Alberto Sordi Alberto Sordi
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ALBERTONE NAZIONALE di Francesco Goccia Alberto Sordi i segreti in un libro Dopo il grande successo, riscontrato nel numero precedente della nostra rivista, continuiamo a conoscere il grande Alber- tone nazionale, attraverso i racconti del cugino Igor Righetti, autore della prima bio- grafia ufficialeA “ lberto Sordi segreto” In questo numero analizzeremo il rappor- to con un altro grande artista Nino Man- fredi e ... Il suo rimpianto più grande: non essere stato candidato dall’Italia agli Oscar Alberto ha interpretato con maestria ruo- li drammatici e comici raccontando l’Italia e gli italiani. Nella sua lunga carriera artistica durata oltre sessant’anni e con più di 200 film all’attivo (ma lui stesso ne aveva perso il conto) ha ricevuto tanti riconoscimen- ti prestigiosi (nove David di Donatello, sei Nastri d’argento, un Orso d’oro e un Orso d’argento a Berlino, un Golden Globe e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del ci- nema di Venezia) ma mai l’Academy Award. E aveva un rimpianto: quello di non essere stato candidato dall’Italia agli Oscar. Ma lui ci sperava ancora ad averne uno. Ci rac- contò che Charlie Chaplin lo aveva ricevuto a 83 anni. Alberto, invece, è morto a quasi 83 anni, ma l’ambita statuetta non è mai arrivata. Per colmare questa grave mancanza, as- sieme all’Associazione “L’Arte di Apoxiome- no” e al suo presidente e direttore artistico dell’Apoxiomeno International Award Ora- zio Anania, mi sono attivato affinché venga presa in considerazione dall’Academy la possibilità di assegnare l’Oscar alla carriera o un Premio alla memoria ad Alberto, uno dei nostri maggiori protagonisti della cine- matografia italiana. Una soddisfazione, postuma, Alberto l’ha ristiche nazional-popolari sono viste come grande apprezzamento da parte del pub- avuta a marzo del 2003, un mese dopo la negative. In effetti, Alberto non ha mai ama- blico e quindi grandi incassi. sua morte: in un filmato in cui comparivano to i critici cinematografici, a eccezione di grandi attori e registi scomparsi come Billy alcuni. Diceva spesso: “In Italia i critici si Wilder, Rod Steiger e Dudley Moore appar- Alberto su Nino Manfredi: commuovono soltanto davanti ai sarcofa- “Se io sono avaro ve l’immagine del suo volto in una sequen- gi. Basti pensare che cosa hanno fatto con za del film diretto da Ken Annakin “Quei Totò, lo hanno beatificato soltanto dopo la lui è veramente tirchio” temerari sulle macchine volanti” del 1965. sua morte”. Molti critici cinematografici ita- Perché l’Italia non lo ha mai candidato liani avevano massacrato le interpretazioni Mi colpì molto Nino Manfredi quando all’Oscar? A questa domanda mi rispose di Alberto sia all’inizio della sua carriera sia lessi una sua intervista sul quotidiano “La che il fatto di essere così popolare e così durante tutta la sua intensa attività artisti- stampa” pubblicata il 9 aprile 1994 dove di- amato da tutte le fasce di età e di ceto ca. Interpretazioni che invece erano state chiarava: “Sordi non ha mai fatto altro che sociale avevano giocato a suo svantaggio: osannate, per esempio, dai critici di altri se stesso in vita sua ed è per questo che per gli snob della cultura queste caratte- Paesi come la Francia e che avevano avuto oggi è finito”. A questa affermazione, Al- 8 berto, come suo stile, non replicò, ci disse soltanto che Manfredi era stizzito perché consapevole che lui avesse una marcia in più. Non a caso a noi parenti non ne ha mai parlato come suo amico. Anzi, ci svelò che se lui era avaro, Nino Manfredi era ve- ramente tirchio. Nel libro lo conferma an- che Pippo Baudo: “In una mia trasmissione a Taormina in cui c’erano Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfre- di e Monica Vitti insieme, a un certo punto domandai quale fosse il loro rapporto con il denaro. E Nino Manfredi rispose da vero tirchio mentre Alberto Sordi disse: ‘Mi dan- no del tirchio, ma qui di tirchio ce n’è un altro’. Ed era Nino, lui era veramente tirchio. Poi, onestamente, i fatti hanno dimostrato che Alberto Sordi ha donato tutto, ha fat- to il campus Bio-medico di Roma che è un capolavoro e anche all’ospedale Bambino Gesù ha dato un sacco di soldi”. Alberto ne parlò anche con Patrizia de Blanck: “Mi disse che Nino Manfredi era più taccagno di lui. Pensava che fosse indispettito dal fatto che Sordi avesse avuto tutto questo successo senza aver frequentato scuole di recitazione”. Il rapporto con Carlo Verdone Nel mio elenco degli amici di Alberto in molti si stupiranno di non trovare il nome di Carlo Verdone, figlio del critico cinema- tografico Mario Verdone, padre anche di Silvia, moglie di Christian De Sica. A noi familiari, come