<<

ALLIFAE ROMANA E SANNITICA …. ovvero di un percorso dai poligonali pentri all'anfiteatro romano ……

È il mattino di una calda giornata esti- Osserviamo la montagna che è stata va. Ci troviamo ai piedi del monte Cila certamente abitata sin dal 10.000 a.C. parte, non secondaria, della antica Alli- da gruppi di cacciatori raccoglitori fae (o Alliba) sannitica, attualmente della fine del paleolitico, come attestato una delle zone archeologiche più im- dalle punte di lancia ritrovate in situ. portanti dell’appennino meridionale. Su tali sparuti gruppi di cacciatori- Già da lontano ovvero dalla valle del raccoglitori, si innestarono altre genti si staglia la inconfondibile provenienti dalla ondata indoeuropea sagoma di questo monte che, vero e che, almeno secondo le teorie prevalen- proprio scrigno della civiltà pentra, ti (l’argomento sarà oggetto di approfondi- conserva come pochissimi altri luoghi menti in separata sede: cfr. ondate provenien- del mondo italico opere poligonali di ti dalla grecia via mare) penetrarono la notevolissima estensione (circa 7000 penisola tra il VII ed il V millennio metri). *(vedi gli articoli “Monte Cila II a.C., e diedero vita in tempi e modi di- cinta” e “Viaggio a ritroso …” in Cuore versi ad una frammentazione di quello Sannita) . che era stato l’originario ceppo osco- Siamo a Piedimonte Matese ai piedi del umbro. Dalla diversa direzione, non so- massiccio da cui la cittadina prende il lo migratoria, presa dai vari gruppi, na- nome e stiamo per iniziare una nuova sce e si diffonde un diverso modo di in- escursione sul territorio verso la antica tendere la società, l’economia, la stessa romana. diffusione antropica. Qualcuno del gruppo, un neofita, rima- Il gruppo umbro, più propriamente det- ne affascinato dalle dimensioni gran- to, infatti, prima ancora degli altri po- diose dei poligonali che, comunque, poli poi giunti via mare si indirizza ancora colpiscono pure i frequentatori verso una economia di tipo agricolo, più assidui. influenzata certamente dalle caratteri- L’intento è di percorrere, come in un stiche delle pianure e delle colline di- viaggio nel tempo, la strada che ci se- sponibili che erano probabilmente da para dalla città romana coprendo, in subito apparse più adatte alla coltiva- pochi chilometri, una storia di oltre zione. La vicinanza con la cultura vil- cinque secoli. lanoviana, li porta ad una maggiore se- dentarietà dovuta alla stanzialità pro- pria della agricoltura e da tale situazio- ne fattuale nascono i primi agglomerati urbani costituiti da villaggi: tali villaggi erano sorti in relazione alle esigenze della coltivazione e, quindi, in rapporto ai terreni già coltivati ed a quelli che coltivabili sarebbero diventati in segui- to. I popoli di lingua osca posizionati

