Fi. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA
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fi. DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LIGURIA SEZIONE DI SAVONA ATTI Vol. XVIII SAVONA Tipografia Savonese Piazza Ponticello, 2 1936 - A. XIV 7^8 Biblioteca Storia Patria SV S-SV-SV 0001 SSSP SV 03 018 MARTINO NICOLÒ RUSSO CONTRIBUTO ALLA STORIA DEL COMUNE DI SAVONA Documenti inediti circa il Brandale e annessi edifici comunali V>omr è avvenuto per tante altre terre del nostro paese, anche per il Comune di Savona molti atti della sua vita medioevale andarono dispersi ripetutamente nei secoli suc cessivi per vicende fortunose, e pervenuti a mani private, tramandati di famiglia in famiglia, caduti poi quasi in dispregio per il minimo valore intrinseco, giacquero per lungo tempo nell’oblio. Solo nella presente nuova èra di risveglio culturale, grazie all’ illuminalo indirizzo impartito dal regime fascista, essi ritornano oggetto di attenzione e vengono presentati in esame ai ricercatori delle origini patrie. Cosi, in occasione di alcuni miei studi sulla formazione delle podesterie, ho potuto rintracciare alcune pergamene che al primo sguardo mi si rivelarono quasi come amiche voli conoscenze, non vedute fino allora, ma a me già note per la lettura di elenchi antichissimi degli atti comunali contenuti nelle famose capsiae cum tribus clavaturis della Masseria antica del Comune di Savona. ? Sono documenti della Torre del Brandale e degli an nessi edifici comunali. 11 Verzellino (1), che nel periodo storico della terra sua (1) G. V. Verzellino — Delle Memorie particolari e special- mente degli uomini illustri della Città di Savona. - Voi. I - Ed, Bertolotto - Savona 1885. 8 ha la bella caratteristica di dare notizie dei fatti quasi in forma di regesti, desunti nettamente dai documenti, in ri guardo a questa torre è il primo che ci ricorda vari atti dei secoli XIII e XIV : nel 1209 < Bonoianne ed Arnaldo lolla si dividono, tra gli altri loro beni, la torre del Bran- dale ». Nel 1305 < si comprò la torre del Brandale da Oberlo Bava » (Voi. I, pag. 230). Due anni prima però, nel 1303 « fu dato principio al palazzo della giustizia in Sa vona, tra la piazza d’ Erbe e quella di S. Pietro, dove ri siede il signor Governatore della Città, ed ivi si radunava il consiglio ». Questo « si congregò poi nella stanza del Capitolo della Comunità, o camera della Torre del Bran dale ». Parlando poi della Convenzione tra nobili e popolari « per il pacifico stato della Città », stipulata il 25 ottobre 1303 e desunta fedelmente dal testo che si conserva negli < Statuto, antiquissima » del Comune, il Verzellino ricorda la loggia del Brandale come luogo di riunione dei popolari, antagonista e rivale della loggia della Maddalena, nella quale si radunavano i patrizi. Il De’ Monti (1) ripeteva le cose dette dal Verzellino; il Garroni (2), rinarrandole, rafforzava l’asserzione del Ver zellino sulla compra del 1305 coll'autorità del primo Regi stro a catena. 11 Bruno, ritornando su tale argomento, rendeva noto, per la storia del Brandale, il passaggio di proprietà per vendita di una quarta parte della Torre [turris perforate] e della « terra vacua » annessa, nel 1178, dalla famiglia dei Curlaspedo in quella degli lolla, traendo il documento dal cartulario del notaro Cumano, e poi il passaggio par- (1) Agostino Maria De’ Monti — Compendio delle memorie historiche della città di Savona e delle Memorie d' Huomini Illustri Savonesi. — Roma MDC.XCVII. (2) N. C. Garroni — Guida storica economica e artistica della città di Savona. — .Savona, 1874. 9 ziale di proprietà avvenuto dagli folta nel Comune, nel 1307, in vigore di due atti contenuti nel secondo Registro a catena, e ne pubblicava il primo; e ricordando l’asser zione del Verzellino, che il Comune aveva acquistato la Torre da Oberto Bava nel 1305, dava per fermo l’ipotesi - che le compre del 1307 fossero solo una fase di un passag gio graduale dalla proprietà privata a quella del Comune (1). A complemento di quel che di questa Torre — simbolo del Comune di Savona e ricordo del glorioso suo passato — dissero i sopra citati autori, rendo pubblici i seguenti nuovi documenti, a cui ho accennato di sopra. Uno di essi, del 14 novembre 1254 (doc. 1°), è da alle garsi al seguito dell’atto di divisione citato dal Verzellino per il 1209 e finora non ancora trovato: Ottaviano e Gu glielmo lolla, fratelli, che i documenti savonesi contempo ranei ci additano figli di Dongiovanni lolla (1209), vengono ad una divisione della Torre e delle case del Brandale che essi possedevano prò indiviso, conservando in comune la parie superiore della Torre stessa. Vengono poi due documenti che attestano la nota cita zione Verzelliniana del 1305: in quest’anno, 20 settembre (doc. 4°), il cintrago lacobino Forcella, rappresentante del Comune di Savona, si dichiara debitore, a nome del Co mune, ad Oberto Bava, cittadino savonese, della somma di lire 192 e 10 soldi di Genova, oltre a lire 5 e soldi 15 ex profìcuo, residuo del prezzo pattuito in lire 230 per la Turris Blandalis et eiusdem volte, che il Comune in quel giorno aveva comperato da lui e dalla madre sua Provin cia (2). 