Priorato Generale delle Confraternite di Centro

PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO 18 APRILE 2014

Arciconfraternita Ss. Trinità, Confraternita Ss. Giovanni Battista, Giovanni evangelista e Petronilla, Cconfraternita N. S. di Castello, Confraternita San Domenico sotto il titolo di Cristo Risorto, Confraternita Ss. Agostino e Monica, Confraternita Ss. Pietro e Caterina

PRIORATO GENERALE DELLE CONFRATERNITE DI SAVONA CENTRO Via dei Mille, 4 Rec. Tel. e fax: 019.8386306 17100 – Savona Codice fiscale: 92021760092

La storia della nostra Processione del Venerdì Santo e quella delle nostre Confraternite hanno sempre avuto un percorso comune. Ogni savonese ricorda di aver assistito ad essa fin da bambino, di aver visto passare le “casse”, queste belle sculture lignee portate a spalla dai “camalli”, di aver sentito i classici colpi di mazzetta dei comandanti, di aver ascoltato la colonna sonora della Processione, quei caratteristici mottetti composti per questa manifestazione ed eseguiti solo in occasione di essa. Poi, magari, le sue vicende personali lo hanno portato a divenire un camallo oppure un comandante. L’impegno di questo Priorato è quello di operare in modo che la nostra Processione, manifestazione di Fede per i credenti e bella tradizione popolare per gli altri, possa rimanere ancora a lungo negli anni pari un punto fermo degli avvenimenti savonesi.

Il Priore Generale Roberto Bertola

Arciconfraternita Ss. Trinità, Confraternita Ss. Giovanni Battista, Giovanni evangelista e Petronilla, Confraternita N. S. di Castello, Confraternita San Domenico sotto il titolo di Cristo Risorto, Confraternita Ss. Agostino e Monica, Confraternita Ss. Pietro e Caterina Priorato Generale delle Confraternite di Savona Centro

COMUNICATO STAMPA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO A SAVONA - 18 APRILE 2014

La Processione del Venerdì Santo a Savona è un evento di fede e devozione popolare, che si svolge ogni due anni. E’ organizzata dal Priorato generale delle confraternite di Savona centro, ovvero dalle sei confraternite, (Nostra Signora di Castello, Cristo Risorto, Santi Pietro e Caterina, Santi Agostino e Monica, SS. Trinità, Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla) già esistenti nel trecento, sul Priamar proprietarie delle 15 casse lignee. Quest’anno il turno di Priorato Generale spetta alla Confraternita del Cristo Risorto che ha sede a Savona in largo Varaldo.

PREMESSA STORICA Nella seconda metà del Duecento, a seguito dell'attività predicatrice dei Padri francescani, nacquero a Savona, sul Priamar, nella cosiddetta “contrada Batutorum”, alcuni gruppi laici che si dettero il nome di Confraternite. Questi secolari sodalizi, da sempre attivi nella pratica religiosa, si svilupparono in tutto il mondo: tuttora troviamo Confraternite non soltanto in Europa (Italia, Francia, Spagna, Portogallo), ma anche nelle Americhe. Quelle di Savona, si dedicarono alla pratica della 'disciplina' (la pubblica flagellazione per penitenza) e ad opere di assistenza e carità. La pratica religiosa raggiunse presto nel Venerdì Santo il momento più sentito e partecipato. La Passione e Morte di Gesù veniva celebrata per le vie della città (allora situata ancora sul promontorio del Priamar) con flagellazioni accompagnate da laudi e con rappresentazioni sceniche desunte dalle Letture; era una processione “privata” di ogni Confraternita che la organizzava come meglio riteneva opportuno. Potevano effettuarla tutte le confraternite unite assieme, oppure legate in alleanze, in ore e giorni diversi.