più a sud, invece, restarono – anche a In tale ambiente, iniziano a delinearsi causa della conformazione montana dei in modo chiaro le caratteristiche di quel territori occupati – maggiormente legati popolo, I PENTRI, derivato dal susse- alla pastorizia ed alla necessità di se- guirsi di ondate migratorie e che, tra il guire gli armenti e le esigenze degli VII ed il V sec. a.C., certamente era già stessi. Da sempre, infatti, l’uomo ha presente nella zona che denomineremo seguito gli animali che a loro volta se- della ALLIFAE SANNITICA. guivano il loro cibo, perlopiù costituito da pascoli; i nostri più antichi progeni- tori sono stati infatti sempre influenzati dalle migrazioni degli animali che era- no a loro volta strettamente legate alle glaciazioni ed al conseguente clima. Per tali motivi le popolazioni degli alti- piani abruzzesi e molisani posti a sud del fiume Nera iniziarono un lento cammino di diversificazione dalle po- polazioni di ceppo affine sviluppando una economia di tipo pastorale basata essenzialmente sulla capacità di pro- teggere gli animali incrementandone al massimo il numero; conseguenza era la necessità di poter disporre di grossi ter- ritori, garantendone possesso e sicurez- za, in modo da sviluppare tale econo- mia strettamente legata alla transuman- za ed all’alternarsi delle stagioni e, Il Cila, come parte del territorio di Al- quindi, caratterizzata dal passaggio da- lifae, ha visto svolgersi un lungo pro- gli insediamenti montani a quelli valli- cesso storico di trasformazione ed evo- vi. La diversificazione socioeconomica luzione dall’antro primordiale alla co- tra le attività dei vari gruppi portarono struzione, dal recinto dei pastori al re- a differenziare il gruppo Umbro da cinto sacro, dalla grotta al tempio, dal- quello Osco che assunse caratteristiche le coltivazioni degli uomini del neoliti- sue proprie tra le quali, non marginale, co al giardino – orto medievale e rina- quella legata ad una sorta di minor se- scimentale col passaggio dalle rupi alla dentarietà. Il gruppo degli agricoltori città. diveniva, nel tempo, sempre più distin- Lasciato il Cila coi suoi poligonali* to da quello degli allevatori e ciò, a (*rimandiamo per maggiori informazioni al causa anche dei richiamati fattori cli- sito di Cuore Sannita ed agli scritti relativi al matici, probabilmente all’inizio Monte Cila sopra indicati. In questa sede ap- dell’ultimo millennio a.C., portò ad una pare solo utile riferire come le strutture sul vera e propria linea di confine tra i ter- Cila, ovvero i poligonali del V°/VI° secolo ritori degli uni (allevatori) e degli altri a.c. che cingono la collina a valle ed a monte, (agricoltori), pur di comuni origini. appaiono strategiche per avere sotto control-

lo la valle e le strade di passaggio a BOJA- del materiale di costruzione, costituito NO, la capitale dei Pentri. LA RAGIONE del- perlopiù da pali di legno e frasche oltre la struttura è DOVUTA probabilmente AL che da paglia, fango e tegole (gli impian- FATTO CHE SIA LE ESIGENZE DI DIFESA ti capannicoli esistenti sino ad almeno il VII CHE QUELLE DI RACCOLTA DEL BE- sec. mutano sin dal VI attraverso l’uso di ba- STIAME, PONEVANO NELLA CONDIZIO- samenti in pietra ed anche di coperture in te- NE DI DOVER PROVVEDERE AD EDIFI- CARE DEI RECINTI FORTIFICATI SPESSO gola), ma anche per il differente piano DI GROSSE DIMENSIONI. Per quanto ri- di calpestio attuale, cause atmosferiche, guarda la “fortezza” sul monte Cila possiamo avanzamento dei boschi, dilavamenti, quindi ritenere che fu costruita perché al cen- incendi ed altro. tro se non di una vasta rete di fortezze colle- gate tra loro (fenomeno successivo), certa- mente come luogo di riparo per le popolazio- ni delle strutture vicano-paganiche della zona in un ottica di un sistema di comunicazioni (tra le varie alture) efficiente e per esigenze di difesa dalle ostilità oltre che come ricovero per gli armenti, principale, se non unica ric- chezza dei tempi), ci incamminiamo se- guendo la Via Vecchia per Alife. Sem- bra di vederla la valle antica, ricca di acque, coi pochi gruppi insediati ora sulle rive del fiume, ora più in collina, ora intenti a forme, pur secondarie di agricoltura, ognuno (dei gruppi) secon- do le varie attività necessarie alla vita quotidiana ed al relativo sostentamento.

La maggior parte dei reperti è perlopiù costituita oltre che da pietre che, depe- rito il restante materiale e spesso fuori contesto son sempre di difficile identi- ficazione, da materiale funerario; ci av- Siamo ora nelle vicinanze di CONCA viciniamo ora al MAUSOLEO sito in D’ORO, località nota per una impor- località TORRIONE (N 41 20.079 E tante NECROPOLI sannitica, certa- 14 17.414), mente legata alla antica Allifae. Di sannitico strettamente inteso, tale ne- cropoli, rappresenta l’unico insedia- mento vallivo sinora rinvenuto. E’ in- fatti difficile ritrovare i resti degli anti- chi villaggi, non solo per la deperibilità