11 22 gennaio dell' anno seguente (doc. 5°) il medesimo Oberto Bava per sè e per la madre, e alla presenza di sua moglie Benedetta, fa quitanza completa del prezzo suddetto al Comune di Savona. (1) Bruno Agostino — Storia di Savona, pag. 59. (3) Vittorio Poggi (Cronotassi, Voi. II, pag. 50) pubblicò una parte di quest’ atto di compera, desumendolo da una pergamena sciolta dell’ Archivio di Savona. 10 Un’altra pergamena del 1332 contiene una procura del 25 giugno (doc. 6°), e un atto di vendita del 3 luglio (doc. 7°) : Corrado d’ Oria e Conte de Mari, vicari della Città di Savona, a nome del Comune medesimo e col con senso del Consiglio, rimettono procura a Guglielmo Pete- nario, cintrago, per vendere con vincolo di retrocessione una parte del palazzo comunale allo scopo di pagare i sa lari ai suddetti vicari e ai loro soldati e famigli. L’atto è redatto nel palazzo del Comune davanti a tre testimoni in pieno consiglio. Ciascuno dei primi sei nomi di consiglieri è preceduto dalla parola dominus, e primo fra essi troviamo il Domi- nus lohannes Saloetus abbas populi. (Doc. 6°). I nomi dei consiglieri — non solo di questo documento, ma anche quelli dell’altro in data 1285 (doc. 2°) — mo strano un’ affluenza di persone nuove — homines novi — non più i vecchi, o almeno pochi. Assistiamo noi ad un’e voluzione di gente nel Comune? Sono essi i discendenti di quelli che una volta non esistevano in diritto politico? Par rebbe di si, come si può arguire da certi nomi rustici o di campi, poi da nomi di gente venuta dai paesi del Pie monte o dai paesi finitimi liguri. Conviene ancora ricordare la sedizione popolare del 1281 che cacciò i nobili dall’am ministrazione e dalla città, ed ebbe per conseguenza di portare in Consiglio e nelle magistrature un numero di po polari pari a quello dei nobili (1). Pochi giorni dopo, il 3 luglio ( doc. 7° ), Guglielmo Petenario vende a Pietro Fodrato, marito e procuratore di Araona, la predetta parte del palazzo del Comune per il prezzo di L. 250 di Genova, che egli paga con danaro della moglie. — Questo atto è rogato nel palazzo del Comune, nella sala dove si tenevano i consigli degli Anziani, alla presenza dell’Abbate del popolo, degli Anziani e di testimoni. A questi cinque documenti che riguardano principal- mentempntft la Torre, seguono altri tre documenti che si riferi- scono in parte ad edifìci annessi al Brandale. (1) De* Monti, op. cit, p. 76 — V. Poggi, Cronotassi. 11 Il primo é del 1285- 1 settembre: Giacomo Pulcherio, Filippone Laino e Giovanni Musso Vassalengo cedono in affitto, per lire 22 e per un anno, al Comune di Savona una casa o loggia che dianzi avevano comperata dal me desimo Comune (doc. 2°). Segue un atto del 1302-12 ottobre, per il quale il Co mune di Savona, rappresentato dal cintrago Francesco de Signo, vende a Rizardo Albertengo, cittadino savonese, una metà prò indiviso della Dornus Capitali, per il prezzo di lire 550, confinante da tre parti con la via e dall’altra con la casa di Romini Albertengo (doc. 3°). Ultimo, in riguardo al Brandale, viene ancora un do cumento del 1336-24 maggio, per il quale Paolino e An tonino Fodrato, figli ed eredi del fu Gabriele, minorenni, col consenso del loro curatore Pietro Templarelo, cittadino savonese, vendono al Comune di Savona, per lire 30 di Ge nova, una casa situata in quarterio sancii petri, ubi dici- tur Blandariam, confinante davanti col « carrubio », di dietro con la « logia comunis », da una parte colla Torre del Brandale, dalla quarta parte con una terra vacua dei venditori stessi (doc. 8°). La storia del Brandale non ha certamente ancora tutti i documenti, ma da quelli che si posseggono se ne può concepire abbastanza bene l’andamento: questi che io pub blico costituiscono un passo di più nella conoscenza di come avvenne il suo trapasso da edifìcio privato a sede del Comune. Costruita detta torre quasi certamente da privati, pas sata in proprietà da una famiglia ad un’ altra (dai Curla- spedo agli lolta, Bruno 1178), suddivisa poi tra i discen denti di quest’ultima per ragioni ereditarie (Verz. 1209; mio doc. 1254), i quali però fino all’ultimo conservarono . indivisa quasi come simbolo, o vanto di gloria della stirpe, la sommità della Torre (1), questa a poco a poco assume (1) Esempi analoghi non sono rari. In quel di Torino si trova che i Signori di Tran a, alienando il loro castello, compresa la torre che ancor oggi si aderge tra le rovine circostanti, se ne riservarono la sommità.