In processione si portava il Crocifisso, la reliquia della Santa Croce, si praticava la flagellazione e talvolta gli stessi confratelli rappresentavano drammaticamente la passione del Redentore. A partire dal ‘600, dopo il Concilio di Trento, gruppi lignei sostituirono le sacre rappresentazioni, ritenute dalla Gerarchia Eclesiastica 'non decorose' e si cercò di regolare i rapporti tra le varie confraternite e le parrocchie. Si arriva così al 1810, quando l’allora vescovo di Savona, Mons. Maggioli emanò il regolamento della processione del Venerdì Santo, dando vita all’evento come lo conosciamo oggi. Le casse processionali sono veri e propri capolavori in legno eseguite da scultori di rilievo tra cui il Maragliano, il Martinengo, il Murialdo, il Brilla, la Cuneo. Il lento incedere delle casse attraverso le vie di Savona è accompagnato dai rintocchi della campana della torre del Brandale, la Campanassa.

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La processione del Venerdì Santo viene aperta dai tamburini listati a lutto dai torcioni portati da confratelli che indossano cappa bianca con i nastri gialli del priorato generale delle confraternite del centro. A seguire gli incappucciati che ricordano gli antichi flagellanti e la Croce di Passione, grande croce in legno nero sulla quale sono posti i simboli (anch’essi di legno dipinto) della Passione di Nostro Signore, e appartiene alla confraternita che comanda la Processione, quest’anno il Cristo Risorto.

I simboli sono :

Il gallo - che cantò ai tradimenti di Pietro  Il sacchetto- con i 30 denari del pagamento a Giuda  I flagelli  I dadi -con cui i centurioni si giocarono le vesti di Gesù  Gli attrezzi della crocifissione: martello, chiodi, tenaglie  La canna con la spugna intrisa di aceto  La lancia - che colpì Gesù al costato  Il calice - simbolo del sangue versato  La scala - per il recupero del corpo ormai morto di Gesù  Il lenzuolo con il volto raffigurato di Cristo  Il teschio - raffigurazione della morte  Il cartiglio - INRI, il titulus crucis, “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum" (letteralmente, "Gesù il Nazareno Re dei Giudei")

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Descrizione delle Casse Le “casse”: Sculture lignee raffiguranti i momenti della Passione di Gesù Cristo. Trasportate a spalla dai portatori, il cui numero varia a seconda del peso della “cassa”. Guida la cassa il capo cassa, che attraverso i colpi di mazzetta scandisce il lento intercedere. Un colpo davanti per prepararsi, un colpo dietro per dire che si è pronti, due colpi davanti per ripartire. 1. La promessa del Redentore. Custodita nell’oratorio dei SS. Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla di via Guidobono, è opera di Filippo Martinengo detto il “Pastelica” (Savona 1750-1800). E’ un opera complessa, di scuola neoclassica. Al centro si eleva l’albero della scienza del bene e del male, sopra al quale è adagiata la Fede, che tiene sollevata con la destra la croce, simbolo della Redenzione. Adamo ed Eva rivolgono ad essa i loro sguardi, mentre due angioletti sono intenti a sciogliere le loro catene. Nella parte posteriore della cassa, un angelo con spada infuocata minaccia il serpente la cui spirale avvolge l’albero. La cassa fu portata per la prima volta in processione nel 1791. E’ stata restaurata nel 1998. I portatori sono 20 per posa. Indossano la cappa della confraternita, bianca con nastri rossi.

2. L’Annunciazione Custodita nell’oratorio del Cristo Risorto, in largo Varaldo, è opera di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739). Raffigura il momento dell’annuncio da parte dell’Arcangelo Gabriele a Maria. Viene considerata un opera tarda del Maragliano, e il vibrante movimento dei panneggi, accresciuto dall’effetto damascato denunciano la piena adesione dell’autore al gusto “rococò”. Quest’anno essendo stata restaurata se ne potrà apprezzare meglio la sua bellezza. I portatori sono 12 per posa. La cappa bianca è con nastri bianchi.

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3. L’Orazione nell’orto.