cana ed imperiale. Esempio è il Mauso- leo di via Torrione di forma rotonda con base quadrata che termina in alto con una cupola a forma di cono. Se- condo il Trutta sarebbe stato rivestito da pietre e marmi ed abbellito da co- lonne a simulare un portico (*Il Mauso- leo è di solito un struttura sepolcrale di ecce- zionale monumentalità costruito per conser- vare le spoglie di personaggi importanti e de- riva il nome dal re Mausolo la cui moglie fe- dopo aver oltrepassato la chiesetta di ce costruire tale tomba ad Alicarnasso consi- MADONNA DELLE GRAZIE, derata una delle 7 meraviglie dell’antichità; presenta di solito una stanza sepolcrale ove conservare sarcofagi o urne). La presenza nello spazio antistante, an- zi in tutta l’area intorno al mausoleo di varie tombe,

pure costruita su un preesistente sepol- cro.

Valicato un invisibile confine tempora- ci permette di fare una riflessione sul le siamo ora certamente nella Allifae culto dei defunti dalle epoche più risa- ROMANA: la antica allifae sannitica lenti sino al periodo delle tombe di lo- sin dal 326 a.C. viene conquistata, sep- calità Torrione. L’area è stata certa- pur come ogni zona di confine con for- mente riutilizzata almeno sino al me- tune alterne, dai Romani e di tale popo- dioevo,ma la presenza dell’ insedia- lo egemone la città posta al centro della mento sepolcrale è utile per spunti e pianura conserva i resti di età repubbli- considerazioni sulle varie tipologie di sepoltura.

Parliamo delle tombe a camera (vedi etrusche), a cappuccina (con tegole come a Trebula), delle tombe a pozzet- to circolare, a colombario (facciata in roccia rupestre), a cassone (con sarco- fagi contenuti in altre strutture), a dado (tipologia a camera), a tholos (con cu- pola come quella di Atreo a Micene), ad edicola (sorta di tempietto), a tumu- lo (sepolcri familiari di Cerveteri), a pozzo e delle combinazioni tra i vari ti- – di epoca Sillana ovvero I sec. a.C., in opus pi e sottotipi anche a seconda degli incertum e con una estensione lineare di ambiti regionali e zonali. Le tombe in quasi due chilometri- per poi attraversare loco, certamente non di epoca sanniti- la città e fermarci ad ammirare la Porta ca, sono di tipo a fossa (come le anti- Napoli (l’antica Porta Pretoria o Beneven- che micenee) e, dalle stesse, è stato ri- tana, posta sul Decumanus). Le possenti cavato materiale che ha permesso di ri- mura che servivano a difendere la co- salire alle abitudini di vita degli antichi lonia romana ed i coloni inviati dai no- abitanti. stri antichi avversari, presenta la classi- Qualcuno racconta la interessantissima ca struttura della città (romana) con storia del ritrovamento del tesoro del cardo e decumano con le isole e quanto Torrione. Meno interessante, al con- pertinente e necessario ad una vita or- tempo, ci è apparsa la parte relativa al mai urbanizzata (teatro, foro, terme, trasferimento nei depositi bui ed inuti- ecc.). La dura vita dei pastori pentri lizzati di altri e lontani musei: manufat- appare ora alleviata dalle strutture ludi- ti per noi di primaria importanza ven- co-ricreative e dalle maggiori comodità gono spesso considerati – pur giusta- introdotte dai Romani e via via divenu- mente a volte - di minor valore ed acca- te parte integrante del nostro patrimo- tastati, rendendoli invisibili, in locali di nio. deposito. Ricorda qualcosa il Corridore Torniamo ai nostri giorni e, nei pressi del Cila? dell’odierno municipio, entriamo nel Ci spostiamo ora, seguendo il percorso MUSEO DI ALIFE. della antica , immaginando i casali ed i villaggi degli antichi proge- nitori dispersi su monti e campagne, ma, come per il mausoleo e tante altre strutture, certamente della successiva epoca romana, anche disposti lungo gli assi viari. Passiamo lungo la CINTA MURARIA della Allifae romana

