiati, (L’invenzione poetica, Ferrara e l’o- e alla creatività della moglie, crearono pera di Giorgio Bassani a pag. 181) ha molte ricette, molte novità sconosciute e riproposto i versi della poesia Rolls Royce realizzazioni per eventi importanti. Tra que- con la quale Bassani immagina di muover- ste “l’albero del pane” e “la frutta brinata”. si silenziosamente in un’auto funebre attra- La clientela dal gusto classico richiese pro- verso la strada principale di Ferrara, guar- dotti di qualità; famose le torte (circa una dando indietro alla propria vita: “Subito quarantina di tipi) a forma di fiori e celebri dopo aver chiuso gli occhi per sempre furono i clienti: Pippo Franco, Massimo eccomi ancora una volta chissà come riat- traversare Ferrara in macchina -una grossa berlina metallizzata di marca straniera dai grandi cupi cristalli forse una Rolls- (....) ansioso com’ero di riconoscere sulla sinistra la chiesa di San Carlo più in là a destra quella dei Teatini a lei di contro già fermi così di buon’ora in crocchio sul mar- ciapiede dinanzi alla pasticceria Folchini gli amici di mio padre quando lui era giovane” Un’altra caratteristica della famiglia de Pestel, che cessò l’attività nel febbraio 2000, furono i numerosi premi ottenuti nei concorsi vetrine. Il bar pasticceria Europa, per la sentenza citata in precedenza, riapri- rà negli stessi locali con la gestione della famiglia Serra proprietaria dell’hotel Europa di Corso Giovecca. Chi era subentrato ai de Pestel dal bar Europa si è trasferito in una caffetteria all’angolo tra Corso Giovecca e via Bersaglieri del Po con l’insegna Caffè Si ringrazia Alberto Cavallaroni del Corso. DOCUMENTI 51

Il “Saponificio Chiozza e Turchi” di Pontelagoscuro

Una storica fabbrica di saponi

Margherita Nel panorama delle industrie che per solo nel mercato nazionale ma anche, Goberti prime si insediarono nel territorio ferra- valicando l’oceano, su quello internazio- rese una posizione sicuramente di spic- nale. Primo direttore fu Francesco Tranz, co spetta al “Saponificio Chiozza e ma l’industria era ancora e solo Turchi“ che ebbe la sua collocazione, fin “Chiozza”; nel 1852 entra ufficialmente dal 1812, nella realtà di Pontelagoscuro. nella direzione Luigi Turchi, che già da Prima di ripercorrerne la storia, è bene diverso tempo collaborava nella condu- però fare un salto indietro, addirittura al zione dello stabilimento; ma per giun- 1700, periodo durante il quale il paese gere alla denominazione completa con i costituì un importante centro nel siste- due cognomi – Chiozza e Turchi – si ma fluvio–marittimo; qui giungevano dovrà aspettare il 1870, cioè dopo oltre infatti i grani marchigiani e soprattutto cinquant’anni di attività della fabbrica. quell’olio di oliva utilizzato per l’illumina- Tale doppia denominazione proseguirà zione di strade e di abitazioni, per i con- comunque fino al 1926. La fine della sumi alimentari e per quell’industria del produzione fu probabilmente la conse- sapone destinata sì a dare lustro al guenza di due situazioni distinte: diffi- paese, ma anche a chiudere i battenti coltà d’intesa fra i soci ed una profonda per sempre, dopo un glorioso e lungo crisi economica che aveva colpito il periodo di attività. In questo contesto saponificio. Carlo Turchi dà le dimissioni economico si delineò – come succursa- cedendo, anzi “svendendo“ per poco o le dell’omonima fabbrica di Trieste – lo nulla, il proprio capitale industriale: nel stabilimento ferrarese, fondato da Carlo 1928 la chiusura definitiva. Moltissimi Luigi Chiozza che delegò per l’acquisto lavoratori, che avevano tratto da questa del terreno l’ingegnere ferrarese opportunità lavorativa sostegno per le Gaetano Tosi; terreno posto strategica- proprie famiglie, si trovarono disoccu- mente in zona golenale, dove sorse la pati. Una pagina gloriosa di questa indu- prima struttura di Pontelagoscuro. Nel stria ferrarese terminava malinconica- 1858 la produzione, fino a quel mente, lasciando comunque interessan- momento improntata esclusivamente ti testimonianze della sua presenza a sul sapone da bucato, ampliò il venta- Pontelagoscuro e sul mercato economi- glio di proposte puntando su quello che co. Alcune di esse sono visibili in una veniva chiamato “sapone di bellezza“, e importante pubblicazione redatta in permettendo un notevole salto di quali- occasione del centenario della Chiozza tà ad una industria che giunse ben pre- e Turchi; di grande interesse alcune sto a ricoprire un ruolo importante, non immagini fotografiche degli impianti e soprattutto del nuovo stabilimento, costruito sulle ceneri di quello distrutto dall’incendio del 1882. Spicca inoltre l’attenzione che – già allora – veniva riservata all’aspetto pubblicitario e quin- di alla promozione dei prodotti. Quelle delicate cartine colorate che li avvolgevano, con l’immagine della fab- brica originaria di Pontelagoscuro, erano realizzate dal triestino Marcello Dudovich, uno dei più prestigiosi grafici dell’epoca. 52 DOCUMENTI

Dante Leoni e Longastrino

E’ la “memoria storica” di un paese, nostri soldati, in condizioni di grande Vito De Santis oltre che di una parte importante pericolo, tanto che talvolta per il tra- della Marina Militare Italiana impe- sporto si usavano navi da guerra. gnata nella seconda guerra mondiale: Anche se ho rischiato la vita, sono di entrambi ricorda eroismi e trage- stati anni fondamentali per la mia for- die. Con una filosofia di fondo: pos- mazione. Ecco perché c’è sempre sono fortificare, in chi sa coglierli stata, c’è ancora e sempre ci sarà in dalla giusta prospettiva, animo e me una dedizione profonda a mante- carattere. Perciò Dante Leoni, da nere vivo il ricordo dei soldati che Longastrino, non ha mai dimenticato hanno fatto il loro dovere combatten- e ha speso quasi tutta la sua vita a far do, non importa che abbiano vinto o sì che non dimenticassero neppure perso. Perché ognuno di loro è degno gli altri. Ottantasei anni portati con della nostra riconoscenza”. Concetti e disinvoltura, una memoria lucidissima slanci che gli hanno fatto guadagnare ed uno spirito che non conosce cedi- numerosi e prestigiosi riconoscimen- menti, ha affidato la pellicola del suo ti. Ne citiamo alcuni: Distintivo d’ono- passato e delle sue ricerche, scrupolo- re di 1° grado di lunga navigazione in sissime ed infaticabili, ad una serie di guerra; una decorazione al Valor volumi che hanno avuto l‘onore di Militare; 3 Croci al Merito; medaglia essere accolti dal Segretariato con nastrino per la guerra di Generale della Presidenza della Liberazione nelle Forze Armate rego- Repubblica, Servizio Archivio Storico, lari; Diploma d’Onore come combat- ed inseriti nella Divisione Biblioteca e tente della libertà concessa dal Ricerca. Qualche titolo: “Storia di Presidente della Repubblica. Fu lui a Longastrino in età medioevale e fondare l’Associazione Nazionale moderna (Secoli XI – XVIII)”, scritta Combattenti e Reduci e a ideare la rea- assieme al compaesano mons. lizzazione a Longastrino del Parco della Giovanni Montanari, edito dalla Rimembranza, con un monumento in Società ‘Il Ponte Vecchio’ di Cesena travertino che ricorda i Caduti di tutte e distribuito da Feltrinelli; “Storia le guerre e i civili morti per uguale della Marina Militare Italiana”; causa. Già, Longastrino. Leoni è orgo- “Miscellanea, raccolta di titoli e saggi” glioso di rivendicare le proprie radici su vari argomenti. in ogni occasione. Vi gode enorme Riavvolgendo il nastro sul quale è prestigio, per tutto ciò che ha fatto e impressa la propria esistenza, Leoni continua a fare per questo paese, non può non soffermarsi innanzitutto ridotto dalla guerra ad un cumulo di sugli anni trascorsi in Marina, dove si macerie. Dice con orgoglio: “L’ho por- è arruolato diciannovenne e di cui è tato sempre con me, anche quando stato sottufficiale: dopo un anno di le circostanze della vita mi hanno specializzazione a La Spezia, ha navi- costretto ad ‘emigrare’, prima a gato dal 1° giugno 1940 al 30 set- Ravenna poi a Roma, per piantare le tembre 1945 lungo quella che era tende definitivamente a Ferrara”. Un nota come ‘la rotta della morte’. amore documentato anche dal libro “Facevamo la spola con l’Africa set- che narra la storia di Longastrino, tentrionale e i Balcani per rifornire i “soprattutto – puntualizza – della sua DOCUMENTI 53

Dante Leoni gente, di un luogo sotto certi aspetti so si trova nella Chiesa di Santa Maria un po’ anomalo, quasi una piccola in Aula Regia di Comacchio. Il quadro Repubblica. Il Po di Primaro, che divi- è stato oggetto di molte attenzioni da deva in due il paese, era un’asta navi- parte di illustri studiosi, come la Biagi gabile molto importante, tanto che un Maino, Francesco Arcangeli e Carlo noto storiografo francese la battezzò Volpe. Leoni ha rinvenuto anche il 1° ‘l’autostrada del sale’, in quanto il tra- documento sulla data di nascita di sporto del sale, all’epoca fondamenta- Longastrino: siamo agli albori dell’an- le per la sopravvivenza, dalle saline di no Mille, quando si chiamava Fossa Comacchio, di Cervia e di Longastrino Padula. Come ha scritto nella premes- doveva passare di là. E si poteva con- sa del volume Carlo Cazzola, docente siderare come una Repubblica, sia di Storia presso l’Università di pure minuscola, perché era difficil- Bologna, “è un curioso paese di fron- mente controllabile dal potere rappre- tiera”, proprio per il fatto di “aver vis- sentato allora dagli Estensi da una suto una storia double face, parte parte e dai Da Polenta, signori di ravennate e parte ferrarese. In questa Romagna, dall’altra”. Il volume raccon- parte del mondo i confini sono sem- ta la vita, grama ma coraggiosa e labo- pre stati incerti, mobili come l’ac- riosa, dei longastrinesi di quegli anni qua…Eppure anche qui, dove acqua, in cui si lottava ogni giorno per la terra e cielo spesso si confondevano, sopravvivenza. In 5 anni di ricerche gli uomini hanno voluto porre i loro Leoni ha ‘devastato’ gli archivi di confini”. Un’ulteriore dimostrazione Roma, Ferrara, Bologna, Modena, della cocciutaggine e della forza d’ani- Ravenna, Comacchio e Argenta. mo che ha sempre contraddistinto Scoprendo alcune ‘perle’, fra cui una quella popolazione. E di conseguenza rara copia de “La flagellazione di anche Dante Leoni, nella sua inestin- Cristo” del pittore bolognese Ludovico guibile sete di conoscenza e nella Carracci: era nella Chiesa dell’Ospizio volontà di scavare sempre più a fondo dei Cappuccini di Longastrino e ades- negli umori della sua terra. 54 DOCUMENTI

Addizione Erculea e San Cristoforo alla Certosa per il restauro del sistema urbanistico rinascimentale

Articolo e fotografie di Il restauro della chiesa rinascimentale dedi- possiamo immaginare caratterizzata da Alberto Guzzon cata a San Cristoforo di per sé non rappre- una marcata presenza dell’acqua, con senterebbe certo un avvenimento tanto tanto di ponti e traghetti, circondata da valli eccezionale in una città come Ferrara, che e acquitrini come, ad esempio, sono anco- in poco più di vent’anni ha restaurato quasi ra Comacchio o Mantova. tutto il suo centro storico, se non fosse per Nel XV secolo, invece, l’Addizione Erculea il ruolo urbanistico fondamentale che que- fu un evento che segnò la distinzione tra le Le ricostruzioni virtuali sto monumento svolge nell’ambito spontanee aggregazioni medievali e la dell’interno della chiesa di San Cristoforo alla Certosa dell’Addizione Erculea, la maggiore impresa nascente “urbanistica” rinascimentale. sono a cura di urbanistica degli estensi. Nelle prime, lo sviluppo cittadino coincide- Giampaolo Sottili Per comprenderne la portata è necessario va con quello edilizio e la via delle Volte ne suggerire una più ampia visione d’insieme è ancora un esempio tangibile; nella partendo dalle annotazioni di Bruno Zevi, seconda, invece, si introdusse l’idea di un laddove ne descrive l’ubicazione: “Posta piano di ampliamento più generale nel all’estrema zona dell’Addizione, chiude lo quale le architetture assumevano il signifi- scenario urbano e costituisce il punto d’ar- cato di parti costitutive del disegno di svi- resto della tangenziale alla piazza Nuova, luppo urbanistico, che lasciava ampi isolati l’attuale Via Borso che partendo dal Palazzo verdi e addirittura semirurali, addizioni per Bevilacqua si avvia verso nord”. l’appunto, che rispecchiavano l’idea unitaria Agli inizi del XIII secolo, prima dell’inseri- di un mondo ideale di elevazione della mento di quest’area all’interno delle mura, natura umana, senza divisioni, che com- Ferrara si presentava come un insedia- prendeva la sfera spirituale e quella mate- mento parafluviale a sviluppo lineare tra un riale. castrum bizantino e il Castel Tedaldo, per Il miraggio politico di Ercole I fu quello di una lunghezza di circa un chilometro e una accrescere la popolazione, in altre parole di profondità di qualche centinaio di metri: la rendere Ferrara una città forte anche

Corso Ercole D’Este all’incrocio con l’antica via dei Prioni DOCUMENTI 55

Chiesa di San Cristoforo alla numericamente e, di conseguenza, espan- fili e soprattutto circondare la città di pos- Certosa vista dal chiostro interno dere la sua influenza politica e rafforzare la senti mura, terrapieni e fossati. sua posizione economica. L’ampliamento da pianificare fu dunque L’Addizione Erculea e il Polo Museale d’Arte Moderna e San Per ottenere questo scopo, dato il clima di determinato dal tracciato della nuova cinta Cristoforo alla Certosa (progetto grande cultura di cui era pervasa la signo- Massimo e Gabriella Carmassi) ria, non poteva certo ammettere una infor- me dilatazione della città a macchia d’olio, né un insinuarsi di monumenti pregevoli e attrezzature principesche tra borghi poveri: bisognava pianificare la città nuova, e per questo nell’ambito urbano fu inclusa l’im- mensa area ancora libera a settentrione. Quella di Ercole fu una vera spinta cultura- le, lo sforzo di affermarsi per la realizzazio- ne di opere artistiche grandiose, recepen- do e alimentando una sintonia profonda e diffusa con altre città rinascimentali che si arricchivano in quel periodo di splendide chiese e sontuosi palazzi e, ancora, asse- condando il desiderio delle famiglie nobili di non vivere più nelle anguste e tortuose vie della maglia medievale ma di elevarsi e vivere in residenze da sogno, vere e pro- prie “delizie” urbane tra luoghi di medita- zione ed armonia quali erano i conventi. Naturalmente, tanta magnificenza andava difesa dal pericolo costante di alluvioni o di attacchi militari esterni: per questo occorre- va impressionare il popolo e i possibili nemici con parate militari lungo regali retti- 56 DOCUMENTI

Chiostro dell’ex monastero dei certosini adibito a cimitero muraria che, partendo ad ovest dalla vec- Mare). Enfatizzando l’incrocio delle due vie chia porta di San Marco venne ad include- con fastosi palazzi e costruendo episodi re tutti gli agglomerati esistenti a nord della importanti sulla trasversale - la chiesa di città per ricongiungersi, infine, dopo un per- San Benedetto a ponente e la Piazza corso di tre miglia, al Canton del Follo. Nuova (piazza Ariostea) a levante - stabilì Biagio Rossetti, architetto di corte del un’equivalenza di valori. Le strade del duca Ercole I e artefice del disegno nucleo medioevale s’innestavano nelle dell’Addizione, fissò all’interno del nuovo nuove per comunicare agevolmente con perimetro due arterie principali: la spina di l’insediamento moderno e per diluirsi poi Il Polo Museale d’Arte Moderna, Via degli Angeli (odierno Corso Ercole I nelle campagne che precedevano le mura. il quadrivio dei Diamanti e il Palazzo Massari (progetto d’Este) e la trasversale detta dei Prioni Nella pianta del Borgatti, riferita al 1597, Massimo e Gabriella Carmassi) (Corso Porta Po, Biagio Rossetti, Porta periodo in cui i lavori erano ormai ultimati nella loro fase sostanziale, troviamo i palaz- zi e la rappresentazione del reticolo viario tra i quali emergono gli edifici rossettiani e il complesso conventuale di San Cristoforo alla Certosa.