anche alla contessa Patrizia de Blanck, Alberto rivelò di non es- anche le parole di Carlo Verdone: “Fu una L’unica fotografia che noi abbiamo trovato sersi trovato bene sul set del film “Troppo fatica terribile. Alle domande rispondeva a casa Sordi l’abbiamo inquadrata. È una forte”. Ci disse che Verdone aveva avuto ‘ammappete’, ‘embé’, e solo con il mon- fotografia con una dedica affettuosa di So- paura di essere oscurato da lui in un film taggio tirai fuori una parvenza di logica”. raya, sta là. Ma tutte le altre? La Vitti? La diretto da Verdone stesso. Di lui non ci dis- E ancora: “Il giudice mi ha chiesto tutto il Cardinale? Non esiste fotografia di nessun se altro. girato di quel documentario, e lo capisco. altro attore. Soltanto questo bel profilo di I fatti parlano chiaro: dopo quel film non Da lì si vede quant’era debole e fragile Soraya che sta lì come un’icona”. lavorarono mai più insieme. Quello che Aurelia e quant’era facile approfittarsene”. Poi, però, aggiunse: “Secondo me Sordi colpisce è che da quando Alberto è mor- Ma Carlo Verdone, qualche tempo prima, ha avuto probabilmente degli amori che to, Carlo Verdone si è imposto sui media il 21 febbraio del 2013 subito dopo la noti- non sappiamo, era una persona molto pu- come il suo più grande conoscitore rila- zia del presunto raggiro ai danni di Aurelia, dica. Non lo so che amori può avere avuto sciando interviste su qualunque mezzo di raccontò a Michele Anselmi del quotidiano Sordi. Quello che noi sappiamo e che è do- comunicazione. Lo abbiamo visto all’inter- on-line “Lettera 43” una versione di Aurelia cumentato è quello con Andreina Pagnani no della villa di Sordi indossare i cappelli totalmente diversa: “Mi cadono le braccia a all’inizio della sua carriera. Ne parla Fofi, ce usati da Alberto nei suoi film, mostrare a sentire queste cose. Mi auguro per lui (l’au- lo descrive benissimo”. A noi parenti, inve- tutti il guardaroba personale del grande tista Arturo Artadi, nda) che sia un errore, ce, Alberto raccontò di quella sua bellissi- attore, si è fatto fotografare alla guida del- che sia innocente. Aurelia spiegherà tutto. ma storia d’amore con Andreina Pagnani. la Fiat 124 familiare che Agnelli regalò ad Ha quasi 95 anni, potrà apparire rallentata, Non c’è mai stato bisogno di sentire il cri- Alberto. Nel 2013, in occasione dei dieci ma è sempre lucida e sveglia, come si vede tico cinematografico Goffredo Fofi. Ma a anni dalla scomparsa di Sordi, Carlo Ver- nel documentario”. quanto pare Alberto con Verdone non si done assieme al fratello Luca, realizzò il sentì di parlarne. documentario “Alberto il Grande” dove, per Carlo Verdone: “Non c’è Sempre durante quella presentazione la prima volta, mostrò al pubblico la villa di niente da dire su Sordi e le pubblica Luca Verdone, il fratello di Carlo, Sordi. Chi conosceva bene Alberto sa che gli sussurrò che in effetti qualche amica la non aveva mai fatto entrare né fotografi né donne. Non ci sono donne” portava. “Portava delle amiche ogni tanto telecamere all’interno del suo “rifugio”. Le - precisò Carlo Verdone - delle belle ra- telecamere dei fratelli Verdone “frugarono” Durante una presentazione pubblica del gazze, delle modelle che uscivano con lui. in tutte le stanze: dalla barberia alla came- documentario “Alberto il Grande”, Carlo Però il giorno dopo non c’erano più, spari- ra da letto fino alla stanza guardaroba in- Verdone rispose così alla domanda giunta vano. La Mangano non è possibile per tanti dugiando sui completi, sulle giacche e sui dalla platea sul perché nel suo docufilm motivi. Erano tutti amori platonici. Sordi ha cappotti che indossava. Nel documentario, non si fosse parlato del rapporto di Alber- sposato se stesso, le sorelle, la famiglia e il Verdone intervistò Aurelia Sordi circondata to Sordi con le donne: “Noi non dovevamo culto della sua persona. Se vogliamo esse- dai domestici. Francesco Merlo, in un suo approfondire assolutamente nulla perché re sinceri. Basta!”. Da quanto dichiarato da articolo pubblicato su “La Repubblica” il 7 non c’è niente da dire su Sordi e le donne, Verdone si evince che Alberto non si confi- maggio 2015, scrisse: “Quando Carlo Ver- non c’è assolutamente niente da dire. C’è dò con lui. Purtroppo, questo suo interven- done andò a girare il documentario ‘Alber- da dire su Sordi e le sorelle, su Sordi e il to pubblico ha generato decine e decine to il Grande’ e intervistò Aurelia capì subito ricordo della madre. Ma su Sordi e le don- di messaggi scritti a commento del video che la sua anima era persa”. Merlo riportò ne? Quando? Quali? Non ci sono donne. 9 nire scavalcato da questa ondata di nuovi comici. S’è messo a fare la voce di Oliver Hardy, quei gesti strampalati quel ‘Di di da da…’.