Il materiale ivi presente è di gran pre- gio non solo limitatamente alla storia dei nostri luoghi ma anche per lo stato

di conservazione e per la qualità note- ti del nostro gruppo). Con questo vero vole di vari reperti. I reperti sono espo- appassionato delle antichità, non solo sti secondo un criterio cronologico ed alifane, che con le proprie nude mani anche a seconda del contesto di ritro- ha davvero provveduto a ripulire le mu- vamento. La presenza di materiale fu- ra di Allifae dal materiale lasciato dai nerario ed in particolare di alcune tom- secoli e dall’incuria, ci incamminiamo be ci permette di riprendere quanto an- verso l’anfiteatro della gloriosa ed anti- ticipato relativamente al tipo di sepol- ca città romana. Alla nostra sinistra il tura ed al materiale presente nelle ne- MAUSOLEO degli ACILII GLA- cropoli. Vi sono antichissimi strumenti BRIONI, litici, poi oggetti in metallo, armi, ce- ramiche, affreschi, mosaici, materiale lapideo (consigliamo di visitare pure il PARCO delle PIETRE innanzi alla stazione dei CC) provenienti in gran parte dalle necropoli ma pure da ville rustiche, dall’area del foro, da terme o abitazioni private. Osserviamo vasi di varie forme e dimensioni (crateri, coppe, olle,…), materiale da lavoro (bulini, pesi da te- imponente monumento funerario del I laio), armi, ornamenti (fibule, bracciali, sec. d.C. ad impianto circolare di clas- cinturoni,…). Il tutto è corredato da e- sica impostazione; il monumento fune- saurienti documentazioni grafiche e fo- bre è stato successivamente usato come tografiche. E’ un vero peccato che oltre cappella dedicata a S.Giovanni Geroso- al nostro gruppo, peraltro oggi piuttosto lomitano e quindi dal 1924 come tem- nutrito, il museo non abbia altre pre- pio votivo per i caduti di guerra. senze. Apprendiamo, con vero dispia- Tanti sono i monumenti di questa citta- cere, che non si tratta di una novità. dina di oltre settemila abitanti. Oltre al Una delle mappe rappresenta foro, alle terme, ai Mausolei, alle mura, l’estensione della “nazione sannita” nel la città presenta un Teatro, la casa del V sec. a.C.: solo una innata ed ostinata Triclinio, quella dell’impluvio tetrasti- mancanza di capacità politica e diplo- lo, un castello medievale e, cosa vera- matica ci ha impedito di sopravanzare i mente interessante, un ANFITEA- Romani, le cui doti di lungimiranza TRO, oltre molti altri che per motivi di dovevano essere inversamente propor- spazio non elencheremo. Accompagna- zionali alla estensione del loro territo- ti dalla nostra sapiente guida, l’amico rio, veramente in tale periodo ben più Alessandro Parisi, entriamo nella ridotto del nostro. splendida struttura. L’entusiasmo con- Lasciato il museo, incontriamo con ve- tagioso di Sandro ci rapisce ed inizia- ra gioia, il nostro amico ed associato mo a viaggiare, come sulle montagne Alessandro Parisi, la cui contagiosa russe, passando in rassegna epoche e passione ci fa dimenticare per qualche personaggi diversi. La narrazione, frut- momento la opprimente afa e la scar- to di ardente passione, condita da cono- sezza di visitatori (oggi quasi venti, tut- scenze tecniche approfondite e da un

impegno sul campo profuso ininterrot- Sandro nel resoconto di questa nostra tamente da ormai oltre mezzo secolo, ci giornata: quanto segue è tuttavia solo consegna una descrizione del sito ve- una piccola parte di quanto ci è stato il- ramente esaustiva. E’ un enorme piace- lustrato. re poter inglobare un lavoro dell’amico