Un progetto culturale-museale alla scala urbana Per comprendere il senso del progetto di restauro della chiesa di San Cristoforo, per coloro che non avessero seguito le recenti vicende urbanistiche, è necessaria una pre- messa: Ferrara, tra le prime città italiane a dotarsi di un piano del centro storico (1978), ha successivamente sviluppato un progetto cornice noto come “Progetto Mura” (1986), una specie di piano regola- tore del restauro che, oltre ad essere rivol- to alla tutela del patrimonio edilizio era fina- lizzato alla conoscenza e alla diffusione del patrimonio culturale cittadino e allo svilup- po di un significativo sistema museale anche in termini economici e promoziona- li di valorizzazione del centro storico. Il perno attorno al quale ruota il progetto è DOCUMENTI 57 l’intento di restituire all’ambiente urbano quel clima culturale che aveva contraddi- stinto Ferrara negli anni di generale rinno- vamento estetico e culturale tra il Quattro e il Cinquecento, quando, con l’inedita con- cezione urbanistica delle addizioni e la costruzione di un nuovo recinto murario, la città divenne simbolo di grande modernità per l’Europa. Questa impresa, ancora sostanzialmente integra, è valsa il riconoscimento UNESCO alla città, in virtù delle azioni di restauro e di valorizzazione che da più di un ventennio si susseguono. Nella fase attuale, dopo aver completato negli anni passati la sistemazione delle mura e del Parco Massari, dopo aver svi- luppato un nuovo progetto per il “Parco del tuisce una delle opere più originali del Basamento di una colonna inter- Duca” (Parco urbano dalle mura nord al Rinascimento ferrarese. na con raffigurazione dell’Idra Po, intitolato a Giorgio Bassani), è stato rea- Purtroppo nel 1944 i bombardamenti lizzato un percorso che, attraverso Via Erbe aerei alleati colpirono gravemente l’abside, e i campi agricoli ancora presenti entro il coro, il lato destro della chiesa ed il cam- mura, conduce dalla Piazza Ariostea, nuova panile; quest’ultimo fu ricostruito nel dopo- piazza dell’Addizione Erculea, alla monta- guerra, come anche uno dei due porticati gnola delle mura a nord-est. curvilinei, mentre altri importanti restauri In questa visione generale s’inseriscono furono eseguiti negli anni Settanta-Ottanta. anche il progetto per il polo d’arte moder- Negli ultimi decenni la situazione era preci- na del quadrivio dei Diamanti, elaborato pitata e il tempio versava in una situazione dall’architetto Massimo Carmassi con la indegna del suo valore monumentale e moglie Gabriella, e la concreta realizzazio- ancor più del luogo di raccoglimento per ne del restauro del complesso di San l’ultimo saluto agli estinti da collocare nel Cristoforo alla Certosa, che dopo anni d’ab- vicino campo santo. Oltraggiato da trans- bandono è tornato ad occupare il posto di enne e disadorno, si presentava offensivo rilievo che gli spetta nel panorama architet- di ogni dignità per i defunti e per i loro tonico-culturale della città. Il tempio è stato famigliari. infatti oggetto di uno dei più importanti Solo col nuovo millennio grazie ad un pro- restauri compiuti negli ultimi anni, sia in ter- getto promosso dall’Amministrazione mini di interventi, sia come operazione cul- Comunale, proprietaria dell’immobile, si turale di ripristino dell’antico scrigno di teso- decide di restituire il tempio di San Navata con sei cappelle laterali ri dell’arte e della vita spirituale che era Cristoforo alla Certosa completamente per lato stato nel passato.

Cenni storici Il tempio, situato all’interno dell’area monu- mentale della Certosa, fu costruito in luogo di una chiesa precedente, a partire dal 1498 dal grande architetto della corte estense Biagio Rossetti, nel periodo in cui era impegnato nella realizzazione della grandiosa Addizione Erculea, nella quale il complesso occupa dal punto di vista urba- nistico una posizione importante. La faccia- ta, rimasta incompiuta, fu abbellita nel 1769 con un importante portale marmo- reo. La chiesa, dedicata a San Cristoforo, presenta una pianta a croce latina con una sola navata e sei cappelle laterali, e costi- 58 DOCUMENTI

restaurato, e con lui i dipinti e le opere d’ar- il Santo cui è dedicata la chiesa; i cori dei te che nei secoli passati lo impreziosivano. transetti realizzati agli inizi del Settecento; le Parallelamente a questo intervento, ha ancone delle cappelle laterali con pale di preso corpo il progetto di restauro e ricol- Nicolò Roselli narranti gli episodi salienti locazione delle opere pittoriche e degli della vita di Cristo. arredi storici, un lavoro di raro impegno per quantità’ e qualita’ degli oggetti interessati. Il restauro Si è trattato infatti di catalogare, studiare, Il restauro ha interessato l’apparato archi- restaurare e ricollocare complessivamente tettonico decorativo della chiesa, le finiture circa 130 quadri, tre cori lignei, il ciborio delle superfici interne, il ripristino degli ele- con annesso altare, 14 ancone con le rela- menti architettonici fissi degli altari nelle tive pale (tele e tavole), tre crocifissi, gli cappelle e nel transetto, la ricostruzione arredi lignei della sagrestia e, inoltre, nume- dell’altare maggiore, il trattamento del para- rosi inginocchiatoi e mobili di varie tipolo- mento esterno della facciata, il rimaneggia- gie liturgiche e funzionali. Questo monu- mento del manto di copertura e la ricollo- mentale lavoro di recupero ha sin da subi- cazione, che presto sarà completa, dei qua- to trovato il generoso sostegno economico dri, degli arredi e del coro ligneo che l’a- della Fondazione Cassa di Risparmio di dornavano in precedenza. Ferrara, da sempre impegnata nella valoriz- Il costo complessivo ammonta approssi- zazione del patrimonio cittadino, che ha mativamente ad un milione e cinquecen- affiancato il Comune di Ferrara al fine di tomila euro. sanare una ferita aperta per troppo tempo L’intervento è incluso nell’ Accordo e di restituire la chiesa al culto, in accordo Programma Quadro Stato-Regione Emilia con le necessita’ liturgiche indicate Romagna 2001/2003 in materia di Beni dall’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.In col- Culturali, per un contributo pari alla metà laborazione con la Soprintendenza per il della spesa prevista. Patrimonio Storico Artistico ed Iniziato nel febbraio 2004, il restauro archi- Etnoantropologico di Bologna, Ferrara, tettonico (finanziato dallo Stato, dalla Forli’-Cesena, Ravenna e Rimini, questo Regione Emilia-Romagna e dal Comune di imponente lavoro e’ scandito da un pro- Ferrara e realizzato sotto la tutela della gramma che ha visto per il 2 dicembre Soprintendenza per i Beni Architettonici e il 2006 una prima apertura al pubblico, con Paesaggio di Ravenna, Ferrara, Forli’- un allestimento parziale, ma già’ significati- Cesena e Rimini) ha migliorato la fruibilità’ vo. In questa occasione il tempio ha e le condizioni di conservazione dell’intero mostrato, all’interno della sua eleganza edificio, mentre accurate ricerche hanno architettonica, il Ciborio monumentale inta- guidato la metodologia d’intervento relativa gliato nel 1597 da Marcantonio Maldrato al restauro dell’apparato ornamentale, su disegno di Nicolo’ Donati; l’ancona absi- costituito da cornicioni in cotto, da stucchi, dale con pala del Bastianino e raffigurante da elementi lapidei e affreschi. Qualche Antico Ciborio visto dall’alto. perplessità lascia il nuovo altare realizzato dall’Officina Rivadossi di secondo i precetti liturgici sanciti dal Concilio Vaticano II. Nel settembre del 2007 verra’ compiuto il passo successivo quando, dopo una chiusura di appena due mesi necessaria per consentire i lavori di collocazione, tor- neranno nella loro originaria sede, oltre a tutte le rimanenti tele, soprattutto le due gigantesche ancone dei transetti (oltre 10 metri di altezza) realizzate dalla bottega di Ercole Aviati, che torneranno ad ospitare, per generosa concessione della Soprintendenza di Brera (sotto la cui tutela pervennero a seguito delle soppressioni napoleoniche), le due pale del Bastianino raffiguranti l’Ascensione di Cristo e il Giudizio Universale. CULTURA 59

L’immaginario del mondo contadino

.. Il pittore naif Nino Zagni e il Museo Scaramagli

Come ci informa Gian Paolo Borghi, il una sala che raccoglie un teatro dei burat- Gabriele Turola Centro di Documentazione del Mondo tini, scenari e copioni di celebri burattinai, Agricolo Ferrarese è stato costituito agli quali Ettore Forni e Pompeo Gandolfi, oltre inizi degli anni ‘80 grazie a decenni di ad una biblioteca concernente la storia ricerche effettuate da Guido Scaramagli, dell’agricoltura. agricoltore e collezionista ferrarese infatica- Lo stesso Guido Scaramagli ha pubblicato bile. In collaborazione col Centro nel 1992 il libro di poesie dialettali Al Etnografico del Comune di Ferrara e grazie bugadùr, ovvero la grande tela quadrata in a Renato Sitti, ideatore di questa struttura, grezzo filo di canapa che raccoglieva le egli ha consentito ai visitatori, in particola- cose più svariate della vita familiare per tra- re alle scolaresche, di ammirare le sue sportarle e distribuirle. preziose collezioni, conservate a San La copertina e le pagine del volume ripor- Bartolomeo in Bosco in ampi locali ristrut- tano gustosi disegni di Nino Zagni. Nella turati comprendenti oggetti, mobili, attrez- prefazione Renato Sitti, che nel 1972 zi e macchine agricole che abbracciano un fondò il Centro Etnografico Ferrarese e che arco di tempo che va dalla fine dell’800 fu celebre scrittore, critico d’arte, storico fino agli anni ‘50 del Novecento. Un edifi- raffinato soprattutto del movimento ope- cio ospita le macchine agricole, un secon- raio, del fascismo e dell’antifascismo, scri- do edificio è dedicato agli aspetti caratteri- ve che la formazione di Scaramagli è avve- stici della casa rurale e al suo arredamen- nuta in una famiglia di agricoltori ferraresi to. Così i mutandoni della nonna, lo scal- passati attraverso le dure prove del primo daletto, la lampada a olio, i salumi appesi dopoguerra, del fascismo e del secondo alle travi del soffitto (come usava ai primi dopoguerra conoscendo scioperi, lotte, anni del ‘900) destano negli spettatori un ansia di rinnovamento. senso di curiosità e anche di divertimento Le poesie dialettali di Scaramagli, impre- come davanti a un mondo ormai lontano ziosite da aneddoti ora divertenti ora pate- che appartiene alle leggende e alle favole. tici, animate da personaggi che diventano Proviamo altresì stupore e interesse “macchiette”, rivelano la sensibilità della davanti alle testimonianze del borgo con- gente di campagna, depositaria di prezio- tadino ricostruito in loco quasi in un set se tradizioni, radicata alla terra in modo cinematografico: l’osteria, le botteghe del viscerale. La conoscenza da parte fabbro, del droghiere, del falegname, del dell’Autore delle tecniche, delle abitudini, barbiere arredate e riempite con i minimi dei riti della civiltà agricola gli permette di oggetti che le contraddistinguono. Così in lumeggiare le personalità variegate di pro- un’aula degli anni ‘30 vediamo i banchi, la prietari terrieri, di mezzadri, braccianti, ope- lavagna, i vecchi calamai, i quaderni, i pen- rai, massaie, ma anche di descrivere le nini, i libri ricoperti dalla polvere dei ricordi, atmosfere, i momenti importanti, le feste eppure avvolti dal profumo del tempo che sacre e profane, i comportamenti amorosi fu. Incontriamo altresì gli arnesi dei mestie- e sociali che formano uno spaccato inte- ri ambulanti, i mezzi di trasporto, dalla slit- ressante dal punto di vista letterario oltre ta alle mitiche automobili degli anni Venti che da quello storico. che entusiasmavano i futuristi, un oratorio Scaramagli non solo risveglia i ricordi e le poderale che mostra all’interno ex voto dal nostalgie di un mondo ormai scomparso, sapore naïf, una piccola stazione ferroviaria ma conferisce altresì alla sua silloge poeti- d’epoca. L’imponente struttura museale, ca un taglio scientifico, etnografico, lo stes- situata in via Imperiale n. 265 a San so che caratterizza il percorso del Museo Bartolomeo in Bosco, è completata da da lui fondato a San Bartolomeo in Bosco. 60 CULTURA