Custodita nell’oratorio dei Ss. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla, cappa bianca con nastri rossi. È opera di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739), scolpita intorno al 1728. Vi si raffigura Gesù in ginocchio, mentre osserva l’angelo in alto che gli presenta il calice della passione e la croce. Ai piedi dell’angelo i due discepoli sono immersi nel sonno. Restaurata nel 1998. I portatori sono 20 per posa.

4. Il Bacio di Giuda.

Custodita nell’oratorio dei SS. Agostino e Monica, Chiesa di Santa Lucia, è opera di Giuseppe Rungaldier che la scolpì ad Ortisei nel 1926, è stata sottoposta a un lavoro di ripulitura nel 1996. Il gruppo ligneo rappresenta Gesù, Giuda e due soldati. Nonostante il tentativo di uniformarsi al tono dominante delle altre “casse”, se ne distacca soprattutto per il diverso modo di trattare la materia, lasciando in maggiore evidenza il lavoro di intaglio del legno. I portatori sono 16 per posa con

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5. Cristo legato al palo. Anche questa cassa è custodita nell’Oratorio dei SS. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla, ed è opera di ignoto genovese del XVIII secolo. La figura di Cristo col volto sofferente domina la cassa. L’atteggiamento aggraziato del corpo e il bellissimo nodo formato dalle mani, ci riportano ad uno scultore a conoscenza dell’arte del Maragliano, ribadendo così, l’importante lezione dello scultore genovese. Venne restaurata nel 1980. I portatori sono 8 per posa con altrettanti cambi.

6. La Flagellazione. L’opera lignea, di ignoto di scuola napoletana del XVII secolo, è custodita nell’oratorio dei SS.Pietro e Caterina, di via Dei Mille. Gesù al centro, legato al palo, e dietro di lui i due flagellanti. Questa “cassa”, si distingue dalle altre settecentesche per la minore ricerca di effetto espressivo, e per un più ingenuo realismo (si notino i flagelli veri). E’ stata restaurata nel 1986. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi. La cappa è bianca con nastri blu .

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7. L’incoronazione di spine. Anche questa è opera del Maragliano (Genova 1664-1739) che la scolpì nel 1700. E’ custodita nell’oratorio dei SS. Agostino e Monica, nella chiesa di Santa Lucia. Gesù è seduto al centro fra due figure : una gli cala la corona di spine e l’altra gli spinge con forza il capo. I volti dei due carnefici sono particolarmente espressivi, ma non grotteschi, grazie all’intaglio accurato e alla proporzione delle teste che ne equilibrano i tratti marcati. Restaurata nel 2009. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi. La cappa è bianca con nastri verdi.

Curiosità: Chi facesse il giro delle cappellette del Sacro Monte di Crea, situato su una delle più alte colline del Monferrato, nei pressi di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria e giungesse alla 15° cappelletta si troverebbe davanti un’Incoronazione di spine del savonese Brilla: la derivazione dal Maragliano risulta evidente

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8. Ecce Homo E’ la cassa più recente, venne scolpita da Renata Cuneo tra il 1977 e 1978, in sostituzione della cassa di G.A. Torre, con lo stesso soggetto, che si dice andò distrutta durante un bombardamento nel 1944. Custodita nell’oratorio dei SS. Pietro e Caterina. Evidente è lo stacco dal realismo e dalla cromia delle altre “casse”, per raggiungere, mediante la compostezza plastica, effetti allusivi e simbolici. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.

9. Cristo che cade sotto la croce ed è aiutato dal Cireneo. Si può ammirare nell’oratorio dei SS. Pietro e Caterina, e viene attribuita ad ignoto di scuola napoletana del XVII secolo. Il gruppo è dominato dalla Croce, di dimensioni quasi sproporzionate rispetto all’intera cassa. La croce schiaccia Gesù in ginocchio, mentre Simone di Cirene cerca di aiutarlo. Venne restaurata nel 1986. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.

