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INTERVISTA Giuseppe Sangiorgi CaroCarlo ...

Il nome e i film di Carlo Verdone richiamano subito la figura di , l’interprete per definizione dell’“uomo italiano” con i suoi caratteri e le sue sfaccettature. Questo collega- mento gratifica oppure pesa? Quello con Alberto Sordi è un paragone che gratifica, ma vorrei dire che gratifica e basta, nel senso che Sordi era una grandissima maschera e le maschere sono uniche, non hanno eredi. Io di Sordi posso continuare una tradizione di commedia in quanto vivo a Roma, la sua stessa città, e osservo questa città. Tra Sordi e me però c’è molta differenza. Lui è uno degli artisti più importanti che l’Italia abbia mai avuto, sicuramente il più rivoluzionario, il più “anarchico”. Penso all’inizio della sua carriera, a film come “Mamma mia che ista da fuori, la condizione di chi vive da tanti anni sulla impressione”, “Lo sceicco bianco”, cresta dell’onda appare sempre invidiabile, fatta di successo, “I vitelloni”. L’ho amato molto in di benessere, di notorietà. Questo è ciò che proiettiamo quei film, i film di Fellini, come nei V su chi riteniamo baciato dalla fortuna. Se poi si tratta di tanti altri che ha girato: “Tutti a un personaggio del cinema, magari un attore, un regista, o tutte e casa”, “La vita difficile”, l’elenco è due queste figure insieme, l’immaginazione corre ancora di più. davvero lungo. Ma è davvero cosi? Avevamo incontrato Carlo Verdone alla vigilia dell’uscita del suo ultimo film, “Il mio miglior nemico”. Era in uno E’ un bel tornare indietro negli studio di via Margutta e stava missando il film, vale a dire riunire in anni… un’unica colonna le voci degli interpreti, le musiche, gli effetti Sordi ha avuto un grande periodo speciali. Se la fase delle riprese di una pellicola ha una sua spettaco- da raccontare: la guerra, il dopo- larità, la preproduzione e la postproduzione sono attività laboriose, guerra, la ricostruzione, il boom complicate, faticose, generalmente poco conosciute dal pubblico. economico. La mia filmografia non Per questo esse sono una metafora del prezzo del successo: perché ha incontrato momenti storici così rappresentano la preparazione e il lavoro che il successo richiede. importanti. Ha incontrato momenti Nell’intervista che ci ha rilasciato,Verdone racconta quello che c’è di grande confusione: nei rapporti dietro le quinte del palcoscenico dal quale egli regala al pubblico uomo-donna, i conflitti familiari le emozioni e i sogni del suo cinema. tra genitori e figli, una tipologia

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del maschio italiano che si andava denominatore con tutti i bulli, non modificando nel tempo. Non era voglio dire d’Europa ma almeno più il periodo dell’italiano che d’Italia: parla romano, ma quel tipo “l’Italia parte, rimorchia e mette le corna, di bullismo è riscontrabile in tante con le interpretazioni effervescenti aree della Penisola, con il dato di Alberto Sordi di Sordi, Gassman, Tognazzi. Gli ricorrente della solitudine. Il primo è diversa uomini diventano più succubi delle personaggio che ho raccontato è il donne, c’è il femminismo, arrivano protagonista di “Un sacco bello” da quella gli anni Settanta e Ottanta. che va in Polonia da solo, con le raccontata Quest’uomo diverso, che si deve calze piene di penne biro per misurare con la propria donna, rimorchiare le ragazze. “Gallo dal cinema con la propria moglie, diventa una cedrone” è la storia di un divor- di oggi” costante non solo mia, ma anche ziato, un mitomane, anche lui solo. di altri artisti, per esempio Massimo In “” ho raccontato Troisi. Noi abbiamo descritto la solitudine di una coppia di questo nuovo pianeta inesplorato giovani che somiglia a tante della donna, e anche il linguaggio altre. Sono personaggi che messi e gli atteggiamenti che cambiavano, insieme fanno paura, sembrano le crisi di identità di quegli anni, i una gabbia di mostri. Presi singolar- disastri sentimentali e delle relazioni mente non voglio dire che fanno che ci sono stati. I momenti che ha pena, però hanno una malinconia raccontato Sordi erano molto di fondo che ho cercato sempre importanti sul piano storico, i nostri di tirar fuori. lo sono stati nella dimensione dell’intimità. Un grande comico è apparente- mente solo un comico. Dietro Molti suoi film, specie quelli a le sue interpretazioni c’è una episodi, più che sulle storie visione della vita, dietro l’intrat- sono imperniati sui personaggi, tenimento cosiddetto leggero c’è sui caratteri che si voleva sempre il tentativo di proporre descrivere e magari mettere valori, riflessioni. alla berlina. Le storie sono poi La vera comicità non può trascurare costruite su questi personaggi. la verità della vita, che non è fatta Quale influenza ha avuto la tra- solo di risate e di battute. Dietro dizione della commedia dell’arte una risata ci può anche essere “la vera comicità su questo modo di raccontare? tanta tristezza, tanta malinconia, è fatta anche La commedia dell’arte ha avuto tanta miseria. I personaggi del di un velo certamente influenza, nel senso vero comico riflettono tutto questo che la realtà che descrivo nei altrimenti sono dei burattini. Se di malinconia” miei film è fatta di tante tipologie. vuoi fare una commedia che abbia Alcune di queste sono particolari una sua profondità, la comicità si perché hanno un dna particolare. sposa sempre con un momento Quando interpretavo il coatto, il di malinconia. Poi questa è una bullo, con la sua gestualità, il suo caratteristica che è in me, i miei gergo, le sue battute, ma anche la film finiscono sempre con un velo sua immensa solitudine, quelle non voglio dire di tristezza, ma di erano allegorie della mitomania, malinconia certamente. Fa parte della solitudine, di uomini maturi del mio carattere. che non erano né carne né pesce e facevano soltanto disastri. Il bullo “Un sacco bello”, il primo film romano dei miei film ha un comune da regista è del 1980. Adesso è