della silloge Poesie di un operaio di Luciano Pancaldi, nel 1993-94 ha realizza- to due grafiche d’arte in tiratura limitata per il Consorzio di Bonifica Valli di Vecchio Reno di Ferrara. I suoi personaggi tratteg- giati con freschezza, con tocchi rapidi e graffianti, ci riportano alla vena arguta e popolare di Bertoldo, ovvero il contadino furbo dalle scarpe grosse e dal cervello fino descritto da Giulio Cesare Croce nel 1606 e illustrato in seguito con incisioni da Giuseppe Maria Crespi. I temi cari a Zagni, case di campagna, mac- chine agricole, animali da cortile, oggetti rurali, epopea della canapa, mietitura, le sere davanti al camino, battitura del grano, gli scarriolanti tipici del territorio ferrarese (spesso presenti nelle opere di Ervardo Fioravanti) vengono trattati con colori viva- E proprio sulla figura di Nino Zagni, pittore- Nino Zagni: ci e squillanti, con un realismo ruspante e Vento di Primavera cantastorie del mondo contadino che ha sanguigno e nello stesso tempo sorriden- olio su tela, 1982 disegnato la copertina del suddetto libro, te e fiabesco, tanto che la sua ispirazione, vogliamo soffermarci più diffusamente in contraddistinta da una calda e cordiale quanto vediamo in lui uno degli ultimi umanità, riesce perfino a trasformare la esponenti della pittura naive, quella auten- dura fatica quotidiana in una festa, in un tica, quella che fu rivalutata dal grande rito di allegria collettiva. Cesare Zavattini, al quale si deve l’afferma- Disegnatore e pittore naïf genuino, egli zione della fama e della fortuna di Antonio trae spunto dall’umore della terra, dal pro- Ligabue, considerato il corrispettivo del fumo delle cose semplici: il vino, la ven- geniale Rousseau il Doganiere, ammirato demmia, il ciclo delle stagioni, la raccolta da Picasso, dai cubisti e dai surrealisti. della frutta, il gatto che prende il sole sul Nino Zagni, nato a Ferrara nel 1928, fin da tetto, le galline che razzolano nel cortile. bambino amava ascoltare davanti al foco- Come scrive acutamente Corrado lare e nel “filò” delle stalle le favole narra- Pocaterra in un catalogo a lui dedicato, te da Zanin d’ill foll, personaggio pittoresco Zagni non solo rappresenta gli aspetti del del luogo. Esordisce negli anni ‘50 ese- mondo agricolo, delle vecchie tecniche guendo disegni a china per fumetti, poi a colturali e produttive, ma ci restituisce partire dal 1974 dipinge olii e acquerelli soprattutto gli stati d’animo legati alle esponendo con Gianni Farinella, conosce atmosfere della campagna che si estende Renzo Del Greco e Renzo Piccoli, espo- lungo il Po di Primaro a San Nicolò di nenti della scuola pomposiana, negli anni Argenta, dove l’artista vive e lavora. ‘80 espone presso la Galleria ACLAF di Vittorio Sgarbi in una lettera datata 12 Ferrara, diretta da Carlo Bastia, elegante novembre 1998 parlando dell’artista-can- disegnatore. Come abbiamo sopraccen- tastorie elenca queste doti: «grande sensi- nato, illustra nel 1992 il libro di poesie Al bilità e buona capacità realizzativa». bugadùr di Guido Scaramagli e nel 2003 Insomma i disegni e i quadri di Zagni, che tiene una mostra di disegni presso la Sala fra l’altro, come scrive Gian Paolo Borghi, EFER di Ferrara. Per l’amico Scaramagli, col responsabile del Centro Etnografico quale condivide gli stessi interessi per la Ferrarese, sono stati un valido ausilio poetica dell’epoca rurale, dipinge un Sacro documentario alla mostra itinerante Il lavo- Cuore, collocato nella chiesetta dello stes- ro della canapa nel ferrarese, allestita so Museo, a lui intitolato. Tre suoi olii si tro- negli anni ‘80, risultano inoltre significativi vano presso la collezione della Camera del anche dal punto di vista etnografico, docu- Lavoro di Portomaggiore, ha eseguito la mentario, quale testimonianza di quel copertina del Notiziario del Consorzio mondo lontano evocato nel fantastico film Generale di Bonifica nel 1985, del volume Amarcord di Federico Fellini e nei libri La Coldiretti da Cinquant’anni a Ferrara, umoristici di Giovanni Guareschi. CULTURA 61

Su due fontane non ferraresi a Ferrara

A Ferrara non sono granchè numerose recente sostituita con una in ghisa giu- Lucio Scardino le fontane monumentali, forse anche a stamente criticata per la sua pessima causa del rapporto di odio-amore che i estetica da “Il Resto del Carlino”, in data nostri concittadini hanno nutrito per 11 ottobre 2006. secoli nei confronti dell’acqua del Po. Nei giardinetti in piazza della Repubblica Nata sul più grande fiume d’Italia, spes- esiste poi una vasca anni ‘50, con zam- so Ferrara è stata da esso sommersa: le pilli dall’aspetto alquanto tristanzuolo. alluvioni e gli straripamenti sono stati Tra i rari esempi monumentali restano la davvero frequenti, registrati in modo grande vasca del Parco Massari, eretta inequivocabile dal “padimetro” in pietra con numerose altre sculture, ora scom- d’Istria collocato sul pilastro del Loggiato parse, dal marchese Camillo Bevilacqua dei Camerini nel Municipio, di recente sul calare del Settecento (ma la fontana restaurato(1). Tra il 1705 e il 1951 esso con la testa di leone, nello stesso giardi- ha indicato i preoccupanti livelli raggiun- no, è novecentesca), quella progettata ti dalle piene del fiume rispetto al attorno al 1925 dall’architetto Diegoli “segno di guardia di Pontelagoscuro”. per il “Consorzio di Bonifica I E se si resta nel centro storico, non lon- Circondario”, in via Borgoleoni, con la tano da questo insieme di “segnali” inci- simpatica idea delle tartarughe in so sul Palazzo Comunale, sorta di cemento che vogliono abbeverarsi ad inquietante totem, non risultano molte una vasca, la grandiosa composizione neppure le fontanelle: un paio sono nei con il Po e i suoi affluenti, eseguita dal- giardini contigui al Castello Estense, l’eccellente scultore Arrigo Minerbi per un’altra, di fianco al Duomo, è stata di la facciata del serbatoio posto al centro

La fontana del “Circolo dei Negozianti” 62 CULTURA

La fontana di Casa Rossi-Gibelli in una vecchia fotografia del Rione Giardino nel 1932. rire l’ipotesi che abbia fatto da mediato- Quest’ultimo è una sorta di aggiorna- re con una famiglia principesca della mento “littorio” (e dalla complessa capitale che voleva disfarsene un inge- parte idraulica) delle grandiose “fontane gnere ferrarese, di fede ebraica come col Nettuno” erette nel ‘500 a Bologna Zamorani e che allora risiedeva nel (dal Giambologna) e a Firenze (da Lazio: Faust Finzi. Bartolomeo Ammannati): e per Ferrara, Il professionista rivestiva infatti l’incarico d’epoca rinascimentale, rimangono solo di ingegnere comunale a Canino, in pro- le tracce della base di una fontana nel vincia di Viterbo: e proprio in quel paese Giardino delle Duchesse. progetterà la nuova facciata del Palazzo Agli inizi del Novecento si diffuse Comunale e restaurerà (indizio significa- comunque anche nel Ferrarese il gusto tivo!) l’antica Fontana Farnesiana, in col- per le fontane ornate con statue: pote- laborazione con lo scultore Mercati(2). va trattarsi di opere di nuova esecuzione Sia come sia, una volta giunta a Ferrara, (come i putti e i ranocchi per la villa la fontana romana fu collocata nel Campanati-Bottoni di Migliarino, opera palazzo Roverella dall’ingegner Antonio di Giacomo Zilocchi), oppure del riadat- Mazza (sodale di Finzi, con il quale nel tamento di antichi manufatti. 1913 costruirà il teatro “Verdi”), coadiu- E’ questo il caso della grande fontana vato dal collega Domenico Barbantini: posta nel giardino di palazzo Magnanini- l’opera verrà inaugurata il 22 marzo Roverella, che oggi si può ammirare 1908. In quell’occasione la “Gazzetta soprattutto “sbirciando” dall’ingresso Ferrarese”, esaltò la marmorea fontana laterale di via Boldini, dinanzi “del Cinquecento, di squisito lavoro nel all’Auditorium, dove si possono intrave- fregio della vasca inferiore, nelle tre cop- dere gli elementi plastici (tre putti e pie di delfini – i delfini convenzionali quattro mostri marini, tipo delfino, a della scultoria classica e non classica – tutto tondo, mascheroni a bassorilievo alla parte inferiore del tronco di pirami- per lo zampillo), al di là della porta, soli- de; nei putti all’alto di quel tronco e tamente chiusa. nella vaschetta superiore da essi soste- Si tratta di un interessante esempio di nuta. La fontana proviene originaria- arte romana tra Manierismo e Barocco, mente da Roma; diciamo originaria- acquistato nel 1907 a Roma da mente perchè, se male non siamo infor- Federico Zamorani, nuovo proprietario mati, essa deve aver sostato prima a del palazzo rossettiano, che lascerà poi Ravenna, poi a Bologna. Ci sono però gli in eredità al “Circolo dei Negozianti”. incontentabili: essi dicono che allo stile Non sappiamo dove egli abbia compra- ed alle memorie dei palazzi antichi fer- to la grande fontana: forse sul mercato raresi sarebbe stato più consono un antiquario, ma si potrebbe altresì sugge- pozzo di una fontana; una per esempio CULTURA 63 di quelle alte – sì, alte; ve ne volete collocazione, anzitutto perchè “la fonta- scandalizzare? volete dir vere? o non è na appartiene senza dubbio al primo questa una parola esotica sì, ma ugual- Seicento; l’artefice però, che sente il mente dialettale? – una, dunque, di passato, non s’abbandona ad esagera- quelle due splendide alte che negli ulti- zioni complessive nelle linee o partico- mi anni hanno emigrato dalla città lari nelle ornamentazioni, anzi nel fregio nostra o dalle sue vicinanze. Prima di a foglie di vite è assai corretto; ma nel tutto osserviamo che non è detto che si resto delle parti scultorie gli albori del potesse avere sottomano una di simili decadimento lasciarono impronte non alte; poi ricordiamo che in Ferrara nei fallaci. Or bene, il palazzo essendosi tempi passati – a quanto ci assevera costruito tra il 1506 e il 1508, la fonta- uno studioso di patrie memorie – una na gli è posteriore di almeno un secolo; fontana alimentata dalle acque del e poi che ci si argomentava con perizia canalino di Cento esisteva nella piazza per riconquistare a questo edificio la ora occupata dal Listone; e infine molte fisionomia d’origine, a me sembra mal altre cose potremmo aggiungere, se il scelto questo elemento ornamentale tempo e lo spazio lo consentissero. per il tempo e per l’arte così discordan- Francamente, fra tanti anacronismi e te. Ancora. Nessun palazzo del ‘500 in tante stonature artistiche della città Ferrara ebbe fontane; servirsi a ciò del- nostra, non ci dorremmo se pure l’ar- l’acqua dedotta dai lontani fontanili di monia di stile e di epoca tra il cortile e Castelfranco Emiliano è un anacronismo la fontana collocatavi non dovesse stridente. Ancora. La fontana, in propor- avere carattere prettamente ferrarese”(3). zione del cortile è grande, specie per chi Ma il partito degli “incontentabili”, assai guardi da la Giovecca e badi come essa poco soddisfatti cioè di questo esempio riempia, in prospettiva, presso chè inte- di decoro cittadino “importato”, doveva ro il vano del portone. E poi, se avven- esser rumoroso, gravitando attorno alla ga che gli sprilli non sempre siano tenu- famosa associazione “Ferrariae Decus”. ti in azione, questa fontana, dalla strada Il suo presidente, Giuseppe Agnelli, si e a prima occhiata, non assumerà scagliò difatti qualche giorno dopo con- aspetto funerario? Un quid di lugubre, tro la fontana durante l’assemblea dei segnatamente a sera, le deriva dalla soci. E la sua relazione verrà ripresa dal- piramide tronca, che ne compone la l’ecumenica “Gazzetta”: leggiamo così parte mediana...”(4). che il suo parere era sfavorevole alla Il polemico Agnelli prosegue stigmatiz-

Particolare della fontana di casa Rossi-Gibelli 64 CULTURA

zando la decisione del proprietario di Belle Arti di Ravenna ed autore di deli- comprare il manufatto baroccheggiante ziose “scene di genere” con bambini sul romano, mentre avrebbe potuto acqui- tipo di questa(5). stare il pozzo del labente Palazzo Non a caso l’edificio (ora dei Gibelli) Montecatino di Ferrara, completando apparteneva un secolo fa ad una fami- così, a suo dire in modo filologicamen- glia ravennate trapiantata a Ferrara, i te più “corretto”, il restauro dell’edificio Rossi: ed in Romagna operavano varie rossettiano. ditte specializzate nella divulgazione E mentre il cav. Zamorani collocava l’im- seriale dei modelli forniti dagli scultori. ponente fontana baroccheggiante nel Basti pensare solo alla celebre “Fornace cortile del suo palazzo, in un giardino di Celeste Galotti” di Imola, fondata nel via XX Settembre veniva posto un inte- 1865 ed attiva anche nel Ferrarese, ressante manufatto moderno, di cui soprattutto per il restauro dei cotti ope- purtroppo permangono soltanto fram- rati dalla “Ferrariae Decus”: nella nostra menti. provincia scarseggiavano difatti fabbri- Si trattava di un pregevole esempio di che di questo tipo. mini-architettura funzionale con ele- In Romagna, oltretutto, era in uso ador- menti plastici ed alquanto rara per nare le ville erette soprattutto nelle adia- Ferrara, nonostante la sua collocazione cenze del mare con fontane “plastiche”, in un’arteria (la via “Ghiara” dell’epoca simili a questa di Casa Rossi-Gibelli. di Borso d’Este) che tra Otto e Ma la sfortunata fontana è stata forte- Novecento aveva conosciuto vari mente danneggiata nel 2002 dal crollo “ammodernamenti”, soprattutto nel del muro di una casa vicina: solo in segno dello stile liberty. parte ricomposta, grazie all’impegno del Interessante era anche la sua connota- restauratore Alberto Sorpilli, ha perso la zione polimaterica: al centro era una parte fittile e l’ombrello in rame e non è vasca in terracotta, ornata di semplici più funzionante. quanto eleganti rosoni a carattere flo- Permangono i due “pastorelli”, ma avul- reale, sormontata da un gruppo in si ormai dalla fontana, come erratiche cemento raffigurante due giovinetti, che statue da giardino, senza più alcuna fun- reggevano un ombrello in rame, per zione strutturale e decorativa. difendersi idealmente dalla pioggia, Insomma, una fontana meta-fisica, ossia dagli zampilli della fontana. La sorella di quella di palazzo Roverella: da recinzione della vasca tutt’intorno inve- entrambe non zampilla più l’acqua, a ce era in cemento. soddisfare scaramanticamente la scarsa Un’altra figura di bambina posta nel simpatìa per questo elemento da parte giardino, in una sorta di collegamento dei Ferraresi. ideale con i due “pastorelli” della fonta- na, venne invece contemporaneamente realizzata in terracotta. Stilisticamente l’insieme evocava ancora il gusto di fine-Ottocento, d’epoca umbertina, non ancora del tutto conta- minato dalle stilizzazioni del Liberty, nonostante la presenza degli elementi NOTE floreali posti alla base del gruppo con i due bimbetti, i quali risentono inoltre (1) F. Scafuri, Il Padimetro di Ferrara restaurato, dell’influsso della statuaria francese in “Bollettino della Ferrariae Decus”, n. 22, 31 dicembre 2005. tardo-ottocentesca. (2) Concittadino che si fa onore, in “Gazzetta Potrebbe trattarsi di pezzi “seriali”, ese- Ferrarese”, 7 marzo 1905. guiti da una delle tante ditte specializza- (3) Nel Palazzo Roverella, in “Gazzetta te nelle decorazioni da giardino, anche Ferrarese”, 22 marzo 1908. (4) G. Agnelli, Ferrariae Decus. Relazione del se la buona qualità delle figure farebbe Presidente all’adunanza generale del 25 piuttosto pensare alla mano di un arti- marzo 1908, in “Gazzetta Ferrarese”, 10 apri- sta: ad esempio, a quella dello scultore le 1908. (5) Sull’opera di Massarenti si veda G. Viroli, Il romagnolo Alessandro Massarenti, a gesto sospeso. Scultura nel Ravennate negli lungo docente presso l’Accademia di ultimi due secoli, Ravenna, 1997. CULTURA 65