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10. Cristo spirante in Croce. Opera del periodo più maturo del Maragliano, segna uno dei momenti artistici più alti dello scultore genovese. La scena è rappresentata con grande drammaticità, focalizzando l’attenzione dello spettatore sul corpo di Cristo morente sulla croce. E’ custodita nell’oratorio dei SS Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla. E’ stata restaurata nel 2000. I portatori sono 24 per posa con altrettanti cambi.

11. Cristo morto in Croce. La tradizione vuole che sia opera di ignoto di scuola romana del XVI secolo e che sia un dono dei Della Rovere alla confraternita di Nostra Signora di Castello alla quale questi appartenevano. Si tratta di un Crocifisso processionale successivamente adattato a “cassa” e arricchito di putti barocchi opera , forse, del genovese Bartolomeo Musso. La figura di Cristo rivela nella profonda umanità sofferente del volto, una adesione alla cultura tardo-rinascimentale. La cassa venne restaurata nel 1996. I portatori sono 20 per posa con altrettanti cambi. La cappa è blu con risvolti bianchi e cordone bianco.

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12. La Deposizione dalla Croce. Opera del Martinengo detto il “Pastelica” risalente al 1793 circa, è custodita, come il Cristo morto, nell’oratorio di Nostra Signora di Castello, in via Manzoni. La Deposizione con i suoi 18 quintali è la più pesante delle casse processionali. E’ composta da sette figure disposte secondo uno schema piramidale: in basso si trovano Maria di Cleofa e Maria Maddalena che piangono sorreggendo la Madonna svenuta dal dolore; al di sopra si erge la grande croce, ai lati della quale Giuseppe d’Arimatea sulla scala in alto, Nicodemo su un'altra scala più in basso e Giovanni Evangelista a terra, sono impegnati nel tirare giù dalla croce il corpo senza vita di Cristo. Venne restaurata nel 1996. I portatori sono 26 per posa con altrettanti cambi.

13. La Pietà. Scolpita nel 1833 dal savonese Stefano Murialdo detto “Crocetto” (1776-1838), probabilmente allievo del Martinengo, venne ritoccata e migliorata dal Brilla nel 1842. Restaurata nel 2001, è custodita dall’oratorio di Nostra Signora di Castello. La rappresentazione del dolore della Madonna, con il petto trafitto da spade è ripreso dalla tradizione popolaresca; gli angioletti portano in mano gli strumenti della Passione di Cristo. I portatori sono 12 per posa con altrettanti cambi.

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14. La Deposizione nel Sepolcro. Scolpita nel 1866 dallo scultore savonese Antonio Brilla (1813-1891). Il gruppo si compone di sei personaggi: Nicodemo, la Madonna e la Maddalena in piedi sullo sfondo, Giovanni Evangelista, e Giuseppe d’Arimatea in primo piano chini sul corpo di Cristo. L’opera che richiama la Deposizione del Martinengo, ripetendone i personaggi, mostra una attenzione ai particolari e alle espressioni dei volti. Custodita nell’oratorio del Cristo Risorto, venne restaurata nel 2004. I portatori sono 24 per posa con altrettanti cambi.

15. L’Addolorata. Attribuita a Filippo Martinengo, detto “Pastelica”(Savona 1750-1800) è conservata dall’Arciconfraternita della SS. Trinità nella Chiesa di Santa Rita. La figura di Maria Addolorata è particolarmente drammatica per le sette spade conficcate nel cuore. Nel 2001 i quattro angioletti, agli angoli della cassa, vennero rubati e quelli attuali, sono stati rifatti nel 2005. I portatori sono 8 per posa con altrettanti cambi. La cappa è rossa con risvolti bianchi

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La Santa Croce.

Dopo le casse lignee, chiudono la Processione i confratelli, il clero con il vescovo, i priori delle confraternite con al centro il priore generale, quest’anno dell’oratorio del Cristo Risorto, I turiboli, l’ Arca della Santa Croce, sormontata dal baldacchino e attorniata dai lampioni. La Santa Croce riassume in sé il Male e la cristiana Redenzione: il Male, rappresentato dal serpente in legno colorato, arrotolato in un abbraccio soffocante, ai piedi della Croce in argento, che racchiude una scheggia della Croce di Cristo. A fare da testimoni quattro angeli in legno dorato.