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nelle sale “Il mio miglior nemico”. però, il film finisce con un po’ di Sono passati oltre 25 anni. Che speranza. differenza c’è tra il Carlo Verdone di allora e quello di oggi? Nei suoi ultimi film sembra La fortuna di resistere così tanto esserci un lavoro crescente sulle tempo penso che sia data dal sceneggiature, sulla consistenza fatto che ho sempre cambiato, non delle storie, sui dettagli. E’ così? mi sono mai legato a un genere, Il punto non è tanto la sceneg- non ho mai insistito più di tanto giatura quanto l’individuazione del sullo stesso tipo di storie. Ho soggetto: parte tutto da qui perché cercato di rinnovare me stesso più vado avanti, più per me attraverso il mio volto che mutava, diventa difficile scrivere avendo perché noi siamo delle maschere e già raccontato un po’ tutto. si cresce, gli anni vanno avanti. In Allora il problema è diversificare questo momento sono più attento il nuovo film da quelli precedenti. alle relazioni dentro la famiglia, “Ma che colpa abbiamo noi” era i rapporti con la moglie, con i figli, un film corale, “L’amore è eterno la crisi di un uomo che ha rag- finché dura” era la storia di due giunto i cinquant’anni. Quando ho coppie, l’ultimo è sul rapporto cominciato il mio mestiere avevo generazionale tra me e un giovane. poco più di vent’anni, i miei per- sonaggi erano giovani, era come Lei ha scoperto e ha lanciato se suonassi la chitarra elettrica col molte attrici che sono diventate distorsore, una musica appariscente, famose. C’è un tipo di donna eclatante. Adesso suono una chitarra italiana che ha cercato di rap- che ha sfumature più delicate, ma presentare nei suoi film e che non è detto che sia meno efficace. abbia una certa costanza accanto ai personaggi maschili ai quali Un nuovo inizio… ha dato vita? “Ma che colpa abbiamo noi” per Ci sono varie sfaccettature di me è stato come l’inizio di una donne italiane che sono state seconda carriera. E’ seguito “L’amore rappresentate, ma non c’è una è eterno finché dura”, un film su “donna italiana” in assoluto. Non una coppia borghese, poi c’è stato siamo più all’epoca della Mangano, l’episodio in “Manuale d’amore”, della Magnani, della Loren. Penso adesso c’è “Il mio miglior nemico”. che la Giorgi di “Borotalco” Ho creduto molto in questo film e interpretò benissimo le ragazze sono felice di come è stato accolto. di quel periodo, la Muti di “Io e mia Parla di uno scontro generazionale sorella” rappresentava le fragilità “il successo tra un ragazzo proletario, Silvio di una ragazza piena di disastri, Muccino, e un borghese ipocrita, di infatuazioni, di depressioni, continua ma dentro ci sono tante altre cose, incarna le nevrosi se ti rinnovi” la storia è molto varia, ci sono degli anni Novanta, le nuove fobie, parti comiche e altre drammatiche, la fragilità, gli attacchi di panico. anche altamente drammatiche. E’ Asia Argento è l’aggressività di un film sincero che racconta la “Perdiamoci di vista”. Sono tutte verità di questi anni. Molti ci tro- figure molto vere, ma non sono veranno riflesse storie che li hanno un’unica figura. Possiamo avere coinvolti o hanno riguardato loro un’unica rappresentazione della amici. Dopo il casino che succede donna italiana a livello fotografico, nelle 133 scene che lo compongono, allora ecco Monica Bellucci, bella,