Un paio di restauri al Barocco ferrarese

Di recente sono intervenuto come ni pittoriche, plastiche e grafiche che Antonio P. Torresi restauratore su due quadri ferraresi lo hanno riguardato, come avvenuto d’età barocca, che vorrei far conosce- per altri santi particolarmente venera- re ai lettori de “La pianura”. ti nel Ferrarese, ovvero S. Giorgio, S. Il primo di questi raffigura S. Cassiano e S. Nicola da Tolentino. Maurelio, è un olio su tela di cm. Sarebbe giusto farlo partire dai capo- 75x58, conservato a Bondeno in col- lavori di Cosmè Tura conservati nella lezione Zoboli, e fu restaurato una Pinacoteca Nazionale di Ferrara e cinquantina d’anni fa dal pittore bon- incentrati sul martirio del mitico denese Gaetano Tassi. vescovo di Voghenza, la cui morte Ma prima di parlare di quest’opera va sarebbe avvenuta nel 657 per mano Anonimo pittore del XVII secolo fatta una notazione: su S. Maurelio dei Ravennati. (ambito del Cozza?), La Madonna col Bambino appare a S. manca un volume di carattere icono- Questo dipinto di Bondeno è abba- Maurelio. Bondeno, collezione grafico che analizzi tutte le espressio- stanza simile nell’impianto compositi- Zoboli vo e negli stilemi a un quadro con- servato presso la Pinacoteca Civica di Pieve di Cento, ma proveniente dalla collezione Galuppi di Ferrara. Esso rappresenta la Madonna col Bambino che appare a S. Giorgio e un santo vescovo, da me identificato in S. Maurelio, per l’appunto(1), e que- sta ipotesi è stata accettata nel più recente catalogo della Pinacoteca pievese(2). Ma mentre io propendevo per l’ambi- to stilistico di Giovan Battista Cozza (1676-1742), la schedatrice Rossella Ariuli pensava ad un pittore della generazione precedente, operante nella bottega di Carlo Bononi. In realtà, i due dipinti raffiguranti S. Maurelio (quello di Pieve è più gran- de, misurando cm. 148x98) sembre- rebbero più riconducibili ad un ambi- to cronologico a cavallo fra Sei e Settecento, epoca dominata a Ferrara dalle figure di Giuseppe Avanzi e Giovan Battista Cozza, se non per l’al- to livello stilistico almeno per la quantità di opere da loro prodotte. Ma la maniera dell’Avanzi, ancora memore dei forti chiaroscuri caravag- geschi, e seppure aggiornato alle luminosità del barocchetto nella sua estrema fase pittorica, non pare atta- gliarsi ai quadri “maureliani” di 66 CULTURA

Bondeno e Pieve, ai quali parrebbe rivelò un “devoto intimismo di gusto più confacente il nome del Cozza, pit- squisitamente lombardo” assai apprez- tore milanese trapiantato a Ferrara zato dalle Confraternite e dai Conventi “conosciuto oltre che come modesto più provinciali di fine Seicento: è infatti il pittore molto attivo nelle chiese di medesimo gusto che contraddistingue, Ferrara, anche come restauratore, che in un qualche modo, anche i due dipin- ha rovinato dipinti di maestri ferraresi ti maureliani, seppure di modesta fattu- del secolo XVI, ridipingendoli quasi ra. completamente”(3). Circa il restauro in oggetto, la tela Questo severo giudizio è espresso bondenese è stata risarcita negli nel catalogo della Pinacoteca del strappi e foderata, ripulita, stuccata Seminario Vescovile di Rovigo, in cui ed integrata pittoricamente. è conservato un dipinto del Garofalo Ad artista di maggiore spessore già in Santa Monica a Ferrara e ridi- appartiene il secondo dipinto restau- pinto ed integrato nella parte supe- rato, La morte della Vergine di riore dallo stesso Cozza, che negli Giuseppe Antonio Ghedini (1707- stessi anni interveniva su opere di 1791) conservato a Ferrara, in S. Cosmè Tura (le celebri ante d’organo Maria dei Teatini. del Duomo) e di Bernardo Licinio (la Si tratta di una tecnica mista (olio e pala di S. Vito). tempera) su tela di formato ovale, di Suoi dipinti originali si conservano a cm. 324x247, eseguita presumibil- Ferrara in S. Domenico, S. Francesco, nel mente attorno al 1770, poiché citata Palazzo Arcivescovile: tra i meno indegni per la prima volta nella Guida di risultano la Decollazione del Battista, Ferrara di G.A. Scalabrini del 1773 (si nella cappelletta di Palazzo Bevilacqua- trovava allora nel dormitorio del con- Massari (oggi Museo De Pisis) ma pro- vento), ed è da considerarsi tra le più veniente dall’Arciconfraternita della significative dell’attività estrema di Morte e la Santa Geltrude in estasi, Ghedini, ritenuto il miglior pittore del presso la Basilica di S. Cassiano a secondo Settecento ferrarese(5). Comacchio(4). L’artista, nato a Ficarolo e morto a In questi due quadri l’artista rivela di Ferrara, è presente con sue opere in conoscere anche la tradizione classicista varie chiese cittadine e non soltanto. felsinea di Cignani e Franceschini, Abile disegnatore e virtuoso “pennel- miscelandola ad un cromatismo di latore” sulla scia dei Tiepolo, nella gusto ferrarese che discende idealmen- tela in oggetto Ghedini impagina te dal Bononi, ma solitamente Cozza magistralmente una complessa raffi- gurazione del sacro evento, cui pren- dono parte sulla destra del quadro un anziano S. Giovanni, apostolo predi- letto da Gesù, con un grande libro (il suo Vangelo?) aperto in mano, men- tre sulla sinistra e sul fondo altre figu- re di discepoli e anziani si raccolgono in preghiera o in contemplazione. Il viso della Vergine mantiene intatta una giovinezza ultraterrena, resa ancor più dolce da quel cadere delle braccia in grembo e sul disfatto letto che la raccoglie distesa. Una notazione “di genere” riguarda le due donne che letteralmente “entra- no” nella scena salendo da una scala in legno delimitata da una ringhierina in ferro battuto. Si tratta di una nota- Giuseppe Antonio Ghedini, La morte della Vergine. zione di colore domestico e squisita- Ferrara, chiesa dei Teatini mente terreno, contrapposto al volo di putti alati nella parte alta della CULTURA 67 composizione. ficie pittorica ed al relativo consolida- Il restauro ci consente di stendere mento con metilcellulosa sciolta in alcune considerazioni sulla tecnica acqua o con gelatina di pesce stesa a esecutiva dell’opera, che mi auguro i pennello. L’integrazione pittorica è lettori riescano ad apprezzare. stata realizzata con colori all’acquerel- La pittura si presenta ancora “in lo, a tempera e ad olio smagrito su prima tela”, ovvero sulla stoffa che il stuccature a gesso e colletta, o su pittore ha adoperato per dipingerla piccole toppe di carta giapponese. (benchè composta da tre pezzi di tele cucite insieme) e non è stata sot- toposta ad intervento di foderatura. La stesura pittorica è in molti punti di diseguale consistenza (e con qualche “pentimento” non facilmente occulta- bile), dal momento che l’artista si è servito ora di adesivi organici (colla, uovo) ora di leganti oleosi per mescolare i pochi pigmenti che ne costituiscono la tavolozza. Si tratta per lo più di terre naturali (ocre gialle e rosse, terre verdi e d’ombra brucia- ta) o di sintesi chimica (verderame, biacca di piombo, cinabro, tartaro di vinacce), abbinate al nero di carbone. NOTE Quest’ultimo si caratterizza per uno spiccato assorbimento delle tinte suc- 1 cessivamente stese dal pittore. A.P.Torresi, Ancora sul Settecento ferrarese. La casa-bottega del tintore Galuppi e altre Si evidenzia inoltre la tecnica grafica questioni d’arte, in “Festschriften. Studi per del Ghedini, che traccia direttamente Luciano Chiappini”, Ferrara, 2003, p. 208. sulla tela senza alcuna imprimitura a 2 La Pinacoteca Civica di Pieve di Cento. gesso o ad olio il disegno compositi- Catalogo delle opere dal XIII al XIX secolo, vo dell’opera, al quale peraltro si a cura di Elena Rossoni, Argelato, 2004, p. 65. attiene in massima parte, tracciando- 3 A. Romagnolo-P. L. Fantelli, La Pinacoteca lo con un pennello intriso di acqua e del Seminario Vescovile di Rovigo. nero di carbone, i cui segni si posso- Catalogo, Rovigo, 2001, p. 32. no vedere trapassare nella parte 4 I tesori nascosti delle chiese di Comacchio, retrostante della tela. a cura di Nora Clerici Bagozzi e Aniello Il telaio del dipinto in legno d’abete Zamboni, Ferrara, 2000, pp. 194-195. Altri dati sul pittore sono in Il Settecento a sembrerebbe realizzato nel corso Ferrara, a cura di Eugenio Riccomini, dell’Ottocento (in seguito alle sop- Catalogo della mostra, Ferrara, 1971. pressioni postunitarie?) sulla traccia 5 Per una bibliografia essenziale sul Ghedini si di quello originale, sia per la forma, vedano: Memorie per la storia di Ferrara ma non per le dimensioni, che raccolte da A. Frizzi con aggiunte e note di appaiono maggiori nella parte alta C. Laderchi, Vol. V, Ferrara, 1848; E. Riccomini, Settecento ferrarese, Milano, dell’opera, con una differente sago- 1970; Id., Il Settecento a Ferrara, cit. ; A. matura della centina, più grande di P.Torresi, Giuseppe Ghedini, “stimatore” dei oltre tre centimetri nel punto più alto quadri del Garofalo, in “la Pianura”, n. 3, e che vanno a scalare progressiva- 1995; A. Faoro, Le pitture del Ghedini nella mente. Presumibilmente in questa chiesa di S. Maria in Vado, in “Ferrara storia”, n. 4, Luglio-Settembre 1996; G. Rossi, fase di smontaggio e di rimontaggio Giuseppe Ghedini: un fortunato ritrovamen- della tela dal vecchio al nuovo telaio to, in “Ferrara storia”, n. 6-7, Gennaio-Aprile si sono verificati alcuni danni all’ope- 1997; A.P.Torresi, Primo dizionario biografi- ra, ovvero graffi e segni di varie pie- co di pittori restauratori italiani dal 1750 al gature, che ne hanno inciso la super- 1950, Ferrara, 1999; R. Ridolfi - G. Rossi, Il ficie in profondità. casato Ghedini da Ficarolo, in “transpadana Ferrarese”, Ferrara, 2000; Giuseppe Campori Ai vari acciacchi si è posto rimedio collezionista, a cura di Nadia Gasponi, con una accurata pulitura della super- Modena, 2001. 68 CULTURA

L’appartamento del Duca Alfonso I d’Este sulla via Coperta del Castello di S. Michele

I Camerini del Principe

Non c’è da stupirsi se l’ultima visita ai fattura, che in verità strabiliavano i visitatori Ferruccio Ferrucci Camerini di Alfonso I d’Este l’ho fatta pro- e ponevano facilmente il confronto tra il prio con il padrone di casa: è un privilegio, Principe “artigliere” e l’augusta sorella, la che aspettavo dal momento in cui la sua “Marchesana” dei Gonzaga, la prosperosa nobile figura mi ha dato da pensare quan- ed anche superiore intenditrice di talenti to sia faticoso e niente affatto augurabile a artistici del momento, quale fu certamente nessuno portare sulle spalle, sia pure robu- Isabella d’Este, maggiore di qualche anno ste come quelle del principe estense, il di Alfonso, andata sposa al marchese peso del dramma dell’Italia del suo tempo, Francesco Gonzaga, vissuto perigliosamen- gli anni, per intenderci, dell’incontestabile te lontano dalle preziosità della Galleria primato di Carlo V d’Asburgo. d’Arte della consorte, carico di malattie ed Il mio augusto ospite, nato nel 1476, pri- anche di vittorie e sconfitte. Il tempo era mogenito maschio di Ercole I d’Este e di quello che era, il peggiore, che Alfonso I fu Eleonora d’Aragona – matrimonio studiato costretto ad affrontare per il buon nome, per bene per allontanare la bella figlia di se pure ci fosse veramente, di Casa d’Este, Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli, dal caparbiamente edificata a Ferrara con l’in- suo giovane giardiniere – ereditò dal padre ganno di duecentocinquanta anni prima e soprattutto il culto dell’arte ed ebbe da una alimentata con indiscusso amore di figlio parte la sfortuna di vivere tra una guerra e ferrarese, indesiderato e combattuto dallo l’altra, traendone comunque la predilezio- Stato Pontificio, che con Giulio II della ne per le artiglierie – una sua gran colubri- Rovere significò vera tortura per il più colto na rimane ancora in bella vista presso il ed apprezzabile Principe di casa nostra. rivellino di San Paolo del E questi, tornando da Fornovo e da quanti Castello – e dall’altra parte altri fronti di guerra si trovò a dover soste- ebbe la fortuna di avere nere, si lasciava travolgere dall’amore per le accanto gli artisti più affermati opere dei più grandi artisti del momento, i del ‘500, a cavallo del quale veri suoi più grandi amici. c’era proprio lui, giovane e Quante volte gli capitò di tornare a Venezia bello di energie fisiche ed nella sua casa, “la Casa del Marchese” intellettuali. com’era chiamata dai veneziani, allo scopo Nel 1510 egli ebbe la ventura di parlare con Tiziano e chiedergli il favore d’avere a Corte la coppia più di un dipinto di qualche sua insospettabile ambita del momento tra passione! Ferrara e Mantova: i fratelli E Tiziano, a sua volta, veniva a Ferrara quasi Luteri Battista e Giovanni, que- sempre sollecitato a finire l’opera com- st’ultimo, più giovane e certa- messagli, ed era lui stesso a stabilire dove mente più dotato, venne lette- collocarla, in parete o sul soffitto di legno, ralmente oppresso dal lavoro come “i due amanti” della camera da letto. di dipingere quanto gli propo- Questi sono i Camerini d’Alabastro del neva Alfonso I. Ne uscirono Castel Vecchio di Ferrara, nulla di eccezio- veri e celebri capolavori, che nale se non la storia d’amore per l’Arte e Alfonso ritenne di sistemare per la vita, affidata ai più grandi artisti, che nei locali di comunicazione tra in quei locali angusti formarono la collezio- il Castello ed il Palazzo Ducale. In quei loca- ne di un grande intenditore: percorrere Tiziano - Il Cristo della Moneta li, angusti e quasi tutti privi di finestre, il quelle salette e quei corridoi, profumati dei (copia, Provincia di Ferrara) duca collocò dipinti e suppellettili di grande legni che ne ricoprono le murature, è valore, bassorilievi e busti di eccellentissima come rinnovarne la vita! CULTURA 69