Quest’anno la Santa Croce è quella del Cristo Risorto, confraternita di turno. I “camalli”, che indossano la cappa bianca con fiocchi bianchi del Cristo Risorto, sono confratelli di Albenga; ogni squadra è composta da 8 camalli. Il baldacchino ad otto stanghe appartiene invece alla Confraternita di N. S. di Castello ed è portato dalle cappe blu. .

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Novità: Quest’anno, a differenza delle passate edizioni, le tre casse: l’Addolorata della Arciconfraternita della Ss. Trinità che si trova in Santa Rita, e le due casse conservate in Santa Lucia: Bacio di Giuda e Incoronazione di spine, non saranno portate la settimana precedente in Duomo, ma nella chiesa di san Giovanni Battista in san Domenico, di via Mistrangelo. Un’ altra novità riguarda il complesso strumentale-vocale dei mottetti, ovvero il coro di voci maschili e femminili, voci bianche, accompagnati dal gruppo bandistico Forzano di Savona, che quest’anno si posizionerà tra le casse di testa della processione. In piazza Mameli uscirà dalla processione, posizionandosi al centro della stessa, mentre le casse proseguiranno nel loro percorso in via Nazario Sauro. In piazza Mameli, si terranno quasi tutte le esecuzioni dei mottetti, in sequenza: Jesus, Crocem tuam, Seavo dolorum turbine, che sono gli antichi canti in latino appositamente scritti per il Venerdì Santo. Il coro si riunirà alla coda della Processione, quando questa ripasserà dalla parte opposta della piazza, per proseguire in Via Montenotte. Questo permetterà ai camalli e a chi si trova in processione di fruire dell’ascolto dei mottetti. Percorso Processione con piantina:

Partenza dal Duomo alle ore 20.30, piazza Duomo, via Caboto, piazza Cavallotti, via Gramsci, piazza Leon Pancaldo, via Paleocapa, piazza Mameli ,via Nazario Sauro, largo Vegerio, via Paolo Boselli, piazza Mameli, via Montenotte, via Astengo, piazza Sisto IV.

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Mentre le casse entrano in piazza Sisto IV, si potrà ascoltare in sottofondo la voce di Don Giovanni Margara che le descriverà e farà un breve commento. Al termine il vescovo monsignor Vittorio Lupi impartirà da balcone del palazzo del Comune la benedizione, con lui il sindaco e il priore generale che quest’anno sarà Roberto Bertola della confraternita del Cristo Risorto. In preparazione alla processione, sono stati effettuati tre incontri di preghiera presso l’oratorio del Cristo Risorto, guidati rispettivamente dai parroci di San Giovanni Battista in San Domenico, della cattedrale di N. S. Assunta e da mons. Vescovo. Come da tradizione verrà proposta ai portatori una raccolta di denaro che sarà devoluta alla Croce Bianca di Savona. A questo proposito è stato interessato il presidente, dott. Ruggero Basso, che ha suggerito l’acquisto di alcuni defibrillatori. Si pensa di istituire un corso per l’insegnamento all’uso di tali apparecchiature, a cura dei militi della Croce Bianca.