G.F.Trutta nelle sue Dissertazioni Historiche – fine II sec. a.C. – furono demoliti delle Antichità Alifane (1776), fornisce noti- perché collocati fuori le mura per ragioni di zie in merito alla presenza di un anfiteatro in sicurezza. Dopo la guerra sociale, 91 a.C. e Alife. Allo studioso, non era sfuggita la “pro- civile, 83 a.C. sorsero all’interno e poi nuo- digiosa quantità di spezzati mattoni” dissemi- vamente all’infuori le mura - Pompei 75 a.C., nati sul terreno “accosto alla chiesa di S.Gio. Nocera e . Gerosolimitano” (il Mausoleo Acilii Glabrio- Nel 1976, ricognizioni aeree effettuate dalla nes) e, nei pressi di questo monumento, lo Soprintendenza sul territorio di Allifae, indi- studioso ipotizzò la presenza dell’anfiteatro. viduarono proprio in un terreno poco distante Trutta conosceva peraltro l’iscrizione latina dal Mausoleo, evidenti tracce dell’anfiteatro (di età medio imperiale - CIL IX, 2350) posta romano di Alife. Infatti, anche alla semplice in onore del duoviro L.Fadius Pierus, il quale osservazione ad occhio nudo, si percepiscono a sue spese aveva organizzato “munera gla- le tracce delle mura del monumento per as- diatoria e venationes” con feroci bestie afri- senza di vegetazione. Nel 1986 e 1987 poi, cane. Il Trutta giustifica l’assenza di ruderi una campagna di scavi nata occasionalmente del monumento “sebbene di essi non ne sia portò finalmente alla luce alcune parti del rimasto vestigio” per lo zelo dei primi cristia- monumento. I ruderi apparvero stranamente ni, che vollero cancellarli dal territorio “fece- tagliati alla sommità tanto nei saggi effettuati ro dunque a gara i primi scrupolosi fedeli, sul viale Caduti sul Lavoro, tanto nel campo …in abbattere teatri, circhi ed anfiteatri” per- adiacente, ove erano ad appena diciotto cen- ché luoghi di “indegnità gladiatoria”, di o- timetri dal piano di campagna. scenità e di culto delle deità pagane poco Venne così alla luce la parte dell’anello mura- compatibili con la nuova religione (editto di rio esterno, spesso circa mt.1,60, parte di Teodosio 392 d.C.). Peraltro, alcuni anfiteatri quello interno, il “podium”, le strutture radiali

dei “cunei” con tracce delle volte e delle celle tina, espandendosi ovunque. Volgendo lo ( le concamerazioni di sostegno della cavea) e sguardo verso il Cila, verso quella parte dello perfino la soglia interna di accesso all’arena spazio celeste ( pars postica del cielo) e ostile di una delle due porte, la “Libitinalis”, posta dagli auspici negativi, popolato dalle oscure sull’asse Nord – Sud e che era coperta da cor- divinità infernali e del fato (Cilens) come ridoi a volta ( itinera magna ), rilevata alla tramanda l’ “Etrusca disciplina”, avvertiamo profondità di mt. 3,10 dal piano attuale. la fredda carezza diffondersi ovunque, ser- L’altra porta, la “Triumphalis”, fu trovata a peggiando tra l’erba alta che ha occupato Sud nel terreno adiacente la strada, insieme l’arena e allora non è impossibile udire l’urlo alle solite strutture radiali e perimetrali. Ri- impietoso del “maeniana”, il clangore dei cordo numerosi frammenti di intonaci dipinti “crupellari” e il ruggito rabbioso della belva in affresco, caduti dalle pareti di pietra, con- africana, che il “munificentissimo” duumviro glomerato e mattoni. Allifae ebbe dunque un e decurione L.Piero Fadio, dette nelle “ple- grandioso AMPHITEATRUM di circa nas” mt.110x85, caratterizzato dalle dimensioni “GLAD. PARIA XXX ET VENATION. BE- eccezionali dell’arena di mt. 72x45 circa, di STIARUM AFRICANAR” poco inferiori a quelle dello stesso Colosseo e poi ancora di Roma, mt.77x46,50, prossime a quelle di “N. VENATION PLENAS ET GLADIATO- Capua di mt. 76x45 e quasi identiche a quello RUM PARIA XXXI” di Arretium (mt. 72x43 ca.). La fascia di ca- ed ancora esaltandosi nei vea é ampia circa 18 mt., come per Arretium “LUDOS SCAENICOS P.S.F. AUGUSTA- (mt. 18 ca.) che poteva contenere circa 11000 LES” spettatori. Dalle tracce del monumento (CIL IX, 2350) sull’erba, trassi queste dimensioni ed un gra- fico planimetrico nel 1987, che fu poi con- Alessandro Parisi, fermato e migliorato dai rilievi degli scavi del 4 novembre 1994 e 28 dicembre 2002 1987 ( le misure ragguardevoli dell’anfiteatro di Alife non ci devono stupire, la consuetudi- ne di spettacoli e combattimenti gladiatori nacque in per gli Etruschi di Kapu: “dai ludi funerari trarrano poi origine pro- prio in Campania i ludi gladiatori” - Werner Johannowsky. Fu proprio la stessa Capua ad avere la più importante scuola gladiatorium del mondo romano, attiva già nel 70 a.C., e forse le acclamazioni per Spartacus ed i suoi si levarono nella grande arena di Allifae. Le riflessioni di Trutta hanno contribuito a ri- muovere dalla coltre dell’oblio l’anfiteatro di Il sole picchia, ormai alto su di noi. La- Allifae. sciato l’Anfiteatro dedichiamo qualche Ora è là in quel campo, con quella sua smisu- minuto al CRIPTOPORTICO, rata arena, che ancora oggi nelle giornate di luglio, quando l’erba con il suo verde intenso e rigoglioso, sembra rispondere ad un richia- mo imperioso allorché le poderose muraglie proiettano i loro andamenti, bruciando la ve- getazione e generando quei magici corridoi di terra riarsa. Poi verso sera, come nelle “plenas vesperti- ne”, in quel campo spira la brezza dal “Tifer- nus”, da Nord e dalla porta dell’infausta Libi-