Una ferrarese nel mondo: Adelaide Ristori a 100 anni dalla morte

Ricorre dal 9 ottobre 2006 il centena- discendente della più antica nobiltà Mirella Golinelli rio della morte di Adelaide Ristori, romana, il marchese Giuliano nata in una locanda dell’allora Capranica Del Grillo e, nonostante il Contrada di San Tomaso 284 a “physique du role”, rinuncia alla piog- Cividale del Friuli. gia di prime parti, di ruoli primari, per Erano le 02,00 del 29 gennaio del dedicarsi anima e corpo alla “gavetta”. 1822 ed il freddo si faceva sentire! Così nel 1837 si unisce alla La bimba venne battezzata dal Parroco Compagnia Reale Sarda e sotto la Niccolo’ Tiossi, nell’attigua Chiesa di guida di Carlotta Marchionni lavora San Silvestro, madrina fu la panettie- instancabilmente fino al 1848, ripre- ra Teresa Duttig e padre spirituale sentandosi poi alle scene solo dopo il Matteo Turrini. 1853. Il grande legame con Ferrara nasce dal Il suo ritorno fu segnato dalla scelta di fatto che i genitori di Adelaide, personaggi che, attraverso il suo fasci- Antonio Ristori e Maddalena no teatrale ed una dizione stentorea, Pomatelli, erano entrambi comici della palpitarono in maniera quasi tridimen- Compagnia Cavicchi, ma anche per- sionale e percepibile da qualsiasi stra- ché a Lei venne dedicato il Teatro sito to culturale. Sì, perché Adelaide aveva in via del Turco(1). La struttura, anco- preferito le ciclopiche eroine classiche ra esistente e purtroppo non agibile, del passato. conserva a perenne memoria, nella Nel suo repertorio vantava Lady Adelaide Ristori in Medea parte laterale, un medaglione con la Macbeth, Fedra, Maria Stuarda, Pia De’ sua effigie. Tolomei, Maria Antonietta, Francesca L’arte aveva già da Rimini di Pellico…tanto per citarne messo le sue radici, alcune. Queste protagoniste di un tant’è che a soli tre tempo antico, arricchite sul palco di mesi, quindi ancora fastosi abiti, trovavano nell’interpreta- in fasce, Adelaide zione di questa “Queen Adelaide” la calcò le scene per la via dell’espressione più spirituale degli farsa “I Regali del impulsi femminei. Il gesto che asse- Capo d’anno”, poi, a condava la parola e l’incedere sicuro tre anni nel ruolo di forgiavano un mondo di passioni tra- un fanciullo, recitò volgenti, grandiose e valorose, nel in abiti medievali quale neppure la francese Rachel nel dramma Bianca resse il confronto. Persino Napoleone e Fernando. III° le offrì un posto di imponente rilie- Amatissima dal suo vo alla Comèdie Francaise, ma in pubblico, divenne in maniera decisa ella rifiutò per rimane- breve attrice e re in Italia. prima donna indi- Fu chiamata “La Divina” prima della scussa del teatro Callas, ed attraverso un “battage” pro- tragico. mozionale, fondò una Compagnia Nel 1848, la Ristori, tutta sua, nella quale ogni artista che che nella sua carrie- l’affiancava veniva rigorosamente sele- ra si firmò sempre e zionato e, doveva avere determinati solo con il cognome attributi di bellezza e memoria. Fu così paterno, sposa un che nel 1857 portò a Londra la ver- 70 CULTURA

co carissimo Pedro Imperatore del Brasile, Kamèhamèla di Honolulu – il Ristampa in edizione Napoleone del Pacifico – la osannaro- economica - A.R. Ricordi e studi artistici no. Questa attrice recitò anche in lin- gua francese, all’Odeon di Parigi nel 1861, in Beatrix, dramma espressa- mente scritto per Lei da Legouvè, ed in inglese al fianco del più noto attore dell’epoca Edwin Booth. Divenuta dama di corte della Regina Margherita, la stessa mecenate che sostenne Puccini nell’affermazione teatrale delle sue pagine immortali, Adelaide decise, a 65 anni, di dedicarsi alla ste- sura del libro ”Ricordi e Studi Artistici”. All’ottantesimo compleanno, nel 1902, ricevette omaggi,telegrammi, riconoscimenti dal Governo francese, dal Kaiser e da Vittorio Emanuele III°. Tutte le Compagnie teatrali italiane diedero recite straordinarie, fuori car- sione italiana del Macbeth. tello, in suo onore. Era il 9 ottobre Viaggiò senza sosta da Pietroburgo 1906, allorché cessò di esistere a agli Stati Uniti, dove si recò per quat- Torino, quando ormai nel Teatro non tro volte: in 20 mesi e 12 giorni si pro- spadroneggiavano più i grandi miti ed dusse in ben 312 recite, circa una il Verismo si era affacciato al nuovo ogni due giorni.. secolo, non solo nell’arte della recita- A sessant’anni, in forma splendida, zione, ma nel giornaliero. Seguirono la tornò a Londra per riproporre Lady sua impronta, per non dimenticare Macbeth, la Dama Nera, la Dark Lady quello che Adelaide aveva fatto per la tanto temuta; questa volta però era storia del Teatro, Ermete Zacconi, la nella lingua di Shakespeare. Per que- Duse, la Marini, che cercarono ancora sta edizione non volle avvalersi del di conferire alla modernità un tocco suggeritore che, a suo parere, com- elevato, riconoscendo, incarnando e prometteva la sua arte. nobilitando quest’arte come una pro- Anche Toscanini asseriva che un diret- fessione. tore d’orchestra è grande solo se con- La ricetta della sua celebrità era da serva ottima memoria. ricercarsi nella cura della messinsce- Nel corso della sua professione, che na. Wurth, il celebre sarto delle terminò quattro anni dopo il rinnovato Regine, disegnò per lei sontuosi abiti trionfo londinese, la Ristori, nata da ed i più noti scenografi allestirono umili origini, entrò di diritto in confi- spettacoli eccezionali. Il marito denza con tutta la nobiltà europea e, Giuliano si curò della parte pubblicita- non solo: uomini di Stato come l’ami- ria. Adelaide era nata per calcare le “tavole del palcoscenico”, intrisa com’era di charme, di quella seduzio- ne che traspariva dai suoi personaggi. Essi prendevano vita, modellati dalle emozioni, che solo lei sapeva trasmet- tere in modo così veritiero, da lasciar nell’uditorio una sorta di mancamen- to….perché? Perché solo Lei dava vita alla morte. Il suo sguardo toccava ogni gradazione, così come la sua voce, che di volta in volta modulava ade- Lapide di via dei Redentoristi, 9 guandosi con duttilità all’esigenza del a Roma verso poetico. Lo stesso Verdi ammirò CULTURA 71

Fronte ex Teatro Bonacossi poi Cinema Ristori: si scorgono i tre medaglioni questa ultraterrena interprete che Sulla fiancata sono evidenti tre marmoree tanto amò i suoi due figli: Giorgio e decorazioni circolari, firmate da Domenico Visani (1859 – 1930) di Lugo, ed esegui- Bianca. te nel 1922, anno della ristrutturazione. Dal canto loro ricambiarono quest’af- Esse rappresentano: Carlo Goldoni, Paolo fetto incommensurabile seguendo la Ferrari (commediografo modenese) ed Adelaide Ristori. madre–attrice in ogni vicissitudine della sua vita. … per saperne di più: Adelaide Ristori, dotata di qualità fisi- - E. Perodi, Adelaide Ristori marchesa del che non comuni, voce profonda sì, ma Grillo; ricordi ed aneddoti della sua vita – carezzevole ed innanzitutto di modi Palermo 1902 garbati, unì a queste doti una volontà ferrea, solidissima cultura e la potenza - Nel 2004 a San Miniato, per il Festival Internazionale dello Spettacolo, venne allesti- espressiva che nasce dal cuore di chi ta una mostra fotografica in onore della ha compreso pienamente il proprio Ristori, con le foto dell’americano Napoleon ruolo nella vita. Sarony. - La Donazione Giuliano Capranica Del Grillo allestì nel 1967 una mostra di cimeli dell’ar- tista nelle Sale Apollinee del Gran Teatro La NOTE Fenice di Venezia. Il Fondo, che conta circa 50.000 pezzi archiviati, è conservato presso il Civico Museo del Teatro Stabile di Genova. (1) Il teatro Ristori prese questo nome solo nel 1922: prima era detto Bonacossi. 72 CULTURA

Fra la Moldava e il West: un testo d’attualità a margine della “nuova” Unione Europea a 27 componenti I giovani e l’Europa

Giuseppe E’ uscito a Perugia, a cura della stam- alla domanda. Piuttosto consideria- Gabriele Sacchi peria culturale di Elce “Copy Center” mo – seppure per un attimo – il di Giuliano Giostrella, l’annunciato panorama che ci offre il Continente volume storicoÐbiografico “Vita di steso fra Capo Nord e l’Arcipelago un Amico”, dedicato a Giuseppe Maltese, fra l’Irlanda e il Caucaso Gabriele Sacchi, ferrarese di sangue e canuto del poeta Lermontov. di cuore, da alcuni anni residente nel Del resto la moltiplicazione frenetica capoluogo umbro. Il volume, di 520 dei mezzi d’ogni genere ci dà ormai pagine, interessa in modo particolare la possibilità di concretare in poche i ferraresi, e testimonia tra l’altro la ore l’invito, anziché assumerlo quale ricchezza e la poliedricità culturale pura ipotesi didattica. Ebbene, dal del nostro concittadino, per anni col- Duomo scandinavo di Kalmar laboratore de “La Pianura”. all’Ospedale maltese della Vittoria, e Pubblichiamo qui con piacere un dalla Christ Church di Dublino sino brano, scritto da Gabriele Sacchi nel alla georgiana basilica di Ancischat, 1989, che gli valse il 1¡ posto al abbiamo dinanzi un territorio senza il Concorso Nazionale per Giornalisti, benchè minimo dubbio fecondato, indetto da Federico Motta editore. animato nel gran dramma secolare Scritto da Sacchi prima della caduta della Storia del Messaggio cristiano del muro di Berlino, resta un argo- nelle sue varie liturgie: cattolica, mento di grande attualità. anglicana, ortodossa, luterana o calvi- nista, mano a mano impostesi. È uno Nella recente campagna elettorale spettacolo esaltante che s’innalza e per il Parlamento europeo, ciò che ha travolge qualunque impulso polemi- deluso più profondamente non è co trascorrendo da Santiago de stato tanto il disinteresse fra i candi- Compostela a Nôtre Dame, a S. dati circa le funzioni della futura Pietro, alla Ravenna bizantina, alle Assemblea di Strasburgo, quanto la cuspidi di Ginevra e del Mare del totale assenza d’ogni tentativo di Nord e della Germania luterana. definire quel che si debba intendere Se non che, a questo punto diviene per Europa. Delle quali due carenze, strettamente necessaria la citazione la prima è grave – come è già stato soprattutto per evitare anche il necessario riconoscere per le conse- sospetto d’intenzioni edificatorie o guenze derivatene – ma la seconda è catechistiche nascoste fra le righe. Da addirittura nefasta perché contribui- quale testo e di chi? Non occorre sce ad aggravare la crisi della cultura molto meditare, perché la scelta e del costume che ci è toccato in divenga quasi ovvia: si tratta di quel sorte di vivere. Maestro ben poco imputabile d’inte- Che cosa è dunque l’Europa? gralismi clericali che fu Benedetto Soffochiamo un attimo il desiderio di Croce, il quale, non pago d’aver alza- citare a precipizio nomi ed opere di to alla civiltà di cui era figlio l’imperi- quanti maestri del pensiero letterario turo monumento della “Storia e filosofico si siano indotti – dopo la d’Europa”, stese nei suoi ultimi anni fine apocalittica della vicenda illumi- quel mirabile opuscolo che ha per nistica del Settecento – a rispondere titolo “Perché non possiamo non CULTURA 73

dirci cristiani”, e spiega con una sorta pare l’atteggiamento, se non il dis- di giovanile fervore l’origine, la storia, pregio, almeno di distaccata coscien- gli elementi costitutivi della civiltà za di superiorità che sembrerebbe a nella quale siamo nati. E chi sorrida tutta prima nascondersi dietro la all’idea di congiungere il Messaggio gagliarda affermazione del titolo cro- evangelico di carità fraterna con la ciano. Ebbene, no: anche da quel serie di stragi che insanguinò punto di vista nessuna preoccupazio- l’Europa per otto secoli dal ne è necessaria. Barbarossa sino ai nostri giorni, o Senza dubbio il Filosofo palpitò del- quasi, rivelerà una forza d’indagine l’orgoglio d’essere figlio dell’Europa non troppo diversa da quella conte- di Dante, di Shakespeare, di Goethe nuta nell’appello marxista a interrom- e di Dostojevskij, ma il suo intento fu pere per sempre la vicenda storica sempre e solo quello di meditare la con la creazione dell’Eden terreno, civiltà dei popoli nella sua concretez- mediante la vittoria senz’appello del- za. Accade quindi allora di scorgere l’internazionale proletaria sul mondo che come il Corano, e prima d’esso intero. Piuttosto - dacchè quel sogno la contemplazione jeratica del presto tale da manifestare la sua Buddha impressero il loro segno pro- inconsistenza in sede teorica e scien- fondo nel costume politico ed etico tifica mostra i primi segni di disfatta dell’intera metà settentrionale anche sul pratico terreno degli ordi- dell’Africa e dell’Indonesia e di tutta namenti politici - potrebbe preoccu- l’Asia centro-orientale (senza soffer- 74 CULTURA