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mora, statuaria, affascinante, fine, ha davvero tutto. A livello recitativo ci sono invece tante sfaccettature, ci sono tanti caratteri come sono tanti quelli degli uomini. Aggiungo semmai un’altra cosa, che entro poco tempo ci dobbiamo preparare a trovare nuovi perso- naggi, il caratterista tunisino, albanese: viviamo in una società multietnica e se il cinema osserva la realtà presto si troverà di fronte a questa necessità. Con Verdone all’Istituto superiore antincendi: Ha mai avuto rapporti col serata dedicata mondo dei vigili del fuoco, il cui al Cinema, lavoro si incrocia così spesso agosto 2005 con quello del cinema? Tante volte i vigili sono veri e propri angeli custodi dei set cinema- tografici fatti di cartapesta, di materiali precari, infiammabili. Per esempio aumenta il numero sul cinema muto italiano, e La commedia italiana ha sempre di studenti che preparano tesi soprattutto cambiai radicalmente trattato i vigili del fuoco un po’ sul mio cinema, e il sito fornisce l’indirizzo della mia vita. Nel fare come delle macchiette, mentre in una larga base di documentazione queste scelte devo molto a mia realtà io ritengo che sia un mestiere utile. madre, che ha sempre creduto in pericoloso, importantissimo, uti- me e ha sempre pensato che lissimo e tante volte eroico. Basta Quando era ragazzino la sua avessi delle carte da giocare. In pensare a quanti ne sono morti famiglia abitava a pochi metri genere i genitori sconsigliano i l’11 settembre per capire che cosa di distanza da Alberto Sordi e figli di fare gli attori, nel mio rischia questa gente. Per inserire lei racconta che tirava i sassolini caso non è andata così. i vigili del fuoco in un film c’è contro le sue finestre per attirarne bisogno o di grande spettacolarità, l’attenzione. Se lo immaginava Suo padre, Mario Verdone, è un o di quell’umiltà, di quella semplicità quando era giovane che un giorno importante storico e studioso che era tipica del cinema di una avrebbero fatto le tesi di laurea di cinema. Il rapporto con lui volta, penso a un autore come sui suoi film? com’è stato? . La spettacolarità Ringrazio Dio di quello che ha Con mio padre c’è stato un rap- appartiene più alla cultura ame- fatto accadere nella mia vita. Se porto assolutamente positivo. E’ ricana, noi dovremmo puntare mi metto a riflettere provo meraviglia sempre stato un uomo molto sull’umanità del personaggio in di quello che è successo. rigoroso, un uomo di disciplina, situazioni meno spettacolari ma All’università stavo per laurearmi sincero, severo, ma anche una che possono essere egualmente con una tesi sulle religioni orientali. persona che ti carica quando vede difficili e drammatiche. Però avevo la passione del cinema, che stai sulla strada giusta. I suoi giravo film sperimentali e uno di consigli li ascolto tutt’oggi con Lei ha un sito internet davvero questi vinse un premio. Lo feci molto interesse, e quando ho completo, pieno di notizie, di vedere a Roberto Rossellini e lui mi finito un film e devo farlo vedere curiosità. E’ un fatto di immagine disse: tu hai stoffa, vieni al Centro ho più paura del suo giudizio o è un desiderio di comunicazione sperimentale di cinematografia che di quello di trenta critici. con il suo pubblico? e iscriviti al corso di regia. A quel Perché so che lui mi dirà sempre Ho voluto farlo così perché ho punto cambiai tesi di laurea, ne feci le cose vere. tanti ammiratori, tanti fan club. una sull’influenza della letteratura

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