opera di rilevante valore portata alla lu- dal nostro passato, ma ancora imbevuti ce nel periodo in cui Alessandro era as- dello stesso, abbiamo trascorso una sessore – che fortuna cittadini Alifani giornata ricca di emozioni. averlo avuto – alla cultura. Il ricordo di In poche ore abbiamo percorso circa 20 Alessandro che al buio, aiutato da pic- chilometri attraversando oltre cinque cole torce, mi portava a vedere i piccoli secoli e passando da una civiltà (gene- passi in avanti che quotidianamente la- ralmente ed almeno in origine - salvo le vori faticosissimi permettevano al eccezioni come la Saepinum sannitica e gruppo di archeologi, è vivido ed inten- pur dovendosi analizzare i siti caso per so. Era felice, sereno, gioioso nel rac- caso - prevalentemente) senza città contarmi i progressi di cui era attiva- come quella degli antichi Sanniti (o Sa- mente partecipe. Tali gioiose immagini fini) ad una sempre più fortemente ur- non riescono ad essere minimamente banizzata come quella Romana. intaccate dalla notizia che il sito non è Salutiamo l’amico Parisi, che ha con- oggi visitabile a causa di infiltrazioni di tribuito ad amplificare le nostre emo- acqua?! Diamo solo un breve sguardo zioni, con l’augurio di rivederlo presto alla struttura di oltre cento metri di ed augurando ad ogni amministrazione lunghezza. Il criptoportico, come dice che possa avere persone appassionate, la parola stessa, di solito un portico sot- colte e soprattutto fattive come Sandro: terraneo e coperto, veniva usato nella l’archeologia e la storia sarebbero in architettura classica. Generalmente sot- mani migliori. terraneo aveva il soffitto a volta ed era E’ con tale augurio che vi rimando ad solitamente illuminato mediante feri- altri nuovi resoconti, sperando che toie che si trovavano nella volta. Il no- quello odierno sia stato per Voi piace- stro presenta due corridoi comunicanti vole o quantomeno interessante. per mezzo di trenta archi e sosteneva o probabilmente univa tra di loro delle Erennio 67 ville o palazzi. Esempio noto è quello Foto M. Tacchetti e G. D’Abbraccio di Nerone che univa la Domus Aurea Ancora un grazie particolare all’amico con i palazzi imperiali del Palatino. La A. Parisi che ci ha concesso l’uso di te- nostra speranza è che il sito possa esser sti, foto e disegni pubblicati sul suo sito reso fruibile al più presto. Allifae.org La nostra visita alla Allifae Romana è terminata. Ancora una volta, riemersi