marci sull’area del politeismo shintoi- che la Dottrina di Monroe resta a tut- sta giapponese), così il Messaggio t’oggi il documento più certo per evangelico del Figlio dell’Uomo ha intendere la natura e la condizione improntato di sé ed anzi creato del Continente Americano nel l’Europa quale noi ancora la cono- mondo. sciamo. Richiamato con entusiasmo o male- Quanto all’America intera, essa è detto; variamente interpretato sino ad indubbiamente una Terra di deriva- apparir contraddittorio con se stesso; zione europea, ma per la sua partico- deriso o furbescamente aggirato, larissima condizione storica altrettan- esso documento s’impone quale la to indubbiamente non assimilabile fonte ineludibile di qualsiasi atteggia- all’Europa. mento voglia assumere la vita dell’in- Furono gli stessi americani a rendersi tero Continente fra i due Oceani. di ciò conto, e significarono bene il Nessuno, forse, fu della Dottrina luci- loro pensiero in un documento do interprete quanto H. Cabot Lodge, solenne, steso agli albori della loro allorché, il 28 febbraio 1919, affermò nuova storia, nel 1823: vale a dire dinanzi al Senato di Washington: quella dichiarazione non richiesta, «Dichiarare che si estende a tutto il quella «dottrina» nota con il nome del mondo la Dottrina di Monroe significa suo Autore, nella quale James che essa ha cessato di esistere per- Monroe, quinto Presidente della ché essa non è stata stabilita che per federazione degli Stati Uniti, espresse la protezione dell’emisfero america- la necessità che l’intero Nuovo no». Continente non avrebbe mai potuto Tralasciando, allora, qualsiasi conside- essere oggetto di colonizzazione da razione anche sul Continente austra- parte d’alcuna Potenza europea con liano per la sua popolazione così la corrispettiva astensione americana sempre limitata e fortemente angliciz- da ogni intervento nelle questioni zata (con numerose punte xenofo- europee. be), eccoci chiaramente delineate Dopo quasi due secoli nei quali la sotto gli occhi le quattro aree della storia degli uomini ha proseguito il presumibile storia futura del mondo: suo corso senza respiro drammatico l’Africa nera vicina alla sua completa e terribile, con la partecipazione sem- liberazione ed automunita, affacciata pre più decisamente protagonistica al compito immane dell’organizzazio- degli Stati Uniti a ben due conflagra- ne e dello sfruttamento delle sue zioni mondiali, è ben comprensibile immense ricchezze; l’Asia sterminata la tentazione di considerare del tutto e brulicante di popolazione, chiamata vanificate e pressoché assurde simili a partecipare alla vita del Pianeta affermazioni. La potenza della ban- aprendo le sue tradizioni pur senza diera a stelle e strisce è a tutt’oggi la dissolverle, ma adeguandole ai nuovi principale interlocutrice di quella tempi che incalzano; l’America, della sovietica proprio in terra d’Europa: quale s’è detto - ben ricordando, non mentre l’aiuto pur sempre poderoso certo per squallido motivo d’orgoglio dell’impero fondato dal Lenin alle ancestrale - come essa sia anche nel forze rivoluzionarie ostili proprio sui nome legata alla vita d’Europa; e infi- confini statunitensi è in atto conti- ne l’Europa, il Continente venuto alla nuo. luce dal grembo del Cristianesimo, reso adulto da quattro diversissime rivoluzioni quali l’inglese a metà del Padri e figli insieme per un nuovo ‘600, la francese a fine Settecento, l’i- umanesimo taliana della metà dell’800, la russa dell’alba del nostro secolo, ed oggi A chi spinga gli occhi al fondo delle avviato ad unità federativa. vicende, non potrà non apparir chiaro A questo modo il pensiero viene spin- CULTURA 75 to di conseguenza a valutare quali giovanile del presente è forse qualco- saranno i compiti imposti alle giovani sa di dissimile da uno strumento generazioni europee, e come codesti anch’esso di evasione da un mondo compiti s’inducano ad affrontare. divenuto mostruoso e insopportabile? Cominciando dal secondo dei due Giova a questo punto la ricerca acca- quesiti, c’è per noi qualche motivo di nita degli errori commessi dalle gene- serena allegrezza, o almeno di fiducia razioni antecedenti quella oggi avvia- attesa? No, non c’è, come è giusto - ta alla vita. del resto - dacché la storia umana Né l’indagine sarà troppo faticosa e mai è stata un elegante minuetto e prolungata perché dal cumulo dei tutte le utopie si spengono di periodo riconosciuti errori, presto verrà ravvi- in periodo dinanzi alle inaspettate sato il principale e forse meno contingenze, ai sussulti di costume e sospettato, che è quello di non aver di cultura di volta in volta insorgenti saputo adeguare il linguaggio di un’e- con la violenza del turbine là dove ducazione alle necessità d’una orga- meno si sarebbe creduto. nizzazione sociale tramutantesi ad Anzi, mai forse a nostra conoscenza, ogni ora con frenetica rapidità. É avve- o ben di rado, è stato imposto all’in- nuto un distacco, una schizofrenia fra dagine di constatare un così straordi- «padre e figli» di fronte alla quale l’al- nario distacco delle giovani genera- tra descritta da Ivan Turgenev nel suo zioni dagli ideali morali, dal gusto capolavoro, appare di scarsissimo estetico, dal metodo filosofico, dalla rilievo. In questo senso, tuttavia, segni prassi politica, quali sono venuti enu- non dubbi invitano alla speranza, cleandosi dal travaglio della tradizione nella Scuola come delle varie Chiese, perpetuamente aggiornantesi. La nelle caserme, come nelle aule della maggioranza dei giovani europei Giustizia. d’oggi guarda agli obblighi imposti Si cerca un riavvicinamento genera- dagli istituti più venerandi del genere zionale di cui non è dato tracciare le del matrimonio e della mutua assi- conseguenze, ma il cui solo proposito stenza e solidarietà familiare - e nel reca l’esaltante certezza di un nuovo migliore dei casi - con paziente indif- umanesimo rinnovatore della vecchia ferenza. Quanto poi si getti alla ricer- Europa. ca di luoghi o condizioni o manifesta- Quella che il D’Annunzio disse «avara zioni d’arte ove poter placare l’ansia e mentecatta» per ben altri motivi, sua umana per un attimo di gioioso rimane l’unica proposta di salvezza ai appagamento dei sensi e dell’animo, suoi popoli, effettuabile attraverso un allora sembrano giovarle i moduli, i quanto si voglia faticoso ripensamen- modelli, gli ambienti più estranei pro- to di sé medesima. prio alle tradizioni europee: la fuga tra Ecco pertanto, che così vien tratta i selvaggi, la danza frenetica, i balbet- fuori la risposta al primo dei due que- tamenti mostruosi della pianura e siti più sopra legati in una sola ango- della poesia, lo sprofondamento deli- sciosa domanda. rante nel cupo sottosuolo della lingua Quali i compiti dei giovani di fronte e del paesaggio. Quelle moltitudini alla nuova futura Europa? No, non giovanili, in una parola, sembrano pur l’accoglimento di un appello a un sempre - coscienti o meno che ne impossibile ritorno alle origini - che siano - non essersi distaccati dal mes- suonerebbe oltre a tutto pedantesco saggio di Baudelaire e di Rimbaud e insopportabile - bensì lo sforzo affa- invitante ad un perpetuo «viaggio» scinante per il totale rinnovamento di verso i felici paesi della Natura incon- una civiltà che dalla morte trova l’im- taminata, o verso «le déréglement rai- peto per il nuovo fiore. Ed anche sonné de tous les sens», il ragionato codesto concetto simboleggiabile in sfrenarsi di tutti i sensi. La droga stes- un sepolcro scoperchiato, risulta ben sa, la terribile dominatrice del mondo cristiano. 76

L’Istituto Agrario “Navarra” e i prodotti tipici ferraresi

L’Istituto Agrario Statale “F.lli Navarra”, Il comitato tecnico delle due province ha la Fondazione F.lli Navarra ed il Collegio esteso la zona di produzione a tutti i Provinciale degli Agrotecnici hanno pre- comuni compresi nel Parco del Delta del miato, nello scorso mese di dicembre, i Po, e ha inoltre redatto un disciplinare di migliori lavori preparati da studenti produzione che regola i metodi di coltiva- dell’Istituto cittadino, nell’ambito della zione e lavorazione di questo prodotto, esaltandone la qualità. IIIa edizione del “Premio Prof. Ciro Guidorzi”. Storicamente, il riso fu introdotto nel Sud “La Pianura” ne pubblica di seguito due Italia da arabi e spagnoli, si impose poi nel interessanti “abstract”, dedicati al riso del Delta intorno al 1400, come coltura di Delta, e alla vongola di Goro. bonifica per il dilavamento della salinità. Attorno a questa coltura, nacquero vere e proprie strutture sociali, che vedevano sul gradino più alto il proprietario terriero, fino IL RISO DEL DELTA IGP ad arrivare ai soccedali (lavoratori avventi- zi), che spesso fermandosi anche dopo il La scelta di questo argomento mi ha dato raccolto formavano comunità e in seguito la possibilità di partecipare ad un progetto paesi. unitamente all’Istituto d’Arte e all’Istituto Oggi le risaie coprono circa 8 mila ettari Alberghiero e al concorso indetto compresi nelle terre chiare (in cui prevale dall’I.T.A.S. “F.lli Navarra” di Malborghetto, l’argilla) e scure (che hanno un alto teno- grazie soprattutto alla preziosa collabora- re di sostanza organica) del Delta. Il riso è zione di due professori: Luigi Benelli (per coltivato in terreni di bonifica, sistemati la parte economica) e Mauro Bovoli (per “alla ferrarese”, cioè in bacini (circondati la parte storica e la stesura della ricerca). da argini e capezzagne) suddivisi in appez- Il riso è argomento di stretta attualità nelle zamenti, ognuno dei quali è separato da province di Ferrara e Rovigo, che sono in scoline profonde un metro. attesa del marchio IGP (Indicazione Dopo la raccolta (circa 8 tonnellate per Geografica Protetta), al fine di poterlo valo- ettaro), il riso subisce una lavorazione, in rizzare. Il riso avrà la denominazione di cui le parti “verdi” non commestibili ven- “Riso del Delta del Po”, e per esso è già gono eliminate; il riso viene inoltre lucida- costituita la Organizzazione Produttori: nata to e brillato, per conferirgli un aspetto più nel 1998, ha attivato una campagna di gradevole. promozione del prodotto, registrandone il Si intende valorizzare il riso, in quanto vi è marchio per poterlo commercializzare. uno stretto legame tra il terreno del Delta 77 e le caratteristiche fisiche e organolettiche ed occupazionale della coltura. I terreni deltizi, inoltre, sono nel panorama del- dotati di buona fertilità minerale, che con- l’acquacoltura nazio- sente di evitare inutili apporti di fertilizzan- nale ed in particolare ti. L’ubicazione prossima al mare rende la dell’Alto Adriatico. coltura esente da crittogame. Queste carat- Attualmente l’Italia, teristiche fisico-gustative rendono il riso del con una produzione Delta del Po unico anche sotto il profilo di circa 45 mila ton- commerciale. La bilancia commerciale nellate annue, è il (differenza tra import ed export) è infatti in primo produttore di attivo: un terzo del riso è destinato al con- vongole veraci filippi- sumo interno, mentre il resto viene espor- ne Tapes philippina- tato in tutta Europa, soprattutto in . rum. Si ritiene in conclusione che le caratteristi- Il mio lavoro prosegue spiegando com’è che del riso del Delta del Po possano in nata la vongola filippina e qual è la diffe- futuro far aumentare la quota di mercato renza della vongola nostrana, chi la coltiva nazionale del riso, promuovendolo tramite e in sostanza qual è il ruolo del Consorzio le Camere di Commercio e i consorzi di Pescatori di Goro: esso è la risposta storica valorizzazione. ed imprenditoriale di un rapporto indisso- Silena Tiberio, V A, a.s. 2005/06 lubile che lega Goro al mare e ai suoi frut- ti. Emblematico l’allevamento della vongo- la verace. LA VONGOLA DI GORO - Una tradizione “Coltivare il mare”: solo qualche anno fa che ha fatto la fortuna di un territorio veniva considerata un’utopia, mentre oggi a Goro è diventata una realtà. La scelta per la mia ricerca sulla Vongola di La superficie in concessione al Consorzio Goro nasce dalla passione per il mare, Pescatori di Goro destinata all’allevamento dalla curiosità e dal desiderio di valorizza- di vongole veraci ammonta a circa 600 zione del territorio e della storia del Basso ettari ed è istituita all’interno della Sacca. Ferrarese. L’intera superficie è poi suddivisa in campi, Nel Delta del Po gli uomini diventano ognuno dei quali presenta diversa metra- pescatori prima ancora di nascere e il mare tura, diverse caratteristiche idrodinamiche è l’arbitro inappellabile delle certezze del e morfologiche e, come conseguenza di presente e delle speranze per il futuro. queste ultime, una diversa produttività. Tutto è iniziato con una visita a Goro; poi Il Consorzio Pescatori di Goro, coadiuvato grazie a conoscenze sul posto è stato pos- dal Dipartimento di Biologia dell’Università sibile reperire materiale bibliografico, infor- degli Studi di Ferrara, organizza almeno tre mazioni pratiche e storico-economiche; il volte all’anno una serie di sondaggi finaliz- rimanente è frutto di ricerche in Internet. zati alla determinazione della consistenza Un ringraziamento particolare lo devo al della popolazione di vongole presenti nella dott. Francesco Paesanti per la disponibili- concessione. Ho considerato più aspetti, tà e la passione che riesce a trasmettere ovvero: quando e come depurarle. nello studio teorico e pratico dell’alleva- Le tecniche di coltivazione, i parametri chi- mento delle vongole. mico-fisici fondamentali da tener sotto La mia ricerca prende avvio dalla storia del controllo e magari aver la possibilità di territorio e della sua conformazione, in par- regolarli e modificarli tenendo conto di: ticolare dal 1604 quando la Serenissima Ossigeno disciolto; Temperatura; Salinità. fece deviare il Po Grande verso la sacca di Goro. Dal punto di vista ecologico, dobbiamo Proseguo con l’analisi della venericoltura constatare che l’eutrofizzazione del Mare (le veneridi sono una famiglia di molluschi Adriatico, in particolare dell’area deltizia e bivalvi, vongole e telline) che si è sviluppa- della laguna di Venezia, anziché causa di ta a partire dai primi anni ’80, dapprima in catastrofi, diviene fonte di ricchezza, via sperimentale e poi a fini produttivi, e mediante lo sfruttamento del più basso ha trovato grande sviluppo nelle lagune anello della rete trofica che è rappresenta- del Veneto e dell’Emilia Romagna fino a to appunto dai molluschi bivalvi. diventare un’importante realtà economica Edoardo Perelli, II B, a.s. 2005/06 78

Ricordo di Olao Accorsi

Conobbi Olao Accorsi negli ultimi anni momento del congedo, lungo le scale, Andrea Botti Cinquanta, quando, spinto dalla curiosità incontrai Romano Guzzinati, brillante stu- di visitare il vecchio edificio che durante il dente di giurisprudenza che in quegli anni secolo scorso aveva ospitato le redazioni si cimentava con passione nelle cronache del Corriere Padano, del Corriere del Po e giudiziarie e nella “nera”. Olao Accorsi, della Gazzetta Padana, riuscii ad entrare in una grande predisposizione per la scrittu- quel palazzo che per me sembrava rac- ra e il giornalismo, maturò importanti chiudesse un mondo fantastico, difficile esperienze in quel quotidiano locale che da raggiungere. Al piano terra c’era una purtroppo nel 1964, a seguito del disim- piccola e disadorna portineria dalla quale pegno dell’Unione degli industriali, che si poteva accedere alla tipografia e attra- deteneva il più consistente pacchetto verso un’ampia scala si saliva nei locali azionario, fu costretto a cessare le pubbli- del primo piano, negli uffici della cronaca cazioni. Alcuni giovani emigrarono a situati accanto a quello austero e quasi Milano, qualcun altro si trasferì a Bologna invalicabile del direttore del giornale, e giù e alla fine tutti riuscirono a trovare lavoro in fondo al reparto dell’amministrazione. presso quotidiani, in agenzie e anche alla Io all’epoca ero da pochi mesi occupato, Rai. Olao invece rinunciò ad allontanarsi senza alcun contratto, presso la redazione da Ferrara, la città che amava profonda- cittadina de “il Resto del Carlino”, che mente, per restare accanto alla sua fami- aveva sede nel palazzo d’angolo tra viale glia. Ottimo professionista non ebbe però Cavour e via Ariosto, di fronte ai concor- difficoltà ad inserirsi nel comparto degli renti della “Gazzetta”, con i quali tuttavia uffici stampa e dell’editoria locale. Diede c’era buona armonia, almeno sul piano importanti contributi alla Camera di umano. La prima persona che incontrai Commercio in occasione di diverse inizia- appena varcata la porta della cronaca fu tive e curò per lungo tempo la pubblica- proprio Olao Accorsi, che all’epoca aveva zione dedicata alle proposte espositive già un incarico di responsabilità nel setto- della sala Efer. Accorsi fu anche apprezza- re dell’attualità cittadina. Mi colpirono il to collaboratore de “La Pianura”, trattando suo sorriso e la sua straordinaria cordiali- per questo periodico temi legati all’eco- tà, per me fu un’accoglienza difficile da nomia e alla cultura. Grazie poi alla sua dimenticare. Quando Olao è mancato, grande versatilità, fu per diverse edizioni pochi mesi fa, mi è speaker-narratore in occasione della sfila- tornato alla mente ta e delle corse del Palio, in piazza così, come quel gior- Ariostea. Ebbe l’opportunità di tornare al no lontano nel tempo: giornalismo attivo nei primi anni Settanta, elegante con l’imman- quando sbarcò a Ferrara la “Gazzetta” del- cabile papillon, la sua l’editore reggiano Canovi, quotidiano del lunga chioma ondula- quale Accorsi fu nominato direttore. Al ta, ironico e il tono di suo fianco Daniele Rubboli, Nino Borgatti, voce pacato. Attorno a prematuramente mancato nel luglio scor- lui, e qualcuno in stan- so, Angelo Giubelli, Andrea Ghisellini, ze attigue, gli altri cro- Alberto Pasqualini, Massimo Cavalieri e nisti: Gian Pietro Testa, diversi giovani. Com’era nello stile di Everardo Dalla Noce, Olao, “Gazzetta di Ferrara” non andava Giancarlo Musi, Carlo alla ricerca del sensazionalismo, bensì di Martin, Dino Tebaldi un’informazione incisiva e capillare nella (fu lui a invitarmi a città e in tutto il suo territorio, con un “vedere” il giornale), obiettivo dichiarato: contrastare l’egemo- Il presidente dell’E.F.E.R., Sen. Fabrizio Scaglia, quelli dello sport con nia del “Carlino”, che da anni ormai ope- Giuseppe Bardellini, consegna ad Olao Accorsi la medaglia d’oro Giorgio Contarini, Riccardo Roncaglia, rava in un regime di autentico monopo- assegnatagli dall’Ente nel 1974. Mirto Govoni e Alberto Ghisellini. Al lio. SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 79