Nello specifico la componente musicale

Apre la Processione il cupo rullìo dei tamburi (una affiatata squadra – una decina circa - che da anni dà il ritmo cadenzato alla Processione con innesti dalle bande di Legino e di Cairo) Come già detto nelle “Novità” il grande complesso corale-orchestrale dei “mottetti” non sarà più tra l'ultima cassa e il Clero ma sarà posizionato subito dopo la prima cassa, perché all'arrivo in piazza Mameli si posizionerà al centro della medesima in modo da far ascoltare l'esecuzione dei mottetti a tutti i portatori delle casse. Da sempre, essendo in fondo, i portatori non hanno mai potuto ascoltarli. Il grande complesso corale-orchestrale dei ‘mottetti’ Jesu, Saevo e Crucem tuam sarà diretto unicamente da Igor Barra, maestro della Banda Forzano, così costituito: a. orchestra: composta da tutto il Civico Complesso Bandistico ‘A. Forzano’ al gran completo con la sezione di archi coordinati da Massimiliano Patetta; b. coro, composto da: voci maschili: Corale Alpina Savonese, elementi del Coro Monteverdi di Cosseria, voci femminili: Coro La Ginestra di Savona, elementi del Coro Monteverdi di Cosseria, Coro di S. Pietro ed elementi del Coro Della Rovere di Savona voci bianche: alunni di alcune Scuole Elementari cittadine La Banda Sant’Ambrogio di Legino, posizionata subito dopo la croce di Passione, esegue brani trascritti per banda tratti dalla Passione secondo Matteo di Bach. La Banda Mordeglia di .(posizionata dopo la cassa dell’Ecce Homo), eseguirà lo stesso repertorio della banda di Legino.Precede gli ordini religiosi il Coro Polifonico di Valleggia con la Banda Puccini di Cairo. Il Coro di Valleggia, che coordina questo gruppo diretto da Marco Siri, si avvale della collaborazione degli ex cantori del Coro stesso, della sezione Voci Bianche, e 15 Priorato Generale delle Confraternite di Savona Centro

soprattutto di vari gruppi “amici” del Polifonico stesso: la Corale Polifonica Cellese, il Coro Guido d’Arezzo di , la Corale S.Maria di Cogoleto, il Concentus Mater Misericordiae di Savona, il coro Polifonico Città di Albisola, il Coro di Merana e Piana Crixia, Coro San Maurizio di Segno e cantoria di Sportorno. In memoria del fondatore del Coro di Valleggia, scomparso lo scorso anno, questo grande complesso si chiamerà “Giuseppe Rebella”. Il gruppo eseguirà i celebri brani sacri Stabat mater, Adoramus, Vexilla, Koral.

Sequenza del Corteo

TAMBURINI TORCIONI INCAPPUCCIATI CROCE DI PASSIONE (CON A LATO I LAMPIONI) BANDA SANT’AMBROGIO DI LEGINO PROMESSA DEL REDENTORE COMPLESSO DEI “MOTTETTI” (CORO DI VOCI MASCHILI, FEMMINILI, BIANCHE) BANDA “FORZANO” DI SAVONA BANDA SANT’AMBROGIO DI LEGINO L’ANNUNCIAZIONE L’ADORAZIONE NELL’ORTO IL BACIO DI GIUDA CRISTO LEGATO AL PALO LA FLAGELLAZIONE L’INCORONAZIONE DI SPINE ECCE HOMO BANDA “MORDEGLIA” DI CELLE LIGURE CRISTO CADE SOTTO LA CROCE CRISTO SPIRANTE IN CROCE 16 Priorato Generale delle Confraternite di Savona Centro

CRISTO MORTO IN CROCE LA DEPOSIZIONE DALLA CROCE LA PIETA’ LA DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO L’ADDOLORATA CORO POLIFONICO DI VALLEGGIA “GIUSEPPE REBELLA” CON CORI AMICI BANDA PUCCINI DI ORDINI RELIGIOSI CONFRATELLI CLERO- VESCOVO PRIORI DELLE CONFRATERNITE TURIBOLI ARCA DELLA SANTA CROCE (SORMONTATA DAL BALDACCHINO CON A LATO I LAMPIONI) TORCIONI AUTORITA’ CIVILI E MILITARI POPOLO

I numeri della Processione

 10 tamburi  24 torcioni  4 incappucciati  30 cristanti per la Croce di Passione  500 tra musicisti e coristi  1400 camalli  56 comandanti per le 15 casse + croce di Passione + Arca della Santa Croce  200 flambeaux

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