ambientali: un interessante reporta- ge, svolto nell’arco di alcuni anni e pubblicato in un libro che accompa- Alberto Roveri, Beppe Bonazzoli gna la relativa mostra itinerante, già presente anche a Ferrara, presso il Museo del Risorgimento e della Il respiro del Resistenza, dall’8 luglio al 16 agosto ultimo scorso. Fiume Il volume illustra le trasformazioni Sereno editore, Milano 2005 ambientali e antropiche di una realtà di cui noi, gente di città o di paese, non siamo sempre ben consapevoli, Quando si nasce in riva a un fiume non solo per scarsa informazione l’acqua dovunque andiamo dentro ci massmediatica, ma anche per nostra seconda,sepolto in noi resta un colo- distrazione. Perché non abbiamo più re d’argineed un torpore triste - respi- rapporti diretti col nostro grande ratoin tanto salir di nebbie - al riparo fiume. Da molto tempo, ormai, lo di voci acuminate. (da Paesaggio con viviamo con distacco, quasi come figure di Lorenza Meletti) fosse il Reno o il Danubio. Non ci cibiamo più del suo pesce. Non Se la nostra poetessa resuscitasse andiamo più a bagnarci nelle sue ritroverebbe, oggi, il suo fiume? acque, né a prendere il sole sulle sue Le golene e gli argini che mettono al spiagge: svaghi che ci legavano a “lui” riparo di voci acuminate? Che con- affettivamente e che, in qualche sentono di immergersi tra gli innu- misura, ce lo facevano conoscere. merevoli richiami della natura? Di Così, Alberto Roveri e Beppe udirne inalterate le voci, i suoni più Bonazzoli ci informano che le fre- segreti; di inalarne gli odori caratteri- quenti secche estive mostrano fonda- stici; di ammirarne i colori, quelli li impregnati di veleni stratificati. I infuocati dei tramonti estivi e quelli quali non solo inquinano le acque e argentati delle brume autunnali? fanno ammalare i pesci, ma alterano E ritroverebbe la sua gente? Quella perfino gli odori asprigni delle erbe e indigena, che amava il fiume come la degli alberi. Ci dicono che l’atipica propria casa, che abitava le sue rive presenza di numerosi siluri, i super- scrutandone gli umori. Quella che predatori provenienti dai fiumi conosceva le insidie delle sue acque, dell’Europa centrale, ha pesantemen- ma che le temeva solo quando si te contribuito all’impoverimento della facevano troppo minacciose? Quella fauna ittica tradizionale. Mentre ha tipica gente padana, che tramandava attirato i pescatori dell’Est europeo consuetudini e memorie attraverso le che percorrono il Po con le loro generazioni, c’è ancora? house boat. La risposta a queste domande si Ci fanno sapere che le varie centrali intravede nella prima parola del sot- idroelettriche, le escavazioni legali totitolo del libro in oggetto: globaliz- e/o illegali della sabbia, l’oro del Po, zazione, il cui significato porta in sé le sostanze inorganiche di materiali una connotazione di multietnicità. E metallici, l’eccesso di sostanze orga- anche nella parola successiva, tradi- niche e altro compromettono sempre zione che, proprio nell’essere secon- più lo stato di salute del nostro fiume. da, dichiara la propria accezione Le attività economiche tradizionali ormai evocativa. sono pressoché scomparse insieme Difatti, l’inchiesta, condotta lungo le con molte usanze, anche se esistono rive del Po dai giornalisti Alberto ancora piccole zone che sembrano Roveri (di Panorama) e Beppe incontaminate. Ma i trentamila caso- Bonazzoli (de L’Europeo) sulle attuali lari ridotti a ruderi contraddicono pre- genti rivierasche e sul presente stato sto la percezione di quella realtà resi- naturale del fiume, porta alla luce sia duale. i cambiamenti etnici sia i mutamenti Molti luoghi rivieraschi sono abitati da 80 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

vari lavoratori extracomunitari e dalle l’itticoltura. Stanno invece scompa- loro famiglie: indiani sikh del Punjab rendo gli zuccherifici e altri opifici tra- sono i nuovi addetti alle stalle dei dizionali. bovini; cinesi e marocchini lavorano In conclusione, il volume di Roveri e nei campi, specie durante la raccolta Bonazzoli, residenti a Milano ma “di dei meloni e delle uve. radici fluviali”, ci offre una panorami- Inoltre, il Po presenta attività econo- ca aggiornata sulla vita del nostro miche nuove. Sulle sue rive, dal Gigante e delle sue terre rivierasche, Monviso al delta, sono sorti ristoranti, abitate da genti nuove e antiche. Un locali da ballo, circoli privati di dipor- ventaglio di straordinarie fotografie a to, maneggi, ma anche pioppeti da colori e di belle pagine giornalistiche legname e specchi d’acqua deltizi per Bruna Bignozzi

ricordi personali, come ad esempio la drammatica alluvione del Polesine, e riferimenti ad eventi storici e sociali Mario Merlante paralleli alla crescita dello stabilimento, tra accese lotte politico-sindacali, pro- Dal Lago di blemi di sviluppo e di impatto ambien- tale, legati in particolare alle acque di scarico, che hanno creato non poche Resia a Ferrara tensioni e polemiche con gli enti ester- ni. Recentemente, il geometra Merlante ha ripreso in mano i vecchi appunti dattilo- Il cammino del Petrolchimico scritti e li ha sistemati in una pubblica- zione dal titolo Dal lago di Resia a Mario Merlante (classe 1923) ha assisti- Ferrara. Il cammino del Petrolchimico, to alla nascita e ad ogni trasformazione di cui ha voluto far dono alla biblioteca del Petrolchimico di Ferrara, e già una della Camera di Commercio di Ferrara. trentina di anni fa aveva cominciato a Si tratta di una cronaca che rende conto mettere per iscritto le varie tappe della delle tappe di sviluppo dello storia di cui egli continuava ad essere Stabilimento Idrocarburi sorto a Ferrara: testimone, vivacizzando la cronaca con una serie di lavori che hanno coinvolto, su iniziativa della Società Montecatini, due province tra loro distanti: quella di Bolzano e quella di Ferrara. La foto di copertina dell’opuscolo ritrae la significativa immagine del campanile che emerge dalle acque del lago di Resia, paesino della Val Venosta, in Alto Adige, curiosamente legato, attraverso una “linea immaginaria”, alla nascita dello Stabilimento Idrocarburi della società Montecatini di Ferrara. Ed è pro- prio cominciando dalla ricostruzione di questa linea che Mario Merlante ha voluto brevemente ripercorrere la storia di uno dei punti di riferimento più importanti del territorio ferrarese. La descrizione storica delle origini del Petrolchimico si suddivide in due fasi: la prima è quella “pionieristica”, che inizia appunto nell’Alto Adige (Sud Tirolo); la seconda, legata direttamente alla città di SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 81

Ferrara, riguarda lo sviluppo del La linea ideale che congiunge due Petrolchimico, registrato attraverso il punti geograficamente così lontani, progressivo ampliamento del muro di coinvolti in lavori diversi ma sempre su cinta dello stabilimento. iniziativa della società Montecatini, può L’intento dell’autore non è quello di essere interpretata come una sorta di entrare nell’ambito tecnico-scientifico “valico” fra due epoche: quella antica, dei vari problemi trattati, ma semplice- ancora legata ai costumi e alla mentali- mente quello di narrare i fatti in ordine tà delle tradizioni ottocentesche, e cronologico, affinché questi non venga- quella moderna, che ha radicalmente no dimenticati, dal momento che si trasformato le modalità di progettazio- tratta di “vita vissuta”, patrimonio comu- ne e di realizzazione degli impianti ne che a qualcuno potrebbe interessa- industriali. re non solo per curiosità, ma anche per L’opuscolo, idealmente dedicato agli ex- capire meglio il passaggio tra due epo- colleghi dell’autore, compagni di viag- che, soprattutto ora che, all’inizio del gio in quegli anni convulsi, si rivolge terzo millennio, rimane ben poco di anche a tutti coloro che, in tempi diver- quegli impianti, i quali per decenni si, hanno avuto a che fare con le vicen- hanno tuttavia costituito uno dei riferi- de del Petrolchimico. menti più importanti, sul piano econo- mico-occupazionale, della nostra zona. Maria Merlante

volgimento emotivo e la passione lette- raria, in tal modo riesce a conferire al personaggio da lei di volta in volta inda- Gianna Vancini gato il calore umano che lo rende a noi vicino e a inserirlo in un contesto socia- Il culto secolare le, religioso, artistico, culturale. Il suo intento nel narrare la vita dei santi (come ha già fatto con San Valentino, di San Nicola da San Contardo d'Este, il Beato Alberto Pandoni) consiste nel proporli quali Tolentino nel esempi, modelli di comportamento su eroici, ma tuttavia calati in una quotidia- territorio ferrarese nità semplice, cordiale, terrena, dimo-

Este Edition, Ferrara 2006

Nel libro di Gianna Vancini, concernente il culto di San Nicola da Tolentino, la dedica al Maestro Adriano Franceschini dichiara l'impegno dell'Autrice nel seguirne le orme consultando testi anti- chi, documenti d'archivio, fonti storiche da cui partire per comporre gli elemen- ti di una trama complessa che viene via via dipanandosi. Gianna Vancini essendo anche abile scrittrice di racconti e romanzi, fra l'altro ha fondato il Gruppo Scrittori Ferraresi, affronta il tessuto storico con rigore filo- logico ma senza mai cadere nell'algido distacco, senza limitarsi a elencare sem- plicemente fredde date e nomi, anzi infondendo nelle sue biografie il coin- 82 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

strando che la fede non si riduce a un risale addirittura al XII secolo, come ideale astruso e irraggiungibile. Anche testimonia l'abside della chiesa di San nel suo ultimo libro dedicato a San Nicolò, in angolo via Colomba. Nicola da Tolentino, pubblicato da Este Così pure agli agostiniani si devono la Edition, in occasione del settimo cente- chiesa e il convento di S. Andrea (oggi nario della morte del santo tolentinate, demolito) in via Camposabbionario, l'autrice analizza i risvolti segreti della attualmente sede della scuola media personalità e della vita di questo straor- Dante Alighieri, che racchiudeva tesori dinario testimone della fede fino ad d'arte di Giotto, Piero della Francesca, abbracciare la devozione a lui legata, la Garofalo, Dosso Dossi, Bononi, spiritualità che lo contraddistingue, l'or- Scarsellino, oltre alla tomba di Biagio dine religioso a cui appartiene (quello Rossetti. Nella chiesa dei SS. Giuseppe, agostiniano), il periodo in cui ha vissuto, Tecla e Rita in via Carlo Mayr gli agosti- le testimonianze artistiche che a lui si niani si stabilirono nel 1623, la statua di ispirano. Apprendiamo così che San San Nicola da Tolentino è custodita in Nicola, nato nel 1245 e morto nel una nicchia della prima cappella a sini- 1305, è il primo santo canonizzato del- stra. Qui troviamo esempi di arte del l'ordine agostiniano, il suo culto già nel Seicento e del Settecento ferrarese. La '400 era diffuso nelle Marche, regione chiesa era inizialmente dedicata a San di origine, ma anche in tutta Italia. Giuseppe: infatti nella bella tela dipinta Predicatore austero e sorridente ad un nel 1653 dal caravaggesco Costanzo tempo, viene a noi tramandato da una Catanio, allievo di Bononi, lo sposo di iconografia che lo vuole con in mano il Maria appare mentre intercede presso libro delle regole, con una stella in la Trinità per fermare l'angelo con la mezzo al petto, quale patrono delle spada intenzionato a punire la città di anime del purgatorio: per questo moti- Ferrara. Notevoli risultano anche i dipin- vo i pittori spesso lo rappresentano ti di Giuseppe Avanzi, Giuseppe Zola, accostato a piccole figure di uomini e Tommaso Gandolfi, oltre ai preziosi reli- donne nude avvolte dalle fiamme puri- quiari e ai confessionali con teste di ficatrici. Il capitolo dedicato agli agosti- cherubini. Insomma, il libro di Gianna niani nel territorio ferrarese risulta molto Vancini, oltre a tracciare il profilo di San interessante in quanto illustra l'impor- Nicola, va letto come una guida d'arte tanza di questo ordine religioso legato che ci aiuta a scoprire quadri e sculture alla fondazione di conventi a di grande interesse. Comacchio e a Ferrara. La loro presenza Gabriele Turola

quali segue un’Appendice - con l’indica- zione del calendario delle attività, dell’e- lenco dei nuovi soci ordinari e perpetui, Luisa Carrà Borgatti con inserti fotografici a corredo delle attività stesse - insieme con la pubblica- Quaderni della zione trimestrale del Notiziario della Dante, e con il volumetto Premio Dante, custodisce la memoria delle “Dante” XI principali iniziative culturali che di anno in anno il Comitato assume. Ai vent’anni del Quaderno dedica un suo saggio Gina Nalini: “Anni di forte Ferrara, 2006 cogenza intellettuale e morale per la proposta di nuove sfide culturali, per le Ricorre quest’anno il ventennale delle contraddizioni singole e sociali, per lo pubblicazioni della “Dante” (I quaderni sconcerto delle scelte politiche; anni, della Dante, il Notiziario il Premio dunque non facili, per inserirvi e pro- Dante). Il Quaderno, distinto in sezioni, grammare un’ azione ad ampio spettro in relazione agli argomenti trattati, alle culturale, articolata in diversi settori, SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 83

sul Tasso - sulle evocazioni ovidiane nelle Rime del Tasso del 1578, eviden- zia il passaggio del poeta dal tempo dei felices libelli a quello della infelix Musa. “Il Tasso era consapevole che i rapporti con il Duca e il suo entourage si erano deteriorati, per cui sceglie il modo a lui più congeniale (la poesia) per tentare, tra ossequio, contrizione e umile ricono- scimento dei propri errori, attraverso la linea già sperimentata da Ovidio dei Tristia (un error che invoca clementia) un recupero di ruolo e di status, che le sorelle del Duca, Lucrezia ed Eleonora, avrebbero potuto favorire”. Paolo Vanelli ha analizzato, in un inten- so saggio critico, Dagli Afodossi al Romanzo: il percorso narrativo di Aldo Luppi il percorso narrativo dello scrittore ferrarese al quale sono state dedicate quest’anno varie iniziative. La “Dante”, in quale appunto è quella che la società prima istanza, in collaborazione con il Dante Alighieri svolge da sempre”. I con- Comune di Ferrara, gli ha dedicato la vegni della “Dante”- scrive Gina Nalini - cerimonia di intitolazione a suo nome sembrano preludere a quelli organizzati della scuola media e del centro cultura- a livello nazionale o hanno anticipato gli le di Porotto, cui sono seguite iniziative entusiasmi suscitati da attori di fama. degli Amici dell’arte, del Gruppo Scrittori Senza trascurare la storia e la cultura di Ferraresi, del Lyons. Il Sodalizio della Ferrara, soprattutto in tavole rotonde “Dante” ha concluso la serie delle cele- che hanno rievocato le figure di grandi e brazioni, con il saggio di Vanelli. illustri cittadini della città, quali Pietro Il critico ha evidenziato il grandissimo Niccolini, primo presidente del amore di Luppi per la lettura, soprattut- Sodalizio, sindaco della città, deputato, to di alcuni autori del Novecento, quali senatore, oppure personaggi quali La Rochefoucauld, O.Wild, B. Shaw, E. Lucrezia Borgia, Costanza Monti Flaiano, L. Longanesi, L. Pirandello. Un Perticari, Laura Dianti, Clara Zappi. La lin- lettore intelligente, assetato di idee, di gua e la cultura italiana, continua Gina nuovi fermenti. Successivamente Vanelli Nalini, costituiscono un leit motiv delle ha analizzato le fasi della sua scrittura iniziative del Sodalizio, come si può poliedrica, che ha frequentato vari gene- riscontrare ad esempio nel magistrale ri: il romanzo (Il libraio ubriaco, saggio di Salvatore Valitutti, La cultura Assunzione di colpa), il racconto breve dei giovani, o nelle iniziative del (varie raccolte), il racconto lungo Cinema e letteratura o nell’avvio di una (L’uomo di carta, L’albero dei sogni); l’a- nuova fatica culturale, il Festival della forisma (le sue raccolte di Afodossi, cioè letteratura giovanile, tesi allo sforzo di aforismi e paradossi, e l’ultima produ- recuperare la lingua come bene cultu- zione raccolta in Lunario privato, un rale, oggetto di un puntuale saggio di libro di pensieri, aneddoti, mini racconti, Lina Scolozzi, contenuto nel Quaderno. bizzarrie, arzigogoli). A questo proposito Gina Nalini cita il Giuseppe Inzerillo con la sua relazione grande poeta statunitense Ezra Pound e Antonio Calessi, uomo di scuola e mae- le sue parole: All’inizio c’era la parola e stro di vita ha ricordato la figura umana la parola è stata tradita. e professionale del maestro Calessi. Del L’analitico saggio di Carlo Gardenio maestro Calessi è delineata la carriera Granata - in anticipazione delle celebra- scolastica perseguita nonostante forti zioni dell’anno degli Estensi (2007), cui condizionamenti economici e famigliari, anche la “Dante” parteciperà con varie per cui potè raggiungere il diploma di relazioni, tra cui una di Granata proprio maestro, studiando di notte, e lavoran- 84 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

do di giorno e infine ottenere un posto la centralità dell’Italia nel Mediterraneo di insegnante titolare. Anche se le con- l’abbia resa “un punto di incontro e dizioni economiche generali migliorava- spesso di scontro tra civiltà e lingue no, il maestro Calessi mantiene la sua diverse. La lingua italiana è frutto di concezione di vita fondata sul concetto scontri, di innesti, di scarti, di accettazio- di bontà, sull’importanza formativa della ni in alcuni casi, di rifiuti in altri. Essa, musica e dell’esercizio fisico, come si quindi non è rigida, ma può uscire dai può riscontrare nella raccolta di poesie, propri confini anche in tempo di pace e scritti pedagogici, aforismi, Storia di un influenzare altre lingue, secondo la maestro, curata dai figli Carla e Pierluigi capacità di una nazione di imporsi in e introdotta dal genero, onorevole Nino determinati settori, culturali o economici Cristofori, “con amorevole testimonian- (ad es. nella moda, oppure nel settore za”. enologico, oppure nel campo musica- La interessante rassegna di Roberto le). Come dice Gramsci, conclude Pazzi, Pazzi sulla lingua italiana, L’Italia come quando si pone la questione della lin- crocevia di civiltà e lingue tenuta nel gua, si pone anche la questione dello Convegno di apertura del Festival della sviluppo di una civiltà e della sua storia” Letteratura giovanile, organizzato dal Sodalizio della “Dante” sottolinea come Luisa Carrà

Giulio Ungarelli, sulla rivista fiorentina “Belfagor”. Singolare è la genesi del racconto, che Davide Dalmas vale la pena di riassumere. Piero Jahier fu invitato a partecipare, nel luglio 1955, Piero Jahier: ad una manifestazione organizzata nel chiostrino di San Romano dalla Biblioteca Comunale Ariostea sul tema uno scrittore “Resistenza e libri”. Dall’intervento nac- que un racconto-ricordo (come lo defi- protestante? nisce Giulio Ungarelli) nel quale Jahier rievoca la figura di Marcello Zanetti, giovane combattente della guerra di Liberazione, impiegato sul finire del 1943 a Ferrara presso le Ferrovie dello Claudiana Editrice, Torino 2006 Stato. La trascrizione dell’intervento di Jahier si Il nome di Piero Jahier (Genova, 1884 trova in un ciclostilato conservato pres- – Firenze,1966) evoca istintivamente i so la Biblioteca Comunale Ariostea e versi aspri, duri e nel contempo solenni venne pubblicato, per la prima volta, da di quella straordinaria opera intitolata Romeo Forni (un ferroviere bolognese “Con me e con gli ” che Giorgio amico di Jahier) nel libro “L’uomo dai Barberi Squarotti definì una delle più capelli di lana bianca” (Todariana alte testimonianze, umane e poetiche, Editrice, Milano, 1973). sul primo conflitto mondiale. Anche per questo motivo ci sembra giu- Meno naturale è il collegamento con sto segnalare un volume apparso nel l’Emilia-Romagna e con Ferrara, che 2006 (“Piero Jahier : uno scrittore pro- pure si realizzò allorché Jahier, ispettore testante?”) che raccoglie gli atti del XLIII ferroviario “esiliato” a Bologna a causa Convegno di studi sulla Riforma e sui delle sue idee politiche, dovette abban- movimenti religiosi in Italia, tenutosi a donare l’amata Firenze e trasferirsi sotto Torre Pellice il 30 e il 31 agosto 2003. le Due Torri. Convegno nel quale vari studiosi (fra i Una testimonianza di quel periodo si quali notiamo Giorgio Rochat ,già trova nel racconto “L’ultimo treno da docente presso l’Università di Ferrara , Ferrara”, pubblicato nel 2000, a cura di Mario Isnenghi, Paolo Briganti e Giorgio SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 85

Barberi Squarotti) indagano l’intera una città “deliziosa” come Ferrara. vicenda umana di Jahier, approfon- “Se queste pagine serviranno anche dendone anche gli aspetti meno noti, soltanto a provocare una lettura diretta come l’ “esilio” bolognese. che susciti qualche sorpresa, non saran- Di particolare interesse ci sembra l’in- no state inutili”, afferma il curatore del- tervento di Giorgio Rochat intitolato l’opera (Davide Dalmas) nell’introduzio- “Jahier a Bologna nelle carte di polizia”, ne. che getta una luce nuova sugli anni tra- Non possiamo che condividere tale scorsi nel capoluogo emiliano dal cele- affermazione, lasciando al lettore il pia- bre autore di “Con me e con gli alpini” cere di scoprire le “sorprese” contenute e ci aiuta a meglio comprendere la nell’opera. complessa personalità di uno scrittore che tornava sempre con emozione in Mario Gallotta

Federico Garberoglio Perchè non sono scrittore

Este Edition, Ferrara, 2006

In controtendenza nelle intenzioni dei trattatisti del Cinquecento, impegnati a suggerire i metodi per riuscire ad impor- si in un ruolo, Federico Garberoglio, cre- monese di origine e ferrarese di adozio- ne, ha dato alle stampe il suo “Perché non sono uno scrittore” sottotitolo, ’manuale ragionato dell’insuccesso’. Sono 46 pagine che spiegano in manie- ra fluente e, a tratti, molto divertente, i motivi per cui lo stesso autore non può Garberoglio, musicista classico, si è e non vuole essere considerato uno cimentato come autore di programmi scrittore, o meglio, esterna un profondo alla Rai e ha pubblicato raccolte di fiabe disprezzo per quegli scrittori alla moda oltre a due storie poliziesche concepite che: “Scrivono tanto bene – spiega ironicamente sulle gesta di molti politici Garberoglio – che sono tanto bravini e della Prima repubblica e traghettati dis- corteggiati dai mass media, che scrivo- involtamente e a pieno titolo sulle spon- no sulle riviste giuste, ben pagati, satol- de della Seconda repubblica. Nel suo li e soddisfatti di se stessi”. Alla fine il difficile ruolo di scrittore non scrittore, libro, frutto di tante riflessioni e con una Garberoglio se la cava senza avvitarsi su stesura durata un paio di giorni, emerge se stesso, manifestando una grande chiara e netta l’accusa per un’arte, quel- sete di spazio e di libertà per quanti la dello scrivere, che evita bellamente la volessero cimentarsi artisticamente, denuncia, la ribellione e il disturbo del affrontando i problemi con determina- quieto vivere e che, piuttosto di affron- zione e senza troppi orpelli o facendo tare i grandi temi dell’uomo optano per l’occhiolino al potere. il pettegolezzo, l’intrigo e la piaggeria. Eppure il ‘non scrittore’ Federico Angelo Giubellli 86 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Pepita Spinelli di Tarsia Esperia, quando la solitudine diventa amore Skira editore

Una autentica fede, mai abbandonata, nell’amore per la vita nella sua comple- tezza e una lancinante coscienza dei problemi che dividono e inquietano il quotidiano vivere innervano il romanzo Esperia (ed, SKIRA, 2006) di Pepita Spinelli di Tarsia. La vibrante sete di eventi hanno segnato dolorosamente la amore non induce l’autrice a naufragare esistenza dell’autrice, tuttavia, quasi nell’utopia, bensì a scavare nelle negati- volesse allontanarli da sé e relegarli in vità che ci assediano, sostenuta dalla un passato che non si debba mai più speranza che angosce e dolori si possa- ripetere, non li rivive nel ruolo dell’io no trascendere nell’aprirsi agli altri: narrante, né li rievoca in una narrazione quando la solitudine diviene amore, oggettivata dalla presenza di una terza recita il sottotitolo. persona, ma ricorre alla strategia dello Da questa lettura della realtà scaturisco- scorrimento dei piani narrativi introdu- no le vicende esistenziali dei personag- cendo, a sorpresa, nella narrazione il gi, protagonisti del mondo periferico metatesto, un diario ormai a brandelli che si addensa ai margini della grande con pagine sgualcite e frasi sbiadite, carreggiata della vita sotto qualunque come se fossero state bagnate da gocce cielo, in qualunque latitudine del di pianto. Nell’evolversi della narrazione mondo si viva la propria esistenza. veniamo a sapere che il diario con noti- E il romanzo vibra di questa spazialità zie anagrafiche appartiene a Esperia, che dilata la narrazione a orizzonti inat- conosciuta col nome di Eva, la protago- tesi che delineano lo sky line della nista del romanzo che si apre e si con- Grande Mela, riflettono i cieli luminosi clude con l’immagine di lei prima fragi- della nepalese città di Kathmandu, o le bimba depositata presso gli zii, come ancora indugiano sulle montagne impo- una scomoda valigia, e poi donna così nenti che cingono la frastornante Città ardente di vita nella sua natura di” Eva del Messico: quasi l’autrice volesse “da sembrare che tutta la sua vita levi- abbracciare in un solo sguardo l’intero tasse d’amore”. La sua è la storia di una mondo e ricordarci che mutano i cieli, vita come tante, intessuta di dolorose ma non i drammi umani che parlano privazioni, riscattata da radicali trasfor- con una unica monocorde voce ai poli mazioni e rappacificata nel ritrovamento come all’equatore. Tuttavia l’epicentro della propria autenticità; ma ciò che la da cui si diramano i diversi percorsi di rende singolare e accattivante è la sua vita dei personaggi è l’Italia colta in uno realizzazione nel complesso intreccio dei momenti più travagliati della sua del plot: l’autrice non la descrive mai storia moderna. Sono appena state interamente, ma crea attorno ad essa sanate e forse non del tutto le ferite un gioco di pause e sospensioni che la della Grande Guerra, quando sulla immergono in un’atmosfera di incom- scena politica già incombono la follia piutezza per affidare alla fantasia del let- del nazismo hitleriano e la tragedia della tore il compimento, a proprio arbitrio, di seconda guerra mondiale. Questi ultimi quel personaggio e della sua storia, SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE 87

Di Eva sappiamo che arriva, dopo un lontano Nepal dove cadrà vittima della percorso non facile, a Città del Messico droga. Nell’inferno di quel mondo dove trova ospitalità presso la Missione Marta, inscindibilmente legata a quel di un frate laico; in questo ambiente figlio, andrà a cercarlo per portarlo anco- conosce e vive l’amore solidale dell’alte- ra una volta alla vita con il calore del suo rità, ma scopre anche l’amore puntuale amore. Idealmente le figure di Eva e di di un uomo, nella cui interiorità l’autrice Marta si integrano e si completano penetra con vibrante lirismo. Tuttavia il attorno a quella di Flavio per dare vita, lettore non viene reso partecipe di su un piano di lettura metaforico e quale sia la vita della donna accanto morale, alla identità più profonda e vera all’uomo che ama: l’autrice lo lascia della donna, colta nella sua prerogativa intuire: Flavio, questo è il nome del lui, di madre e di compagna, senza per altro si sente avvampare il cuore di felicità, escludere quella più generalizzata, ma quando incontra Eva che vede “così ugualmente essenziale, della sua voca- simile a sua madre, figlia della stessa zione a prendersi cura degli altri in forza, della stessa natura di femmina”. E senso diaconico e salvifico nella dina- il lettore ritorna alle pagine in cui cam- mica dell’amore. Nella letteratura come peggia la figura di Marta, la madre di nell’arte del Novecento (per restringere Flavio; ne seguiamo il destino evocato il campo) il tema della madre più che in tutte le sue declinazioni esistenziali; ricorrente è frequentatissimo; diverse giovane donna precocemente resa ascendenze elettive si riflettono nelle vedova dalla guerra, mentre ancora por- pagine della nostra autrice, da Caproni a tava in grembo il figlio del suo Antonio, Bevilacqua, da Camon all’ultimo Paris caduto sul campo di battaglia. Per .Tuttavia queste similarità tematiche non amore di quel figlio, per difenderlo, per implicano uniformità di sentimenti o di dargli quel destino di pace e di vita che emozioni, né identità di elaborazione: suo padre non aveva conosciuto, quan- ogni scrittore, ogni artista, quando si do sente incombente la minaccia di una mette in rapporto con la figura materna, seconda guerra in Europa, lascia la terra erompe in un suo vero sentire nel quale delle sue radici ed emigra in Messico. afferma la verità di se stesso; e quando Ma le stazioni della sua vicenda terrena Pepita di Tarsia si pone in relazione con non sono finite; purtroppo Marta non la figura della madre, evocata attraverso potrà proteggere il figlio dalle insidie e la memoria, fa vibrare tutte le corde dai risvolti negativi della modernità. della sua interiorità nel canto sublime Flavio, deluso e ferito dalle prove amare dell’amore alla vita. della vita, cerca rifugio in mondi onirici, e rincorre un immaginario nirvana nel Gina Nalini Montanari

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“La Pianura” è in distribuzione gratuita, in numero limitato di copie, presso le seguenti librerie di Ferrara e provincia:

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